Buona
sera, slittando la pubblicazione ancora di un giorno pubblico il terzo
capitolo.
Colgo
l'occasione per ringraziare tutti coloro che seguono la mia storia.
2
Erano
passate altre due settimane dall'ultima volta che Haruka vide Michiru
in occasione dell'ultima gara di corsa che disputò contro
una delle
più grandi promesse di atletica, Elza Grey. Erano trascorse
due
settimane da quando si riconfermò ancora lei come la
migliore corritrice. Più di tutto però quella era
la sua prima
settimana in cui, in prossimità delle vacanze estive,
potè passare
la maggior parte del proprio tempo libero concentrata sulla sua unica
vera passione. Era la prima settimana in cui potè dedicarsi
praticamente anima e
corpo alle corse in macchina e in moto; quelle corse che la portavano a
concorrere con l'unico suo rivale degno di tale nome: il vento.
Eppure, diversamente dagli anni passati, c'era qualcosa che la
preoccupava di più delle corse. Due biglietti e un volantino
ricevuto in anteprima e che ora ritrovava sotto la forma di manifesto
in diverse parti della città. "Crociera di
beneficienza"
recitava la prima riga e la riga sottostante: "con
Michiru Kaioh". Sotto in scritte
nettamente minori il nome di altre tre
persone; poi la foto della nave, una foto di Michiru con in mano un
violino e l'immagine di un dipinto. Più sotto ancora erano
indicati
il luogo di partenza, la data, l'ora e i punti di vendita per i
biglietti. La prima volta che vide il manifesto restò
perplessa.
Aveva ricevuto il volantino con i biglietti circa una settimana
prima, ma non aveva dato molta importanza alla cosa. L'unica cosa che
in realtà contava era scegliere se andare a vedere Michiru,
che in
verità non aveva ancora capito cosa avrebbe fatto su quella
nave, o
se rifiutare. L'idea più logica nella situazione in cui si
trovava
era quella di rifiutare; ma più si sforzava di non pensare a
Michiru
e di evitarla, più si sentiva attratta dal ricordo di quella
fanciulla. Era assurdo, non le era mai capitato di sentirsi tanto
attratta da una ragazza che conosceva a malapena. Soprattutto non le
era mai successo di sentirsi così attratta dal pericolo.
Perchè se
quella ragazza era davvero quella che si era rivelata di essere, allora
era
davvero pericolosa per la sua incolumità e i suoi sogni
ambiziosi,
ma non impossibili; eppure la voglia di rivederla, con un pretesto
offertole su un piatto d'argento come quello, era troppo grande.
Combattuta tra questi pensieri contrastanti non diede molto peso a
ciò che recitava il volantino e ai due biglietti. Ora
però si
rendeva conto che necessitava di avere qualche informazione in
più
riguardo a Michiru Kaioh. Innanzitutto non le tornavano i conti con
quello che Elza le aveva detto della sua amica e della conferma che
quest'ultima aveva dato chiedendole se poteva farle un ritratto. La sua
rivale
di sport le aveva detto che Michiru era un pittrice di grande
talento, ma nel manifesto c'era la foto della ragazza che suonava il
violino, non che dipingeva o accanto a un suo quadro. Ma ciò
che
più la colpì fu vedere quanto "la pittrice", se
davvero
la poteva definire così, fosse famosa. Tutte le volte
trovava sempre alcune persone di fronte a quei manifesti molto
interessata all'evento e
alla presenza dell'artista. Capì che se non fosse andata si
sarebbe persa un evento
eccezionale, reso ancora più eccezionale dal fatto che se
lei fosse
andata e Michiru fosse diventata famosa avrebbe potuto dire in futuro
agli amici e alla famiglia che grazie alla sua permanenza in Giappone
aveva avuto la fortuna di poter assistitere a una delle prime
esibizioni in pubblico della famosa Michiru
Kaioh. Perciò a una settimana dalla fatidica data si diresse
in un
punto di informazioni per sapere di più riguardo a quella
crociera.
