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Your Love Saved Me - Chapter 22
Martedì, 14 Febbraio 2012
Caro diario, Scusami se ti ho
trascurato in questo mese e mezzo, ma non ho avuto
molti momenti di privacy…troppe persone in questo loft! L’ultima
volta che ho scritto è stata la vigilia
di Capodanno, ricordi? Ero pronta alla battaglia, ma non a
ciò che è stato rivelato quella notte! Cose
davvero assurde, a cui ancora faccio fatica a credere! Come ad esempio
che Alyssa è incinta di Alec…sapessi che pancione
ha adesso, sembra quasi che le stia per scoppiare! Credevo che Damon
l’avrebbe lasciata, che non avrebbe accettato che portasse in
grembo il figlio di un altro, soprattutto proprio dell’elfo
che non gli è mai andato a genio, eppure…la sta
trattando come una regina! Sembra amarla più di prima,
nonostante gli ormoni le procurino strani effetti come degli sbalzi
d’umore da far impallidire chiunque! È un
po’ strano vederlo così, spesso e volentieri ad
esempio litiga con Alec a causa sua, perché entrambi
vogliono prendersene cura… Come quando lei aveva le voglie,
ovviamente solo di vegetali a causa del bambino, e Alec in un attimo li
faceva apparire dal nulla, facendo infuriare Damon che se li voleva
procurare per primo! Ma sinceramente mi aspettavo di peggio da quei
due, quindi tutto sommato è andata bene! Non posso negarti
che un po’ la invidio…è forse
l’unica cosa che odio davvero dell’essere vampira,
il non poter diventare mai mamma. Ma so che un modo per tornare umani
c’è, Kol ne è la prova! Lui infatti
è tornato umano grazie agli elfi! E sin da allora lui e
Bonnie passano moooolto tempo insieme tutti soli, chiusi nella loro
stanza con decine e decine di Grimori. Se poi studino qualcosa, o
facciano ben altro ingannando il nostro udito sovrannaturale con
qualche incantesimo non lo so!!! Infatti, tornando umano, anche Kol ha
sbloccato la sua magia! E poi, la vigilia
di Capodanno, abbiamo anche conosciuto la madre e la
sorella di Alec, Theya e Shatea, che sono rimaste poi con noi per dare
una mano ad Alyssa con la gravidanza e il bambino quando
nascerà. Sfortunatamente abbiamo conosciuto anche il vero
padre e il fratellastro di Alec, dei quali lui ignorava
l’esistenza, che però erano proprio gli elfi
contro noi vampiri, e che ora non ci sono più. Una storia
orribile e malata, quella della famiglia di Alec…il padre
era uno psicopatico, che tra le altre cose dopo aver rinnegato moglie e
figli e aver cancellato la memoria a quest’ultimi, ha pure
fatto credere loro che la madre fosse morta, e dopo anni ha voluto una
figlia dalla ex-moglie che teneva prigioniera, col solo scopo di farla
accoppiare (che termine spregevole, ma purtroppo è quello
più azzeccato)…con chi poi?! Con il fratellastro
nato da lui e una strega/licantropo! Mi vengono i brividi solo a
ripensarci! Quindi lasciamo perdere…pensiamo alle cose
belle: Richelle e Sebastian fanno parte del gruppo ormai, sono
diventati una coppia e ci hanno assicurato di essere disponibili semmai
avessimo bisogno di loro, anche se sono tornati in Italia insieme ad
Ettore e Clelia, e poi ci sono Patricia e Caitlin che sono tornate ad
Atlanta con Shane, che si è fatto trasferire
all’Emory University di Atlanta per star loro vicino. Ah, e
poi ovviamente ci sono Jeremy, Matt, Liz, Carol e Meredith a Mystic
Falls, che sono ancora dei semplici umani in questo mondo pieno di
creature sovrannaturali, anche se mio fratello ha la
particolarità di vedere i fantasmi, ricordi? Stasera ci
ritroveremo a festeggiare San Valentino tutti a cena, in un ristorante
di lusso in una villa ad un’oretta da Mystic Falls. Ordini di
Klaus! Sento odore di sorpresa per Caroline, ma non le ho detto nulla,
altrimenti che sorpresa sarebbe?! Sarà di certo una serata
indimenticabile! Klaus ha anche detto che Tyler porterà una
ragazza per presentarcela… Sembra una cosa seria, a
differenza di tutte le ragazze con cui si è divertito nei
mesi scorsi! Spero che anche lui sia felice, come lo siamo ad esempio
io e Stefan…dopo Natale infatti le cose sono andate molto
meglio… Forse la presenza della famiglia di Alyssa, e il
vedere come andavano d’accordo con Damon, il vederlo felice,
mi hanno fatto tornare in me. Perché alla fine io lo
amerò sempre, e per questo voglio che lui sia felice. E
voglio la stessa cosa per me ed il Mio Grande Amore Stefan. Ho proprio
intenzione di passare la mia intera esistenza con lui! E per farlo nel
migliore dei modi devo accantonare il passato e guardare avanti, solo
al mio futuro con lui! A proposito di futuro, adesso sarà
meglio salutarti, è ora di prepararmi! Avremo due ore di
strada da fare, ma sono sicura che ne varrà la pena!
Prometto di trovare un po’ di privacy per scrivere, nelle
prossime settimane! Oggi mi è andata bene che sono tutti
impegnati a prepararsi al meglio per la serata! A presto, mio
caro Diario!
Elena chiuse il diario e lo ripose sotto il materasso, il suo piccolo
nascondiglio. Decise di andare a vedere cosa stava succedendo nel loft,
prima di iniziare con i preparativi, e se ne pentì quasi
subito.
