Questa
storia partecipa all'attività “Un fiore dedicato”
indetta dall'Angolo di Madama Rosmerta.
Fiori
scelti:
Ginestra:
amore
Narciso:
amore non corrisposto
Tulipano
rosso: dichiarazione d'amore
Diglielo
con i fiori, Kenni!
Akenet
sorvolava i dintorni del B&B, era sicuro che non mancasse molto
all'attacco di quella “mezza sega” di Zamesh e del suo
esercito di imbecilli e voleva farsi un'idea dei punti più
deboli dell'area, per capire come predisporre la difesa.
La
sua attenzione fu attirata da Azaele che, fermo di fronte ad
un’aiuola fiorita, roteava le mani facendo apparire e sparire
fiori di mille varietà e colori.
Incuriosito
gli atterrò di fronte. «Che fai qui da solo, cuginetto?
Il bersaglio facile se Zamesh decide di attaccare proprio ora?»
«No,
io… uh, volevo raccogliere dei fiori…» rispose
Azaele un po’ imbarazzato.
«E
ti sembra il momento adatto per giocare con i fiori? Per farne cosa
poi?»
«Non
ci sto giocando, sto solo cercando quelli più adatti da
regalare ad Alba, anzi se per favore ti sposti, magari riesco a
scegliere quali portarle!» rispose Azaele leggermente
risentito.
Akenet
si strinse nelle spalle, ma si spostò e osservò
l’aiuola. «E cosa cambia se le porti dei fiori proprio
ora?»
«Cambia
che lei avrà un’ulteriore conferma di quello che provo
per lei! Se io… se non dovessi farcela o se lei non dovesse…»
Azaele non riuscì a finire la frase. «Non voglio
pentirmi di non averle detto, ancora una volta, quanto amo lei e la
bambina.»
«E
i fiori che c'entrano?» Domandò Akenet perplesso e anche
leggermente a disagio.
Azaele
alzò gli occhi al cielo. «Certo che sei proprio ottuso
in amore! Il messaggio è nei fiori!»
«Continuo
a non capire e in più mi stai facendo incazzare» rispose
l'Arcidiavolo, stringendogli un artiglio sulla spalla.
«Ahia!»
si lamentò Azaele «Ti sembra il caso di spappolarmi una
spalla, poco prima di una battaglia?»
Akenet
ritirò l’artiglio e lo guardò in attesa di una
spiegazione.
«I
fiori hanno un significato, non lo sai?»
«No,
dovrei? E comunque quale sarebbe il significato di questi?»
rispose Akenet facendo spuntare dei narcisi.
«Quelli
indicano amore non corrisposto! Sei sicuro che vadano bene?»
«Non
fare domande cretine… te l'ho chiesto solo per curiosità»
ringhiò Akenet.
Azaele
fece un gesto circolare con la mano, dal terreno spuntarono dei
tulipani rossi.
«Che
ne dici di questi? Significano che si vuol dichiarare il proprio
amore a qualcuno di importante. Possono essere utili nel caso uno sia
così imbranato da non saperlo esprimere con le parole.»
«E
perché dovrebbe interessarmi?» grugnì Akenet
stringendo gli occhi.
«Boh…
per curiosità?» rispose il cugino con un sorrisetto
sornione.
L'Arcidiavolo
gli lanciò un'occhiata color carminio, poi riportò lo
sguardo sui fiori. «Comunque non capisco il senso di recidere
una pianta e condannarla a morire per dichiarare un sentimento legato
alla vita» bofonchiò dubbioso.
«Non
devi mica “recidere” i fiori per forza» rispose
Azaele facendo apparire un vaso di terracotta da cui spuntava una
rigogliosa piantina di ginestra dagli allegri fiori gialli.
«Non
è bellissima?» Domandò mostrandola fieramente al
cugino che si strinse nelle spalle e rispose «Se lo dici, tu.»
Azaele
mise il broncio e Akenet ebbe la vaga sensazione di non essere stato
troppo gentile. «Ok, ok. È carino e alla tua strega
piacerà di sicuro!» sbuffò.
