Dama.15
Non dico niente e pubblico...meglio non spiegare. Questa assenza
prolungata non è certo voluta, ma la vita è strana,
troppo strana. La Dama di Picche è un mio cruccio, mi tormenta e
mi chiede una fine alla sua storia, lo so. E adesso, complice un
viaggio estivo a Parigi, con appartamento in una traversa di Rue de St
Antoine e tantissimi richiami alla storia di Oscar e André
mentre facevo la turista, eccoci qui. A voi la scelta se leggere,
rileggere, cominciare a leggere per la prima volta o passare oltre.
Ciao!
Le
carte dispiegate davanti a lei non sono un innocente diversivo per
trascorrere il tempo. No, sono le pedine di questo assurdo gioco di
strategia e astuzia. Doveva aspettarselo che il biondo comandante si
sarebbe gettato nella mischia; dopotutto, le sue imprese sono
leggenda persino per lei, che non era nemmeno nata al tempo di quegli
eventi.
La
Regina di Cuori, il Re di Cuori, La Regina di Fiori, il Cavaliere di
Fiori, la Dama di Picche, il Re di Picche: sono tutti là, davanti a
lei, burattini nelle sue mani. E poi l'ultima carta, il Cavaliere di
Cuori...un colpo di fortuna inaspettato! Adesso sì che si sarebbe
divertita...Avrebbe distrutto le loro vite in un colpo solo, così
come loro avevano distrutto quella di sua madre. Dopotutto, a
Versailles la reputazione è tutto! Anni di fatica per costruirla, un
attimo per distruggerla. E lei li avrebbe distrutti tutti, uno per
uno.
Strano che la Dama stanotte non abbia colpito.
Ho
fatto bene i calcoli, sono sicura che non sia uno di quei
giorni. Ho contato con esattezza le settimane, non posso essermi
sbagliata. Ma sentimi! Parlo come Nanny, sempre attenta al calendario
e a come intervenire in tempo. Certo che almeno un vantaggio questi
abiti femminili ce l'hanno, la mia divisa bianca è, obiettivamente,
un bel problema...
Ho deciso, appena finisce questa missione, chiedo alla Regina un
cambio di colore nella divisa, almeno nella parte inferiore. Penso di
essermi meritata almeno un favore, dopo tutta questa tortura, no?
Ahhh, che confusione, non divaghiamo!
Allora, la Dama non si è vista, ma il Duca d'Orleans è stato
piuttosto elusivo. No, non si è sentito in pericolo ma sì, ha
ricevuto le visite di una donna...
Chi è questa donna? Sarà una delle sue numerosa amanti, immagino.
Che poi, come fa uno viscido così ad avere tutta 'sta schiera di
donne pronte ad infilarsi nel suo letto! Capisco fosse almeno
affascinate come Fersen, o bello come il mio André, ma nemmeno
quello! Neanche la soddisfazione di dire che Madre Natura è stato
generoso con lui dal punto di vista estetico. Mah...
Comunque,
il fatto che la Dama non si sia vista non è stato poi così male.
Almeno ho avuto modo di concentrarmi solo su André e sul nostro
ballo insieme. Giuro che se solo un mese avrei passato a fil di spada
chiunque mi avesse fatto un elogio di queste serate danzanti ma
adesso...adesso...non vedo l'ora che ce ne sia un altro per potermi
perdere nel verde dei suoi occhi, e per sentire il calore del mio
corpo vicino al suo. E' incredibile come André mi sia entrato sotto
pelle in così poco tempo, e la cosa non mi disturba affatto, anzi!
Ora come ora vorrei solo trascorrere del tempo da sola con lui, nella
nostra casa di Arras. Nostra,
sì, perché quella è sempre stata casa nostra, l'unico luogo in cui
siamo sempre stati noi stessi, senza barriere ed imposizioni. Sarebbe
bello tornarci adesso, ora che anche l'amore ci unisce.
Oddio, credo che se tornassimo ad Arras adesso, non usciremmo neanche dalla
camera da letto! Oscar, sei proprio una impudica sfacciata!
Entro
in camera di Oscar accompagnato dal fido cugino
Victor, e
la visione che mi si para davanti mi lascia senza parole.
