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Autore: gemini    15/08/2022    1 recensioni
Patricia è morta. Ma nessuno a Villa Hutton, tantomeno il marito Oliver, sembra averla dimenticata. E' un brutto colpo per Kathleen, la nuova signora Hutton, giunta nella sua nuova casa piena di amore e di speranza. Dovrà invece affrontare una vita piena di difficoltà e di intrighi...una vita in cui avrà una parte importante anche il misterioso cameriere sudamericano Carlos...fino ad un'imprevedibile ed inaspettata scoperta...
Genere: Dark, Drammatico, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Carlos Santana, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Taro Misaki/Tom, Tsubasa Ozora/Holly
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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PATRICIA, LA PRIMA MOGLIE CAPITOLO DICIANNOVESIMO
 
 
La stanza era sprofondata nel silenzio più assoluto. Oliver e Carlos, in piedi 
al centro della stanza, continuavano a fronteggiarsi, ma il primo sembrava 
quasi come un pugile suonato, pallido e sconvolto, il respiro appena 
percettibile, mentre il secondo aveva gli occhi fiammeggianti e un'espressione 
quasi trionfante dipinta sul bel volto bruno.
Patricia era ancora accasciata 
sulla poltrona, il bel viso rigato dalle lacrime, mentre stringeva in modo 
quasi spasmodico la mano della sorella, che non si era mai mossa dal suo fianco 
e aveva un'espressione serissima, indecifrabile.
-La tua cara mogliettina è 
stata un osso duro, lo sai fratello? Pensavo che sarebbe stato più semplice 
farla cedere alle mie lusinghe, invece è servito un bel po' di tempo. E anche 
quando finalmente ha ceduto, è scappata via in preda al panico subito dopo. La 
mia soddisfazione però è stata enorme. Sapevo che non ti avrebbe mai lasciato, 
e neanche mi interessava che lo facesse, però intanto ero riuscito ad 
impossessarmi di qualcosa che era tuo, anche se solo per qualche momento 
fugace. Mi sarebbe bastato anche solo diventare un'ombra scura sul vostro 
prezioso matrimonio, e non sai quanto mi divertiva vedere la bella signora 
Hutton trasalire ogni volta che entravo in una stanza. Il meglio però doveva 
ancora venire, e arrivò la sera della festa che organizzaste per annunciare a 
tutti la gravidanza di Patricia...quella gravidanza che aspettavate da dieci 
anni e che sembrava non voler arrivare mai...-
 Il tono di Carlos era quasi 
beffardo, stava finalmente lasciando andare tutto il rancore e il desiderio di 
vendetta che aveva coltivato nel silenzio per tutti quegli anni ed era evidente 
che voleva infliggere a Oliver la maggior sofferenza possibile.
Io lo guardavo 
raggelata, continuando a ripetermi come una litania quanto ero stata stupida, 
ingenua, illusa per aver creduto veramente che nel cuore di quell'uomo ci 
fossero stati dei sentimenti per me. Ora ne ero sicura, non c'era stato un solo 
istante in cui Carlos fosse stato sincero con me. Non mi aveva mai amata, non 
gli era mai importato nulla, nel suo cuore non c'era spazio per l'amore, non 
più dal giorno dell'incidente di sua madre. C'era spazio solo per l'odio e il 
desiderio di vendetta, e non potendo più indirizzarlo verso Maggie, rimasta 
ormai invalida e inerme, il suo obiettivo era diventato Oliver, il fratello che 
aveva usurpato il suo posto nel cuore e nella vita della madre, il 
figlio che era stato amato e adorato, mentre lui era stato abbandonato e 
relegato a vivere nell'ombra e nel segreto.
-Mentre voi brindavate e 
festeggiavate, tubando come due tortorelle in amore, io ero pronto a cogliere 
la mia grande occasione. Se Patricia non ci avesse pensato da sola, avrei 
provveduto io ad insinuare nella sua mente il dubbio sulla paternità di suo 
figlio. Ah, quale sublime scherzo del destino, il mio figlio bastardo cresciuto 
e adorato come figlio di mio fratello...negli agi e nell'amore che a me erano 
stati negati, nel posto che sarebbe spettato a me come primogenito di mia madre 
e che mi era stato portato via. Sarei rimasto nell'ombra, a vedere mio figlio 
crescere e avere tutto quello che non avevo potuto avere io, pronto a sbattere 
la verità in faccia al mio dolce fratellino al momento più opportuno, e intanto 
avrei goduto della paura e del dubbio negli occhi di sua moglie. Patricia provò 
a convincermi ad andarmene, ma non lo avrei fatto per nessuna ragione al mondo. 
