Anime & Manga > Digimon > Digimon Adventure
Segui la storia  |       
Autore: Juls18    10/10/2009    4 recensioni
certe storie sono fatte per essere tramandate, altre per essere mitizzate, altre per servire da insegnamento, altre semplicemente dimenticate... altre storie invece, vengono fatte dimenticare ma non sempre è possibile cancellarle per l'eternità. basta un piccolo indizio, un filo sfuggito al buio dell'oblio per farne rivivere il ricordo e per riportarla alla luce. è questo che capita ad un gruppo di amici. attraverso sogni che non sono solo sogni, ricerche e indizi che a volte non sembrano portare a niente, questo gruppo scoprirà che certe storie ci appartengono più di altre e che a volte i sentimenti e le emozioni sono fatti per superare i secoli e per rivivere, in un ciclo continuo di amore, amicizia, rivalità, invidia e inganno. cosa sarà più forte? l'amore o l'invidia?
Nuova versione della storia. si chiama "I ricordi del tempo"
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mimi Tachikawa, Yamato Ishida/Matt
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Amici veri e Madri particolari



-Adesso? Non ci resta che una cosa da fare. E tu sai bene quale sia-

Ci pensai un minuto, ma capii al volo quello che voleva dirmi.

-Si, ho capito. Dobbiamo andare in Inghilterra-

-Si, ma non sarà una cosa facile. E ora, per prima cosa, conviene che io ti riporti a casa-

-Credo che tu abbia perfettamente ragione-





Credo che tutti sappiano cosa significa una esplosione nucleare. Distruzione, morte, pericolo, insomma una catastrofe. Ebbene avrei preferito subire tutto quello piuttosto che ascoltare le urla di mia madre.

-Sei una disgraziata! Hai idea di quello che mi hai fatto passare? Mi sono svegliata nel cuore della notte per colpa di un rumore. Quello della porta di ingresso. E sai cosa ho pensato? Che qualcuno fosse entrato in casa, e sai cosa ho fatto per prima cosa? Lo vuoi sapere??? Sono andata in camera tua e tu non c'eri!!!! Ho provato a chiamarti, ma tu non rispondevi. Il motivo? Avevi lasciato il cellulare a casa. E mi sono venuti in mente tutte le cose peggiori che potevano esserti capitate. E poi cosa succede? Che dopo che io e tuo padre abbiamo passato delle ore terribili, in panico e nel puro terrore ti ripresenti a casa, alle 3 di notte, accompagnata da un ragazzo e hai il coraggio di dirmi mamma stai calma? Ora voglio una spiegazione, e subito-

Ok, mia madre era MOLTO arrabbiata. Passeggiava avanti e indietro per il salotto. Mio padre era seduto sulla poltrona e guardava in cagnesco prima me, e poi con puro odio guardava Matt. Si, lui era con me. Non solo mi aveva riaccompagnato a casa, ma si stava sorbendo la ramanzina di mia madre. E, per finire, mi teneva per mano. E questo mio padre lo aveva notato.

-Mamma, per favore, calmati. Siediti e calmati-

-Calmarmi, calmarmi??? Ma la senti tesoro, mi dice di calmarmi!-

Mio padre rispose producendo un suono incomprensibile. Cosa voleva dire questo? Era furioso! Bene, erano le 3 di notte, ero stanchissima, e ora dovevo sorbire la ramanzina di mia madre e sopportare poi la furia di mio padre. Niente poteva essere peggio di questo. Sapevo già cosa mi stava per succedere. Punizione di due settimane, chiusa in casa, senza telefono. Ero pronta a sopportarlo. Se con la mia boccaccia non avessi rovinato tutto.

-Mamma, hai ragione ad essere furiosa, ti capisco, sul serio. E avrai la tua spiegazione- e inizia a raccontare tutto quello che era successo. Infondo cosa avevo fatto di male quella sera? Ero semplicemente uscita di notte senza chiedere il permesso per andare ad un appuntamento, con un ragazzo. Poi avevo avuto la brillante idea di farmi un bagno in un laghetto, sempre di notte e poi, con indosso solo una felpa, prestata dal ragazzo con cui ero uscita, sono andata a casa del mio amico, per potermi asciugare. Primo errore. La furia di mio padre stava per esplodere!

-E visto che sei andata a casa sua, di lui, di...-

-Matt papà-

-Di Matt-e gli lancio l'ennesima occhiataccia- come hanno reagito i suoi genitori?-

E qui feci il mio secondo errore. Matt tentò di fermarmi, stringendomi la mano fino quasi a provocarmi le lacrime.

-No, vedi papà, non c'era nessuno a casa di Matt. Suo padre lavorava fino a tardi e.....-

Un fiume in piena. Mio padre divenne un fiume in piena. Scattò su dalla poltrona, urlandomi contro parole che non posso neanche ripetere, non tutte almeno.

