Kitty ed Emma, le Muse della commedia e della geometria si erano
materializzate sul ponte dell'imbarcazione diretta a Nasso per
informare la maggiore di loro dell'incredibile successo che avevano
avuto nel far capire all'ex principessa di Creta che doveva convincere
il suo compare Dio del vino a fermare i fallimentari piani di conquista
dell'Olimpo.
Leshawna, scettica nonostante desiderasse dare fiducia alle sorelline,
si rivolse verso Heather che in quanto Musa della storia avrebbe dovuto
sapere se qualcosa era cambiato o meno nei piani della squilibrata
coppietta di Nasso.
Heather scosse le spalle, poi sorrise e canticchiò: -Hanno
fallito, miseramente fallito, epicamente fallito!-
Leshawna diede una gomitata ad Heather.
Emma sembrava offesa e frustrata -Come ho potuto fallire?-
rimuginò.
Mentre Kitty era incredula: -Ma ero sicura che i sentimenti della
principessa al risveglio fossero molto meno bellicosi!- si
girò verso Emma -Se solo mi avessi lasciato gestire la
situazione da sola! Dovevi per forza intrometterti con quegli stupidi
discorsi sul rimanere single?!-
-Io e quella ragazza eravamo spiriti affini!- ribattè Emma
-Se mi avessi lasciato scoppiare quella coppia mal assortita per il
bene della ragazza, sarebbe rinsavita di sicuro!-
-Non è che solo perchè il ragazzo per cui avevi
perso la testa si è rivelato un arrampicatore sociale
più interessato al suo migliore amico che a te, allora tutte
le coppie devono lasciarsi!- ribattè Kitty, ma quando vide
il volto sconvolto della sorella fece immediatamente un passo indietro:
-Scusami... ma sarebbe un bene se ti lasciassi quella storia alle
spalle e dessi una nuova possibilità all'amore, invece di
tifare sistematicamente perchè le coppiette che vedi
facciano una brutta fine...-
-Sono perfettamente capace di essere obbiettiva, Kitty! Non mi lascio
influenzare dalla mia storia personale!-
Mentre Leshawna le osservava riflettendo sul da farsi, Heather
richiamò la sua attenzione : -Ehi capa!- le disse
sarcastica. -Non dovresti interromperle?-
-Solo se le cose degenereranno troppo. Non sono delle bambine, sarebbe
offensivo e diseducativo se mi comportassi come se fossero delle
infanti...-
-Come mai non hai reagito perdendo le staffe?-
-Al fatto che abbiano fallito la missione intendi?- Leshawna
sospirò. -Ho capito che se voglio che le cose vengano fatte
bene, è meglio che me le faccia da sola.-
-Da sola, eh?- ripetè Heather fissando il ragazzino con la
vista difettosa seduto poco distante. Sapeva che Leshawna gli aveva
lasciato un incarico.
-Ehi, ragazzino orbo.- disse Heather accovacciandosi vicino a lui.
L'espressione di Harold si fece infastidita, sembrava di cattivo umore.
-Come mai questo muso lungo?- gli chiese carezzandogli il capo con tono
di presa in giro. -Ora che le sorelline hanno fallito, sai che dovrai
sporcarti le mani?-
-Potresti ignorare la mia presenza, cortesemente?- disse il ragazzino
puntandole contro la piccola lama che utilizzava per graffiare le sue
tavolette cerate.
-Se mi infilzi di nuovo con quel coso, ti prometto che non vivrai
abbastanza a lungo da vedere l'alba.- Heather lo minacciò,
ma il ragazzino sbuffò senza mettere a posto la lama.
“Perchè non sono capace di mettergli paura? Che
problemi ha?” Si chiese Heather infastidita.
Il ragazzino nel mentre si mise a guardare Leshawna che si rivolgeva ad
Emma e Kitty.
Non sentivano bene cosa si stessero dicendo, ma le due sembravano
essersi calmate e Leshawna forse per salutarle gli stava ponendo le
mani sulle teste. Heather non era sicura di quanto Harold potesse
capire della scena ma sembrava attento.
-Quindi non è solo una spaccona... ha veramente una sorta di
aura autorevole...- commentò lui con un misto di ammirazione
e fastidio. Percependo la perplessità di Heather, Harold si
spiegò meglio: -Qualunque fosse la ragione per cui quelle
due stavano bisticciando, si sono fermate e hanno risolto quando
Leshawna ha deciso di congedarle, ma non sembra che abbiano paura di
lei quindi devono percepirla come autorevole...- ripetè.
Heather pensò di aver sottovalutato la percezione visiva del
giovane umano o magari lui compensava davvero il suo difetto visivo con
qualche potere divinatorio o di lettura delle emozioni.
