LoveGame
Il nuovo evento che è
iniziato su Duel Links qualche giorno fa (“Tag Duel
Tournament”) è stato fonte di un sacco di scleri
ispirazione e
un sacco di scleri che ha portato alla luce questo scritto
con annessi
un sacco di scleri
In breve: questo nuovo
evento ruota attorno ai Duelli Tag, ovvero duelli in cui delle squadre
formate da due persone ciascuna si affrontano in un torneo.
Chi riesce ad arrivare
in finale e batte l'ultima squadra rimasta in gara, vince la coppa
relativa a quel mondo – oltre a quello di VRAINS ci sono
anche le coppe per DSOD, 5D's, Arc-V e ZEXAL.
Questa storia
è un What if…? che ruota attorno alla seguente
domanda: e se Yusaku,
per questo torneo, avesse desiderato essere in squadra con Ryoken e
questo non fosse avvenuto per delle ragioni che non gli vanno a genio?
Da qui è nata
questa One Shot, che speriamo possa rivelarsi di vostro gradimento.
Giusto tre precisazioni
prima di lasciarvi alla lettura: 1) io e Angela abbiamo deciso di non dare
un'identità definita al compagno di squadra di Ryoken in
quanto nel gioco può essere chiunque, ovvero il personaggio
che si sta usando in quel momento (nel mio caso si trattava di Kaito di
Yu-Gi-Oh! ZEXAL) e quindi abbiamo preferito rimanere vaghe a riguardo;
2) a un certo punto della storia, Ryoken parlerà con questo
duellante e ogni sua battuta è ripresa pari pari da quelle
presenti nel gioco per dei validi motivi che poi capirete, oltre che
per rendere l'intera storia un vero e proprio What if…? di
questo evento; 3) su Duel Links (e Link VRAINS) i personaggi non si
chiamano mai per nome, usano solo ed esclusivamente quello degli avatar
che hanno scelto. Quindi sì, per la prima volta nei dialoghi
avrete modo di leggere Revolver
e Playmaker.
Detto ciò, vi
auguriamo buona lettura!
LoveGame
I
wanna kiss you
But
if I do, then I might miss you, babe
[…]
Hold
me and love me
Just
wanna touch you for a minute
Maybe
three seconds is enough for my heart to quit it
[…]
Let's
play a Love Game, play a Love Game
Do
you want love, or you want fame?
Are
you in the game?
Down
the Love Game
(Lady Gaga -
LoveGame)
Per un breve e tremendo attimo,
Yusaku provò l'orribile sensazione di stare quasi per
soffocare.
Non aveva mai visto quel
duellante, ne ignorava il nome e la provenienza, ma gli era bastato
scontrarsi con lui nella finale del Tag Duel Tournament per rendersi
conto di tre cose.
Primo: era davvero forte
e avrebbe continuato a tenerlo d'occhio per tutto il resto del torneo.
Secondo: voleva
assolutamente capire cosa lui e Takeru avessero sbagliato nel corso del
duello al punto tale da perdere proprio durante la finale, quando
mancava pochissimo alla vittoria.
Terzo: nonostante
l'avatar di quel ragazzo sconosciuto non indicasse in alcun modo che
fosse affiliato ai Cavalieri di Hanoi, Ryoken aveva fatto squadra con
lui e, scontro dopo scontro, insieme
avevano raggiunto la vetta, aggiudicandosi la coppa della vittoria
– quantomeno quella del mondo di VRAINS.
E fu proprio il terzo
punto a fargli provare per un istante quella sgradevole sensazione di
soffocamento, qualcosa che lo schiacciava ancora di più
della sconfitta che l'aveva spintonato malamente nei recessi del torneo
e che gli bruciava la bocca dello stomaco con insistenza: Ryoken aveva
vinto alleandosi con un duellante che nessuno, lì all'Arena
dei Duelli, conosceva… e l'aveva fatto dopo aver rifiutato
la sua
proposta di formare una squadra per il torneo.