Sapevo che nonostante le sue minacce non avrebbe mai detto una parola a Oliver, 
amava troppo suo marito per infliggergli un dolore simile proprio nel momento 
in cui il loro sogno più grande stava per realizzarsi. Purtroppo, andò male e 
la creatura non vide mai la luce, ma sapere che mio fratello stava soffrendo 
come un cane per me era già una soddisfazione-
Vidi l'espressione di Oliver 
indurirsi, mentre stringeva la mano a pugno come se si stesse preparando a 
colpire Carlos. Julian lo fermò mettendogli una mano sulla spalla e facendo 
cenno di no con il capo, mentre Patricia riprendeva a singhiozzare tra le 
braccia della sorella.
-Oliver, perdonami amore, ti prego. Non avrei dovuto 
cedergli, avrei dovuto dirti la verità ma non ce la facevo, non ce la 
facevo...poi Madeleine è morta e io...e io ho pensato che fosse la giusta 
punizione per quello che avevo fatto, per il mio tradimento, per le mie 
bugie... è per quello che dopo la tragedia non avevo più il coraggio di 
guardarti in faccia e mi sono allontanata così tanto da te... E non sopportavo 
più la vista di Carlos, mi ricordava ogni minuto quello che avevo fatto e tutto 
il dolore che ne era seguito...così quella sera, prima di uscire in barca, 
andai da lui e gli dissi che doveva assolutamente andarsene da questa casa e 
dalla mia vita, altrimenti ti avrei detto tutta la verità sulla nostra 
relazione clandestina. Ero pronta a farlo veramente, anche se questo avrebbe 
significato la fine del nostro matrimonio. Non potevo più vivere con quel peso 
sulla coscienza. L'ultima cosa che ricordo è un terribile litigio, Carlos che 
per la rabbia mi urlava contro degli insulti in spagnolo, poi sentii un dolore 
fortissimo alla testa e tutto divento buio. Mi risvegliai in quella stanza e lì 
sono rimasta fino a stamattina...-, disse Patricia con voce tremante, guardando 
suo marito con l'espressione così colma di disperazione e di amore che sentii 
il mio cuore stringersi mio malgrado.
-Non potevo permetterle di dirti nulla. 
Sarei stato cacciato da Villa Hutton e non volevo. Essermi portato a letto tua 
moglie non era sufficiente per la mia vendetta, io volevo di più. Quando cadde 
a terra, pensai che fosse morta e così decisi di affondare la barca per 
simulare un incidente, però mi accorsi che anche lei, come nostra madre, 
respirava ancora. Non potevo rischiare che si svegliasse e raccontasse tutto, 
ma mi mancò il coraggio di ucciderla. In fondo, lei non aveva nessuna colpa di 
quello che avevo dovuto passare. Feci affondare comunque la barca, 
approfittando della notte di tempesta. Tutti l'avrebbero creduta morta e che il 
mare si fosse portato via il corpo. Invece la tenevo prigioniera poco lontano 
da qui...nella vecchia baracca di mio padre, che bel frattempo era scomparso 
nel nulla, o probabilmente è morto, chissà. Rimase priva di conoscenza per un 
bel po' di tempo, tanto che mi convinsi che alla fine sarebbe morta davvero, e 
intanto a Villa Hutton mi godevo lo spettacolo della tua disperazione, caro 
fratello mio. Ti era stata portata via la cosa a cui tenevi di più al mondo e 
vederti sprofondare nel dolore era la più dolce delle vendette per me. Ti ho 
osservato nelle lunghe notti insonni, ti ho sentito gridare il suo nome in riva 
al mare quando pensavi che nessuno potesse sentirti, ti ho visto accasciarti 
sulla bara vuota il giorno del funerale. Ho assistito ai patetici e inutili 
tentativi dei tuoi amici di consolarti. Ti ho visto ubriacarti nel tentativo di 
dimenticare il tuo dolore anche solo per pochi istanti, chiudere a chiave la 
porta della stanza di tua moglie, rifiutare gli inviti di tuo cugino per non 
dover vedere sua sorella, che ti avrebbe inevitabilmente ricordato lei. Poi 
andavo nella baracca e osservavo la tua bella moglie addormentata, sapendo che 
avrei potuto fare di lei qualsiasi cosa e tu non saresti mai nemmeno venuto a 
saperlo. Solo una cosa non avevo preventivato...che nel giro di poco più di un 
anno ti saresti trovato una nuova moglie...ammetto che lì mi hai lasciato 
veramente spiazzato, fratellino.