La Musa della storia guardò con fastidio la sorella che si
comportava affettuosamente con le altre sorelline.
La ragazza si accorse di avere addosso gli occhi spenti e poco utili di
Harold che la guardavano con curiosità: -Che
c'è?!- chiese bruscamente Heather. Harold le
accarezzò la testa. Heather si stranì ma non si
sentì particolarmente furiosa, era troppo perplessa per
arrabbiarsi.
-Eh, aspetta... mi stai accarezzando la testa perchè pensi
che sia gelosa di Leshawna che si comporta di merda con me, ma
è tutta carina con le altre?- chiese Heather offesa.
Nel suo essere un ragazzino svampito, Harold annuì
innocentemente.
Heather lo guardò storto, poi lo immobilizzò, gli
tolse il copricapo di legno e gli grattò la cute con le
nocche per dispetto.
Il ragazzetto emise un verso strozzato per la sorpresa, poi
provò a liberarsi con scarsi risultati.
-Ah, mi fa piacere che tu sia finalmente riuscita a trovare un compagno
di giochi della tua età, Heather.- disse Leshawna
interrompendoli. -Che vi ho fatto di male?- chiese vedendo che i due
sembravano un po' schivi nei suoi confronti.
La Musa accarezzò la testa del ragazzetto e della sorella, i
due emisero una specie di squittio, arrossirono, indietreggiarono,
infine si fecero ancora più guardinghi come se si fossero
sincronizzati.
-Sì... mi fa molto piacere che andiate d'accordo...-
ripetè Leshawna un po' spaesata. Il ragazzetto sembrava
particolarmente teso, non lo biasimò. Gli
scompigliò i capelli un po' per dispetto, poi con un sorriso
di apprensione, si allontanò.
-E' inquietante quando non vuole ucciderti...- commentò
Heather.
-E' spesso poco incline ad uccidere...- “Non sempre, ma
spesso.” pensò nervoso.
-Con te forse...- disse Heather infastidita.
-Voi due dovreste decisamente risolvere i vostri problemi familiari e
affettivi.- Heather reagì facendo il verso del vomito.
-Molto, molto matura...-
Quel lungo viaggio d'andata, finalmente, era quasi finito.
L'ex principe, ora re, di Atene uscì sul ponte
dell'imbarcazione. Nel farlo scorse un'imbarcazione più
piccola e bassa che stava attraccando al porto. Sul suo ponte vide una
pallida figura femminile dai lunghi capelli scuri.
Era così esaltato da quella presenza che per un attimo
scordò della sua missione e delle circostanze che l'avevano
portato a conoscere la ragazza, così cercò di
richiamare la sua attenzione per salutarla.
Quando si accorse dell'errore si accovacciò di scatto per
nascondersi alla vista della ragazza.
Afferrò due persone che avevano avuto la sfortuna di
avvicinarsi a lui in quel momento e pensando che potessero essere
riconosciute dalla ragazza, le portò giù con
sé facendole atterrare di faccia.
Gli sfortunati erano DJ e Harold.
-Che diamine ti prende?!- piagnucolò DJ, ma Duncan gli fece
cenno di fare silenzio e cercò di tenerlo giù.
-Morirai di sicuro...- mormorò Harold alzando leggermente il
capo. Senza motivo apparente, DJ svenne. Harold si sentiva il naso e il
labbro superiore bagnati, con la lingua verificò che fosse
sangue. -Quello che dovrebbe farti da scorta ha paura del sangue?-
chiese ricollegando il sangue e lo svenimento.
-Forse sì... o forse è colpa della tua brutta
faccia. Ora stai zitto.- sussurrò Duncan.
-Morirai di sicuro...- mormorò di nuovo Harold
innervosendolo ulteriormente.
Duncan non sapeva se fosse una minaccia, il modo del ragazzetto per
comunicare disappunto, o un intuizione sul futuro, sapeva solo che gli
dava sui nervi.
-Che fate voi tre li a terra?- chiese Leshawna avvicinandosi.
-Ragazzino... che ti è successo alla faccia?- chiese con
apprensione vedendolo perdere sangue.
-Potresti controllare cos'è che ha messo paura a questo
idiota?- le chiese Harold infastidito.
Duncan sbuffò ma non si preoccupò che Gwen
potesse vedere Leshawna, tanto non si conoscevano.
-Una ragazza.- disse Leshawna compiaciuta. -Una ragazza molto, molto
graziosa.-
-Sono stato spinto a terra per una ragazza?!- Harold
protestò.
-Si tratta della sorella della principessa che hai abbandonato qui,
vero?- chiese divertita.
