Chapter Three
Come
sempre, faceva caldo anche quella notte. Le strade
erano deserte e ciò metteva un po’
d’ansia.
I
due amici stavano camminando vicini, verso casa di Logan.
Dopo
la litigata furiosa tra Sarah e Logan era del tutto
inopportuno presentarsi a notte fonda davanti la sua porta, con un
evasa di un
orfanotrofio, non vi pare? Così Logan le aveva proposto di
stare a casa sua.
Janet
non era molto felice all’idea.. cose le avrebbero
raccontato ai genitori di Logan quando l’avrebbero vista
varcare la soglia di
casa? E soprattutto.. dove avrebbe dormito?
“Sei
silenziosa” le fece notare Logan.
“Si”
rispose la mora.
“A
che pensi?”
“A
un po’ di cose.. Non ti impicciare!”
Essi.. questa
ragazza è un vero zuccherino non trovate?
A
Logan sfuggì un sorriso. “Come sei dolce,
piccola” e le
cinse le spalle.
Janet
sorrise, senza farsene accorgere. Logan era una delle
poche persone che riusciva a tenergli testa e a sopportarla.
Fecero
il tragitto restante in silenzio, guardandosi ogni
tanto negli occhi e facendo buffe facce.
Dopo
poco tempo Logan si fermò davanti a un vialetto, con
un’alta recinzione di siepi. Al centro vi era un grande
cancello nero smaltato,
pieno di decorazioni, dove si poteva intravedere un grande villino
dell’800,
con delle vetrate immense.
“Siamo
arrivati” disse poggiando i borsoni a terra.
Janet
era davvero stupita.
“Quella
è casa tua? Diavolo.. sei ricco sfondato allora!”
rispose, trattenendo un grido di gioia. Fece dei passi più
avanti, piazzandosi
davanti il cancello e sfiorandolo leggermente con le dita.
“Cosa
aspettavi per portarmi a casa tua?” continuò poi,
facendo un’espressione buffa.
Logan
scoprì i denti in un sorriso, e riprese le borse
dall’asfalto.
“Non
sono ricco sfondato….solo ricco” e un ghigno si
piazzò
sul suo viso. “Andiamo, i miei genitori sono partiti, ci sono
solo i
domestici.” E la raggiunse.
Dalla
tasca prese un piccolo telecomando, schiacciò un
pulsante e il cancello si aprì.
“Su,
cammina” incitò l’amica, dandole una
piccola spinta.
Quella
casa era fantastica.
Un
numero indefinito di aiuole colorate circondavano una
piccola fontana,che creavano uno spazio nella strada che portava alla
casa.
Oddio, casa è dispregiativo.
Arrivati
alla porta, Logan si mise l’indice sulle labbra.
“Non
ci dobbiamo far sentire, i domestici sanno che sono a letto col mal di
testa.
Tu dormirai nella stanza di Clark, è affianco alla mia,
quindi per qualsiasi
cosa vieni da me, ok?
E
finché non saliamo al piano di sopra non fiatare.”
Janet
fece segno di si con la testa. Quella situazione era
comica, sembrava di essere in un film di spionaggio.
Con
un colpo secco, Logan aprì la porta e la richiuse subito
dopo che Janet entrò.
Dentro
la villa era ancora più bella. Dalle finestre entrava
un flebile luce che faceva intravedere i mobili pregiati e i divani
bianchi. Ma
purtroppo non si vedeva un granché.
Logan
la prese per la mano e cercando di fare meno rumore
possibile, si incamminarono per le scale.
Quell’ala
della villa era più illuminata. Attraversato lo
stretto corridoio tappezzato di quadri, sicuramente di alto valore, si
ritrovarono davanti a una scala enorme, di marmo bianco, tirata a
lucido
perfettamente. Le scale poi si perdevano in diversi corridoi, sembrava
un
labirinto.
I
due salirono le scale e svoltarono a destra, giungendo in
un piccolo corridoio con solo tre porte.
