Chapter 6
« Malfoy, che vuoi
dire?»
«
Voglio che tu venga con me al ballo», sussurrò in tono
quasi disperato. E il suono della sua stessa voce quasi lo
inorridì. Tenne a freno una smorfia di disgusto. Che stava
tentando di fare? Voleva umiliarsi? La verità era che nei giorni
in cui non l'aveva vista, non aveva fatto altro che pensarla. Nella sua
testa si era creato un montaggio visivo di Blaise che gli diceva che
era troppo per lui, sfumava in un angolo, per lasciare posto alla
Mazzosangue, che gli rideva in faccia quando lui le si era avvicinato.
Non era giusto che lei lo sfidasse apertamente per poi andarsene a
braccetto col suo migliore amico. Si, aveva scelto di lasciare che
fosse Blaise ad occuparsene e dimenticare quella storia. Gli aveva
lasciato campo libero con la Granger. Ma che gli era saltato in mente
quella mattina, vi chiederete? Aveva sentito un mormorio al tavolo dei
Serpeverde e
lui aveva pigramente distolto lo sguardo dal suo caffè nero, come
il suo esaurimento nervoso.
Dai
Grifondoro, c'era Blaise impalato che
parlava con Hermione, a quanto pareva aveva reso ufficiale che
andassero insieme al Ballo e Zabini non era venuto meno alla parola
data.
Finalmente avrebbe potuto godersi la tranquillità di un anno
senza scandali che riguardassero lui e la Mezzosangue. Nemmeno il tempo
di godersi quella misera vittoria che le budella cominciarono a
contorcersi quando lo realizzò. Vedeva la scena senza guardarla
veramente, gli sembrava di stare sotto una sorta di trance. La Granger
lo stava fissando? Sbatté gli occhi ma lei non c'era più.
L'istinto di alzarsi fu impellente e lui non seppe fermarlo, la doveva
raggiungere. E quando ci era riuscito non sapeva nemmeno cosa dirle,
aveva cominciato con la prima cosa che le sue viscere avevano tirato
fuori. Quando aveva finalmente ascoltato la sua voce, ebbe la
sensazione che i suoi muscoli si fossero rilassati, ora che era
lì faccia a faccia con lei. Il pensiero del suo viso vicino, lo
aveva perseguitato per giorni. Purtroppo aveva avuto finalmente
l'occasione di guardarla un po' meglio. Le aveva sempre avute quelle
piccole lentiggini? E i suoi occhi erano sempre stati così
espressivi? La vedeva blaterare qualcosa, la sua bocca si muoveva. Wow,
quelle si che erano delle belle labbra. Sembravano così morbide
mentre si scontravano per formare parole. Erano quasi ipnotizzanti, non
sentiva nemmeno quello che lei stava dicendo... Cosa gli stava dicendo?
« Mi stai ascoltando, Malfoy?». Hermione inclinò la testa
con una certa irritazione. Si capiva che aveva la sensazione di stare
parlando a vuoto. E un po' era così, a dirla tutta. Lui
annuì in risposta, deciso a non farsi smascherare.
« Mi dispiace, ma ho già detto che
ci andrò con Blaise».
« Perché, ci saresti venuta se te
lo avessi chiesto prima io?».
Ancora una volta, la sua mente aveva messo in atto quello che
doveva essere un genocidio di neuroni, senza che lui lo approvasse.
Gli era uscito così,
senza nemmeno pensarlo. Si sarebbe preso a calci se solo avesse potuto!
Hermione questa volta gli restituì uno sguardo vacuo. "Non ha
capito, vero?... Ma no, ho appena sussurrato... Sei un imbecille,
Draco!", delle vocine nella sua testa lottavano furiosamente,
Draco si
rese conto che era sceso troppo in basso. Che cosa stava facendo?
Sperava che lei gli dicesse si? E per quale ragione?
