Capitolo
11
os’era quel rumore fastidioso? Stava
così bene in quel momento, perchè dovevano disturbarla?
Scostò la testa di poco e socchiuse
un occhio velato di sonno. La luce colpì la sua iride senza pietà, e Lina
richiuse immediatamente l’occhio, mugugnando una protesta.
Ancora
quel rumore... clang clang clang
Ritmico
e costante... lo aveva già sentito altre volte, ma non voleva pensare, voleva
solo continuare a dormire... stava riposando così bene... clang clang clang
Sospirò,
e smise di tentare di ordinare alle sue orecchie di non sentirlo.
Clang
clang clang
“?
Come sarebbe a dire?” aprire gli occhi, balzare in piedi e afferrare la sua
piccola daga furono una cosa sola. Non appena mise a fuoco la scena allentò la
presa sulla spada: non erano attaccati. Zelgadiss stava esaminando l’arco di
Will, tendendolo per saggiarne la resistenza. Ameria seduta accanto a quello
che rimaneva del fuoco, sbadigliava e sgranocchiava qualcosa con malavoglia.
Zirna era intenta a fissare la fonte del rumore... clang clang clang
Gourry
e Will si stavano allenando con la spada. Lo spadaccino non voleva dare tregua
al suo allievo, e nonostante i numerosi errori, e l’affaticamento fisico a cui
non era particolarmente abituato, il principe non mollava.
-Stai
meno rigido con il polso, i movimenti devono essere più naturali!- gridò Gourry
mentre sferrava un attacco dall’alto. –La prossima volta para questo tipo di
attacco con il forte della lama, non con il medio, ti sbilancerai di meno!-
Will annuì in risposta, senza parlare per non sprecare fiato inutilmente.
Lina
rinfoderò la daga e si avvicinò a Zirna, sedendosi accanto a lei.
-Come
ti senti?- domandò la pallida ragazza.
-Bè,
direi che non c’è paragone... una dormita da favola! Niente incubi orribili. E’
un sollievo... veramente...- terminò in un sussurro. –Suppongo che Will ti
abbia detto...- -Sì- la interruppe la giovane, -E anche se non sono
particolarmente d’accordo, sono felice che tu ti senta meglio. Io ho riflettuto
tutta la notte, e non sono riuscita ad arrivare ad una conclusione
soddisfacente. Non capisco perchè io dovrei rimanere il Fantasma ed uccidervi,
ne per quale motivo Ren abbia bisogno di un incantesimo potente come un Giga
Slave... ma so che è un personaggio infido, disposto a qualunque cosa per
raggiungere i suoi scopi. Sinceramente, credo solo in parte alla spiegazione
che ha dato Xellos di quegli incubi... Lina, se non mi sbaglio, e a questo
punto non credo proprio, Ren ti ha voluto fare vedere il modo in cui otterrà
ciò di cui ha bisogno anche senza conseguirlo attraverso il sogno.- concluse
continuando ad osservare il fratello che tentava invano di attaccare l’esperto
spadaccino.
Lina
rimase in silenzio, osservando i ragazzi combattere fra loro, senza prestarvi
troppa attenzione. –Tu credi che Ren sarebbe in grado di metterti contro di
noi... fino a quel punto... Forse... forse potrebbe farlo se avesse Will nelle
sue mani. Saresti disposta a tutto pur di salvarlo, non è vero?- domandò
spostando lo sguardo sulla ragazza al suo finaco. Notò che lei strinse le
labbra con forza prima di voltarsi ad affrontarla.
-Ho
pensato anche io che sia l’unico suo modo... ma il fatto che Will non sia mai
comparso nei tuoi incubi mi fa sorgere dei sospetti. Avrebbe potuto aggiungere
a tutto l’orrore che ti ha fatto vedere, anche le torture che intende fare a
mio fratello... e invece non l’ha fatto... Può darsi che non significhi nulla,
ma può anche darsi che in realtà non abbia intenzione di sottoporlo agli
esperimenti che ha testato su di me. Dopotutto con me ha fallito...-
Lina
riflettè un istante, annuendo lentamente. –Se non vuole torturarlo... e di
sicuro non vuole ucciderlo... in che sistema potrebbe convincerti ad attaccarci
invece di collaborare con noi nel tentativo di salvarlo?- sapeva benissimo che
quella era la stessa domanda che la pallida ragazza si era posta tutta la
notte, senza trovare la risposta.