Oscar è persa chissà dove, in piedi, vicino
alla finestra, con una mano che stringe forte la tenda e sorride, con
le guance rosse e la fronte appoggiata al vetro.
Sei
bella da togliere il fiato e darei tutto ciò che ho per sapere a
cosa stai pensando, perché è evidente che è un pensiero piacevole.
Dannazione, spero di essere io, il tuo pensiero piacevole. Come aveva
detto quello là? Il mio regno
per un cavallo!
Ecco, cosa posso dire io? Il
mio abito di velluto per un suo pensiero!
No, poco credibile, non regge il paragone e il pathos.
Girodelle cerca di risvegliare Oscar dal suo
torpore e solo al terzo (o quarto? Non so, sono più distratto di
lei) “Pianeta Terra chiama Oscar” la bella addormentata si
sveglia e ci degna di considerazione.
“Oh,
scusatemi. Non mi sono accorta del vostro arrivo”
Ma dai! Pensavamo stessi contando i fiorellini
di lillà che ci sono nel giardino!
E poi, come se fosse la cosa più naturale del
mondo, ti avvicini a me, e mi sfiori le labbra con un bacio,
salutandomi con un buongiorno che parte dagli occhi ancora prima
della tua voce, e mi chiedi come sto.
Potrei
morire in questo istante, e morirei felice, con un sorriso ebete
stampato sulla faccia. Qui
giace André Grandier, ucciso da un buongiorno della sua donna.
Sono felice, veramente felice. Tu sei naturale,
spontanea, sicura di te e non fai fatica a dimostrarlo anche davanti
a Girodelle, che ormai si è rassegnato al ruolo di chaperon,
poverino.
Se all'inizio temevo che questa folle missione
potesse allontanarci, adesso vorrei che non finisse mai, perché temo
cosa potrà accadere quando tutto tornerà come prima, quando tu
tornerai ad essere il Comandante delle Guardie Reali e io il tuo
fedele attendente.
Ma adesso non pensiamoci, dobbiamo concentrarci
a risolvere questo intricato mistero.
Dunque, al lavoro!
Girodelle, André ed io ci mettiamo subito all'opera cercando di
intuire le prossime mosse, e mentre facciamo appena in tempo a
srotolare la piantina della Reggia sul tavolo del mio salotto,
veniamo interrotti da qualcuno che bussa alla porta.
Mio
cugino, solerte come
sempre, va ad aprire e sbianca leggermente quando viene investito
dalle parole che Fersen pronuncia, ancora prima che dalla presenza
fisica del Conte.
“Oscar,
André, dovete ascoltarmi, è successa una cosa terribile! Oddio, non
so neanche da dove cominciare, è davvero incredibile! Tutto mi sarei
immaginato fuorché questo, è una notizia che ha dell'incredibile!”
Ma
buongiorno anche a voi, Conte! Soprassediamo un attimo sul fatto che non avete
degnato il povero Victor neanche di uno sguardo, dopo averlo
tramortito entrando come una furia cieca, ma poi, cos'è tutta questa
agitazione? Hanno perso una delle vostre parrucche? O forse no!
Stanno sperimentanto una cura che possa far aumentare l'acume mentale
e voi volete fare da cavia! Ottimo, perché se è così, avete la mia
benedizione. Ite, cervellum est!
Vedo André paonazzo per lo sforzo di non ridere, Victor con gli
occhi talmente rotondi che la famosa O di Giotto al confronto è un
opera da dilettante e io che evidentemente devo aver ben scritto in
faccia la mia reazione, perché il Conte baltico si ferma
all'istante.
“Oh,
scusate...forse sono stato un po' irruento..”
Un po', giusto un po'...
Ritrovo il mio contegno e lo faccio accomodare.
“Fersen,
cosa vi ha turbato così tanto, diteci”, cerco di dire con un tono
che ricorda quello di Nanny quando deve spiegare ad una nuova
cameriera di casa Jarjayes perché mi deve chiamare “conte” e non
“contessa”.