Guardò
meglio la Mezzosangue negli occhi. Quelle iridi dorate sembravano quasi
gridare imprecazioni colme di rabbia. Il ragazzo non poteva lasciarsi
andare in quel modo. Cercò a fondo di ristabilire la
concentrazione per assumere il tono più serio, ma allo stesso
tempo credibile, che riuscisse a tirar fuori. Non doveva sembrare
brusco,e di conseguenza mostrare il suo disappunto,
perché un cambiamento repentino avrebbe potuto mal celare quello
che gli frullava per la testa. Si sentì quasi sollevato dal
fatto che lei fosse ancora tra le nuvole e voleva trarre questa cosa a
suo favore. Sfruttò il momento di confusione della Grifondoro
per trovare una scusa al suo comportamento.
« Granger, hai superato la prova»,
annunciò. « Ti
concedo di andare al Ballo con il mio amico.», le disse in un
mezzo sorriso. Dentro di sé si complimentò per la ripresa
dallo scivolone, sperando di non aver gettato tutto alle ortiche.
Quel
sorriso fece sentire ad Hermione le sue gambe sciogliersi come burro
fuso. Lo aveva sentito, aveva sentito quella domanda sussurrata. O
stava di nuovo cominciando ad immaginarsi le cose? Era solo l'inizio
dell'anno ed era già così stressata dallo studio? Non
aveva altra spiegazione che quella, era impossibile che Malfoy avesse
accennato all'ipotesi di portare lei al Ballo. Lui le aveva appena
detto che gli piaceva per poi rimangiarselo o se lo stava immaginando?
Che razza
di roba si era bevuto, quella mattina, quel dannato ragazzo? Era per
quello che l'aveva guardata male a colazione?
Quasi le venne da ridere all'immane stronzata che le era saltata in
mente. Alzò un
sopracciglio guardando il biondo con aria indignata, il fatto che lui
avesse tranquillamente cambiato tono l'aveva disorientata ancora di
più. La stava nuovamente prendendo in giro, senza nessun
ritegno? Perché Malfoy continuava a darle fastidio? Non ne
poteva più di porsi mille questioni, tutte che roteavano intorno
a quel cretino manco fosse il Sole nel suo personale Sistema Solare. Le
sfuggì
una risata stizzita.
« Tu? Dare il permesso a me? Credo
che qualcuno abbia messo qualcosa nel
tuo succo di zucca se davvero credi di poter gestire la vita altrui»,
sbottò Hermione, sempre cercando di mantenere il tono
basso. Chissà perché, ma l'idea che qualcuno potesse
pensare che facesse cose losche con Malfoy la terrorizzava. Era meglio
rimanere silenziosi.
« Vedi, le ragazze che uscirebbero con me non si possono nemmeno
contare,
e se al mio amico piace qualcuna io devo provvedere. Non vorrei
trovarmi Blaise tutto distrutto per una ragazza...» concluse
lui, spiegandosi. « O comunque, non per te».
Hermione
strinse i denti, la voglia di mollargli un altro pugno le stava facendo
prudere le mani. Che necessità aveva di puntualizzare? Era
così stufa che Malfoy si riferisse a lei sempre come una
Sanguesporco. Era così stufa di essere sempre prima la
Mezzosangue, piuttosto che Hermione Granger, una normale ragazza che fa
quello che dovrebbe fare alla sua età? Era davvero così
difficile, per Malfoy, trovarla attraente? Forse qualcuno aveva messo
qualcosa nel suo
succo di zucca, se aveva preso per un momento in considerazione l'idea
che lui potesse essere diverso da quel che si aspettava.
E poi cos'era quella
storia che lui doveva approvare chi frequentasse il suo amico? Come se
Blaise avesse bisogno di un tipo come Malfoy per farsi guardare le
spalle. C'era dell'incredibile a pensare che si era inventato di
chiederle di andare al Ballo di Benvenuto solo per testare la sua
lealtà. Come aveva fatto ad essere così stupida da
pensare che il Principe delle Serpi volesse andare al ballo con lei,
inoltre? E perché adesso si sentiva ferita quando fino ad un
attimo prima era euforica al pensiero di andarci con Blaise?
