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Autore: Tye Menkauhor    06/11/2009    1 recensioni
Ciao a tutti! Questa storia è ambientata qualche tempo dopo la serie try. Lina e Gourry hanno una loro meta, ma l'arrivo di due nuovi persoanggi sconvolgerà i piani di tutti, guidandoli verso i guai!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gourry Gabriev, Lina Inverse, Personaggio originale, Amelia, Zelgadis Greywords
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 11

Capitolo 11

 

C

os’era quel rumore fastidioso? Stava così bene in quel momento, perchè dovevano disturbarla?

Scostò la testa di poco e socchiuse un occhio velato di sonno. La luce colpì la sua iride senza pietà, e Lina richiuse immediatamente l’occhio, mugugnando una protesta.

   Ancora quel rumore... clang clang clang

   Ritmico e costante... lo aveva già sentito altre volte, ma non voleva pensare, voleva solo continuare a dormire... stava riposando così bene... clang clang clang

   Sospirò, e smise di tentare di ordinare alle sue orecchie di non sentirlo.

   Clang clang clang

   ? Come sarebbe a dire?” aprire gli occhi, balzare in piedi e afferrare la sua piccola daga furono una cosa sola. Non appena mise a fuoco la scena allentò la presa sulla spada: non erano attaccati. Zelgadiss stava esaminando l’arco di Will, tendendolo per saggiarne la resistenza. Ameria seduta accanto a quello che rimaneva del fuoco, sbadigliava e sgranocchiava qualcosa con malavoglia. Zirna era intenta a fissare la fonte del rumore... clang clang clang

   Gourry e Will si stavano allenando con la spada. Lo spadaccino non voleva dare tregua al suo allievo, e nonostante i numerosi errori, e l’affaticamento fisico a cui non era particolarmente abituato, il principe non mollava.

   -Stai meno rigido con il polso, i movimenti devono essere più naturali!- gridò Gourry mentre sferrava un attacco dall’alto. –La prossima volta para questo tipo di attacco con il forte della lama, non con il medio, ti sbilancerai di meno!- Will annuì in risposta, senza parlare per non sprecare fiato inutilmente.

   Lina rinfoderò la daga e si avvicinò a Zirna, sedendosi accanto a lei.

   -Come ti senti?- domandò la pallida ragazza.

   -Bè, direi che non c’è paragone... una dormita da favola! Niente incubi orribili. E’ un sollievo... veramente...- terminò in un sussurro. –Suppongo che Will ti abbia detto...- -Sì- la interruppe la giovane, -E anche se non sono particolarmente d’accordo, sono felice che tu ti senta meglio. Io ho riflettuto tutta la notte, e non sono riuscita ad arrivare ad una conclusione soddisfacente. Non capisco perchè io dovrei rimanere il Fantasma ed uccidervi, ne per quale motivo Ren abbia bisogno di un incantesimo potente come un Giga Slave... ma so che è un personaggio infido, disposto a qualunque cosa per raggiungere i suoi scopi. Sinceramente, credo solo in parte alla spiegazione che ha dato Xellos di quegli incubi... Lina, se non mi sbaglio, e a questo punto non credo proprio, Ren ti ha voluto fare vedere il modo in cui otterrà ciò di cui ha bisogno anche senza conseguirlo attraverso il sogno.- concluse continuando ad osservare il fratello che tentava invano di attaccare l’esperto spadaccino.

   Lina rimase in silenzio, osservando i ragazzi combattere fra loro, senza prestarvi troppa attenzione. –Tu credi che Ren sarebbe in grado di metterti contro di noi... fino a quel punto... Forse... forse potrebbe farlo se avesse Will nelle sue mani. Saresti disposta a tutto pur di salvarlo, non è vero?- domandò spostando lo sguardo sulla ragazza al suo finaco. Notò che lei strinse le labbra con forza prima di voltarsi ad affrontarla.

   -Ho pensato anche io che sia l’unico suo modo... ma il fatto che Will non sia mai comparso nei tuoi incubi mi fa sorgere dei sospetti. Avrebbe potuto aggiungere a tutto l’orrore che ti ha fatto vedere, anche le torture che intende fare a mio fratello... e invece non l’ha fatto... Può darsi che non significhi nulla, ma può anche darsi che in realtà non abbia intenzione di sottoporlo agli esperimenti che ha testato su di me. Dopotutto con me ha fallito...-

   Lina riflettè un istante, annuendo lentamente. –Se non vuole torturarlo... e di sicuro non vuole ucciderlo... in che sistema potrebbe convincerti ad attaccarci invece di collaborare con noi nel tentativo di salvarlo?- sapeva benissimo che quella era la stessa domanda che la pallida ragazza si era posta tutta la notte, senza trovare la risposta.

