PATRICIA, LA PRIMA MOGLIE di gemini (/viewuser.php?uid=47)
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PATRICIA, LA PRIMA MOGLIE CAPITOLO DICIANNOVESIMO
La stanza era sprofondata nel silenzio più assoluto. Oliver e Carlos, in piedi
al centro della stanza, continuavano a fronteggiarsi, ma il primo sembrava
quasi come un pugile suonato, pallido e sconvolto, il respiro appena
percettibile, mentre il secondo aveva gli occhi fiammeggianti e un'espressione
quasi trionfante dipinta sul bel volto bruno.
Patricia era ancora accasciata
sulla poltrona, il bel viso rigato dalle lacrime, mentre stringeva in modo
quasi spasmodico la mano della sorella, che non si era mai mossa dal suo fianco
e aveva un'espressione serissima, indecifrabile.
-La tua cara mogliettina è
stata un osso duro, lo sai fratello? Pensavo che sarebbe stato più semplice
farla cedere alle mie lusinghe, invece è servito un bel po' di tempo. E anche
quando finalmente ha ceduto, è scappata via in preda al panico subito dopo. La
mia soddisfazione però è stata enorme. Sapevo che non ti avrebbe mai lasciato,
e neanche mi interessava che lo facesse, però intanto ero riuscito ad
impossessarmi di qualcosa che era tuo, anche se solo per qualche momento
fugace. Mi sarebbe bastato anche solo diventare un'ombra scura sul vostro
prezioso matrimonio, e non sai quanto mi divertiva vedere la bella signora
Hutton trasalire ogni volta che entravo in una stanza. Il meglio però doveva
ancora venire, e arrivò la sera della festa che organizzaste per annunciare a
tutti la gravidanza di Patricia...quella gravidanza che aspettavate da dieci
anni e che sembrava non voler arrivare mai...-
Il tono di Carlos era quasi
beffardo, stava finalmente lasciando andare tutto il rancore e il desiderio di
vendetta che aveva coltivato nel silenzio per tutti quegli anni ed era evidente
che voleva infliggere a Oliver la maggior sofferenza possibile.
Io lo guardavo
raggelata, continuando a ripetermi come una litania quanto ero stata stupida,
ingenua, illusa per aver creduto veramente che nel cuore di quell'uomo ci
fossero stati dei sentimenti per me. Ora ne ero sicura, non c'era stato un solo
istante in cui Carlos fosse stato sincero con me. Non mi aveva mai amata, non
gli era mai importato nulla, nel suo cuore non c'era spazio per l'amore, non
più dal giorno dell'incidente di sua madre. C'era spazio solo per l'odio e il
desiderio di vendetta, e non potendo più indirizzarlo verso Maggie, rimasta
ormai invalida e inerme, il suo obiettivo era diventato Oliver, il fratello che
aveva usurpato il suo posto nel cuore e nella vita della madre, il
figlio che era stato amato e adorato, mentre lui era stato abbandonato e
relegato a vivere nell'ombra e nel segreto.
-Mentre voi brindavate e
festeggiavate, tubando come due tortorelle in amore, io ero pronto a cogliere
la mia grande occasione. Se Patricia non ci avesse pensato da sola, avrei
provveduto io ad insinuare nella sua mente il dubbio sulla paternità di suo
figlio. Ah, quale sublime scherzo del destino, il mio figlio bastardo cresciuto
e adorato come figlio di mio fratello...negli agi e nell'amore che a me erano
stati negati, nel posto che sarebbe spettato a me come primogenito di mia madre
e che mi era stato portato via. Sarei rimasto nell'ombra, a vedere mio figlio
crescere e avere tutto quello che non avevo potuto avere io, pronto a sbattere
la verità in faccia al mio dolce fratellino al momento più opportuno, e intanto
avrei goduto della paura e del dubbio negli occhi di sua moglie. Patricia provò
a convincermi ad andarmene, ma non lo avrei fatto per nessuna ragione al mondo.
Sapevo che nonostante le sue minacce non avrebbe mai detto una parola a Oliver,
amava troppo suo marito per infliggergli un dolore simile proprio nel momento
in cui il loro sogno più grande stava per realizzarsi. Purtroppo, andò male e
la creatura non vide mai la luce, ma sapere che mio fratello stava soffrendo
come un cane per me era già una soddisfazione-
Vidi l'espressione di Oliver
indurirsi, mentre stringeva la mano a pugno come se si stesse preparando a
colpire Carlos. Julian lo fermò mettendogli una mano sulla spalla e facendo
cenno di no con il capo, mentre Patricia riprendeva a singhiozzare tra le
braccia della sorella.