Entrò
nell'ufficio e si diresse al bancone dove una della due persone, quella
che pareva più giovane, l'aspettò con un largo
sorriso.
-Buongiorno, desidera qualcosa?- le domandò con voce
squillante.
Haruka
sempre seria e ultimamente anche molto cupa, sì
domandò cosa avesse
da essere tanto allegro quel tizio, ma senza far trapelare i suoi
pensieri rispose: -Buongiorno, potrei avere informazioni riguardo
alla crociera che si terrà fra una settimana con Michiru
Kaioh?
-Certo.
Cosa vuole sapere?
Haruka
lo guardò perplessa dal momento che gli aveva appena detto
quello
che voleva sapere. -Volevo... Sapere in che cosa consiste
esattamente.
-Si
tratta di una crociera di beneficienza organizzata dalla stessa
Kaioh. Come saprà è un'artista di grande talento
e di grande cuore
anche e ha pensato di organizzare questa crociera mettendo in mostra
tutte le sue doti artistiche e professionali per donare il ricavato
alle persone in difficoltà.
-Cioè
questa crociera l'ha organizzata Michiru Kaioh in persona? Fiuuu-
fischiettò al cenno di consenso del ragazzo -Non male come
cosa. E
mi dica, è davvero molto brava e famosa?
Stavolta
fu il ragazzo a guardarla stupito: -Beh, sì, direi di
sì.
Haruka
fissò un punto di fronte a se' quasi trasognata. "Bella,
talentuosa, famosa e anche ricca a quanto pare. Se solo non fosse
etero sarebbe la ragazza perfetta. Ma evidentemente è
proprio vero
che nessuno è perfetto" concluse i suoi
pensieri abbozzando un sorriso prima di porre un'altra domanda: -Ma la
crociera quanto durerà?
-Cinque
ore circa, non di più. Giusto il tempo di fare il giro
prestabilito, godere della vista della costa e delle isole da lontano,
cenare e farsi intrattenere dagli artisti lì presenti,
oppure tornare di nuovo a prua per ammirare il panorama di notte.
-Quindi
è tutto in giornata... Beh, la ringrazio molto per le
informazioni
che mi ha dato su Kaioh.
-Kaioh-san
vorrà dire!- la corresse il ragazzo prima di proseguire -In
ogni
caso il biglietto lo trova...
-Ce
l'ho già il biglietto, me lo ha dato lei in persona.
Il
ragazzo guardò confuso la donna alla sua destra, che
ricambiò
scuotendo la testa perplessa come a dire: "Non so da che pianeta
stia scendendo". -Posso sapere il suo nome?
-E
perchè mai?- domandò di rimando lei seria prima
di salutare e andarsene. Il
tipo rimase ad osservarla a lungo, gli pareva di aver già
visto quel
tipo strano. "Ma certo,
l'ho visto in una giornale sportivo...-
si sforzò di ricordare meglio- Mah... Forse è un
giovane
calciatore, o un emergente motociclista... o forse qualcos'altro
ancora. Se solo sapessi il nome, quello mi aiuterebbe a ricordarmi chi
è
quel tipo strampalato!!"
Intanto
sulla via di ritorno Haruka stava mettendo sulla bilancia i pro e i
contro dell'andare alla crociera. Arrivò alla conclusione
che: "Al
diavolo Kaioh, 17.244 yen* per la crociera sono una
sciocchezza per me, mentre per quella gente vuol dire tantissimo...
Tanto dopo questo gesto di carità vedrò di
tagliare tutti i ponti.
E stavolta sarò decisa."
*** ***
***
Michiru
era nella sua cabina che si stava pettinando. Si era già
leggermente truccata e messa due orecchini bianchi in tinta con il
colore della collana di perle e del suo abito da sera. Lei aveva sempre
tenuto molto a presentarsi bene e sempre perfetta, a maggior ragione
curava il suo aspetto quando doveva apparire in pubblico.