-Non
lo so Lina... non lo so...- rispose Zirna tristemente.
La
maga si alzò di scatto, stringendo i pugni: -Quel bastardo di Ren non avrà
Will, non avrà me e non avrà nemmeno te Zirna! Comincio a stancarmi di tutti
questi misteri... se sapessi dove trovarlo non ci penserei due volte a
raggiungerlo e a dargliele di santa ragione!- si volse verso Zirna, che la
osservava un po’ sorpresa, e le strizzò l’occhio.
-Ma…-
cominciò la pallida ragazza. –Niente ma! Ren sarà pure un priest potente, ma
non devi dimenticare chi hai davanti a te! Dopotutto, IO ho sconfitto
Shabranigdoo, IO ho eliminato Fibrizio… bè, con un piccolo aiuto…- aggiunse a
bassa voce.
-Si
Lina,- la principessa di Lanthas si alzò per fronteggiare la maga, -non ho
dubbi, voi ce la farete…- -No Zirna. NOI ce la faremo. Siamo un gruppo, non
essere così pessimis…- Lina si ritrovò d’improvviso a terra, senza il tempo di
finire ciò che stava dicendo, e capire cosa fosse successo.
-MA
COSA…?!- sbraitò rizzandosi a sedere, e trovandosi faccia a faccia col viso
madido di sudore e sporco di polvere di Will.
-Scusa…-
rantolò il giovane, rialzandosi barcollando. Si puntellò sulla spada e cercò di
recuperare l’equilibrio, offrendo una mano alla maga. –Naaa, lascia Will…
semmai sei tu che hai bisogno di aiuto!- ghignò Lina tirandosi in piedi.
Il
giovane principe le rivolse un sorriso, e poi con un sospiro le diede le spalle
per tornare all’allenamento.
-Will,
non essere precipitoso nell’indietreggiare. Hai visto, basta un sasso per
inciampare e cadere.- Gourry riassunse la posizione di guardia, ma per un
istante rimase fermo immobile squadrando l’allievo. Will ansimava vistosamente,
era completamente ricoperto di polvere, appiccicatasi addosso nella caduta in
cui aveva coinvolto anche Lina. I lunghi capelli castani erano spettinati, i
suoi occhi blu arrossati dalla fatica erano però determinati e puntati su di
lui, come se volessero bloccarlo in quel luogo. Nonostante fosse evidentemente
sfinito dopo quasi due ore di allenamento serrato, la sua posizione di guardia
era perfetta, e le mani stringevano saldamente la spada, senza più alcuna
esitazione o alcun timore. Gourry sorrise: “Fa progressi stupefacenti”, poi
abbassò l’arma, pensando così di terminare l’allenamento.
Will
si slanciò all’attacco, cogliendo lo spadaccino quasi di sorpresa: -Mai
abbassare la guardia!- ironizzò, premendo la lama contro quella di Gourry, con
una fermezza che il biondo ragazzo non si era aspettato.
-E’
molto cocciuto…- commentò la chimera avvicinandosi alle tre ragazze che
osservavano in silenzio.
-Io
lo dicevo che ha la testaccia dura come una pietra… senza offesa Zel- disse
Lina dopo qualche istante.
-Mph!-
fu il commento della chimera. –Piuttosto, credo che sia ora di andare. Abbiamo
voluto lasciarti riposare Lina, ma non possiamo perdere altro tempo-
-Riposare?-
ripetè Lina arrossendo lievemente, -bè… grazie… Ma avete ragione! Da questo
momento in poi non si perderà più tempo, e si marcerà diritti e spediti verso i
Monti Kurgan!- la maga puntò un dito al cielo, e poi si rivolse agli
spadaccini: -Gourry! Will! Andiamo!-
I
quattro si voltarono, avviandosi lungo la via carovaniera. Lina sbirciò dietro
di sé, per vedere se gli altri due l’avevano seguita, ma quelli continuavano a
combattere. –GOURRYYYY!!! WILLLLL!!!- li chiamò… niente… Si avvicinò, e li
chiamò di nuovo… ma l’unica risposta che ottenne fu un fendente di Will diretto
al fianco di Gourry che le passò a 3 cm dal naso...