-Visto che sembri interessata a conoscerla, non è che le
chiederesti perchè si trova qui e quanto sa di... di quello
che ho fatto a sua sorella?- non sapeva quanto fidarsi di lei e si era
pentito di averla attirata sull'imbarcazione servendosi di Harold, ma
da come la guardava, era sicuro che lei volesse avvicinarsi alla
ragazza in ogni caso quindi decise di approfittarne.
La Musa con fare allegro scene dalla nave.
-Deve esse una specie di maniaca...- commentò Duncan fra
sé e sé.
-Se vedere qualcosa di attraente fa rincretinire così, sono
contento di non riuscire a mettere a fuoco le persone... sono certo che
non è neanche così carina!- rimuginò
Harold giocherellando con la lancia che il ragazzetto aveva cominciato
ad utilizzare come bastone per ciechi, come se fantasticasse sul
rendere la principesse minore di Creta un kebab...
Nonostante l'atteggiamento di ostilità verso una ragazza per
cui forse Duncan provava interesse, l'atteggiamento puerile del
ragazzetto lo distrasse e intrattene.
-E' successo qualcosa? Sembri piuttosto inviperito, piccolo orbo.-
-Intendi a parte per il fatto che “qualcuno” mi ha
fatto sanguinare il naso?!- chiese Harold infastidito, dopo
sospirò e fece una confessione. -Qualcuno mi ha
commissionato un lavoro... si tratta di un compito un po' stressante...-
-Ah, capisco...- era una frase di circostanza, non aveva idea di che
tipo di lavoro potesse essere commissionato ad un ragazzetto magrolino
e con una ridotta capacità visiva.
-Mio re...- pronunciò Harold con titubanza, non gli piaceva
chiamarlo in quel modo e Duncan era più a disagio che
compiaciuto nel sentirsi chiamare in quel modo dal ragazzetto. -Se ti
dessero un compito sgradevole ma importante, tu lo porteresti a termine
comunque mettendo da parte i tuoi sentimenti negativi?- gli chiese
serio.
Duncan capì perchè si era rivolto a lui come re,
sperava di parlare col Duncan su cui gravavano delle
responsabilità. -Se qualcosa non mi piace trovo la
scappatoia per non farla.- ma Duncan rispose da delinquente. -Se si
è abbastanza furbi, un modo per sottrarsi alle situazioni o
alle conseguenze sgradevoli lo si trova sempre.- affermò
sicuro di sé.
-Ah, sì? Ed è per questo che ti stai nascondendo
dalla sorella della tua amante abbandonata?-
-Amante? Giuro non averle mai fatto nulla! Inoltre sono qui per
chiederle scusa e farle capire che il nostro matrimonio non era cosa di
essere celebrato in modo da farle ritirare la maledizione ma non
doverla sposare comunque. Per quanto riguarda Gwen... vedrò
come risolvere anche questa situazione...-
-Prima o poi dovrai pagare le conseguenze delle tue azioni.-
-Ma non è questo il giorno! Inoltre non sei stato tu a
suggerirmi di sbarazzarmi della principessa?-
Harold arrossì poi si sfogò -Ti ho solo messo in
guardia! Non ti ho mai detto di abbandonarla su un' isola sconosciuta
traumatizzandola! Se sei davvero così furbo avresti potuto
trovare un altro modo per farle capire che sposare un emerito idiota
come te era una pessima idea! La tua tattica geniale per ottenere
quello che vuoi è traumatizzare e schiacciare chi ti
è scomodo?!-
-Ok ragazzino, il tuo re non vuole più sentire le tue
lamentele inutili.- disse Duncan fingendosi impassibile.
-Re spazzatura.-
-Qualcun altro mi considererebbe saggio per il fatto che tengo vicino e
ascolto un mio detrattore. E misericordioso perchè non lo
butto a mare...-
-Provaci, sono un ottimo nuotatore!- lo sfidò Harold. I due
rimasero semplicemente a fissarsi per qualche secondo. Poi Harold
allentò la tensione sospirando. -In conclusione, possiamo
dire che tu non sia il tipo da sacrificarsi per dovere, giusto?-
-Esiste qualcuno che lo è? Tu lo sei?- gli chiese Duncan
scettico.
Harold sembrò pensarci. -Non esiste nessuno per cui
sacrificarmi. E se la mia morte giovasse a qualcuno cercherei di
restare in vita... perchè dovrei sacrificarmi per il bene di
qualcuno a cui non devo nulla, a cui non tengo e che non è
mai stato gentile con me? Perchè dovrei dare
priorità alla vita di qualcun altro?- disse cupo con un tono
vagamente aggressivo.
A Duncan venne istintivo pensare che a causa della sua situazione, il
ragazzo avesse avuto molte opportunità per accumulare
risentimenti e invidie. -Se una divinità ti desse l'arma
giusta, temo che faresti una strage...- avrebbe voluto dirlo per
scherzare e cercò di farlo. Ma si fidava di Leshawna
abbastanza poco da pensare che per noia avrebbe anche potuto fare il
favore al ragazzetto di dargli un' arma sovrannaturale.