-Tu sei pazzo-, sibilò Oliver, guadagnandosi 
per tutta risposta una risata.
-Oh no, no, io sono tutt'altro che pazzo. Tutto 
quello che ho fatto l'ho fatto con estrema lucidità e consapevolezza. Quando è 
arrivata la tua nuova signora, ero già pronto a replicare il copione messo in 
atto con la cara Patricia, ma stavolta è stato anche troppo semplice devo dire, 
perché ho avuto al mio fianco due complici che non avrei sperato mai di 
avere...complici involontari, ovviamente, ma assolutamente efficaci. Il primo 
sei stato tu, caro fratello. Anche se stavate passando un momento difficile, il 
tuo matrimonio con Patricia era solido, eravate una coppia felice, unita... è 
stato difficile riuscire ad allargare quell'unica, sottilissima crepa e 
infilarvisi dentro, anche se molto soddisfacente non lo nego. Con la giovane 
Kat invece...tu forse non te ne sei neanche accorto, ma si capiva dal primo 
sguardo che era infelice, insoddisfatta. Era un pesce fuor d'acqua, 
probabilmente è arrivata qui già pentita di averti sposato...in effetti mi 
chiedo cosa possa avere trovato in te, a parte i soldi e la villa naturalmente. 
Tu l'avevi sposata per il bel visino, così simile a quello della adorata e 
perduta mogliettina, ma eri freddo e distaccato nei suoi confronti, tutti la 
mettevano a confronto con la bella, elegante, sofisticata Patricia e...sapevo 
che era solo questione di tempo fare breccia nel cuore della dolce Kathleen 
sfruttando la sua ingenuità e le sue insicurezze...una povera ragazza 
trascurata e insoddisfatta si lascia lusingare facilmente da un uomo 
attraente-, mentre diceva queste parole, Carlos fece scorrere su di me uno 
sguardo piuttosto eloquente e io mi sentii contorcere lo stomaco dal disgusto. 
Pensavo al nostro primo incontro sulla spiaggia, ai nostri baci, alla nostra 
breve e torrida relazione, pensavo a quando avevo creduto di amarlo e che lui 
mi amasse e avrei voluto strapparmi a mani nude ogni centimetro di pelle che 
gli avevo consentito di toccare. E io che pensavo che fossimo destinati a stare 
insieme, che ci appartenessimo, che fossimo fatti l'uno per l'altra...invece 
ero solo una pedina in mano alle ossessioni di quel mostro, le sue parole un 
copione che stava recitando per manipolarmi e usarmi per la sua vendetta. 
Sentivo la mano di Tom che continuava a stringere forte la mia e non avevo il 
coraggio di alzare lo sguardo su di lui, ripensavo alla sua dolcezza nei miei 
confronti, alla sua dichiarazione d'amore della sera prima, e non potevo fare a 
meno di domandarmi se ora mi considerasse una donna da poco.
- Comunque, un 
altro aiuto insperato mi ha facilitato il compito con la bella Kat. Il bello è 
che mi è arrivato da una persona che mi ha sempre odiato...la signora 
Martin...ho sempre pensato che la vecchia sapesse ciò che era successo tra me e 
Patricia, forse la cara Patty aveva avuto bisogno di sfogarsi con qualcuno e si 
era confidata con lei...il modo in cui mi guardava, specialmente dopo la sua 
scomparsa, era eloquente, ma sapevo di poter stare tranquillo, non avrebbe mai 
detto nulla che potesse gettare fango sulla memoria della sua bambina adorata. 
Mi accorsi subito che odiava profondamente la nuova signora Hutton, ed ero lì 
ad ascoltare quando le diede il suggerimento di indossare l'abito di Alice 
Marie Hutton per il ballo in maschera. Mi ricordavo bene che era l'abito che 
aveva indossato Patricia all'ultimo ballo e intuii che la vecchia volesse 
giocare un bel tiro mancino alla povera Kat. Per un attimo fui tentato di 
andare a dirle tutto per conquistarmi così la sua fiducia, ma poi ebbi un piano 
ancora migliore...immaginavo la reazione sconvolta che tu, caro Oliver, avresti 
avuto nel vederla scendere le scale identica alla tua perduta moglie e la 
delusione della povera Kat che pensava invece di fare un trionfale ingresso in 
società...così mi feci trovare nella sua stanza, pronto a consolarla quando lei 
vi sarebbe rientrata, sconvolta e disperata...e funzionò, eccome se 
funzionò.... A differenza di Patricia, Kathleen era dolce, malleabile, ingenua, 
pensava di essersi davvero innamorata di me...non fu difficile farle credere di 
essermi anche io innamorato di lei, anche se dovetti deluderla rifiutando di 
scappare con lei quando mi confidò di essere incinta...non me ne sarei mai 
andato da qui...se lei voleva quel bambino poteva tenerselo, in fondo già una 
volta avevo pregustato il pensiero di vedere mio figlio cresciuto con tutti gli 
onori come figlio di mio fratello... Però accadde un imprevisto. Un imprevisto 
che poteva mandare all'aria tutti i miei piani...