-PALLA
DI FUOCO!-
-Ehi,
che avete da guardare così? Non mi stavano ad ascoltare!- cercò di
giustificarsi Lina sotto le occhiate di accusa dei compagni. Si grattò il naso
imbarazzata, e si avvicinò ad Ameria, che stava curando le scottature di Will
grazie alla magia.
-Non
ce n’era bisogno Lina... insomma, io ormai ci ho fatto il callo alle tue palle
di fuoco, ma mettere in mezzo pure lui...- Gourry si sfregò il braccio appena
risanato da Zelgadiss.
-Come
sarebbe a dire ci hai fatto il callo?-
sbottò Lina fissandolo furente.
-Su
Lina, non prendertela con Gourry... dopotutto non mi sono fatto nulla...- Will
si alzò in piedi un po’ incerto, ripulendosi dalla fuliggine sul viso. –Grazie
Ameria- sorrise alla principessa di Sailoon.
-Niente
più interruzioni, eh Lina?- disse la chimera, le braccia incrociate nel solito
atteggiamento seccato. –Vogliamo muoverci? Non vorrei sembrare insistente, ma
qualcuno di non ben definito ci PRECEDE...- aggiunse.
-Zel,
non ti ci mettere anche tu, eh? Non è colpa mia se ci siamo fermati ancor prima
di partire! LORO non stavano seguendo!-
-E
ti è sembrato normale scagliare una palla di fuoco per richiamare la loro
attenzione, eh? Già che c’eri, potevi spedirli direttamente a Mahal, almeno
potevamo guadagnare tempo!-
-Ehi!
Lina, Zelgadiss! Vi decidete a venire?- li chiamò Ameria in coda agli altri,
davanti a loro, lungo la via che passava nel deserto.
-EH???-
esclamarono in coro lo sciamano e la maga. Tante storie, e alla fine erano
rimasti indietro loro... si guardarono stupiti,e si concessero un ghigno, prima
di seguire gli amici.
Mahal,
città fiorente e di intensi scambi, si trovava proprio al confine tra il
deserto roccioso, che nell’ultimo breve tratto aveva preso il posto di quello
molto più sabbioso della zona di Dun’amth, e una fertile valle lussureggiante.
La ricchezza della città era palese: nella periferia si trovavano ville
lussuosissime con enormi giardini, e avvicinandosi al suo cuore pulsante si
vedevano lungo le strade negozi di tutti i tipi e per tutti i gusti, locande,
osterie, ristoranti di classe ed edifici pubblici maestosi e con ogni
probabilità di qualche rilevanza storica. Le facce che si incontravano per la
strada erano le più disparate: mercanti frettolosi di correre al lavoro, donne ciarliere
ricche di borse e pacchi, ma anche mendicanti, che venivano allontanati dalle
guardie cittadine.
-Sembra
enorme...- sussurrò Will, guardandosi attorno allibito.
-In
effetti è più spettacolare di Landar, ma non credo che sia molto più grande- affermò
Zirna, osservando ogni cosa con attenzione da sotto il nero cappuccio, calato
fin sugli occhi.
-Non
avrei mai immaginato che in questo posto sperduto ci potesse essere una città
come questa... chissà quali ricchi affari sarei in grado di concludere...- Lina
notò un’occhiataccia da parte della chimera, -... se avessimo tempo,
ovviamente!- terminò.
-Lina,
il tempo per mangiare lo abbiamo, vero? Il mio stomaco dice che è quasi ora di
pranzo...- Gourry sorrise allegramente, massaggiandosi la pancia che brontolava
per ora in modo decentemente sommesso.
-Ehm...
sentite, io proporrei di trovare un posto in cui Will possa darsi una
ripulita...- suggerrì Ameria, fissando obliquamente il principe.William osservò
le sue condizioni, e sorrise imbarazzato: era ancora pieno di polvere, e i
passanti lo notavano, scambiandosi sguardi di mutua comprensione pieni di
sospetto.
-Hai
ragione Ameria, non può andare in giro conciato a questo modo. Vada per una
locanda allora!- Lina velocizzò il passo, osservando tutte le insegne che
incontrava sulla sua strada.
Non
appena ne trovò una, vi si infilò, seguita a ruota dagli altri.
-Io
vado a darmi una ripulita e a rendermi presentabile... Lina, ordina per me per
favore, quello che prendi tu andrà benissimo... ho una fame da lupi!- Will le
strizzò l’occhio e si diresse al banco per chiedere dove fosse il bagno.
