Amici
veri e Madri particolari
-Adesso? Non
ci resta che una cosa da fare. E tu sai bene quale sia-
Ci pensai un
minuto, ma capii al volo quello che voleva dirmi.
-Si, ho
capito. Dobbiamo andare in Inghilterra-
-Si, ma non
sarà una cosa facile. E ora, per prima cosa, conviene che io
ti riporti a casa-
-Credo che tu
abbia perfettamente ragione-
Credo che
tutti sappiano cosa significa una esplosione nucleare. Distruzione,
morte, pericolo, insomma una catastrofe. Ebbene avrei preferito
subire tutto quello piuttosto che ascoltare le urla di mia madre.
-Sei una
disgraziata! Hai idea di quello che mi hai fatto passare? Mi sono
svegliata nel cuore della notte per colpa di un rumore. Quello della
porta di ingresso. E sai cosa ho pensato? Che qualcuno fosse entrato
in casa, e sai cosa ho fatto per prima cosa? Lo vuoi sapere??? Sono
andata in camera tua e tu non c'eri!!!! Ho provato a chiamarti, ma tu
non rispondevi. Il motivo? Avevi lasciato il cellulare a casa. E mi
sono venuti in mente tutte le cose peggiori che potevano esserti
capitate. E poi cosa succede? Che dopo che io e tuo padre abbiamo
passato delle ore terribili, in panico e nel puro terrore ti
ripresenti a casa, alle 3 di notte, accompagnata da un ragazzo e hai
il coraggio di dirmi mamma stai calma? Ora voglio una spiegazione, e
subito-
Ok, mia madre
era MOLTO arrabbiata. Passeggiava avanti e indietro per il salotto.
Mio padre era seduto sulla poltrona e guardava in cagnesco prima me,
e poi con puro odio guardava Matt. Si, lui era con me. Non solo mi
aveva riaccompagnato a casa, ma si stava sorbendo la ramanzina di mia
madre. E, per finire, mi teneva per mano. E questo mio padre lo aveva
notato.
-Mamma, per
favore, calmati. Siediti e calmati-
-Calmarmi,
calmarmi??? Ma la senti tesoro, mi dice di calmarmi!-
Mio padre
rispose producendo un suono incomprensibile. Cosa voleva dire questo?
Era furioso! Bene, erano le 3 di notte, ero stanchissima, e ora
dovevo sorbire la ramanzina di mia madre e sopportare poi la furia di
mio padre. Niente poteva essere peggio di questo. Sapevo già
cosa mi stava per succedere. Punizione di due settimane, chiusa in
casa, senza telefono. Ero pronta a sopportarlo. Se con la mia
boccaccia non avessi rovinato tutto.
-Mamma, hai
ragione ad essere furiosa, ti capisco, sul serio. E avrai la tua
spiegazione- e inizia a raccontare tutto quello che era successo.
Infondo cosa avevo fatto di male quella sera? Ero semplicemente
uscita di notte senza chiedere il permesso per andare ad un
appuntamento, con un ragazzo. Poi avevo avuto la brillante idea di
farmi un bagno in un laghetto, sempre di notte e poi, con indosso
solo una felpa, prestata dal ragazzo con cui ero uscita, sono andata
a casa del mio amico, per potermi asciugare. Primo errore. La furia
di mio padre stava per esplodere!
-E visto che
sei andata a casa sua, di lui, di...-
-Matt papà-
-Di Matt-e gli
lancio l'ennesima occhiataccia- come hanno reagito i suoi genitori?-
E qui feci il
mio secondo errore. Matt tentò di fermarmi, stringendomi la
mano fino quasi a provocarmi le lacrime.
-No, vedi
papà, non c'era nessuno a casa di Matt. Suo padre lavorava
fino a tardi e.....-
Un fiume in
piena. Mio padre divenne un fiume in piena. Scattò su dalla
poltrona, urlandomi contro parole che non posso neanche ripetere, non
tutte almeno.
-Tu vuoi farmi
credere che, coperta solo da una felpa sei andata a casa di un
ragazzo, di notte, e in casa sua non c'era nessuno? Tu e lui, da
soli, in un appartamento nel cuore della notte???? Da soli??????
Screanzata, svergognata. E tu- rivolto a Matt- cosa hai fatto alla
mia bambina?-
-Niente-
-E tu credi
che io creda a te?-
-Mi creda. Non
ho toccato sua figlia. Non e successo niente-
-Credi, sul
serio giovanotto, che io ti creda?-
-Se avessi
avuto qualche pensiero poco casto verso sua figlia, signore, e se
stanotte avessi raggiunto il mio obiettivo, come sostiene lei, non mi
sarei preoccupato di riportarla a casa. Secondo lei per quale motivo
ho chiesto a Mimi di vederci al parco? A casa mia non c'era nessuno e
non avrei mai portato li Mimi. Siamo dovuti andare la solo perché
non volevo che si prendesse una polmonite, visto che era bagnata
fradicia. Io non sono uno di quei ragazzi. Conosco Mimi da una vita,
non potrei mai ferirla in quel modo, o fare qualche cosa che lei non
vorrebbe-
Credo che
nessuno mai fosse riuscito a zittire mio padre in quel modo. Ma Matt
era il mio cavaliere, e non potevo aspettarmi niente di meglio da
lui.
-E ora se mi
vuole scusare, signore, dovrei tornarmene a casa. Si sta facendo
tardi. Buonanotte signor Tachikawa, buonanotte signora Tachikawa-
-Ti accompagno
Matt-
E ci avviammo
verso la porta.
