Cap.20
And your voice was
all I heard
That I get what I
deserve
“Dannato moccioso!
Sì, è vero che sono preoccupato perché
il
boss è stato cupo tutto il giorno e poi è
scomparso, ma cosa diamine gli ha
fatto credere che denudarmi e gettarmi nella piscina bollente mi
avrebbe
distratto?!
Accidenti a Takeshi, davvero! Non
potevo avere allievo più
insopportabile e irriverente!” gridò Squalo.
“Ricorda tantissimo te
quando avevi la sua età. Ai tempi del
liceo ridevi nello stesso modo” gli disse Dino.
“Voooooi!”
sbraitò
Squalo e la sua voce risuonò per i corridoi.
Cavallone guardò Squalo
aprire la porta scorrevole della sua
stanza. Indossava uno yukata bianco
che si confondeva con la sua pelle pallidissima e i capelli grigi, e
dei
sandali geta ai piedi.
“Cos’ha Xanxus?
Paura per i bambini che dovranno
combattere?” domandò.
Squalo negò col capo.
“Il boss era in ansia per i
mocciosi anche prima. No, ci
dev’essere qualcosa d’altro. Oggi non è
neanche allenato con Skull dopo che ha
finito col gruppo di Lal” abbaiò.
< Un gruppo terribile, tra
l’altro. La doll di Sensei
Iemitsu mi è venuta a cercare e mi ha messo in imbarazzo
davanti a tutti. Ha
raccontato dei momenti della mia infanzia così personali che
Belphegor sta
ancora ridendo!
Gamma è appena tornato dal
viaggio di nozze e ne ha
approfittato per far vedere a me e a Levi ore di diapositive, quando
potevo
cercare il boss!
Levi suddetto fa parte del gruppo e,
allenandosi, non ha
potuto aiutarmi a ritrovare Xanxus. Infine ho dovuto curare mio
fratello Luca
che ha impedito a Colonnello e Gamma di massacrarsi di botte. Quei due,
saranno
anche fratelli, ma non si sopportano a vicenda. Probabilmente
perché uno sta
con Lal e l’altro è l’ex. Beh, se Lal
non tenesse ad entrambi non sarebbero
stati scelti proprio come campioni per proteggerla >
rifletté.
Dino assunse un’espressione
meditabonda ed annuì.
“Tua sorella ha qualche
idea del motivo?” chiese.
Squalo scrollò le spalle.
“No. L’ho mandata
a farsi un bagno con Lussuria, è inutile
che ci preoccupiamo entrambi per BakaBoss”
brontolò.
“Sicuro che Lussuria non
dirà… qualcosa di ambiguo?”
domandò
Dino, leccandosi le labbra.
Squalo ghignò, mostrando i
denti aguzzi.
“Lussuria è
sempre ambiguo. Però mia sorella non
gl’interessa. Anzi, se è con lei sarà
troppo occupato per andare alla ricerca
qualche altro ‘partecipante agli allenamenti’ che
risulti più che maggiorenne,
maschio e con un fisico palestrato” rispose.
Dino ridacchiò.
< Ce lo vedo >
pensò. “Stai attento che Xanxus non si
ubriachi. Lo sai che gli basta bere qualsiasi cosa che non sia
aranciata per
iniziare a cantare opere liriche e dare di matto”
sussurrò.
Squalo rabbrividì,
esalando: “Meglio evitare. Ogni volta gli
vengono idee assurde”.
Dino gli diede una pacca sulle spalle.
“Buona fortuna”
sussurrò, allontanandosi.
Squalo sospirò,
aprì la porta ed entrò, chiudendosela alle
spalle. S’irrigidì vedendo che Xanxus era seduto
sul letto e lo fissava.
“Voooi?!
Cosa ci
fai in camera mia?” biascicò Superbi. <
L’ho cercato per ore ed era qui!
> pensò.
Xanxus ghignò.
“Cioè…
non mi aspettavo di trovarti qui…”
biascicò Squalo,
dimenando la mano.
Xanxus incrociò le braccia
sul letto. “Dovresti aspettarti
di trovarmi in camera tua,
feccia”
ribatté.
Superbi sbuffò
sonoramente. < Mi fa sembrare un’idiota
quando fa così. Di solito condividiamo camera sua, non
camera mia >.
Sospirò, sedendosi accanto a lui. < Anche se sono
felice di averlo
finalmente trovato”.
Xanxus gli posò la testa
sulla spalla. “Pierre” si lasciò
andare ad un lungo gemito.
Squalo sgranò gli occhi,
mentre il suo battito cardiaco
accelerava e gli avvolse un braccio intorno alle spalle.
“Luigi, cosa
c’è?” domandò con voce
più profonda, mentre i
suoi occhi brillavano nella penombra.
Xanxus fece un verso simile ad un
animale ferito.
“Dannazione. Ho finalmente
mio padre a portata di mano… e
scopro che tra i due ‘Nono’ non c’era poi
così tanta differenza. Quella
margherita gigante è sadica, e ha una pace
sanguinaria…
Se mi ha rifiutato uno
perché non dovrebbe farlo anche
l’altro?” ruggì.
Squalo gli accarezzò la
guancia, dove c’era la cicatrice e
lo baciò. “Manuel ti adora. Sei suo figlio
legittimo, sei la sua Perla”
sussurrò.
< Non posso dirgli che ho
minacciato suo padre. Lui ci
tiene così tanto e mi sento anche io in colpa. Mi sono
lasciato trasportare
dalla collera. Voglio bene a Skull. Sicuramente non voleva uccidere
delle
persone… Persone come? A me care? Quei dannati mi volevano
uccidere! Però ci
sono cresciuti insieme. Non voleva di sicuro farmi incolpare >
pensò Xanxus,
con un gemito.
“Non so se è un
padre che voglio avere” ringhiò.
Squalo gli accarezzò la
guancia, lì dove stava scendendo una
lacrima, e gli posò un bacio sulla gota. Da lì
spostò le labbra fino a baciarlo
sulle labbra.
“Feccia, non sei proprio
capace” esalò Xanxus. Lo baciò con
foga, a sua volta, mentre Squalo continuava ad accarezzarlo. <
Era ora che
affrontasse tutto questo. In fondo il suo primo incontro con quel
gigante è
stato quando ha quasi ammazzato suo fratello e stava buttando
giù la villa >
pensò quest’ultimo.
“Cerchiamo di conoscerlo
meglio, va bene? Magari scopriamo
che non è tanto male se lo piantiamo nel modo
giusto” mormorò.
Xanxus fece la sua risata roca e
fredda.
“Quando vieni mezzo nudo in
camera tua devi aspettarti di
trovarmi lì, mia Superbia” sussurrò,
iniziando a slacciargli lo yukata.
Squalo, ignudo, sussurrò:
“Sai che c’è Iemitsu in zona?
Potrebbe scoprirci”.
Xanxus schioccò la lingua
sul palato.
“Ci sono anche Gamme e
Levi” soffiò Squalo.
Xanxus lo fece stendere sul letto,
iniziando a spogliarsi.
“Allora sarà meglio sbrigarci, prima che uno di
quei fottuti rompiscatole
spezzi il momento”.
Squalo ridacchiò.
“Un tempo ero io che ti
aspettavo per ore in camera tua.
Voooi…
Vuoi
prenderti miei vizi?” domandò.
Xanxus gli spalancò le
gambe e le tenette ferme con le sue
ginocchia. “Dovrò aspettarti all’altare,
mia regina. Meglio che io mi alleni”.
Squalo piegò le labbra in
un sorriso più dolce, arrossendo.
“Quanto ti
amo…” ammise.
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