Come sono arrivata fin qui? Non
lo so neanche io, anche perchè sto cercando di risistemare i
capitoli delle altre FanFiction. Come avrete letto in 'Una ragione per
vivere' le ho perse tutte. Ce la sto mettendo tutta, ed ecco a voi
l'ultimo capitolo. Ci sarà l'epilogo e poi FINE.
Sedicesimo Capitolo
Venerdì
10 Settembre, ore 12.45
«Dimmi che
sta bene» supplicò Rose, con le lacrime agli
occhi, catapultandosi dinnanzi a Edward.
Lui continuava a
rigirarsi le mani, non sapeva cosa dire, era in difficoltà.
Poi prese un bel
respiro: «Non sta bene, ma neanche male. E' in
coma».
Con quella sola frase
si era tolto un peso enorme, e lo sentivo.
Cercò il
mio sguardo, che io non gli negai.
I suoi occhi erano
lucidi - segno che qualche lacrima l'aveva versata anche lui -.
E come potevo non
compatirlo? Tutti e due eravamo a conoscenza della verità,
ma non potevamo parlare, dire una sola parola.
Sicuramente anche
Jasper era a conoscenza delle condizioni di Emmett, l'aveno detto
appena era arrivato all'ospedale 'tumore ai polmoni'.
Rose versò
qualche lacrima, mentre entrava in silenzio verso la camera 112,
seguita da Alice e Jasper.
Io non volevo entrare.
O forse non dovevo
entrare.
Nella mia testa
ronzava sempre una sola domanda: cosa
c'entro io con tutto questo? Però dovevo
tenerla dentro di me.
Se l'avessi esternata
Edward avrebbe trovato milioni di cause, per cui io c'entravo benissimo
in tutto quello.
Già aveva
rischiato una volta perdendomi, non potevo compiere di nuovo lo stesso
errore.
Mi si
avvicinò piano, e mi abbracciò.
Rimasi stupita, quanto
sorpresa.
Non era la prima volta
che mi abbracciava, ma questa volta era diverso.
Pieno di sentimenti,
quasi risentito.
Non era un abbraccio
per dimostrarmi quanto mi amava, era un abbraccio per sapere che
qualcuno c'è, vicino a te.
Ricambiai la stretta -
quasi stritolatrice -, ed appoggiai la testa sulla sua spalla.
Non so per quanto
tempo rimanemmo così, ma quando sentii delle lacrime
scendere per la mia schiena decisi di staccarmi, per guardarlo negli
occhi.
Non l'avevo mai visto
piangere.
E questa era la prova
che ci teneva davvero al suo amico.
Presi il suo viso fra
le mani, e gli asciugai quelle poche lacrime che gli erano rimaste, per
poi lasciargli un bacio a fior di labbra.
«Vado da
Emmett», disse, mentre annuivo.
Qualche
ora dopo ...
Fare il medico
è sempre stata la mia passione, fin da quando ero bambina.
Mio nonno esercitava
la mia stessa professione, ed io - ogni volta che ne avevo tempo -
andavo a trovarlo sul posto di lavoro.
Certe volte mi
incaricava come sua 'aiutante', dovevo passargli garza e fasce ed il
materiale necessario.
Diciamo che l'ospedale
è stato la mia seconda casa.
Le quattro mura che ti
circondano, bianche e blu, o certe volte bianche e giallastre.
Quelle del Western Eye
Hospital sono bianche e blu chiaro.
L'atrio, gli uffici,
il mio studio e le stanze.
Ho imparato ad amare
questi colori spenti, qualche volta anche tristi, ma ora era
tremendamente difficile.
Non mi ero mai fatta
problemi ad entrare in un reparto, in una sala operatoria, a trovare un
paziente che aveva bisogno di aiuto o solo di parlare.
Ma ora non volevo
entrare.
Odiavo quell'ospedale,
odiavo quelle stanze tristi.
Odiavo tutto,
perchè stavo andando da Emmett.
Rosalie era stata
attaccata ad Emmett per più di due ore, finchè
Alice e Edward non la costrinsero ad uscire, non poteva rimanere ancora.
Jasper invece era
entrato per pochi minuti ... poi era subito uscito.
L'espressione nel suo
viso era serena, oserei dire quasi felice. Ma forse era tutto frutto
della mia immaginazione.
Alice invece appena
uscita aveva detto che Emmett si sarebbe svegliato, nell'arco della
giornata. Ne era pienamente sicura, e determinata.
Non l'avevo mai vista
così. Forse diceva queste cose per convincere Rosalie, o per
autoconvincere proprio se stessa.
Ora erano tutti nel
bar, ed io ne avevo approfittato per entrare.
Mi sembrava strano, ed
ora - ai miei occhi - quell'ospedale era macabro.
Feci leva sulla
maniglia, ed entrai in punta di piedi, come per paura di svegliarlo. Si,
perchè dormiva. Alice continuava a ripeterlo: Emmett dorme,
sta soltanto riposando.
Presi la sedia che era
in un angolo, accanto alla finestra e l'avvicinai al capezzale di
Emmett. Mi ero preparata una raffica di parole, mille lacrime da
versare, ma non facevo altro che fissarlo.
Senza dire una parola.