-Tu vuoi farmi credere che, coperta solo da una felpa sei andata a casa di un ragazzo, di notte, e in casa sua non c'era nessuno? Tu e lui, da soli, in un appartamento nel cuore della notte???? Da soli?????? Screanzata, svergognata. E tu- rivolto a Matt- cosa hai fatto alla mia bambina?-

-Niente-

-E tu credi che io creda a te?-

-Mi creda. Non ho toccato sua figlia. Non e successo niente-

-Credi, sul serio giovanotto, che io ti creda?-

-Se avessi avuto qualche pensiero poco casto verso sua figlia, signore, e se stanotte avessi raggiunto il mio obiettivo, come sostiene lei, non mi sarei preoccupato di riportarla a casa. Secondo lei per quale motivo ho chiesto a Mimi di vederci al parco? A casa mia non c'era nessuno e non avrei mai portato li Mimi. Siamo dovuti andare la solo perché non volevo che si prendesse una polmonite, visto che era bagnata fradicia. Io non sono uno di quei ragazzi. Conosco Mimi da una vita, non potrei mai ferirla in quel modo, o fare qualche cosa che lei non vorrebbe-

Credo che nessuno mai fosse riuscito a zittire mio padre in quel modo. Ma Matt era il mio cavaliere, e non potevo aspettarmi niente di meglio da lui.

-E ora se mi vuole scusare, signore, dovrei tornarmene a casa. Si sta facendo tardi. Buonanotte signor Tachikawa, buonanotte signora Tachikawa-

-Ti accompagno Matt-

E ci avviammo verso la porta.

-Matt sono mortificata. Non volevo ti sorbissi la ramanzina dei miei, scusa. E anche per le accuse di mio padre, scusa-

-Mimi, non ti preoccupare. Infondo lo capisco, sai?-

-Cosa?-

-Anche io, se avessi una figlia bella come te mi preoccuperei molto di chi frequenta-

Mi limitai ad abbassare la testa e a sorridere.

-Buonanotte Mimi-

-Buonanotte Matt-

E poi, contro ogni aspettativa, con i miei genitori furiosi a qualche metro di distanza, avvenne di nuovo. E fu il paradiso. E fu anche meglio della prima volta: un bacio veloce, rapido, ma che nascondeva una promessa. Qualsiasi cosa sarebbe successa, noi non ci saremmo allontanati.



Quando ritornai in salotto, ero visibilmente felice.

-E ora che hai?-

-Niente mamma. Ho solo capito che, ha dispetto di tutto, ho passato una bellissima serata-

E detto questo, me ne andai di sopra a dormire.

-Mimi, non crederai di potertene andare via.... MIMI!!!!-

Non avevo voglia di ascoltare ancora i miei genitori, avrei accettato qualsiasi punizione. Ma per il momento mi volevo godere quei piacevoli ricordi di quei due baci. E con il sorriso sulle labbra, mi sistemai sul letto, in attesa del sonno.



(Mi guardai attorno. Ero in uno splendido giardino, seduta su una panchina di pietra. Davanti a me, si apriva uno spettacolo incredibile: un meraviglioso parco, contornato da viali alberati, aiuole in fiore, fontane e statue. La mia attenzione fu catturata, tuttavia, da un lato del giardino. Non lo si notava subito, ma avevo visto bene. Mi alzai dalla panchina e mi avviai verso quel luogo. Era un piccolo angolo, ma delizioso. Era una sezione diversa da tutto il resto del giardino. Era un luogo appartato, privato. Un viale di tigli conduceva ad un piccolo gazebo di legno. La sua forma ricordava molto quella di un piccolo tempio antico circolare. Era sopraelevato, alcuni gradini conducevano al suo interno. Tutto attorno un colonnato sorreggeva il tetto. Era abbastanza grande come costruzione. Doveva essere stato usato, una volta, come piccolo luogo da ballo. Come dimensione, poteva benissimo accogliere quattro coppie di ballerini. Ma non era il fatto che fosse stato usato come luogo di festa ad avermi attratto in quel luogo. Infatti, il gazebo era totalmente ricoperto di rose. Era un luogo incantevole, e il profumo che le rose emanavano era incredibile.

-Era il luogo preferito di mia madre. Lo fece costruire lei. Adorava quelle rose-

Mi voltai. Un uomo stava di fronte a me, ma non lo vedevo in volto.

-Mi dispiace-

-E di che cosa, milady? Non avete fatto nulla di male-

-Non sapevo che questo fosse un luogo che suscitasse in voi ricordi personali. Me ne vado subito-

-No, potete restare. Per troppo tempo nessuno ha frequentato questo posto. Potete venire qui, ogni volta che vorrete-

-Ne siete sicuro?-

-Assolutamente milady-

Sorrisi. Mi sentivo lusingata di potere avere quel privilegio.

-Io la devo ringraziare-

-E per che cosa, milady?-

-Per tutto. Se non ci foste stato lei...-

-Milady, non sono io quello che deve ricevere i suoi ringraziamenti-

-Come?-

-Non sono stato io a fare quello che voi credete-

-Ma, mi hanno detto...-

-Sono stato io, milady!-

Una voce dietro di me

Mi voltai, e lo vidi.

-Voi?-

Era un uomo affascinante, bello. Biondo, occhi azzurri. Lo si sarebbe potuto definire un principe, se lui il suo atteggiamento non rovinasse tutto. Infatti, sfoggiava un sorriso ironico, e lo vedevo chiaramente. Era pronto a prendersi gioco di me.

-Si, MILADY, sono stato io a salvarvi. Ne siete sorpresa?-

-Molto-

-E come mai, se posso chiederlo?-

-Vi conosco, messere. Voi siete quel maleducato che alla stazione di cambio ha rubato un mio cavallo!-

-Rubato, che parolone. Era una emergenza, madama. E poi, visto che con lo stesso cavallo vi ho salvata, non merito un ringraziamento?-

-Piuttosto lo definirei un debito saldato-

-Come?-

-Voi avete rubato il mio cavallo, e poi mi avete salvato. Siamo pari-

Si mise a ridere.