Harold lo guardò confuso, poi offeso. -Solo
perchè non voglio sacrificarmi per gli altri, non significa
mica che li voglia morti. Le vite valgono tutte allo stesso modo, la
mia non vale meno di quella altrui, e visto che io sono io, le
darò priorità, idiota. Intendevo solo questo.
Anche tu avevi detto di non essere tipo da sacrificarsi, no?-
sbuffò, poi chiese con serietà. -Ma questo,
significa che nemmeno tu hai qualcuno per cui sacrificarti?-
Duncan scosse la testa. Harold si chiese se fosse o meno una cosa
triste. Ma facendosi più obbiettivo si chiese in che modo
tutto ciò influisse sulla sua missione. Cosa avrebbe
concluso parlando con Duncan senza che lui fosse consapevole del
perchè di quei discorsi? -Duncan, se per salvare te stesso
dovessi uccidere qualcuno che ti ha messo nei guai per errore, cosa
faresti? Ti sentiresti in colpa?- chiese più diretto.
-Boh.- rispose Duncan poco collaborativo infastidendo Harold. -Tu cosa
faresti?- gli chiese più costruttivo come per accontentarlo.
-Vorrei puntare su un altro modo per risolvere il problema, se ci
fosse.- ammise Harold. -Tendo a parteggiare naturalmente per chi ha
tutti contro per... motivi legati alla mia storia personale... se
dovessi uccidere qualcuno di cui tutti vogliono liberarsi
perchè ha fatto qualcosa che li mette in pericolo ma non
l'avesse fatto volontariamente, ci starei male.-
-Ti auguro di non trovarti mai in questa situazione allora...-
commentò Duncan sentendosi a disagio. -Perchè
'sto ragazzino si apre così tanto?- chiese fra sé
e sé. -Per tua fortuna, nessuno chiederà mai ad
un cieco di combattere una battaglia. Ma non so se in una situazione
come quella riusciresti a pensare e a vedere l'esercito nemico come
composto da altri esseri umani.-
-Probabile, ma se l'altro sta cercando attivamente di ucciderti la cosa
diventa diversa...- commentò Harold un po' infastidito da
ciò che Duncan aveva mormorato sottovoce. -Hai ragione, ti
ho raccontato molte cose. Perchè non mi racconti anche tu
qualcosa in modo che possa tenere a te e alla tua
incolumità?- propose con un tono innocente. Non era sicuro
nemmeno lui di cosa volesse ottenere. Voleva sentirsi motivato a non
assassinarlo? Ma era il suo compito se le cose si mettevano male.
Duncan fu un po' perplesso poi scoppiò a ridere. -Grazie ma
non ho bisogno della tua protezione.-
Harold si incupì, poi sorrise rassegnato. -Ovviamente.-
mormorò. Dopo essersi alzato con fatica, si
congedò.
Duncan sentì DJ stiracchiarsi, poi il gigantesco ragazzo
parlò: -Dovresti fare più attenzione ai suoi
sentimenti.- gli disse apprensivo.
-Perchè? Ti sta simpatico?- chiese Duncan canzonandolo.
-Forse un po', ma il punto non è questo, ho avuto
l'impressione che... No, niente, lascia perde. Ma dovresti essere
più attento ai sentimenti degli altri in generale.-
-Più attento ai sentimenti di chi?- chiese una voce
femminile che lo colpì alle viscere.
Duncan alzò il capo e si rimise in piedi, mentre Leshawna
guidava Gwen sul ponte -Ehi!- disse Duncan sforzandosi di sorridere.
Se Gwen si era rivolta a lui senza aggressività
probabilmente non sapeva che aveva mollato sua sorella su quell'isola,
ma non poteva non essere estremamente nervoso.
Anche Gwen sembrava sorridere con nervosismo. Forse qualcosa la
turbava, oppure stava cercando di nascondere delle intenzioni omicide
nei sui confronti?
-Come mai ti sei buttato a terra subito dopo avermi chiamata, prima?-
-Oh, ecco... ho visto un mio sottoposto cascare.- disse indicando DJ
che lo guardò storto. -Così mi sono preoccupato e
mi sono chinato per assicurarmi della situazione.- DJ lo guardava
ancora più storto.
-Ah, che cosa gentile da parte tua...- disse la ragazza un po' stranita
e sospettosa.