-Oliver, perdonami amore, ti prego. Non avrei dovuto
cedergli, avrei dovuto dirti la verità ma non ce la facevo, non ce la
facevo...poi Madeleine è morta e io...e io ho pensato che fosse la giusta
punizione per quello che avevo fatto, per il mio tradimento, per le mie
bugie... è per quello che dopo la tragedia non avevo più il coraggio di
guardarti in faccia e mi sono allontanata così tanto da te... E non sopportavo
più la vista di Carlos, mi ricordava ogni minuto quello che avevo fatto e tutto
il dolore che ne era seguito...così quella sera, prima di uscire in barca,
andai da lui e gli dissi che doveva assolutamente andarsene da questa casa e
dalla mia vita, altrimenti ti avrei detto tutta la verità sulla nostra
relazione clandestina. Ero pronta a farlo veramente, anche se questo avrebbe
significato la fine del nostro matrimonio. Non potevo più vivere con quel peso
sulla coscienza. L'ultima cosa che ricordo è un terribile litigio, Carlos che
per la rabbia mi urlava contro degli insulti in spagnolo, poi sentii un dolore
fortissimo alla testa e tutto divento buio. Mi risvegliai in quella stanza e lì
sono rimasta fino a stamattina...-, disse Patricia con voce tremante, guardando
suo marito con l'espressione così colma di disperazione e di amore che sentii
il mio cuore stringersi mio malgrado.
-Non potevo permetterle di dirti nulla.
Sarei stato cacciato da Villa Hutton e non volevo. Essermi portato a letto tua
moglie non era sufficiente per la mia vendetta, io volevo di più. Quando cadde
a terra, pensai che fosse morta e così decisi di affondare la barca per
simulare un incidente, però mi accorsi che anche lei, come nostra madre,
respirava ancora. Non potevo rischiare che si svegliasse e raccontasse tutto,
ma mi mancò il coraggio di ucciderla. In fondo, lei non aveva nessuna colpa di
quello che avevo dovuto passare. Feci affondare comunque la barca,
approfittando della notte di tempesta. Tutti l'avrebbero creduta morta e che il
mare si fosse portato via il corpo. Invece la tenevo prigioniera poco lontano
da qui...nella vecchia baracca di mio padre, che bel frattempo era scomparso
nel nulla, o probabilmente è morto, chissà. Rimase priva di conoscenza per un
bel po' di tempo, tanto che mi convinsi che alla fine sarebbe morta davvero, e
intanto a Villa Hutton mi godevo lo spettacolo della tua disperazione, caro
fratello mio. Ti era stata portata via la cosa a cui tenevi di più al mondo e
vederti sprofondare nel dolore era la più dolce delle vendette per me. Ti ho
osservato nelle lunghe notti insonni, ti ho sentito gridare il suo nome in riva
al mare quando pensavi che nessuno potesse sentirti, ti ho visto accasciarti
sulla bara vuota il giorno del funerale. Ho assistito ai patetici e inutili
tentativi dei tuoi amici di consolarti. Ti ho visto ubriacarti nel tentativo di
dimenticare il tuo dolore anche solo per pochi istanti, chiudere a chiave la
porta della stanza di tua moglie, rifiutare gli inviti di tuo cugino per non
dover vedere sua sorella, che ti avrebbe inevitabilmente ricordato lei. Poi
andavo nella baracca e osservavo la tua bella moglie addormentata, sapendo che
avrei potuto fare di lei qualsiasi cosa e tu non saresti mai nemmeno venuto a
saperlo. Solo una cosa non avevo preventivato...che nel giro di poco più di un
anno ti saresti trovato una nuova moglie...ammetto che lì mi hai lasciato
veramente spiazzato, fratellino.
-Tu sei pazzo-, sibilò Oliver, guadagnandosi
per tutta risposta una risata.