-Se lo preferite. Tanto, non me ne sarei fatto nulla delle vostre scuse-

-Fratello, ora siete maleducato-

Mi ero totalmente dimenticata dell'altro uomo presente. Si era avvicinato e ora si era posto tra me e suo fratello.

-Tu stanne fuori. Questa storia riguarda me e milady. E ora, se volete scusarmi, me ne vado. Ho dei compiti da svolgere,io. Milady, la vostra carrozza e sempre pronta per portarvi al vostro palazzo. Ossequi-

E se ne andò.

-Maleducato-

Ero livida di rabbia. Come osava, lui, offendermi in quel modo?

-Perdonate mio fratello, milady-

-Non so se potrò farlo. Sono stata offesa in un modo che neanche immaginate-

-Purtroppo il carattere di mio fratello non risulta sempre gradevole. Ma credo che tutto dipenda dal fatto che voi foste qui. Lui ha molti più ricordi di me di questo posto-

-Questo non lo sapevo. Tuttavia, non posso fare a meno di sentirmi oltraggiata-

Mi rivolse un caro sorriso. Era molto simile al fratello. Anche lui occhi azzurri e capelli biondi, ma aveva una gentilezza molto diversa dal fratello.

-Perdonatemi, sir. Ma mi sono accorta di una cosa...-

-Che cosa, milady?-

-Che non conosco nemmeno il vostro nome-

-Avete ragione. Io conosco il vostro e voi non il mio. Perdonatemi. Rimediero subito. Io sono...-)





Mi svegliai a causa di un suono improvviso. Un suono lungo, penetrante, tremendo e petulante.

-Maledetta sveglia!-

La spensi e mi ributtai sul letto. Le sette del mattino. Avevo dormito solo poche ore, ero stanca morta. E la mattina non poteva andare peggio di così. Ero già pronta e riaddormentarmi, quando la porta della mia camera fu aperta da mia madre.

-Sei sveglia, eh?-

-Buongiorno anche a te mamma-

-Non avere quel tono con me, signorina-

-Che tono mamma?-

-Questo. Come se niente fosse successo. Mimi, ero talmente spaventata....-

E qualche lacrima le scese sul volto.

-Mamma, mi dispiace. Io non volevo farti preoccupare-

-Mimi, io non sono arrabbiata per quello che hai fatto. Un pochino si. Ma ho avuto paura, paura che ti fosse successo qualche cosa di grave. Io ero cosi preoccupata...-

-Mi dispiace mamma-

-Ma almeno eri in buona compagnia...-

-Mamma, cosa vuoi dire?-

Mia madre aveva dipinto sul volto un sorriso strano. E avevo paura.

-O lo sai cosa voglio dire. Sei uscita per vedere Matt, giusto?-

-Mamma, non ti mettere in testa cose che non esistono-

-Oh Mimi, per chi mi hai presa? Sono nata prima di te, e certe cose le capisco bene. Cosa capita tra te e Matt? Siete fidanzati? State insieme, dillo alla mamma!-

-Mamma, io e Matt siamo...-

Cosa eravamo? Fidanzati? No, non eravamo fidanzati. Stavamo insieme? No.

-Allora, cosa siete???-

-Non lo so mamma. Amici, direi-

-Ho capito, ne dovete ancora parlare, vero?-

-Mamma, non lo so!-

-Va bene, non ne vuoi parlare. Adesso alzati, devi andare a scuola e non voglio che tu arrivi tardi. Mancano solo due giorni alla fine, devi arrivare puntuale-

Bene, non solo avevo dormito poco, ma ora dovevo anche subire una noiosa giornata di scuola, con due meravigliose ore di matematica.

Mi preparai come sempre, indossando la divisa. In venti minuti ero pronta, pronta e fuori di casa, diretta a scuola. Non la potevo di certo definire una giornata iniziata bene. Avevo dormito poco, 4 ore, e poi la conversazione con mia madre non mi aveva di certo sollevato. Non avevo ancora pensato a quel dettaglio. Cosa eravamo io e Matt ora? Amici? Gli amici non si baciano. Ma non stavamo neanche insieme! Che confusione che avevo nella testa. Ora non solo avevo il problema del quadro, non solo dovevo fare i conti con la mia vita precedente, ora si dovevano anche aggiungere i problemi sentimentali. E ora vedevo anche Matt da tutte le parti. No, un attimo, quello era il vero Matt. Era appoggiato ad un muretto, ed evidentemente stava aspettando qualcuno.

-Ciao-

-Buongiorno. Che ci fai qui?-

-Secondo te? Ti stavo aspettando-

-E come fai a sapere che passo da qui per andare a scuola?-

-Chiamalo intuito. Ci avviamo?-

-Certo. Ma cosa penseranno gli altri quando ci vedranno arrivare insieme?-

-Cosa dovrebbero pensare, scusa? Non sarebbe la prima volta che veniamo insieme a scuola-

-Si, ma non siamo mai arrivati da soli insieme a scuola-

-E allora? Che problema ti crea? Se vuoi, me ne vado e puoi arrivare da sola, se preferisci-

-No, non intendevo questo. Non ho nessun problema a venire con te. Ma quando gli altri ci chiederanno come mai siamo venuti insieme, cosa gli dirai?-

Si era fermato e ora mi stava fissando.

-Solo quello che e successo. Che ci siamo incontrati per strada e che siamo venuti insieme. Infondo, questo e successo, no?-

Gli sorrisi. Era stato furbo. Non avevamo deciso di venire insieme a scuola, ci eravamo incontrati “per puro caso” e quindi non avevo nulla da temere.

