Noioso
Autunno, 1995
«Hai gli
occhi tristi»
Tonks, dal
lato opposto dello stretto vicolo nel quale si trovavano, lo aveva fissato in
silenzio per un po’. In effetti, Remus avrebbe dovuto sospettare che quella
mancanza di parole fosse preludio di qualcos'altro. Lei non stava mai in
silenzio, aveva sempre parole per riempire ogni momento.
«Non sono
triste, sono attento. Stiamo facendo la guardia.» Le aveva risposto e l'aveva
vista alzare gli occhi al cielo.
Quella volta
il loro turno era quasi concluso, in realtà, e pochi minuti prima lei aveva
convenuto che tenere d'occhio l'abitazione di Caramell fosse stata una perdita
di tempo. L’aveva ascoltata blaterare perlopiù da sola su quanto fosse inutile
appostarsi fuori casa sua, un ministro ottuso ma così ottuso da far
risparmiare tempo e fatica a Tu-Sai-Chi.
«No, non hai
gli occhi tristi adesso. In generale.»
«Dovresti
pensare a questo momento»
«Non
arriverà nessuno»
«Cosa te lo
fa pensare?»
«Intuito da
Auror» aveva detto, sollevando la mano in un gesto di ovvietà e riuscendo a
strappargli un sorriso.
Ninfadora lo distraeva, in un
modo tutto nuovo.
C'erano
sensazioni che si presentavano sempre più spesso, quando si ritrovarono
insieme. Erano emozioni paralizzanti che lo riportavano al periodo in cui aveva
frequentato Hogwarts. Quella parvenza di serenità che aveva vissuto in quegli
anni era rimasta accesa dentro di lui come una piccola fiammella, sufficiente
appena a scaldarlo quando tutto si era sgretolato sotto il peso della prima
guerra.
Amici
erano stati seppelliti, le fratellanze frantumate, i legami traditi.
Si disse che
Ninfadora gli ricordava quel calore, la voglia di rivalsa, di voler fare la
differenza in un mondo sempre più confuso. Che era di certo la sua giovane età
a fargli quell'effetto.
«Comunque
sei un pessimo Auror, ti distrai.» le disse, provocandole una smorfia offesa.
«Tu sei
pessimo, fai sempre il guastafeste!»
«Vigilanza
costante!»
«Noioso.
Qualcuno ti ha mai fatto notare quanto sei noioso?» disse, staccandosi dal muro
al quale era appoggiata e avvicinandosi a lui.
«Molte
volte. Credo che sia l'accusa che mi hanno rivolto più spesso.»
No. Reietto,
mostro. Ogni parola un livido nascosto dentro.
«Ne avrei
altre»
«Ninfadora
Tonks e la gentilezza. E hai anche il coraggio di chiedermi perché ho gli
occhi tristi.»
Remus proprio
non avrebbe saputo dirlo il motivo per il quale sorridere agli scambi di
battute con Tonks fosse così semplice, né perché tutte quelle offese fossero
poco credibili.
Erano tutti
i suoi colori, forse, a rendere ogni cosa più facile e leggera, come se facesse
parte di un mondo diverso. Di una realtà in cui non esisteva niente di tutto
quello che vivevano.
La tristezza,
in realtà, era l’ultima emozione che si aspettava quando si trattava
di passare del tempo con lei. Avrebbe parlato di ebrezza, forse.
«Io sono molto
gentile, Remus Lupin!» gli disse, muovendo un altro passo di fronte a lui.
Notò, Remus, che quel giorno aveva gli occhi di un verde così scuro e profondo
da ricordargli le notti di luna passate a correre nella foresta con James,
Sirius e Peter. Se ne convinse in quel momento che la spensieratezza che
riusciva a provare perfino durante i turni di guardia accanto a lei, era dovuta
a quel senso di nostalgia che Tonks, di certo, non sapeva nemmeno di dargli.
Come se reincarnasse quel periodo e quelle sere.
Pericolose,
vietate, ma libere.
«Dimmi
qualcosa di gentile, allora»
«Sei più
noioso che mannaro»
La risata
che seguí quelle parole, decisamente non era adatta a un turno di guardia, lo
sapevano entrambi. La distanza alla quale si trovavano i loro volti era ancora
meno opportuna.
Le labbra di
Tonks improvvisamente sulle sue, però, sembravano giuste perché lei era fatta
di colori, e ricordi confortanti, e desideri imprecisati.
Eppure non
passò che qualche secondo prima che Remus posasse le mani sul suo volto per
allontanarla. Cercò di essere il più delicato possibile, sorrise imbarazzato
ché dopotutto avrebbe continuato a baciarla ma il fatto che avesse il sapore
dei ricordi gli portò alla mente - a tradimento - nient'altro se non la
sua condizione.
E Ninfadora
era giovane, e bella, e uno come lui non l'avrebbe portata da nessuna parte.
Non gli avrebbe dato nulla, solo tolto.
Scosse la
testa.
«Siamo di
guardia» sussurrò.
Vigliacco, pensò, mentre quegli occhi color selva si
smaterializzavano davanti a lui lasciando una scia di pensieri in
disordine.
***
Beh, buon
anno! <3
Inaspettatamente
torno ad aggiornare questa raccolta nonostante io abbia i pensieri in disordine
molto più di Remus e quindi passatemi quel semplice “autunno” in alto. Ah no?
Vabbè, correggerò semmai riuscirò a mettere ordine nella mia testa.
Qualcuno
ha detto rilettura dei libri? La la la, non vi sento! XD
Non so
bene perché questo momento sia rimasto nei meandri del pc per così tanto tempo,
è stato il primo a nascere. Ho paura di rendere banali questi personaggi, come
al solito. Non voglio sminuire quello che per me è uno dei legami più belli
della saga. Spero di non averlo fatto.. oggi ho pensato “ora o mai più!” ed
eccomi qui!
Mano sul cuore,
gabry