-Beh, sono un eroe, non dimenticarlo.- rispose Duncan. Aveva voglia di
tirare un calcio agli stinchi di DJ che non gli stava reggendo affatto
il gioco, ma si trattenne per amore delle apparenze. -Comunque, quale
felice coincidenza ti porta qui?- le domandò. Dopo
l'espressione ansiosa di Gwen si rese conto che non avrebbe dovuto
usare la parola “felice” per sicurezza, ma era
tardi.
-Non ne ho idea.- confessò l'ansiosa ragazza sentendosi
stupida. -Ho fatto un sogno che non ricordo bene ma che mi ha lasciato
la sensazione di dover venire qui e beh... eccomi.-
Leshawna intervenne: -Visto il mondo in cui viviamo e le sue vicende
familiari, in realtà la principessa ha fatto più
che bene a seguire la sensazione che il sogno le ha lasciato.- disse
dando un'amichevole pacca sulla spalla alla ragazza. -Non sei stata
affatto stupida, non si può mai sapere quando si tratta di
un semplice sogno e quando si tratta di una visione mandata da una
divinità dispettosa.-
-E tu ne sai molto di divinità fastidiose ovviamente.- si
lasciò sfuggire Duncan. Ma Leshawna decise di far finta di
nulla.
Gwen guardò per un attimo con sospetto la donna. Non era
sicura di chi o cosa fosse ed era istintivamente guardinga nei
confronti di chi si mostrava troppo gentile e interessato.
Poi si sentì in imbarazzo e distolse lo sguardo.
“In realtà, nei confronti di Duncan ho abbassato
la guardia... e l'ho fatto anche con quell'altro ragazzo anni
fa...” -Duncan, tu invece come mai sei qui?- chiese tesa.
“E' davvero una coincidenza che si trovi qui anche lui?
È per mettere alla prova la mia lealtà di
sorella?”
-Affari commerciali.- si giustificò prontamente Duncan.
-Sono venuto di persona perchè mi annoiavo a stare fermo ad
Atene. Sai, non mi sono ancora abituato al mio nuovo ruolo.- disse
cercando di apparire rilassato.
-Nuovo ruolo?- ripetè Gwen. Era leggermente infastidita, non
le piaceva quando gli altri perdevano tempo a dare per scontate cose
che i loro interlocutori non potevano conoscere.
-Sono diventato il sovrano di Atene...- disse Duncan con un tono molto
meno vivace, ma più sincero.
-E già trascuri i tuoi doveri lasciando la città
con la scusa dello stringere di persona dei patti commerciali? Non
c'era bisogno venissi di persona.- Gwen sospirò. La leggera
antipatia che traspariva dal suo tono era sincera. Non avendo una
grande stima di suo padre come re, le veniva spontaneo guardare con
fastidio gli accenni di disinteresse per il governare da parte di un
governante.
Ma percependo per un attimo del dispiacere negli occhi di Duncan si
dispiacque. -Scusami, sono nervosa per tutta questa storia del sogno.
Mi trovo qui ma non so perchè e cosa diavolo dovrei
fare.- per giustificarsi, la ragazza disse una mezza
verità. -Ops! Scusa, devo essermi instupidita! Se sei
diventato re, significa che tuo padre è morto...
condoglianze...- disse imbarazzata.
-Tranquilla, non è che abbia passato chissà
quanto tempo con mio padre e che lo conoscessi chissà quanto
bene.- minimizzò Duncan. Dall'esterno non era comprensibile
se in realtà fosse in lutto o meno. -Comunque, posso
prestarti un uomo della mia scorta per accompagnarti nel tuo
peregrinare a Nasso alla ricerca di un obbiettivo.- le propose
gentilmente Duncan. “Così che ti tenga lontano
dall'imbatterti accidentalmente in tua sorella! Sopratutto prima che le
abbia parlato io e prima che lei riesca miracolosamente a non avercela
più con me e a vedere il mio averla abbandonata come una
cosa con dei risvolti positivi, fatta per degli ottimi
motivi!” più ci pensava, più gli
sembrava di essersi ingarbugliato in una matassa inscarbugliabile. Era
meglio non pensare troppo e seguire l'istinto! Se la sarebbe cavata
come al solito! Forse...
-Beh, accetto la tua gentile offerta, grazie...- In realtà
avrebbe voluto parlare con lui in privato e passarci un po'
più tempo insieme, ma non poteva permetterselo. Era il
promesso sposo di sua sorella, ne era attratta e l'aveva pure baciato
in un attimo di follia... avrebbe voluto parlargli pure di quello e di
molte altre cose. Forse se l'avesse conosciuto meglio, l'interesse nei
suoi confronti sarebbe morto. Ma non era il caso di rischiare...
“Sono una sorella terribile, non gliel'ho ancora
chiesto...” -Come sta quella catastrofe ambulante di mia
sorella?- chiese Gwen cercando di darsi un tono più leggero.
