'Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Masashi Kishimoto; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro'.
Capitolo 3
Capitolo
3
Itachi
stava giocando
a Shogi con Shisui. Il cugino non era un grande giocatore e Itachi non
riusciva
a capacitarsi quale fosse la scelta migliore e meno
noiosa: giocare o non
giocare.
Ma, visto che era stata sua la responsabilità
di proteggere
i membri della sua squadra, e lui non ci era riuscito, con la
catastrofica
conseguenza di tre ANBU su quattro in condizioni critiche, aveva deciso
che era
meglio passare un po’ di tempo con il cugino, per vedere come
si sarebbe
ripreso.
Davvero, doveva ammetterlo: se non ci fosse stata Sakura
forse a quest’ora tutti i suoi subordinati, nonché
suo cugino, sarebbero morti.
L’avrebbe dovuta ringraziare come si deve e non come aveva
fatto, o meglio: fatto per niente, il giorno prima.
Sicuramente si era irritata, e lui si sentiva in debito per
qualcosa, cosa che non gli piaceva affatto.
Gli venne in mente un’idea, proprio mentre ricordava gli
eventi del giorno prima, e un sorriso di compiacimento distese le sue
labbra.
Sì, questa forma di ringraziamento sarà il
vantaggio
iniziale che imporrà su di lei.
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-Come sta Shisui?-
chiese Itachi, prima che lei
lo potesse rimproverare.
La sua espressione
irritata si ammorbidì per un momento e disse: -Beh, ho fatto
quel che potevo,
ho riassestato le ossa rotte, ho fermato l’emorragia e curato
la commozione
cerebrale… ora il suo corpo dovrà fare il resto.
Ma Shisui starà bene,
Capitano. Lei invece no, se continua a tenere attivato lo Sharingan-.
Voltandosi, Sakura
raggiunse la porta e la richiuse dolcemente.
Itachi
disattivò lo
Sharingan e i suoi occhi si scurirono, tornando neri.
Lo aveva attivato
solamente per vedere quanto chakra le rimaneva, e constatò
con stupore che per
curare tutti i membri ANBU le sarebbe servita tutta la riserva di
chakra,
invece a lei rimaneva ancora un quarto, scarso, ma abbastanza per
reggersi in
piedi.
Haruno Sakura
avrebbe
avuto il comando su di lui fino a quando sarebbe rimasto in
quell’ospedale ed
era disposto ad accettare questo fatto. Per ora.
Meglio farla vincere
per una cosa da niente che farla arrabbiare, quando aveva chiaramente
il
vantaggio di avere dalla sua parte Tsunade.
Perché
non avrà sempre
l’influenza a suo vantaggio per tenerlo buono.
Chiudendo gli occhi,
Itachi si ritrasse verso il cuscino.
No, la piccola
compagna di squadra di suo fratello non avrebbe avuto sempre il
vantaggio a suo
favore, e lui si sarebbe divertito a punzecchiarla fino a quando non
sarebbe
stato soddisfatto di aver avuto qualunque cosa di lei che abbia
catturato la
sua attenzione appresa e dimenticata.
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Itachi
guardò in su
per incitare l’avversario a fare la sua mossa, quando la
porta si aprì e
riconobbe l’avvicinarsi di un chakra familiare.
Sakura avanzò nella stanza, portando con sé una
busta
contenente del cibo. - Salve, Shisui-san, Uchiha-san. Ho portato il
pranzo-
Gli occhi di Itachi si strinsero impercettibilmente. Aveva
avuto l’impressione che le infermiere portassero il pranzo e
non Sakura, che
era il loro supervisore.
- Ah, Sakura-chan!- salutò Shisui. - E’ bello
vederti qui!
Tutto lo staff è così adorabile che dovrei
ferirmi più spesso!-.