-Matt sono
mortificata. Non volevo ti sorbissi la ramanzina dei miei, scusa. E
anche per le accuse di mio padre, scusa-
-Mimi, non ti
preoccupare. Infondo lo capisco, sai?-
-Cosa?-
-Anche io, se
avessi una figlia bella come te mi preoccuperei molto di chi
frequenta-
Mi limitai ad
abbassare la testa e a sorridere.
-Buonanotte
Mimi-
-Buonanotte
Matt-
E poi, contro
ogni aspettativa, con i miei genitori furiosi a qualche metro di
distanza, avvenne di nuovo. E fu il paradiso. E fu anche meglio della
prima volta: un bacio veloce, rapido, ma che nascondeva una promessa.
Qualsiasi cosa sarebbe successa, noi non ci saremmo allontanati.
Quando
ritornai in salotto, ero visibilmente felice.
-E ora che
hai?-
-Niente mamma.
Ho solo capito che, ha dispetto di tutto, ho passato una bellissima
serata-
E detto
questo, me ne andai di sopra a dormire.
-Mimi, non
crederai di potertene andare via.... MIMI!!!!-
Non avevo
voglia di ascoltare ancora i miei genitori, avrei accettato qualsiasi
punizione. Ma per il momento mi volevo godere quei piacevoli ricordi
di quei due baci. E con il sorriso sulle labbra, mi sistemai sul
letto, in attesa del sonno.
(Mi guardai
attorno. Ero in uno splendido giardino, seduta su una panchina di
pietra. Davanti a me, si apriva uno spettacolo incredibile: un
meraviglioso parco, contornato da viali alberati, aiuole in fiore,
fontane e statue. La mia attenzione fu catturata, tuttavia, da un
lato del giardino. Non lo si notava subito, ma avevo visto bene. Mi
alzai dalla panchina e mi avviai verso quel luogo. Era un piccolo
angolo, ma delizioso. Era una sezione diversa da tutto il resto del
giardino. Era un luogo appartato, privato. Un viale di tigli
conduceva ad un piccolo gazebo di legno. La sua forma ricordava molto
quella di un piccolo tempio antico circolare. Era sopraelevato,
alcuni gradini conducevano al suo interno. Tutto attorno un colonnato
sorreggeva il tetto. Era abbastanza grande come costruzione. Doveva
essere stato usato, una volta, come piccolo luogo da ballo. Come
dimensione, poteva benissimo accogliere quattro coppie di ballerini.
Ma non era il fatto che fosse stato usato come luogo di festa ad
avermi attratto in quel luogo. Infatti, il gazebo era totalmente
ricoperto di rose. Era un luogo incantevole, e il profumo che le rose
emanavano era incredibile.
-Era il luogo
preferito di mia madre. Lo fece costruire lei. Adorava quelle rose-
Mi voltai. Un
uomo stava di fronte a me, ma non lo vedevo in volto.
-Mi dispiace-
-E di che
cosa, milady? Non avete fatto nulla di male-
-Non sapevo
che questo fosse un luogo che suscitasse in voi ricordi personali. Me
ne vado subito-
-No, potete
restare. Per troppo tempo nessuno ha frequentato questo posto. Potete
venire qui, ogni volta che vorrete-
-Ne siete
sicuro?-
-Assolutamente
milady-
Sorrisi. Mi
sentivo lusingata di potere avere quel privilegio.
-Io la devo
ringraziare-
-E per che
cosa, milady?-
-Per tutto. Se
non ci foste stato lei...-
-Milady, non
sono io quello che deve ricevere i suoi ringraziamenti-
-Come?-
-Non sono
stato io a fare quello che voi credete-
-Ma, mi hanno
detto...-
-Sono stato
io, milady!-
Una voce
dietro di me
Mi voltai, e
lo vidi.
-Voi?-
Era un uomo
affascinante, bello. Biondo, occhi azzurri. Lo si sarebbe potuto
definire un principe, se lui il suo atteggiamento non rovinasse
tutto. Infatti, sfoggiava un sorriso ironico, e lo vedevo
chiaramente. Era pronto a prendersi gioco di me.
-Si, MILADY,
sono stato io a salvarvi. Ne siete sorpresa?-
-Molto-
-E come mai,
se posso chiederlo?-
-Vi conosco,
messere. Voi siete quel maleducato che alla stazione di cambio ha
rubato un mio cavallo!-
-Rubato, che
parolone. Era una emergenza, madama. E poi, visto che con lo stesso
cavallo vi ho salvata, non merito un ringraziamento?-
-Piuttosto lo
definirei un debito saldato-
-Come?-
-Voi avete
rubato il mio cavallo, e poi mi avete salvato. Siamo pari-
Si mise a
ridere.
-Se lo
preferite. Tanto, non me ne sarei fatto nulla delle vostre scuse-
-Fratello, ora
siete maleducato-
Mi ero
totalmente dimenticata dell'altro uomo presente. Si era avvicinato e
ora si era posto tra me e suo fratello.
-Tu stanne
fuori. Questa storia riguarda me e milady. E ora, se volete scusarmi,
me ne vado. Ho dei compiti da svolgere,io. Milady, la vostra carrozza
e sempre pronta per portarvi al vostro palazzo. Ossequi-
E se ne andò.
-Maleducato-
Ero livida di
rabbia. Come osava, lui, offendermi in quel modo?