Azaele
sorrise soddisfatto, aprì le ali e strizzò l’occhio
all'Arcidiavolo. «Io comunque fossi in te, sceglierei i
tulipani!»
Akenet
cercò di afferrarlo con un artiglio ma il demone era
gia volato via. «Stupido diavoletto» ridacchiò,
osservando l'aiuola fiorita.
#
Adel
entrò in camera ansimando per la fatica, tra le braccia
stringeva un saccone contenente la sua antica armatura. Lo svuotò
sul letto e dispose tutte le parti ordinatamente per controllare che
non mancasse nulla. Era una elegante armatura nera con le rifiniture
gialle, che dimostravano l'antica appartenenza all'armata di
Safet. Erano passati millenni da quando l'aveva indossata per
l'ultima volta e in effetti, allora, non era finita tanto bene.
Sospirò
e pensò che questa volta aveva un motivo più nobile per
combattere e anche se alla fine sarebbe comunque tornata a vivere
all’Inferno, almeno avrebbe potuto sentirsi un po' più
orgogliosa di se stessa.
Si
guardò intorno cercando un panno per lucidare l'armatura e la
sua attenzione fu attirata da un vaso di tulipani che aveva
sostituito l’abat-jour, sul suo comodino. Lo osservò
pensierosa, era sicura che la mattina presto, quando era uscita per
tornare all'Inferno e recuperare la sua armatura, non ci fosse nessun
vaso di fiori. Forse Renzo era passato a mettere a posto la camera e
aveva deciso di abbellirla. Con ottimi risultati, i tulipani erano di
un colore rosso vivo così bello che non riuscì a
resistere alla tentazione di accarezzare delicatamente i petali
setosi.
«Ti
piacciono?» domandò Akenet entrando dalla porta
finestra. Aveva le mani in tasca e un’aria leggermente
imbarazzata.
«Si,
sono bellissimi» rispose lei. «Però, temo che
Renzo non conosca tanto bene il significato dei fiori!»
«Renzo?
Che c’entra il proprietario del B&B?» domandò
Akenet contrariato.
Tra
i due ci fu qualche istante di silenzio. Adel, interpretando male la
delusione di Akenet, cercò di difendere Renzo. «Non…
non volevo intendere che abbia un interesse… cioè, sono
abbastanza sicura che a lui piaccia Alissa!»
Akenet
sospirò, sicuramente tra Alba e Azaele non ci doveva essere
stato nessun malinteso, lui invece era davvero così stronzo
che nemmeno la sua ragazza lo riteneva capace di un gesto gentile?
«Quella è la tua armatura?» domandò per
cambiare argomento. «Sei tornata da sola all’Inferno per
recuperarla?»
«Mi
ha accompagnato Merlino, abbiamo attraversato passaggi che conoscono
solo i famigli. Siamo stati molto attenti!»
Akenet
si avvicinò e le accarezzò una guancia, si sentiva allo
stesso tempo orgoglioso e arrabbiato per il coraggio dimostrato da
Adel.
«È
stata una decisione troppo azzardata! Merlino è sveglio, ma
non è abbastanza forte per riuscire a proteggerti in caso di
un attacco!» la rimproverò.
«Sono
stata una guerriera anche io! Anche se può non sembrare, so
difendermi!» replicò lei orgogliosamente.
Akenet
le scompigliò i capelli. «Lo so che sei in gamba,
Palletta! Ma non voglio che corra di nuovo un rischio simile!»
Rimise le mani in tasca e sbuffò. «Ora devo andare,
Safet e Gabriel vogliono parlarmi, ci vediamo dopo»
Fece
qualche passo ma raggiunta la soglia della porta finestra si girò,
tentennò un po’ imbarazzato e poi indicò il vaso.
«Comunque te li ho regalati io.»
Adel
arrossì rendendosi conto del malinteso.
Lui
sorrise divertito e aggiunse. «E lo so benissimo che
significato hanno i tulipani!»
Adel
lo fissò qualche istante con gli occhioni sgranati e le guance
rosse, poi aprì le ali e con un solo battito si lanciò
tra le sue braccia, nascose il viso nell'incavo della sua spalla e
abbracciandolo forte mormorò. «Anche io…
tantissimo!»
|