“Eccoci”
e sorrise. “La prima stanza è la tua, dovrebbe
essere tutto in ordine.. la” disse indicando la porta di
fronte a loro “c’è il
bagno. Chiuditi dentro se vai stanotte.. Ehm.. sono
sonnambulo”
Janet
scoppiò a ridere, ma prontamente Logan le coprì
la
bocca.
“Scusa..
ma è troppo divertente.. “ e rise ancora
“spero di
incontrarti stanotte!”
Logan
scosse leggermente la testa. “Si certo, contaci..
Comunque, l’altra è la mia stanza.”
“Va
bene.” Janet sorrise e prese i borsoni che Logan aveva
poggiato a terra.
“Buonanotte
piccola, a domani” la salutò Logan, dandole un
piccolo bacio sulla fronte.
Janet
sorrise e arrossì. “Buonanotte, e non chiamarmi
piccola, vecchietto” disse, e aprì la porta della
sua stanza.
Il
ragazzo le fece l’occhiolino e si girò diretto
alla sua
stanza.
“Logan?”
lo chiamò Janet.
“Si?”
e voltò il capo.
“Ti
voglio bene” e senza aspettare risposte chiuse la porta
della sua stanza.
~
La
stanza era molto bella, e come non poteva esserlo?
I
muri erano verde acqua tenue, cinto da una carta da parati
bianca con dei disegni geometrici. Sulla destra c’era un
enorme letto, con le
lenzuola violette, in tinta con tende. Di fronte alla porta
c’era un
balconcino, che si intravedeva a malapena dalle tende, e affianco al
letto
c’era un grande armadio di legno nero,
probabilmente ebano, con delle sottili venature grigie.
Janet
rimase totalmente affascinata da quell’armadio; lo
accarezzò più volte con le dita.
~
Ormai
era notte fonda,
e Janet si era appena messa nel letto.
Ma
non riusciva a dormire, e si rigirava e rigirava nel
letto. La sua mente infatti, era pervasa sempre da quel nome: Hogwarts.
E
naturalmente tutto ciò che lo riguardava.
Ma
in maggior modo, era in ansia per l’appuntamento con
questo Silente.
E
inoltre, aveva capito che la sua vita non sarebbe mai più
stata la stessa, e in cuor suo, questo la spaventava enormemente.
~
Un
bussare frenetico alla porta,
interruppe il sonno di Janet.
Sbadigliando,
si alzò, e aprì la
porta.
Davanti
a lei c’era Logan, perfettamente
lavato, vestito e pulito.
Indossava
una maglietta rossa,
piuttosto aderente, che gli fasciava un po’ il busto, e un
jeans nero,
anch’esso piuttosto stretto, con un paio di scarpe nere
lucide con la suola
alta in gomma.
Janet
dopo averlo studiato per
bene lo guardò negli occhi.
“Che
vuoi?” disse, sempre con la
solita finezza, ma dal tono di voce, si poteva capire che la frase era
nettamente scherzosa.
“Voglio
che ti prepari,
dormigliona! E’ quasi ora di pranzo, e vedi che..”
rispose il ragazzo, un po’
scocciato.
Janet
si morse un po’ il labbro,
e interruppe Logan.
“Ah”
disse “E va bene, due minuti
sono pronta. Che sarà mai!”
E
come suo solito, gli chiuse la
porta in faccia, lasciandolo lì impalato.
Logan sbuffò
lievemente. “Questa ragazza mi farà
impazzire..” disse ad alta voce, e si incamminò
giù per le scale.
Ok, sono in un ritardo
spropositato, e mi scuso tantissimo :( Ma ho dovuto resettare il pc e
ho perso anche la fanfiction, purtroppo. Adesso ho anche molto da
studiare, ma cercherò di aggiornare velocemente. Spero che
il capitolo vi piaccia, e mi scuso se è un pò
corto, ma ho dovuto riscriverlo :(
Martina
(:
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