Quella sera però si stava sistemando, con una dovizia quasi
maniacale prestando attenzione anche ai più piccoli
particolari. Anche in quel momento passava la spazzola stando bene
attenta di non tralasciare un solo punto del proprio capo e stando
attenta a non rovinare la messa in piega dei suoi capelli mossi. Non
sapeva se Haruka ci
sarebbe stata, non aveva più avuto sue notizie, ma se ci
fosse stata
doveva presentarsi perfetta. "Ehi,
che faccio? Mi sto facendo
bella per una donna? Devo piantarla con queste sciocchezze! Ho sedici anni, Elza fra un mese tornerà a casa ed io devo
cogliere
queste vacanze come occasione per rinsavire. Devo convincere Haruka a
combattere al mio fianco, ad accettare il suo destino e a dividere il
peso della missione con me, ma non posso pensare a nient'altro. Con
Elza è tutto successo quasi senza che io me ne accorgessi,
ma con
Haruka se non ponessi dei freni me l'andrei a cercare visto che sto
provando sensazioni che ho già sperimentato al fianco di
Elza. Questo non deve accadere. Anzi, stasera stessa,
cercherò di essere più carina con Takahishi-kun .
E' un ragazzo così
carino, spiritoso e intelligente ed è da un po' che mi
invita a
uscire con lui. Prima con Elza sempre con me non potevo, ma ora devo
rimettermi sulla retta via con i ragazzi, com'è naturale che
sia...
In fin dei conti tra me e lei non è successo
ancora nulla, faccio ancora
in tempo a salvarmi e se proprio ce ne fosse bisogno a dirle anche
che, sì, è stato solo un momento di confusione."
I pensieri erano
rivolti ad Elza, ma l'immagine che aveva in mente era quella della
guerriera di Urano. C'era poco da fare o da nascondere: era lei ora
la "minaccia" più vera. Se avesse potuto molto
probabilmente, anzi
sicuramente, non l'avrebbe più cercata, ma la sua missione
veniva
prima di tutto. Era indispensabile se voleva evitare la distruzione
delle Terra. Eppure le fu inevitabile pensare: "Ti prego Tenoh-san-
quasi implorando -Non
esserci stasera, anche se so già perfettamente
cosa fare e cosa dire nel caso tu venga. Fatti convincere dallo
stesso sogno premonitore che ho io e basta. Ti prego!".
Poco dopo la
nave partì e i giochi si chiusero. Se ci sarebbe stata
avrebbe
dovuto affrontarla, in caso contrario si sarebbe finalmente messa il
cuore in pace visto che la nave non tornava indietro a prendere i
ritardatari.
Venti
minuti più tardi era pronta per il suo concerto.
Aspettò ancora dieci
minuti affinchè chi voleva assistere alla sua esibizione con
il
violino potesse dare almeno una prima occhiata ai suoi quadri esposti
nel corridoio che portava alla sala dove avrebbe tenuto il suo
concerto. -Allora siamo
d'accordo?- le chiese Sasuke cercando di controllare l'emozione. Era
da circa sei mesi che ci provava con Michiru con scarsi risultati ed
ora, di punto in bianco, lei aveva accettato la sua proposta di
uscire un giorno della settimana dopo a prendere un aperitivo
insieme.
-Sì,
sì, siamo d'accordo. Comunque questo è il numero
del mio collegio- gli allungò
un bigliettino -Nel caso in cui non sia in casa puoi comunque
lasciare un messaggio alla segretaria. Loro sono sempre puntuali nel
riferire chi sta chiamando o chi ha chiamata- sorrise.
-Perfetto,
allora domani consulto i miei impegni con il mio manager e poi ci
sentiamo.
-
Takahishi-kun, perchè aspettare tanto? Che dici invece di
prenderci
qualcosa da bere dopo l'esibizione?