-Oh no, no, io sono tutt'altro che pazzo. Tutto
quello che ho fatto l'ho fatto con estrema lucidità e consapevolezza. Quando è
arrivata la tua nuova signora, ero già pronto a replicare il copione messo in
atto con la cara Patricia, ma stavolta è stato anche troppo semplice devo dire,
perché ho avuto al mio fianco due complici che non avrei sperato mai di
avere...complici involontari, ovviamente, ma assolutamente efficaci. Il primo
sei stato tu, caro fratello. Anche se stavate passando un momento difficile, il
tuo matrimonio con Patricia era solido, eravate una coppia felice, unita... è
stato difficile riuscire ad allargare quell'unica, sottilissima crepa e
infilarvisi dentro, anche se molto soddisfacente non lo nego. Con la giovane
Kat invece...tu forse non te ne sei neanche accorto, ma si capiva dal primo
sguardo che era infelice, insoddisfatta. Era un pesce fuor d'acqua,
probabilmente è arrivata qui già pentita di averti sposato...in effetti mi
chiedo cosa possa avere trovato in te, a parte i soldi e la villa naturalmente.
Tu l'avevi sposata per il bel visino, così simile a quello della adorata e
perduta mogliettina, ma eri freddo e distaccato nei suoi confronti, tutti la
mettevano a confronto con la bella, elegante, sofisticata Patricia e...sapevo
che era solo questione di tempo fare breccia nel cuore della dolce Kathleen
sfruttando la sua ingenuità e le sue insicurezze...una povera ragazza
trascurata e insoddisfatta si lascia lusingare facilmente da un uomo
attraente-, mentre diceva queste parole, Carlos fece scorrere su di me uno
sguardo piuttosto eloquente e io mi sentii contorcere lo stomaco dal disgusto.
Pensavo al nostro primo incontro sulla spiaggia, ai nostri baci, alla nostra
breve e torrida relazione, pensavo a quando avevo creduto di amarlo e che lui
mi amasse e avrei voluto strapparmi a mani nude ogni centimetro di pelle che
gli avevo consentito di toccare. E io che pensavo che fossimo destinati a stare
insieme, che ci appartenessimo, che fossimo fatti l'uno per l'altra...invece
ero solo una pedina in mano alle ossessioni di quel mostro, le sue parole un
copione che stava recitando per manipolarmi e usarmi per la sua vendetta.
Sentivo la mano di Tom che continuava a stringere forte la mia e non avevo il
coraggio di alzare lo sguardo su di lui, ripensavo alla sua dolcezza nei miei
confronti, alla sua dichiarazione d'amore della sera prima, e non potevo fare a
meno di domandarmi se ora mi considerasse una donna da poco.
- Comunque, un
altro aiuto insperato mi ha facilitato il compito con la bella Kat. Il bello è
che mi è arrivato da una persona che mi ha sempre odiato...la signora
Martin...ho sempre pensato che la vecchia sapesse ciò che era successo tra me e
Patricia, forse la cara Patty aveva avuto bisogno di sfogarsi con qualcuno e si
era confidata con lei...il modo in cui mi guardava, specialmente dopo la sua
scomparsa, era eloquente, ma sapevo di poter stare tranquillo, non avrebbe mai
detto nulla che potesse gettare fango sulla memoria della sua bambina adorata.
Mi accorsi subito che odiava profondamente la nuova signora Hutton, ed ero lì
ad ascoltare quando le diede il suggerimento di indossare l'abito di Alice
Marie Hutton per il ballo in maschera. Mi ricordavo bene che era l'abito che
aveva indossato Patricia all'ultimo ballo e intuii che la vecchia volesse
giocare un bel tiro mancino alla povera Kat. Per un attimo fui tentato di
andare a dirle tutto per conquistarmi così la sua fiducia, ma poi ebbi un piano
ancora migliore...immaginavo la reazione sconvolta che tu, caro Oliver, avresti
avuto nel vederla scendere le scale identica alla tua perduta moglie e la
delusione della povera Kat che pensava invece di fare un trionfale ingresso in
società...così mi feci trovare nella sua stanza, pronto a consolarla quando lei
vi sarebbe rientrata, sconvolta e disperata...e funzionò, eccome se
funzionò.... A differenza di Patricia, Kathleen era dolce, malleabile, ingenua,
pensava di essersi davvero innamorata di me...non fu difficile farle credere di
essermi anche io innamorato di lei, anche se dovetti deluderla rifiutando di
scappare con lei quando mi confidò di essere incinta...non me ne sarei mai
andato da qui...se lei voleva quel bambino poteva tenerselo, in fondo già una
volta avevo pregustato il pensiero di vedere mio figlio cresciuto con tutti gli
onori come figlio di mio fratello... Però accadde un imprevisto. Un imprevisto
che poteva mandare all'aria tutti i miei piani...