“Ecco...vedete,
ieri sera sono per caso
andato negli antichi appartamenti del Beneamato e sono rimasto
colpito da uno dei quadri raffigurante la Contessa Du Barry. Ho
riconosciuto uno dei suoi orecchini! E' quello che abbiamo trovato
noi nella camera del Duca di Germain!
Ora,
come glielo dico con gentilezza? E soprattutto, quanto devo contare
per non esplodere di rabbia? Noi?!?!?!
Non mi sembra fosse presente il quel momento...
Conosco quella quiete che presagisce la
tempesta! Se non intervengo subito, Oscar è capace di ridurre a
brandelli Fersen e rimandarlo in Svezia all'interno di tabacchiere.
“Conte”,
mi intrometto “grazie davvero per questo importante contributo.
Effettivamente non state facendo altro che confermare una nostra
teoria. Vedete, siamo riusciti anche noi a farci aprire gli
appartamenti del defunto Luigi XV (e non per
caso...che
poi, ditela tutta, vi siete appartato e non volete svelare i vostri
incontri amorosi, ecco cos'è) e siamo giunti alla stessa
conclusione.
E dato che la Contessa è reclusa e non
passerebbe di certo inosservata se cercasse di rientrare a corte,
abbiamo pensato che possa essere qualcuno o incaricato dalla Du
Barry, o legato a lei, che sta cercando vendetta, perché tutte le
vittime sono legate dal fatto che erano suoi sostenitori che l'hanno
poi abbandonata quando è caduta in disgrazia”.
Grazie André, tu non lo sai ma hai davvero
evitato una strage. Come sempre il tuo sangue freddo e la tua calma
ha fatto sì che non perdessi il controllo.
Ma proprio mentre sto per ringraziarti, ecco
che bussa un valletto in cerca di Girodelle.
Gli chiede di recarsi negli appartamenti del
Duca d'Orleans, e se possibile di cercare anche il Comandante delle
Guardie Reali e il suo attendente.
I nostri sguardi non tradiscono né
l'agitazione, né le nostre vere identità. Girodelle, da perfetto
soldato qual è, comunica che saremo tutti al cospetto del Duca
quanto prima.
Essere
al cospetto del Duca d'Orleans mi fa sempre uno strano effetto. Non mi
fido, non mi fido per niente di quest'uomo! Ho i nervi tesi, i sensi
all'erta e soprattutto la sensazione che lui stia facendo il doppio
gioco, e non ho ancora capito perché.
Il Duca era uno dei sostenitori della Du Barry, ma non ha ancora subìto
l'attacco della Dama di Picche, perché? La conosce, di questo ne
sono sicuro. Osservo i miei accompagnatori e noto sia in Oscar che in
Girodelle la stessa apprensione che ho io. Non si fidano neanche loro.
Bene, almeno siamo tutti all'erta. Ci accomodiamo e comincia il
racconto di una storia tanto singolare quanto inverosimile. eri
sera, mentre il Duca si trovava in uno dei suoi appartementi privati
nella Reggia, qualcuno è
entraro in quello ufficiale e ha lasciato uno strano regalo: una
maschera, delle carte da gioco, l'orecchino gemello di quello
già in nostro possesso e una pergamena legata da un nastro blu.
E'
una sciarada davvero interessante quella che ci è stata
presentata. Un rompicapo bello e buono...Sono già intento a
scervellarmi sul significato delle carte qundo Girodelle chiede al Duca
se possiamo leggere la pergamena.
Il Duca, con un sorriso mellifluo, la srotola davanti a noi:
Stupendo
è l'amore, quando può essere svelato,
La Regina di Cuori brilla di luce rossa come la passione
ma
triste è lo stesso, perché il suo cuore deve tenere celato
e il suo Re di Cuori non riesce a ricordarle la sua posizione.
La
Regina di Fiori, insieme al suo Cavaliere,
sa
che la catastrofe può arrivare per un semplice errore
e
fa scudo ai sovrani di Cuori, cercando di non far vedere
specialmente
quando traspare inaspettato l'amore.
La
scure su di loro abbatterà, e lacrime porterà.
che
anche loro son parte dell'inganno,
Della
Regina gli azzurri occhi la tenebra del dolore oscurerà
e
capiranno che su Fato potere non hanno.