« E' un ballo, non ci dobbiamo mica sposare», fu la risposta
della riccia, accompagnata da un esagerato roteare degli occhi. Il
Serpeverde trattenne un sorriso, anche se lei non poté
accorgersene. La mano del ragazzo era ancora salda intorno al suo
braccio, eppure Hermione sembrò non farci nemmeno più
caso. Mentre guardava i pochi tratti che la fioca luce riusciva a farle
scorgere, prestò di nuovo attenzione a quelle folte ciglia
lunghe. Questa volta non le vide di profilo e poté ammirare la
cornice che facevano a quel mare d'inverno, nella loro interezza. Un
brivido le fece venire la pelle d'oca, quello sguardo all'apparenza
così freddo le stava riscaldando lo stomaco. Era possibile una
cosa del genere? Forse si, forse no. L'unica cosa certa era che voleva
andare via.
« Ora che ti sei accertato delle
mie intenzioni, e che abbiamo appurato
che non sarei venuta con te, spero che tu sparisci e ti tenga alla
larga da me. Addio serpe». Così dicendo, lei
scappò via strattonando il braccio dalla presa di Malfoy, con un
misto di rabbia e dolore nel petto.
Draco
non era stupito dal comportamento di lei. Ancora una volta la vedeva
andare via e si era un po' stancato di vedere sempre le sue spalle. Per
un motivo o per un altro, era sempre lui a rimanere come un imbecille
piantato in asso. Anzi, forse era stato meglio... Aveva bisogno di
sbollire un po', quella situazione gli stava sfuggendo di mano e lui
non sarebbe riuscito ad andare via da lei. Ultimamente gli pareva che,
ogni volta che vedeva la Granger, gli si attivasse un magnete dentro di
lui. Impotente, seguiva il flusso e si ritrovava a parlarle, finalmente
attaccatosi alla sua calamita. Ci mancava solo questa. E poi, che gli
era venuto per la testa? Era sicuro che Hermione avrebbe rinunciato a
lui, piuttosto che all'amico. "Con
quale criterio avrebbe dovuto scegliere il cretino che la prende in
giro, invece che il ragazzo con cui chiacchiera di nascosto in
Biblioteca?", pensò amaramente. Si lasciò andare
ad un ringhio sommesso di frustrazione. Se non altro le aveva detto
qualcosa, anche se in modi celati. Qualcosa che gli macinava
dentro da qualche giorno. Il tempo
che non l'aveva vista. Era il fatto che piacesse a Blaise, che
improvvisamente voleva ronzarle intorno? O solo per il fatto che voleva
salvare il suo "onore"? Perché se fosse stato per la seconda,
non avrebbe dovuto avere problemi. Ma gli dava fastidio che fosse
Zabini a portarla al Ballo, improvvisamente. Se fosse stato qualcun
altro, sarebbe stato così facile poter ignorare i sentimenti
altrui, non si sarebbe creato problemi a far crollare la Granger anche
solo per provare qualcosa a se stesso. A quel punto, però si era
chiesto se era veramente quello il motivo di quei suoi impulsi,
decisamente non voluti. E aveva messo tutto in dubbio in quella
penombra. Oh, Salazar! Era stato quando i loro occhi si erano
incontrati, vicinissimi, che lui aveva pensato di baciarla, invece di
ferirla. Ancora una volta si era trovato sul baratro e lasciare che
fosse il suo istinto ad agire, ma era stato più forte per una
volta.
Chissà
come sarebbero andate le cose se lui non si fosse comportato come
“ l'idiota di sempre ”, come lei gli aveva detto.
Chissà che sarebbe successo se l'avesse baciata e avesse messo
fine a quella storia? Avrebbe potuto avere le risposte che cercava, ma
non sarebbe stato corretto nei confronti di Blaise.