-Perdonate mio
fratello, milady-
-Non so se
potrò farlo. Sono stata offesa in un modo che neanche
immaginate-
-Purtroppo il
carattere di mio fratello non risulta sempre gradevole. Ma credo che
tutto dipenda dal fatto che voi foste qui. Lui ha molti più
ricordi di me di questo posto-
-Questo non lo
sapevo. Tuttavia, non posso fare a meno di sentirmi oltraggiata-
Mi rivolse un
caro sorriso. Era molto simile al fratello. Anche lui occhi azzurri e
capelli biondi, ma aveva una gentilezza molto diversa dal fratello.
-Perdonatemi,
sir. Ma mi sono accorta di una cosa...-
-Che cosa,
milady?-
-Che non
conosco nemmeno il vostro nome-
-Avete
ragione. Io conosco il vostro e voi non il mio. Perdonatemi.
Rimediero subito. Io sono...-)
Mi svegliai a
causa di un suono improvviso. Un suono lungo, penetrante, tremendo e
petulante.
-Maledetta
sveglia!-
La spensi e mi
ributtai sul letto. Le sette del mattino. Avevo dormito solo poche
ore, ero stanca morta. E la mattina non poteva andare peggio di così.
Ero già pronta e riaddormentarmi, quando la porta della mia
camera fu aperta da mia madre.
-Sei sveglia,
eh?-
-Buongiorno
anche a te mamma-
-Non avere
quel tono con me, signorina-
-Che tono
mamma?-
-Questo. Come
se niente fosse successo. Mimi, ero talmente spaventata....-
E qualche
lacrima le scese sul volto.
-Mamma, mi
dispiace. Io non volevo farti preoccupare-
-Mimi, io non
sono arrabbiata per quello che hai fatto. Un pochino si. Ma ho avuto
paura, paura che ti fosse successo qualche cosa di grave. Io ero cosi
preoccupata...-
-Mi dispiace
mamma-
-Ma almeno eri
in buona compagnia...-
-Mamma, cosa
vuoi dire?-
Mia madre
aveva dipinto sul volto un sorriso strano. E avevo paura.
-O lo sai cosa
voglio dire. Sei uscita per vedere Matt, giusto?-
-Mamma, non ti
mettere in testa cose che non esistono-
-Oh Mimi, per
chi mi hai presa? Sono nata prima di te, e certe cose le capisco
bene. Cosa capita tra te e Matt? Siete fidanzati? State insieme,
dillo alla mamma!-
-Mamma, io e
Matt siamo...-
Cosa eravamo?
Fidanzati? No, non eravamo fidanzati. Stavamo insieme? No.
-Allora, cosa
siete???-
-Non lo so
mamma. Amici, direi-
-Ho capito, ne
dovete ancora parlare, vero?-
-Mamma, non lo
so!-
-Va bene, non
ne vuoi parlare. Adesso alzati, devi andare a scuola e non voglio che
tu arrivi tardi. Mancano solo due giorni alla fine, devi arrivare
puntuale-
Bene, non solo
avevo dormito poco, ma ora dovevo anche subire una noiosa giornata di
scuola, con due meravigliose ore di matematica.
Mi preparai
come sempre, indossando la divisa. In venti minuti ero pronta, pronta
e fuori di casa, diretta a scuola. Non la potevo di certo definire
una giornata iniziata bene. Avevo dormito poco, 4 ore, e poi la
conversazione con mia madre non mi aveva di certo sollevato. Non
avevo ancora pensato a quel dettaglio. Cosa eravamo io e Matt ora?
Amici? Gli amici non si baciano. Ma non stavamo neanche insieme! Che
confusione che avevo nella testa. Ora non solo avevo il problema del
quadro, non solo dovevo fare i conti con la mia vita precedente, ora
si dovevano anche aggiungere i problemi sentimentali. E ora vedevo
anche Matt da tutte le parti. No, un attimo, quello era il vero Matt.
Era appoggiato ad un muretto, ed evidentemente stava aspettando
qualcuno.
-Ciao-
-Buongiorno.
Che ci fai qui?-
-Secondo te?
Ti stavo aspettando-
-E come fai a
sapere che passo da qui per andare a scuola?-
-Chiamalo
intuito. Ci avviamo?-
-Certo. Ma
cosa penseranno gli altri quando ci vedranno arrivare insieme?-
-Cosa
dovrebbero pensare, scusa? Non sarebbe la prima volta che veniamo
insieme a scuola-
-Si, ma non
siamo mai arrivati da soli insieme a scuola-
-E allora? Che
problema ti crea? Se vuoi, me ne vado e puoi arrivare da sola, se
preferisci-
-No, non
intendevo questo. Non ho nessun problema a venire con te. Ma quando
gli altri ci chiederanno come mai siamo venuti insieme, cosa gli
dirai?-
Si era fermato
e ora mi stava fissando.
-Solo quello
che e successo. Che ci siamo incontrati per strada e che siamo venuti
insieme. Infondo, questo e successo, no?-
Gli sorrisi.
Era stato furbo. Non avevamo deciso di venire insieme a scuola, ci
eravamo incontrati “per puro caso” e quindi non avevo
nulla da temere.
-Sei un genio,
lo sai?-
-Si, lo so-
-Anche
modesto, eh?-
-Non so cosa
intendi dire. Ma ora muoviti, se no arriviamo in ritardo. Forza
lumacona!-
-Lumacona! Tu
sei un gran maleducato, lo sai?-
Si mise a
ridere, e prendendomi la mano, si chinò verso di me e mi
disse, ad un centimetro dalle mie labbra
-Vi chiedo
perdono, milady, non volevo offenderla e non volevo neanche darmi
arie. Posso chiedere il suo perdono?-
-Credo di
poterglielo concedere. Ma deve dimostrarmi di poterselo meritare-
Ma cosa stavo
facendo? Stavo flirtando con Matt, io, Mimi Tachikawa. E la cosa mi
piaceva, mi piaceva molto.