-Il ritrovamento del battello
-, sussurrai.
Carlos mi guardò e annuì. -Fortunatamente, nessuno si scompose più
di tanto per il fatto che non dentro il battello non ci fosse alcun corpo,
pensando che Patricia fosse semplicemente andata perduta in mare. Ma la
situazione stava diventando complicata. Patricia si era svegliata e stava
cominciando a recuperare i ricordi, presto non avrei saputo più come fare a
tenerla nascosta senza che si accorgesse che ero stato io a sequestrarla. Kat
era rimasta delusa dalla mia reazione alla sua gravidanza e aveva deciso di
troncare la nostra relazione e dedicarsi ad essere felice con te, fratellino.
Non potevo accettare che trovassi il modo di ricostruirti una vita. Quando
venni a sapere che avreste organizzato una cerimonia nuziale in pompa magna,
decisi che era il momento di uscire allo scoperto e che Patricia sarebbe stata
il mio asso nella manica. La sua ricomparsa al vostro matrimonio avrebbe creato
uno scalpore che questa sonnacchiosa cittadina di provincia non aveva mai
visto. Sapevo che questo voleva dire che la mia identità sarebbe stata svelata,
ma ormai non aveva più importanza. Era giunto il momento che sapessi la verità,
caro Oliver, caro carissimo fratello mio. Ora sai che tua madre ti ha sempre
mentito e ingannato. Ora sai che io sono sempre stati qui nell'ombra, a cercare
il modo di portarti via tutto. Ora il tuo nome sarà su tutti i giornali e sarà
per sempre associato ad un terribile scandalo. Non mi importa ciò che sarà di
me. Se dovrò andare in carcere, che sia. Non c'è nulla di buono per me in
questo mondo, non c'è mai stato dal giorno in cui tua madre, nostra madre,
decise di abbandonarmi appena venuto al mondo. E non ci sarà più nulla di buono
neanche per te, perché qualunque cosa deciderai di fare, non potrai mai più
guardare in faccia tua moglie senza ricordarti di me...
Quello che successe dopo, è molto nebuloso nella mia memoria. Ero troppo
sconvolta da riuscire a registrare con chiarezza quello che succedeva intorno a
me, troppo presa dal turbinio incessante dei miei pensieri mentre cercavo
inutilmente di processare e metabolizzare le sconvolgenti rivelazioni di quel
pomeriggio.
Ricordo vagamente quando arrivò il commissario Harper con i suoi
agenti e trasse in arresto Carlos con l'accusa di sequestro di persona ai danni
della signora Patricia Hutton. Non sapevo neanche chi avesse chiamato la
polizia, solo dopo mi raccontarono che era stato Julian a farlo, Oliver era
troppo sconvolto per riuscirci e per giorni rimase chiuso da solo nel suo
studio, rifiutando di vedere chiunque e rimandando indietro intatti i vassoi di
cibo che Frank gli portava.
Amy Ross aveva deciso di portare sua sorella
Patricia a casa sua, con l'aiuto della signora Martin. I lunghi mesi di
prigionia e le conseguenti rivelazioni l'avevano sconvolta e Villa Hutton era
assediata notte e giorno dai giornalisti, perché come aveva giustamente
pronosticato Carlos uno scandalo del genere era fin troppo ghiotto per una
tranquilla cittadina di provincia.
Dopo che Carlos, o Demian che fosse, fu
portato via dagli agenti, Tom mi affidò alle cure di Lavinia che mi
riaccompagnò nella mia stanza. Non ebbi il coraggio di dirgli una parola né di
guardarlo in viso, lui mi diede un bacio sulla fronte prima di congedarsi per
provare inutilmente ad andare da Oliver, ma non mi disse nulla.
Mi chiusi in
camera, raccomandando a Lavinia di non fare avvicinare nessuno. La povera
ragazza prese il mio ordine alla lettera e rimasi lì dentro per giorni, a
guardare il soffitto, a piangere, a cercare di mettere ordine nella matassa
confusa dei miei pensieri, dormendo pochissimo e mangiando ancora meno, mi
limitavo a piluccare qualcosa dai piatti che Lavinia ogni giorno mi lasciava
davanti alla porta.