«Bonnie, ci sei?» urlò Kol
dall’open space, e la strega gli rispose urlando dalla
camera, dove stava scegliendo con molta indecisione il vestito da
mettere, che avrebbe gradito un suo parere, così lui corse
su con i suoi nuovi tempi “rallentati” da umano.
Katherine e Caroline intanto facevano a gara con la loro
velocità vampiresca a chi per prima potesse rubare il bagno
all’altra, mentre Damon aveva chiesto agli uomini di far
preparare Alyssa con calma nell’altro prima di lasciarlo
libero per loro, e in quel momento stava proprio parlottando in salotto
con suo fratello Stefan, Elijah e gli unici già pronti,
ovvero gli elfi: Alec, Theya e Shatea infatti avevano usato i loro
poteri legati alla natura per prepararsi, e non a caso profumavano di
rose. I vestiti delle due elfe poi erano interamente fatti di foglie e
fiori, molto eleganti, e i capelli erano acconciati con viticci e
fiori: sembravano proprio delle dee. Alec invece aveva optato per un
elegante completo blu scuro e una camicia azzurra, che faceva risaltare
ancor di più gli occhi dello stesso colore. Stava
decisamente bene anche lui.
Stefan le fece cenno di scendere in salotto, e lei si avviò
subito.
«Che dici, ce la farete a prepararvi tutte senza nessun
cadavere sparso qua e là?» le disse dubbioso il
vampiro dagli occhi verdi quando fu di fronte a lui.
«Temo per Caroline e Katherine, sinceramente. Potrebbero
farsi fuori a vicenda.» rispose scherzando, poi aggiunse
senza emettere fiato, mimando col labiale: «Ma il bagno
affianco al garage è libero, giusto?».
Stefan si limitò ad annuire, ed Elena fece un sorrisetto
soddisfatto, corse su in camera a prendere il necessario e si
fiondò nel bagno libero, urlando prima di entrare:
«Grazie per aver lasciato libero questo, ci
metterò poco, giuro!».
Katherine, che aveva perso la gara con Caroline e stava scendendo le
scale, alzò gli occhi al cielo e sbuffò.
Ma Elijah le fece tornare il sorriso con una sola frase:
«Amore non essere arrabbiata, loro devono prepararsi prima
perché hanno più lavoro da fare per rendersi
presentabili, tu invece sei incantevole in qualsiasi momento».
«A proposito di preparativi, vado a vedere come vanno quelli
di Alyssa.» disse Alec, alzandosi dal divano, ma Damon si
alzò in contemporanea e lo contraddisse: «No,
meglio che vada io».
«Ehi, calma maschietti, queste sono cose da donne, per cui ci
andremo io e mia figlia, voi state qua tranquilli, ok?» disse
Theya e nessuno dei due la contraddisse, anzi, si sedettero subito
guardando uno al lato opposto dell’altro.
«Vengo anch’io, almeno mi tengo impegnata e magari
vi do una mano. È una buona azione, no?» chiese
Katherine, che da quando aveva scoperto di sua figlia si stava dando da
fare per comportarsi al meglio, almeno quando le riusciva.
«Certo, almeno saremo tre contro due!» rispose
scherzando l’elfa, e insieme andarono al piano di sopra.
Quando tornarono giù, guardarono gli uomini seduti sul
divano con un sorrisetto soddisfatto, ed essi capirono
perché non appena videro Alyssa: nonostante il pancione
infatti era meravigliosa. Indossava un vestito viola a sirena
interamente di pizzo, che le fasciava il corpo fino alle ginocchia,
mettendo in evidenza il pancione che forse la rendeva ancor
più bella, e i capelli raccolti le mettevano in luce il viso
radioso. Damon e Alec la guardarono incantati ed estasiati, mentre
Stefan ed Elijah fecero una smorfia d’approvazione a
Katherine e le elfe.
«Sembro una palla che cammina, ma mi piaceva troppo questo
vestito!» disse imbarazzata Alyssa, mentre iniziava a
scendere le scale, e nello stesso istante Damon e Alec scattarono con
la loro velocità sovrannaturale verso di lei: mentre il
vampiro si limitò ad attenderla incantato alla fine delle
scale, l’elfo la raggiunse e le cinse i fianchi, aiutandola a
scendere e scatenando un’occhiataccia dell’altro.
«Sei stupenda Principessa, se non fosse ovvio.» le
disse Alec guardandola negli occhi con uno sguardo amorevole, poi le
carezzò il pancione con la mano libera, e aggiunse:
«Ed il nostro piccolo ti rende ancora più
bella».
Alyssa si tese al contatto con l’elfo, e si limitò
a rivolgergli un sorriso tirato. Non riusciva ancora a spiegarsi quali
fossero i sentimenti che provava per lui: a volte lo odiava, altre si
sentiva a disagio solo a causa della sua presenza, ed altre ancora
avrebbe voluto che diventassero una vera famiglia, col loro bambino che
portava in grembo. Spesso si convinceva che tutti questi diversi
sentimenti fossero anche a causa della gravidanza e della magia che
pervadeva i tre, e sperava che una volta dato alla luce il piccolo si
sarebbe stabilizzata emotivamente.
Non appena arrivarono alla fine delle scale Damon le prese la mano e
l’attirò delicatamente a sé, per poi
sfiorarle la guancia con l’altra mano. I loro visi erano a un
soffio dall’altro, e il vampiro le sussurrò:
«Sei la più bella del mondo, Amore mio».
Un paio d’ore dopo erano tutti in una meravigliosa villa,
allestita come se ci fosse una grande occasione, con luci, nastri e
fiori a non finire.
Non mancava nessuno, c’erano anche Liz, Carol, Meredith e
Jeremy che erano arrivati da Mystic Falls, e Shane, Patricia e Caitlin
da Atlanta.