Inizialmente le sembrò che Duncan fosse sbiancato, ma si
autoconvinse che era solo una sua impressione e che stava proiettando
sul giovane re le sue di ansie.
-Bene.- si limitò a dire Duncan.
A Gwen parve che la donna piccola, in realtà poco
più bassa di lei, e scura che l'aveva guidata stesse
ghignando divertita. Per un attimo le venne il dubbio che lei e Duncan
fossero amanti. Fortunatamente potè rinunciare
immediatamente a quell'impressione. Più che da amanti con
una relazione animosa, Duncan e la misteriosa donna si osservavano come
fratelli che non andavano d'accordo e che speravano di veder fallire
l'altro per poterlo prendere in giro.
Ma da quale fallimento di Duncan era divertita la donna?
Anche l'alto e imponente uomo della scorta che era caduto a terra
sembra guardare Duncan con aria di rimprovero.
Forse a causa della propria codardia, Gwen decise che ci fossero dei
dissapori all'interno del gruppo ma che non c'entravano con sua sorella
e che la tensione appesantita quando l'aveva nominata fosse solo una
coincidenza.
Seguendo l'ordine di Duncan, DJ era andato con Gwen. Il giovane
soldato, inesperto e incompetente, non era sembrato affatto affranto
nel separasi da Duncan per cui stava provando scarsa sopportazione
già dalla fine della missione a Creta. Ma allo stesso tempo
si era mostrato teso nel seguire Gwen.
Duncan ci stava pensando solo ora, ma era possibile che il giovane
fosse a disagio nel nascondere a Gwen la vera ragione per cui si
trovavano a Nasso e il comportamento poco da gentiluomo che Duncan
aveva tenuto nei confronti della sorella della ragazza?
“Cazzo! Questo alla prima occasione vuoterà il
sacco!” pensò nervosamente mentre vagava alla
ricerca di Courtney.
Aveva lasciato ad alcuni suoi uomini il compito di indagare nei
villaggi vicini. Lui aveva deciso di occuparsi di zone più
tranquille e boscose. Anche se la conosceva poco, sentiva che la
principessina incazzata e imbarazzata avrebbe preferito stare con il
minor numero di persone possibile attorno.
Il ragazzo stava viaggiando portandosi dietro solo Ellody, sperando che
potesse trovare un modo intelligente per comunicare con Courtney, e
Harold, che fungeva da ostaggio/portafortuna con il compito di mettere
la Musa della poesia epica dalla sua sua parte.
Ma Leshawna aveva seguito Gwen... Duncan non sapeva come interpretare
quella situazione. Gli era sembrato di avvertire una sorta di tensione
fra la Musa e il ragazzetto. Prima di separarsi, la fastidiosa
divinità, per dispetto gli aveva tolto il copricapo legnoso
per accarezzargli la testa e Harold si era tirato indietro con
un'espressione stizzita.
Leshawna sembrava averla presa bonariamente ma ora Duncan pensava
“E se quella decidesse di essere più interessata a
Gwen che ad Harold? Vuoterebbe il sacco prima di DJ? Si alleerebbe con
Gwen e Courtney contro di me e passerei dalla sfortuna portata dal
risentimento di Courtney al ritrovarmi direttamente una
divinità contro?”
Sicuramente Harold non lo stava aiutando ad essere meno nervoso. Il
ragazzetto lo seguiva battendo ritmicamente la sua lancia sul terreno
ricoperto di foglie secche.
La mente stressata di Duncan in un primo momento si chiese se produrre
quel suono non fosse un modo per comunicare a distanza con la Musa.
“Cospirano contro di me?” in realtà
tutti gli strani discorsi fatti con il ragazzino e DJ gli avevano
lasciato una sgradevole sensazione.
Sospirò e decise che era improbabile e che in generale era
inutile preoccuparsi che il ragazzetto e la Musa potessero comunicare a
distanza. Se la fastidiosa ragazza tendeva ad entrare nella sua testa
quando dormiva, forse per creare qualche collegamento mentale aveva
bisogno che il ragazzo si trovasse in uno stato di coscienza alterato e
in quel momento il ragazzino solitamente distratto sembrava stranamente
vigile.
“E' solo teso come lo sono io, come lo è DJ e come
lo è Ellody che da quando è cominciata
l'esplorazione non dice mezza parola. Il piccolo orbo non sta
escogitando nulla di strano alle mie spalle... non ho motivo di
preoccuparmi della sua vicinanza a Leshawna...” si disse
cercando di autoconvincersi.
Notò che battendo la lancia, Harold metteva in fuga i vari
animaletti nascosti in mezzo al fogliamene. Forse in realtà
il motivo per cui produceva quel fastidioso rumore non era
né il nervosismo, né un tentativo di dargli sui
nervi. Forse lo faceva per spaventare e allontanare animali che
potevano mordergli i pedi, in particolare per allontanare eventuali
serpenti.