Nella testa avevo così tanta confusione che mi sembrava di
impazzire. I pensieri si sovrapponevano l'uno all'altro, il viso distrutto dal
dolore di Oliver si alternava alla smorfia beffarda sul volto di Carlos, una
dietro l'altra rivedevo le immagini di tutto ciò che era successo dal
disgraziato giorno del mio arrivo a Villa Hutton, la mia prima notte di nozze,
la prima volta che avevo visto Carlos sulla spiaggia, i nostri baci rubati, la
sua voce che mi diceva che aveva messo in gioco tutta la sua vita per vivere a
Villa Hutton, la lettera di Patricia trovata nel cassetto, la sua apparizione
in chiesa in quello che sarebbe dovuto essere il primo giorno della mia nuova
vita...
Con mio grande stupore però, c'era un pensiero che sovrastava tutti gli
altri...il ricordo dello sguardo febbrile di Tom Becker la notte in cui aveva
confessato di amarmi, e della delusione nei suoi occhi quando Carlos aveva
rivelato la nostra relazione segreta. Il pensiero di aver perso la stima che
Tom aveva sempre dimostrato nei miei confronti faceva male sopra ogni cosa. Era
stato l'unico vero amico, l'unica persona che mi aveva dato affetto e sostegno
incondizionato in quei mesi terribili, ed ero riuscita a deludere anche lui.
Non c'era da meravigliarsi se prima di congedarsi da me non era riuscito a
guardarmi neanche in faccia.Io stessa faticavo a guardarmi allo specchio. Ero
stata una stupida, un'illusa, un cretina che si era rovinata la vita con le sue
stesse mani.
Illusa due volte, la prima quando avevo accettato di sposare
Oliver, la seconda quando avevo creduto di aver trovato l'amore in Carlos. In
modi diversi, entrambi mi avevano usata senza mai volermi bene veramente,
Oliver in modo del tutto involontario per sfuggire al suo dolore e Carlos
consapevolmente, per colpire il suo fratellastro, l'unica persona di cui
probabilmente gli importava davvero qualcosa.
Non potevo fare a meno di
chiedermi cosa ne sarebbe stato di me. Il mio matrimonio con Oliver non era mai
stato valido, e comunque era ormai evidente che non ci sarebbero stati
presupposti per continuare la mia relazione con lui, anche se non fosse
riuscito a perdonare Patricia. Io non lo amavo, lui non mi amava, non sapevo e
non mi importava sapere cosa sarebbe successo tra lui e quella che era la sua
unica e vera moglie, ma sapevo che io non ero la signora Hutton, non lo ero mai
stata veramente e non lo sarei stata mai più. Dovevo riprendere in mano la mia
vita, andarmene da quella casa e da quella città e ricominciare contando sulle
mie sole forze. L'unica cosa era che non sapevo nemmeno da che parte cominciare.
Una settimana dopo, Lavinia bussò alla mia porta, e con tono di scuse mi disse
che era arrivato il signor Becker, che voleva assolutamente parlarmi e che non
avrebbe accettato un no per risposta.Sospirai, rendendomi conto che non potevo
evitare il mondo esterno all'infinito, e che in fondo era meglio ripartire
confrontandomi con Tom che non con Oliver o peggio ancora con altri, come la
signora Martin o Amy Ross, o direttamente la polizia.
Mi diedi velocemente una
rinfrescata in bagno, indossai un semplice abitino di cotone e scesi in
salotto, dove Tom mi aspettava...i suoi grandi occhi scuri erano dolci ed
espressivi come sempre, ma il suo viso era pallido e tirato e portava i segni
di parecchie notti insonni. Mi prese la mano e la baciò, poi mi chiese come
stavo guardandomi direttamente negli occhi, il suo sguardo era così sincero che
feci fatica a sostenerlo. Rivederlo mi provocava un'emozione che facevo fatica
a contenere e a cui non ero affatto sicura di voler dare un nome.
-Ho avuto
momenti migliori, come sicuramente tutti noi. Che notizie mi portate, Tom?-
Tom
sospirò, invitandomi a sedermi accanto a lui sul divano. Notai che non
accennava minimamente a lasciarmi la mano, ma quel contatto non mi dava
fastidio, anzi, mi infondeva un senso di conforto e di sicurezza di cui sentivo
più che mai il bisogno. -Carlos è in carcere. Ci sarà un processo, Oliver e
anche Patricia saranno chiamati sicuramente a testimoniare. Ho parlato con il
mio avvocato di fiducia e sono quasi sicuro che riusciremo a tenere fuori voi
da questa faccenda, Kat, dato che non vivevate qui a Villa Hutton all'epoca dei
fatti...a meno che la vostra successiva...relazione...con Carlos, o meglio, con
Demian Gutierrez, non sarà ritenuta rilevante dal giudice...