   -Non lo so Lina... non lo so...- rispose Zirna tristemente.

   La maga si alzò di scatto, stringendo i pugni: -Quel bastardo di Ren non avrà Will, non avrà me e non avrà nemmeno te Zirna! Comincio a stancarmi di tutti questi misteri... se sapessi dove trovarlo non ci penserei due volte a raggiungerlo e a dargliele di santa ragione!- si volse verso Zirna, che la osservava un po’ sorpresa, e le strizzò l’occhio.

   -Ma…- cominciò la pallida ragazza. –Niente ma! Ren sarà pure un priest potente, ma non devi dimenticare chi hai davanti a te! Dopotutto, IO ho sconfitto Shabranigdoo, IO ho eliminato Fibrizio… bè, con un piccolo aiuto…- aggiunse a bassa voce.

   -Si Lina,- la principessa di Lanthas si alzò per fronteggiare la maga, -non ho dubbi, voi ce la farete…- -No Zirna. NOI ce la faremo. Siamo un gruppo, non essere così pessimis…- Lina si ritrovò d’improvviso a terra, senza il tempo di finire ciò che stava dicendo, e capire cosa fosse successo.

   -MA COSA…?!- sbraitò rizzandosi a sedere, e trovandosi faccia a faccia col viso madido di sudore e sporco di polvere di Will.

   -Scusa…- rantolò il giovane, rialzandosi barcollando. Si puntellò sulla spada e cercò di recuperare l’equilibrio, offrendo una mano alla maga. –Naaa, lascia Will… semmai sei tu che hai bisogno di aiuto!- ghignò Lina tirandosi in piedi. 

   Il giovane principe le rivolse un sorriso, e poi con un sospiro le diede le spalle per tornare all’allenamento.

   -Will, non essere precipitoso nell’indietreggiare. Hai visto, basta un sasso per inciampare e cadere.- Gourry riassunse la posizione di guardia, ma per un istante rimase fermo immobile squadrando l’allievo. Will ansimava vistosamente, era completamente ricoperto di polvere, appiccicatasi addosso nella caduta in cui aveva coinvolto anche Lina. I lunghi capelli castani erano spettinati, i suoi occhi blu arrossati dalla fatica erano però determinati e puntati su di lui, come se volessero bloccarlo in quel luogo. Nonostante fosse evidentemente sfinito dopo quasi due ore di allenamento serrato, la sua posizione di guardia era perfetta, e le mani stringevano saldamente la spada, senza più alcuna esitazione o alcun timore. Gourry sorrise: “Fa progressi stupefacenti”, poi abbassò l’arma, pensando così di terminare l’allenamento.

   Will si slanciò all’attacco, cogliendo lo spadaccino quasi di sorpresa: -Mai abbassare la guardia!- ironizzò, premendo la lama contro quella di Gourry, con una fermezza che il biondo ragazzo non si era aspettato.

   -E’ molto cocciuto…- commentò la chimera avvicinandosi alle tre ragazze che osservavano in silenzio.

   -Io lo dicevo che ha la testaccia dura come una pietra… senza offesa Zel- disse Lina dopo qualche istante.

   -Mph!- fu il commento della chimera. –Piuttosto, credo che sia ora di andare. Abbiamo voluto lasciarti riposare Lina, ma non possiamo perdere altro tempo-

   -Riposare?- ripetè Lina arrossendo lievemente, -bè… grazie… Ma avete ragione! Da questo momento in poi non si perderà più tempo, e si marcerà diritti e spediti verso i Monti Kurgan!- la maga puntò un dito al cielo, e poi si rivolse agli spadaccini: -Gourry! Will! Andiamo!-

   I quattro si voltarono, avviandosi lungo la via carovaniera. Lina sbirciò dietro di sé, per vedere se gli altri due l’avevano seguita, ma quelli continuavano a combattere. –GOURRYYYY!!! WILLLLL!!!- li chiamò… niente… Si avvicinò, e li chiamò di nuovo… ma l’unica risposta che ottenne fu un fendente di Will diretto al fianco di Gourry che le passò a 3 cm dal naso...