Presi le sue mani fra le mie, e le strinsi forte.
Forse poteva sentirmi,
doveva sentirmi.
«Emmett
...», sussurrai, con la voce strozzata dal pianto. Si, le
lacrime avevano cominciato ad uscire, senza fermarsi. Ed era bastata
soltanto una parola.
Strinsi
spasmodicamente le sue mani, non avevo la forza, non potevo farlo.
Stavo per alzarmi,
quando la porta si aprì, rivelando la figura minuta di Alice.
«Sei
qui», disse sottovoce, mentre si avvicinava. Io ero rimasta
nella stessa posizione: schiena dritta, lacrime che non cessavano di
scendere e le mani strette fra quelle di Emmett. «Ti
cercavamo», finì, mettendo una mano sulla mia
spalla, come per confortarmi. Ma non c'era proprio niente da fare, io
lì, mi sentivo sempre più estranea.
«Bella si riprenderà», disse decisa.
Mi girai di scatto,
fissando Alice, anche se con la vista appannata.
«Si
riprenderà? Ma l'hai visto Alice? E' morto!»
Quasi urlai. Non volevo prendermela con lei, anzi, era l'ultima cosa
che volevo fare.
Non volevo dare Emmett
per morto, anche perchè era 'vivo'.
Fissavo Alice, e
sentii il mignolo muoversi.
Non ero stata io.
Non avevo mosso un
dito.
E da solo - di certo -
non poteva essersi mosso.
Mi girai di scatto
verso Emmett, ma era immobile proprio come prima.
Presi un bel respiro,
scacciando le ultime lacrime.
«Ma morta ci
sarai te», sussurrò con la poca voce che aveva,
come se avesse dormito un'eternità.
Alice cadde con le
ginocchia per terra, io incrociai gli con quelli marrone chiaro di
Emmett. Erano aperti. Mi fissavano. Aveva parlato.
Sempre il solito
Emmett.
Lunedì
13 Settembre, ore 18.08
«Mi dici
dove andiamo?» chiesi per l'ennesima volta. Era il giorno del
mio ventiduesimo compleanno.
E non volevo
festeggiarlo.
Odiavo le feste,
odiavo invecchiare.
Sembravo una vecchia
babbuina, mentre Edward al mio fianco era un fotomodello.
Il mio fotomodello.
«Andiamo a
cena dai miei», ripetè lui. Da quando eravamo
partiti da casa non avevo fatto altro che farlgi quella domanda, e lui
continuava a rispondere allo stesso modo.
«Ma non
inventare balle! Lo sai che non sei capace!» Sbraitai, mi
stavo davvero arrabbiando.
Lui mi
fissò, sorridendo sotto i baffi.
Ecco: mi stava
prendendo in giro.
«Amore ...
che c'è che non va? Non vuoi andare dai miei?»
Domandò, facendo gli occhioni da cucciolo.
Cavolo, sapeva che
amavo quella facceta.
«No,
andiamo», sussurrai, sbuffando.
Avevo ceduto, un'altra
volta.
«Sorpresa!»
Urlò un coro di voci, appena varcata la soglia di casa
Cullen.
Come avevo fatto a non
pensarci? Una festa a sorpresa!
Con una cognatina come
Alice, dovevo sospettarlo sin dal principio.
Fissai tutti i
presenti, scocciata ... o forse scioccata.
Rosalie con Emmett -
in fase di riabilitazione, su una sedia a rotelle -, Alice e Jasper,
Esme e Carlisle, Angela e Jessica ... ma mi soffermai su delle figure
che erano quasi nascoste: Tanya Denali e suo padre.
Mentre tutti si
avvicinavano per farmi gli auguri, trovai due secondi per parlare con
Edward.
«Cosa ci
fanno loro qua?» Sussurrai, cercando si non farmi sentire.
«Volevo
ufficializzare la cosa in pubblico», disse risoluto.
«Eh?»
Chiesi spaesata, proprio non capivo di cosa stesse parlando,
finchè non si inginocchiò dinnanzi a me. Un'altra
volta. Per la seconda volta.
Il silenziò
calò nella sala.
«Isabella
Maria Swan ... vuoi sposarmi?» Domandò, con una
luce negli occhi.
Ero lì per
dirgli di no, quando un 'si' sussurrato a fior di labbra mi
intrappolò.
Nella mia nuova vita.
Si può andare
in coma per un tumore? Si.
Le persone si svegliano
dopo così poco tempo? Non lo so, non sono un medico.
Isabella ha detto di si a
Edward? Si!
E' veramente finita?
Manca l'epilogo. E non dico purtroppo, perchè questa
è stata una delle poche FanFiction che mi è
entrata dentro davvero.
Scrivere su questi
personaggi è sempre bello e rilassante.
E' stata di vostro
gradimento questa Fic? Non lo so, la risposta sta a voi.
Grazie di cuore.
Le mie FanFiction: In Corso: Una ragione per vivere(Twilight) Western Eye Hospital(Twilight) Isabella. The Return.(Twilight) Concluse: Isabella.(Twilight) La vita, in un soffio.(Twilight) Come What May(Twilight) La Controfigura(Kristen Stewart, Robert Pattinson)
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