Tyler, come annunciato, era accompagnato da una bellissima ragazza dai
lunghi capelli castani e con dei piccoli occhi castani ravvicinati,
incorniciati dalle sopracciglia sottili ma ben definite, il viso
particolare, di forma a cuore ma più affilato, su cui si
notavano gli zigomi alti e il naso dritto, un fisico da urlo anche se
era piuttosto bassa, e una carnagione medio-scura, tipica del sud-est
asiatico.
Kol si avvicinò per presentarsi, le prese la mano per farle
il baciamano ma lei la ritrasse subito, così Tyler
informò prontamente il neo-umano e tutti i presenti vicini:
«Lei è Kuroyami, ma potete chiamarla Yami, ed
è germofobica».
«Uh, un bel casino quindi starci insieme!»
commentò Kol, che aveva percepito qualcosa di strano in
quella ragazza, sicuramente non la germofobia.
«Ormai abbiamo confidenza, io e lei.»
ribatté l’ibrido, guardandolo in malo modo, poi
andò avanti con le presentazioni cingendo la ragazza in un
abbraccio protettivo.
«Come hai fatto a conquistare questo latin lover?»
chiese sarcasticamente Klaus a Yami, dando una pacca sulla spalla
all’ibrido.
«È bastato un solo sguardo per farmi impazzire, mi
ha fregato subito, e addio vita da single. Lo so che la tua
è tutta invidia Klaus, senza dubbio la più bella
in questa sala è lei!» rispose Tyler gonfiandosi
d’orgoglio.
Per tutta risposta Klaus abbracciò Caroline.
«Questa che parla è la volpe che non è
arrivata all’uva, una dolcissima uva.» le disse
divertito, e la baciò dolcemente.
Dopo le varie presentazioni e chiacchere di saluto, i presenti si
sedettero alla tavolata e iniziarono la cena, con portate di alto
livello e personalizzate: carni al sangue per i vampiri, e piatti
totalmente vegetali per elfi e Alyssa.
«Prima di passare al dolce, vorrei dedicare un ballo alla mia
Valentine,
la mia meravigliosa Caroline.» disse Klaus
chiedendo l’attenzione di tutti, mentre si alzava dal tavolo
e invitava la vampira a ballare.
Lei accettò senza farselo ripetere due volte, ma appena
iniziò la canzone, “Give Me Love” di Ed
Sheeran, si bloccò.
«Te la ricordi? Il nostro primo ballo, nella mia villa di
Mystic Falls. Avevo già capito di amarti, ma non sono
riuscito a farlo capire a te, allora.» le sussurrò
Klaus.
Caroline annuì, mentre gli occhi le si facevano lucidi,
così Klaus l’abbracciò e iniziarono a
ballare stretti.
Tutte le altre coppie si misero a ballare attorno a loro: Stefan ed
Elena, Damon e Alyssa, Matt e Rebekah, Elijah e Katherine, Kol e
Bonnie, Tyler e Yami, Jeremy e Caitlin, Shane e Patricia, e anche Alec
che invitò sua sorella Shatea a ballare forse il primo ballo
di tutta la sua lunga ma triste vita.
Quando arrivò quasi la fine della canzone, durante i cori
che ripetevano “My
my, my my, give me love”, i
fratelli Mikaelson si fermarono e iniziarono a battere le mani a tempo,
così tutti gli altri tranne Klaus e Caroline li seguirono.
Appena finì la canzone Klaus si inginocchiò
davanti a Caroline, con un cofanetto in mano.
«Mi faresti l’onore di diventare mia
moglie?» disse cercando di non far trasparire
l’emozione, mentre apriva il cofanetto mostrando un anello
d’altri tempi, e sicuramente di grosso valore.
Caroline unì le mani davanti al viso illuminato da un
sorriso immenso e annuì, mentre lacrime di gioia iniziavano
a scenderle sulle guance.
Klaus sorrise come mai nella sua vita, e le fece cenno di porgergli la
mano sinistra, così le infilò l’anello
all’anulare e si alzò per baciarla
appassionatamente, prima che tutti notassero i suoi occhi lucidi.
Tutti appladirono gioiosi, e Damon si avvicinò a Liz che si
era commossa per poi abbracciarla e congratularsi.
«Alla fine tua figlia si è trovata un bel partito
per poter fare tutto lo shopping che desidera, proprio come ha sempre
ambito.» scherzò il vampiro, e a Liz
scappò una risatina.
«Se qualcuno mi avesse raccontato di questa serata, qualche
anno fa, l’avrei preso per pazzo!» rispose lo
sceriffo, scuotendo la testa.
«Vedi, cara Liz, mai smettere di sognare!»
scherzò ancora il vampiro, e si allontanò vedendo
arrivare Caroline, che strinse forte la mamma mentre entrambe
scoppiavano in lacrime dalla gioia.
Non appena si complimentarono con Klaus e Caroline, Bonnie ne
approfittò per prendere da parte Kol, e lo portò
sul terrazzo, dove non c’era nessuno dato il freddo di quel
periodo.
«Non so come dirtelo e non so se mi crederai, ma
c’è una cosa importante che devo dirti, prima che
qualcuno se ne accorga. Anzi, a dire il vero mi pare strano che
già non se ne siano accorti.» esordì la
strega, lasciando Kol perplesso.
«Chi si deve accorgere di cosa?» chiese aggrottando
le sopracciglia, mentre le prendeva le mani.
«I vampiri…pensavo lo avrebbero capito subito, e
invece pare che sia ancora l’unica a saperlo, oltre agli
elfi, che me l’hanno fatto intuire prima ancora di scoprirlo.