   -PALLA DI FUOCO!-

 

   -Ehi, che avete da guardare così? Non mi stavano ad ascoltare!- cercò di giustificarsi Lina sotto le occhiate di accusa dei compagni. Si grattò il naso imbarazzata, e si avvicinò ad Ameria, che stava curando le scottature di Will grazie alla magia.

   -Non ce n’era bisogno Lina... insomma, io ormai ci ho fatto il callo alle tue palle di fuoco, ma mettere in mezzo pure lui...- Gourry si sfregò il braccio appena risanato da Zelgadiss.

   -Come sarebbe a dire ci hai fatto il callo?-  sbottò Lina fissandolo furente.

   -Su Lina, non prendertela con Gourry... dopotutto non mi sono fatto nulla...- Will si alzò in piedi un po’ incerto, ripulendosi dalla fuliggine sul viso. –Grazie Ameria- sorrise alla principessa di Sailoon.

   -Niente più interruzioni, eh Lina?- disse la chimera, le braccia incrociate nel solito atteggiamento seccato. –Vogliamo muoverci? Non vorrei sembrare insistente, ma qualcuno di non ben definito ci PRECEDE...- aggiunse.

   -Zel, non ti ci mettere anche tu, eh? Non è colpa mia se ci siamo fermati ancor prima di partire! LORO non stavano seguendo!-

   -E ti è sembrato normale scagliare una palla di fuoco per richiamare la loro attenzione, eh? Già che c’eri, potevi spedirli direttamente a Mahal, almeno potevamo guadagnare tempo!-

   -Ehi! Lina, Zelgadiss! Vi decidete a venire?- li chiamò Ameria in coda agli altri, davanti a loro, lungo la via che passava nel deserto.

   -EH???- esclamarono in coro lo sciamano e la maga. Tante storie, e alla fine erano rimasti indietro loro... si guardarono stupiti,e si concessero un ghigno, prima di seguire gli amici.

 

   Mahal, città fiorente e di intensi scambi, si trovava proprio al confine tra il deserto roccioso, che nell’ultimo breve tratto aveva preso il posto di quello molto più sabbioso della zona di Dun’amth, e una fertile valle lussureggiante. La ricchezza della città era palese: nella periferia si trovavano ville lussuosissime con enormi giardini, e avvicinandosi al suo cuore pulsante si vedevano lungo le strade negozi di tutti i tipi e per tutti i gusti, locande, osterie, ristoranti di classe ed edifici pubblici maestosi e con ogni probabilità di qualche rilevanza storica. Le facce che si incontravano per la strada erano le più disparate: mercanti frettolosi di correre al lavoro, donne ciarliere ricche di borse e pacchi, ma anche mendicanti, che venivano allontanati dalle guardie cittadine.

   -Sembra enorme...- sussurrò Will, guardandosi attorno allibito.

   -In effetti è più spettacolare di Landar, ma non credo che sia molto più grande- affermò Zirna, osservando ogni cosa con attenzione da sotto il nero cappuccio, calato fin sugli occhi.

   -Non avrei mai immaginato che in questo posto sperduto ci potesse essere una città come questa... chissà quali ricchi affari sarei in grado di concludere...- Lina notò un’occhiataccia da parte della chimera, -... se avessimo tempo, ovviamente!- terminò.

   -Lina, il tempo per mangiare lo abbiamo, vero? Il mio stomaco dice che è quasi ora di pranzo...- Gourry sorrise allegramente, massaggiandosi la pancia che brontolava per ora in modo decentemente sommesso.

   -Ehm... sentite, io proporrei di trovare un posto in cui Will possa darsi una ripulita...- suggerrì Ameria, fissando obliquamente il principe.William osservò le sue condizioni, e sorrise imbarazzato: era ancora pieno di polvere, e i passanti lo notavano, scambiandosi sguardi di mutua comprensione pieni di sospetto.

   -Hai ragione Ameria, non può andare in giro conciato a questo modo. Vada per una locanda allora!- Lina velocizzò il passo, osservando tutte le insegne che incontrava sulla sua strada.

   Non appena ne trovò una, vi si infilò, seguita a ruota dagli altri.