Buttando uno sguardo indietro, Duncan confermò un sospetto.
Harold era scalzo.
Duncan sbuffò. -Se sei così spaventato
dall'essere morso sui piedi, potevi semplicemente chiedere dei calzari
a qualcuno! Detesto quelli che restano fermi in una situazione del
cazzo pur di fare le vitt...-
Harold lo interruppe pungendolo sul fianco con la lancia. -Cretino,
secondo te sono scalzo perchè mi piace soffrire o
perchè mi piace il brivido di essere morso? Inoltre,
cretino, secondo te, quei sandali ti proteggerebbero davvero da un
morso?- il ragazzetto aveva un'espressione abbastanza indisposta. -Ho
scelto di rimanere scalzo perchè sono più a mio
agio se posso percepire il terreno su cui cammino. Mi spiace se il mio
battere la lancia ti innervosisce, ma sto proteggendo anche i vostri di
arti inferiori se non te fossi accorto.- Harold sospirò, gli
sembrava di parlare con un bambino. Ellody lo appoggiò e
Duncan si sentì un po' imbarazzato e molto infastidito.
I tre ripresero la marcia e Harold continuò a battere
ritmicamente la lancia creando di tanto in tanto un via vai di
lucertoline e insetti fra le foglie.
-Non c'era un altro cieco che ha cambiato sesso perchè aveva
ucciso una coppia di serpenti che si accoppiava?- chiese Duncan dopo
diversi minuti di silenzio. -Se fossi una donna ti verrebbe
più facile sposarti, forse ti conviene trovarli i serpenti
anziché spaventar...- Duncan venne di nuovo punto dalla
lancia.
-Uhm...- Harold era di nuovo corrucciato, ma sembrava che ci stesse
riflettendo. -Non mi sembra conveniente.- concluse.
“Fa sul serio? La mia era una presa in giro... Questo qui ne
ha di problemi.” pensò Duncan.
-Comunque Tiresia divenne cieco dopo, quando cambiò di sesso
ci vedeva ancora.- precisò Harold.
Ellody chiese: -Perchè uccidere due serpenti che si stanno
accoppiando?- non le sembrava molto razionale. Harold per risponderle
si limitò ad un “Boh”
Dopo il momento di curiosità, Ellody tornò muta e
moscia. Duncan continuava a chiedersi cosa avessero i due mocciosi,
erano più strani del solito, o forse era colpa del suo stato
d'animo irrequieto. Il fatto che il ragazzetto rosso sembrasse
interessato a rimanere dietro di lui come se lo volesse a portata di
lancia sicuramente non aiutava, ma Duncan essendo, anche se di poco,
più grande, alto, sicuramente più vedente e con
più muscolatura. Non si sentiva minacciato! O non voleva...
il suo orgoglio non glielo permetteva...
Dopo diverso tempo, Harold si lasciò sfuggire un sospiro
nervoso, poi bisbigliò qualcosa di incomprensibile ed Ellody
si allontanò velocemente dai due compagni.
-Devo parlarti...- mormorò Harold poco entusiasta mentre gli
puntava contro la lancia. Al ragazzetto sarebbe stato sufficiente
distendere le braccia per infilzarlo o almeno per provarci visto che la
forza del ragazzino non sembrava molta.
-Quindi il lavoro che ti è stato commissionato è
questo?- chiese Duncan mantenendo la calma mentre condivideva il poco
entusiasmo di Harold.
Il ragazzetto rosso non rispose vocalmente, si limitò ad una
specie di sorriso nervoso appena percepibile. -Dobbiamo parlare,
calmo...- ripetè poi.
Ma Duncan, guardingo sulle reali intenzioni del ragazzo,
provò a spostarsi dalla traiettoria della lancia per testare
meglio la situazione. Sembrava inutile, indipendentemente da quanto
velocemente si muovesse la punta della lancia di Harold continuava a
seguirlo come se il ragazzo potesse vederlo chiaramente. Quando la
lancia si mostrava troppo corta per poter tenere Duncan a portata di
infilzamento, Harold stesso si spostava.
Ad un certo punto, un po' scocciato, Harold diede un colpo di lancia
nell'aria a pochi centimetri di distanza da Duncan in un punto in cui
l'ex principe stava per andare. -Potresti cortesemente stare fermo?
Grazie...- disse Harold rassegnato. Era come se con quell'affondo di
lancia il ragazzetto volesse comunicargli che poteva anche prevedere i
suoi movimenti oltre che seguirli pedissequamente.