-Il ritrovamento del battello 
-, sussurrai.
Carlos mi guardò e annuì. -Fortunatamente, nessuno si scompose più 
di tanto per il fatto che non dentro il battello non ci fosse alcun corpo, 
pensando che Patricia fosse semplicemente andata perduta in mare. Ma la 
situazione stava diventando complicata. Patricia si era svegliata e stava 
cominciando a recuperare i ricordi, presto non avrei saputo più come fare a 
tenerla nascosta senza che si accorgesse che ero stato io a sequestrarla. Kat 
era rimasta delusa dalla mia reazione alla sua gravidanza e aveva deciso di 
troncare la nostra relazione e dedicarsi ad essere felice con te, fratellino. 
Non potevo accettare che trovassi il modo di ricostruirti una vita. Quando 
venni a sapere che avreste organizzato una cerimonia nuziale in pompa magna, 
decisi che era il momento di uscire allo scoperto e che Patricia sarebbe stata 
il mio asso nella manica. La sua ricomparsa al vostro matrimonio avrebbe creato 
uno scalpore che questa sonnacchiosa cittadina di provincia non aveva mai 
visto. Sapevo che questo voleva dire che la mia identità sarebbe stata svelata, 
ma ormai non aveva più importanza. Era giunto il momento che sapessi la verità, 
caro Oliver, caro carissimo fratello mio. Ora sai che tua madre ti ha sempre 
mentito e ingannato. Ora sai che io sono sempre stati qui nell'ombra, a cercare 
il modo di portarti via tutto. Ora il tuo nome sarà su tutti i giornali e sarà 
per sempre associato ad un terribile scandalo. Non mi importa ciò che sarà di 
me. Se dovrò andare in carcere, che sia. Non c'è nulla di buono per me in 
questo mondo, non c'è mai stato dal giorno in cui tua madre, nostra madre, 
decise di abbandonarmi appena venuto al mondo. E non ci sarà più nulla di buono 
neanche per te, perché qualunque cosa deciderai di fare, non potrai mai più 
guardare in faccia tua moglie senza ricordarti di me...
 
 
 
Quello che successe dopo, è molto nebuloso nella mia memoria. Ero troppo 
sconvolta da riuscire a registrare con chiarezza quello che succedeva intorno a 
me, troppo presa dal turbinio incessante dei miei pensieri mentre cercavo 
inutilmente di processare e metabolizzare le sconvolgenti rivelazioni di quel 
pomeriggio.
Ricordo vagamente quando arrivò il commissario Harper con i suoi 
agenti e trasse in arresto Carlos con l'accusa di sequestro di persona ai danni 
della signora Patricia Hutton. Non sapevo neanche chi avesse chiamato la 
polizia, solo dopo mi raccontarono che era stato Julian a farlo, Oliver era 
troppo sconvolto per riuscirci e per giorni rimase chiuso da solo nel suo 
studio, rifiutando di vedere chiunque e rimandando indietro intatti i vassoi di 
cibo che Frank gli portava.
Amy Ross aveva deciso di portare sua sorella 
Patricia a casa sua, con l'aiuto della signora Martin. I lunghi mesi di 
prigionia e le conseguenti rivelazioni l'avevano sconvolta e Villa Hutton era 
assediata notte e giorno dai giornalisti, perché come aveva giustamente 
pronosticato Carlos uno scandalo del genere era fin troppo ghiotto per una 
tranquilla cittadina di provincia.
Dopo che Carlos, o Demian che fosse, fu 
portato via dagli agenti, Tom mi affidò alle cure di Lavinia che mi 
riaccompagnò nella mia stanza. Non ebbi il coraggio di dirgli una parola né di 
guardarlo in viso, lui mi diede un bacio sulla fronte prima di congedarsi per 
provare inutilmente ad andare da Oliver, ma non mi disse nulla.