"E ti avrebbe mollato un altro
ceffone.. ", gli disse una voce in un angolino della sua testa.
"Tu sta' zitta!", rispose di
rimando. Doveva stare proprio male se cominciava a parlare con quelle
voci.
Tutto
sconsolato, tornò nel Sotterraneo. Ma si guardò bene dal
cambiare l'espressione prima di entrare, era sicuro che vi avrebbe
trovato il moro.
Non
aveva torto, constatò con sua enorme frustrazione. Zabini
era stravaccato su un divano in un angolo della Sala Comune, vicino ad
un enorme oblò. Il ragazzo gli sorrise subito e, dentro di
sé, Draco sentiva già il peso della conversazione che
sarebbe avvenuta.
« Ha accettato. Mi sento... bene. E
constatando il fatto che se ne stia già parlando in giro, direi
che è stato un successo», gli annunciò un
entusiasta, forse fin troppo, Blaise non appena lo vide.
Draco
scosse la testa sorridendo e mentre gli passava davanti fece svolazzare
la mano come a scacciare via una mosca.
Si sedette su una poltrona di
velluto verde con le rifiniture argentee, posizionata accanto al divano.
« Allora dillo che volevi invitarla al ballo e stavi macchinando
tutto, no?»
« Sei incredibile, sei orribile>>,
lo canzonò Blaise con un espressione sconvolta in viso prima di
alzarsi all'in piedi, con le braccia in alto come se stesse tenendo un
discorso all'intera Comunità Magica.
« Ecco cosa
succede ad aiutare un amico che è una Serpe» , e, con
veemenza, un indice carico di giudizio indicò Draco. «
Prima li aiuti e poi ti accusano di tornaconto!»,
professò lui ad alta voce. I quattro gatti nella Sala Comune si
voltarono a guardarlo: due primini, intenti ad una partita a Scacchi
Magici, lo guardarono con ispirazione per poi lanciarsi sguardi
sospettosi; un terzetto di studenti più grandi ridacchiò
per ritornare subito alle proprie attività di studio, segno che
erano abituati alla drammaticità di Zabini. Per il resto, una
mosca passò sotto il naso del moro e volò chissà
dove. Draco la seguì per un momento prima di tirare giù
l'amico, afferrandolo ad un braccio.
« La smetti di dire
stronzate?». Draco non poté far altro che ridere mentre
Blaise faceva lo stesso, accasciandosi sul divano.
« Mai
stato più serio.» sentenziò il moro con un ghigno
soddisfatto dipinto sul volto. « Si, la Granger non mi dispiace
come ragazza. Ma di sicuro non è per il mio, di tornaconto».
Draco
fece spallucce, ma dentro di sé sentiva strani sentimenti,
sentimenti che non riusciva a decifrare. E Draco, poco esperto in
materia, restò nella beata ignoranza senza sapere che si
trattava di un sentimento degno delle serpi. Era geloso di lei quanto
invidioso dell'amico.
« Sei stato tu ad offrirti, non te l'ho chiesto. Il fatto che ti sia
venuta subito l'idea del Ballo è sospettosa...»,
mormorò il biondo in sua difesa.
Ma
come si era promesso, non avrebbe distrutto la felicità
dell'amico e si limitò a dirgli : «Non capisco ma accetto
il tuo strano simpatizzare per la Granger. E
per evitare che tu mi guardi con quell'espressione inebetita, vado a
farmi una doccia». Si alzò dalla poltrona sotto lo
sguardo divertito di Blaise. Sembrava uno che la sapesse lunga riguardo
un argomento che conosceva solo lui. Draco lo fissò per un
secondo, incerto su come interpretare la cosa, ma fu interrotto da una
voce dietro di lui.
« Vengo con te se vuoi», si offrì Pansy Parkinson, di ritorno da
qualche lezione, mentre posava i libri.