   -Io vado a darmi una ripulita e a rendermi presentabile... Lina, ordina per me per favore, quello che prendi tu andrà benissimo... ho una fame da lupi!- Will le strizzò l’occhio e si diresse al banco per chiedere dove fosse il bagno.

   -Bene! Vediamo un po’ quali sono i piatti tipici della zona!- disse allegra la maga, ispezionando il menù.

   -Ma è mai possibile che qui ogni cosa abbia un nome così strano?- Gourry si arrese e posò il menù sul tavolo, con una scrollata di spalle.

   -Basta chiedere spiegazioni Gourry, non è poi così difficile. Ma io preferisco affidarmi all’intuito! E poi, è un’emozione scoprire piatti sempre nuovi, no?- Lina sogghignò in direzione dello spadaccino, e alzò la mano per richiamare l’attenzione di una cameriera.

   -Lina...-

   -Più tardi Zel... Bene, noi vorremmo ordinare questo questo questo....- cominciò la maga indicando i nomi delle pietanze.

   -Lina...-

   -Sh! Non interrompermi Zel! O perdo il conto! Ah, e faccia anche doppia porzione di questo, e poi quest’altro...-

   Zelgadiss alzò le spalle rassegnato. –Se ne accorgerà... e non ne sarà molto felice...- mugugnò tra sè.

   -Che cosa Zelgadiss?- domandò Ameria mentre attendeva che la lunga lista delle ordinazioni di Lina fosse terminata.

   -Non ti preoccupare Ameria... quando sarà ora di pagare, Lina se ne accorgerà!- rispose la chimera, con una grossa goccia di sudore spuntata sulla tempia nel constatare che Lina stava ancora ordinando per lei... –Oh, se se ne accorgerà!-

 

   -Così va molto meglio!- commentò Will guardandosi allo specchio, e rassettandosi anche i capelli scompigliati. –Bè, non sembrerò un principe... ma almeno non mi guarderanno più in quel modo!- sorrise alla sua immagine riflessa, e scoppiò in una risata quando il suo stomaco brontolò sonoramente.

   “William...”

   -Ah, no nonnino! Non rompere proprio ora! Ho fame, e non ho voglia di sentire le tue stupidaggini! Mi dispiace, ma sarà per un’altra volta!- il principe chiuse il laccio del gillet blu, e si diresse verso la porta.

   “Lo specchio...” lo indirizzò il bisavolo.

   Will si fermò, e si girò lentamente. Di fronte a lui non c’era più il suo riflesso, ma quello di un’altra persona. Dopo un primo momento di smarrimento, osservò l’uomo che gli stava di fronte: fiero, completamente vestito di bianco, con un’armatura argentata e un lungo mantello che aveva i riflessi di un cristallo al sole. I capelli biondissimi erano corti e spettinati; lo sguardo deciso e impassibile, gli occhi grigi e penetranti. A chiudere il mantello, sul petto, spiccava una sorta di amuleto, una medaglia di lucente oro con un grande zaffiro ovale al centro e quattro piccoli diamanti attorno, legati tra loro da un fine ricamo in oro sbalzato. Quell’oggetto era stranamente familiare... Will spostò la mano, come per volerlo toccare, e l’immagine allo specchio riflettè il suo movimento.

   -Chi... cosa...?- non riusciva a staccare gli occhi da quell’uomo, ma non aveva paura...

   “Lo vedi il suo coraggio? La sua forza? Senti che è invincibile?” sussurrò con tono ammirato il parente. Will sussultò: aveva scordato la sua presenza. Poi all’improvviso notò le orecchie della figura: erano a punta! Un’elfo! L’ELFO!

   -Sei tu!- esclamò incredulo spalancando gli occhi per lo stupore. –Come hai fatto...?-

   “Anche tu puoi diventare forte e invincibile William! Liberami...ora!” l’elfo era eccitiato. Aveva trovato il punto debole del nipote? Voleva diventare forte? Con il suo aiuto, la sua magia, sarebbe stato imbattibile!

   William ammirò ancora per qualche istante il guerriero elfico allo specchio. Quello era il suo bisnonno? Lentamente si accorse della somiglianza: la forma del viso, la corporatura, erano le stesse...

   “Liberami e sarai tu...” ricominciò insistente la voce.

   -NO!- lo interruppe Will. –Io... io voglio rimanere me stesso! Non... non voglio i tuoi poteri, non voglio cambiare! Diventerò forte per conto mio! Io sono William Brightwood di Lanthas, non sono...- all’improvviso si accorse di non conoscere il nome del bisavolo.