-Annuii, tenendo
gli occhi bassi per la vergogna al cenno alla mia relazione con quell'uomo.
-Capisco..Oliver come sta?-
Il viso di Tom si fece ancora più serio. -E'
sconvolto, come potete immaginare. Qualche giorno fa è andato a trovare sua
madre...e lei, in un momento di lucidità, ha confermato che purtroppo la storia
che ha raccontato quell'uomo è vera...Carlos è veramente il figlio illegittimo
di Maggie Hutton. Oliver non ha avuto il coraggio di raccontare alla madre cosa
ha fatto quello squilibrato, perché lei si è messa a piangere chiedendogli
perdono e poi ha avuto una brutta crisi... I giornalisti poi non aiutano di
certo, si sono buttati a pesce su questa vicenda e stazionano davanti alla
Villa giorno e notte. Per fortuna, Patricia è ancora a casa di sua
sorella...fisicamente si sta riprendendo bene, psicologicamente è a terra e
sicuramente testimoniare al processo per lei sarà una prova durissima...
-Sentii
le lacrime che cominciavano a pizzicarmi gli occhi. -Sono stata una stupida e
una sconsiderata, Tom. Mi vergogno così tanto di me stessa. Ho creduto alle
bugie di quell'uomo, ho creduto di amarlo e ho gettato al vento la mia dignità
e tutti i principi con cui i miei genitori mi hanno cresciuta...-
-No!-, mi
interruppe lui con decisione, sfiorandomi leggermente il viso con le dita per
asciugarmi le lacrime. -Non dovete vergognarvi di nulla, Kathleen, di nulla.
Eravate infelice e avete commesso degli errori. Tutti ne hanno commessi in
questa storia...io stesso avrei dovuto accorgermi prima della vostra
infelicità...a costo di mettere a repentaglio la mia amicizia con Oliver...ho
messo la mia correttezza nei suoi confronti al primo posto, invece eravate voi
la persona più fragile in questa situazione e quel bastardo se ne è
approfittato. Vorrei avervi parlato dei miei sentimenti prima...
-Scossi la
testa e gli accarezzai la guancia. -Non datevi colpe che non avete, caro Tom.
Voi siete l'uomo migliore che io conosca, l'unico che veramente è stato sempre
corretto e sincero nei miei confronti. Se...se vi avessi conosciuto prima di
incontrare Oliver...tutto sarebbe stato diverso...-
Vidi chiaramente il
conflitto intero che si agitava dietro i suoi dolcissimi occhi scuri. Sentivo
che avrebbe voluto fare qualcosa, magari prendermi tra le braccia, o baciarmi,
ma sapevamo entrambi che in quel momento e luogo sarebbe stato a dire poco
sconveniente. Tom aveva un animo troppo nobile per approfittare della
situazione e io non potevo e non volevo essere quel tipo di donna che si
gettava tra le braccia di un altro uomo per sfuggire alle difficoltà. Sarebbe
stato facile, ma non avrei più potuto guardare in faccia né lui né tantomeno me
stessa.
-Io sono qui per farvi una proposta, Kathleen, ma desidero che non ci
siano fraintendimenti. Non intendo assolutamente approfittare di voi o trarre
vantaggio da questa situazione difficile. Però non potete rimanere qui con i
giornalisti che non aspettano altro che di saltarvi addosso come sciacalli. So
che siete confusa e non sapete dove andare...volevo offrirvi la mia ospitalità
finché...finché non avrete...preso delle decisioni insomma...ho un piccolo
cottage in un villaggio a non molti chilometri da qui, che utilizzo quando ho
bisogno di stare da solo con me stesso. Ecco, lo metto a vostra disposizione
volentieri. La mia governante è già andata a predisporlo per il vostro arrivo-
-Io...io non so cosa dire Tom...voi siete sempre così buono con me, così
generoso...io non vorrei davvero...approfittare del vostro buon cuore...-
-Kathleen-, il suo tono di voce era così fermo e risoluto che mi fece quasi
sussultare , -voglio essere completamente sincero con voi. Certo, quello che ha
raccontato quell'uomo...Gutierrez... è stato un duro colpo, non lo nego...ma
niente e nessuno al mondo può cambiare i sentimenti che provo per voi. Quello
che vi ho detto...rimane valido...io ci sarò sempre per voi, finché non sarete
voi stessa a mandarmi via dalla vostra vita-
Dovetti ricorrere a tutta la mia
forza di volontà per non gettargli le braccia al collo...sarebbe stato così
bello, così semplice...stringerlo a me, baciarlo, abbandonarmi al calore delle
sue braccia e all'onesta dei suoi sentimenti...ma un uomo come Tom meritava di
meglio. Meritava amore puro, sincero, incondizionato, e io ero troppo confusa e
spaventata per darglielo.