La prossima persona che dovrebbe saperlo sei tu. Che non sei
più un vampiro…» disse Bonnie,
lasciando in sospeso la frase.
«Sì, quindi?» chiese ancora Kol, sempre
più confuso.
«Sei un umano, anche io, e quando due umani si amano, e non
stanno attenti a certe cose…» balbettò
la strega, abbassando lo sguardo.
Kol iniziò a scuotere la testa, e quando Bonnie si
toccò il ventre e allungò la mano verso di lui
per fargli fare altrettanto, lui iniziò a bofonchiare:
«Dici sul serio? Com’è
possibile?».
«Sei tornato umano, in tutto e per tutto.»
scrollò le spalle e lo guardò dritto negli occhi,
mentre la mano di Kol finalmente toccava il suo ventre «Ed io
sono rimasta subito incinta».
Kol si inginocchiò, provando ad ascoltare la pancia di
Bonnie, e lei scoppiò a ridere.
«Se fossi un vampiro forse potresti sentirne leggermente il
battito, ma, te lo ricordo per l’ennesima volta, sei tornato
umano! Dovrai tenerlo a mente più spesso!» gli
disse canzonandolo scherzosamente.
Kol si alzò e la baciò dolcemente, per poi
chiederle, aggrottando la fronte: «Scusa, quindi da quanto
saresti incinta?».
«Poco più di un mese. Sei stato un
fulmine!» gli rispose la strega, poi, vedendolo perplesso,
aggiunse: «Per caso non lo vuoi?».
«Cosa?! No no, assolutamente, è la cosa
più bella che mi potesse capitare ora che sono di nuovo
umano, come terrò ben a mente! È solo che non me
lo aspettavo minimamente… Vuoi tenerlo per noi per il
momento, o vuoi rivelarlo anche agli altri?» disse Kol
prendendole il viso tra le mani e carezzandole le guance.
«Se ne accorgeranno da soli molto presto, il cuore
già batte e se non ci sono altri rumori attorno
attirerà l’attenzione, soprattutto dei tuoi
fratelli!» spiegò Bonnie, e Kol si
allontanò di scatto.
«Rebekah! Oh no, la mia povera Rebekah! Quando lo
capirà sarà un duro colpo! Ha sempre rimpianto
l’essere umana perché voleva creare una famiglia
sua, quando saprà di questo bambino darà di
matto!» cominciò a blaterare Kol andando avanti e
indietro, ma Bonnie lo bloccò: «Potrà
fare la zia, dici che non si accontenterà, per
ora?».
Damon prese sottobraccio Alyssa e la portò fuori dalla sala,
dove c’era una bellissima fontana e un giardino curatissimo
che circondava la villa.
«Buon San Valentino, Piccola! Non sapevo che regalo farti,
così ho preso la prima cosa che mi è
capitata.» disse ironicamente Damon, porgendole un cofanetto
lungo e stretto.
Alyssa sorrise, lo aprì, e rimase sconvolta dal contenuto:
era un braccialetto formato da una sequenza di infiniti con brillanti
incastonati. Non appena si riprese dalla sorpresa, tirò
fuori il braccialetto per farselo mettere dal vampiro.
«Grazie Amore, è davvero bellissimo, ma non era
necessario, davvero. Io non ti ho preso nulla.» disse lei con
un filo d’imbarazzo.
«Me l’hai già fatto il regalo: sei
rimasta con me nonostante tutto. Preferivi per caso qualche altro
regalo?» chiese il vampiro perplesso.
«Scherzi?! È bellissimo! Anche se a dire il vero
qualcosa che avrei voluto in dono da te c’è, ma
avrai tempo per farmelo. Molto molto tempo.»
accennò la ragazza, ridacchiando e scatenando la
curiosità di Damon, che le chiese:
«Cioè? Di cosa si tratta?».
«Diciamo che è un regalo astratto. Sarebbe
semplicemente il passare l’eternità con
te.» mormorò lei, fattasi seria e rossa in viso.
«Mi piace come regalo. Davvero tanto. Ma sai che non
sarà possibile, a meno che…» disse lui,
ma Alyssa lo interruppe: «C’è un altro
modo per vivere per sempre. Sarebbe un segreto, ma di te mi fido. Vedi,
Richelle è una strega sirena come me, è viva a
tutti gli effetti. Ma sai da quanto?».
«Stando a quello che ha detto alla battaglia, dovrebbe avere
sui 200 anni…» ipotizzò Damon, vedendo
che lei aspettava un suo tentativo.
«Molti di più. Molti più persino di
Klaus.» disse lei, ma lui non le credette: «E
questa strana idea da dove ti è venuta, Piccola?! Non
è possibile, fidati».
«Te lo giuro, l’ho vista nei flashback che mi ha
fatto vedere Alec, e si parla di parecchi secoli addietro, e poi lei me
l’ha confermato e mi ha chiesto di mantenere il segreto, per
cui fa finta di non sapere nulla. So anche come ha fatto!»
continuò a cercare di convincerlo la strega sirena.
«E come, sentiamo? So che alcune streghe riescono a
invecchiare più lentamente dei semplici umani, ma al massimo
vivono un centinaio d’anni o due, e lei è
già al limite e sembra ancora una ragazza!»
obiettò lui.
«Ha usato l’acqua di Avalon, un luogo in cui
possono andare solo elfi, fate, gnomi e sirene. E altre cose, credo si
sia fatta una specie di pozione, un incantesimo, non so. Comunque ha
trovato il modo per vivere più di mille anni così
senza morire né invecchiare. È un po’
come essere vampiri, ma mantenendo i poteri da strega sirena e non
dovendo bere sangue per sopravvivere. Non sarebbe perfetto?»
disse entusiasta Alyssa.