-Bene!
Vediamo un po’ quali sono i piatti tipici della zona!- disse allegra la maga,
ispezionando il menù.
-Ma
è mai possibile che qui ogni cosa abbia un nome così strano?- Gourry si arrese
e posò il menù sul tavolo, con una scrollata di spalle.
-Basta
chiedere spiegazioni Gourry, non è poi così difficile. Ma io preferisco
affidarmi all’intuito! E poi, è un’emozione scoprire piatti sempre nuovi, no?-
Lina sogghignò in direzione dello spadaccino, e alzò la mano per richiamare
l’attenzione di una cameriera.
-Lina...-
-Più
tardi Zel... Bene, noi vorremmo ordinare questo questo questo....- cominciò la
maga indicando i nomi delle pietanze.
-Lina...-
-Sh!
Non interrompermi Zel! O perdo il conto! Ah, e faccia anche doppia porzione di
questo, e poi quest’altro...-
Zelgadiss
alzò le spalle rassegnato. –Se ne accorgerà... e non ne sarà molto felice...-
mugugnò tra sè.
-Che
cosa Zelgadiss?- domandò Ameria mentre attendeva che la lunga lista delle
ordinazioni di Lina fosse terminata.
-Non
ti preoccupare Ameria... quando sarà ora di pagare, Lina se ne accorgerà!-
rispose la chimera, con una grossa goccia di sudore spuntata sulla tempia nel
constatare che Lina stava ancora ordinando per lei... –Oh, se se ne accorgerà!-
-Così
va molto meglio!- commentò Will guardandosi allo specchio, e rassettandosi
anche i capelli scompigliati. –Bè, non sembrerò un principe... ma almeno non mi
guarderanno più in quel modo!- sorrise alla sua immagine riflessa, e scoppiò in
una risata quando il suo stomaco brontolò sonoramente.
“William...”
-Ah,
no nonnino! Non rompere proprio ora! Ho fame, e non ho voglia di sentire le tue
stupidaggini! Mi dispiace, ma sarà per un’altra volta!- il principe chiuse il
laccio del gillet blu, e si diresse verso la porta.
“Lo
specchio...” lo indirizzò il bisavolo.
Will
si fermò, e si girò lentamente. Di fronte a lui non c’era più il suo riflesso,
ma quello di un’altra persona. Dopo un primo momento di smarrimento, osservò
l’uomo che gli stava di fronte: fiero, completamente vestito di bianco, con
un’armatura argentata e un lungo mantello che aveva i riflessi di un cristallo
al sole. I capelli biondissimi erano corti e spettinati; lo sguardo deciso e
impassibile, gli occhi grigi e penetranti. A chiudere il mantello, sul petto,
spiccava una sorta di amuleto, una medaglia di lucente oro con un grande
zaffiro ovale al centro e quattro piccoli diamanti attorno, legati tra loro da
un fine ricamo in oro sbalzato. Quell’oggetto era stranamente familiare... Will
spostò la mano, come per volerlo toccare, e l’immagine allo specchio riflettè
il suo movimento.
-Chi...
cosa...?- non riusciva a staccare gli occhi da quell’uomo, ma non aveva
paura...
“Lo
vedi il suo coraggio? La sua forza? Senti che è invincibile?” sussurrò con tono
ammirato il parente. Will sussultò: aveva scordato la sua presenza. Poi
all’improvviso notò le orecchie della figura: erano a punta! Un’elfo! L’ELFO!
-Sei
tu!- esclamò incredulo spalancando gli occhi per lo stupore. –Come hai
fatto...?-
“Anche
tu puoi diventare forte e invincibile William! Liberami...ora!” l’elfo era
eccitiato. Aveva trovato il punto debole del nipote? Voleva diventare forte?
Con il suo aiuto, la sua magia, sarebbe stato imbattibile!
William
ammirò ancora per qualche istante il guerriero elfico allo specchio. Quello era
il suo bisnonno? Lentamente si accorse della somiglianza: la forma del viso, la
corporatura, erano le stesse...
“Liberami
e sarai tu...” ricominciò insistente la voce.
-NO!-
lo interruppe Will. –Io... io voglio rimanere me stesso! Non... non voglio i
tuoi poteri, non voglio cambiare! Diventerò forte per conto mio! Io sono
William Brightwood di Lanthas, non sono...- all’improvviso si accorse di non
conoscere il nome del bisavolo.