Così mi limitati a stringergli forte la mano e a
sorridergli. -Grazie. Io non merito la vostra amicizia e il vostro affetto, ma
vi ringrazio perché senza sarei perduta. D'accordo. Accetto-
Il suo bel viso si
illuminò. -Molto bene. Preparate le vostre cose e tra tre giorni passerò a
prendervi per accompagnarvi al cottage, dove potrete restare tutto il tempo che
desiderate
Fu con il cuore gonfio di sentimenti contrastanti che trascorsi i tre giorni
successivi. Mentre preparavo i bagagli con le poche cose che avevo portato con
me a Villa Hutton dalla mia vita precedente, mi domandavo come avrei dovuto
congedarmi da Oliver. Anche se non era più mio marito, non potevo andarmene
così di nascosto, senza una parola...ma lui era chiuso nel suo studio e
solamente Tom e Julian finora avevano potuto accedervi e parlare brevemente con
lui.
Pensavo anche a Carlos, a come stava affrontando il carcere, chissà cosa
gli passava per la testa, chissà se la soddisfazione per aver devastato la vita
di suo fratello era tale da non fargli provare alcun rimpianto per aver gettato
completamente al vento la sua. Carlos era un uomo in gamba, avrebbe potuto fare
qualunque cosa nella sua vita, ma aveva scelto di perseguire la via dell'odio e
del risentimento lasciando indietro tutto il resto.
Molti dei miei pensieri
erano rivolti a Tom e mi davo della sciocca per aver capito solamente adesso
l'importanza che quell'uomo aveva per me. Accecata dalla folle infatuazione per
Carlos, non mi ero nemmeno accorta dei suoi sentimenti nei miei confronti,
sentimenti che aveva soffocato per rispetto verso il suo amico Oliver, ma ora
io non ero più la moglie del suo più caro amico...chissà se mi aveva offerto la
sua ospitalità al college solo per gentilezza o se magari nel suo cuore si era
accesa la speranza che io potessi ricambiarlo...non volevo guardare nel mio
cuore per dare un nome a ciò che sentivo per lui, ero rimasta scottata una
volta e volevo starmene ben lontana dal fuoco.
Dovevo pensare a cosa fare della
mia vita, non coltivare sciocche fantasie sentimentali che non servivano a
nulla e che avrebbero fatto solamente del male a me e allo stesso Tom.
Continuavo a ripetermi che lui meritava di meglio.
Un aiuto per il mio futuro
venne da una persona totalmente inaspettata. Quando Lavinia mi disse che c'era
qualcuno che desiderava parlarmi, per un attimo pensai che fosse di nuovo Tom,
o la polizia che aveva deciso di voler ascoltare anche la mia testimonianza sui
crimini di Carlos...invece, con grande stupore, trovai ad attendermi nel
salotto la signora Ross, con espressione dimessa e gli occhi bassi.
-Scusate se
vi disturbo, Kathleen, immagino che non siano giorni facili nemmeno per voi...-
Avrei voluto accoglierla con l'astio e la freddezza che lei aveva sempre
riservato a me, ma non riuscivo. L'espressione tormentata del suo viso non me
lo consentiva.
-In effetti non mi aspettavo di vedervi qui, signora Ross. Come
sta vostra sorella?-, domandai in tono cordiale ma distaccato.