Mi chiusi in 
camera, raccomandando a Lavinia di non fare avvicinare nessuno. La povera 
ragazza prese il mio ordine alla lettera e rimasi lì dentro per giorni, a 
guardare il soffitto, a piangere, a cercare di mettere ordine nella matassa 
confusa dei miei pensieri, dormendo pochissimo e mangiando ancora meno, mi 
limitavo a piluccare qualcosa dai piatti che Lavinia ogni giorno mi lasciava 
davanti alla porta.
Nella testa avevo così tanta confusione che mi sembrava di 
impazzire. I pensieri si sovrapponevano l'uno all'altro, il viso distrutto dal 
dolore di Oliver si alternava alla smorfia beffarda sul volto di Carlos, una 
dietro l'altra rivedevo le immagini di tutto ciò che era successo dal 
disgraziato giorno del mio arrivo a Villa Hutton, la mia prima notte di nozze, 
la prima volta che avevo visto Carlos sulla spiaggia, i nostri baci rubati, la 
sua voce che mi diceva che aveva messo in gioco tutta la sua vita per vivere a 
Villa Hutton, la lettera di Patricia trovata nel cassetto, la sua apparizione 
in chiesa in quello che sarebbe dovuto essere il primo giorno della mia nuova 
vita...
Con mio grande stupore però, c'era un pensiero che sovrastava tutti gli 
altri...il ricordo dello sguardo febbrile di Tom Becker la notte in cui aveva 
confessato di amarmi, e della delusione nei suoi occhi quando Carlos aveva 
rivelato la nostra relazione segreta. Il pensiero di aver perso la stima che 
Tom aveva sempre dimostrato nei miei confronti faceva male sopra ogni cosa. Era 
stato l'unico vero amico, l'unica persona che mi aveva dato affetto e sostegno 
incondizionato in quei mesi terribili, ed ero riuscita a deludere anche lui. 
Non c'era da meravigliarsi se prima di congedarsi da me non era riuscito a 
guardarmi neanche in faccia.Io stessa faticavo a guardarmi allo specchio. Ero 
stata una stupida, un'illusa, un cretina che si era rovinata la vita con le sue 
stesse mani.
 Illusa due volte, la prima quando avevo accettato di sposare 
Oliver, la seconda quando avevo creduto di aver trovato l'amore in Carlos. In 
modi diversi, entrambi mi avevano usata senza mai volermi bene veramente, 
Oliver in modo del tutto involontario per sfuggire al suo dolore e Carlos 
consapevolmente, per colpire il suo fratellastro, l'unica persona di cui 
probabilmente gli importava davvero qualcosa.
Non potevo fare a meno di 
chiedermi cosa ne sarebbe stato di me. Il mio matrimonio con Oliver non era mai 
stato valido, e comunque era ormai evidente che non ci sarebbero stati 
presupposti per continuare la mia relazione con lui, anche se non fosse 
riuscito a perdonare Patricia. Io non lo amavo, lui non mi amava, non sapevo e 
non mi importava sapere cosa sarebbe successo tra lui e quella che era la sua 
unica e vera moglie, ma sapevo che io non ero la signora Hutton, non lo ero mai 
stata veramente e non lo sarei stata mai più. Dovevo riprendere in mano la mia 
vita, andarmene da quella casa e da quella città e ricominciare contando sulle 
mie sole forze. L'unica cosa era che non sapevo nemmeno da che parte cominciare.
 
Una settimana dopo, Lavinia bussò alla mia porta, e con tono di scuse mi disse 
che era arrivato il signor Becker, che voleva assolutamente parlarmi e che non 
avrebbe accettato un no per risposta.Sospirai, rendendomi conto che non potevo 
evitare il mondo esterno all'infinito, e che in fondo era meglio ripartire 
confrontandomi con Tom che non con Oliver o peggio ancora con altri, come la 
signora Martin o Amy Ross, o direttamente la polizia.
Mi diedi velocemente una 
rinfrescata in bagno, indossai un semplice abitino di cotone e scesi in 
salotto, dove Tom mi aspettava...i suoi grandi occhi scuri erano dolci ed 
espressivi come sempre, ma il suo viso era pallido e tirato e portava i segni 
di parecchie notti insonni. Mi prese la mano e la baciò, poi mi chiese come 
stavo guardandomi direttamente negli occhi, il suo sguardo era così sincero che 
feci fatica a sostenerlo. Rivederlo mi provocava un'emozione che facevo fatica 
a contenere e a cui non ero affatto sicura di voler dare un nome.
