Alla fine
eravamo riuscite ad organizzarci con Rachel a proposito dell’uscita
con il suo gruppo. Lei entusiasta si era assicurata che per questo
sabato nessuno avesse qualche impegno. Perciò seppur non molto
entusiasta all’idea mi ero dovuta sforzare di prepararmi e di
uscire di casa. Avevamo preso appuntamento al bowling che non distava
molto da casa, perciò io e Charlie eravamo arrivate in autobus
mentre Valentina e Jane erano giunte accompagnate dalla mamma di
quest’ultima. Mancavano solo Rachel e i suoi amici.
«Dite
che sono vestita bene?» Esordì Jane facendo una
giravolta per farsi ammirare e noi tutte la riempimmo di complimenti.
«Stasera li conquisterai tutti, vedrai» Jane era
piuttosto scettica al riguardo.
Lanciai
un’occhiata all’orologio. Non ero sorpresa, Rachel non
era mai arrivata puntuale in vita sua ma essendo nervosa quella sera
sentivo che non potevo sopportare ancora a lungo l’attesa. Poi
per fortuna un camioncino fu parcheggiato poco lontano da noi. Era il
furgoncino della band, sul retro infatti c’era lo stemma e il
nome District
16, che
era il modo con cui si facevano chiamare. Rachel emerse per prima,
seguita da Raja, Ray e Jason. I miei occhi si soffermarono a lungo su
un ragazzo in particolare.
«Allora
Jane qual è quello ti piace?» Chiese Valentina divertita
prima che i tipi si avvicinassero. «Ray è sicuramente il
più carino ma sembra già essere preso.» E indicò
Charlie che volle tanto poter negare ma non ne ebbe l’occasione
perché poi Rachel ci raggiunse. «Ci siete già
tutte.»
«Stavamo
aspettando solo voi.» Ammisi e salutammo la nostra amica con un
abbraccio mentre con gli altri una cordiale stretta di mano. Quando
fu il turno di salutare Ray, lui a stento mi rivolse un’occhiata,
ma quando i suoi occhi finirono per incrociare quelli di Charlie,
addirittura si calò per lasciarle un bacio sulla guancia.
Rachel mi fece l’occhiolino come a dire “alla fine con
Ray ci ho parlato” e Charlie invece, la mia tenera amica, mi
lanciò un’occhiata di fuoco per dire “dopo me la
pagherai cara”. Io dal canto mio potevo soltanto fingere che la
cosa non mi avesse dato fastidio. «Entriamo?» Chiesi e
senza attendere una risposta mi diressi all’interno del locale,
sicura che gli altri mi stessero seguendo.
Avevo
come la sensazione che quella sarebbe stata una lunga serata.
Quando
prendemmo posizione tra i tavolini concordammo tutti di dividerci in
due grandi squadre. Io finii per giocare con Jane, Jason e Valentina.
Il team avversario invece era composto da Raja, Charlie, Rachel e
Ray.
Charlie
non aveva mai giocato prima perciò le consigliammo di andare
per prima e di provare. Tuttavia mi pentii dell’idea che avevo
avuto non appena vidi Ray affiancarla. L’accompagnò in
pista e le poggiò una mano sul fianco per indicarle la
posizione adatta che doveva assumere. «Ti insegno io» le
disse con quel tono di voce profondo e affascinante che aveva già
usato con me. La mia squadra intanto si stava accordando sul gioco ma
io ero troppo distratta per prestare ascolto. Valentina tentò
di attirare la mia attenzione.
«Emily?»
«Mmh?»
«Te
la senti di andare per prima?» Mi chiese e io neanche la
guardai. Mi lasciai andare ad una risatina isterica quando vidi Ray
spostare una ciocca di capelli dal viso di Charlie e complimentarsi
con lei per il tiro. «Sei stata brava.»
Charlie
a malapena aveva tirato giù due birilli.
«Dammi
qua. Voglio stracciarli.» Sottrassi la boccia dalle mani di
Valentina che mi guardò un po’ sorpresa. Con
l’adrenalina a mille mi diressi verso la pista e presi una
leggera riconcorsa. Giocavo a bowling da quando avevo dieci anni.
Derek e Will ci venivano spesso fin da bambini e ogni tanto capitava
che si portavano anche me. Mi avevano insegnato loro.
Con
un piccolo swing feci strike al primo colpo. La mia squadra si alzò
in piedi esultando e prima che tornassi da loro mi voltai verso i
miei avversari e ghignai. «Scommetto che sarà un gioco
da ragazzi battervi.» I miei occhi incrociarono apposta quelli
di Ray. L’altro ragazzo sembrava aver accolto con piacere la
sfida. Con un sorrisino divertito si alzò e fu il secondo a
tirare. Anche lui fece strike al primo colpo.