-Vedo che devo
dimostrati di essere degno di meritare il tuo perdono. Credo di
poterlo fare-
e mi diede un
bacio.
-Allora, sono
perdonato?-
-Direi di si-
E mi venne da
ridere. Era una situazione talmente strana. E non ero la sola a
pensarlo.
-Mimi,
Matt.... siete voi?-
Avete presente
quando, da bambini, la mamma vi sorprende a mangiare i biscotti due
minuti prima della cena? Ecco, quella stessa sensazione si impossessò
di me quando sentii quella voce. Mi staccai da Matt facendo un salto
indietro. Poi mi voltai, giusto in tempo per vedere le facce
sconvolte di Tk, Kary, Joley e Ken che ci fissavano, allibiti. O, per
meglio dire, solo Tk e Ken erano sconvolti. Kary e Joley avevano uno
strano sguardo, e quando sentii le urla di gioia delle mie due
amiche, capii quello che passava loro in testa.
-LO SAPEVO, LO
SAPEVO!!!!! KEN COSA TI AVEVO DETTO???? LO SAPEVO, LO SAPEVO!!!!!-
-Joley,
calmati, ti osservano tutti-
-NON MI
INTERESSA!!!! SONO COSI FELICE PER TE MIMI!!!! LO SAPEVO, LO
SAPEVO!!!-
Joley era al
settimo cielo. Erano anni che sperava che io e Matt ci mettessimo
insieme, e ora, avevamo realizzato il suo sogno. Anche Kary sembrava
contenta.
-Allora voi
due.....-
Ma Matt
intervenne subito bloccando qualsiasi altro intervento di Joley.
-Primo, non
sono affari vostri cosa io e Mimi siamo. Secondo, non voglio che voi
diciate con anima viva quello che avete visto e terzo, non sono
affari vostri-
-Due punti
sono uguali-
-Lo so
perfettamente Joley. Volevo che il messaggio fosse chiaro. Chiaro?-
-Chiarissimo
Matt-
-Bene. Ora che
ne dite di andare a scuola? Siamo in ritardo-
E si avvio.
Era incredibile. Fino ad un minuto prima era stato dolce ed
affettuoso con me e poi era diventato freddo ed implacabile. Era
sorprendente. E mi piaceva sempre di più. Ma Matt aveva
saltato un punto importante da chiarire. E a Joley e Kary quel
dettaglio non sfuggi.
-Allora-
inizio Kary –da quando tu e Matt...-
-Io e Matt
cosa?-
-Dai Mimi hai
capito quello che Kary vuole sapere. Tu e Matt...-
-No. non
stiamo insieme. E poi, non so bene cosa abbiate visto, ma questo non
vuol necessariamente dire che.....-
-Mimi, vi
siete baciati!!!-
Ok, avevano
visto tutto. Bene, dovevo darlo come dato di fatto. Loro lo sapevano.
-E va bene,
avete visto un bacio. Ma questo non vuol dire che....-
-Mimi, io
conosco molto bene mio fratello-
Quasi mi venne
un colpo quando sentii la voce di Tk. Mi ero totalmente dimenticato
di lui. anche di Ken a dire la verità.
-Cosa vuoi
dire Tk?-
Aveva
catturato la mia attenzione. Con quella frase, non so il motivo, e
non posso spiegarlo, ma una terribile sensazione si era impossessata
di me. Fissavo Tk eppure vedevo la sua immagine sovrapporsi a quella
di un altro. Non capivo cosa mi stesse succedendo.
-Mimi, io
conosco mio fratello, e una cosa devo dirtela. Mio fratello ha un
carattere particolare. Non si lascia mia andare a sdolcinerie varie,
e di certo non si mette a baciare una ragazza in pieno giorno vicino
a scuola-
-E con questo
cosa vuoi dire?-
-Che per lui
tu sei speciale Mimi. Credo voglia dire questo-
Tk mi stava
guardando in un modo strano. Io avevo visto ancora quello sguardo,
quel dialogo mi ricordava qualche cosa. Poi, il lampo di genio.
-Il sogno....-
Mi girai
giusto in tempo per vedere Matt, o meglio, la sua figura, che ci
stava venendo incontro. Doveva avere visto che non lo avevamo seguito
e stava tornando indietro per prenderci. E in quel momento, rividi il
mio sogno. Rividi le persone con cui avevo parlato, rividi i loro
volti in modo perfetto. Improvvisamente mi venne un male allucinante
alla testa, tanto da prendermela tra le mani. Sentii le mie gambe
cedere e caddi a terra.
-MIMI!!!!-
Matt mi corse
incontro, e mi prese tra le sue braccia.
-Mimi, stai
bene, che cosa hai?-
Vidi i volti
preoccupati dei miei amici che mi fissavano.
-Sto bene, non
vi preoccupate-
Matt mi aiutò
a rimettermi in piedi.
-Mimi...-
Era
preoccupato, lo sentivo dal tono della voce.
-Sto bene
Matt, sul serio-
-Mimi, due
volte in meno di dieci ore non va bene. Sei svenuta stanotte, e
ora...-
-Ora non sono
svenuta. Ho solo avuto un piccolo mal di testa!-
-Che nel giro
di trenta secondo non hai più, vero?-
Mi aveva
zittito.