Amy sospirò e si
lasciò quasi cadere sul divano. - Fisicamente bene, ma il morale è a pezzi. Non
oso immaginare come stia vivendo la prospettiva di dover testimoniare al
processo. È già così devastata poverina...non dorme e mangia pochissimo e il
fatto che Oliver si rifiuti di vederla o anche solo di parlarle non l'aiuta di
certo..-
-Oliver non vuole vedere nessuno. Neanche io sono riuscita più a
parlare con lui da quel giorno. Tom mi ha detto che è sconvolto-
-Anche Julian
lo ha visto brevemente e mi ha detto la stessa cosa. Dobbiamo essere pazienti
con lui e dargli tempo, il trauma è stato notevole...io però non sono venuta
per Oliver e neanche per mia sorella, a dire il vero. Io sono venuta per voi,
Kathleeen-, alzò lo sguardo e per la prima volta mi guardò negli occhi con
espressione franca e sincera.
-Sono venuta a chiedervi scusa. Io...io vi devo
delle scuse per come mi sono comportata con voi, per la freddezza con cui vi ho
accolto in questa casa, per la mia antipatia e la mia scortesia nei vostri
riguardi. È vero, ero distrutta dal dolore per mia sorella, ma non avevo nessun
diritto di prendermela con voi. Non era assolutamente colpa vostra e io ho
sbagliato. Vi chiedo sinceramente perdono –
Rimasi sinceramente colpita dalle
scuse di Amy e soprattutto dall'onestà del suo sguardo. Non doveva esser stato
facile per lei mettere da parte l'orgoglio e venire a scusarsi con me.
-Apprezzo il vostro gesto, signora Ross, e accetto le vostre scuse. Ormai è
acqua passata e io, comunque, rimarrò in questa casa e in questa città ancora
per poco -, risposi.
Amy abbozzò un timido sorriso. -Certo, posso capire che non
desideriate rimanere più qui dopo tutto quello che è successo...se non sono
troppo indiscreta, posso chiedervi che programmi avete per il futuro?-Sospirai.
-Per il momento, mi trasferirò nel piccolo cottage che Tom mi ha messo
gentilmente a disposizione nel villaggio vicino...devo riflettere su alcune
cose, ma penso che mi dovrò cercare un lavoro...prima di...ecco prima di
incontrare Oliver...facevo da dama di compagnia a una mia zia, immagino che
potrei cercare qualcosa di simile...
-La signora Ross annuì e tirò fuori un
pezzo di carta dalla sua borsa. -Ecco, a tale proposito... questo è l'indirizzo
di una mia cara amica...si chiama Jenny Callaghan e vive non molto lontano da
qui, al Nord...lei e suo marito hanno appena avuto il secondo bambino e stanno
cercando qualcuno che possa dare loro una mano a gestire la casa...se...io non
desidero essere inopportuna ci mancherebbe...ma se doveste avere bisogno...ecco
io potrei scriverle e sono sicura che ci accoglierebbe a braccia aperte .. sono
bravissime persone, vi trovereste bene con loro...
-Presi il bigliettino che Amy
mi offriva e lo guardai per un istante. Non sapevo se dovevo sentirmi grata o
umiliata per questa sua proposta, ma la verità era che da qualche parte avrei
pur dovuto cominciare e fare la governante era un'opportunità come un'altra.
Non potevo pesare a lungo sulla generosità di Tom, quanto a Oliver non ero più
sua moglie ed ero assolutamente certa di non voler accettare da lui un
centesimo del suo denaro.
-La ringrazio, signora. Sarebbe molto generoso da
parte sua-
Amy mi strinse la mano e mi disse che mi avrebbe dato notizie non
appena si fosse messa in contatto con la signora Callaghan. Avere una
prospettiva per il futuro mi aveva un po' rinfrancata e tornai nella mia stanza
a preparare le valigie con il cuore un po' più leggero rispetto ai giorni
precedenti. L'indomani Tom sarebbe venuto a prendermi per condurmi al cottage,
dove avrei soggiornato in attesa di notizie...se la risposta della signora
Callaghan fosse stata positiva, mi sarei messa in viaggio il prima possibile
per trasferirmi a casa sua al Nord.
Ero presa dai miei pensieri quando sentii
bussare alla porta della mia stanza. Ero sicura che fosse Lavinia che veniva a
portarmi degli abiti puliti da mettere in valigia e così dissi avanti senza
pensarci due volte, ma quando mi voltai mi resi conto che non si trattava
affatto di lei.
Sulla soglia, pallido in volto e con l'espressione
indecifrabile, vidi Oliver...
Fine diciannovesimo capitolo
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