“Leniars”
suggerì la voce.
-Len...-
non terminò di ripeterlo, scioccato da quella rivelazione. Il sangue gli si
raggelò nelle vene, il suo volto sbiancò completamente, e gli sembrò che il
cuore avesse perso qualche battito. Sgranò gli occhi e tornò a fissare
l’immagine allo specchio. –No...- disse con un filo di voce. Leniars. Perchè da
piccolo doveva amare così tanto le leggende e le storie sulla Guerra al Gran
Demone? Quel nome gli era familiare. Leniars. L’elfo guerriero. Primo cavaliere
scelto da Oceano, colui che aveva ricevuto il Dono. L’elfo dai poteri così
immensi, da arrivare fin quasi a distruggere Shabranigdoo e tutto quello che li
circondava. L’unico elfo che aveva fama di essere un sanguinario... che era
impazzito e si era suicidato. Leniars: tutto il potere e la follia del più
terribile elfo ancestrale, era dentro di lui.
Will
indietreggiò terrorizzato, fissando, senza essere in grado di distogliere lo
sguardo, l’immagine nello specchio. Scosse la testa: “No... non può essere...”
Con uno scatto mosso più dalla paura che dalla determinazione afferrò la
maniglia della porta, si catapultò fuori e la chiuse in fretta. Respirando con
fatica appoggiò la schiena alla porta, cercando di recuperare il controllo,
imponendosi di rimanere calmo.
“E’
inutile William, non puoi fuggire da me... Non puoi fuggire da te stesso!” lo
schernì ironica la voce di Leniars.
-Will!
Ce ne hai messo di tempo, eh? Dai, siediti e vieni a mangiare! Guarda quanto
ben di dio!- lo chiamò allegramente Lina, facendogli segno con una coscia di
pollo stretta nella destra.
-Ehi,
che hai? Mi sembri un po’ palliduccio...- aggiunse preoccupata, staccando con
un morso un brano di carne.
-Will,
va tutto bene?- domandò allora sua sorella, allontanando il suo piatto, e sporgendosi
per osservare meglio il ragazzo di fronte a lei.
-Sembra
quasi che tu abbia visto un fantasma...- Zelgadiss non aveva dato troppo peso
alla sua affermazione, e non comprese lo sguardo smarrito e terrorizzato che il
giovane principe alzò su di lui.
Lina
smise di mangiare, posando ciò che rimaneva della coscia di pollo. Al tavolo
calò il silenzio: ecco, era giunto il momento di quella rivelazione. Lina lo
sapeva, Ameria lo intuiva, William stava per parlare...
-Ehi
Will... lo mangi l’arrosto? No? Bè, non ti secca se lo prendo io, vero?-
-GOURRY!!!-
Lina lo colpì diritto sulla nuca con una sberla, e il volto dell’amico finì
spiaccicato sul tavolo.
-Ma
che ho fatto ora di male?- si lamentò il ragazzo, massagginadosi il naso
schiacciato.
-E’
mai possibile che... oh, lasciamo perdere!- sospirò la maga osservando lo
spadaccino che sembrava avere un grosso punto interrogativo lampegginate
proprio sul viso. –E’ troppo lunga da spiegare...-
-Will...-
sussurrò Zirna, prendendo la mano al fratello. Tremava... confuso, spaventato,
non più tanto sicuro di poter fermare il bisnonno, ora che conosceva la sua
identità, la forza determinata del ragazzo si stava piegando. Il sigillo che
portava al collo cominciò ad illuminarsi fiocamente. Ameria fu la prima ad accorgersene:
-Il ciondolo!- strillò col fiato mozzo e gli occhi sgranati per la paura. Di
nuovo pietrificati da quell’aura potente che emanava dal giovane, trattennero
il respiro senza riuscire a muovere un solo muscolo.
Will
strinse i pugni, sentendo dentro di sè la forza di Leniars cercare un varco,
fargli ribollire il sangue, lottare disperatamente contro quel minuscolo ma
potente sigillo.
Il
ragazzo alzò implorante lo sguardo sulla sorella, chiedendo con gli occhi il
suo aiuto. Zirna lentamente allungò l’altra mano verso di lui, e strinse con
vigore le sue. –Puoi farcela Will...- bisbigliò con voce tremante.
