Il giardino alla fine del mondo

di _Il colore del vento_
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Il giardino alla fine del mondo

 


Il fuoco divora il mondo attorno a loro e lo annienta in volute di fumo – fumo acre che gli impregna le narici.
Thomas sente aumentare la stanchezza quanto più il sangue scorre dalla ferita, irrefrenabile, imbrattando la divisa, le mani – sue e di Sco –, persino la fotografia che stringe forte al petto.
Dev'essere arrivata la fine, la fine di tutto, e lui e Will sono probabilmente gli ultimi superstiti.
Avanzando attraverso una desolata terra di nessuno, stravolta dalla violenza bruta, dilaniata dal conflitto, sono arrivati lì giusto in tempo per la fine dei tempi.
Ma no, no – da qualche parte, la vita si riserva ancora un futuro e le strade sfociano ancora in mete che non sono capolinea.
Da qualche parte, ancora ci sono uomini che hanno il privilegio di poter rinviare la disfatta – una disfatta atroce, terribilmente vicina, alla quale vanno incontro ignari. Sopravvivono altrove i destinatari di un messaggio di salvezza rimasto incastrato in un limbo di distruzione, dove non ci sono coordinate, né direzioni da seguire – dove tutto si smarrisce in muto orrore.
Come avrebbe fatto, Sco, ad andare avanti, oltre le fiamme – oltre la fine?
Thomas solleva a fatica lo sguardo sul volto tirato dell'altro, lo distingue a malapena tra le lacrime e il dolore.

"Dimmi che conosci la strada" lo implora.
Dimmi che risparmierai a mio fratello e ai suoi uomini questa sofferenza indicibile.
"Conosco la strada" replica Will serio, ricapitolando tappa dopo tappa il tragitto ancora da percorrere.
È un brav'uomo, Sco, un bravo amico. Non avrebbe potuto scegliere un compagno migliore con cui spingersi fino alla fine del mondo.
La voce di William, intanto, inizia ad affievolirsi: forse il fuoco sta consumando entrambi.
Thomas chiude gli occhi, in preda a una stanchezza infinita.
"Consegnerò il messaggio..." sente dire da un punto indefinito, sopra di lui.
Ma più il sangue abbandona il suo corpo, portando via il tempo, più fatica a ricordare di che messaggio si tratti. Un messaggio per chi?
"...e poi troverò tuo fratello."
Joe. Suo fratello. Certo, suo fratello lo attende – e anche la mamma.
Lo aspettano in giardino: il giardino dei futuri possibili e dei ciliegi in fiore della sua infanzia. Lì è già (è sempre) primavera inoltrata.

In giardino, il futuro è verde e morbido sotto i piedi e risuona melodioso, come le canzoni della mamma, che lei canticchiava (avrebbe cantato ancora) per lui e Joe, con voce dolce come succo di ciliegia.
In giardino saranno tutti assieme, finalmente, e rideranno; rideranno a crepapelle come dei bambini, e non ci saranno più il sangue e il dolore, non conosceranno più la paura.
Deve soltanto correre in giardino. 
E sarà pace – sarà casa.








 





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