-Sei un genio, lo sai?-

-Si, lo so-

-Anche modesto, eh?-

-Non so cosa intendi dire. Ma ora muoviti, se no arriviamo in ritardo. Forza lumacona!-

-Lumacona! Tu sei un gran maleducato, lo sai?-

Si mise a ridere, e prendendomi la mano, si chinò verso di me e mi disse, ad un centimetro dalle mie labbra

-Vi chiedo perdono, milady, non volevo offenderla e non volevo neanche darmi arie. Posso chiedere il suo perdono?-

-Credo di poterglielo concedere. Ma deve dimostrarmi di poterselo meritare-

Ma cosa stavo facendo? Stavo flirtando con Matt, io, Mimi Tachikawa. E la cosa mi piaceva, mi piaceva molto.

-Vedo che devo dimostrati di essere degno di meritare il tuo perdono. Credo di poterlo fare-

e mi diede un bacio.

-Allora, sono perdonato?-

-Direi di si-

E mi venne da ridere. Era una situazione talmente strana. E non ero la sola a pensarlo.

-Mimi, Matt.... siete voi?-

Avete presente quando, da bambini, la mamma vi sorprende a mangiare i biscotti due minuti prima della cena? Ecco, quella stessa sensazione si impossessò di me quando sentii quella voce. Mi staccai da Matt facendo un salto indietro. Poi mi voltai, giusto in tempo per vedere le facce sconvolte di Tk, Kary, Joley e Ken che ci fissavano, allibiti. O, per meglio dire, solo Tk e Ken erano sconvolti. Kary e Joley avevano uno strano sguardo, e quando sentii le urla di gioia delle mie due amiche, capii quello che passava loro in testa.

-LO SAPEVO, LO SAPEVO!!!!! KEN COSA TI AVEVO DETTO???? LO SAPEVO, LO SAPEVO!!!!!-

-Joley, calmati, ti osservano tutti-

-NON MI INTERESSA!!!! SONO COSI FELICE PER TE MIMI!!!! LO SAPEVO, LO SAPEVO!!!-

Joley era al settimo cielo. Erano anni che sperava che io e Matt ci mettessimo insieme, e ora, avevamo realizzato il suo sogno. Anche Kary sembrava contenta.

-Allora voi due.....-

Ma Matt intervenne subito bloccando qualsiasi altro intervento di Joley.

-Primo, non sono affari vostri cosa io e Mimi siamo. Secondo, non voglio che voi diciate con anima viva quello che avete visto e terzo, non sono affari vostri-

-Due punti sono uguali-

-Lo so perfettamente Joley. Volevo che il messaggio fosse chiaro. Chiaro?-

-Chiarissimo Matt-

-Bene. Ora che ne dite di andare a scuola? Siamo in ritardo-

E si avvio. Era incredibile. Fino ad un minuto prima era stato dolce ed affettuoso con me e poi era diventato freddo ed implacabile. Era sorprendente. E mi piaceva sempre di più. Ma Matt aveva saltato un punto importante da chiarire. E a Joley e Kary quel dettaglio non sfuggi.

-Allora- inizio Kary –da quando tu e Matt...-

-Io e Matt cosa?-

-Dai Mimi hai capito quello che Kary vuole sapere. Tu e Matt...-

-No. non stiamo insieme. E poi, non so bene cosa abbiate visto, ma questo non vuol necessariamente dire che.....-

-Mimi, vi siete baciati!!!-

Ok, avevano visto tutto. Bene, dovevo darlo come dato di fatto. Loro lo sapevano.

-E va bene, avete visto un bacio. Ma questo non vuol dire che....-

-Mimi, io conosco molto bene mio fratello-

Quasi mi venne un colpo quando sentii la voce di Tk. Mi ero totalmente dimenticato di lui. anche di Ken a dire la verità.

-Cosa vuoi dire Tk?-

Aveva catturato la mia attenzione. Con quella frase, non so il motivo, e non posso spiegarlo, ma una terribile sensazione si era impossessata di me. Fissavo Tk eppure vedevo la sua immagine sovrapporsi a quella di un altro. Non capivo cosa mi stesse succedendo.

-Mimi, io conosco mio fratello, e una cosa devo dirtela. Mio fratello ha un carattere particolare. Non si lascia mia andare a sdolcinerie varie, e di certo non si mette a baciare una ragazza in pieno giorno vicino a scuola-

-E con questo cosa vuoi dire?-

-Che per lui tu sei speciale Mimi. Credo voglia dire questo-

Tk mi stava guardando in un modo strano. Io avevo visto ancora quello sguardo, quel dialogo mi ricordava qualche cosa. Poi, il lampo di genio.

-Il sogno....-

Mi girai giusto in tempo per vedere Matt, o meglio, la sua figura, che ci stava venendo incontro. Doveva avere visto che non lo avevamo seguito e stava tornando indietro per prenderci. E in quel momento, rividi il mio sogno. Rividi le persone con cui avevo parlato, rividi i loro volti in modo perfetto. Improvvisamente mi venne un male allucinante alla testa, tanto da prendermela tra le mani. Sentii le mie gambe cedere e caddi a terra.

-MIMI!!!!-

Matt mi corse incontro, e mi prese tra le sue braccia.

-Mimi, stai bene, che cosa hai?-

Vidi i volti preoccupati dei miei amici che mi fissavano.

