Ciao a tutti!!!
Allora, lo so che il mio ritardo è assolutamente
imperdonabile, ma... Vi prego, perdonatemi!
Non dirò che ho avuto lo studio di mezzo o
sparerò scuse sul fatto che ho la patente da fare (anche se,
in effetti, sto studiando abbastanza e sono abbastanza sommersa, con la
storia della patente, che ho l'esame di teoria all'inizio di
novembre...). La realtà dei fatti è questa: non
avevo molta ispirazione. Cioè, mi spiego, l'idea di cosa
fare con questa fic c'era, in effetti, ma non sapevo come andare avanti
e non mi veniva molta voglia di scriverla.
Poi, venerdì è successa una cosa: ho incontrato
una persona che mi ha messo di un buonumore che non mi aspettavo,
sinceramente, e mi è tornata la voglia di scrivere questa
fanfic.
Anche se so che non sta leggendo, ringrazio mille volte questa
persona^^.
Comunque, avverto: ora ho abbastanza l'ispirazione, ma se non vedete
capitoli a breve è per vari motivi: studio, patente, impegni
con la famiglia, e probabilmente un po' un calo d'sipirazione...
Comunque pazientate, per favore. Anche se la mia beta mi rimprovera
sempre per lasciare le storie a metà e non finirle mai, io
odio categoricamente lasciare le storie a metà. E
soprattutto, ora che ho ripreso un po' la voglia di scrivere di Matt e
Mello, credo proprio che m'impegnerò a scrivere
più possibile. Per il resto, siate clementi, che sto anche
mandando avanti un'altra fic originale e in effetti devo confessare che
sono un po' più ispirata con quella che con questa, in
questo periodo...
Vi chiedo ancora di perdonarmi... Spero che continuerete a seguire
nonostante i tempi un po' lunghi. E scusatemi ancora per il ritardo di
un mese e mezzo, per favore.
XXX by madychan!
Ci vediamo in fondo con i commenti e le risposte alle recensioni! Un
bacione e un grazie a tutte le 38 persone che mi hanno messo tra i
preferiti, le 22 che mi hanno messo tra i seguiti, le 5 persone che mi
hanno messo come autrice preferita, tutti quelli che hanno commentato,
e anche coloro che hanno letto e basta! Un bacione! Vi voglio bene!
NB: in questo capitolo sono presenti comportamenti un po' OOC da parte
di Near... Perdonatelo, a volte esce davvero dai gangheri per colpa di
"qualcuno"...
14.
Mai cantar vittoria troppo presto…
Ed arrivò il gran giorno.
Beh, “grande” è una parola grossa.
Meglio dire il tragico giorno,
sì sì.
Perché oggi conoscerò il nuovo professore di
letteratura.
«Mel, ma si può sapere perché
è così tragica per te? Magari è anche
meglio di quello di prima…»
Near, il mio adorabile ingenuo amico che ora si trova al mio fianco in
questa fase tragica della mia vita, mi guarda da oltre
l’ingresso della classe, con la testa leggermente inclinata,
perplesso.
Lui il passo fatidico l’ha già fatto.
Io sono ancora a guardare la classe
dell’università in cui avremo, da qui a due
minuti, la lezione di letteratura moderna – e non ho ancora
fatto il mio fantomatico ingresso.
«Ma che è successo?» domanda Light,
arrivando proprio in quel momento – e oltrepassando, anche
lui, la soglia della classe senza farsi tanti problemi, per poi andare
al fianco di Near e guardarmi, perplesso tanto quanto il mio adorabile
amico albino che non mi ha aspettato e, senza un minimo di tatto, ha
oltrepassato la soglia.
«La storia del professore di letteratura.» replica
Near, esasperato. «È da una settimana che ne sta
facendo una tragedia solo perché è
cambiato.»
«È una tragedia, Cristo Santissimo!»
esclamo, punto sul vivo. «L’unico professore che mi
sia mai piaciuto in quasi vent’anni di onorata carriera
scolastica è andato in pensione, ora, lasciandomi in
balìa di chissà chi!»
Near sospira, ancora esasperato. «Credo che se il professore
ci fosse stato, alle sue avances, Mello ti avrebbe messo le corna da un
bel po’ di tempo, Yagami.» dice, rivolgendosi a
Light.
«Il mio era un amore diverso! Io provavo una vera
ammirazione, per quel professore, un… un amore
platonico,
ecco!» esclamo, convintissimo – e sempre senza
oltrepassare la soglia.
«Secondo me era solo perché non potevi provare un
amore di tipo diverso, sennò altro che amore
platonico…» commenta Near, sbuffando. Poi, sbuffa
di nuovo, mettendosi una mano sulla fronte. «Mio Dio, ma che
diavolo sto dicendo? Devo smetterla di frequentare quella
lì…»
«Io non provavo un amore di quel tipo,
per il
professore!» esclamo io, incrociando le braccia, piccato.
«Va beh, Mello, ma io credo che non dovresti fare tutte
queste scene, magari il nuovo professore non è
così male…» commenta Near,
letteralmente esausto – e non gli posso dare torto, dato che
sono cinque minuti buoni che sta cercando di smuovermi da qua, e le mie
gambe e tutto il resto del mio corpo invece decidono di rimanere
immobili.
«Io… Io credo che mi darò per malato,
per questa lezione.» replico, convinto.
Near si schiaffa una mano sulla fronte, palesemente irritato.
Probabilmente, se avesse un muro, ci sbatterebbe la testa contro.
«Mel, non fare il cretino e muoviti da
lì.» ordina, prendendomi per un braccio e cercando
di trascinarmi dentro.
«No! Non voglio! Io mi do per malato!» esclamo,
dimenandomi per cercare di liberarmi e per non oltrepassare la soglia
di quell’aula – maledetta, in questo momento.
«Mello… Non fare il bambino, per
favore…» prosegue Near, tirandomi.
Light non si intromette in quella scena – quasi patetica,
devo dire: io che vengo tirato e punto i piedi per non entrare
assolutamente, e Near, in piena parità di forze con me, che
mi ha fatto oltrepassare la soglia con solo il braccio che mi sta
tirando per cercare di farmi entrare interamente.
Ovviamente – ma è inutile dirlo –
abbiamo attirato l’attenzione di tutta la classe.
Probabilmente Light non vuole passare per malato mentale.
Io e Near, invece, ormai ci siamo abituati, a passare per dei
deficienti.
«Yagami, potresti smuovere quel tuo sacerrimo
deretano e
aiutarmi a spostare il tuo ex da qui, per
carità?» domanda Near, esasperato,
voltandosi verso Light.
Light inarca le sopracciglia, rivolgendo poi uno sguardo a me.
«Non ti azzardare!» esclamo, puntandolo con la mano
del braccio libero dalla presa di Near. «Giuro che se hai
anche un’infinitesimalissima
possibilità di
tornare con me in futuro, se aiuti Near adesso te la giochi per sempre,
Light!»
