Novità alla pausa pranzo
La
mensa scolastica della Akiak High School non era mai stato un luogo
interessante.
Gli
studenti, per lo più annoiati dalle lezioni imminenti e
appena
frequentate, si limitavano a consumare il proprio pranzo, sfogando la
propria vivacità giovanile con giochi senza pretese e
conversazioni animate. Niente che non si potesse trovare in qualsiasi
altra scuola superiore dello Stato, dunque.
Quel
giorno, però, l'atmosfera particolare si poteva percepire
distintamente, e i mormorii rumorosi e carichi di aspettativa
sembravano quelli dei bambini alla mattina di Natale, pronti e
impazienti di aprire i propri doni.
“Ti
dico che sembrano tutti fotomodelli!” giurava una ragazza con
spessi occhiali calcati sul naso alla sua vicina che sgranocchiava
attenta un po' di pizza.
“Le
due ragazze sono di una bellezza mai vista.”
sospirò un
giovanotto nerboruto con aria trasognata, alla richiesta interessata
del suo gruppetto di amici.
In
ogni dove, nella piccola sala, le voci che si diffondevano portavano
ad una singola conclusione:
i
nuovi arrivati erano per certo speciali e affascinanti.
I
Cullen, questo era il nome della famiglia che si era appena
trasferita nella piccola cittadina di Akiak, nella fredda e
inospitale Alaska, aveva attirato su di sé l'attenzione
degli
abitanti fin dalla prima apparizione.
Il
dottor Carlisle Cullen, il capo famiglia, aveva preso servizio in uno
studio medico aperto da lui stesso, e aveva portato con sé
tutta la sua numerosa famiglia. Nonostante dimostrasse poco
più
che vent'anni, così come la sua consorte Esme, vantava
infatti
una prole formata da ben otto figli, adottivi e in affido, con
l'aggiunta di un cugino in visita.
“Eccoli,
arrivano.” fu il bisbiglio generale che si udì
prima che i
protagonisti di tanti pettegolezzi facessero ingresso nella mensa,
insolitamente affollata.
I
cuori di tutti parvero bloccarsi quando i nuovi venuti entrarono con
passo aggraziato, probabilmente consci del proprio fascino e
dell'effetto che avevano provocato.
“Quella
lì è Alice.” mormorò una
giovane dagli anonimi
capelli castani costretti in una coda altrettanto anonima alla
ragazza seduta accanto a lei, al tavolo centrale nella sala.
Con
un rapido cenno del capo, aveva indicato una specie di folletto
umano, con la faccia furba e i corti capelli neri scompigliati.
Alice, appunto, si muoveva quasi a passo di danza lungo il bancone
della mensa, reggendo il vassoio con una sola mano. Sulla sua faccia
perfetta si notava un sorrisetto divertito: probabilmente sapeva di
essere al centro delle conversazioni.
Il
ragazzo alto e slanciato dietro di lei, sembrava particolarmente
coinvolto da una conversazione con la ragazza che teneva per mano,
una bellezza bruna che non pareva molto felice di essere al centro
dell'attenzione di tutti.
“Quelli
sono Edward e Bella.- continuò la sua spiegazione la ragazza
al centro della sala rivolta all'amica- Stanno insieme. Così
come Alice e Jasper, uno dei due gemelli, che vanno già al
college. Sua sorella Rosalie, la supermodella bionda che abbiamo
visto qualche giorno fa, invece è già sposata con
Emmet, il fratello di Alice ed Edward!”
Finito
di parlare sorrise soddisfatta. Aveva fatto il diavolo a quattro per
avere tutte quelle informazioni, ed era stata una vera fortuna che il
negozio alimentare di sua madre si trovasse proprio a pochi passi dal
nuovo ipertecnologico ambulatorio del dottor Cullen.
“Sembra
la trama di Beautiful!” si lamentò una delle altre
ragazze
sedute al loro tavolo, il capo biondo chino su un quaderno pieno di
equazioni non risolte.