-Ma...
ma certo!- disse l'altro sempre più felice. Quasi non
riusciva a
credere che finalmente, non sapeva neanche lui bene come, avesse
fatto colpo su quella ragazza tanto bella e affascinante quanto
irraggiungibile.
-Bene,
è passata quasi mezz'ora, posso andare. Ciao!- e
così dicendo lo salutò
facendogli l'occhiolino. Quel gesto agli occhi del ragazzo la rese
ancora più irresistibile. Era bastato solo quello per farlo
sentire
cotto a puntino.
-Amico,
ormai l'hai conquistata: la preda sarà tua!- disse il
batterista
della sua band.
-Ma
no, non è mica detto- disse cercando di sembrare
indifferente, anche
se dentro sperava con tutto il cuore che fosse davvero come diceva il
suo amico.
“Perdonami
Takahishi-kun, tu sei così perso di me, non sai nemmeno
perchè sto
facendo tutto questo, quando io invece non ricambio i tuoi sentimenti.
Non ancora almeno..." Michiru fece un gran respiro e poi
entrò in
scena. C'era parecchia gente e tutti l'applaudirono. Lei fece un
inchino sorridendo, guardò la folla mentre si preparava a
suonare.
Di Haruka non c'era nemmeno la traccia. Per un attimo si
sentì
triste, ma d'altronde era esattamente quello che aveva sperato con
tutta se' stessa in cabina. Iniziò così a suonare
uno degli ultimi
brani che aveva composto.
Intanto
Haruka stava parlando con un ragazzo. Il suo nome era Kameda ed era
uno studente di quindici anni dell'istituto privato Muggen. Si erano
conosciuti grazie
ad un ritardo di entrambi. I due ragazzi avevano fatto una vera e
propria corsa per arrivare prima che la nave chiudesse l'entrata
principale e avviasse i motori per salpare. Haruka si stupì
che qualcun'altro fosse
ritardatario quanto lei, perciò si complimentò
con il ragazzo. Da
lì in poi si misero a parlare. Non era facile riuscire ad
attaccare
bottone con Haruka eppure per un'ora si persero in chiacchiere. Il
motivo era più che semplice, il ragazzo ritardò
perchè era stato
accompagnato nel parcheggio del porto dal fratello, anch'egli uno
studente del liceo Muggen. Haruka se ne uscì con una battuta
sulle
suore, ma il ragazzo le spiegò che quello era uno istituto
privato
nel senso che apparteneva ad una persona, uno scienziato per
precisione, ma non c'era ombra di suore o gente come quella nel suo
istituto privato. Perciò partendo dal discorso licei
prestigiosi
pubblici e privati, passarono al discorso Kaioh-san prima di concludere
con il discorso auto, gare e motori. Durante la parte di dialogo
riguardante Michiru, Haruka venne informata dal giovane che la
ragazza era perfetta in tutto quello che faceva: a scuola, nella
musica, nel canto, nel nuoto, nella pittura e nella corsa, sebbene il
canto e la corsa ebbero vita breve. Infatti, per quanto lei si fosse
trasferita in Giappone solo all'inizio di quello stesso anno
scolastico, non
ricordava di averla mai vista correre nelle sue competizioni
sportive. Venne comunque informata anche che nonostante la giovane
età aveva già pubblicato due cd ed esposto in una
piccola galleria
d'arte. Haruka rimase stupita da tanto talento precoce, ma non c'era
che dire il ragazzo era ben informato sul suo idolo! Alle nove e
venti, Haruka stava invitando il ragazzo ad assisterla alle corse.
Kameda infatti, oltre che ad essere un aspirante motociclista e fan di
Michiru, era
anche un suo grande fan e visto che le aveva passato tante
informazioni su Michiru senza impicciarsi troppo nei suoi di affari,
pensò di ricompensare la sua discrezione con un biglietto
per le
gare del mese dopo. Il ragazzo accettò di buon grado. -Se mi
dici
dove abiti ti farò recapitare un biglietto, anzi due!- si
corresse
subito. Non aveva mai invitato nessuno alle sue corse perciò
d'istinto pensò ad un biglietto solo per un solo ragazzo.