«Ma che cazzo dici?! Questa la riferisco, a Matt!»
esclama Near, sconvolto.
«Non tirare in mezzo Light, due contro uno non è
leale!» esclamo io, puntando Near, con fare accusatorio.
«Mello, porca miseria, muoviti e non fare storie!
È di una lezione di letteratura che si sta
parlando!»
«Io non mi muovo da qua! E non è solo di una
lezione di letteratura, che si sta parlando, lo sai
benissimo!»
«Sì, invece!» esclama Near, tirandomi
più forte – ma senza riuscire a smuovermi.
«Mello! Per favore, entra e non fare il bambino!»
Light fa per dire qualcosa.
«Non dire niente.» sibilo,
furioso. «E
non osare aiutare Near, Light! Giuro che te la faccio pagare, se lo
aiuti!»
«Mello…» replica Light pazientemente.
«Secondo me, il tuo comportamento…»
«…è perfettamente giustificabile,
giusto?» completo, prima che lui possa dire altro.
Light mi guarda, esitando.
«Giusto?» incalzo, gettandogli
un’occhiata di fuoco.
Light sospira, facendo spallucce e rivolgendosi a Near.
«Io ci ho provato.»
Near si volta verso di lui, sconcertato.
«Scusa?! Hai provato a fare cosa,
esattamente?! Illuminami,
ti prego, perché non mi sembra che tu abbia fatto molto per
darmi una mano!»
«Che ti aspettavi? Fino a neanche un mese fa era geloso, di
te!» esclamo io!
«Ma che c’entra questo con la lezione di
letteratura?!» esclama Near, guardando di nuovo me.
«Propriamente non c’entra!» esclamo io,
contrapponendomi a uno sforzo particolarmente forte di Near per
strattonarmi dentro. «Ma quando gli chiedi di aiutarti contro
di me, credo proprio che tu non possa aspettarti
diversamente!»
Near getta un’occhiataccia a Light, furioso.
«Grazie infinite, Yagami, ora puoi anche andare a sederti,
non scomodarti ad aiutarmi oltre!» esclama, in un
sarcasticissimo ringraziamento.
Sebbene io non lo dimostri, adoro queste occasioni.
Sono le uniche in cui Near tira fuori una parte incazzosa e umana
– ed è divertente soprattutto vedere come e quanto
s’incazza con Light, più che con me.
Però, è strano che l’abbia tirata fuori
per così tanto, stavolta… Di solito la tira fuori
per una volta soltanto, il tempo di un’esclamazione
sconcertata o esasperata – e poi ritorna al suo sconfortante
razionalismo che lo porta ad essere uno pseudo-vegetale albino. A volte
mi è seriamente venuta voglia di soprannominarlo
“betulla”, per questo.
«Kheel, mi chiedevo se ti potrebbe andare una tavoletta di
cioccolato.»
Mi volto – ma non faccio in tempo a vedere chi mi ha parlato
di cioccolato alle spalle, che cado addosso a Near,
e roviniamo
entrambi a terra. Io sopra e Near sotto.
Rem ci guarda dall’alto, sbattendo per un attimo le
sopracciglia – con una tavoletta di cioccolato nella mano
destra.
E sorride.
Per l’ennesima, memorabile volta, Rem sorride.
Queste sono le occasioni in cui servirebbe la foto di Matt –
altro che ritrarre me, Near e Misa qualche giorno fa per poi mettere la
foto come sfondo del computer.
«Deve proprio mancarti tanto, fare il seme.»
commenta, con tono divertito.
Ok, ritiro la storia delle foto.
Avvampo, togliendomi immediatamente da Near, sedendomi di fianco a lui
e mettendomi una mano a coprirmi la faccia, esasperato e
imbarazzatissimo.
Con la coda dell’occhio, vedo Near rialzarsi a sedere, rosso
in faccia tanto quanto me.
«Rem, potresti risparmiarti questi commenti, per
favore?» domanda, alzandosi in piedi e guardando a terra, per
poi scuotersi i vestiti dalla polvere.
«Beh, almeno l’abbiamo fatto entrare, no? Se
aspettavi Yagami, avremmo fatto notte e sareste stati ancora qua a
litigare.» replica Rem, porgendomi una mano e aiutandomi ad
alzarmi, per poi porgermi la tavoletta di cioccolato che ha in mano.
«Un regalo per te, Kheel.»
«Perché tanta gentilezza?» domando io,
accettando la tavoletta ma guardandola con sospetto –
dopotutto, ha pur sempre aiutato Near a farmi fallire nel mio intento
di non entrare in classe.
«È semplicemente un regalo per congratularmi del
tuo nuovo fidanzamento, Kheel.» replica Rem, sorridendo
– di nuovo?!
Sogghigno – e anche Near fa un sorrisetto sarcastico, mentre
entrambi guardiamo Light.
Che, per inciso, sta guardando male Rem.
Che, sempre per inciso, se ne frega altamente degli sguardi omicidi di
Light.
«Quando mi ero messo con Light non mi avevi fatto
niente.» ribatto, scartando la tavoletta e tornando a
guardare Rem.
«Vi siete messi insieme quando eravate all’ultimo
anno di superiori.» obietta Rem. «Io ancora non vi
avevo visti.»
«Giusto, giusto.» commento, annuendo e addentando
la tavoletta. Poi, guardo a terra, realizzando solo in questo momento
che Near a Rem, con la loro collaborazione, sono riusciti a farmi
entrare in aula.
Sbuffo, scocciato.
Near, invece, abbandona la puerilità che
l’aveva
contraddistinto nel litigio con me, e ritorna serio com’era
prima di cominciare. Di nuovo betulla.
«Andiamo, non è la fine del mondo, te
l’hanno detto anche Matt e Misa.» commenta,
pulendomi i vestiti dalla poca polvere che hanno preso quando sono
caduto addosso a lui. «Magari davvero non è
così male. Probabilmente non sarà come quello di
prima, ma se parti prevenuto poi come fai a fartelo piacere, me lo
spieghi?»
Sbuffo – in modo quasi infantile, lo so benissimo. Near
sospira, rassegnandosi all’evidenza.
«Avanti, andiamo a sederci.» dice alla fine,
precedendo me, Light e Rem.
Sbuffo di nuovo, addentando di nuovo del cioccolato e andandogli
dietro, per poi andare a sedermi nel solito banco davanti a Near, con
alla mia destra Light e alla mia sinistra Rem.
«Rem, come mai sei qui, te?» domanda Near,
sporgendosi un po’. «Di solito non fai i nostri
stessi corsi.»
«Ero venuta a vedere il nuovo professore di
letteratura.» spiega Rem, cordialmente. «Ero
curiosa di vedere chi fosse. Magari sono ancora in tempo ad iscrivermi
al suo corso.»
«Mh…» commenta Near, guardando verso la
cattedra, mentre io mi rilasso sulla sedia.