Sakura gli sorrise, aggiustandogli il cuscino e posando la
busta di cibo sul suo grembo. - Sono felice che tu abbia avuto una
così piacevole
esperienza, Shisui-san-.
Gli occhi di Itachi si strinsero ancora di più.
Non aveva mai visto la kunoichi comportarsi in quel modo.
Sakura continuò a parlare: - Yūki mi stava dicendo in
particolare della tua riconoscenza. Ha menzionato qualcosa sul fatto
che tu hai
paura delle siringhe?-
Shisui rise un po’ a disagio.
D’un tratto qualcosa si mosse nella mano di Sakura sotto la
busta del pranzo e Itachi ebbe giusto il tempo di lasciarle fare
qualunque cosa
fosse in procinto di, prima che Shisui emettesse un grido.
- Cosa diavolo è stato quello?!-
Sakura si sporse in avanti, sorridendo vicinissima al viso
di Shisui. - Quello, Shisui-san, era un anestetico. Yūki mi ha riferito
del
fatto che tu la implori, in preda alle lacrime, di reggerti la mano
“per darti
forza” quando deve farti un’iniezione. Non mi
importa se hai una paura matta
degli aghi, ma fallo un’altra volta e te ne pentirai
amaramente-.
Shisui sbatté le palpebre prima di sorriderle abbastanza da
fargli increspare gli angoli degli occhi.
- Certamente, Sakura-chan!-
Sakura lo osservò per un momento e poi annuì,
allontanandosi
dal letto. - Bene. L’anestetico dovrebbe cominciare a fare
effetto tra
mezz’ora.-
- Benissimo. Quindi quando potrò tornare in servizio?-
Sakura accennò un sorriso. - Tornare in servizio?
Shisui-san, ti abbiamo appena salvato dalle grinfie della morte. Ho
paura che
dovrai stare fuori servizio per almeno due settimane.-
Shisui la osservò perplesso. - Ma…-.
Itachi contemplò Sakura mentre lei continuava a guardare
Shisui con quel piccolo mezzo sorriso che gli dava diverse ragioni per
studiarla.
Era ovvio che per lei discutere con pazienti difficili fosse
all’ordine del giorno, e anche minacciarli con delle
conseguenze dei loro
comportamenti scorretti che si sarebbero potute prolungare nel tempo.
Itachi scommetteva
sul fatto che Shisui fosse sarebbe rimasto a letto a causa del suo
ridicolo
comportamento con l’infermiera che aveva cercato di aiutarlo
prima.
Senza dubbio Sakura possedeva un lato di sé molto spietato.
Nel frattempo, i suoi occhi tornarono con lo sguardo verso
il gioco da tavolo posto di fronte a lui, mentre riorganizzava nella
mente i
vari scompartimenti che giravano attorno alla giovane kunoichi. Efficiente. Era una parola
che cominciava ad
associarle.
- Bene, vi lascio al vostro gioco. Ma ricorda Shisui,
un’altra lamentela…- lasciò la minaccia
incompleta prima di compiere un leggero
inchino e lasciare la stanza con lunghe e sicure falcate che mettevano
in
mostra le sue gambe attraenti.
Mentre muoveva il suo pezzo, Itachi si domandò
inconsciamente se Sakura fosse così efficiente anche quando
frantumava il
cranio del suo avversario.
In questi giorni non aveva avuto occasione di combattere
molto, vista la sua ininterrotta presenza in ospedale e Itachi era
curioso di
sapere come lei rispondeva alla violenza.
Forse l’avrebbe scoperto presto.
NdA: Prima di tutto, volevo fare le mie scuse a coloro che leggono questa storia, a causa del ritardo che ho avuto per il capitolo...mi dispiace molto, ma per farmi perdonare il prossimo sarà ancora più lungo e più avvincente (si spera...XD).
Poi, volevo ringraziare tutti quelli che hanno commentato i capitoli precedenti e spero che anche questo sia ugualmente gradito...Beh, alla prossima!
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