College
Bene prima di andare a fare i compiti di Latino ed Epica. E per ugurarvi un felice Halloween passato, vi presento questo Cap.
Ringraziamenti ad :
Ysabel: Lo so, è
triste. Bene questo capitolo i prossimi due capitoli sarannò
esilaranti, visto e condizionato che parleranno delle compagnie delle
stanze, che come ai nostri eroi(Vedrai) non è che siano finiti
assieme alle persone che adorano più a questo mondo. Ma
così dico troppo.
Ps-Anche questo capitolo è tremendamente corto. Mi ci esprimo meglio!!
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!!!College!!!
*°* La stanza 613# *°*
“R-o-n-a-l-d B-i-l-i-u-s W-e-a-s-l-e-y!” scandì bene Ron,
sotto il buco, fatto nella parete di vetro, dove dietro c’era una donna che
pareva più un gufo che una donna, dietro a lui in coda, c’erano Harry che stava
tranquillo, Dean preso dall’euforia, mentre per ultimo Bolt, che più che ha
pensare alla fila per le stanze, stava tranquillo a guardare la fauna femminile
del college. La donna-gufo-civetta
continua a spulciare tra schede ed archivi, poi scostandosi gli occhiali disse:
“Ripeta il cognome!” era solo la
quarantesima volta che li faceva questa domanda, “Weasley!”
ripeté nuovamente il rosso, battendo una mano sulla mezza scrivania di
legno, cortissima, la signora annui, poi prendendo una bacchetta e tirandola
verso uno scompartimento sul quale c’era scritto << Matricole
>> poi l’agitò con un colpo secco e disse: “Accio Weaslet Ronald Bilius!”
e dalla cassettiera saltò un fascicolo che cadde dritto in mano alla donna,
aprendolo trovò molte cose e allegra disse: “Hogwarts Grifond’oro. Uscito con
il 70% ai M.A.G.O. (Allora, lui,
Harry ed Hermione hanno deciso di dare comunque l’esame a fine settimo anno) Grande combattente nella guerra
magica!” poi spulciando bene il
fascicolo infilò una mano dentro ed estrasse una bustina bianca e la passò
sotto il vetro poi seria aggiunse: “Lì, c’è il suo orario a seconda dei corsi
che ha chiesto. Una mappa della scuola, dica semplicemente il luogo che vuole
raggiungere e comparirà la strada e la chiave della sua stanza 612#!” Ron
ringrazio spostandosi, lasciando spazio ad Harry, e agli altri.
Harry, si avvicinò tranquillo, guardando la donna, nei suoi
scintillanti occhiali fucsia, i capelli grigi raccolti in un tupè basso, era
vestita di un celeste pastello, molto acceso, gli occhi erano neri, aveva una
certa età e non aveva ne style ne classe, anche se a guardarla Harry non poté
che avere buoni sentimenti, bensì assomigliasse ad una civetta sembrava una
donna così gentile e buona, guardandola ebbe la stessa impressione che aveva
avuto guardando Silente quando aveva undici anni, di estrema tranquillità. La donna sorridendo e guardando il ragazzo,
muovendo appena gli occhiale e dolce disse: “Prego bel giovanotto. Mi dica il
nome …” mentre riprese a scribacchiare su due o tre fogli, Harry ispirò poi lentamente scandì:
“H-A-R-R-Y J-A-M-E-S P-O-T-T-E-R” la donna prese un espressione
stupefatta, poi con una punta d’allegria
proferì: “Il famoso Harry Potter! Ti avrei dovuto riconoscere. Sei totalmente
uguale a tuo padre!” prima di appellare la scheda del ragazzo, nel frattempo
Harry fissandola chiese: “Lei lo conosceva?”
ogni volta che conosceva qualcuno di nuovo, che aveva incontrato suo
padre, si riempiva di gioia, la donna allegra rispose: “In verità Signor Potter
… Ho insegnato ad Hogwarts per qualche anno. Difesa contro le arti oscure.
Mi manca essere la professoressa Elenoire Bailey Anche se ho frequentato Hogwarts e questa
stessa scuola con tuo nonno e Silente!” poi passò la bustina, gemella a quella di Ron,
dicendoli le stesse cose sulla mappa e l’orario e sulla camera 613# di fronte a
quella dell’amico, poi Harry lascò spazio a Dean.
