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Autore: delpierina993    10/09/2009    3 recensioni
Entrando nella stanza, Sakura si accorse che di certo non si sarebbe mai aspettata due cose: la prima che il paziente era seduto sul letto a petto nudo coperto solo da un lenzuolo di lino e da fasciature macchiate di sangue; la seconda che si trattava del fratello di Sasuke: Itachi Uchiha, il Capitano ANBU famoso per le sue capacità e non solo, a quanto pareva.
Genere: Generale, Romantico, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Itachi, Sakura Haruno
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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'Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Masashi Kishimoto; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro'.

Capitolo 3 Capitolo 3
Itachi stava giocando a Shogi con Shisui. Il cugino non era un grande giocatore e Itachi non riusciva a capacitarsi quale fosse la scelta migliore e meno noiosa: giocare o non giocare.
Ma, visto che era stata sua la responsabilità di proteggere i membri della sua squadra, e lui non ci era riuscito, con la catastrofica conseguenza di tre ANBU su quattro in condizioni critiche, aveva deciso che era meglio passare un po’ di tempo con il cugino, per vedere come si sarebbe ripreso. 
Davvero, doveva ammetterlo: se non ci fosse stata Sakura forse a quest’ora tutti i suoi subordinati, nonché suo cugino, sarebbero morti.
L’avrebbe dovuta ringraziare come si deve e non come aveva fatto, o meglio: fatto per niente, il giorno prima. 
Sicuramente si era irritata, e lui si sentiva in debito per qualcosa, cosa che non gli piaceva affatto. 
Gli venne in mente un’idea, proprio mentre ricordava gli eventi del giorno prima, e un sorriso di compiacimento distese le sue labbra.
Sì, questa forma di ringraziamento sarà il vantaggio iniziale che imporrà su di lei. 

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-Come sta Shisui?- chiese Itachi, prima che lei lo potesse rimproverare.
La sua espressione irritata si ammorbidì per un momento e disse: -Beh, ho fatto quel che potevo, ho riassestato le ossa rotte, ho fermato l’emorragia e curato la commozione cerebrale… ora il suo corpo dovrà fare il resto. Ma Shisui starà bene, Capitano. Lei invece no, se continua a tenere attivato lo Sharingan-.
Voltandosi, Sakura raggiunse la porta e la richiuse dolcemente.
Itachi disattivò lo Sharingan e i suoi occhi si scurirono, tornando neri.
Lo aveva attivato solamente per vedere quanto chakra le rimaneva, e constatò con stupore che per curare tutti i membri ANBU le sarebbe servita tutta la riserva di chakra, invece a lei rimaneva ancora un quarto, scarso, ma abbastanza per reggersi in piedi.
Haruno Sakura avrebbe avuto il comando su di lui fino a quando sarebbe rimasto in quell’ospedale ed era disposto ad accettare questo fatto. Per ora.
Meglio farla vincere per una cosa da niente che farla arrabbiare, quando aveva chiaramente il vantaggio di avere dalla sua parte Tsunade.
Perché non avrà sempre l’influenza a suo vantaggio per tenerlo buono.
Chiudendo gli occhi, Itachi si ritrasse verso il cuscino.
No, la piccola compagna di squadra di suo fratello non avrebbe avuto sempre il vantaggio a suo favore, e lui si sarebbe divertito a punzecchiarla fino a quando non sarebbe stato soddisfatto di aver avuto qualunque cosa di lei che abbia catturato la sua attenzione appresa e dimenticata.

