xLusty: Ci ho messo
molto per scrivere quel capitolo, infatti. Ascoltano musica triste a palla
(stavo sentendo ‘The Biggest Dreamer’, la opening giapponese di Digimon Tamers,
versione ‘piano’ su youtube).
Beh, Jyabura direbbe
tutto pur di non dire che si stava ‘dimostrando debole’
Lucci: -ESTERNARE I
PROPRI SENTIMENTI NON E’ DA DEBOLI!-
Kaku: -Oh cielo… Che
ti succede?! Tu non diresti mai queste cose!!!-
Kalifa: -Si chiama
psicosi traumatica, Kaku-
Che bello, mi
seguirai anche nella prossima fic! *w*
… In cui Zoro, Nami
e Rufy sono le tre iene òçò
Comunque non dire
che quella fanfic era brutta, perché mi ha fatto ridere ed era davvero
simpatica. Ne farai una dal punto di vista di Sanji? òçò
… Questo capitolo è perché sono una fanatica dell’happy ending.
Kokitsune si trovava
nel pezzo di terra galleggiante, come quando aveva visto per la prima volta
Seraphiel. Era tornata umana. I fiori si muovevano sotto la delicata spinta del
vento. I fuochi fatui che le aleggiavano attorno non c’erano più, attorno a lei
ora c’erano otto volpi quasi umane, compresa sua madre adottiva.
Kokitsune:
-Mamma!-
Tamamo: -Guarda
laggiù-
Indicò la mamma
volpe, con un cenno della mano nera coperta di pelliccia, oltre il bordo
erboso.
La donna obbedì e si
sporse giù, aspettandosi di vedere solo le nuvole, e invece no: vide i suoi
amici soffrire in silenzio per lei, Kalifa singhiozzare perché ormai non
riusciva più a versare una lacrima. Sembrava che fossero a pochi passi da lei, e
invece erano più lontani che mai, non potevano vederla.
???: -Vuoi
rivederlo?-
Kokitsune: -Chi
è?-
Davanti a lei
comparve il serafino di luce, che ripeté la domanda.
Kokitsune:
-Mamma…-
Tamamo: -Il tuo
posto è lì, con loro. Non è ancora arrivato il tuo momento. Io e i tuoi fratelli
stiamo bene, ma ora vai e inizia a vivere, figlia mia-
Kokitsune: -Però…
Voi tornerete con me?-
Tamamo: -Non hai più
bisogno di noi. La tua famiglia ti aspetta-
Kokitsune: -Allora…
Sì, voglio rivederlo-
Seraphiel: -Il tuo
desiderio sarà esaudito. Ora che Damu è morta, noi angeli siamo di nuovo al
servizio del nostro Signore. Lasciati cadere dalle nuvole-
Kokitsune obbedì.
Andò a perdersi
istantaneamente tra le nubi rosate del mattino, guidata da un forte vento. Poi
si sentì cadere con rapidità crescente, come una meteorite. Dopo ancora, sentì
uno ‘splash’ e lei che sprofondava in acqua. Si era raggomitolata su se stessa,
ma quando sentì il liquido rinfrescante addosso si stiracchiò per bene. Non
stava più affondando.
Kokitsune: -Che
succede…-
Pensò. Si passò le
mani sulle guance: le cicatrici non c’erano più. Si passò le mani sul corpo: non
aveva nessuna pelliccia, ma la pelle. Le labbra non erano più nere, ma di un
rosa delicato. Sentiva delle voci in lontananza, voci parecchio familiari
attutite dall’acqua. Nuotò fino in superficie e lasciò fuoriuscire appena la
testa, giusto quanto bastava per lasciar fuori il naso. Davanti a lei c’era
l’isola che aveva lasciato insieme a Lucci, e i suoi amici erano sulla riva
sabbiosa che cercavano di capire la fonte del rumore di prima.
Kokitsune: -Ora gli
faccio una bella sorpresa-
Si immerse di nuovo
e usò con attenzione il geppou per muoversi più velocemente sott’acqua.
Lucci era seduto a
pochi metri dall’acqua, a lanciare pietre contro la superficie. Kalifa gli era
seduta vicino, con un fazzolettino di pizzo fradicio. Poco lontano, Kaku e
Jyabura, che tuttavia si ignoravano a vicenda: il fatto che non litigassero come
sempre sottolineava la gravità del momento. Gli altri dovevano essere a
procurare qualcosa da mangiare a tutti.
Kokitsune:
-Geppou!-
Schizzò fuori
dall’acqua come un proiettile, dritta sul leopardo, che non ebbe neanche il
tempo di chiedersi cosa fosse successo. Kalifa, dacché era seduta, saltò in
piedi per lo spavento. Lucci strisciò di schiena contro la sabbia per almeno un
metro, la nube che si era levata li nascondeva alla vista.