Il
Cavaliere di Cuori vittima sta per perire,
e
la “sua” Regina di dolore finirà per impazzire .
Eccola la sciarada! Che assurda
follia. Ma almeno è svelato il mistero delle carte da gioco,
sono i personaggi di questo folle enigma che siamo portati a risolvere.
La Dama ha lanciato la sua ultima
sfida, quella decisiva e la più crudele, questa volta,
perché ha in mente di mietere una vittima. E' una corsa contro
il tempo, la nostra. Dobbiamo risolvere questo rompicapo e abbinare le
identità alle carte, prima che il Cavaliere di Cuori, chiunque
egli sia, possa soccombere.
Ci aspetta una lunga nottata, e lo sappiamo bene tutti i tre, il nostro mutismo e il nostro pallore parlano per noi.
Ci congediamo, pronti a metterci
all'opera ma mentre lasciamo quei ricchi appartamenti nessuno di noi
tre può fare a meno di notare il ghigno sul volto del Duca.
Mentre rientriamo, si para davanti a noi la Contessa di
Polignac...direi di bene in meglio, oggi. E poi cosa manca? Non so, un
meteorite direttamente sulla Reggia? Fersen che dice una cosa
intelligente? Il padre di Oscar che ci dà la sua benedizione?
Cos'altro?
La perfida donna si ferma davanti a Girodelle e gli chiede, con quella
sua finta aria da santarellina che fa solo salire il sangue alla testa,
dove sia la sua splendida cugina Françoise adesso, perchè gradirebbe taaanto fare due chiacchiere con quella graziosissima giovane.
Il problema è che questa frase la pronuncia guardando Oscar negli occhi.
Ha capito, la Contessa ha capito, e di certo non permetterà che la ridicolizziamo davanti a tutta la Corte.
Siamo.Nei.Guai,
Oscar come sempre, mantiene il suo contegno e non abbassa lo sguardo.
Ma dico io, pure la strega ci
mancava! Ha capito tutto, ha capito chi sono e me la farà
pagare, lo so. Ho troppi conti aperti con quella donna e ci mancava
giusto giusto questa pantomima in cui faccio la damina!
Mannaggia a me e a quando ho accettato....
Se non fosse per il fatto che dobbiamo risolvere questo dannato
indovinello le smonterei pezzo pezzo quella assurda acconciatura che si
ostina a portare fiera e tronfia!
Congedata la Contessa, ci dirigiamo tutti e tre verso il mio
appartamento e appena siamo sicuri da essere al riparo da orecchie
indiscrete ci lasciamo andare a tutto il nostro sgomento, e non sono
certo parole nobili ed educate quelle che escono dalle nostre bocche,
soprattutto dalla mia.
Un divertito André e uno sgomento Victor tacciono, colpiti dalla mia verve.
"Ohhhh, avanti Victor, comando uomini da quando avevo quattordici anni, cosa vi aspettate, un linguaggio da educanda?"
"No no, per carità", esclama lui alzando le mani, "è solo che a volte fate paura, Oscar, davvero..."
"E non avete ancora visto niente", commenta divertito André.
Sì, è vero, e forse il mio bel moretto ha bisogno che gli rinfreschi la memoria.
Calmati gli animi, ci mettiamo al lavoro.
Dunque...cominciamo....
La maschera...troppo semplice. Tutti indossiamo una maschera e questo
personaggio non è da meno. Il messaggio è chiaro: il
soggetto in questione getterà, volente o nolente, la maschera.
Anche l'orecchino non è un mistero. La Dama ci ha semplicemente
detto che siamo sulla strada giusta e che da adesso si gioca a carte
scoperte. Le carte, appunto...
"La Regina di cuori...è una donna felice, innamorata di un amore
clandestino che però palesa questo sentimento", Victor riflette
ad alta voce e subito tutti abbiamo la stessa idea
"La Regina Maria Antonietta!" esclamiamo all'unisono.
"Giusto", continua Victor " e quindi il Re di Cuori è Luigi XVI, che non riesce a tenere a bada l'irruenza della moglie.
"Può essere", continua André. "E di conseguenza la
Regina di fiori e il suo Cavaliere sono delle persone molto vicine ai
sovrani, che li aiutano e li proteggono..."