E Yusaku si
ritrovò a constatare, inerme, che quel rifiuto l'aveva
ferito davvero tanto – pensava che ormai lui e Ryoken
avessero superato quella fase in cui non riuscivano mai a trovare un
punto di incontro a causa di linee di pensiero diametralmente opposte,
ma a quanto pareva si sbagliava.
Si concesse un profondo
respiro per costringersi a rilassarsi – cosa assai difficile,
considerando il vociare costante e sempre più alto del
pubblico seduto sugli spalti – e poi, con decisione,
sfilò il Duel Disk dal polso, consegnandolo a Takeru, il
quale si trovava accanto a lui.
«Che vuoi
fare?» gli domandò quest'ultimo, evidentemente
sorpreso da quel gesto.
«Voglio
parlargli» rispose Yusaku, cercando di mantenere un tono di
voce neutro.
Takeru comprese a chi si
stesse riferendo, difatti inarcò un sopracciglio.
«Ne sei sicuro?» chiese scettico. «Non
credo ne valga la pena».
«È
il contrario, invece» disse Yusaku, voltandosi.
(Per lui ne vale sempre la pena).
Si stava avvicinando
sempre più all'altra metà dell'arena, dove Ryoken
e il ragazzo sconosciuto avevano duellato in squadra e, in quel
momento, erano intenti a parlare tra loro.
Si concesse un altro
profondo respiro, facendo mente locale e riorganizzando le idee nella
sua testa – all'apparenza nulla di più semplice:
l'avrebbe chiamato, gli avrebbe chiesto di allontanarsi un attimo con
lui e, una volta rimasti soli, avrebbe provato a chiarire (forse non
una volta per tutte, ma ci avrebbe comunque provato) la loro situazione.
Dopo qualche altro
passo, Yusaku giunse a una distanza minima che gli permise di carpire
alcuni frammenti del loro discorso.
E attese.
«Hai duellato
bene» stava dicendo Ryoken, l'espressione del volto frammista
tra quiete e soddisfazione.
«C'è
stato qualcosa che ha reso lo scontro molto… vivo»
continuò, e Yusaku si perse tutto il prosieguo del loro
scambio di battute poiché fu improvvisamente troppo
impegnato a osservare le labbra di Ryoken incurvarsi in un bellissimo
sorriso.
Pareva soffice come una
distesa innevata, un luogo incantevole dove sprofondare e lasciarsi
cullare per un tempo indefinito.
(Ryoken gli aveva mai sorriso in
quel modo, anche solo una volta?)
(Probabilmente no, lo avrebbe
ricordato altrimenti).
(E questo lo uccideva).
«Questo duello
è stato solo l'inizio. Ci incontreremo di nuovo»
proseguì Ryoken, mentre si congedava dal suo misterioso
compagno di squadra. «A presto».
Il ragazzo
ricambiò il suo saluto e, subito dopo, gli diede le spalle,
pronto per affrontare la seconda fase del torneo che prevedeva la
presenza di altri duellanti leggendari.
Anche Ryoken era in
procinto di andarsene, se solo Yusaku non l'avesse chiamato.
«Revolver!»
Ryoken si
voltò nella sua direzione, puntando lo sguardo sulla sua
figura.
Yusaku non sapeva
spiegarsi come mai, ma ogni volta che lo guardava, che fosse nei panni
di Revolver o di Ryoken, provava qualcosa alla bocca dello stomaco,
come se si serrasse all'improvviso.
E iniziava a sentirsi
vuoto e a desiderare che quegli occhi non si staccassero mai da lui,
perché solo così riusciva a sentirsi completo.
«Playmaker»
lo chiamò a sua volta Ryoken, con voce profonda.
Si trovavano a pochi
passi l'uno dall'altro, intenti a fissarsi, a studiarsi, a scorgere
nuove sfumature che non avevano mai notato prima.
Ormai funzionava
così, tra di loro: si allontanavano e poi si riavvicinavano,
come se tutta la distanza tra una separazione e l'altra non fosse mai
esistita.