Kokitsune: -Ti ho
atterrato-
Lucci: -Che diavolo
succede… Aspetta!-
Kokitsune: -Smettila
di toccarmi, maniaco. Queste sono molestie sessuali-
Lucci:
-KOKITSUNE?!-
Kokitsune: -In carne
ed ossa. A meno che io non sia un mio sosia-
Il leopardo si alzò
così in fretta che Kokitsune cadde sulla sabbia, coprendosi con i lunghi capelli
fradici che le arrivavano fino alle caviglie.
Kalifa: -E’
KOKITSUNE!-
Kokitsune: -Sì,
hanno capito tutti, non c’è bisogno che lo urli ai quattro venti-
Kaku:
-Kokitsune?!-
Kokitsune: -Sìììì!
Come ve lo devo dire?!-
Jyabura: -Idiota! Ci
hai fatto prendere un colpo!-
Kokitsune: -Che
bello sapere che ti sei preoccupato per me, lupastro-
Lucci le toccò il
viso, poi le spalle, poi la cicatrice. Era vera, non un illusione che si sarebbe
scomposta in tante lucine. Stava sorridendo, ma questa volta, era
contenta.
Kokitsune: -Beh? Non
hai mai visto la candida pelle di una fanciulla?-
Lucci: -Sono felice
che tu non sia… Non sia all’altro mondo-
Kokitsune: -Anche
io. Ho un sacco di cose da raccontarvi. Ma ora che cosa aspetti a
baciarmi?-
Lucci: -Che tu me lo
chiedessi-
Kokitsune era sempre
stata una tipa diretta. Più che un bacio, però, gli diede un morso sulle labbra,
facendogli sangue.
Kokitsune: -A te
piace tanto il sangue. Ma anche a me…-
Kaku: -Hey, voi due!
Prima che possiate appartarvi, vorrei riferire alla signora volpe che ho
qualcosa che potrebbe interessarle-
Kaku aveva tra le
mani due frutti. Uno era azzurro, con dei motivi a forma di fiamma bianchi, e
l’altro invece era giallo e con le orecchie da volpe. L’una volta volpe lasciò
stare Lucci ed esaminò gli oggetti.
Kokitsune: -Sembra
che quando mi sono separata dal mostro, anche il frutto si sia diviso in due… So
già cosa voglio-
Lei diede un morso
al frutto azzurro, poi prese quello giallo e lo contemplò.
Kokitsune: -Adesso
non corro più rischi. Direi che quest’altro posso tenerlo da parte. Ora voglio
raccontarvi tutto il viaggio!-
Lucci: -Preparatevi,
sarà una storia MOLTO lunga-
Kalifa si gettò
addosso a Kokitsune, abbracciandola forte.
Kalifa: -… E pensare
che ti avrei persa per sempre… Non ti lascerò mai più partire da sola,
MAI
PIU’!!!-
Kokitsune: -Calma!
Il viaggio, beh… E’ stato bello da morire!-
Kalifa: -Ko, basta
con l’umorismo-
Kokitsune: -Ok,
ok!-
Entro quella stessa
sera, tutti seppero quel che era accaduto durante la loro assenza. Erano seduti
davanti a un bel fuoco, sulla spiaggia, più uniti che mai.
Kalifa: -Dunque… Tu
sai dov’è lo One Piece? Qual è il tesoro di Gol D. Roger?-
Kokitsune: -Non lo
so. Anche quando Damu ha cercato nella mia testa, non ha trovato nulla… Che
dire, quel vecchio pirata sapeva come non far cadere i suoi ricordi in mani, o
zampe, sbagliate-
Kalifa: -Infine,
anche tu sei una figlia di pirati…-
Kokitsune: -… Già.
Che ironia, vero? Potremmo darci anche noi alla pirateria… Combattere contro lo
stesso Governo! Non è emozionante?-
Lucci: -Stai calma.
Non correre troppo. Non volevi una bella famiglia?-
Kokitsune: -Sì! E
potremmo solcare i mari, tutti insieme! Magari potremmo unirci ai
Mugiwara!-
Lucci: -Se è quello
che vuoi-
------------------------ Dieci anni dopo…
Una bambina correva
disperata tra le braccia della madre, inseguita da un ragazzetto che teneva in
mano un grosso ragno, in una foresta.
???: -Mamma, mamma!
Lichter mi fa i dispetti!-
Kokitsune: -Lichter,
quante volte io e tuo padre ti abbiamo detto di non fare i dispetti a tua
sorella?-
Lichter: -Ma mamma!
Lei ha detto a zio Kaku una bugia!-
Kokitsune: -E’ vero,
Sarabi?-
Sarabi: -… Sì,
mamma-
Kokitsune, ormai
quarantunenne, carezzava i capelli ricci e castani di sua figlia. Quest’ultima
aveva preso sia dalla madre che dal padre, la pelle lattea di lei e le
sopracciglia di lui. Aveva sette anni.
