Tutti sulla stessa barca

di sandrinakiss92
(/viewuser.php?uid=923596)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Una volta arrivate, una folla era riunita dinnanzi a noi. Tutti mi guardavano come fossi stata un fantasma. In effetti era proprio quello che ero diventata per loro. Polis, tutto ciò che era rimasto della cittá, le ceneri da cui sono nata. In realtá é sempre stata quella di sempre, quella terra in cui a regnare c'erano disordine e caos. Tutto era distrutto e sui visi delle persone che la abitavano vi si poteva leggere terrore, e carestia, per la guerra che aveva spazzato via il loro passato, il nostro. Tutto era grigio e l'aria era maleodorante di gas e di polveri sottili che facevano da sfondo all'intera Polis. Tutta la cittá era diventata un intera rovina. Ci facevamo strada fino alla torre principale. All'ingresso, una giovane donna dai capelli di un nero corvino, lisci e lunghi, che avrebbe potuto avere non piú di vent'anni, mi stava squadrando da capo a piedi. Portava una divisa, ma quello che la differenziava da tutti gli altri era una lunga stola rossa, e in fronte l'emblema di colui che guidava. Senza dubbio, si trattava del finto comandante dal sangue rosso. Risiedeva ora fiera sul trono. Si alzò di scatto e ci trovammo le armi delle sue guardie puntate contro, seppur a distanza. Sara alzò le mani in segno di resa e io la imitai. Tanta strada per essere fatta fuori adesso? No grazie. "Bloodreina", era così che la chiamavano, ci diede il permesso di parlare e le armi furono abbassate. La ringraziò, Sara. Che faccia tosta questa ragazza! "Sono Sara Lance della lega degli assassini", disse ad alta voce, gettando in terra tutte le armi che aveva con sé. "Ho quí con me il comandante del popolo della barca", si voltò a guardarmi come a volermi invitare a continuare il copione. "Sono Luna kom Flourkru", mi chinai. "E che ci fa qui Luna del popolo della barca?", chiese Bloodreina a Sara, con disprezzo. "Perché é una Sanguenero, e posso provarlo", rispose Sara, al posto mio. Con uno scatto improvviso afferrò il pugnale che un'istante prima aveva gettato ai suoi piedi, in segno di resa, e con un taglio netto mi tagliò il palmo della mano, procurandomi un dolore lancinante. Si sollevò un boato di stupore nell'intera sala. "Ma che fai? Sei impazzita?" Così mi prese la mano e me la strinse, facendo colare delle gocce del mio sangue sulla sua. Nero. Era Nero.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=4078715