La porta si apre poco dopo – rivelando che il nuovo
professore non è di certo un asso nella
puntualità; ma questo si era già capito dal fatto
che io e Near abbiamo fatto in tempo a fare quella scenata e a finirla,
e ci è voluto come minimo un quarto d’ora,
ingresso di Rem escluso.
Nella classe entra un uomo giovane, sulla trentina, dai capelli neri
tutti scompigliati e dalla pelle chiara, con indosso solo un maglione
bianco per via delle temperature basse, e un paio di jeans sbiaditi.
La tavoletta mi cade di mano nello stesso istante in cui lo vedo,
atterrando sulle mie gambe.
Con il poco raziocinio che mi rimane dopo aver visto una cosa del
genere, riprendo la tavoletta e la metto sul banco, per poi sporgermi a
guardare meglio.
L’uomo appoggia il registro sulla cattedra, gettando
un’occhiata sommaria alla classe con i suoi occhi scurissimi.
Si sofferma in particolar modo sul nostro quartetto, per poi tornare a
guardare la classe in generale e schiarirsi la voce.
«Buongiorno a tutti.» dice.
E il primo pensiero che mi viene in testa è:
“buongiorno ‘sti cazzi!”.
«Come già saprete, il vostro precedente professore
di letteratura giapponese è andato in pensione giusto questo
weekend…» continua lui, completamente ignaro dei
miei pensieri – anche se non credo sia più di
tanto ignaro, alla fine. «Siccome il collegio docenti cercava
come minimo un sostituto, in attesa di trovare un nuovo professore di
ruolo che sostituisse più degnamente il vostro
ex-insegnante, mi sono offerto io.»
Adesso pure il modesto fa. Maledetto ipocrita…
Però, no, dài, magari è uno che gli
somiglia… Uno suo sosia…
«Il mio nome…» continua lui –
sempre in qualche modo estraneo e non estraneo ai miei pensieri.
«…è L Lawliet, e nei prossimi mesi
sarò il vostro docente di letteratura giapponese. Molto
piacere di conoscervi.
Sbatto la testa sul banco, istantaneamente – provocando un
sonoro “bonk” nella classe silenziosa.
Il mio era un gesto di disperazione, però, che cazzo.
Non volevo mica gli occhi di tutti addosso!
«Qualcosa non va?» domanda L, rivolgendosi a me
dopo che ho alzato la testa.
Avvampo, sudo freddo e per questo gli getto pure
un’occhiataccia che lo fulminerebbe, se solo ne fossi capace.
«No… Assolutamente niente. Mi scusi.»
dico, ostentando un sorriso forzatissimo.
Ora gli devo pure dare del lei. È il mio nemico numero uno,
e io gli devo pure dare del lei e portargli rispetto.
Quando L si volta verso il resto della classe, indifferente alla mia
scena, io getto un’occhiataccia anche a Light –
che, per inciso, è rimasto tutto il tempo a fissarmi con un
sorrisetto sarcastico e divertito stampato su quelle labbra odiose.
«Bastardo…» sibilo. «Tu lo
sapevi, bastardo… Anzi, no, tu l’hai progettato,
hai progettato tutto… Bastardo…»
«Sei ripetitivo, Mello.» commenta Light, inarcando
un sopracciglio e tornando a guardare il professore, tranquillamente
– e palesemente soddisfatto, cazzo. Palesemente e
visibilmente, soddisfatto.
Mi volto, gettando un’occhiata a Near – che subito
ricambia, sorpreso tanto quanto me, anche se solo io posso vedere
sorpresa in quegli occhi grigio-azzurri che a tutti sembrano
così apatici.
È sorpreso, l’albino. E si sente anche un
po’ in colpa.
E a sentirsi in colpa fa più che bene, garantito.
Però, non posso fare a meno di precisare una cosa,
sibilandogliela spudoratamente in faccia.
«E poi ero io a partire prevenuto, nh?»
Sono appena arrivato nel mio piccolo ufficio davanti a quello di L,
dopo una mattinata fatta, come al solito, di un risveglio stupendo dopo
una magnifica nottata insieme a Mello, di un
caffè non
troppo zuccherato proprio come piace a me… Insomma,
vabbè, non sto a soffermarmi su quello che faccio il
mattino, ma è stata una mattinata meravigliosa, come tutte
del resto.
E mi trovo Misa davanti, con una faccia da funerale – che mi
smorza tutta la felicità con cui ero entrato, tutto
baldanzoso, nel mio piccolo e confortevole ufficio da assistente.
«Misa?» la chiamo, perplesso da quella faccia.
Insomma, Misa la yaoista, che ogni santissima
mattina mi tempesta di
domande su cosa abbiamo fatto di sconcio la notte prima io e Mello
(domande a cui ovviamente io rispondo semplicemente che lei deve farsi
i fatti suoi). Misa la colonna portante della
felicità del
nostro reparto. Misa, che è sempre allegra e maliziosa,
sempre esaltata e sempre saltellante, che abbraccia una sacco di gente
appena la vede.
Misa ora è con una faccia da funerale.
«Che è successo?» domando, inarcando un
sopracciglio e cominciando a preoccuparmi.
Misa mi appoggia una mano sulla spalla, chiudendo gli occhi e facendo
un’espressione come quella di una che ha capito tutto quanto.
Ma che cazzo ha capito, si può sapere?!
«Condoglianze, Mail.» dice, battendomi la mano
sulla spalla.
«Eh?»
Insomma… Condoglianze?! Che cazzo
è successo?!
«Chi… chi è morto?» domando,
ansioso.
Misa batte di nuovo la mano sulla mia spalla, quasi con fare
comprensivo.
«Non in quel senso.» dice.
«“Condoglianze” perché mi sa
che per un po’ dovrai rinunciare alle tue splendide nottate
con Mello…»
Se possibile, la cosa mi sconvolge ancora di più del fatto
che sia morto qualcuno.
«Perché?!» esclamo, sconvolto.
Insomma, abbiamo resistito al “regime L” come
l’abbiamo rinominato io e Mello, e siamo riusciti a far
funzionare tutto quanto tranquillamente, senza che L riuscisse a
scoraggiarci o a farci litigare… Perché ora
dovrebbe finire?
«Prova a passare questa giornata, e poi vediamo se riesci a
fare qualcosa con Mello.» dice Misa, battendomi ancora la
mano sulla spalla. «Se ci riesci, hai tutto il mio rispetto e
tutta la mia ammirazione.»
Inarco un sopracciglio, perplesso.
«Ma che…?»
«Comunque, ha detto di entrare.» dice Misa, non
lasciandomi finire. «Meglio che ti muovi.»
«Ok…» replico, sempre più
confuso. «Ci vediamo più tardi, allora?»
«Se ti rimane tempo di pranzare…»
Inarco ancora di più le sopracciglia – ovviamente
non smettendo nemmeno un attimo di essere confuso. Misa scuote la
testa, toglie la mano dalla mia spalla e se ne va, lasciandomi
lì da solo.
Guardo la porta, esterrefatto dal fatto che L abbia saputo deprimerla
così tanto già di prima mattina.