Le
sue amiche la ignorarono, troppo prese ad osservare l'ultimo membro
della famiglia, che stava prendendo posto in quel momento al tavolo
occupato dai fratelli.
“Quello
è Tim, il fratello di Bella.- disse saccente- Hanno anche
una
sorella più piccola, si chiama Nessie, e non sono adottati
come gli altri, ma solo in affido.”
Un
ragazzo bruno sbuffò contrariato “Sei davvero
sicura che
siano tutte impegnate, Amy?” domandò speranzoso.
Quella
annuì convinta, facendo sobbalzare la sua spessa coda di
cavallo “Fattene una ragione, Jack. Non c'è trippa
per
gatti.”
“Un
vero peccato che solo per voi ragazze si sia allargato il terreno di
caccia!” borbottò l'amico di Jack, scrollando le
spalle.
“Vi
dispiacerebbe smetterla?” sibilò di nuovo la
bionda, alzando
finalmente la testa.
Jack
sorrise compiaciuto, mentre l'altro non si fece sfuggire la ghiotta
occasione di punzecchiarla “Andiamo Morgan, non sarai
gelosa?Stanno
diventando più popolari di te, e sono qui solo da un
giorno!”
Morgan
fece un sorrisetto sarcastico, prima di fingesi teatralmente
sconvolta “Hai ragione Luke- frignò premendosi le
mani
contro il petto, per niente generoso- Come farò ora che non
sono più l'orfanella disperata della città? La
mia vita
non ha più senso!”
Luke
e Jack risero sguaiatamente nel guardare l'amica appoggiarsi una mano
sulla fronte e mimare un pianto disperato.
“Smettetela
di fare gli idioti!- sbottò Amy, stranamente agitata- Stanno
guardando da questa parte!”
Come
se non avesse mai parlato, Morgan continuò nella propria
pantomima, ma ahilei il suo pubblico aveva perso tutta la voglia di
ridere.
“Accidenti,
Tim è un sogno.” sospirò la ragazza
riccia,
mangiandosi letteralmente con gli occhi uno dei più giovani
dei Cullen, un giovanotto atletico dai capelli castani leggermente
lunghi.
Non
era necessario indicare il colore degli occhi come caratteristica:
sebbene non fossero uniti da un legame di sangue, tutti i nuovi
arrivati erano accomunati dagli stessi incantevoli occhi ambrati.
Morgan
agitò la mano affusolata con fare non curante, talmente
velocemente che lo smalto viola sulle sue unghie corte sembrava una
macchia indistinta “Sì, sì, certo,
Marissa. Vi
sposerete e avrete tanti bambini. Qualcuno di voi può
aiutarmi
con gli esercizi di trigonometria o devo farmi venire una cera
orribile perchè mi diate retta?”
Di
certo la bionda alludeva al colorito cadaverico e alle terribili
occhiaie, altre caratteristiche che accomunavano tutti i Cullen.
“Sul
serio, se il professor Bennet mi sospende di nuovo mio fratello mi
metterà agli arresti domiciliari a vita!”
piagnucolò
tornando a fissare le incomprensibili serie di numeri sul proprio
quaderno.
Marissa
si lisciò il maglione, in un tentativo di rassettarsi non
proprio velato, prima di rispondere “Andiamo Morgan: Louis
deve
smetterla di trattarti come un infante. Hai diciassette anni
ormai!”
“Vaglielo
a spiegare.” borbottò contrariata.
Nessuno
parve darle ascolto però, dato che Amy e Marissa di erano
immerse di nuovo in una conversazione sull'angelica bellezza dei
nuovi venuti, mentre Jack e Luke discutevano preoccupati dalla
probabile rivalità che i Cullen avrebbero potuto dargli
anche
sul campo da gioco.
“E
quel bestione chi diavolo è?” proruppe Luke non
appena un
energumeno dalla pelle scura entrò con ampie falcate nella
sala mensa.