-Sto bene, non vi preoccupate-

Matt mi aiutò a rimettermi in piedi.

-Mimi...-

Era preoccupato, lo sentivo dal tono della voce.

-Sto bene Matt, sul serio-

-Mimi, due volte in meno di dieci ore non va bene. Sei svenuta stanotte, e ora...-

-Ora non sono svenuta. Ho solo avuto un piccolo mal di testa!-

-Che nel giro di trenta secondo non hai più, vero?-

Mi aveva zittito.

-Va bene, ammetto che è strano tutto questo. Ma posso darti una spiegazione plausibile per quello che mi è successo!-

-Ah si, sentiamo-

-Matt, quante ore ho dormito stanotte secondo te?-

-Ora non mi vorrai dare la colpa del fatto che hai dormito poco, vero?-

-NO, non ho detto questo. Ho solo detto che, mi hai riportata a casa alle 2, tra la ramanzina dei miei e tutto il resto, sono andata a dormire alle 3. Ho dormito 4 ore, sono poche!-

-Come, come, come????-

Il terzo errore della giornata. Il primo lo avevo fatto rivelando di essere andata a casa di Matt, e il secondo che a casa di Matt non c’era suo padre, e ora avevo appena detto ai miei amici che io e Matt avevamo passato la notte insieme.

-Complimenti Mimi, sei un genio. Ora glielo spieghi tu, vero?-

-Si Mimi, io voglio una spiegazione!-

Maledissi Joley non so quante volte. Ma ora si era fatto molto tardi, e dovevamo assolutamente andare a scuola.

-Sentite, ora si sta facendo tardi. Ne riparliamo dopo la scuola, va bene?-

-Vuoi dire che devo stare tutto questo tempo senza sapere niente?-

-Si Joley. Alla fine della scuola ci incontriamo a casa mia, e vi diremo tutto!-

-Diremo? Io cosa c'entro?-

-Dobbiamo dirgli tutto quello che abbiamo scoperto Matt. Io mi fido di loro, devono sapere-

-Sapere cosa?-

-Lo saprete oggi pomeriggio-

E alla fine, tra le proteste di Joley che voleva sapere tutto subito, raggiungemmo la scuola e ci avviammo verso le nostre classi.



Appena entrai in classe, mi stupii nel vedere Sora seduta sul mio banco. Stava parlando con Izzi e appena mi videro si bloccarono di colpo. Mi avvicinai a loro, silenziosa. Improvvisamente mi venne in mente tutto quello che era successo al centro commerciale. Mi ricordai della litigata, e di tutto quanto. Non gli rivolsi nemmeno la parola. Mi sedetti al mio posto e gli ignorai tranquillamente. Ma loro, evidentemente, non avevano capito che non avevo nessuna intenzione di parlare con loro. Infatti, Sora ritenne suo dovere parlarmi.

-Mimi.... ascolta. Per quello che hai sentito, e per tutto quello che è successo... io ti chiedo scusa, noi ti chiediamo scusa. Non volevamo ferirti e...-

-Ma lo avete fatto Sora. E fa male sentire quelle cose, tu non ti immagini neanche. E ora, se hai un minimo di compassione per i miei sentimenti e per quello che la nostra amicizia ha rappresentato, almeno per me, ti chiedo di lasciarmi in pace. Ho dormito poco, stanotte, sono stanca. Mi sta venendo un mal di testa allucinante e non ho le forze per potere affrontare tutto questo adesso-

Forse ero stata troppo dura, ma almeno avevo messo le cose in chiaro. Non volevo litigare ancora. Ma Sora interpreto male il mio discorso.

-In questo modo stupido, allora, vuoi chiudere la nostra amicizia? Bene, ma non venire da me poi se avrai qualche problema-

-Sora, io non voglio chiudere la nostra amicizia!-

-No? Non si direbbe. Ti sei allontanata in queste due settimane Mimi, ti sei allontanata da me, da tutti. E sai per colpa di cosa? Per colpa della tua stupida ossessione per quel quadro-

-Ragazze, ora basta. Non trovo che sia questo il momento per discutere di queste cose-

-Zitto Izzi! Sora crede che il motivo per cui io mi sia allontanata da voi sia il quadro. Ebbene, devo dirti una cosa: se tu fossi stata una mia vera amica, non mi avresti sparlato alle spalle. Se tu fossi stata la mia vera migliore amica, in questo momento non saremmo qui a discutere. Se tu fossi mia amica, condivideresti con me le meravigliose cose che ho scoperto in questi giorni. E ora, se non ti dispiace, ho lezione di matematica, e tu ti trovi nella classe sbagliata. Buona giornata Sora-

e detto questo tirai fuori il quaderno e, con molta naturalezza, ignorai quella che per dieci anni era stata la mia migliore amica. E lei, nel silenzio generale della mia classe, che aveva assistito a tutta la scena, e sotto gli occhi sbalorditi di Izzi, che non credeva possibile il mio cambiamento di carattere, uscì dalla classe, offesa, umiliata forse, ma con un pensiero in testa fisso. Vendicarsi di me, e della offesa subita.