Beh, tanto vale entrare e parlare con L.
Sospiro, preparandomi mentalmente – che poi, non so cosa ci
può essere, da prepararsi mentalmente. L è sempre
L, no? Magari Misa era già depressa di suo,
stamattina…
Che sia successo qualcosa con Near?
Mannò, aveva detto che non stanno insieme…
Però quei due stanno sempre insieme,
possibile che non
abbiano qualcosa di più?
Mah, chi li capisce è bravo…
Sospiro di nuovo, andando verso la porta e abbassando la maniglia e
aprendo la porta, per poi sporgermi leggermente e guardare dentro.
Quello che c’è dentro…
…non è L?!
«Mail, sei tu. Entra pure, ho giusto del lavoro da farti
fare.»
Deglutisco, e entro nell’ufficio, senza distogliere un attimo
lo sguardo da Takada.
Lei è seduta tranquillamente al posto di L, senza battere
minimamente ciglio, e sta consultando dei fogli e delle foto
– in modo terribilmente spocchioso e professionale. Almeno L
lo faceva in modo particolare, come se avesse delle pinze al posto
delle dita, e sembrava quantomeno interessante, o comunque divertente
da guardare – almeno quando non ti criticava. Takada
è noiosamente professionale.
Ok, ok. Mi avrà anche rotto le palle in una maniera assurda,
ma sento già la mancanza di…
No, aspetta, ma che cazzo sto pensando?!
…Sento la mancanza di L?!
Come capo, certo, ovviamente, ma…
Insomma. Sento la mancanza di L?!
Forse perché qualcosa mi dice che il fatto che L non ci sia
può significare solo guai…
Come avevo detto?
Ah, sì: uno più uno fa due.
Quindi, ricapitoliamo: se Takada è qua è
perché L l’ha chiamata, e se Misa mi ha fatto le
“condoglianze”… può voler
dire solo una cosa.
Takada è peggio di L.
Oh, mio Dio. Ma perché tutte a me?!
«Buongiorno, Mail.» mi saluta lei, per niente
partecipe alle mia paranoie mentali su quanto lei possa essere peggio
di L. «Chiudi pure la porta, ti devo parlare un
attimo.»
Obbedisco, per poi andarle incontro alla scrivania, perplesso.
No, dài… L veramente ha assoldato persino la sua
peggior nemica per mettere i bastoni tra le ruote a me e Mel?
Quell’uomo è davvero capace di tutto, di questo si
deve prendere atto.
«Buongiorno, signorina Takada.» la saluto, cercando
di apparire il più convinto possibile di volerle veramente
augurare una buona giornata.
«Immagino che tu ti stia chiedendo dove sia L.»
commenta lei, senza distogliere lo sguardo dai fogli e dalle foto che
sta esaminando.
«In effetti…» replico, rimanendo in
piedi.
«Una settimana fa, L mi ha convocato per chiedermi di
prendere il suo posto durante l’orario mattutino.»
spiega Takada. «Questo perché lui, la mattina, ha
optato per fare un altro lavoro, quello dell’insegnante
universitario. Tornerà qui questo pomeriggio, verso le due.
Nel frattempo, tu dovrai obbedire ai miei ordini. Ti è
chiara la cosa?»
Veramente mi sono fermato un attimo all’
“insegnante universitario”…
Aspetta: uno più uno fa due.
Quindi… L si è messo a fare il professore
universitario perché…?
Oddio. Questo è un attacco su due fronti, porca miseria!
«S-sì… Direi che mi è
chiara…» replico.
«Perfetto.» ribatte Takada, alzando finalmente lo
sguardo verso di me, e porgendomi due fogli stampati.
«Perché ho subito del lavoro da farti fare. Devi
correggere questi articoli, e poi andare al servizio cui sta assistendo
anche Misa e fare delle foto che possano dirsi quantomeno decenti, e un
servizio anche su quello. Voglio i tre articoli e le foto sulla mia
scrivania entro l’una e quarantacinque. E che siano
presentabili, che non abbiamo un’infinità di
tempo, per correggere le bozze da pubblicare.»
Ma quanto ti paga L per essere così tirannica, si
può sapere?!
«C’è altro?» domando,
sarcasticamente.
«Se proprio vuoi altro lavoro.» ribatte Takada
– non cogliendo minimamente il tono sarcastico.
«Voglio un caffè espresso del bar qui di fronte
alla redazione, con una bustina di zucchero. E che mi porti il solito
pranzo all’una e trenta esatta. Basta che tu dica che la
signorina Takada vuole il solito, al bar sui di fronte, e
sarà subito pronta. Puntuale, mi raccomando. Una e trenta
precise. E hai sette minuti per il caffè, che poi vado in
riunione.»
E io la prossima volta me ne sto zitto, che questa non sa nemmeno
scherzare…
Decisamente peggio di L, cavolo!
«Va bene.» replico. «Allora
vado…»
Takada torna a guardare altri fogli, mentre io prendo i miei e
indietreggio di un passo, prima di voltarmi e fare per andarmene.
La voce di Takada mi blocca sulla porta.
«Mail?»
Mi volto, sospirando. «Sì?»
Lei invece non fa una piega. Continua a guardare i fogli sparsi sul
tavolo, e le foto, senza degnarmi di uno sguardo. ‘Sta
stronza.
«Bello sfondo, al computer.»
Cioè, mi ha bloccato per dirmi questo?! E io che pensavo
fosse chissà che di importante!
Sbuffo silenziosamente, rassegnato a passare del tempo con questa pazza
visionaria che vuole caffè entro sette minuti
e
l’insalatina a pranzo all’una e mezza in
punto.
Fortunatamente, ho i miei metodi per essere sempre in orario, non mi
frega con così poco.
Faccio un piccolissimo inchino, ringrazio e apro la porta
dell’ufficio, per poi chiuderla ed andare nel mio, di ufficio.
Mi siedo e accendo il computer, per poi mettere i due fogli degli
articoli sul tavolo e guardarli per un attimo.
Sospiro, prendo il telefono in mano e digito un numero che, a furia di
dover accontentare i capricci di L senza allontanarmi
dall’ufficio, ho imparato a memoria la bellezza di due anni
fa.
Ordino il caffè che la Takada mi ha richiesto e mi alzo, per
andare a prenderlo, mentre il computer si aziona.
Uno a zero per me.
Sono le nove di sera, quando torno a casa.
Le nove di sera, cazzo. Se io mi ero aggiudicato il primo round, in un
certo senso, Takada e L si sono aggiudicati gli altri
trenta… quaranta… boh, ho perso il conto. Il
problema è che sono stati tutti in una giornata,
cazzo.
E per di più, sono le nove di sera. Mello mi
ucciderà per aver fatto così tardi, questo
è certo. Di solito, ritorno al massimo alle sette e mezza,
le otto, oppure viene lui in ufficio con me e stiamo insieme.