«Ti
distruggerò, vedrai.» Mi disse dopo essermi passato di
fianco. Era molto serio al riguardo.
Finimmo
per vincere e non fu dovuto particolarmente al nostro talento,
piuttosto ci portò fortuna Charlie che non avendo mai giocato
risultò la più scarsina. Comunque i punti di distanza
non furono tanti, infatti avevo sudato quella vittoria che comunque
mi sarei portata a casa con molta soddisfazione. «Ray?»
Mi avvicinai con finta aria innocente. Il ragazzo aveva già
intuito perché fossi lì. Sorrise in maniera forzata.
«Cos’è
che avevi detto?» Finsi di togliergli un po’ di polvere
dalla giacca. «Mi distruggerai?» E ridacchiai volendo
provocarlo giusto un po’. «Posso sempre prendermi la
rivincita. Solo io e te però questa volta.» Ma prima che
potessi accettare o rifiutare, Rachel si accostò a noi per
informarci che ci saremmo spostati.
«Vi
piace messicano?» Ci chiese. «Adoro il cibo messicano.»
Dissi e ricambiai lo sguardo di Ray con finto dispiacere, come per
dire “sarà per la prossima volta”.
Il
ristorante che avevano scelto si trovava proprio dietro l’angolo
perciò non ci mettemmo molto ad arrivare. In un lontananza
avvistammo un tavolo da biliardo e Ray non mi diede neanche il tempo
di ambientarmi, mi prese per un polso e mi trascinò via dagli
altri, solo per lanciarmi a volo una stecca.
«Voglio
la mia rivincita.»
«Sei
proprio un bambino.»
Gli
altri intanto si erano accomodati ad un tavolo. Charlie mi fece segno
di aver riservato un posto per me accanto a lei e io la ringraziai da
lontano. Ray approfittò di quel momento di distrazione per
avvicinarsi. Non me ne accorsi neanche, improvvisamente sentii il suo
fiato solleticarmi il collo perciò mi voltai e incontrai
quelle due pozze cristalline. Arretrai d’istinto.
«Charlie,
la tua amica, è davvero una bella ragazza.» Mi disse
indicandola con un cenno del capo. «Te ne sei accorto solo
ora?» Risposi mentre mettevo una giusta distanza tra me e lui.
«Spacco io.» Lo avvisai e lui non ebbe niente da ridire.
«In
verità ho avuto un’interessante conversazione con
Rachel» e lo disse con una certa ironia. A quelle parole mi
irrigidii e finsi di non averlo sentito. Posizionai la stecca al
centro e spaccai. Due palline finirono in buca al primo colpo. «Le
mezze sono mie.» Gli feci notare mentre mi preparavo al secondo
tiro. Ray tuttavia non era così interessato al gioco, non
stava neanche osservando il tavolo ma sentivo i suoi occhi su di me,
probabilmente cercava il mio sguardo. «A quanto pare qualcuno è
andato a dirle che io avrei un certo interesse per una bionda.»
Mi
misi dritta con la schiena dopo che con il mio colpo non avevo
buttato giù neanche una pallina. Continuavo ad ignorare di
proposito il suo sguardo. «Ho pensato… chi potrà
mai essere stato?»
Ray
mi passò da dietro e mi sfiorò leggermente il bacino
con il suo. «Poi ci ho riflettuto e… Mi sei venuta in
mente tu.»
«E
come mai ha pensato proprio a me?»
«Chiamala…
Intuizione.»
Ray
colpì in maniera netta e seppure si trattasse di un tiro
difficile mando giù due delle sue palline. «Prima dici
che ti importuno e adesso invece che mi piace la tua amica?»
Ray si appoggiò accanto a me e quando mi vide nuovamente
volgere la mia attenzione altrove, bloccò il mio tiro e mi
costrinse ad incrociare i suoi occhi. Per tutto il tempo avevo
evitato apposta di guardarlo. «A che gioco stai giocando
Haines?»
«E
tu a che gioco stai giocando con Charlie?»
Credeva
che non avessi notato il modo in cui per tutta la durata in cui
eravamo stati al bowling si era attaccato alla mia amica provandoci
spudoratamente?
«Io?»
Chiese ingenuamente ma il suo sorriso non mi piaceva affatto.