«Certo che lo sarebbe, se fosse vero e se lo potessi fare
anche tu.» disse Damon, poi l’abbracciò
stretta a sé e le sussurrò: «Ti
amerò comunque per l’eternità, che tu
riesca a farti lo stesso incantesimo o no…questo lo sai
vero?».
«Lo so, ed è anche per questo che ti amo
così tanto.» disse lei, ricambiando
l’abbraccio seppur con il pancione non le riuscisse molto
bene, poi cercò le sue labbra e si baciarono
appassionatamente, finché non ebbe il respiro troppo
affannato e Damon le lasciò un po’ di tregua.
«Sarà bellissimo qui quando si sposeranno Caroline
e Klaus…» rifletté ad alta voce Alyssa,
voltandosi verso la villa.
«Un giorno ci sposeremo anche noi, e sarà ancor
più bello…o non vuoi sposarmi?» le
chiese azzardando Damon, mentre la cingeva per i fianchi da dietro, o
meglio per il pancione, e le sfiorava la guancia con la sua.
«Solo se ti comporterai bene!» rispose ridacchiando
lei, poi mise le mani sulle sue e aggiunse: «E poi
passerà del tempo, Darko dovrà essere in grado di
camminare bene, perché ci farà da
paggetto».
«Darko? Quindi è così che si
chiamerà questo mostriciattolo, che spero prenda tutto dalla
mamma e nulla dal papà?» disse sarcasticamente il
vampiro.
«DAMON! Questo non è comportarsi bene!»
lo canzonò lei non troppo seriamente, poi
continuò: «Sì, comunque, sento che
Darko è il nome giusto. È di origine slava, e
significa dono. E questo piccolo è un dono per tutti, se ci
pensi».
«Se penso che son stato proprio io a proporti di avere un
figlio da un donatore, un domani… Ma mai avrei scelto
quell’elfo e sinceramente avrei aspettato ancora un
po’! Però lo sai che sono felice, so quanto
volessi diventare mamma, e anche se è successo prima del
previsto e con l’aiuto di qualcuno che non mi sta per niente
simpatico, questo piccolo è decisamente un dono. E anche se
a volte potrà costarmi caro visto che avrò sempre
a che fare con Alec, gli vorrò bene come fosse anche mio
figlio.» disse sincero lui, carezzandole la pancia, mentre
lei alzò il viso per cercare le labbra del vampiro con le
sue. Ma non appena le sfiorò qualcosa la spinse lontana.
Cercò in tutti i modi di cadere in modo da non ferire il
bambino, e così facendo si ferì il braccio
sinistro. Non appena riuscì ad aprire gli occhi, vide Damon
più in là, riverso a terra, e uno strano animale
davanti a lui: sembrava una volpe, ma non aveva mai visto una volpe
tutta nera ad eccezione delle punte di zampe, muso, orecchie e code che
erano bianche. Sì, proprio code, perché a meno
che non avesse delle allucinazioni, quella strana volpe ne aveva ben
otto, dalle quali crepitavano scintille quando si sfioravano tra loro.
Volpe e vampiro si guardarono negli occhi per diverso tempo, come se ci
fosse una sfida silenziosa tra loro, poi d’un tratto Damon
iniziò a tastare nel vuoto e ad urlare verso la volpe:
«No! Lasciami andare! Liberami!».
Alyssa non riuscì a capire a cosa si riferisse, non vedeva
niente che gli potesse impedire di muoversi. Ma non fece in tempo a
rifletterci su. La volpe infatti guardò per
un’ultima volta il vampiro, alzando il collo in segno di
superiorità, e poi si scagliò contro di lei.
A tavola si stava ancora festeggiando il fidanzamento di Klaus e
Caroline. Tutti erano contenti della bella notizia, tranne Alec. Non
che non fosse contento per i due, ma pensava al fatto che non avrebbe
potuto mai sposare la donna che avrebbe voluto. Non avrebbe mai potuto
sposare Alyssa. Nemmeno il fatto di essere incinta di lui
l’aveva fatta allontanare da Damon, e se non era successo
allora, non sarebbe successo mai. Certo, era una cosa accaduta per
caso, lui non aveva idea di averne la capacità, ma quella
notizia sarebbe stata un’ottima scusa per stare insieme. Ma
questo non era il peggio, no. Era sapere che anche lei lo amava, in un
qualche modo, ma non glielo avesse mai dimostrato dopo quella
battaglia. Forse l’aveva turbata qualcosa che aveva detto
Valvic? O forse il fatto che stesse perdendo Damon in quella battaglia
l’aveva allontanata definitivamente da lui? Non riusciva a
capire cosa fosse successo in quella notte, ma era certo di percepire
in lei, sotto sotto, l’amore che provava anche per lui.
D’un tratto gli venne un flash: Valvic parlava degli effetti
che il bambino aveva su Alyssa, come del fatto che erano in qualche
modo connessi. E se lei si fosse convinta che anche ciò che
provava per l’elfo era a causa del bambino e non per sua
volontà? Se avesse pensato che quello che provava non era
reale?
«Alec! Sei ancora tra noi?!» la melodiosa voce di
sua sorella Shatea lo riportò al presente. Era felice di
aver ritrovato la parte migliore della sua famiglia, anche se avrebbe
preferito ci fosse pure Lucas con loro, e Caspar per sua sorella,
nonostante l’immoralità della loro storia.
«Sì, ci sono. Stavo solo pensando.»
rispose mogio.
«A cosa?» chiese curiosa la bionda, ma lui
restò sul vago: «Niente di che, solo riflessioni
sul passato».