A proposito, tra l’altro: oggi pomeriggio Mello non
è venuto in ufficio, come fa di solito. Che strano. Di
solito viene per controllare che tutto vada bene e che L (o Takada,
nell’ultima settimana) non ci provi con me. Oggi invece non
è venuto.
Ok, non è il momento di pensare a questo. Ora è
il momento di pensare a cosa dirgli, una volta entrato, giusto per
reagire un minimo alla sua probabilissima sfuriata.
Probabilmente sarebbe meglio dirgli la verità, ma siamo
sicuri che non lincerà nessuno, al saperla?
Mah… Comunque, sempre meglio essere sinceri. Anche
perché non mi viene nessuna giustificazione, per essere
stato fuori così tanto e non aver risposto alle sue
chiamate. Ma quella stronza di una Takada mi ha fatto spegnere il
cellulare personale dopo che le ho portato il caffè
stamattina – caffè che peraltro quella stronza non
ha bevuto, perché ha detto che era troppo amaro!
Nonostante
il fatto che io sia andato a prenderglielo e mi sia fatto
l’ascensore su e giù per uno suo capriccio!
–, perché diceva che interferiva con il lavoro. Mi
ha fatto tenere acceso solo il cellulare che io e L – e
adesso anche io e lei – usiamo per tenerci in contatto
durante il lavoro.
Apro la porta, sbirciando dentro.
Mi sorprendo non poco, al vedere che la casa è letteralmente
deserta.
Non c’è anima viva in giro. E soprattutto, non
c’è Mello.
Entro, chiudendomi la porta alle spalle, e guardandomi in giro.
C’è solo la cena sul tavolo della cucina, e il suo
cappotto appeso all’appendiabiti nell’ingresso. Ma
in casa c’è un silenzio innaturale – non
può essere nemmeno in doccia, perché il rumore
non si sente.
Tolgo le scarpe, guardandomi ancora intorno, perplesso. Poi, convinto
che così non lo troverò mai, vado verso il
tavolo, a guardare che cosa mi ha preparato – non per dire,
ma ho una fame che non ci vedo più. E sto pure morendo dal
sonno.
Beh, mi ha preparato del ramen. Non è poi così
male – anche se ho il sospetto che l’abbia ordinato
al takeaway qui vicino a casa.
È solo in quel momento, che mi volto un pochino per andare
in bagno a lavarmi le mani, e vedo che in camera nostra
c’è il buio più assoluto.
In effetti, ora che ci penso, quando sono entrato le luci erano
accese…
Ma questo vuol dire che…?
Sbircio dentro la camera, notando che c’è
qualcosa, steso sul letto.
E ho anche il presentimento di sapere cosa sia – o meglio,
chi sia.
Prendo il cellulare dalla tasca e faccio accendere la luce sullo
schermo, per guardare dentro. E, in effetti, Mello è steso
sul letto, addormentato, in tuta e senza nemmeno essersi coperto, con
la testa appoggiata a qualche strano foglio.
Inarco il sopracciglio, chiedendomi per quale diavolo di motivo Mello
abbia la testa appoggiata a dei fogli invece che a un normalissimo
cuscino – e vado verso il fondo del letto, per prendere una
coperta.
Il mio piede inciampa improvvisamente in qualcosa di duro che si trova
a terra, senza che io lo riesca a vedere – e io lancio un
mezzo urlo di dolore, tenendomi il piede con una mano e il cellulare
con l’altra, e mettendomi a saltellare sul posto.
«Ahia, cazzo!»
Sento Mello mugugnare, e lo vedo con la lucetta del cellulare mentre si
alza in ginocchio sul letto, spaesato, grattandosi la testa.
Quando si volta verso di me, deve ovviamente coprirsi gli occhi, per
via della luce.
«Matt, la luce del cellulare!» esclama, scocciato.
«Cazzo! Scusa!» esclamo io, mettendomi il cellulare
in tasca. «Eh, però accendi tu la luce, che
sennò mica ci vedo!»
Lo sento sbuffare nell’oscurità, per poi sentire
qualcosa prendere il mio giubbotto – che non mi sono tolto,
per via del fatto che ero talmente sconvolto che non ci fosse casino in
casa.
«Non mi va… Vieni tu da me.» ribatte,
con il tono impastato dal sonno.
Sospiro, per poi andargli incontro, incappare con le ginocchia nel
bordo del letto e fermarmi davanti a lui – anche se lo vedo
ben poco, per via del fatto che la luce in salotto non aiuta molto, a
vedere lì, e io non ho avuto la brillante idea di accendere
quella della cucina… Cazzo, sono troppo sfasato.
«Ciao…» lo saluto, stancamente.
«Bentornato…» replica lui, ancora
più stanco di me. «Che ore sono?»
Cazzo, pure le ore gli devo dire?! «Le nove e un quarto,
credo…»
Mello rimane in silenzio per un attimo, prima di toccarmi sul petto,
forse in cerca di qualcosa.
«Mel?»
«Hai ancora il giubbotto addosso?» domanda lui,
stupito. «Almeno quello potresti toglierlo, quando entri in
casa…»
«Veramente ero rimasto talmente sconvolto dal fatto che non
ci fossi, ad accogliermi, e che non fossi nemmeno venuto in ufficio,
che me ne sono dimenticato.» spiego. «Eri nella tua
mezz’ora di dormiveglia prima di addormentarti
completamente?»
«Mhmh… Scusa…» replica lui,
togliendomi il giubbotto. «Ho dovuto fare un tema per il tuo
simpaticissimo capo, e mi sono dannato tutto il giorno… Tu
invece come mai sei arrivato così tardi?»
Ma come? Niente sfuriata?
«Ero al lavoro… Scusa se non ho risposto alle tue
chiamate, ma avevo il cellulare spento…»
«Non importa… Immagino.» replica lui.
Che strano. Non mi aspettavo un qualcosa di così tranquillo.
Piuttosto, una scenata di gelosia bella e buona.
Mello ride, senza che io capisca veramente il motivo. Lo guardo
– più o meno –
nell’oscurità, perplesso da quella risata
divertita.
«Che c’è?» domando.
«Ti aspettavi una scenata di gelosia, vero?»
replica lui, divertito.
Beh, in effetti… «Ti offendi, se ti dico di
sì?»
Mello ride di nuovo. «Non mi chiamo mica Light
Yagami, o L
Lawliet!» esclama. «Non sono geloso!
Cioè, sì, se qualcuno o qualcuna ti mette gli
occhi addosso sono gelosissimo, ma se tu tardi al lavoro senza
rispondere alle mie chiamate non più di tanto… Lo
so che stai lavorando per quel pazzo del tuo capo. E poi, io mi fido di
te.»
Spalanco gli occhi, esterrefatto da quella costatazione. Una cosa del
genere, quando Mello si è appena svegliato e ha passato
tutta la giornata su un tema per L, proprio non me la sarei mai
aspettata. Men che meno, al buio, e in una situazione come questa.
«Grazie.» replico, sorridendo. «Mi fa
piacere. Almeno non ho cataclismi, dalla tua parte.»
