Il Re della Terra dei Fiordi

di Puffardella
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EILISH
Era la prima volta che Eilish assisteva a quel rito. Lo specchio d’acqua dello stagno era leggermente increspato a causa della leggera brezza che ne accarezzava la superficie. Nonostante fosse buio, era chiaramente visibile grazie alla luna piena e al riverbero della neve che rendevano la notte luminosa.
Il cuore le tamburellava veloce nel petto. Aveva un nodo alla gola che le dava una spiacevole sensazione di soffocamento. Suo padre era proprio davanti a lei, alle spalle di Morhag. Non poteva vedere il suo viso, ma non dubitava che fosse stravolto dall’ansia.
Da bambina era convinta che fosse invincibile e che niente potesse intimorirlo. Ora, invece, ogni giorno che passava lo scopriva sempre più vulnerabile. Ma forse, in realtà, era sempre stato così. Forse non era il padre ad essere cambiato con la vecchiaia, era solo lei che, crescendo, aveva iniziato a vedere le cose in maniera disincantata.
Il re offrì la sua spada alla sacerdotessa della piana del Kent, che la prese con entrambe le mani davanti a tutti i capi dei clan riunitisi in quell’occasione per conoscere il volere degli dei.
Eilish si chiese cosa stesse facendo Caitriona in quel momento, se anche nel villaggio che aveva adottato come suo si respirasse la stessa atmosfera di apprensione che si respirava da loro, se anche la sorella fosse terrorizzata quanto lei.
Sebbene Caitriona aveva continuato a non rivolgerle la parola fino al giorno in cui si era sposata ed era andata a vivere nel villaggio di Willigis, Eilish le voleva sempre bene ed era in pena per lei.
Morhag si inginocchiò e lanciò la spada nello specchio d’acqua, che la inghiottì con un leggero sciabordio. Intorno regnava un silenzio inquietante, spezzato solo dal debole cantilenare della sacerdotessa.
La Veggente prese ad oscillare leggermente a destra e a sinistra. Continuò a dondolare a lungo, infine cadde a terra, lunga su un fianco. Eilish si mosse per andare a soccorrerla, ma il padre la trattenne facendole cenno di no con la testa e lei ubbidì a malincuore.
Morhag iniziò a tremare vistosamente e lei sentì le lacrime agli occhi per l’apprensione. Era atroce vederla in quello stato e non poter fare nulla per aiutarla.
Poi, così come erano iniziate, le convulsioni cessarono. A quel punto, Kentigern, rimasto vicino a lei tutto il tempo, si inginocchiò e la aiutò a rimettersi in piedi.
Alasdair aveva le guance arrossate e lo sguardo lucido. Si faceva sempre più agitato e, di nuovo, Eilish provò pena per lui.
L’aria era satura del nervosismo di tutti i presenti, che attendevano con ansia il responso della Veggente. Morhag si portò dinanzi al re, ancora visibilmente provata. Il cuore di Eilish iniziò a batterle con una furia incontenibile, l’ansia le attanagliava lo stomaco e la gola.
Perché teneva tutti sulle spine? Perché non si decideva a parlare?
Finalmente Morhag si staccò da Kentigern e si pronunciò: «I Romani attaccheranno prima di quanto si possa immaginare. Ma tu, Alasdair, non dovrai condurre la tua gente in battaglia.»
Un mormorio si diffuse nell’aria, difficile capire se di stupore o di protesta. Alasdair rimase immobile, sconcertato, in attesa di ricevere ulteriori informazioni. Dopo un po’, vedendo che tardavano ad arrivare, chiese: «Cosa accadrà, dunque? Che ne sarà di noi?»
Morhag si avvicinò ulteriormente al re e lo fissò a lungo con i suoi occhi vitrei.
«Arriverà sulle ali di un aquila, ferito e umiliato. Tu lo proteggerai e lo curerai, perché da lui dipenderà la salvezza di tutti noi» rivelò in tono solenne.
Alasdair boccheggiò confuso. Che accidenti voleva dire?
«Chi? Di chi stai parlando? E dove dobbiamo attenderlo?»
«Sarà tutto chiaro quando sarà il momento» tagliò corto lei prima di muovere i primi passi, mettendo di fatto fine all’adunanza.
Eilish gemette delusa. Non poteva andarsene così. C’erano ancora tante cose che doveva spiegare, che lei aveva bisogno di sapere. Non poteva davvero essere tutto lì. Le afferrò un lembo del mantello e le si mise dinanzi.
«Ma se noi non dobbiamo affrontare i Romani, contro chi combatteranno allora?» chiese sconfortata. Morhag sollevò il viso e la fissò nel suo solito modo, vacuo e indagatore allo stesso tempo, ed Eilish si pentì di averle fatto la domanda.
«La domanda che volevi farmi non è questa, piccola Eilish, perché la risposta a questo interrogativo è fin troppo ovvia. Piuttosto, volevi sapere se lui vivrà. Non è così?»
Eilish si fece rossa, il cuore arrestò per un attimo la sua corsa.
«Cosa?… Lui?… No! Non volevo sapere questo…» farfugliò umiliata. Si inumidì velocemente le labbra e cercò di darsi un contegno. «Sono solo in pensiero per Caitriona, che vive ora con i Germani» si affrettò quindi ad aggiungere.
Morhag tacque per un lungo istante.
«Mi dispiace, piccola Eilish» disse. «Senza domande appropriate non possono esserci risposte. Guarda bene dentro di te e trova il coraggio di ascoltare il tuo cuore e la domanda che esso si pone. Quando lo avrai fatto torna da me. Se gli dei vorranno, ti darò la risposta che cerchi.»

 




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