Alec notò che Shatea ci rimase male per aver glissato la sua
domanda, perciò le fece un sorriso in segno di scuse e fece
per abbracciarla, ma non ci riuscì. Bloccò
infatti le braccia a mezz’aria, urlando dal dolore, facendo
girare tutti i presenti, mentre sulla manica sinistra della camicia
iniziava a formarsi una macchia di linfa.
«Che succede?!» chiese subito la sorella, che non
capì come si potesse essere fatto male. Ma lui
riuscì a dire solo una parola: «Alyssa».
La volpe stava raggiungendo Alyssa, e lei cercò di
difendersi, utilizzando la magia: fece infatti crescere
all’istante dei rami di un cespuglio vicino, creando una
specie di gabbia protettiva attorno a lei, ma non servì. La
volpe fece uscire del fuoco dalla sua bocca, bruciando buona parte del
recinto, e la raggiunse, tentando di bruciare anche lei, ma sempre con
la sua magia Alyssa cercò di spegnere il fuoco. Ci fu una
lunga lotta, in cui il fuoco che usciva dal muso della volpe aumentava,
poi diminuiva, poi aumentava ancora, senza mai raggiungere la strega
sirena. Finché la volpe si stufò e
rinunciò al fuoco, preparandosi ad attaccarla fisicamente,
ma Alyssa fu più veloce e utilizzando la magia la spinse
lontano, contro un albero, ferendola visibilmente, e poi si mise a
correre verso Damon.
«Andiamocene!» urlò la ragazza, ma il
vampiro era inginocchiato a terra con le mani a mezz’aria e
il viso desolato.
«Non vedi che non posso?» si lamentò
lui, ma lei non riuscì a capire.
«Perché non puoi?! Su, alzati e andiamo, prima che
ci attacchi di nuovo! Non c’è nulla che te lo
impedisce!» lo incitò lei, ma non servì
a nulla.
«Forse perché sono rinchiuso in una cella?! Tu non
la vedi perché è buio. Ma non importa, non puoi
liberarmi… Scappa, salvati Amore mio! Corri e avvisa gli
altri!» le disse quasi pregandola.
«Non è necessario, siamo già qua. E no,
non c’è alcuna cella.» disse Alec
freddo, seguito poi da tutti gli altri che erano accorsi in loro aiuto,
ad eccezione di Matt, Jeremy, Liz, Carol e Meredith, gli unici umani
del gruppo, al sicuro all’interno della villa, e Yami, che
era andata in bagno prima che Alec iniziasse a perdere linfa, e
probabilmente non si sarebbe accorta di tutto ciò che stava
succedendo.
«Dammi il braccio, Principessa.» disse ad Alyssa,
con un tono dolce e apprensivo come non mai, e quando glielo porse
usò i suoi poteri per guarirla.
Stefan intanto si avvicinò al fratello, che stringeva i
pugni a mezz’aria guardando male l’elfo, e
cercò un modo per liberarlo da quella cella invisibile,
scoprendo soltanto dopo essere riuscito ad
“entrarci” che quella cella non esisteva affatto,
se non nella mente di suo fratello.
«Cosa diavolo vi ha attaccati?» chiese Bonnie,
alternando lo sguardo tra Alyssa e Damon.
«Una strana volpe, suppongo magica. Sono riuscita a ferirla,
ma non credo ci metterà molto a riprendersi e
riattaccare.» rispose la strega sirena, implicando che
sarebbe stato meglio scappare il prima possibile.
Alec si guardò attorno, e quando vide la volpe con le otto
code non riuscì a credere ai suoi occhi.
«Non è possibile! Quella non è una
volpe, è un kitsune! Credevo si trattasse solo di una
vecchia leggenda orientale!» disse l’elfo,
suscitando una battutina di Klaus: «Come tutti noi qui
presenti, tutti leggende viventi, niente di speciale».
«Beh, se tutte le leggende sono vere, allora dovremmo puntare
alle code. Dobbiamo farle fuori tutte.» suggerì
l’elfo, si mise davanti ad Alyssa per difenderla, e
così fecero gli altri, creando una muraglia di creature
sovrannaturali attorno alla strega sirena e Damon.
Il kitsune si stava rialzando, ma loro erano pronti
all’attacco. Si avvicinò pian piano, con passo
felpato, e qualcuno di loro vide un ghigno sul suo muso. Ma una cosa
impensabile li distrasse: Tyler aveva spezzato il collo ad Elena,
Caroline e stava per farlo anche a Rebekah, se Klaus non lo avesse
raggiunto con la sua velocità sovrannaturale per prenderlo a
calci e chiedergli che diavolo gli passasse per la testa.
La volpe approfittò della distrazione, e si
lanciò su Alec, mordendogli il collo, facendo
così lo stesso effetto ad Alyssa che iniziò a
perdere sangue, poi si lanciò su Klaus, che intanto aveva
iniziato a lottare con Tyler, liberando quest’ultimo, che
spezzò un ramo da un albero e lo conficcò nel
petto di Rebekah, colpendole il cuore e facendola cadere a terra
inerte. Quel gesto scatenò l’ira di Elijah, che si
voleva fiondare sull’ibrido, ma non fece in tempo nemmeno a
muoversi che Katherine gli strappò il cuore dal petto, e
così anche l’Originale cadde a terra
temporaneamente fuori gioco. Katherine poi puntò Patricia,
ma Shane e Caitlin la bloccarono e indebolirono facendole ribollire il
sangue coi loro poteri, mentre Theya fece crescere dei grossi viticci
dal terreno che le avvolsero interamente il corpo, immobilizzandola,
mentre Shatea iniziò ad essiccare Tyler, che stava mordendo
Alyssa sul lato opposto del collo in cui era stata morsa indirettamente
dal kitsune, senza riuscire però a portare al termine il
lavoro, tanto che Kol dovette rompergli il collo con la magia per
poterlo staccare dalla strega sirena, che cadde a terra stremata
accanto ad Alec, conciato malissimo anche lui.