"Mhhhh", borbotta Victor. ""Potreste essere tu ed Oscar", dice.
"André?", chiedo io. "No, è impossibile. Non è
così in vista e sopratutto non credo che il resto della corte lo
reputi importante quanto in realtà è.
Vedo i tuoi occhi che brillano mentre dico questo, André, ma
è vero, sono sincera. Se solo tutta questa massa di bifolchi
incipriati capisse quanto vali!
"Potreste avere ragione, Oscar", continua Victor. "Purtroppo è
da escludere che i nobili capiscano il valore di André. Ma
allora chi è il Cavaliere di Fiori?"
"Voi, Victor?" suggerisce André.
Lo guardiamo incuriositi
"Ma sì, può essere. Victor è il tuo secondo Oscar,
quindi nelle le carte è il tuo cavaliere, se tu sei la Regina di
Fiori. E', dopo di te, la persona più vicina ai Sovrani, li
consiglia e li protegge."
In effetti il ragionamento di André ha senso, decisamente.
"Va bene" continuo io, "quindi presupponendo che abbiamo identificato i personaggi, chi è il Cavaliere di Cuori?"
E qui un gelido André, spaventato lui stesso per quello che sta per dire, sussurra...
"E' ovvio, no? E' Fersen. Il
Cavaliere che ha rubato il cuore della Regina di Cuori, e che con un
passo falso la può distruggere. E quale passo falso migliore che
farlo cadere vittima della Dama di Picche e constringere la Regina a
gettare la maschera? Leggete bene queste righe: Della Regina gli occhi azzurri la tenebra del dolore oscurerà...e
lo scopo è farla impazzire dalla disperazione per farla tradire
e confessare pubblicamente il suo amore clandestino e proibito.
Orribile, crudele, impossibile
solo pensare una situazione del genere. Se dovesse capitare alla mia
Oscar, io impazzirei davvero. Sono quasi impazzito quando è
svenuta dopo aver implorato per la mia vita, e anche quando è
stata aggredita dai sicari della Polignac.
Alzo lo sguardo verso di te e vedo
nei tuoi occhi un'emozione nuova: la paura. Hai paura, come ne ho io,
perché ora che siamo una coppia, capisci anche tu cosa vuol dire
sentire il proprio cuore dilaniato. Impazziresti anche tu, se mi
succedesse qualcosa. Mi stai dicendo questo, ho capito.
Ma è un attimo, un attimo
velocissimo, perché si riaffaccia subito il soldato, che ordina
di seguire Fersen come un'ombra, di non lasciarlo mai solo.
Ci sarà un ballo domani, e Fersen è il bersaglio.
Finiamo di definire il piano e poi salutiamo Victor, che decide di congedarsi da noi.
Rimasti soli, ti sollevo il mento
piano piano e ti bacio con dolcezza, perché in questo momento la
passione è davvero fuori luogo, siamo tutti troppo scossi,
"André...", mi sussurri "Andrà tutto bene, vero? Riusciremo a salvare Fersen e la Regina?"
"Lo spero, Oscar, lo spero davvero"
Ma i tuoi occhi dicono altro, lo so, li conosco. Non sei convinta, lo vedo.
"E' troppo semplice, André...la soluzione...è troppo banale..."
No, Oscar, non è banale per
niente. Sei tu che hai paura e stai cercando un'altra interpretazione
perché questa è troppo da accettare. Che qualcuno voglia
ferire un innocente che ha la sola colpa di essersi innamorato di una
donna inarrivabile è un'opzione che la tua lealtà e
bontà non riesce a comprendere. Ma è la realtà,
amore mio. Il male esite, ed esistono persone disposte a percorrerlo
fino in fondo pur di raggiungere il loro obiettivo.
Ti stringo ancora una volta prima di suggerirti che è il caso di cambiarsi, siamo in missione e non possiamo continuare ad indossare i nostri soliti abiti, il salone di Versailles ci attende.
Mi fai cenno di assenso ma mentre
mi dirigo verso il mio appartamento non mi sfuggono i tuoi occhi
spalancati mentre sfilo il nastro blu che lega i miei capelli.
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