   “Leniars” suggerì la voce.

   -Len...- non terminò di ripeterlo, scioccato da quella rivelazione. Il sangue gli si raggelò nelle vene, il suo volto sbiancò completamente, e gli sembrò che il cuore avesse perso qualche battito. Sgranò gli occhi e tornò a fissare l’immagine allo specchio. –No...- disse con un filo di voce. Leniars. Perchè da piccolo doveva amare così tanto le leggende e le storie sulla Guerra al Gran Demone? Quel nome gli era familiare. Leniars. L’elfo guerriero. Primo cavaliere scelto da Oceano, colui che aveva ricevuto il Dono. L’elfo dai poteri così immensi, da arrivare fin quasi a distruggere Shabranigdoo e tutto quello che li circondava. L’unico elfo che aveva fama di essere un sanguinario... che era impazzito e si era suicidato. Leniars: tutto il potere e la follia del più terribile elfo ancestrale, era dentro di lui.

   Will indietreggiò terrorizzato, fissando, senza essere in grado di distogliere lo sguardo, l’immagine nello specchio. Scosse la testa: “No... non può essere...” Con uno scatto mosso più dalla paura che dalla determinazione afferrò la maniglia della porta, si catapultò fuori e la chiuse in fretta. Respirando con fatica appoggiò la schiena alla porta, cercando di recuperare il controllo, imponendosi di rimanere calmo.

   “E’ inutile William, non puoi fuggire da me... Non puoi fuggire da te stesso!” lo schernì ironica la voce di Leniars.

 

   -Will! Ce ne hai messo di tempo, eh? Dai, siediti e vieni a mangiare! Guarda quanto ben di dio!- lo chiamò allegramente Lina, facendogli segno con una coscia di pollo stretta nella destra.

   -Ehi, che hai? Mi sembri un po’ palliduccio...- aggiunse preoccupata, staccando con un morso un brano di carne.

   -Will, va tutto bene?- domandò allora sua sorella, allontanando il suo piatto, e sporgendosi per osservare meglio il ragazzo di fronte a lei.

   -Sembra quasi che tu abbia visto un fantasma...- Zelgadiss non aveva dato troppo peso alla sua affermazione, e non comprese lo sguardo smarrito e terrorizzato che il giovane principe alzò su di lui.

   Lina smise di mangiare, posando ciò che rimaneva della coscia di pollo. Al tavolo calò il silenzio: ecco, era giunto il momento di quella rivelazione. Lina lo sapeva, Ameria lo intuiva, William stava per parlare...

   -Ehi Will... lo mangi l’arrosto? No? Bè, non ti secca se lo prendo io, vero?-

   -GOURRY!!!- Lina lo colpì diritto sulla nuca con una sberla, e il volto dell’amico finì spiaccicato sul tavolo.

   -Ma che ho fatto ora di male?- si lamentò il ragazzo, massagginadosi il naso schiacciato.

   -E’ mai possibile che... oh, lasciamo perdere!- sospirò la maga osservando lo spadaccino che sembrava avere un grosso punto interrogativo lampegginate proprio sul viso. –E’ troppo lunga da spiegare...-

   -Will...- sussurrò Zirna, prendendo la mano al fratello. Tremava... confuso, spaventato, non più tanto sicuro di poter fermare il bisnonno, ora che conosceva la sua identità, la forza determinata del ragazzo si stava piegando. Il sigillo che portava al collo cominciò ad illuminarsi fiocamente. Ameria fu la prima ad accorgersene: -Il ciondolo!- strillò col fiato mozzo e gli occhi sgranati per la paura. Di nuovo pietrificati da quell’aura potente che emanava dal giovane, trattennero il respiro senza riuscire a muovere un solo muscolo.

   Will strinse i pugni, sentendo dentro di sè la forza di Leniars cercare un varco, fargli ribollire il sangue, lottare disperatamente contro quel minuscolo ma potente sigillo. 

   Il ragazzo alzò implorante lo sguardo sulla sorella, chiedendo con gli occhi il suo aiuto. Zirna lentamente allungò l’altra mano verso di lui, e strinse con vigore le sue. –Puoi farcela Will...- bisbigliò con voce tremante.