«Ehi! Di norma si dovrebbe dire “anche io mi fido
di te”!» replica Mello, ridendo di nuovo.
«Oh, certo, dimenticavo. Ma se lo dico adesso non ha
più lo stesso valore, no?»
«Bravo, bravo, dimentica cose fondamentali come
questa!» ribatte lui, tirandomi la maglia.
«‘Sto stronzo!»
Sbuffo, spingendolo sul letto, sotto di me. «Vedo che anche
se hai lavorato tutto il santo giorno per quello stronzo del mio capo,
sei ancora bello pimpante.» commento.
«Che c’è, Matt? Vuoi fare qualcosa di
sconcio solo alle nove di sera?» domanda lui, divertito.
«Di solito non cominciavamo alle undici, o verso
mezzanotte?»
Sbuffo, esasperato. «Sinceramente, sono un po’
stanco.» replico. «Takada mi ha letteralmente
annientato, questa mattina, e L mi ha devastato questo pomeriggio. Non
so che cosa riesco a combinare.»
Sento le labbra di Mello che mi sfiorano il collo, delicatamente.
«Sei così stanco?» domanda.
«Decisamente.»
Lui sorride – anche se non lo vedo, lo sento chiaramente, che
sorride nel buio. «Va bene. Vorrà dire che per
stasera mi sacrificherò e farò io il
seme…»
«Non intendevo quello, Mel!» esclamo io, alzando la
testa dal suo petto, dove l’avevo appoggiata e mi ero
rilassato – per un attimo, perché sia mai chiedere
a Mello di rilassarsi un po’ troppo.
«Perché?» domanda lui, in tono
capriccioso.
«Perché se devi fare questo sacrificio,
non
c’è bisogno che lo fai stasera, tesoro.»
replico, ironicamente. «Preparati mentalmente per
un’altra volta, ok? Stasera ci riposiamo e basta.»
«Eh già, che lui deve ingranare la
marcia…» commenta Mello.
Arrossisco, imbarazzato. «E smettila!»
«Che c’è? È la
verità, no?» replica lui, ridendo.
«Sarà anche la verità, ma non detta con
quel tono! E poi, hai detto tu stesso di essere stanco, si
può sapere come cazzo fai ad avere l’energia di
fare qualcosa?!»
«Perché io sono giovane, Matt.» replica
lui, divertito. «A differenza di te, che sei vecchio e
già non reggi più certi
ritmi…»
«Aspetta soltanto che ingrani la marcia,
poi te li faccio
vedere io i ritmi!»
«Bene, perché non vedo l’ora!»
replica lui, ridacchiando.
Sbuffo, riappoggiandomi al suo petto caldo, e guardando
l’oscurità che alberga nella nostra camera.
«Hai mangiato?» domando, un po’ assonnato.
«Un po’ di cioccolato, verso le
otto…» replica lui – e, malgrado tutto
il discorso che ha fatto prima, anche lui è stanchissimo, si
sente chiaramente dal tono di voce.
«Mangiare qualcosa di diverso, ogni tanto?»
«Io non parlo di alimentazione, con qualcuno che non capisce
che il cioccolato è una filosofia di vita.»
«Allora aspetta e spera…»
«Tu hai mangiato? C’era del ramen, sul
tavolo…»
«L’ho visto. Me l’hai preparato
tu?»
«Ma va’… L’ho preso al
takeaway qua vicino, io non sono capace di fare bene il
ramen.»
Chissà perché, me
l’aspettavo…
«Sai, Mel? Non saper fare il ramen è un difetto
imperdonabile, per una mogliettina che si rispetti.»
«Peccato che io non sia tua moglie…»
replica lui, sarcasticamente. «O devo mostrarti che sono un
uomo?»
Ridacchio, divertito. «No, no, lo so.» replico.
«Ma un giorno mi piacerebbe assaggiare il ramen che fai
te.»
«Se vuoi avvelenarti ti accontento, anche se non sono molto
esaltato all’idea di dover assecondare il mio ragazzo nel suo
progetto suicida.»
«Eddài… Tanto male non sarà,
no?»
«Credimi. Near una volta l’ha assaggiato
perché volevo farlo per Light, e mi ha detto senza mezzi
termini che faceva letteralmente schifo, e che avrei rischiato di
avvelenare Light, se l’avessi preparato per lui.»
«Nooooo… Perché non gliel’hai
preparato?»
Mello ridacchia. «Eddài, che
stronzo…!»
«Ma io sono serissimo! E poi, come mai Near è
sopravvissuto al tuo ramen?»
«Ma perché Near è abituato, alle
stronzate che cucino! Lui ha una specie di antidoto innato nel
corpo…» esclama, sempre ridacchiando.
«L’hai mangiato il ramen che c’era,
sì o no?»
«No… Sono venuto a vedere che cavolo stavi facendo
al buio, in camera.»
«Male! Dovresti mangiare, invece di spiare quello che
faccio!»
«Non c’era niente da spiare…»
replico, sarcasticamente. «E poi, non mi faccio dare lezioni
di alimentazione da uno che vive a acqua e cioccolata, anche se
è il mio ragazzo.»
«Uffa…! È che sei così
magro!» replica lui, stringendomi ai fianchi.
«Sembri tutto pelle e ossa!»
«Ha parlato l’altro…» obietto.
«Sei addirittura più magro di me. Non hai molta
voce in capitolo.»
Lui sbuffa, stringendomi di più. «Una cosa
positiva in te però c’è.»
commenta.
«Tesoro, io ho ben più di una cosa
positiva, mi
aspettavo che l’avessi già capito da
tempo.» replico, ironicamente.
«Intendevo che, nonostante il fatto che sembri quasi pelle e
ossa… sei caldo. Hai un corpo caldo.»
Ridacchio, ricordando la storia del termosifone marca Jeevas.
«Che sembro un termosifone non è la prima volta
che me lo dici…»
«Però è vero… Sei davvero
caldissimo.» commenta lui, convintissimo. «Sei
meglio di una coperta.»
«Grazie, che bel complimento…»
«Prego, tesoro, non c’è di
che.»
Sorrido, accucciandomi meglio contro il suo petto – caldo
probabilmente tanto quanto il mio corpo. Appoggio una mano su ciascuno
dei suoi fianchi, stringendoli dolcemente, senza troppa forza.
Non ho nemmeno voglia di alzarmi per andare a mangiare: di botto mi
è passata tutta la fame. Sto bene così, grazie.
Respiro profondamente il suo odore, sorridendo.
«Mello?» lo chiamo, a bassa voce.
«Mh?»
«C’è una cosa che in tutto questo tempo
che stiamo insieme non ti ho mai detto.» osservo.
«E cioè?» domanda lui.
Lo stringo di più ai fianchi, per poi accucciarmi meglio tra
le sue braccia, che mi stringono alla schiena, senza troppa forza.
«Ti amo.»
È la prima volta che lo dico a qualcuno, e la cosa mi
spaventa un po’, sinceramente. Ma sento che a lui posso
dirlo, senza tanti problemi.