-Va bene,
ammetto che è strano tutto questo. Ma posso darti una
spiegazione plausibile per quello che mi è successo!-
-Ah si,
sentiamo-
-Matt, quante
ore ho dormito stanotte secondo te?-
-Ora non mi
vorrai dare la colpa del fatto che hai dormito poco, vero?-
-NO, non ho
detto questo. Ho solo detto che, mi hai riportata a casa alle 2, tra
la ramanzina dei miei e tutto il resto, sono andata a dormire alle 3.
Ho dormito 4 ore, sono poche!-
-Come, come,
come????-
Il terzo
errore della giornata. Il primo lo avevo fatto rivelando di essere
andata a casa di Matt, e il secondo che a casa di Matt non c’era
suo padre, e ora avevo appena detto ai miei amici che io e Matt
avevamo passato la notte insieme.
-Complimenti
Mimi, sei un genio. Ora glielo spieghi tu, vero?-
-Si Mimi, io
voglio una spiegazione!-
Maledissi
Joley non so quante volte. Ma ora si era fatto molto tardi, e
dovevamo assolutamente andare a scuola.
-Sentite, ora
si sta facendo tardi. Ne riparliamo dopo la scuola, va bene?-
-Vuoi dire che
devo stare tutto questo tempo senza sapere niente?-
-Si Joley.
Alla fine della scuola ci incontriamo a casa mia, e vi diremo tutto!-
-Diremo? Io
cosa c'entro?-
-Dobbiamo
dirgli tutto quello che abbiamo scoperto Matt. Io mi fido di loro,
devono sapere-
-Sapere cosa?-
-Lo saprete
oggi pomeriggio-
E alla fine,
tra le proteste di Joley che voleva sapere tutto subito, raggiungemmo
la scuola e ci avviammo verso le nostre classi.
Appena entrai
in classe, mi stupii nel vedere Sora seduta sul mio banco. Stava
parlando con Izzi e appena mi videro si bloccarono di colpo. Mi
avvicinai a loro, silenziosa. Improvvisamente mi venne in mente tutto
quello che era successo al centro commerciale. Mi ricordai della
litigata, e di tutto quanto. Non gli rivolsi nemmeno la parola. Mi
sedetti al mio posto e gli ignorai tranquillamente. Ma loro,
evidentemente, non avevano capito che non avevo nessuna intenzione di
parlare con loro. Infatti, Sora ritenne suo dovere parlarmi.
-Mimi....
ascolta. Per quello che hai sentito, e per tutto quello che è
successo... io ti chiedo scusa, noi ti chiediamo scusa. Non volevamo
ferirti e...-
-Ma lo avete
fatto Sora. E fa male sentire quelle cose, tu non ti immagini
neanche. E ora, se hai un minimo di compassione per i miei sentimenti
e per quello che la nostra amicizia ha rappresentato, almeno per me,
ti chiedo di lasciarmi in pace. Ho dormito poco, stanotte, sono
stanca. Mi sta venendo un mal di testa allucinante e non ho le forze
per potere affrontare tutto questo adesso-
Forse ero
stata troppo dura, ma almeno avevo messo le cose in chiaro. Non
volevo litigare ancora. Ma Sora interpreto male il mio discorso.
-In questo
modo stupido, allora, vuoi chiudere la nostra amicizia? Bene, ma non
venire da me poi se avrai qualche problema-
-Sora, io non
voglio chiudere la nostra amicizia!-
-No? Non si
direbbe. Ti sei allontanata in queste due settimane Mimi, ti sei
allontanata da me, da tutti. E sai per colpa di cosa? Per colpa della
tua stupida ossessione per quel quadro-
-Ragazze, ora
basta. Non trovo che sia questo il momento per discutere di queste
cose-
-Zitto Izzi!
Sora crede che il motivo per cui io mi sia allontanata da voi sia il
quadro. Ebbene, devo dirti una cosa: se tu fossi stata una mia vera
amica, non mi avresti sparlato alle spalle. Se tu fossi stata la mia
vera migliore amica, in questo momento non saremmo qui a discutere.
Se tu fossi mia amica, condivideresti con me le meravigliose cose che
ho scoperto in questi giorni. E ora, se non ti dispiace, ho lezione
di matematica, e tu ti trovi nella classe sbagliata. Buona giornata
Sora-
e detto questo
tirai fuori il quaderno e, con molta naturalezza, ignorai quella che
per dieci anni era stata la mia migliore amica. E lei, nel silenzio
generale della mia classe, che aveva assistito a tutta la scena, e
sotto gli occhi sbalorditi di Izzi, che non credeva possibile il mio
cambiamento di carattere, uscì dalla classe, offesa, umiliata
forse, ma con un pensiero in testa fisso. Vendicarsi di me, e della
offesa subita.
Lo scontro con
Sora mi sembrava una passeggiata in confronto a quello che dovevo
subire in quel momento. Quattro paia di occhi erano puntati su di me
e su Matt, in attesa di una spiegazione degli eventi della mattinata.
Eravamo tutti in camera mia, comodamente, si fa per dire, seduti.
Infatti le ragazze si erano impossessate del mio letto. Tk aveva
preferito sedersi ai piedi del letto, sul tappeto, Ken si era
impossessato della sedia della mia scrivania e io e Matt eravamo
costretti a stare in piedi. Avevo la stessa sensazione di essere ad
un processo. E tutti si aspettavano la spiegazione dei fatti. E,
naturalmente, io non avevo idea sul cosa dire. Per cui, tanto per
iniziare, incominciai a chiarire alcune cose
-Allora, per
prima cosa voglio dirvi che ne io, ne tanto meno Matt, siamo qui per
subire un processo. Non voglio nessuna domanda personale, chiaro?-
Li vidi tutti
annuire. Mi sentivo come una maestra che deve spiegare le regole a
dei bambini. Era tutto molto imbarazzante.