Gli
altri quattro alzarono lo sguardo, seguendo la direzione di quello
dell'amico, e videro quello che sembrava più uno studente di
college che un liceale. Con passo ciondolante si diresse al tavolo
dei Cullen.
“E'
Jacob Black. È loro parente, dev'essere un cugino, o
giù
di lì!” spiegò Marissa, squadrando
attentamente anche
il nuovo arrivato.
Anche
Morgan si concesse di nuovo un'occhiata in direzione della famiglia
più in voga del momento. “Dev'essere anche un
pluriripetente
e...urgh!”
“Che
c'è Morgan?” domandarono all'unisono, preoccupati,
Jack e
Luke.
La
bionda si tappava il naso con una mano e aveva iniziato a fare
smorfie piuttosto ridicole.
“Questo
tanfo terribile!- riuscì a spiegare dopo un pò-
Non lo
sentite?”
I
suoi amici si guardarono intorno straniti, cercando di percepire
l'odore che la disturbava tanto.
“Non
c'è niente di diverso, Morgan.- borbottò Amy,
facendo
roteare gli occhi- La cucina della scuola non ha mai avuto un profumo
invitante.”
“Stavolta
è peggio.” ribadì, poco prima di
alzarsi e uscire
dalla sala.
“Ow...Quella
ragazza puzza quasi come voi!” si lamentò Jacob,
sedendosi
al tavolo dei Cullen, non appena al suo naso arrivò lo
spostamento d'aria causato dai movimenti rapidi di Morgan.
Edward
sorrise, scoprendo una fila di denti bianchissimi e perfetti
“Buffo.
È la stessa cosa che pensa di te.”
spiegò con il suo
tono vellutato.
“Povero
Jake- lo assecondò Bella, stringendo un poco la mano del
compagno- hai già perso una fan!”
“Certo,
certo. Come se la cosa potesse interessarmi.”
sbottò il
giovane indiano, assumendo una posa rilassata e di certo poco
educata.
Tim
sbriciolò senza interesse delle patatine che aveva nel
piatto.
Il solo sentire l'odore di quel cibo da umani gli faceva venire il
voltastomaco “Come se davvero avessimo l'occasione di fare
amicizia
con qualcuno. O di avere una vita normale.”
Edward
roteò gli occhi, Alice sbuffò e Bella
sospirò
prima di azzardare una risposta.
Solo
Jacob continuava imperterrito ad ingozzarsi, ben intenzionato a
finirsi da solo tutto il cibo che si trovava su quel tavolo.
“Tim,
te lo abbiamo spiegato un sacco di volte: non dobbiamo dare
nell'occhio.- disse con tono paziente- Ne va della sicurezza di noi
tutti.”
Capiva
come poteva sentirsi: era stato l'ultimo di loro a trasformarsi, poco
più di tre anni prima, e sentiva fortemente la mancanza
della
sua vita da umano.
Il
ragazzo si limitò ad annuire, facendo così
ondeggiare i
suoi capelli castani.
Non
era stato facile il suo primo anno da vampiro. Se non fosse stato per
Carlisle e tutta la sua famiglia sarebbe diventato di certo un mostro
assassino assetato di sangue.
Eppure
non riusciva a togliersi dalla testa il pensiero che forse sarebbe
stato meglio che Bella l'avesse lasciato a morire nella sua macchina,
anziché condannarlo a quella vita.
Ed ecco a velocità
supersonica il primo capitolo, ma non abituatevi troppo.
Allora: mi farete sapere che ne pensate della mia storia?Ho visto che
hanno letto in molti ma nessuno ha espresso la propria opinione.
In ogni caso, spero che sia di vostro gradimento: la famiglia Cullen si
è trasferita nell'inospitale Alaska ed alle sue fila si
è aggiunto Tim, un vampiro molto giovane e molto
attaccato alla propria libertà di azione.
Fatemi sapere che pensate della storia. Un bacio JoJo
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