Quasi
subito però le venne subito in mente che Michiru pur
invitando solo
lei alla crociera di beneficienza le diede due biglietti. Anche se
lei il secondo biglietto non seppe proprio a chi darlo,
pensò di far
bella figura nel proporre due biglietti anche lei a Kameda. Non
avendo nè una penna nè un foglio a portata di
mano dove segnare
l'indirizzo il ragazzo le propose di andare insieme all'esibizione di
Kaioh-san e lì avrebbero chiesto ad un cameriere se poteva
dar loro
una biro e un foglio. -Ehm... ma no, non è necessario...-
provò a
protestare Haruka. Aveva deciso di partecipare a quella crociera solo
perchè voleva dare un contributo alla beneficienza, ma aveva
idee
chiare sul suo evitare accuratamente la bella pittrice.
-Perchè, no?
Tu che non la conoscevi non sei curiosa di sentire come suona
divinamente il violino?
-Non
è questo il punto...
-Dai,
allora, andiamo insieme! E' già tardi!!- il ragazzo era in
preda
all'euforia e lei contrariamente al solito non era infastidita da
tanta esuberanza e insistenza.
-Ascolta
Kameda-kun, ti accompagno, va bene? Però ci vediamo fuori.
Non mi
chiedere perchè, al momento non ne voglio parlare,
però magari se
diventiamo grandi amici te lo dirò!- disse tra il serio e lo
scherzoso.
-Ahahah,
spero allora di diventare un tuo grande amico, non tanto per sapere i
fatti tuoi, ma per farmi introdurre magari nel tuo mondo e per
convincerti della bravura magistrale di Kaioh-san!!- Haruka rimase
colpita da tale frase. Era la prima volta che qualcuno che sapeva chi
fosse non aveva intenzione di sapere nulla della sua vita privata,
ne' era intenzionato ad esssere suo amico solo perchè lei
era una
stella nascente nel mondo dello sport e lui avrebbe potuto vantarsi di
conoscerla. Al di là del titolo onorifico
con cui continuava a riferirsi nei suoi confronti, per il resto
Kameda sembrava essere a suo agio con lei: non era titubante ne'
timido, ma neppure arrogante e “interessato”. Le
piaceva quel
ragazzo, immensamente. Stava facendo queste considerazioni quando
svoltando l'angolo di quel lungo corridoio un bimbo si
schiantò
letteralmente addosso a Kameda rovensciandogli addosso il succo che
aveva in mano. -Accidenti!
-Ma
sta'attento, razza di bambino pestifero!!- gli urlò dietro
con molta
più irruenza Haruka.
-Non
importa Tenoh-san!
-Ti
ho già detto di chiamarmi semplicemente Haruka- lo
interruppe lei
-Hai
ragione, scusa, è difficile per me, qui da noi non si usa
molto il nome.
-Ah,
già!- disse Haruka ricordando anche questa differenza tra
mondo occidentale e Giappone. Per lei era la normalità
essere chiamata semplicemente Haruka, ma in Giappone tutti usavano il
cognome con tanto di onorifico anche tra pari. -Beh, chiamami pure solo
Tenoh, non sarà troppo confidenziale anche questo, no?
-Va
bene, allora Tenoh. Non ti arrabbiare con lui però,
è solo un bambino. Ti sei fatto male?-
chiese a quel punto con tono cordiale al bimbo che rispose scuotendo la
testa
in senso di diniego. Poi il bimbo si scusò e
così, a scuse
accettate, si allontanò dai due. -Accidenti, ... . Adesso
come fai
ad andare a sentire Michiru-san?
-Kaioh-san-
la corresse lui quasi senza pensarci -Non
importa. Cercherò di andare a farmi passare questa macchia.