Paura...
paura ed insicurezza accendevano la miccia, rendevano debole Will e forte
qualsiasi cosa si celasse in lui. “Rifletti Lina... cosa si può fare?” pensò la
ragazza respirando profondamente. Doveva evitare il peggio, non poteva
permettere che Will perdesse il controllo proprio lì in mezzo ad una città così
affollata. Fiducia...
Nonostante
non gliela avesse accordata, Zirna gliela aveva dimostrata con coraggio, mentre
loro erano lì immobili. Lina posò lentamente le sue mani su quelle dei
fratelli: -Ho fiducia in te...- mormorò fissando il giovane negli occhi. Ameria
sembrò riprendersi, e imitò l’amica; ben presto anche Gourry e Zelgadiss si unirono
a loro. La sua forza era la fiducia che riponevano in lui: il valore di una
persona è dovuto in parte all’aiuto dei compagni... Le parole di Omeltia le
erano tornate in mente nel medesimo istante in cui aveva stretto le mani
tremanti di Will, e aveva avuto la certezza che quella era la soluzione giusta
nel momento in cui gli amici avevano fatto lo stesso: il giovane si era
calmato, e il sigillo aveva smesso di brillare tetramente.
Con
un profondo respiro Will riassunse il controllo e chiuse gli occhi, lasciandosi
andare contro lo schienale della sedia.
-Will...-
cominciò Lina decisa, -... credo che sia ora che tu ci dica qualcosa. Sbaglio?-
disse fissandolo con serietà. Il ragazzo aprì gli occhi, sospirò e deglutì,
preparandosi a parlare.
-Lina...-
Gourry richiamò la sua attenzione mettendole una mano sulla spalla.
-Non
ora Gourry!- protestò lei, continuando ad osservare il giovane principe.
-Lina...
credo che tu debba dare un’occhiata...- continuò lo spadaccino.
-OH
INSOMMA! Perchè tutti oggi mi devono interrompere! Cosa c’è Gourry?!- sbottò
voltandosi ad osservare l’amico che stringeva in mano un foglio che aveva
l’aria di essere una ricevuta.
-Bè,
chi ha chiesto il conto? Io non ho ancora finito di mangiare!- domandò seccata.
-Io
Lina. Non volevo che spendessi tutti i nostri soldi in cibo- disse beatamente
la chimera, sorseggiando il caffè da una piccola tazza rossa.
-Come
sarebbe a dire?- chiese incuriosita la maga, strappando la ricevuta dalle mani
del biondo ragazzo. La sua fronte cominciò a riempirsi di tante goccie di
sudore mano a mano che scorreva la lunga lista di ciò che avevano consumato.
Nel momento in cui il volto di Lina si fece cinereo, Zelgadiss seppe che aveva
scoperto a quanto ammontasse il conto totale.
-CHE
COOOOSA?????? MA STIAMO SCHERZANDO???? 7260 MONETE D’ORO? E’ UN FURTO!- escalmò
infuriata. –Ora vado a chiarire la cosa con l’oste! Ci deve essere stato un
errore!- Lina si alzò in piedi sbattendo il conto sul tavolo.
-Lina...
nessun errore. Se tu avessi guardato anche i prezzi sul menù ti saresti accorta
che in questa città probabilmente l’inflazione è molto alta...- spiegò la
chimera, senza scomporsi minimamente.
-ALTA?!
ALTA dici? Questa non è inflazione! E’ una RAPINA bella e buona!- gridò.
-Chi
sta parlando di rapina?- domandò una voce profonda da un tavolo in un angolo
della locanda. Lina, con gli occhi inniettati di rabbia, si volse in quella
direzione. Un uomo alto e muscoloso si avvicinò loro: abiti in resistente
cuoio, lucida cotta di maglia, schinieri e paraspalle, un’enorme spada al
fianco... e lo stemma della città cucito sul mantello: una guardia cittadina!
-Oh-oh...-
bisbigliò Gourry, temendo il peggio.
-Allora,
chi vi ha rapinato signorina?- chiese ancora la guardia avvicinandosi a Lina.
La maga assunse l’espressione più innocente del mondo, sbattendo le palpebre
come una cerbiatta inebetita. –Oh, nessuno signora guardia... si è trattato di
un malinteso...- rise agitando la mano.