Lo scontro con Sora mi sembrava una passeggiata in confronto a quello che dovevo subire in quel momento. Quattro paia di occhi erano puntati su di me e su Matt, in attesa di una spiegazione degli eventi della mattinata. Eravamo tutti in camera mia, comodamente, si fa per dire, seduti. Infatti le ragazze si erano impossessate del mio letto. Tk aveva preferito sedersi ai piedi del letto, sul tappeto, Ken si era impossessato della sedia della mia scrivania e io e Matt eravamo costretti a stare in piedi. Avevo la stessa sensazione di essere ad un processo. E tutti si aspettavano la spiegazione dei fatti. E, naturalmente, io non avevo idea sul cosa dire. Per cui, tanto per iniziare, incominciai a chiarire alcune cose

-Allora, per prima cosa voglio dirvi che ne io, ne tanto meno Matt, siamo qui per subire un processo. Non voglio nessuna domanda personale, chiaro?-

Li vidi tutti annuire. Mi sentivo come una maestra che deve spiegare le regole a dei bambini. Era tutto molto imbarazzante.

-Bene. Ora devo dirvi che tutto quello che sentirete riguarda il quadro-

-Il quadro?-

-Si Tk, il ritratto. Tutta la storia che sentirete riguarda la ricerca che abbiamo fatto sul mistero di quel quadro-

-Un attimo- intervenne Ken –voi avete cercato informazioni sul quadro?-

Io e Matt ci limitammo ad annuire.

-E come mai non avete detto niente a nessuno?-

Kary sembrava quasi offesa.

-E me lo chiedi anche Kary? So quello che tuo fratello e Sora vanno dicendo in giro su di me-

-Tu, lo sai?-

-Si-

-E come....-

-Li ho sentiti con le mie orecchie-

-Mimi, mi dispiace talmente tanto. Io non...-

-Kary, non ti preoccupare. So che tu non hai nessuna colpa in tutto questo. Come so che voi non c'entrate niente. Per questo motivo vi ho riuniti qui oggi. So che di voi mi posso fidare, e posso dirvi tutto. Proprio come è successo con Matt. Ma vi devo raccontare cose a cui so benissimo non vi sarà facile credere. Ma vi prego di farmi parlare fino alla fine. Non voglio essere interrotta. Vi sta bene?-

Si limitarono, ancora, a muovere la testa in senso affermativo.

-Bene. Allora conviene cominciare-

E inizia a raccontare tutto quello che era successo. Del sogno che mi tormentava la notte, di come Matt avesse voluto aiutarmi, della nostra seconda visita al museo, dell'inaspettato incontro con Gennai (cosa che provocò un certo sconcerto e stupore tra i ragazzi), a quello che era successo al centro commerciale con Tai, Sora e Izzi e del mio incontro con Matt, del nostro appuntamento al belvedere, delle notizie che mi aveva dato, al mio bagno notturno nel laghetto (naturalmente non spiegai il motivo vero per cui ero caduta) e della visione avuta a casa di Matt (e non dissi niente neanche del bacio) fino ad arrivare alla sfuriata dei miei. Tk, Kary, Joley e Ken avevano ascoltato con molta attenzione il mio racconto. Non mi avevano interrotto mai, e ora, finito tutto quello che dovevo dire, li osservai con attenzione. La prima a riprendersi fu Joley, e da lei non mi potevo aspettare reazione diversa.

-Mimi, tutto quello che mi hai detto e incredibile! Io ti credo. Che bello, una vita passata, ho sempre sognato un momento come questo-

-Anche se la cosa ha dell'incredibile –intervenne Tk- se uno come mio fratello ci crede, e fidati, lui non si fida mai di nessuno, e non negarlo, allora anche io mi fido-

-Ammetto di avere dato retta alle parole di mio fratello all'inizio Mimi. Me ne pento, ma, visto che tu sei stata sincera con me, lo voglio essere anche io. Ma ora, dopo avere sentito tutto quanto, io sono con te. Tu sei la guardiana della purezza e della sincerità, e non posso credere che tu possa mentire su una cosa del genere. Tutto quello che posso fare, io lo faro-

-Grazie Kary, sei una amica-

E ci abbracciammo.

-E io chi sono, scusate? Sono stata la prima a dire che ti credevo!-

-Vieni qui Joley-

E diedi un abbraccio anche a lei. Ora mancava solo lui, Ken.

-E tu Ken, cosa ne pensi?-

-Io... io non so cosa dire Mimi. Lo ammetto, trovo un po’ difficile credere a quello che hai detto. Ma, se gli altri sono con te, non vedo il motivo per cui io debba tirarmi indietro. Se avrai bisogno, io ti posso aiutare. Ma, io devo potere vedere per credere, questo voglio che tu lo sappia-

-Mi sta bene Ken. Lo trovo un atteggiamento molto saggio-

E per fargli capire quanto gli fossi grata, mi avvicinai a lui e gli diedi un bacio su una guancia. La sua reazione fu fantastica. Divenne rosso come un pomodoro. Tk, divertito dalla scena, scoppiò a ridere. E allora, per dargli una piccola lezione di umiltà, mi chinai e gli diedi un bacio, anche a lui sulla guancia. La sua reazione fu formidabile. Divenne di tutti i colori e prese a balbettare non so bene cosa. Ma la reazione che più mi colpi fu quella di Matt. Fu Kary a rivelarmi bene quello che accadde subito dopo il bacio che diedi a Ken. Divenne furente. Per usare la esatta espressione di Kary “gli uscirono lampi dagli occhi”, naturalmente nella mia direzione. E poi, il meglio avvenne quando diedi il bacio a Tk. Divenne rosso dalla rabbia e strinse i pugni fino a far sbiancare le nocche. In questo stato me lo ritrovai quando mi voltai verso di lui, sorridente per la lezione che avevo inflitto a suo fratello. Mi fissò per alcuni secondi, e poi, senza dire niente, mi diede le spalle e uscì dalla stanza.