Klaus intanto si era trasformato in lupo, e aveva iniziato a lottare
con la volpe come fossero due animali selvaggi, mentre Bonnie si era
avvicinata a Stefan, e lo spronava ad aiutarli anziché stare
lì immobile accanto a Damon, ma la sua risposta le fece
raggelare il sangue: «Sono anche io dentro la gabbia, con mio
fratello».
«Stefan, lo sai che non è reale! È solo
nella tua mente!» gli ricordò la strega, ma lui ne
era consapevole: «Lo so, ma non riesco ad uscirne
comunque!».
Bonnie si rassegnò, con la speranza che avendoli
“messi in gabbia” il kitsune non volesse ferirli, e
andò dalle altre streghe, giusto in tempo per prenderle per
mano ed enunciare insieme a loro un incantesimo che bloccò
la volpe per qualche istante, così Theya e Shatea ne
approfittarono e sfruttarono gli alberi vicini per incantare i rami e
usarli come tentacoli, che indirizzarono verso la volpe, bloccandola
definitivamente e dando modo a Klaus di ferirla. Ma non durò
molto, perché il kitsune fece formare una palla di fuoco
attorno a sé e riuscì a liberarsi dai rami, e poi
scioccò tutti: corse infatti da Alyssa, che era ancora a
terra e perdeva molto sangue, la tirò su con la testa a
mo’ di leva e con una potenza inaudita la lanciò
contro un muro di cinta, per poi raggiungerla ancora e riempirla di
morsi nonostante avesse già perso conoscenza.
Klaus si ritrasformò in forma umana ed insieme alle streghe
e le elfe si lanciò all’attacco del kitsune, che
però vedendosi braccato corse da Tyler e gli
leccò le labbra, sporcandogliele col sangue di Alyssa.
L’ibrido si riprese più velocemente che mai, e
subito sparì col kitsune.
Con loro sorpresa, non c’era più pericolo, e si
guardarono attorno: Alyssa e Alec avevano perso conoscenza entrambi e
stavano perdendo rispettivamente molto sangue e molta linfa dai morsi
lungo tutto il corpo; Elijah, Rebekah, Caroline ed Elena erano ancora
inconscienti ma si sarebbero ripresi presto; Stefan e Damon erano
finalmente liberi dall’illusione del kitsune.
«Oh mio Dio! Elijah! Perché sono qui?
Liberatemi!» iniziò ad urlare Katherine, ma Stefan
aveva compreso cos’era successo.
«Ha comunicato anche con te, vero? La volpe ti ha chiesto di
farci fuori, a cominciare da chi ami di più, e tu hai
ceduto.» disse il vampiro, ma lei ancora non comprendeva
ciò che era successo, così il vampiro fece cenno
a Theya di liberarla e la vampira corse subito da Elijah,
così come Shatea corse da Alec, Klaus da Caroline e Rebekah,
Stefan da Elena, e Damon da Alyssa. Il vampiro le si
inginocchiò accanto, e non poté fare a meno di
notare che era in una pozza di sangue. Theya era già
affianco a lei a cercare di guarirla coi suoi poteri, ma quando scosse
la testa Damon capì che non sarebbe bastato. Così
si morse il polso, e lo avvicinò alla bocca della ragazza,
ma Kol lo redarguì: «Ha perso conoscenza, non
potrà berlo. Passalo sulle ferite, ha più
possibilità di entrarle in circolo e guarirla». E
così il vampiro fece come consigliatogli. Pian piano le
ferite iniziarono a guarire, ma Alyssa non riprese conoscenza. Alec
intanto si era ripreso grazie a sua sorella Shatea, e insieme li
avevano raggiunti. La madre fece posto all’elfo, che subito
accarezzò preoccupato il pancione della strega sirena.
«C’è qualcosa che non va…
Guardate…» disse Bonnie, indicando le ferite sul
corpo di Alyssa, che si erano ormai rimarginate ma avevano attorno uno
strano contorno scuro.
«Sono come le mie…»
s’intromise Klaus, mezzo nudo dopo le trasformazioni, e
indicò le cicatrici sul suo corpo, dello stesso tipo di
quelle di Alyssa.
«Come fanno a non essere guarite? Tu sei l’Ibrido
Originale!» chiese sorpresa la strega.
«Sono i morsi del kitsune. Deve avere un qualche potere che
non ci fa guarire completamente. Mi sento molto debole
infatti.» spiegò contrariato l’ibrido.
«E come mai lui» disse Damon indispettito indicando
Alec «non ha nessuna cicatrice anche se è stato
morso?!».
«Forse non ha effetto sugli elfi. Può darsi sia
legato al sangue, e loro non ne hanno.» ipotizzò
Klaus.
«Dobbiamo chiamare Richelle. Subito.» disse
allarmato Alec.
Matt e Jeremy stavano fremendo, all’interno della villa. Il
fatto di essere sempre tagliati fuori in situazioni di improvviso
pericolo solo perché erano umani non andava affatto a genio
a nessuno dei due.
Carol e Liz invece erano preoccupate, e quest’ultima si era
pentita di non essersi portata dietro la fondina.
Meredith invece continuava a guardarsi intorno, tanto che Jeremy a un
certo punto la rassicurò: «Tranquilla, gli elfi ci
hanno fatto una barriera, chiunque sia chi ha attaccato Alyssa, non
entrerà qui dentro».
«Lo so, è che Yami non è più
tornata.» disse sospettosa e preoccupata allo stesso tempo,
poi aggiunse: «Vado a vedere che fine ha fatto».
«Ti guardo le spalle, non si sa mai.» disse Jeremy,
e insieme andarono nei bagni. Ma non c’era nessuno.