-Un
malinteso, eh?- rispose l’uomo sollevando un sopracciglio e squadrando i
compagni seduti al tavolo. Molto probabilemente qualcuno tra loro non ispirò
particolarmente fiducia, poichè la guardia tornò ad osservare Lina con
espressione truce: -Pagate il conto ed andatevene da questa città. Non ci
piacciono mercenari ed avventurieri-
L’espressione
indifesa così splendidamente interpretata da Lina scomparve in un istante dal
suo viso.
-State
pronti...- Gourry ammonì i compagni.
-Ma
non possiamo farlo!- sussurrò Ameria.
-Che
c’è, non le piacciono i miei compagni?- sorrise ironica la maga. –Oh, so che
sono strani, rompiscatole, esaltati e rincitrulliti, ma nessuno può dirci dove
possiamo o non possiamo andare!- concluse scattando in avanti, assestando alla
guardia un poderoso Inverse-Kick nelle parti basse. L’uomo si piegò in preda al
dolore gridando, mentre Lina fuggiva via infilando la porta alla velocità della
luce assieme ai compagni. Dietro di loro sentirono la voce della guardia
sbraitare l’ordine di catturarli, e l’oste della locanda che strillava di
essere stato derubato.
-Lina!
Di questo passo mi farai diventare una criminale! Io, la paladina della
Giustizia!- piagnucolò la principessa di Sailoon.
-Zitta
Ameria, e pensa a correre!- Stavano sfrecciando per una delle strade principali
di Mahal, e dietro di loro cominciavano a sentirsi i passi di corsa di diversi
stivali ferrati: le guardie non intendevano mollarli. –Ma come sono pignoli in
questa città!- brontolò Zelgadiss, lanciandosi un’occhiata alle spalle, con un
mezzo ghigno sulle labbra.
-Sulla
mia fedina penale mancava solo il furto! Ora posso dire di avere quasi
completato la lista!- disse ironicamente Zirna, correndo veloce come il vento,
sorpassando tutti.
-Di
qua!- li indirizzò Gourry, svoltando a sinistra in una stradina stretta che si
snodava in tortuose curve, fiancheggiata da vecchi edifici cadenti.
-Gourry,
se ci conduci in un vicolo cieco giuro che ti scortico a mani nude!- lo
minacciò Lina.
-Seguitemi,
da questa parte!- lo spadaccino infilò un’ulteriore vicolo. Le voci degli
inseguitori si facevano sempre più lontane, ormai non si distinguevano più le
loro parole.
-Qua
dentro!- li guidò Gourry, aprendo senza problemi una porta che fino a qualche
istante prima era stata probabilmente sprangata, dato che conduceva all’interno
di un fatiscente e pericolante teatro. Entrato per ultimo, Zelgadiss chiuse la
porta mettendovi anche il catenaccio che aveva notato per terra lì vicino. Poi
si avvicinò incuriosito a Gourry: -Come sapevi di questo posto?- domandò. Anche
Lina si avvicinò allo spadaccino: -Come hai fatto a condurci fino a qui, e come
sapevi che la porta era aperta?- chiese osservando l’amico come se lo vedesse
per la prima volta.
Gourry
si grattò imbarazzato la nuca, sorridendo e arrossendo allo stesso tempo:
-Bè... io ho seguito la mano...-
I
compagni si guardarono interdetti. –QUALE mano Gourry?- domandò Lina respirando
a grandi boccate, per mantenere il controllo. Con ogni probabilità Gourry intuì
che forse non aveva fatto una cosa poi tanto giusta, e fece qualche passo
indietro, allontanandosi dalla maga per evitare qualsiasi colpo troppo
ravvicinato. Si preparò a fornire la sua spiegazione: -Ehm... la mano che mi
chiamava all’angolo da svoltare... io presumo che si sia trattato di qualcuno
che volesse aiutarci... ma... uh... io... non l’ho visto... era troppo veloce,
e scorgevo solo la sua indicazione dietro ogni angolo...-
Lina
si puntò un dito in fronte, riflettendo a denti stretti: -Fammi capire...
stiamo scappando dalle guardie cittadine ed un emerito sconosciuto dovrebbe
aiutarci a fuggire... quanto altruismo, eh Gourry?-
-Ci
sono anche persone buone in giro, Lina...- cercò di giustificarsi l’amico.
-BUONE
un corno! Ma come ti è saltato in mente? Cos’hai in quella testa, segatura?