Però
sono in ritardo già di dieci minuti, ammesso che ci siano
ancora
posti liberi, li perdo. Per favore Tenoh, puoi andare tu?- la
implorò
quasi. Haruka provò a protestare e per circa due minuti
continuarono tra
preghiere e no sempre più deboli, finchè si
decise ad accettare la
richiesta del giovane. Quel ragazzo le era parso fin da subito cordiale
e sincero: si era aperto con lei pur non conoscendola, confidandole che
vedere Michiru Kaioh dal vivo era uno dei suoi più
grandi sogni. Come poteva essere così egoista da
far sfumare il suo sogno? In fin dei conti si trattava solo di prendere
posto, possibilmente in un angolo della sala, finchè non
sarebbe arrivato lui a darle il cambio. Così,
intenerita dai suoi occhi che si facevano sempre più tristi
a ogni sua
scusa campata in aria, alla fine accettò.
Arrivata
all'ingresso della sala dove un violino al suo interno stava
già incantando gli spettatori, due
uomini vestiti in bianco la bloccarono. -L'esibizione è
già
iniziata. Se non ha il tavolino già prenotato non
può entrare.
Non
sapeva che doveva prenotare un tavolino. - Ah... Questo non lo sapevo.
E' sicuro che non ci sia modo di entrare?
-No,
signore, l'artista si sta già esibendo e non vogliamo che
entrando le persone distraggano il pubblico o deconcentrino la
violinista.
-Capisco...-
disse a quel punto Haruka. Peccato, lei ci aveva provato
però evidentemente la sorte stava sorridendo a lei, ma non
al povero Kameda. Fece per andarsene quando l'uomo che fino ad allora
non aveva parlato la bloccò. -Mi, scusi... - Lei si
girò dalla sua parte -Lei è per caso Haruka Tenoh?
-Sì,
sono io- rispose lei stupita.
-Allora
lascia stare- parlando all'altro, poi rivolgendosi a lei:
-C'è un
tavolo prenotato a suo nome, è il terzo partendo da
sinistra, in
prima fila.- Le fecero libero passaggio e Haruka entrò un
po'
incerta. Guardò la violinista, poi l'unico tavolo libero in
prima
fila e poi nuovamente la ragazza. Sembrava un angelo, aggraziata come
era nel suonare il violino; sembrava completamente rapita dalla
musica; l'immagine di quella creatura si sovrapponeva perfettamente a
quella della guerriera dei suoi sogni. Così aggraziata
com'era, al
di là del suo messaggio apocalittico e al suo invito ad
uccidere tre
malcapitati, sembrava un angelo. "Esattamente come Michiru-san
ora.". Prese posto al suo tavolino e rimase completamente
colpita dalla musica che quella ragazza riusciva a far uscire dallo
strumento. Penso che anche lei, finchè era rimasta in
America con i
suoi genitori aveva fatto sei anni di conservatorio per suonare il
piano, uno strumento che sapeva ancora suonare bene quando ci si
metteva, ma che aveva lasciato da parte quando si trasferì
in
Giappone. Una volta arrivata in oriente, infatti, capì
che le corse non servivano a nulla se ridotte solo ai fine
settimana, perciò, dovendo fare una scelta tra i motori e la
musica, scelse
di scartare il pianoforte. Non sarebbe mai passata di categoria se
avesse continuato a dare alla musica la stessa priorità che
dava
alle corse in macchina e in moto. "In
ogni caso, non ero brava
quanto lei!”
Quando
termniò il secondo brano, Michiru si ritrovò
nuovamente con i piedi
per terra. Quando suonava il violino era completamente assorta,
attenta a tutto pur di non commettere un solo errore. Nel momento in
cui guardò verso il pubblico che la stava applaudendo vide
Haruka.
Ebbe un sussulto in cuore. Vestita così elegante era ancora
più
bella. Non sapeva come si sarebbe aspettata di vedere Haruka, certo
non con l'abito lungo, ma nemmeno con lo smocking. Riprese a suonare
il brano. Di tanto in tanto lanciava delle occhiate ad Haruka, sempre
lì, con uno i suoi bellissimi occhi verdi a guardarla seria.
