Rubaiyyàt

di Fiore di Giada
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O cuore, dacché la vera essenza del mondo non è che
parvenza,
che stai tanto ad avvilirti per dolore e bisogno?
Affida il corpo al destino, e va' d'accordo col tempo,
ché questo Càlamo trascorso non torna indietro per te!



La luce delle candele trema nella stanza e crea strani giochi di ombra e di luce sulle pareti.
Rashid, immobile, fissa un punto indefinito davanti a sé, le gambe strette contro il petto.
Deboli singhiozzi rompono il silenzio della sala. La sua disperazione non ha senso, ne è ben cosciente.
Le sue lacrime non riavvolgeranno la ruota del tempo.
Maya è morta e non è rimasto di lei nulla.
Poi, quattro anni dopo la battaglia contro Shadowlaw, Azam si è ammalato.
Si è spento tra le sue braccia, consumato da una terribile polmonite bilaterale.
Non ha mai smesso di credere nella forza di Allah.
Rashid appoggia la testa sulle ginocchia e si abbandona al pianto. Vorrebbe rialzarsi, ma non ci riesce.
Il mondo, in quel momento, gli sembra un vortice di dolore insensato.




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