Duncan ripreso fiato, strisciando i piedi sul terreno
cominciò a capire. Oltre che aiutandosi con ciò
che poteva vedere, Harold lo stava seguendo grazie al rumore che Duncan
produceva muovendosi sul terreno ricoperto quasi interamente da foglie
secche.
-Quindi hai messo in fuga le lucertole per non avere altri rumori a
distrarti?- chiese Duncan.
-Riesco a distinguere il tuo passo da quello di una lucertola,
ovviamente.- disse Harold un po' offeso. -Ma posso essere molto
perfettino se voglio... volevo che il suono fosse il più
pulito possibile.- disse parlando piano e lentamente come se temesse
che Duncan potesse muoversi mentre era distratto dalla propria voce.
L'ex principe che fino a poco prima si era trattenuto, decise di tirare
fuori la spada. Harold con un colpo preciso, gliela fece sfuggire e con
un altro colpo veloce, spostò la spada sul terreno dietro di
sé.
Duncan sbuffò notando che legata all'elsa c'era una
cordicella con un ciottolino all'estremità che forse facendo
rumore rimbalzando contro l'arma aveva permesso ad Harold di seguirne
meglio i movimenti con le orecchie.
Con la coda dell'occhio Duncan poteva percepire Ellody che con
nervosismo osservava la scena. Era palesemente complice di Harold,
forse era stata proprio lei a collegare il sassolino all'arma.
-Ripeto... voglio solo parlarti...- disse Harold sempre più
scocciato nonostante parlasse a bassa voce.
Duncan avrebbe potuto architettare qualche arzigogolata strategia per
levarsi da quella situazione...
ma decise semplicemente di scappare in avanti sperando che a causa
della sua titubanza, Harold, non riuscisse a lanciargli contro la
lancia a mo' di giavellotto.
Effettivamente Harold non gli lanciò contro la lancia.
-Uffa...- mormorò fra sé e sé.
Gettò a terra il copri capo e lo scialle che potevano
intralciarlo, prima di ficcare la lancia nel terreno e sfruttarla per
lanciarsi in aria e atterrare sulla schiena di Duncan facendogli
perdere l'equilibrio.
Harold gli bloccò i polsi dietro la schiena con un lembo di
tessuto e rimanendogli inginocchiato sopra la schiena gli
puntò sul collo una piccola lama.
Angolo dell'autrice:
Eccomi qua, puntuale come sempre! O anche no...
…
…
Chiedo venia -_-'
In ogni caso, spero che il capitolo e la storia possano piacervi ed
essere di vostro interesse.
Inizialmente il capitolo non doveva finire in questo modo, ma stava
diventando troppo lungo così ho preferito spezzarlo.
Spero che abbiate passato le migliori feste possibili e che la befana
vi porti tanti dolci!
Troppo infantile?
Allora spero che il cibo di Natale e capodanno non vi sia rimasto sullo
stomaco e che abbiate passato dei momenti felici indipendentemente
dalle circostanze. Se non fosse così, vi auguro che i tempi
migliori arrivino presto. Buon inizio anno a tutti.
Vi ringrazio per avermi seguita fin qui. I vostri pareri sono come
sempre i benvenuti, fanno sempre piacere.
Alla pros...
Duncan: -EHI, ASPETTA!
Cosa?
Duncan: -Questo è il primo capitolo in cui compaio
decentemente dopo secoli e lo fai finire così? Credevo di
essere il protagonista!
Beh... in realtà nelle mie intenzioni iniziali la
protagonista era Courtney, ora la storia è più
corale a seconda del capitolo, ma a dire il vero nella mia primissima
idea, non comparivi nemmeno ^^'
La storia era direttamente ambientata dopo l'abbandono di
Courtney/Arianna.
Duncan: -Quindi... Morirò così? Da personaggio
secondario... e da capro espiatorio per le azioni di altri personaggi
stronzi tanto o più di me?
Harold: -Le storie con quello che inizialmente appariva come l'ero che
si corrompe, fa un passo falso e crepa, facendoti dispiacere
perchè ricordi com'era all'inizio, sono così
emozionanti ^^
Duncan: -Sta indietro Satana!
Riferimento mitologico sbagliato... Inoltre... Duncan era un... eroe
all'inizio della storia? Non mi sembra. Ma credo abbia il tempo per
redimersi, Harold ha detto che vuole solo parlargli, no?
Duncan: -E tu ti fideresti di quel saltimbanco?
Harold: -Quel saltimbanco mi sembra degno di fiducia :)
Alla prossima!
Duncan: -Spero di sopravvivere e che quest'autricettucola si sbrighi...
Ciao gentaglia!
Harold: -Ciao, ciao.
Autricettucola? ç_ç
Ho l'impressione che non ci tenga molto a sopravvivere dopo tutto...
Uhm...
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