Yusaku non sopportava
più il fatto che Ryoken non fosse una costante nella sua
vita, ma solo un rivale che si annunciava ogniqualvolta vi era un
problema con l'IA che abitava nel suo Duel Disk – e che aveva
preferito lasciare nelle mani di Takeru proprio per questo, per evitare
che Ryoken si innervosisse.
Voleva che Ryoken
facesse parte della sua quotidianità… ma era
tutto così difficile.
«Possiamo
parlare un attimo?»
Ryoken
assottigliò lo sguardo, l'espressione tipica di chi era in
procinto di annunciare un “no” categorico.
I lineamenti delicati
del volto si erano un poco induriti.
«Non ho
assolutamente intenzione di–»
Prevedendo una risposta
del genere, Yusaku lo interruppe sollevando il polso libero dal Duel
Disk.
«Saremo soli.
Solamente io e te»
disse, scandendo con cura ogni parola.
Ryoken parve rilassarsi.
Poi annuì.
«D'accordo».
Avanzarono lungo uno dei
quattro corridoi bui che i duellanti leggendari percorrevano per
raggiungere il campo di battaglia e, una volta constatato di trovarsi
fuori portata da occhi indiscreti e potenziali interruzioni –
Brave Max stava sicuramente setacciando l'arena in lungo e in largo
alla ricerca di Playmaker –, si fermarono.
«Complimenti
per la vittoria» iniziò Yusaku, poggiando la
schiena contro il freddo muro del corridoio. «Tu e il tuo
partner avete duellato molto bene».
«Ti
ringrazio» rispose Ryoken, facendo altrettanto;
poggiò la schiena contro il muro, le braccia incrociate.
«Quel duellante è stato… una bella sorpresa.
Sì, penso che queste siano le parole più adatte
per descriverlo».
Yusaku strinse i pugni,
mordendosi l'interno della guancia.
Ancora una volta,
avvertì la bocca dello stomaco stringersi in una morsa
alquanto fastidiosa.
«Mh…
capisco» borbottò. «Quindi non
è un Cavaliere di Hanoi?»
«No, anche se
non mi dispiacerebbe averlo dalla mia parte» ammise Ryoken
con tranquillità.
La stretta allo stomaco
si fece ancora più opprimente.
«No, in
realtà non capisco proprio» disse Yusaku con voce
roca.
Ryoken lo
guardò. «Che intendi dire?»
«Perché lui sì
e io no?»
domandò Yusaku, molto più tagliente di quanto si
aspettasse. «Perché hai rifiutato la mia proposta
di fare squadra con me per questo torneo?»
Lo sguardo di Ryoken si
fece ancora più penetrante.
«Sai benissimo
il perché, Playmaker» rispose, e il tono gelido
che aveva usato non ammetteva repliche, nonostante sapesse a
prescindere che Yusaku tutto avrebbe fatto tranne che interrompere la
loro discussione proprio in quel momento.
Difatti, Yusaku si
inalberò.
«Davvero il
tuo odio per le IA è più forte di qualsiasi altra
cosa?» chiese con tono esasperato.
Si staccò dal
muro e si parò di fronte a lui, fissandolo dritto negli
occhi dardeggianti di rabbia repressa.
«Sai benissimo
che lo stesso livello di sintonia che hai raggiunto col tuo partner
avresti potuto superarlo
stando con me. Ma no, hai comunque rischiato decidendo di allearti con
un duellante che nemmeno conosci, e per cosa? Solo perché io
sono a mia volta alleato con una IA? Non… per me non ha
senso».
Non fece in tempo a
riprendersi da quel breve (ma intenso) sfogo che si sentì
spingere contro il muro che si trovava dietro di lui.
Subito dopo si
ritrovò impossibilitato a muoversi: Ryoken aveva invertito
le posizioni e ora gli stringeva il mento con le dita di una mano, il
viso vicinissimo al suo e gli occhi che baluginavano di riflessi che
parevano fulmini dorati.