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Itachi guardò in su per incitare l’avversario a fare la sua mossa, quando la porta si aprì e riconobbe l’avvicinarsi di un chakra familiare.
Sakura avanzò nella stanza, portando con sé una busta contenente del cibo. - Salve, Shisui-san, Uchiha-san. Ho portato il pranzo-
Gli occhi di Itachi si strinsero impercettibilmente. Aveva avuto l’impressione che le infermiere portassero il pranzo e non Sakura, che era il loro supervisore.
- Ah, Sakura-chan!- salutò Shisui. - E’ bello vederti qui! Tutto lo staff è così adorabile che dovrei ferirmi più spesso!-.
Sakura gli sorrise, aggiustandogli il cuscino e posando la busta di cibo sul suo grembo. - Sono felice che tu abbia avuto una così piacevole esperienza, Shisui-san-.
Gli occhi di Itachi si strinsero ancora di più.
Non aveva mai visto la kunoichi comportarsi in quel modo.
Sakura continuò a parlare: - Yūki mi stava dicendo in particolare della tua riconoscenza. Ha menzionato qualcosa sul fatto che tu hai paura delle siringhe?-
Shisui rise un po’ a disagio.
D’un tratto qualcosa si mosse nella mano di Sakura sotto la busta del pranzo e Itachi ebbe giusto il tempo di lasciarle fare qualunque cosa fosse in procinto di, prima che Shisui emettesse un grido.
- Cosa diavolo è stato quello?!-
Sakura si sporse in avanti, sorridendo vicinissima al viso di Shisui. - Quello, Shisui-san, era un anestetico. Yūki mi ha riferito del fatto che tu la implori, in preda alle lacrime, di reggerti la mano “per darti forza” quando deve farti un’iniezione. Non mi importa se hai una paura matta degli aghi, ma fallo un’altra volta e te ne pentirai amaramente-.
Shisui sbatté le palpebre prima di sorriderle abbastanza da fargli increspare gli angoli degli occhi.
- Certamente, Sakura-chan!-
Sakura lo osservò per un momento e poi annuì, allontanandosi dal letto. - Bene. L’anestetico dovrebbe cominciare a fare effetto tra mezz’ora.-
- Benissimo. Quindi quando potrò tornare in servizio?-
Sakura accennò un sorriso. - Tornare in servizio? Shisui-san, ti abbiamo appena salvato dalle grinfie della morte. Ho paura che dovrai stare fuori servizio per almeno due settimane.-
Shisui la osservò perplesso. - Ma…-.
Itachi contemplò Sakura mentre lei continuava a guardare Shisui con quel piccolo mezzo sorriso che gli dava diverse ragioni per studiarla.
Era ovvio che per lei discutere con pazienti difficili fosse all’ordine del giorno, e anche minacciarli con delle conseguenze dei loro comportamenti scorretti che si sarebbero potute prolungare nel tempo.
Itachi scommetteva sul fatto che Shisui fosse sarebbe rimasto a letto a causa del suo ridicolo comportamento con l’infermiera che aveva cercato di aiutarlo prima.
Senza dubbio Sakura possedeva un lato di sé molto spietato.
Nel frattempo, i suoi occhi tornarono con lo sguardo verso il gioco da tavolo posto di fronte a lui, mentre riorganizzava nella mente i vari scompartimenti che giravano attorno alla giovane kunoichi.  Efficiente. Era una parola che cominciava ad associarle.
- Bene, vi lascio al vostro gioco. Ma ricorda Shisui, un’altra lamentela…- lasciò la minaccia incompleta prima di compiere un leggero inchino e lasciare la stanza con lunghe e sicure falcate che mettevano in mostra le sue gambe attraenti.
Mentre muoveva il suo pezzo, Itachi si domandò inconsciamente se Sakura fosse così efficiente anche quando frantumava il cranio del suo avversario.
In questi giorni non aveva avuto occasione di combattere molto, vista la sua ininterrotta presenza in ospedale e Itachi era curioso di sapere come lei rispondeva alla violenza.
Forse l’avrebbe scoperto presto.



NdA: Prima di tutto, volevo fare le mie scuse a coloro che leggono questa storia, a causa del ritardo che ho avuto per il capitolo...mi dispiace molto, ma per farmi perdonare il prossimo sarà ancora più lungo e più avvincente (si spera...XD). Poi, volevo ringraziare tutti quelli che hanno commentato i capitoli precedenti e spero che anche questo sia ugualmente gradito...Beh, alla prossima!
  
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