Mello allenta leggermente la presa sui miei fianchi, esterrefatto
– lo sento, il suo cuore che si è messo a battere
all’impazzata, per quello che ho detto. E sorrido, intenerito
da quel suo atteggiamento.
«Davvero?» domanda, a bassa voce.
Sorrido. Non mi importa nemmeno che lui non me l’abbia detto.
L’importante è che sappia quello che io provo per
lui. Non servirebbe a niente forzarlo.
«Davvero.» replico. «Ma tu puoi anche non
dirlo, se non senti la stessa cosa per me.»
«Non dire stronzate!» esclama lui – e io
alzo lo sguardo, stupito, notando che è un po’
arrossito, grazie al fatto che ora ci vedo un po’ meglio, nel
buio. «È che… non mi aspettavo che me
lo dicessi così presto…»
Rido, divertito. «E quando avrei dovuto dirtelo,
scusa?»
«Non lo so…! Cazzo, hai la capacità
innata di farmi sentire in imbarazzo, e la cosa non è da
tutti, te lo assicuro!»
«Beh, ma tanto io al buio non ti vedo… Non lo vedo
mica, anche se diventi completamente rosso per
l’imbarazzo!» replico, ridacchiando. «E
comunque, sono lusingato di avere una simile capacità,
Mel.»
Mello sbuffa leggermente, scocciato. «Non so che
dire… Se te lo dico adesso sembrerebbe che lo faccio solo
per circostanza…»
Ridacchio di nuovo, portandogli una mano alla guancia e accarezzandolo,
dolcemente.
«Mi ami?» domando, a bassa voce, con la bocca
contro la sua fronte.
«Sì…»
Sorrido, baciandolo sulla bocca, delicatamente e senza soffermarmi ad
approfondire. «E allora va bene così.»
commento, sorridendo. «Grazie, Mel.»
«Grazie di che?»
Rido di nuovo. «Di amarmi. E di esserci. E di essere qua con
me.»
Lo vedo sorridere leggermente. «Diciamo che siamo pari,
perciò non mi devi ringraziare.»
Ridacchio di nuovo, per poi appoggiarmi al suo petto un’altra
volta.
«Domani voglio che mi prepari il ramen e che lo mangiamo
insieme.» dico, convinto.
«Ma vuoi veramente morire?!» esclama lui, ridendo.
Rido di nuovo. «Beh, al massimo lo puoi prendere dal takeaway
e spacciarlo per tuo, no?»
Lui ride a propria volta, divertito.
«Visto che mi hai dato il permesso, credo proprio che lo
farò.»
Note dell'autrice
Ok,ok, lo so che questo capitolo nella parte finale è un po'
melenso e magari non è divertentissimo, però...
Vabbè, per stavolta prendetela così.
Comunque, giusto venerdì stavo ragionando sulle vostre
recensioni e mi stavo dando ad una rapida rilettura di alcuni capitoli
della ff... E in effetti mi sono accorta che molte di voi propendono
tantissimo per una LxLight, ma che ancora non c'è niente di
certo... Beh, gente, io non so che dire... Sappiate solo che questa
è una produzione "madychan", e mi sa che vi potete aspettare
di tutto tranne che la norma. Tra parentesi, la stessa coppia "normale"
MattxMello è nata non tanto perchè io adoro le
coppie "normali" (anche se io adoro Matt e Mello insieme, ma questo
è uno dei pochi casi), ma più che altro per il
fatto che volevo fare una vendetta alla mia beta... Che poi, 'sta
vendetta non è mica riuscita tanto bene, perchè
lei non se l'è proprio presa per niente, anzi...^^
Vabbè!
Comunque, tenete a mente che io sono più persona da crack
pairing, piuttosto che da pairing normali... Non potete dare niente per
scontato finché non arriveremo alla fine...^^ Un bacio!
Risposte alle recensioni! (scusate se non mi dilungo molto^^)
x Bimba127: beh, direi che la risposta sul professore
all'università è stata più che
eloquente...^^ E anche Takada, non la vedremo molto ma fa tanto la
parte della bastarda in questa fic... Comunque non ce la vedo molto a
provarci con Near... Mah, chissà! Poi vedremo! Comunque
eccoti accontentata su Light, ovviamente lui non può mancare
tra i banchi di scuola... Anche se Light professore ci stava, ma non
credo che in molti lo avrebbero ascoltato, più che altro si
sarebbero imbambolati a guardarlo...^^ Un bacio e alla prossima! xxx!
x Sibil_Vane: allora, innanzitutto grazie mille per avermi messo tra i
tuoi autori preferiti, è un vero traguardo per me (tra
l'altro, wow, al primo colpo!) Comunque, grazie mille per i complimenti
(ma... l'hai letta tutta d'un botto?! Non ci credo!)... Mi fa piacere
che apprezzi trama, personaggi e scrittura, perchè molte
volte non sono convinta di aver scritto qualcosa di decente. Quanto a
Matt e Mello, devo dire che io li adoro (adoro in particolare Matt per
l'aspetto, ma Mello è il mio idolo personale in quanto vive
di cioccolata...^^) Quanto a L e Light... Beh, anche loro sono
divertenti come personaggi, mi piacciono molto. Ecco qua il
prossimo capitolo, spero ti sia piaciuto! un bacione e alla prossima!
xxx!
x _Kira_94: E non è ancora finita, mancano ancora un paio di
personaggi a comparire, mi sa... Uno di certo. Comunque non sei l'unica
ad odiare Takki, io la detesto per il semplice fatto di aver ucciso
Mello... Matt sarà sfigato ma anche Mello adesso ci si sta
mettendo, con L... E comunque anche io ci vedo bene Mel in
film vietati ai minori (anche se Matt non approva^^). Grazie per la tua
enorme pazienza, comunque, ne sono commossa! Un bacio e alla prossima!
xxx!
x SillySuper: perchè non saresti brava a recensire?! A me la
tua recensione è piaciuta! Grazie mille per i complimenti,
mi fa piacere che la fic ti piaccia così tanto e che ti
piacciano tutte le situazioni e i legami... Quanto a Wedy, lei
comparirà, credo proprio... Mentre i tizi della Yotusba non
ce li avevo in programma, ma forse potrei farci un pensierino...
Mmmmhhh... Ecco qua il nuovo capitolo, spero che ti sia piaciuto e che
continuerai a seguire! Un bacio e grazie mille di nuovo! xxx!
x Puce16: uddio, scusa il nuovo catastrofico ritardo... Spero mi
capirai. Comunque, se ti può consolare, non ti perdi niente
a non aver fatto ancora la patente... Un casino megagalattico, davvero.