«Ascoltami
molto attentamente, Playmaker» sibilò lentamente,
senza mai interrompere il contatto visivo. «La mia unica richiesta per
partecipare a questo torneo era di allearmi con un duellante che non possedesse una
IA o che non fosse
una IA. Allearmi con te avrebbe violato entrambe le mie richieste e
sarebbe andato contro i miei princìpi».
La stretta sul mento si
fece un po' più serrata, ma Yusaku non dette segni di
cedimento.
«Per me
continua a non avere senso» sibilò a sua volta,
senza demordere. «Soprattutto quando sai quali livelli
possiamo raggiungere se uniamo le for–»
«Per me invece
ha senso» lo interruppe Ryoken. «E poi, odio vincere facile».
Yusaku
sussultò, colto alla sprovvista.
Ryoken si
lasciò andare a un sorrisetto pregno di trionfo.
«Credi che non
ci abbia pensato?» gli chiese, continuando a guardarlo negli
occhi. «Se avessimo duellato insieme, avremmo avuto la
vittoria assicurata. Era ovvio che sarebbe andata a finire
così. Un po' mi deludi, Playmaker: pensavo che anche tu
desiderassi metterti alla prova contro un degno avversario, ma a quanto
pare non hai preso questo torneo sul serio tanto quanto ho fatto
io».
Quando Yusaku
realizzò tutto, era ormai troppo tardi: si
vergognò talmente tanto per il suo comportamento che non
seppe nemmeno come o cosa replicare.
Aveva frainteso tutto e
questo bastava a dargli un cruccio che l'avrebbe attanagliato per tutto
il resto del torneo.
Con la gola riarsa e le
gambe che tremavano appena, Yusaku si sentì sconfitto per la
seconda volta nel giro di neanche trenta minuti.
«È
proprio perché ti considero troppo che non
farò mai squadra con te» disse Ryoken come se
stesse parlando più a se stesso che a Yusaku.
Ora non lo fissava
più negli occhi, bensì era intento a osservare le
sue labbra.
«Inoltre, tu
combatti al fianco di una IA, ma… a parte questo, non ho
altri motivi per cui dovrei respingerti».
Ciò che
accadde subito dopo fu inizialmente difficile da processare.
Con ogni
probabilità, il cervello di Yusaku andò talmente
tanto in tilt che ciò che ne seguì fu un blackout
generale della sua mente e, di conseguenza, il suo intero corpo si
affidò a un istinto non dettato dal raziocinio,
bensì dalle sue più ataviche pulsioni.
Ryoken aveva poggiato le
labbra sulle sue e, senza troppe cerimonie, aveva immediatamente
iniziato a cercare la sua lingua, trasformando quel contatto in una
caccia famelica.
Seguendo una scia di
pulsioni che non credeva di possedere, Yusaku schiuse le labbra e
cercò a sua volta di rendere ancora più intimo
quel contatto avvolgendo le braccia attorno al collo di Ryoken.
(Se quello era l'unico modo che
avevano di essere uniti, andava bene).
(Era
semplicemente perfetto).
Fu un bacio lungo,
intenso, pregno di sospiri, ansiti e di un'eccitazione che cresceva
sempre più.
Yusaku avrebbe voluto
che quel momento non finisse mai ma, a un certo punto, fu necessario
staccarsi per riprendere fiato.
Mentre lui aveva le gote
ridotte a un ammasso di carne bruciata (era stato il suo primo bacio,
dopotutto), Ryoken non parve essersi scomposto più di quel
tanto, nonostante i suoi occhi ardessero di desiderio.
Avvicinò
nuovamente le labbra a quelle di Yusaku e, cogliendolo di sorpresa
ancora una volta, gli morse quello inferiore.
«Ti aspetto per la
rivincita» gli disse, prima di staccarsi da lui.
Mentre lo osservava
allontanarsi, Yusaku non poté fare a meno di pensare a
quanto certe sconfitte, in fondo, potessero essere estremamente dolci.
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