«Pensavo stessimo giocando allo stesso gioco.» Ed indicò
il biliardo, come se d’improvviso non capisse a cosa mi stessi
riferendo. «Tsk.»
Aveva
davvero una faccia tosta.
«Con
me cadi male Ray.»
«Tu
dici?»
«Qualsiasi
cosa stai cercando di fare con Charlie sappi che lei è
abbastanza intelligente per capire le tue reali intenzioni.»
«E
quali sarebbero?»
«Provocarmi.»
Ne
ero abbastanza sicura adesso. Soprattutto dopo quel dialogo. Ray
rise. «Tipico di voi Haines pensare che il mondo giri intorno a
voi.»
Mi
stava paragonando a mio fratello. Anche se avevo già chiarito
che non volevo sapere niente dell’astio che c’era tra i
due, adesso ero curiosa. Perché Ray ce l’aveva tanto con
Will? Ma non ebbi il coraggio di chiederglielo. Piuttosto decidemmo
che di quello scambio di battute eravamo entrambi saturi e ci
dedicammo interamente al gioco. Purtroppo al biliardo non ero tanto
brava come al bowling e per questo finii per essere stracciata.
Eppure Ray non mostrò nessun desiderio di prendermi in giro.
Se ne andò senza dire niente per raggiungere gli altri che
avevano intanto già ordinato.
Tornammo
a casa molto tardi, tanto che mio padre mi rimproverò. «Non
puoi tornare a quest’ora e aspettarti che non ti dica niente,
Emily.»
«Papà
mi dispiace. Ci stavamo divertendo e non ho badato all’ora.»
Toy,
il nostro gatto, quando mi vide emergere dall’ingresso si
strusciò sulle mie gambe e iniziò a miagolare in cerca
di attenzioni. «Ciao piccolino.»
«Avresti
potuto chiamare me o tuo fratello per farti venire a prendere.»
«Will
è in casa?»
«È
in camera sua con Derek.»
Era
stranissimo che mio fratello fosse restato a casa di sabato sera. «Mi
dispiace davvero.» E feci gli occhi dolci cosa che con lui
funzionava sempre, con mia madre invece… La mia genitrice
emerse dalla cucina con sguardo severo e a braccia conserte. «Non
mi piace affatto che prendi l’autobus.»
«Dovevo
pur imparare.»
«Si
ma non a quest’ora. È pericoloso, Emily.» Alzai
gli occhi al cielo ma non replicai. Non avevo intenzione di discutere
con loro quella sera. «Comunque hai mangiato?»
«Si,
adesso se non vi dispiace vado di sopra. Sono davvero stanca.»
«E
non mi racconti niente di cosa hai fatto, con chi sei uscita?»
«Magari
domani» e sbadigliai per far capire a mio padre che adesso non
ne avevo voglia. Li salutai con un bacio volante e salii in fretta le
scale mentre di sotto li sentivo mormorare. «È uscita
con un ragazzo, me lo sento.»
«Non
è più una bambina…»
Ma
non riuscii a recepire altro. Spedita mi diressi nella camera di mio
fratello e senza bussare aprii la porta, trovando i due amici del
cuore seduti davanti alla Play Station. «Buonasera, sfigati.»
Loro
non mi degnarono neanche di un’occhiata e io abbastanza allegra
e di buon umore trotterellai fino a che non caddi di peso sul letto
di Will. «Come mai a casa di sabato?»
«Emily
non mettere i piedi sul letto.»
Come
faceva a saperlo? Era voltato di spalle. «Allora?» Li
incalzai. «L’allenatore ha chiesto degli allenamenti
extra e siamo stati in campo fino alle otto e mezza. Eravamo troppo
stanchi per uscire perciò siamo restati a casa.» Certo,
dopo la pesante sconfitta di ieri il loro mister si era fatto più
agguerrito e attraverso pretese esagerate aveva messo i suoi ragazzi
ad allenarsi fino allo sfinimento.
«E
Phineas?»
«È
ancora infortunato.» Mi fece sapere Will e Derek aggiunse
sghignazzando «tu dovresti saperlo meglio di noi come sta.»
Pretesi
di non aver sentito. «Io invece sono uscita e mi sono divertita
molto.»
Né
Will né Derek mostrarono un minimo di interesse. Non mi
chiesero neanche dove fossi andata e con chi. Ero certa però
che se avessi fatto il nome di Ray Scott sarebbero saltati in aria.
Invece erano troppo presi dalla loro partita alla Play per accorgersi
di me. Sbuffai e mi alzai facendo per andarmene.
«Emily?»
«Mhh?»