-Se io fossi in te Mimi, non rifarei mai quello che hai appena fatto. Credo che Matt sia molto geloso-

-Credo anche io Joley. Scusate ragazzi, vado a cercare di fermarlo. Non vi dispiace se vi lascio qui, vero? Non andatevene, ho ancora una cosa da dirvi-

E, senza nemmeno aspettare la loro risposta, me ne andai.

Trovai Matt in cucina. Voltava le spalle alla porta, ed era agitato. Stava stritolando il bordo della tavola. Mi avvicinai a lui.

-Era una cosa puramente innocente-

-Lo so-

-E allora come mai hai avuto questa reazione?-

-Non lo so-

-Non dire bugie a me, Matt. Non le sopporto-

-Cosa vuoi che ti dica, allora?-

Si era voltato verso di me, e lo vidi molto arrabbiato. Ma non con me. Credo che ce la avesse con se stesso.

-Mimi, so perfettamente che non ho nessun diritto di farti una scenata del genere ma...io non posso sopportarlo-

-Cosa? Cosa non puoi sopportare!-

-Che tu... che tu...-

-Che io cosa?-

Non mi rispose subito. Non riuscivo a capire cosa provasse in quel momento. Mi venne vicino, mi mise una mano sulla guancia e mi disse

-Non sopporto che tu dia baci ad altri che non sia io!-

Era terribilmente adorabile. Mi si sciolse il cuore in quel momento.

-Matt, Tk e Ken sono come dei fratellini per me. Non potrei mai vederli sotto una luce diversa-

-Sicura?-

-Ammetto che non siano brutti ragazzi. Tk poi, ha degli occhi molto simili ai tuoi, ma....ma loro hanno tutti un difetto-

-E quale sarebbe?-

-Che sono piccoli. Hanno tre anni meno di me Matt. Sono dei bambini-

-Quindi mi vuoi dire che il solo ragazzo di cui dovrei preoccuparmi potrebbe essere Tai?-

Non potei non sorridere. Matt aveva lasciato scivolare la sua mano dalla mia guancia, e ora eravamo separati. Mi avvicinai a lui e, guardandolo dritto negli occhi, non potei trattenermi

-Matt, sei uno stupido, lo sai?-

E feci per andarmene. Ma due mani mi presero per la vita e mi costrinsero a voltarmi. Ora ero stretta tra le sue braccia.

-Sai, credo che morirei di gelosia se tu mi lasciassi per Tai-

-Allora puoi stare tranquillo, mio cavaliere-

-Ne sei sicura?-

-Al cento per cento-

-E come mai?-

-Se lasciassi te, o mio cavaliere, per Tai, guadagnerei un buffone. Per questo preferisco tenermi il cavaliere-

-Bene-

-Bene? Sai, potrei lasciarti per un principe-

Non ne potevamo fare a meno. Dovevamo per forza stuzzicarci.

-Chi ti dice, allora, che io non sia un semplice cavaliere? Potrei essere un principe-

-Ah si??-

-Si, potrei stupirti...-

-Potresti restare tranquillo comunque, lo sai?-

-???-

Eravamo abbracciati, i nostri volti a pochi millimetri. Avevo portato le mie braccia dietro al suo collo, e, presa dal quel momento, glielo dissi

-Matt, puoi stare certo che io non ti lascerò mai per Tai, o per nessun principe-

-E tu puoi stare certa che io non ti lascerò per nessun motivo-

-Potresti pentirtene...-

-Vuol dire che rischierò, milady!-

E per suggellare il nostro piccolo patto, mi diede un bacio da manuale. Il rumore di passi sulle scale, tuttavia, mi fece fermare.

-Cosa hai?-

-Credo che i nostri amici abbiano appena visto tutto-

-Dici che dovremmo tornare di sopra?-

-Credo che sia meglio-

E insieme ci avviammo su per le scale.

-A proposito-dissi-non ho ancora finito di dirti tutto oggi-

-Cosa manca ancora?-

-Il sogno di stanotte-

-Hai sognato ancora?-

-Si, e credo che non ti piacerà per niente sapere cosa ho sognato-

Eravamo ritornati in camera mia. Dai sorrisi divertiti, capii che loro avevano visto tutto. Meglio, mi sarei dovuta evitare di dare spiegazioni. Ma Tk, quel giorno, era destinato a fare una brutta fine.

-Allora fratellone, tutto bene?-

-Tk, se non vuoi volare di sotto dalla finestra, ti consiglio di chiudere la bocca-

Ma Tk voleva VERAMENTE finire fuori dalla finestra!

-Vedrai quando lo racconterò alla mamma e al babbo... mi immagino la scena quando gli dirò che hai portato in casa Mimi di notte e...-

Non ebbe tempo di finire la frase. Come due bambini piccoli, Matt aveva attaccato suo fratello, e ora stavano lottando sul pavimento della mia camera. Per fortuna Ken intervenne rapido e riusci a fermarli.

-Bene ora che avete sfogato i vostri istinti di bambini, posso continuare?-

Visto che nessuno aveva nulla da ridire, ripresi

-Mi fa molto piacere. Quello che devo dirvi vi riguarda Tk e Matt. E non credo vi farà molto piacere-

E dissi tutto quello che avevo visto. Del dialogo che avevo avuto nel giardino, dello scontro con il mio salvatore, e del rapporto tra i due fratelli. Quando ebbi finito, il primo a parlare fu Ken

-Fammi capire bene. Tu sostieni che Matt sia quello che ti ha salvato, giusto?-

-Non ho dubbio su questo!-

Matt si limitò ad annuire.