-Bene. Ora
devo dirvi che tutto quello che sentirete riguarda il quadro-
-Il quadro?-
-Si Tk, il
ritratto. Tutta la storia che sentirete riguarda la ricerca che
abbiamo fatto sul mistero di quel quadro-
-Un attimo-
intervenne Ken –voi avete cercato informazioni sul quadro?-
Io e Matt ci
limitammo ad annuire.
-E come mai
non avete detto niente a nessuno?-
Kary sembrava
quasi offesa.
-E me lo
chiedi anche Kary? So quello che tuo fratello e Sora vanno dicendo in
giro su di me-
-Tu, lo sai?-
-Si-
-E come....-
-Li ho sentiti
con le mie orecchie-
-Mimi, mi
dispiace talmente tanto. Io non...-
-Kary, non ti
preoccupare. So che tu non hai nessuna colpa in tutto questo. Come so
che voi non c'entrate niente. Per questo motivo vi ho riuniti qui
oggi. So che di voi mi posso fidare, e posso dirvi tutto. Proprio
come è successo con Matt. Ma vi devo raccontare cose a cui so
benissimo non vi sarà facile credere. Ma vi prego di farmi
parlare fino alla fine. Non voglio essere interrotta. Vi sta bene?-
Si limitarono,
ancora, a muovere la testa in senso affermativo.
-Bene. Allora
conviene cominciare-
E inizia a
raccontare tutto quello che era successo. Del sogno che mi tormentava
la notte, di come Matt avesse voluto aiutarmi, della nostra seconda
visita al museo, dell'inaspettato incontro con Gennai (cosa che
provocò un certo sconcerto e stupore tra i ragazzi), a quello
che era successo al centro commerciale con Tai, Sora e Izzi e del mio
incontro con Matt, del nostro appuntamento al belvedere, delle
notizie che mi aveva dato, al mio bagno notturno nel laghetto
(naturalmente non spiegai il motivo vero per cui ero caduta) e della
visione avuta a casa di Matt (e non dissi niente neanche del bacio)
fino ad arrivare alla sfuriata dei miei. Tk, Kary, Joley e Ken
avevano ascoltato con molta attenzione il mio racconto. Non mi
avevano interrotto mai, e ora, finito tutto quello che dovevo dire,
li osservai con attenzione. La prima a riprendersi fu Joley, e da lei
non mi potevo aspettare reazione diversa.
-Mimi, tutto
quello che mi hai detto e incredibile! Io ti credo. Che bello, una
vita passata, ho sempre sognato un momento come questo-
-Anche se la
cosa ha dell'incredibile –intervenne Tk- se uno come mio
fratello ci crede, e fidati, lui non si fida mai di nessuno, e non
negarlo, allora anche io mi fido-
-Ammetto di
avere dato retta alle parole di mio fratello all'inizio Mimi. Me ne
pento, ma, visto che tu sei stata sincera con me, lo voglio essere
anche io. Ma ora, dopo avere sentito tutto quanto, io sono con te. Tu
sei la guardiana della purezza e della sincerità, e non posso
credere che tu possa mentire su una cosa del genere. Tutto quello che
posso fare, io lo faro-
-Grazie Kary,
sei una amica-
E ci
abbracciammo.
-E io chi
sono, scusate? Sono stata la prima a dire che ti credevo!-
-Vieni qui
Joley-
E diedi un
abbraccio anche a lei. Ora mancava solo lui, Ken.
-E tu Ken,
cosa ne pensi?-
-Io... io non
so cosa dire Mimi. Lo ammetto, trovo un po’ difficile credere a
quello che hai detto. Ma, se gli altri sono con te, non vedo il
motivo per cui io debba tirarmi indietro. Se avrai bisogno, io ti
posso aiutare. Ma, io devo potere vedere per credere, questo voglio
che tu lo sappia-
-Mi sta bene
Ken. Lo trovo un atteggiamento molto saggio-
E per fargli
capire quanto gli fossi grata, mi avvicinai a lui e gli diedi un
bacio su una guancia. La sua reazione fu fantastica. Divenne rosso
come un pomodoro. Tk, divertito dalla scena, scoppiò a ridere.
E allora, per dargli una piccola lezione di umiltà, mi chinai
e gli diedi un bacio, anche a lui sulla guancia. La sua reazione fu
formidabile. Divenne di tutti i colori e prese a balbettare non so
bene cosa. Ma la reazione che più mi colpi fu quella di Matt.
Fu Kary a rivelarmi bene quello che accadde subito dopo il bacio che
diedi a Ken. Divenne furente. Per usare la esatta espressione di Kary
“gli uscirono lampi dagli occhi”, naturalmente nella mia
direzione. E poi, il meglio avvenne quando diedi il bacio a Tk.
Divenne rosso dalla rabbia e strinse i pugni fino a far sbiancare le
nocche. In questo stato me lo ritrovai quando mi voltai verso di lui,
sorridente per la lezione che avevo inflitto a suo fratello. Mi fissò
per alcuni secondi, e poi, senza dire niente, mi diede le spalle e
uscì dalla stanza.
