Dopo essere diventato capitano
dell’undicesima brigata, il mio solo passatempo diventò allenarmi contro
chiunque e accettare anche le missioni meno rischiose. Non era possibile che la
Soul Society fosse un posto così noioso, ma proprio tanto noioso! L’unica mia
soddisfazione era il mio nuovo luogotenente, perché ovviamente quel vecchio
scemo lo avevo mandato via dopo essere diventato capitano. Adesso avevo la mia
piccola bambina come luogotenente, e anche se non combatteva mai, io le volevo
molto bene e mi rendeva spesso orgoglioso di lei. Non combatteva sul campo, ma
in politica sapeva essere molto convincente; infatti era la presidentessa di
quello che io chiamo “il club delle femmine”. Un altro che mi stava dando non
pochissime soddisfazioni era Ikkaku Madarame, che mi ero visto costretto a
nominare terzo seggio vista la sua abilità con le armi. Sfortunatamente, lui
aveva lo shikai, e quindi sapevo che era solo questione di tempo prima che
potesse apprendere il Bankai.
Il mio terzo seggio alla fine
apprese anche la tecnica ultima, anche se lui non lo sa e fa di tutto per non
farmelo sapere, io quel giorno lo stavo spiando. Perché o facevo?
Semplicissimo, Yachiru credeva che fosse divertente e così lo stavamo spiando.
Lo vidi combattere con tanta maestria contro la sua zampakouto che quasi mi
sentii molto invidioso di lui. Era una cosa assurda che un debole come lui
avesse il privilegio del Bankai mentre a me era negato, perché? Perché io non
potevo assolutamente arrivare a quel tipo di potere? Maledizione, continuavo a
maledire me stesso e mi ammazzavo di allenamento per cercare di raggiungere un
potere ancora maggiore. Inoltre avevo escogitato un nuovo metodo per rendere
più stimolante i miei combattimenti; infatti avevo deciso di combattere con un
occhio chiuso da una benda che succhiava costantemente la mia reiatsu e con dei
campanellini in testa, in modo che il mio avversario capisse più facilmente
dove fossi. Ma nonostante questo, nella mia divisione ero ancora il migliore.
Decisi allora di sfidare Ikkaku Madarame, sperando che contro di me quel pirla
si decidesse ad usare il Bankai, in questo modo io avrei combattuto per la
seconda volta contro la tecnica ultima e sarei diventato ancora più forte,
ampliando la mia esperienza di combattimento già estesa ai limiti del
possibili. Ormai non sentivo più dolore quando combattevo, e anzi incitavo quel
pirla del mio avversario affinchè si impegnasse a ferirmi, ma voinon potete
capire la noia di essere il pù forte, di non avere margini di miglioramento e
di essere sempre alla costante ricerca di un degno avversario.
Non capisco perché, ma Ikkaku
Madarame si ostinava a non voler usare il Bankai contro di me, scoprii che
nessuno sapeva che l’aveva ottenuto, e mi chiesi il perché di quel gesto
assurdo. Poteva avere moltissimo potere solamente sostenendo l’esame per
diventare capitano, poteva superarmi in fama se tutti avessero scoperto che
aveva raggiunto il Bankai, poteva battermi almeno in qualcosa e probabilmente
poteva ambire al titolo di capitano dell’undicedima brigata. Ma nonostante
questo fatto, non riuscii mai a capire perché mi fosse così fedele, nonostante
io non abbia mai fatto molto per lui, semplicemente lo sfidavo di tanto in
tanto e lo sconfiggevo, perché con il solo shikai non gli era possibile
arrivare ad impensierirmi.
Ho vissuto degli episodi
bellissimi nella mia vita, combattimenti spettacolari, e tanti altri ne
verranno ancora io ne sono molto sicuro! Qui si conclude la mia storia, perché nonho
voglia di pensare ad altri episodi da raccontare, il generale Yamamoto si dovrà
accontentare di queste poche pagine, e se prova a rompere giuro che gle ne dico
quattro, o forse no perché poi si incazza. Comunque spero di non avervi fatto
addormentare con la mia storia, perché se vengo a saperlo vi sgozzo! Ci si vede
pivelli
Zaraki Kenpachi