-Ho avuto 
momenti migliori, come sicuramente tutti noi. Che notizie mi portate, Tom?-
Tom 
sospirò, invitandomi a sedermi accanto a lui sul divano. Notai che non 
accennava minimamente a lasciarmi la mano, ma quel contatto non mi dava 
fastidio, anzi, mi infondeva un senso di conforto e di sicurezza di cui sentivo 
più che mai il bisogno. -Carlos è in carcere. Ci sarà un processo, Oliver e 
anche Patricia saranno chiamati sicuramente a testimoniare. Ho parlato con il 
mio avvocato di fiducia e sono quasi sicuro che riusciremo a tenere fuori voi 
da questa faccenda, Kat, dato che non vivevate qui a Villa Hutton all'epoca dei 
fatti...a meno che la vostra successiva...relazione...con Carlos, o meglio, con 
Demian Gutierrez, non sarà ritenuta rilevante dal giudice...
-Annuii, tenendo 
gli occhi bassi per la vergogna al cenno alla mia relazione con quell'uomo. 
-Capisco..Oliver come sta?-
Il viso di Tom si fece ancora più serio. -E' 
sconvolto, come potete immaginare. Qualche giorno fa è andato a trovare sua 
madre...e lei, in un momento di lucidità, ha confermato che purtroppo la storia 
che ha raccontato quell'uomo è vera...Carlos è veramente il figlio illegittimo 
di Maggie Hutton. Oliver non ha avuto il coraggio di raccontare alla madre cosa 
ha fatto quello squilibrato, perché lei si è messa a piangere chiedendogli 
perdono e poi ha avuto una brutta crisi... I giornalisti poi non aiutano di 
certo, si sono buttati a pesce su questa vicenda e stazionano davanti alla 
Villa giorno e notte. Per fortuna, Patricia è ancora a casa di sua 
sorella...fisicamente si sta riprendendo bene, psicologicamente è a terra e 
sicuramente testimoniare al processo per lei sarà una prova durissima...
-Sentii 
le lacrime che cominciavano a pizzicarmi gli occhi. -Sono stata una stupida e 
una sconsiderata, Tom. Mi vergogno così tanto di me stessa. Ho creduto alle 
bugie di quell'uomo, ho creduto di amarlo e ho gettato al vento la mia dignità 
e tutti i principi con cui i miei genitori mi hanno cresciuta...-
-No!-, mi 
interruppe lui con decisione, sfiorandomi leggermente il viso con le dita per 
asciugarmi le lacrime. -Non dovete vergognarvi di nulla, Kathleen, di nulla. 
Eravate infelice e avete commesso degli errori. Tutti ne hanno commessi in 
questa storia...io stesso avrei dovuto accorgermi prima della vostra 
infelicità...a costo di mettere a repentaglio la mia amicizia con Oliver...ho 
messo la mia correttezza nei suoi confronti al primo posto, invece eravate voi 
la persona più fragile in questa situazione e quel bastardo se ne è 
approfittato. Vorrei avervi parlato dei miei sentimenti prima...
-Scossi la 
testa e gli accarezzai la guancia. -Non datevi colpe che non avete, caro Tom. 
Voi siete l'uomo migliore che io conosca, l'unico che veramente è stato sempre 
corretto e sincero nei miei confronti. Se...se vi avessi conosciuto prima di 
incontrare Oliver...tutto sarebbe stato diverso...-
Vidi chiaramente il 
conflitto intero che si agitava dietro i suoi dolcissimi occhi scuri. Sentivo 
che avrebbe voluto fare qualcosa, magari prendermi tra le braccia, o baciarmi, 
ma sapevamo entrambi che in quel momento e luogo sarebbe stato a dire poco 
sconveniente. Tom aveva un animo troppo nobile per approfittare della 
situazione e io non potevo e non volevo essere quel tipo di donna che si 
gettava tra le braccia di un altro uomo per sfuggire alle difficoltà. Sarebbe 
stato facile, ma non avrei più potuto guardare in faccia né lui né tantomeno me 
stessa.