-Se io fossi
in te Mimi, non rifarei mai quello che hai appena fatto. Credo che
Matt sia molto geloso-
-Credo anche
io Joley. Scusate ragazzi, vado a cercare di fermarlo. Non vi
dispiace se vi lascio qui, vero? Non andatevene, ho ancora una cosa
da dirvi-
E, senza
nemmeno aspettare la loro risposta, me ne andai.
Trovai Matt in
cucina. Voltava le spalle alla porta, ed era agitato. Stava
stritolando il bordo della tavola. Mi avvicinai a lui.
-Era una cosa
puramente innocente-
-Lo so-
-E allora come
mai hai avuto questa reazione?-
-Non lo so-
-Non dire
bugie a me, Matt. Non le sopporto-
-Cosa vuoi che
ti dica, allora?-
Si era voltato
verso di me, e lo vidi molto arrabbiato. Ma non con me. Credo che ce
la avesse con se stesso.
-Mimi, so
perfettamente che non ho nessun diritto di farti una scenata del
genere ma...io non posso sopportarlo-
-Cosa? Cosa
non puoi sopportare!-
-Che tu... che
tu...-
-Che io cosa?-
Non mi rispose
subito. Non riuscivo a capire cosa provasse in quel momento. Mi venne
vicino, mi mise una mano sulla guancia e mi disse
-Non sopporto
che tu dia baci ad altri che non sia io!-
Era
terribilmente adorabile. Mi si sciolse il cuore in quel momento.
-Matt, Tk e
Ken sono come dei fratellini per me. Non potrei mai vederli sotto una
luce diversa-
-Sicura?-
-Ammetto che
non siano brutti ragazzi. Tk poi, ha degli occhi molto simili ai
tuoi, ma....ma loro hanno tutti un difetto-
-E quale
sarebbe?-
-Che sono
piccoli. Hanno tre anni meno di me Matt. Sono dei bambini-
-Quindi mi
vuoi dire che il solo ragazzo di cui dovrei preoccuparmi potrebbe
essere Tai?-
Non potei non
sorridere. Matt aveva lasciato scivolare la sua mano dalla mia
guancia, e ora eravamo separati. Mi avvicinai a lui e, guardandolo
dritto negli occhi, non potei trattenermi
-Matt, sei uno
stupido, lo sai?-
E feci per
andarmene. Ma due mani mi presero per la vita e mi costrinsero a
voltarmi. Ora ero stretta tra le sue braccia.
-Sai, credo
che morirei di gelosia se tu mi lasciassi per Tai-
-Allora puoi
stare tranquillo, mio cavaliere-
-Ne sei
sicura?-
-Al cento per
cento-
-E come mai?-
-Se lasciassi
te, o mio cavaliere, per Tai, guadagnerei un buffone. Per questo
preferisco tenermi il cavaliere-
-Bene-
-Bene? Sai,
potrei lasciarti per un principe-
Non ne
potevamo fare a meno. Dovevamo per forza stuzzicarci.
-Chi ti dice,
allora, che io non sia un semplice cavaliere? Potrei essere un
principe-
-Ah si??-
-Si, potrei
stupirti...-
-Potresti
restare tranquillo comunque, lo sai?-
-???-
Eravamo
abbracciati, i nostri volti a pochi millimetri. Avevo portato le mie
braccia dietro al suo collo, e, presa dal quel momento, glielo dissi
-Matt, puoi
stare certo che io non ti lascerò mai per Tai, o per nessun
principe-
-E tu puoi
stare certa che io non ti lascerò per nessun motivo-
-Potresti
pentirtene...-
-Vuol dire che
rischierò, milady!-
E per
suggellare il nostro piccolo patto, mi diede un bacio da manuale. Il
rumore di passi sulle scale, tuttavia, mi fece fermare.
-Cosa hai?-
-Credo che i
nostri amici abbiano appena visto tutto-
-Dici che
dovremmo tornare di sopra?-
-Credo che sia
meglio-
E insieme ci
avviammo su per le scale.
-A
proposito-dissi-non ho ancora finito di dirti tutto oggi-
-Cosa manca
ancora?-
-Il sogno di
stanotte-
-Hai sognato
ancora?-
-Si, e credo
che non ti piacerà per niente sapere cosa ho sognato-
Eravamo
ritornati in camera mia. Dai sorrisi divertiti, capii che loro
avevano visto tutto. Meglio, mi sarei dovuta evitare di dare
spiegazioni. Ma Tk, quel giorno, era destinato a fare una brutta
fine.
-Allora
fratellone, tutto bene?-
-Tk, se non
vuoi volare di sotto dalla finestra, ti consiglio di chiudere la
bocca-
Ma Tk voleva
VERAMENTE finire fuori dalla finestra!
-Vedrai quando
lo racconterò alla mamma e al babbo... mi immagino la scena
quando gli dirò che hai portato in casa Mimi di notte e...-
Non ebbe tempo
di finire la frase. Come due bambini piccoli, Matt aveva attaccato
suo fratello, e ora stavano lottando sul pavimento della mia camera.
Per fortuna Ken intervenne rapido e riusci a fermarli.
-Bene ora che
avete sfogato i vostri istinti di bambini, posso continuare?-
Visto che
nessuno aveva nulla da ridire, ripresi
-Mi fa molto
piacere. Quello che devo dirvi vi riguarda Tk e Matt. E non credo vi
farà molto piacere-
E dissi tutto
quello che avevo visto. Del dialogo che avevo avuto nel giardino,
dello scontro con il mio salvatore, e del rapporto tra i due
fratelli. Quando ebbi finito, il primo a parlare fu Ken
-Fammi capire
bene. Tu sostieni che Matt sia quello che ti ha salvato, giusto?-
-Non ho dubbio
su questo!-
Matt si limitò
ad annuire.