(Per il corridoio delle camere)
“Allora io ho la 611#!” disse Bolt, guardando il portachiavi
numerati e il numero delle stanze, “Io ho la 612# come Ron!” urlò Dean,
trovando la porta, omonima a quella del Rosso, che urlo, di fianco più avanti
c’era quella di Andrew, mentre di fronte c’era a quella di Ron e Dean, c’era la
613# di Harry, che era già aperta,
dentro c’era un ragazzo che stava litigando con le sue cose, aveva i capelli
biondo cenere, quasi castani, occhi verdi come le foglie, pelle pallida ed un
volto nordico, anzi si vedeva era del nordest, era alto e slanciato, indossava
dei pantaloni neri ed una camicia bianca a righe celestine, mezza sfatta,
mentre cercava di bloccare quello che sembrava un cane della prateria alata, i
quattro ragazzi, guardavano da fuori la porta, nessuno aveva il coraggio di
entrare. “Paris! Calma!” disse il ragazzo,
riuscendo a calmare l’animale e rivelando così un accento tipico
dell’est Europa, si bloccò avvertendo che gli altri lo stavano fissando, ebbe un rossore primordiale sulle guancie
bianche e poi tornando pallido balbettò un: “S – Salve. Io sono Rolf
Scamandro!” poi muovendo il cane della
prateria alato, oscillando il povero animale, allegramente aggiunse: “Mentre
lei … È la mia dolce compagna di sventure Paris!Un vane della prateria
con le ali. Comunemente chiamati Cuccioli volanti.” Stringendola forte alla sua faccia, i quattro rimasero impalati, poi Andrew, da
bravo intellettuale qual’era disse: “Ma tu sei il nipote del grande magizoologo
Newton Artemis Fido Scamandro”
Harry riconobbe quel nome, come quel dello scrittore del suo libro sulle
creature magiche, il ragazzo con il cane della prateria annui, silenzio, Harry sorridente disse: “Tuo zio ha scritto
il mio libro della scuola. Io sono …”, “Harry Potter … So chi sei. So che lui è
Ron Weasley, Dean Thomas … Tu non so chi sei però sei un Bolt!” finì per lui ed
aggiunse anche Rolf, “Si mi chiamo Pois
… Andrew andrà bene lo stesso!” congiunse Bolt, continuando a guardarlo, il
castano allegro domandò: “Con quali fortunati dividerò la stanza?” indicando
due letti vuoti, Harry alzò la mano, dicendo un allegro: “Io!” il ragazzo ne
rimase sbalordito, dividere la stanza con il famoso Harry Potter? Cose
dell’altro mondo. Cose uniche. Cose da College.
“Giorno. Strani Tizi!” si sentì una voce fuori campo, dal
corridoio, un ragazzo dai capelli rossi, scompigliati anzi elettrizzati, tirati
su, con indosso un Kway, i 5 si ritrovarono a fissarlo, affianco a lui, c’era
un castano, con una frangetta lunghissima che arrivava poco sopra la punta del
naso, lasciando intravedere degli splendidi occhi verdi, paragonabili solo a
quelli di Harry, con un abbigliamento nero e oro, “Todd sei ancora vivo?”
domandò Andrew al ragazzo con la frangetta lunga, l’altro mosse appena la testa e con un tono
piatto, completamente vuoto, privo d’emozioni disse: “Si Drew sono ancora
vivo!” poi prese la sua chiava della 611# ed entrò. “Io sono Marcus Jacob Ros.
Il suo compagno di stanza!” disse lo
strano individuo con il Kway, “Sei anche mio compagno di stanza …” stava
dicendo Andrew, prima che l’altro scappasse nella stanza, Ron guardando l’ex
corvo, con una punta di sarcasmo chiese, retoricamente: “Strani quei due?”,
Dean ridacchiò, mentre Andrew rispose: “Ros non so. Ma Todd Malcom Dering
sicuro!È un ex tasso di Hogwarts!” poi ispirò ed entrò nella sua stanza, per
approfondire la conoscenza con i suoi compagni di stanza. “Andiamo anche noi?”
domandò Dean, solamente che ancora prima di finire la frase, Ron lo aveva già spinto dentro, visto che erano rimasti
solo loro due, aveva solo commentato qualcosa come: “Chi sa chi è il terzetto!”
Rolf ed Harry avevano trovato un comune punto d’accordo,
secondo Harry quel ragazzo sapeva tanto di Luna Lovegood, li avrebbe dovuti
presentare, infondo il ragazzo era uno sfegatato fan del Cavillo. Tra
chiacchiere ed altro, non si erano neanche accorti che non era arrivato
l’ultimo ragazzo della camerata, a cui avevano lasciato il letto all’estrema
destra a pochi centimetri dal muro, lontano dalla finestra e quasi
completamente isolato, letto scomodo, ma l’ultimo arrivato era mal
accontentato. Fino al momento in cui sentirono delle voci fuori dalle stanze,
c’erano due ragazzi che confabulavano delle stanze l’una di fronte alle
altre, Rolf non sembrava darci
importanza, mentre ad Harry sembravano famigliari, ma non ci fece neanche caso,
il futuro compagno di stanza si fece notare solo quando infilò la chiave ed
aprì la porta, quando lo vide … Harry si pietrificò, anche il ragazzo appena
entrato ebbe la stessa reazione. “Ciao. Io sono Rolf e lui ed Harry!” disse il bulgaro, non udendo risposte dal
ragazzo. Harry era rimasto paralizzato.
Tutti tranne lui.
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