Siamo bersaglio di demoni, e di un altro tizio che si diverte a precederci,
e tu... tu testa di rapa! Ti
metti a seguire LE MANI???!!!!- la maga saltò addosso al ragazzo, buttandolo a
terra, e afferrandolo poi per le gambe, facendolo roteare in aria.
-Lina!
Fermati! Rischi di fare crollare l’intero edificio!- l’avvisò Zelgadiss prima
che lei potesse lasciare andare lo spadaccino a schiantarsi contro qualche
parete non troppo resistente. La ragazza lasciò la presa sullo sventurato
amico, che finì a terra ai suoi piedi.
-Che
caratteraccio! Non c’è bisogno di reagire sempre in questo modo!- la rimproverò
Gourry rimettendosi in piedi, e mantenendo una certa distanza di sicurezza
dall’amica.
-CHI
ha un caratteraccio Gourry?! Ma lo capisci o no che ci hai guidati in una
trappola?!- sbraitò la ragazza, con la vena sulla fronte che pulsava così
velocemente da dare l’impressione che potesse scoppiare da un momento
all’altro.
-Credete
che durerà a lungo?- domandò Will avvilito, osservando i due compagni che
litigavano.
-No.
Loro sono sempre così... certo, Lina è un po’ più nervosa del solito...-
rispose Ameria, sedendosi accanto al principe e a Zirna.
La
chimera sospirò scrollando le spalle: -Ci conviene rimanere qui finchè le acque
non si saranno calmate. Potremmo scappare stanotte...- propose pensieroso.
Incrociò le braccia al petto, e si appoggiò con attenzione ad una parete.
-Io
non sento la presenza di un demone...- Zirna sembrava un po’ sorpresa della
cosa.
-Già,
nemmeno io. E credo neanche Lina, altrimenti non sprecherebbe energia a
litigare a quel modo con lui- Zelgadiss si concesse un mezzo sorriso osservando
i due amici. “Possibile che non riescano ad essere seri nemmeno nei momenti
peggiori?” si domandò scrollando la testa.
-Will...
che hai?- chiese Ameria al ragazzo, constatando che gli occhioni blu del principe
si erano riempiti di lacrime, e tratteneva pittorescamente i singhiozzi
mordendosi il labbro inferiore. Il giovane tirò su col naso: -Possibile che la
scena mi sia stata rubata per una sciocchezza come una ricevuta da
ristorante?!- si lamentò con i lacrimoni che scendevano sulle guance.
-Eh?-
Ameria inarcò un sopracciglio, fissando Will come se fosse uno scemo completo.
-Sì,
insomma... io sono lì afflitto che sto per rivelare una sconcertante verità, e –puff-
l’atmosfera sparisce in un secondo! Così non va, come diavolo faccio ad essere
un personaggio serio? Me lo spieghi?- il ragazzo fissò con cipiglio e
concentrazione Ameria, dando grande peso alle sue parole, facendo risultare il
tutto ancora più ridicolo.
La
ragazza si cacciò a ridere: -Tu devi avere bevuto troppo! E’ impossibile
ottenere più di 5 minuti di serietà con loro due...-. Tornò a guardare Will:
non stava ridendo. –Quello che hai da dire deve essere molto importante, eh? E’
difficile tenersi tutto dentro e lottare da soli, vero? Bè, ora vedo se riesco
a farli smettere, così hai la possibilità di continuare da dove sei stato
interrotto- si alzò in piedi, ma Will la trattenne prendedole la mano nelle
sue. Ameria si voltò ad osservarlo, arrossendo lievemente.
-Grazie...
è terribile affrontarlo da solo- sussurrò Will, sorridendole dolcemente.
-CERVELLO
DI MEDUSA CHE NON SEI ALTRO! SE FINIREMO MALE SARA’ COLPA TUA!- gridò Lina
infuriata e paonazza in volto.
-Non
finiremo male Lina! Non siamo dei completi sprovveduti! Io ti proteggerò a
qualsiasi costo e...-
-Ssssshhhhh!-
Gourry
venne interrotto.
-Che
cos’è stato?- chiese Lina subito allertata da quel rumore.
-Qualcuno
ha cercato di azzittirti... finalmente- aggiunse Gourry sottovoce.
-GOURRY!
TI HO SENTITO, SAI?-
-Sssssshhhh!-