-Io sono qui per farvi una proposta, Kathleen, ma desidero che non ci 
siano fraintendimenti. Non intendo assolutamente approfittare di voi o trarre 
vantaggio da questa situazione difficile. Però non potete rimanere qui con i 
giornalisti che non aspettano altro che di saltarvi addosso come sciacalli. So 
che siete confusa e non sapete dove andare...volevo offrirvi la mia ospitalità 
finché...finché non avrete...preso delle decisioni insomma...ho un piccolo 
cottage in un villaggio a non molti chilometri da qui, che utilizzo quando ho 
bisogno di stare da solo con me stesso. Ecco, lo metto a vostra disposizione 
volentieri. La mia governante è già andata a predisporlo per il vostro arrivo-
-Io...io non so cosa dire Tom...voi siete sempre così buono con me, così 
generoso...io non vorrei davvero...approfittare del vostro buon cuore...-
-Kathleen-, il suo tono di voce era così fermo e risoluto che mi fece quasi 
sussultare , -voglio essere completamente sincero con voi. Certo, quello che ha 
raccontato quell'uomo...Gutierrez... è stato un duro colpo, non lo nego...ma 
niente e nessuno al mondo può cambiare i sentimenti che provo per voi. Quello 
che vi ho detto...rimane valido...io ci sarò sempre per voi, finché non sarete 
voi stessa a mandarmi via dalla vostra vita-
Dovetti ricorrere a tutta la mia 
forza di volontà per non gettargli le braccia al collo...sarebbe stato così 
bello, così semplice...stringerlo a me, baciarlo, abbandonarmi al calore delle 
sue braccia e all'onesta dei suoi sentimenti...ma un uomo come Tom meritava di 
meglio. Meritava amore puro, sincero, incondizionato, e io ero troppo confusa e 
spaventata per darglielo.
Così mi limitati a stringergli forte la mano e a 
sorridergli. -Grazie. Io non merito la vostra amicizia e il vostro affetto, ma 
vi ringrazio perché senza sarei perduta. D'accordo. Accetto-
Il suo bel viso si 
illuminò. -Molto bene. Preparate le vostre cose e tra tre giorni passerò a 
prendervi per accompagnarvi al cottage, dove potrete restare tutto il tempo che 
desiderate
 
 
Fu con il cuore gonfio di sentimenti contrastanti che trascorsi i tre giorni 
successivi. Mentre preparavo i bagagli con le poche cose che avevo portato con 
me a Villa Hutton dalla mia vita precedente, mi domandavo come avrei dovuto 
congedarmi da Oliver. Anche se non era più mio marito, non potevo andarmene 
così di nascosto, senza una parola...ma lui era chiuso nel suo studio e 
solamente Tom e Julian finora avevano potuto accedervi e parlare brevemente con 
lui.
Pensavo anche a Carlos, a come stava affrontando il carcere, chissà cosa 
gli passava per la testa, chissà se la soddisfazione per aver devastato la vita 
di suo fratello era tale da non fargli provare alcun rimpianto per aver gettato 
completamente al vento la sua. Carlos era un uomo in gamba, avrebbe potuto fare 
qualunque cosa nella sua vita, ma aveva scelto di perseguire la via dell'odio e 
del risentimento lasciando indietro tutto il resto.
Molti dei miei pensieri 
erano rivolti a Tom e mi davo della sciocca per aver capito solamente adesso 
l'importanza che quell'uomo aveva per me. Accecata dalla folle infatuazione per 
Carlos, non mi ero nemmeno accorta dei suoi sentimenti nei miei confronti, 
sentimenti che aveva soffocato per rispetto verso il suo amico Oliver, ma ora 
io non ero più la moglie del suo più caro amico...chissà se mi aveva offerto la 
sua ospitalità al college solo per gentilezza o se magari nel suo cuore si era 
accesa la speranza che io potessi ricambiarlo...non volevo guardare nel mio 
cuore per dare un nome a ciò che sentivo per lui, ero rimasta scottata una 
volta e volevo starmene ben lontana dal fuoco.
Dovevo pensare a cosa fare della 
mia vita, non coltivare sciocche fantasie sentimentali che non servivano a 
nulla e che avrebbero fatto solamente del male a me e allo stesso Tom. 
Continuavo a ripetermi che lui meritava di meglio.
Un aiuto per il mio futuro 
venne da una persona totalmente inaspettata. Quando Lavinia mi disse che c'era 
qualcuno che desiderava parlarmi, per un attimo pensai che fosse di nuovo Tom, 
o la polizia che aveva deciso di voler ascoltare anche la mia testimonianza sui 
crimini di Carlos...invece, con grande stupore, trovai ad attendermi nel 
salotto la signora Ross, con espressione dimessa e gli occhi bassi.
-Scusate se 
vi disturbo, Kathleen, immagino che non siano giorni facili nemmeno per voi...-
Avrei voluto accoglierla con l'astio e la freddezza che lei aveva sempre 
riservato a me, ma non riuscivo. L'espressione tormentata del suo viso non me 
lo consentiva.
 -In effetti non mi aspettavo di vedervi qui, signora Ross. Come 
sta vostra sorella?-, domandai in tono cordiale ma distaccato.