«Prima
che te ne vai puoi portare via il vassoio?»
Sbuffai
seccata di essere stata ignorata. Presi il vassoio a malincuore,
restai qualche secondo a fissarli sperando in qualcosa ma le loro
pupille seguivano rapidamente soltanto le figure dello schermo
televisivo. Perciò alla fine me ne andai.
Dopo
aver fatto una doccia e aver coccolato Toy decisi di mettermi a
letto. Prima di andare a dormire, ogni notte controllavo il telefono.
Sul gruppo le ragazze avevano già raccontato a Nisha e Rue di
quella uscita. A quanto pare Jane non era stata particolarmente
soddisfatta, scriveva che gli amici di Rachel non le erano sembrati
socievoli ma che tutto sommato si era divertita. Stavo per mettere
via il cellulare così da andare a dormire quando mi arrivò
una notifica da Instagram.
Un
username che non riconoscevo aveva iniziato a seguirmi ma quando
aprii il suo profilo riconobbi le foto del ragazzo affascinante dagli
occhi chiari. Ray Scott che mi seguiva? Mi morsi le labbra non
sapendo che dovevo fare. Ricambiare forse? Normalmente mi sarei detta
di no, che era una pessima idea e che dovevo togliermi dalla testa
quel tipo. Tuttavia una parte di me non mi permetteva di essergli
totalmente indifferente.
Pertanto
mi sollevai di scatto dal letto, aprii la porta della stanza e
raggiunsi brevemente quella di Will. Non fui per niente sorpresa di
beccare i due ragazzi così come li avevo lasciati. Era un po’
tardi, però. Probabilmente Derek sarebbe restato lì per
la notte.
«Will.»
«Che
vuoi?» chiese con fare scocciato.
«Perché
tu e Ray Scott non andate d’accordo?»
E
fu solo con quella domanda che riuscii finalmente ad ottenere la loro
attenzione. I due si voltarono all’unisono verso di me e mi
guardarono con fare sospettoso. Alla fine mio fratello decise di
mettere in paura il gioco. «Perché me lo stai
domandando?»
«Rispondi
prima di tu.»
Will
si alzò in piedi e Derek fece altrettanto. L’amico mi
fece segno di non insistere mentre l’espressione di mio
fratello si fece molto più dura. Non mi piacque affatto.
«Emily, te l’ho già detto. Stai alla larga da quel
tipo.»
«Ti
ho fatto solo una semplice domanda.» Lui si avvicinò
finché non fu a pochi passi da me. Aveva un tono che non
ammetteva repliche. «Non te lo dirò un’altra
volta.» Mi superò per uscire dalla stanza più
arrabbiato che mai.
«Ma
che cosa ho detto?»
Derek
sospirò e si portò le mani nei capelli. Sembrava
parecchio stanco. «Vai a dormire, Emily.»
Ma
io pensai che se non voleva dirmelo Will, Derek che era lì
poteva farlo. Perciò mi avvicinai e tentai di fargli gli occhi
dolci. «Almeno tu…» E misi su un broncio che
riuscì solo a farlo ridere. «La parte della dolce
ragazza non ti riesce tanto bene.»
«Andiamo,
Derek! Non vedo perché non possiate dirmelo…»
Lui
però sembrò totalmente cambiare espressione. Il sorriso
gli morì e con fare molto più critico mi chiese come
mai tutto questo interesse per Ray Scott. In risposta seppi solo
arrossire e balbettare frasi sconnesse.
«Emily?»
Lui era alquanto confuso. Mi prese il mento con le dita e mi
costrinse ad alzare la testa per poterlo guardare negli occhi. Derek
sembrava volesse scavarmi dentro. Deglutii a causa di quella
vicinanza. «C-che stai facendo?» Chiesi allarmata e lui
continuò a fissarmi, come se cercasse qualcosa. «Non è
che ci nascondi qualcosa?»
«Che
cosa succede nella mia vita non sono affari tuoi, Coliman.»
Lo
avevo chiamato per cognome. Mi era uscito spontaneo ma non lo avevo
mai fatto prima. Derek ci arrivò da solo. C’era un’altra
persona infondo abituata a chiamare le persone con il loro cognome…
ed era proprio Ray Scott.
«Non
ci posso credere…» Mormorò scuotendo il capo come
se non ci volesse credere. «A cosa?»
Derek
però ebbe solo l’audacia di dirmi «sei proprio una
stupida…»
«Come?»
Mi
guardò per un altro breve istante poi mi superò dandomi
una spallata e uscì dalla stanza più arrabbiato di
Will.
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