Questa
storia partecipa alla Challenge: “Puoi scriverlo, ma a queste
condizioni” indetta dal Forum: Siate
curiosi
sempre.
Prompt
scelto: Difficile – 02:
Nella
storia deve essere menzionato almeno due volte un personaggio senza
che però questi compaia mai fisicamente + deve essere scritta
in seconda persona singolare + uno dei personaggi apporta un
cambiamento radicale nella propria vita + deve essere presente una
canzone degli anni '90 (a voi la scelta sia per la canzone che per
come inserirla all'interno della storia).
Friday,
I'm in love
Monday
you can fall apart Tuesday,
Wednesday break my heart Oh,
Thursday doesn't even start It's
Friday, I'm in love
(Friday,
I'm in love
- Cure 1992)
È
il pomeriggio di un venerdì uggioso, sei seduto sul letto
della camera in affitto che hai preso a Roma, dove ti sei trasferito
da quando hai lasciato la tua amata Firenze, la città dove sei
nato, per realizzare il sogno di diventare restauratore.
Hai
ventiquattro anni e sei convinto di aver buttato nel cesso la tua
possibilità di essere felice. E forse non hai torto perché
tra le mani stringi una partecipazione di nozze che hai ricevuto da
mesi e a cui hai risposto con entusiasmo credendo, o meglio, fingendo
di essere felice perché la tua "migliore" amica «Ha
finalmente trovato l'uomo della sua vita!»
Quella
migliore amica che conosci da quando avevi dodici anni e con la quale
alle medie non sei riuscito a dichiararti perché eri troppo
immaturo e timido.
La
stessa che per tutta l'adolescenza ha cercato di farti capire che
provava per te molto più di un semplice sentimento di
amicizia.
Ma
tu, vigliaccamente, per paura di perderla hai sempre fatto finta di
non capire.
E
alla fine l'hai persa davvero perché lei ha incontrato un
altro, un collega del corso di laurea in Scienze Infermieristiche.
Uno che presuntuosamente avevi sottovalutato e che ora invece se la
porterà via per sempre.
E
tu, oggi, il venerdì prima del suo matrimonio, sei crollato.
Hai realizzato che ormai è troppo tardi per cambiare le cose,
che non puoi farci più nulla, che puoi solo accettare la
sconfitta.
E
piangere.
E
sentirti un completo idiota per aver perso Catherine.
«E
porca puttana, ci mancavano anche i Cure!»
Che per colmo di ironia stanno facendo casino in un teatro mentre
cantano Friday, I'm in love!
In
preda all'autocommiserazione più sfrenata ascolti la canzone
fino alla fine, poi ti alzi e spegni la TV. Ti volti per rileggere,
per l'ennesima volta, la partecipazione di nozze, ma non la trovi.
Cominci a cercarla freneticamente, sotto le coperte, in mezzo ai
libri sparsi sul tavolo dove studi, sotto il letto. All'improvviso,
alle tue spalle una voce conosciuta ti domanda. «Cerchi
questa?»
Ti
volti e seduto sul tavolo c'è lui. Sempre uguale, con giaccone
e berretto da marinaio, barbetta corta, occhi nerissimi, corna…
pardon aureola spezzata, ali da pipistrello e un sorriso sornione.
«Azaele!
Che cavolo ci fai qui?»
Domandi incredulo.
Lui
ti strizza l'occhio e risponde. «Mi
hai chiamato e sono arrivato!»
Tu
lo guardi stupito. In un primo momento non capisci. Poi ti rendi
conto che per un secondo, forse due, nello sconforto più
totale hai davvero pensato a lui. Ti sei davvero chiesto se avrebbe
potuto aiutarti di nuovo.
Lui
sventola la partecipazione di nozze e ti domanda. «Immagino
che sia questo il problema. Ti sei fatto portare via Catherine dal
primo imbecille che ha avuto più coraggio di te. Giusto?»
Tu
lo guardi avvilito. «Già!».
«Scommetto
che è un tipo pallosissimo ma rassicurante. Si vede dalla
foto!»
«Esattamente!»
Rispondi
mestamente.
«E
allora perché ti sei arreso così facilmente? Yetunde,
non hai capito proprio nulla, guarda che questa è una
richiesta d'aiuto, non un invito al suo matrimonio! A proposito, è
veramente pacchiana questa partecipazione, per me l'ha scelta lui!»
Sospiri.
«Azaele,
non dire fesserie e soprattutto non tentarmi! È l'uomo che ha
scelto, non voglio mettermi in mezzo e distruggere la sua felicità!»
Azaele
sgrana gli occhi e ti guarda allibito.
«Ma
stai dicendo seriamente? Cioè, veramente tu credi che Catherine
possa essere felice con uno che si abbottona la camicia fino al collo
e crede di essere figo perché si è fatto crescere una
barba e un paio di baffetti che lo fanno sembrare un perfetto
coglione? Eddai, Yetunde! Tu non hai nemmeno bisogno di farti
crescere la barba per sembrare figo. Ti prego, cerca di ritrovare le
palle e corri a salvarla!»
«Aza,
ma anche volendo… Catherine si sposa domani! Secondo te cosa dovrei fare?»
Lui
ti sorride mefistofelico. «Non
hai mai visto “Il Laureato”, con Dustin Hoffman?»
Tu
lo guardi incredulo. «Mi
stai veramente suggerendo di precipitarmi a Firenze e rapirla
sull'altare?»
Gli
occhi di Azaele brillano di una sinistra luce color carminio mentre
dalla tasca del giaccone tira fuori un biglietto del treno per
Firenze e te lo porge.
Tu
afferri il biglietto, lo rigiri tra le dita e cominci a pensare che
forse…
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