Kokitsune: -Cosa ti
ho sempre detto a proposito delle bugie?-
Sarabi: -… Che le
bugie hanno il naso lungo e squadrato come quelle dello zio Kaku-
Kokitsune: -… A
parte?-
Sarabi: -Che le
bugie non si devono mai raccontare, mai mai mai-
Lichter: -Allora
posso…-
Kokitsune: -No,
Lichter, non puoi mettere quel ragno tra i capelli di Sarabi-
Il ragazzino si
imbronciò. Era quasi identico alla madre, la chioma nera e selvaggia, gli occhi
cerchiati ma di un grigio molto scuro, i due nei sulla fronte. Il resto l’aveva
preso da suo padre, Lucci. Sulla spalla aveva appoggiato un pappagallino, ancora
un pulcino. Il ragazzo aveva dieci anni.
Lichter: -Allora
posso metterlo nella maglietta alla figlia della tua amica Robin?-
Kokitsune: -Come te
lo devo dire? No! Chi ti ha insegnato queste cose?!-
Lichter:
-Papà-
Pappagallino:
-Bugiardo, bugiardo! Cra!-
Kokitsune:
-Sicuro…?-
Lichter: -Ohhh, si è
fatto tardi! Ciao mamma!-
Kokitsune: -Attento!
La foresta non è luogo per bambini, anche se hai il potere del frutto Kon Kon!
Vai dagli zii nella radura!-
Lichter: -La foresta
non è pericolosa per il futuro Re dei Pirati! Io, Tsunami, Franny e Sarabi un
giorno solcheremo i mari! Troveremo il tesoro di Monkey D. Rufy! A dopo,
mamma!-
Sarabi: -Mammina,
posso andare con Lichter?-
Kokitsune: -Ma
certo. Solo non cacciatevi nei guai!-
La bambina seguì suo
fratello, scomparendo tra la vegetazione. Un fruscio tra le piante ed ecco un
grosso leopardo con una cicatrice sulla schiena comparire e sedersi accanto a
lei.
Lucci: -E pensare
che a te non piacevano i bambini-
Kokitsune: -Hai
detto bene, non PIACEVANO-
Lucci: -Ti ricordi?
Non ti piacevo neanche io, parecchi anni fa…-
Kokitsune: -Vero.
Ah, per la cronaca, ti ho perdonato il fatto che mi hai crocifissa, mi hai dato
fuoco, mi hai chiamato pipistrello, iena e…-
Lucci: -… E io ti ho
perdonato per la piccola bugia di dieci anni fa-
Kokitsune: -A
proposito, perché non torni umano?-
Lucci: -Mi piace
stare a ricordare il nostro passato. Quando eravamo bloccati nella forma
animale. Quando ne avrò voglia, mi ritrasformerò. E poi in questa forma mi viene
meglio cacciare. Secondo te dovremmo dirgli che abbiamo conosciuto il famoso Re
dei Pirati, Monkey D. Rufy, ai bambini?-
Kokitsune: -Naaah.
Lasciamo che lo scoprano da soli. Non ricordi cosa ha detto, prima di lasciarci
i suoi pargoli, Rufy? ‘Non dite loro nulla’-
Lucci: -Già. Però è
strano… Siamo partiti come nemici mortali, e siamo finiti amici per la
pelle-
Kokitsune: -La loro
bambina è un tesoro! E’ così dolce che me la mangerei, ma ho perso l’abitudine
alla carne umana da quando non posso più trasformarmi nel mostro, konkon. E a
Lichter piace tanto… Mi sa che un giorno finiremo imparentati con quel pirata!
Però Rufy è davvero forte… Alla fine è riuscito a coronare il suo sogno…-
Lucci: -Anche noi
adesso abbiamo coronato il nostro sogno-
Kokitsune: -Sai,
ancora no! Io voglio altri bambini!-
Lucci: -A… Altri
bambini?! Non ti sembra di esagerare…-
Kokitsune: -Voglio
altri sette figli!-
Lucci:
-SETTE?!-
Kokitsune:
-Konkonkon! Dovresti vedere la tua faccia! Anche da leopardo arrossisci,
sai?!-
Lucci: -Non provarci
mai più-
Kokitsune: -Konkon,
va bene! Vado da Robin, è con Franky nell’accampamento dall’altra parte
dell’isola-
Kokitsune si
trasformò istantaneamente in una leonessa di fuoco azzurro… Ma in realtà era una
volpe. Una grossa volpe con i lunghi baffi e nove code. Fece quattro salti e si
inoltrò nella foresta.
Lucci: -Mhmm… Altri
sette figli… Ci farò un pensierino-
Disse Lucci
sornione, seguendo la creatura di fuoco nella foresta.
Sarabi: Dallo
swahili, significa ‘miraggio’.
Lichter: In tedesco,
‘luci’.
Entrambi chiamano
Kaku e gli altri ‘zii’. Perché sono come una grande famiglia :3
Tsunami è figlia di
Rufy e Nami, Franny invece di Robin e Franky.
(Avevo poca fantasia
XD)