« Non serve, so ancora fare da
solo» rispose brusco, mentre Pansy sprofondava nella
poltrona dove si trovava lui qualche istante prima. Lo guardò
dal basso all'alto con un sorrisetto, mentre due dita torturavano una
ciocca di capelli.
« Hai intenzione di invitarmi al
ballo, per caso?» chiese lei,
senza rendersi conto che Draco non voleva nemmeno sentirla.
« Io no, perché, qualcuno si è
bevuto il cervello e ti ha invitata?»
La
Parkinson diventò rossa di rabbia, fece quasi per dargli uno
schiaffo alle gambe, ma lui lo schivò divertito. Doveva
ammettere che a volte era prorpio un infame con lei, ma tutto
sommato lei se la cercava.
« Perché sei sempre uno
stronzo? Certo che qualcuno mi ha invitata, forse dovrei accettare. Ma
pensavo che fossimo andati insieme, come al quarto anno», spiegò,
come se fosse stato ovvio che avrebbero
fatto coppia fissa agli eventi.
Se avesse saputo che quella volta
Draco l'aveva invitata solo perché Blaise lo aveva implorato,
forse l'avrebbe smessa di ronzargli intorno. Gli dispiaceva che lei
aspettasse speranzosa e aveva timore che si sarebbe ritrovata da sola
una volta cominciato il Ballo del Ceppo. Per colpa di Blaise, aveva
acceso un barlume di speranza nel cuore della Parkinson, che purtoroppo
non sapeva cosa fosse la dignità, apparentemente. A ben
pensarci, forse non era più il caso di ascoltare i consigli di
Zabini o fargli favori, viste le conseguenze che doveva subire ogni
volta. Voleva mettere in dubbio quella che era stata la soluzione
riguardo al suo problema, perché non aveva fatto altro che
tormentarlo. Per colpa di Zabini, adesso aveva la Mezzosangue che
vagava in giro per i corridoi del suo cervello giorno e notte.
« Non lo so, sarà che ti ho detto un milione di volte no. »
Pansy
sembrò ferita per un attimo, si passò la lingua fra i
denti come per contenere la rabbia e si alzò, prima di
recuperare le sue cose. « Va bene, Draco. Va bene», sibilò la
ragazza, prima di girare i tacchi e andare
via. Draco sbuffò.
« Lasciala perdere», gli consigliò il moro. « Sii
solo un po' più gentile, che cazzo!»
« Blaise, non è a te che si
appiccica, quella specie di ranocchia.»
Blaise non poté fare a meno di
ridere
coinvolgendo, suo malgrado, anche Draco, che a tutto pensava tranne che
a Pansy Parkinson.
Spazio autrice
Salve salvino! LOL
Come va? Anche se non ho ancora ottenuto molti pareri alla storia,
siamo solo all'inizio, e le visualizzazioni mi lasciano ben
sperare. Ci sta!
Sarete lieti di scoprire che la mia tastiera ha magicamente ripreso a
funzionare improvvisamene (ma ancora con qualche deficit) EHM...
Non ho idea di cosa le sia capitato ma, bless her, anch'io sono stressata!
Cosa mi dite di questo capitolo? Innanzitutto ho diviso un pochino lo
scritto, ho la sensazione che un corpo di testo senza troppi spazi
faccia perdere il filo. Spero si capiscano i cambi di pov. NON SO.
Che ne pensate di Blaise, comunque? Ci fidiamo di un amico Serpe o no?
Se lasciaste una recensione, una critica o un "fa schifo" l'accetterei
volentieri. Essendo la storia in stato di scrittura, mi farebbe piacere
sapere cosa ne pensiate dei personaggi o su qualunque altro aspetto
-anche grafico - che vi viene in mente. SEMPRE SE VI VA, no non sto
cercando di estorcervi un commento...
Bon, per oggi è tutto, torno a giocare a fare Dio con le vite dei due
protagonisti.
Ci si vede!
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