-Ma, da quello che hai visto, tu e lui non avete un bel rapporto, vero?-

-Diciamo pure che ci odiamo-

-Ok. Quindi voi, nel passato vi odiavate. E ora, nel presente, evidentemente, non vi odiate più-

Ken era sempre stato il più fine dei ragazzi.

-Diciamo di si-

-Qualche cosa non mi torna, comunque-

-Cosa vuoi dire?-

-Che non ha senso. Voi non vi potete odiare, se no vi dovreste odiare anche adesso!-

-Ken, non dire sciocchezze. Anche se nel passato si odiavano, come sostiene Mimi, questo non vuol dire che adesso debbano odiarsi, no?-

-Si Kary, lo so. Ma, di solito, in questi casi, i rapporti che si avevano nel passato dovrebbero essere gli stessi del presente. Sono sempre le anime che si reincarnano, e i sentimenti non possono mutare così tanto-

Tutti ci mettemmo a riflettere su quello che aveva detto Ken. E Tk fu il primo a riprendere la parola

-Ken ha ragione!-

-E quindi come volete interpretare tutto questo?-

Altro silenzio. Io ero troppo sconvolta anche solo per pensare ad una soluzione. Io non potevo odiare Matt. E se il nostro odio passato nel presente si presentasse come fonte di disturbo? Se eravamo destinati a doverci lasciare? Non ci volevo neanche pensare, e senza che ne potessi fare a meno, delle lacrime incominciarono a scendermi dagli occhi. Matt si precipitò al mio fianco e con voce perentoria disse

-Io non so cosa sia successo nel 1700. Sta di fatto che io non odio Mimi. Quindi questo vuol dire una cosa sola. Che abbiamo un ulteriore mistero da scoprire sul nostro passato. Io sono sicuro che quello che Mimi abbia visto sia solo una piccola parte di tutta la storia-

-E allora cosa proponi di fare?-

-Una unica soluzione. Dobbiamo andare a Croftwell e scoprire cosa accadde-

-E come possiamo fare per andarci? Di certo non ci lasceranno partire da soli-

E li, per una volta, mia madre, si, avete capito proprio bene, mia madre, risolse tutto quanto.

-Voi volete andare in Inghilterra?-

Sussultammo tutti quando sentimmo la voce di mia madre. In un attimo Matt e io ci staccammo, finendo ai due lati opposti della stanza.

-Su ragazzi, non reagite in questo modo- e, rivoltasi verso Matt – suvvia ragazzo, rimani pure vicino a Mimi. Sono assolutamente soddisfatta che voi due stiate insieme o vi frequentate. Non potevo sperare in un ragazzo migliore per mia figlia. Su, valle subito vicino! Comunque, tornando a noi, volevo dirti il motivo per cui sono venuta qui ora, tesoro, e visto che ci siete tutti, ne approfitto. Non ho potuto fare a meno di sentire quello che avete detto, che volete andare a Croft qualche cosa. Credo proprio che questa sia una coincidenza del destino ragazzi. Io e tua madre Matt, quando ieri ci siamo viste, abbiamo parlato di una possibile vacanza insieme, con le nostre rispettive famiglie. Sono anni che ne parliamo e ora ci sembrava il momento migliore per poterla fare. E volete sapere che possibili mete avevamo pensato?-

-Mamma, non mi dirai mica che volete andare.....-

-Esatto tesoro, esatto. Naturalmente, prima di decidere ne avremmo voluto parlare con voi, ma credo che questo, ora, sia superfluo. Io, personalmente, avrei preferito andare a Parigi, con tutti quei bei negozi.... ma, visto che voi volete andare a Croft qualche cosa, che presumo si trovi in Inghilterra, giusto? Anche se ci dovrete spiegare il motivo per cui volete andare proprio in quel posto specifico, credo proprio che andremo in Inghilterra questa estate!!!-

-Mamma, forse non te lo dico spesso ma... sei una mamma straordinaria, lo sai?-

-Lo so che sono straordinaria! Non è vero ragazzi??-

Scoppiammo tutti a ridere. Corsi immediatamente ad abbracciarla. Non potei fare a meno di sentire, tuttavia, la battuta di Tk rivolta a suo fratello

-Non dirmi fratellone, che sei geloso anche di sua madre, vero?-

Come unica risposta, Tk ricevette uno schiaffo sulla testa, e noi, compresa mia madre, scoppiammo a ridere, di nuovo.











******************************************************************************

Salve a tutti!!! Eccovi arrivati alla fine di questo capitolo!! Spero vi sia piaciuto. Devo ammettere che mi sono molto divertita a scriverlo, spero sia così anche per voi^^

Dal prossimo capitolo entreremo ancora meglio dentro il mistero del quadro, ma non so ancora quando potrò aggiornare..

Un bacione a tutti, dalla vostra fedele Juls 18

Voglio anche ringraziare chandelora per la recensione. Grazie e spero che questo capitolo ti sia piaciuto più dell'altro. Comunque voglio dirti che il bello deve ancora venire, e sono scura che presto tutto sarà chiaro, o almeno, lo spero. Alla prossima, ciao



  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Digimon > Digimon Adventure / Vai alla pagina dell'autore: Juls18