Amy sospirò e si 
lasciò quasi cadere sul divano. - Fisicamente bene, ma il morale è a pezzi. Non 
oso immaginare come stia vivendo la prospettiva di dover testimoniare al 
processo. È già così devastata poverina...non dorme e mangia pochissimo e il 
fatto che Oliver si rifiuti di vederla o anche solo di parlarle non l'aiuta di 
certo..-
-Oliver non vuole vedere nessuno. Neanche io sono riuscita più a 
parlare con lui da quel giorno. Tom mi ha detto che è sconvolto-
-Anche Julian 
lo ha visto brevemente e mi ha detto la stessa cosa. Dobbiamo essere pazienti 
con lui e dargli tempo, il trauma è stato notevole...io però non sono venuta 
per Oliver e neanche per mia sorella, a dire il vero. Io sono venuta per voi, 
Kathleeen-, alzò lo sguardo e per la prima volta mi guardò negli occhi con 
espressione franca e sincera.
-Sono venuta a chiedervi scusa. Io...io vi devo 
delle scuse per come mi sono comportata con voi, per la freddezza con cui vi ho 
accolto in questa casa, per la mia antipatia e la mia scortesia nei vostri 
riguardi. È vero, ero distrutta dal dolore per mia sorella, ma non avevo nessun 
diritto di prendermela con voi. Non era assolutamente colpa vostra e io ho 
sbagliato. Vi chiedo sinceramente perdono –
Rimasi sinceramente colpita dalle 
scuse di Amy e soprattutto dall'onestà del suo sguardo. Non doveva esser stato 
facile per lei mettere da parte l'orgoglio e venire a scusarsi con me. 
-Apprezzo il vostro gesto, signora Ross, e accetto le vostre scuse. Ormai è 
acqua passata e io, comunque, rimarrò in questa casa e in questa città ancora 
per poco -, risposi.
Amy abbozzò un timido sorriso. -Certo, posso capire che non 
desideriate rimanere più qui dopo tutto quello che è successo...se non sono 
troppo indiscreta, posso chiedervi che programmi avete per il futuro?-Sospirai. 
-Per il momento, mi trasferirò nel piccolo cottage che Tom mi ha messo 
gentilmente a disposizione nel villaggio vicino...devo riflettere su alcune 
cose, ma penso che mi dovrò cercare un lavoro...prima di...ecco prima di 
incontrare Oliver...facevo da dama di compagnia a una mia zia, immagino che 
potrei cercare qualcosa di simile...
-La signora Ross annuì e tirò fuori un 
pezzo di carta dalla sua borsa. -Ecco, a tale proposito... questo è l'indirizzo 
di una mia cara amica...si chiama Jenny Callaghan e vive non molto lontano da 
qui, al Nord...lei e suo marito hanno appena avuto il secondo bambino e stanno 
cercando qualcuno che possa dare loro una mano a gestire la casa...se...io non 
desidero essere inopportuna ci mancherebbe...ma se doveste avere bisogno...ecco 
io potrei scriverle e sono sicura che ci accoglierebbe a braccia aperte .. sono 
bravissime persone, vi trovereste bene con loro...
-Presi il bigliettino che Amy 
mi offriva e lo guardai per un istante. Non sapevo se dovevo sentirmi grata o 
umiliata per questa sua proposta, ma la verità era che da qualche parte avrei 
pur dovuto cominciare e fare la governante era un'opportunità come un'altra. 
Non potevo pesare a lungo sulla generosità di Tom, quanto a Oliver non ero più 
sua moglie ed ero assolutamente certa di non voler accettare da lui un 
centesimo del suo denaro.
-La ringrazio, signora. Sarebbe molto generoso da 
parte sua-
Amy mi strinse la mano e mi disse che mi avrebbe dato notizie non 
appena si fosse messa in contatto con la signora Callaghan. Avere una 
prospettiva per il futuro mi aveva un po' rinfrancata e tornai nella mia stanza 
a preparare le valigie con il cuore un po' più leggero rispetto ai giorni 
precedenti. L'indomani Tom sarebbe venuto a prendermi per condurmi al cottage, 
dove avrei soggiornato in attesa di notizie...se la risposta della signora 
Callaghan fosse stata positiva, mi sarei messa in viaggio il prima possibile 
per trasferirmi a casa sua al Nord.
Ero presa dai miei pensieri quando sentii 
bussare alla porta della mia stanza. Ero sicura che fosse Lavinia che veniva a 
portarmi degli abiti puliti da mettere in valigia e così dissi avanti senza 
pensarci due volte, ma quando mi voltai mi resi conto che non si trattava 
affatto di lei.
Sulla soglia, pallido in volto e con l'espressione 
indecifrabile, vidi Oliver...
 
 
Fine diciannovesimo capitolo 
 
  
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