-Ma, da quello
che hai visto, tu e lui non avete un bel rapporto, vero?-
-Diciamo pure
che ci odiamo-
-Ok. Quindi
voi, nel passato vi odiavate. E ora, nel presente, evidentemente, non
vi odiate più-
Ken era sempre
stato il più fine dei ragazzi.
-Diciamo di
si-
-Qualche cosa
non mi torna, comunque-
-Cosa vuoi
dire?-
-Che non ha
senso. Voi non vi potete odiare, se no vi dovreste odiare anche
adesso!-
-Ken, non dire
sciocchezze. Anche se nel passato si odiavano, come sostiene Mimi,
questo non vuol dire che adesso debbano odiarsi, no?-
-Si Kary, lo
so. Ma, di solito, in questi casi, i rapporti che si avevano nel
passato dovrebbero essere gli stessi del presente. Sono sempre le
anime che si reincarnano, e i sentimenti non possono mutare così
tanto-
Tutti ci
mettemmo a riflettere su quello che aveva detto Ken. E Tk fu il primo
a riprendere la parola
-Ken ha
ragione!-
-E quindi come
volete interpretare tutto questo?-
Altro
silenzio. Io ero troppo sconvolta anche solo per pensare ad una
soluzione. Io non potevo odiare Matt. E se il nostro odio passato nel
presente si presentasse come fonte di disturbo? Se eravamo destinati
a doverci lasciare? Non ci volevo neanche pensare, e senza che ne
potessi fare a meno, delle lacrime incominciarono a scendermi dagli
occhi. Matt si precipitò al mio fianco e con voce perentoria
disse
-Io non so
cosa sia successo nel 1700. Sta di fatto che io non odio Mimi. Quindi
questo vuol dire una cosa sola. Che abbiamo un ulteriore mistero da
scoprire sul nostro passato. Io sono sicuro che quello che Mimi abbia
visto sia solo una piccola parte di tutta la storia-
-E allora cosa
proponi di fare?-
-Una unica
soluzione. Dobbiamo andare a Croftwell e scoprire cosa accadde-
-E come
possiamo fare per andarci? Di certo non ci lasceranno partire da
soli-
E li, per una
volta, mia madre, si, avete capito proprio bene, mia madre, risolse
tutto quanto.
-Voi volete
andare in Inghilterra?-
Sussultammo
tutti quando sentimmo la voce di mia madre. In un attimo Matt e io ci
staccammo, finendo ai due lati opposti della stanza.
-Su ragazzi,
non reagite in questo modo- e, rivoltasi verso Matt – suvvia
ragazzo, rimani pure vicino a Mimi. Sono assolutamente soddisfatta
che voi due stiate insieme o vi frequentate. Non potevo sperare in un
ragazzo migliore per mia figlia. Su, valle subito vicino! Comunque,
tornando a noi, volevo dirti il motivo per cui sono venuta qui ora,
tesoro, e visto che ci siete tutti, ne approfitto. Non ho potuto fare
a meno di sentire quello che avete detto, che volete andare a Croft
qualche cosa. Credo proprio che questa sia una coincidenza del
destino ragazzi. Io e tua madre Matt, quando ieri ci siamo viste,
abbiamo parlato di una possibile vacanza insieme, con le nostre
rispettive famiglie. Sono anni che ne parliamo e ora ci sembrava il
momento migliore per poterla fare. E volete sapere che possibili mete
avevamo pensato?-
-Mamma, non mi
dirai mica che volete andare.....-
-Esatto
tesoro, esatto. Naturalmente, prima di decidere ne avremmo voluto
parlare con voi, ma credo che questo, ora, sia superfluo. Io,
personalmente, avrei preferito andare a Parigi, con tutti quei bei
negozi.... ma, visto che voi volete andare a Croft qualche cosa, che
presumo si trovi in Inghilterra, giusto? Anche se ci dovrete spiegare
il motivo per cui volete andare proprio in quel posto specifico,
credo proprio che andremo in Inghilterra questa estate!!!-
-Mamma, forse
non te lo dico spesso ma... sei una mamma straordinaria, lo sai?-
-Lo so che
sono straordinaria! Non è vero ragazzi??-
Scoppiammo
tutti a ridere. Corsi immediatamente ad abbracciarla. Non potei fare
a meno di sentire, tuttavia, la battuta di Tk rivolta a suo fratello
-Non dirmi
fratellone, che sei geloso anche di sua madre, vero?-
Come unica
risposta, Tk ricevette uno schiaffo sulla testa, e noi, compresa mia
madre, scoppiammo a ridere, di nuovo.
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Salve a
tutti!!! Eccovi arrivati alla fine di questo capitolo!! Spero vi sia
piaciuto. Devo ammettere che mi sono molto divertita a scriverlo,
spero sia così anche per voi^^
Dal prossimo
capitolo entreremo ancora meglio dentro il mistero del quadro, ma non
so ancora quando potrò aggiornare..
Un bacione a
tutti, dalla vostra fedele Juls 18
Voglio anche
ringraziare chandelora per la recensione. Grazie e spero che questo
capitolo ti sia piaciuto più dell'altro. Comunque voglio dirti
che il bello deve ancora venire, e sono scura che presto tutto sarà
chiaro, o almeno, lo spero. Alla prossima, ciao
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