La
mente si distraeva nel vederla. Ma perchè era una donna?
Com'era
possibile che non fosse ragazzo? Eppure lei l'aveva davanti agli
occhi e sì, aveva i tratti del volto molto dolci, ma vestita
così
non sembrava proprio una donna. Quanti problemi in meno avrebbe avuto
se Haruka fosse stato un maschio! Ad ogni modo, non era quello il
momento di farsi distrarre da Haruka, per cui più volte si
sforzò
di troncare tutti i pensieri che non riguardassero la
concentrazione sull'esecuzione dei brani che stava suonando.
Dopo
quaranta minuti però Haruka si alzò e se ne
andò.
Più
Haruka la fissava, più si sentiva vulnerabile in confronto a
tanta
bravura e bellezza. Era scontato che doveva anche essere una ragazza
molto intelligente. Si sforzava di sembrare insofferente, ma la
realtà era che era rapita dalla violinista che suscitava
nella gente ancora più
interesse mentre si esibiva con uno strumento che sembrava quasi vivo
da tanto era suonato bene. Probabilmente complice una musica capace
di raggiungere l'anima di chiunque, per un attimo le venne anche
l'istinto di alzarsi e di baciarla, ma era chiaro che non poteva
farlo. Lì, di fronte a tutti, con una ragazza che aveva
conosciuto
da non molto e che molto probabilmente l'avrebbe anche
schiaffeggiata. Forse due volte, visto che, contrariamente a quanto
potesse apparire, era una ragazza esattamente come la violinista.
Ripensò a Michiru con quell'abito bianco: sobrio, ma
bellissimo. Probabilmente aveva preso un abbaglio l'ultima volta che la
vide; Elza doveva avere ragione per forza: Michiru non poteva
condividere il suo stesso orientamento. Era troppo femminile e
aggraziata per poter essere come lei che invece fin da bambina aveva
manifestato un'indole più maschile. Doveva togliersela dalla
testa. Superato quel momento,
decise di uscire. Era lampante che la vicinanza di Michiru non la
faceva ragionare
bene. "Dove cavolo
è finito Kameda ? Possibile che non sapesse
che si doveva prenotare il posto per sentire il suo idolo?"
pensò Haruka girando per la nave guardando con grande
attenzione i
quadri, tutti firmati da Michiru.
"Che razza di genio è? Tutto
quello che fa le riesce bene. Come se non bastasse è
pure bella!".
Giunse
poi su uno scalone della nave in cui c'era un magnifico quanto
spaventoso quadro che raffigurava la distruzione di una
città a
causa di un potentissimo Tsunami. Rimase a fissarlo a bocca aperta.
La città distrutta sembrava una foto del suo sogno, solo che
nel suo
sogno la città prima andava a fuoco, le macerie dei palazzi
venivano
risucchiati dai vortici delle trombe d'aria e infine un potentissimo
tsunami si abbatteva impietoso su di essa.
-Ti
piace quel quadro?- le disse la voce cristallina di Michiru dopo
averla osservata mentre con lo sguardo serio cercava di voler vedere
anche il più minimo dettaglio.
Haruka
si girò dalla sua parte e la vide seduta di fronte a lei.
Quando era
arrivata? Perchè era lì? La stava forse
pedinando? Soprattutto
perchè si era seduta? Era intenzionata a fare una lunga
chiacchierata?
-Ero
convinta che stessi suonando in sala.
-Era
prevista una pausa tra due tempi.
-Quello
era solo il primo tempo? Hai composto molte melodie.
-Non
sono solo miei brani.
-Sì,
alcuni li ho riconosciuti...
-Ti
piace ascoltare musica classica, vero?
-Sì,
è così- rispose, ma senza accennare al fatto che
dai cinque ai tredici anni aveva studiato per suonare il pianoforte.