Per quando la farai, meglio se riesci a fare l'esame tipo a settembre,
che non si hanno tante verifiche di solito (almeno, parlo per me)... Io
quando dovrò farlo sarò uscita da una situazione
a dir poco tragica, da scuola... Coooooomunque! Grazie mille
per i complimenti sui capitoli, mi fanno piacere lo sai! Takki
probabilmente l'ho dipinta così perchè la odio
spassionatamente (non si era capito, vero?^^), mentre Mello... beh, lo
posso anche capire, ma forse lui ha esagerato un po'... Ha fatto
persino disperare Near! Comunque, Matt e Mello non sono stupidi, ma a
volte L e Light hanno di quegli assi nella manica che sono totalmente
inevitabili... Ecco qua il nuovo capitolo, spero ti sia piaciuto! Un
bacio e alla prossima! xxx!
x silviotta: ma dài, la recensione non fa affatto schifo,
anzi! Grazie mille per i complimenti, intanto; mi fa piacere che la fic
ti piaccia e che Misa abbia riuscito nell'impresa di starti simpatica
(le famolto piacere, dato che non sei nemmeno l'unica che me lo
dice^^!). Light e L sono campioni di bastardaggine (ps: non so se la
parola esiste nel vocabolario, ma io la uso spesso), ma purtroppo i
protagonisti sono Matt e Mello, per ora... Però,
chissà, in futuro potrebbero avere più spazio i
tuoi beniamini, tutto può succedere^^ Quanto alla questione
dell'uke tra Light e L, direi che potrebbero scambiarsi i ruoli...
Anche perchè io non mi ci vedo nè Light
nè L come uke... Forse per un doujinshi che ho visto su
internet mi riesco a immaginare un po' di più un Light,
comunque...^^ Rem ti ringrazia per i complimenti^^! Un bacio e alla
prossima, spero che il capitolo ti sia piaciuto! xxx!
x lain87: beh, ecco qua il nuovo capitolo! Grazie mille per i
complimenti! Spero di non deluderti nemmeno in futuro... Un bacio e
alla prossima! xxx!
x BloodNyar: la prima cosa che ho pensato, quando ho letto la tua
recensione, è stata: o Mio Dio.
Allora, comincio con il ringraziarti sia per la recensione sia per la
mail. Il tuo interesse e la tua pazienza per la mia fic mi commuovono,
davvero *o*! I tuoi complimenti mi lusingano, davvero: non mi aspettavo
di essere così coinvolgente nella storia, tanto da riuscire
a farti addirittura vivere le situazioni che si vedono. E mi fa anche
molto piacere che tu apprezzi la prima persona in cui narro... Anche
perchè così mi fai capire che sono riuscita nel
mio intento, siccome non sono motlo abituata alla prima persona e di
solito uso la terza... Mi fa piacere aver reso bene la storia, quindi,
e i tuoi complimenti in proposito mi hanno fatto molto piacere,
davvero. Così come mi lusingano anche i tuoi complimenti
sullo scorrimento della storia... Strano a dirsi, perchè di
solito io adoro i flashback, ma stavolta non li ho usati, e il fatto
che sia riuscita a non incasinare la storia mi fa molto piacere...^^
Anche per la storia dei personaggi IC, i tuoi complimenti mi hanno
fatto molto piacere, perchè sono sempre convinta di non
rendere bene il fatto che lo siano... Insomma, a volte tendo a farli
impazzire un po'^^ Ma mi consola che tu non ti dispiaccia per la
cosa^^.
Quanto a Matt e L, e a Light e Mello, anche a me piacevano molto come
coppie...Tanto che stavo progettando una cosa su di loro... Bah,
vedrò che riesco a combinare, comunque, perchè
come ho già detto nell'introduzione non ho molta ispirazione
in questo periodo...Comunque mi fa molto piacere che le coppie ti siano
piaciute (compresi Near e Misa, anche se ripeto che non c'è
niente di certo fino alla fine... Resta a guardare che combino!^^)
Quanto al crack... Beh, credo proprio che ci troveremo d'accordo su
questo punto, perchè anche io adoro il crack^^!
Quanto ai personaggi secondari. Mi fa piacere che Mikami e Ryuk ti
siano piaciuti (anche io sono morta dal ridere a rileggere quel pezzo
XD), mentre Rem... dunque... in effetti prima era apparsa come
personaggio secondario, ma poi in seguito alla tua recensione ho deciso
di farle assumere un ruolo un po' più importante... In
effetti mi dispiace anche mettere personaggi così alla
cavolo e poi non farli apparire più... Insomma, avevo dato
persino a Takada, che io odio, un ruolo più importante di
quello di Rem! Anche a Rem dovevo dare importanza, senza dubbio. e tu
me ne hai fatto prendere coscienza... Grazie! Comunque ti anticipo che
per un certo periodo non avrà un ruolo
definito,sarà solo dopo che diventerà una specie
di personaggio onniscente...proprio come nel manga^^
Quanto ai ruoli di L e Matt, posso solo dire che mi fa piacere che ti
siano piaciuti: io personalmente li adoro, in quei ruoli.
Comunque non lusingarmi troppo, che poi mi esalto troppo e non
è mai un bene! Ma mi fa piacere che tu mi ritenga davvero
brava, sul serio, perchè è un traguardo per me
che tu ti sia letta tredici capitoli senza morire prima e anzi
addirittura apprezzandoli, soprattutto perchè io non sono
molto il tipo da storie comiche... Perciò, non scusarti per
essere logorroica (non ti preoccupare, anche io lo sono^^) e, anzi,
sono io che devo solo ringraziarti per avermi fatto
quest'infinità di complimenti e di avermi messo tra i tuoi
autori preferiti!
Ultima cosa, la tua curiosità: non sono fiorentina, ma
milanese, con origini palermitane da parte di padre. Se vedi magari
qualche termine che ti ricorda il tuo dialetto è
perchè io ho viaggiato in mille posti diversi durante le
vacanze estive, e un paio di anni fa sono stata anche lì a
Firenze... Siccome tendo a prendere un po' dai dialetti di qualunque
posto in cui mi trovo, magari inconsciamente ho usato qualcosa del
tuo... O magari sono solo somiglianze con qualcosa del mio!
ps: ho letto adesso che hai modificato la recensione...
cioè, l'avevo letta, ma mi ero dimenticata di salvarla...
Comunque, bisognerà vedere che combinano L e Light... Quei
due sono dei pazzi, potrebbero cambiare le carte in tavola e io nemmeno
me ne accorgo!^^ Comunque mi fa piacere che ti sia piaciuto, invece, il
rapporto di Matt e Mello...Personalmente, come coppia li adoro^^
Grazie mille ancora per la recensione e per la mail... Spero che il
capitolo ti sia piaciuto e scusa per il ritardo astronomico, per
favore... Appena rivedo la persona che venerdì mi ha ridato
l'ispirazione la ringrazio infinitamente, e intanto ne approfitto per
ringraziare te che mi hai dato un input con la tua mail. Un bacione e
alla prossima! xxx!
x EnnyGio: Grazie mille per i complimenti!!! Mi fa piacere che la
storia ti piaccia tanto! Scusa il ritardo dell'aggiornamento, spero che
il capitolo sia abbastanza lungo... Un bacione anche a te e alla
prossima! xxx!
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