Aprirono tutte le porte, e l’unica cosa che trovarono fu una
borsetta. Si guardarono, e decisero di prenderla. Quando tornarono al
tavolo la svuotarono su di esso, e a parte tutto ciò che una
donna poteva tenere nella borsetta, sbucò fuori una pallina
delle dimensioni di una mela che catturò subito la loro
attenzione.
Non era infatti una pallina come ogni altra, bensì sembrava
magica: pareva fatta di vetro e al suo interno c’era un
liquido nero e scintillante che si muoveva in continuazione, come se ci
fosse stata qualche forza invisibile a mescolarlo all’interno
della pallina. Era più o meno a metà della
pallina, ma sembrava diminuire pian piano, come se stesse evaporando.
Ad un tratto la pallina brillò, e il liquido
iniziò ad aumentare. E poi diminuì. Fece
così per un bel po’, aumentando e diminuendo,
finché smise di diminuire e aumentò soltanto,
fino ad arrivare a riempire per tre quarti la pallina.
«Cosa diavolo è questa roba?!»
esclamò Meredith, con la pallina tra le mani, e una voce
conosciuta trasformata in qualcosa di tetro la fece rabbrividire.
«Qualcosa che non ti appartiene. Dammela.» era
Tyler, che stava rientrando dal giardino da solo.
«Perché?» azzardò la donna, e
lui rispose con ancora quella voce strana: «Perché
devo riportarla alla proprietaria».
«E chi è?» chiese Matt, ma stavolta
Tyler rispose con la sua voce normale: «Meglio che tu non
sappia nulla, amico. Meredith, dammi quella pallina, prima che debba
ricorrere a metodi molto meno gentili».
«Non ci penso nemmeno.» disse la dottoressa, e
scatenò Tyler: il suo viso si trasformò, e
partì a tutta velocità verso di lei.
«Fermo!» urlò la donna, e Tyler si
fermò esattamente nello stesso momento.
«Fa’ la linguaccia!» ordinò
ancora lei, e lui, a conferma della sua idea, fece la linguaccia.
«Siediti e sta fermo fin quando te lo dico io.»
disse Meredith, tenendo stretta tra le mani la pallina, e Tyler si
sedette, poi la dottoressa fece cenno ai ragazzi di andare a dare
un’occhiata fuori, e quando si affacciarono restarono
sconvolti.
Sebbene non si vedesse granché data la poca luce, Jeremy e
Matt riuscirono a distinguere sei corpi a terra, e gli altri attorno ad
essi; uno in particolare era attorniato da più persone, ma
non riuscivano a distinguerli.
Sembrava la fine di una battaglia.
Jeremy aguzzò lo sguardo, e riuscì a trovare una
chioma rossa che spiccava nell’oscurità.
Sperò che fosse lei, e la chiamò col cellulare.
«Jer! Stai
bene?» disse preoccupata la ragazza.
«Sì, Cait, io sto bene, qui stiamo tutti
bene… Ma cos’è successo lì
fuori?» chiese lui, dopo averla rassicurata.
«Un kitsune,
una volpe magica…ci ha attaccati, e
Tyler e Katherine erano dalla sua parte!»
spiegò
agitata.
«Sarà meglio che qualcuno di voi streghe venga qui
di corsa allora.» disse Jeremy, voltandosi verso Tyler.
Qualche ora più tardi, all’ospedale di Mystic
Falls, Alyssa giaceva inerte sul lettino, ormai in coma.
Alec era accanto a lei, e ogni tanto provava ad aiutarla con la magia,
senza grandi successi.
«Stalle accanto, e appena vedi che i valori variano, aiutala
con la magia.» disse Meredith ad Alec, e poi voltandosi verso
Damon aggiunse: «Non possiamo fare altro per ora».
Il vampiro uscì dalla stanza con lei, e poi con la sua
velocità vampiresca la portò in una stanza vuota.
«Cosa vuol dire che non possiamo fare altro?! Che
Alyssa…morirà?!»
l’aggredì, prima di lasciarsi scappare una lacrima.
«Non lo so, Damon. Non è una cosa di certo
normale! Tecnicamente Alyssa è in coma, potrebbe svegliarsi
tra qualche ora o rimanere per sempre così. Ma
c’è anche una piccola eventualità che
possa morire. Soprattutto con un feto in grembo, ed essendo anche elfo
non sappiamo che effetto abbia sulla già grave
situazione.» spiegò la dottoressa, ma subito se ne
pentì.
«Allora iniziamo ad eliminare un problema.» disse
più serio che mai Damon, e sparì.
Esattamente 10 anni fa postavo il primo capitolo di questa fanfiction,
ed oggi ecco l’ultimo.
La storia non finisce qui, in realtà il progetto era di una
serie di 3 fanfiction, che poi sono diventate 7 con tutte le idee di
sviluppo che mi erano venute in mente man mano che scrivevo.
Ma la mia vita in questi 10 anni è cambiata parecchio, e
sono riuscita a scrivere completamente solo la prima fanfiction nel
giro di circa un anno (era appena uscita la quinta stagione di TVD
quando l’avevo già buttata giù tutta),
che però poi ho pubblicato a singhiozzi, a volte per
mancanza di tempo, a volte perché non vedevo molti riscontri.
Non so se continuerò a scrivere, di certo so che stavolta
inizierò a pubblicare solo ad opera finita.
Questa storia è parte del mio cuore, ci ho dedicato
tantissime energie e tempo, e mi emoziona ogni volta rileggerne anche
una piccola parte.
UN GRAZIE IMMENSO a chi l’ha seguita fin qui, soprattutto a
chi ha commentato e mi ha sostenuta durante questi 10 anni!