-Sono
contenta di vederti.
-Posso
immaginare...- disse l'altra senza far capire se fosse una battuta o
se fosse irritata dalle parole dell'altra.
-Tu
sei molto più che benvenuta qui, grande pilota Haruka Tenoh.
-Tu
sai molto su di me, non è così?-
guardò ancora il dipinto che
aveva al suo fianco.
-Ti
piace quel quadro?- ne approfittò subito Michiru per tornare
sul
discorso di prima.
-Hai
dipinto tu questo?
-Rappresenta
la fine del mondo e comunque nella mia scuola sei molto famosa; hai
molti fans. Uno di loro vorrebbe anche venire in auto con te lungo la
costa...- rispondendo così ad entrambe le domande
dell'esordiente
pilota. -Ad ogni modo è una ragazza.- pentendosi quasi
subito della
precisazione aggiunta. Perchè mai l'aveva detto?
-La
fine del mondo...- riprese l'altra senza dare particolare peso al
resto delle parole della violinista che da una parte fu contenta che
l'altra non avesse afferrato il riferimento che aveva fatto con quella
precisione.
-Come può una ragazza carina, che non farebbe male a una
mosca,
avere l'immaginazione per dipingere qualcosa di così
orribile?
-Non
è la mia immaginazione! E' qualcosa che vedo chiaramente.
Così come
la vedi tu.
Ancora??
Haruka si innervosì all'istante. Allora non c'era
più dubbio:
quella era la ragazza che la cercava nei suoi sogni. Lei
però non
avrebbe mai ceduto. Non importava quanto bella, delicata e innocente
potesse sembrare. Era comunque un pericolo e lei non si sarebbe mai
piegata alla sua volontà. Anzi, doveva troncare
definitivamente ogni
rapporto con lei, prendere le distanze e far perdere ogni traccia.
Lei era un'indiscutibile campionessa della velocità,
liberarsene
sarebbe stato un gioco da ragazzi. L'importante era non farsi
ammaliare dalla sua indiscutibile eleganza, bellezza e dal fascino
scaturito dalla sua poliedricità. -E' ridicolo, io sono il
più
giovane pilota giapponese Haruka Tenoh. Ne' la memoria di una vita
precedente, ne' la fine del mondo è un mio affare! Se ci
tieni così
tanto perchè non lo fai tu? Inoltre ti avverto: non voglio
che
indaghi più sul mio conto.
-Non
ti facevo così egoista!- alzò per la prima volta
la voce Michiru
alzandosi in piedi.
-Ah,
così sarei io l'egoista?? E tu che mi chiedi di abbandonare
i miei
sogni per seguire le tue idee assurde?? E poi perchè proprio
a me??
Perchè non lo chiedi alla tua amica Elza?
-Smettila
di dire queste cose! Neanche io voglio farlo! Il mio sogno è
diventare una grande violinista. Non posso più fare cose
come
tentare di salvare il mondo dalla rovina da sola!
-Allora
chiedilo alla tua amica!!- continuò l'altra alzando ancora
di più
la voce.
-Ho
passato tempo a sufficenza per capire che lei non è chi sto
cercando. Solo tu puoi aiutarmi a sostenere questo peso e a portare a
termine la missione che ci è stata affidata dal fato...
-Ora
basta, Michiru-san!- la interruppe a quel punto -Anche io ho sentito
molte cose sul tuo conto. Non credere di essere l'unica che si
informa sulla vita delle altre persone. Certo, hai talento, questo
non si può negare, ma so anche che si dice in genere che tu
sia
troppo introversa per dedicarti agli altri e che non abbia mai avuto
una relazione in vita tua.- Era arcistufa di quella storia, se era la
guerra che Kaioh voleva, allora l'avrebbe avuta e ne sarebbe uscita
disintegrata.
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*17.244 yen: se non ho fatto male i conti equivalgono a 120 euro.
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