Esistendo (Vol.05)
•
Siate
Curiosi Sempre
• Torre di
Carta
05.
Brioche
Yusaku addentò distrattamente la
brioche vuota.
Non aveva molta voglia di fare colazione,
nonostante ne avesse bisogno.
«Devi mangiare» disse Ryoken
con un tono di voce che non ammetteva repliche. «Soprattutto
dopo quello che è successo questa notte».
A quei ricordi, Yusaku avvertì un
intenso brivido percorrergli la spina dorsale.
Un brivido che profumava di eccitazione e
lontanissimo dal senso di terrore e disperazione che invece avrebbe
dovuto provare.
(Forse stava
impazzendo, o forse no).
Addentò un altro pezzo di brioche e
masticò piano, ripensando a ciò che era accaduto
solo poche ore addietro.
A
come avesse scoperto la vera identità del suo
coinquilino, accettandola senza ripensamento alcuno.
08.
Pomata per i lividi
«Credo di aver sbattuto il gomito
contro uno spigolo» disse a un tratto, dopo aver terminato la
colazione.
«Questa notte, intendo».
Ryoken annuì.
«Eri talmente frastornato che non
sapevi nemmeno dove mettere i piedi» spiegò.
«Ho provato a dirti di rimanere steso a letto, soprattutto dopo ciò che
è successo, ma…»
«Avevo solo bisogno di bere un
bicchiere d'acqua».
«Avrei potuto portartelo io».
Yusaku distolse lo sguardo, un po' imbarazzato.
«Immagino tu ora abbia un
livido».
Yusaku tastò la parte offesa del
braccio e la smorfia che gli deturpò il viso
confermò quelle parole.
Ryoken si alzò. «Vado a
prendere la pomata per i lividi. Rimani lì. Torno
subito».
09.
Occhiali da sole
«Dannazione, questo sole è
così fastidioso…»
Yusaku non poté che stupirsi
nell'udire quell'affermazione da parte di Ryoken.
Sapeva che quelli
come lui fossero molto sensibili alla luce del sole, ma
era ormai autunno inoltrato e la nana gialla incastonata nel cielo non
doveva più apparire tanto minacciosa.
«Hai mai provato a indossare degli
occhiali da sole?» domandò, e quando Ryoken
alzò lo sguardo su di lui
(gli
stava garbatamente spalmando la crema per i lividi sul gomito)
comprese di aver appena detto una fesseria.
«Te lo immagini uscire di casa con gli
occhiali da sole in autunno inoltrato?»
Yusaku trattenne a stento una risatina.
Troppo buffo da immaginare.
10.
Neve sciolta
C'erano tante cose che Yusaku avrebbe voluto fare
quella mattina, ma finiva sempre per ripensare ad altro.
I ricordi di come Ryoken si fosse rivelato a lui,
affamato e sul punto di impazzire, l'avevano scosso solo in un primo
momento.
«È
difficile, Yusaku» gli aveva detto con voce roca.
«Ormai non riesco quasi più a trattenermi, ho
bisogno di sangue…»
E Yusaku gli aveva offerto il proprio senza
remora alcuna.
E mentre Ryoken affondava i suoi canini nella
carne tenera, pensò che avrebbe dovuto provare un gelo
perforante all'altezza del petto e un terrore
indescrivibile.
Tutto
ciò che provò, invece, fu la sensazione della
neve sciolta a contatto col sole.
22.
Cucinare il bento
Alla fine Yusaku riuscì nell'impresa
di dedicarsi a qualcosa nel corso della mattinata.
A dirla tutta, era perfino in ritardo: mancava
ormai poco all'inizio delle lezioni e lui non aveva ancora cucinato il
bento da portare con sé, quindi
doveva sbrigarsi se voleva arrivare in tempo.
«Cosa stai facendo?» gli
chiese Ryoken entrando in cucina.
«Sto preparando il bento per
dopo».
«Aspetta, hai intenzione di andare
all'università, oggi?»
«Sì,
perché?»
Ma non ci fu bisogno di una risposta da parte di
Ryoken poiché uno svarione, l'ennesimo della giornata, gli
fece quasi perdere l'equilibrio.
«Proprio per questo motivo»
sussurrò Ryoken, sorreggendolo.
«Tu oggi rimani a casa,
intesi?»
26.
Coniglietti
Quando Ryoken entrò nella sua camera,
Yusaku avvertì un fremito percorrergli la schiena.
Sapeva come funzionava e aveva deliberatamente
deciso di invitarlo.
«Ti ho preparato del tè
caldo» disse Ryoken, poggiando la tazza sul comodino.
A quella vista, Yusaku si addolcì:
Ryoken aveva scelto la sua tazza preferita, quella su cui erano
raffigurati due coniglietti — uno bianco e uno
nero — che facevano l'occhiolino.
«Ti ringrazio» rispose,
mentre alzava il busto e chiudeva gli occhi — la testa aveva
ripreso a girare.
Quando li riaprì, Ryoken era ancora
lì e questo lo rincuorò.
«Se hai bisogno di qualcos'altro, basta
dirlo».
Yusaku lo guardò dritto negli occhi. «Resta».
30.
Coriandoli
Yusaku era assolutamente sicuro della sua scelta.
Voleva che Ryoken restasse con lui e
così sarebbe stato.
«Ne sei sicuro?»
domandò questi con una punta di incertezza nel tono di voce.
«Dopo quello che è successo…»
«Credi che sia spaventato da
te?»
«No, ma…»
«Allora resta. Ho bisogno
di te, ora».
Yusaku era ancora provato dalla notte precedente,
ma questo non gli impedì certo di impazzire interiormente
quando Ryoken si stese sul letto
accanto a lui, abbracciandolo da dietro, come se un concerto di
miliardi di coriandoli colorati fosse esploso nella sua testa.
«Grazie, Yusaku. Per tutto quello che
hai fatto».
(Grazie
a te per avermi affidato la tua vita).
34.
Ricetta
Yusaku si rese conto di essere alquanto affamato
verso sera.
In effetti non aveva mangiato chissà
quanto durante la giornata e questo lo aveva indebolito maggiormente.
Quando Ryoken entrò in camera con un
vassoio colmo di cibo, lo stomaco di Yusaku gorgogliò in
maniera quasi indecente.
«Ho seguito la ricetta di ogni
pietanza» lo informò, mentre poggiava il vassoio
sul letto. «Spero sia tutto commestibile».
I profumi erano deliziosi e Yusaku si
sentì rincuorato da tutte quelle premure.
«Grazie» sussurrò
piano, la voce incrinata dalla commozione.
Gli prese il volto tra le mani e
avvicinò le labbra alle sue, sfiorandole con dolcezza.
«Sei
il vampiro migliore del mondo».
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