   Paura... paura ed insicurezza accendevano la miccia, rendevano debole Will e forte qualsiasi cosa si celasse in lui. “Rifletti Lina... cosa si può fare?” pensò la ragazza respirando profondamente. Doveva evitare il peggio, non poteva permettere che Will perdesse il controllo proprio lì in mezzo ad una città così affollata. Fiducia...

   Nonostante non gliela avesse accordata, Zirna gliela aveva dimostrata con coraggio, mentre loro erano lì immobili. Lina posò lentamente le sue mani su quelle dei fratelli: -Ho fiducia in te...- mormorò fissando il giovane negli occhi. Ameria sembrò riprendersi, e imitò l’amica; ben presto anche Gourry e Zelgadiss si unirono a loro. La sua forza era la fiducia che riponevano in lui: il valore di una persona è dovuto in parte all’aiuto dei compagni... Le parole di Omeltia le erano tornate in mente nel medesimo istante in cui aveva stretto le mani tremanti di Will, e aveva avuto la certezza che quella era la soluzione giusta nel momento in cui gli amici avevano fatto lo stesso: il giovane si era calmato, e il sigillo aveva smesso di brillare tetramente.

   Con un profondo respiro Will riassunse il controllo e chiuse gli occhi, lasciandosi andare contro lo schienale della sedia.

   -Will...- cominciò Lina decisa, -... credo che sia ora che tu ci dica qualcosa. Sbaglio?- disse fissandolo con serietà. Il ragazzo aprì gli occhi, sospirò e deglutì, preparandosi a parlare.

   -Lina...- Gourry richiamò la sua attenzione mettendole una mano sulla spalla.

   -Non ora Gourry!- protestò lei, continuando ad osservare il giovane principe.

   -Lina... credo che tu debba dare un’occhiata...- continuò lo spadaccino.

   -OH INSOMMA! Perchè tutti oggi mi devono interrompere! Cosa c’è Gourry?!- sbottò voltandosi ad osservare l’amico che stringeva in mano un foglio che aveva l’aria di essere una ricevuta.

   -Bè, chi ha chiesto il conto? Io non ho ancora finito di mangiare!- domandò seccata.

   -Io Lina. Non volevo che spendessi tutti i nostri soldi in cibo- disse beatamente la chimera, sorseggiando il caffè da una piccola tazza rossa.

   -Come sarebbe a dire?- chiese incuriosita la maga, strappando la ricevuta dalle mani del biondo ragazzo. La sua fronte cominciò a riempirsi di tante goccie di sudore mano a mano che scorreva la lunga lista di ciò che avevano consumato. Nel momento in cui il volto di Lina si fece cinereo, Zelgadiss seppe che aveva scoperto a quanto ammontasse il conto totale.

   -CHE COOOOSA?????? MA STIAMO SCHERZANDO???? 7260 MONETE D’ORO? E’ UN FURTO!- escalmò infuriata. –Ora vado a chiarire la cosa con l’oste! Ci deve essere stato un errore!- Lina si alzò in piedi sbattendo il conto sul tavolo.

   -Lina... nessun errore. Se tu avessi guardato anche i prezzi sul menù ti saresti accorta che in questa città probabilmente l’inflazione è molto alta...- spiegò la chimera, senza scomporsi minimamente.

   -ALTA?! ALTA dici? Questa non è inflazione! E’ una RAPINA bella e buona!- gridò.

   -Chi sta parlando di rapina?- domandò una voce profonda da un tavolo in un angolo della locanda. Lina, con gli occhi inniettati di rabbia, si volse in quella direzione. Un uomo alto e muscoloso si avvicinò loro: abiti in resistente cuoio, lucida cotta di maglia, schinieri e paraspalle, un’enorme spada al fianco... e lo stemma della città cucito sul mantello: una guardia cittadina!

   -Oh-oh...- bisbigliò Gourry, temendo il peggio.

   -Allora, chi vi ha rapinato signorina?- chiese ancora la guardia avvicinandosi a Lina. La maga assunse l’espressione più innocente del mondo, sbattendo le palpebre come una cerbiatta inebetita. –Oh, nessuno signora guardia... si è trattato di un  malinteso...- rise agitando la mano.

   -Un malinteso, eh?- rispose l’uomo sollevando un sopracciglio e squadrando i compagni seduti al tavolo. Molto probabilemente qualcuno tra loro non ispirò particolarmente fiducia, poichè la guardia tornò ad osservare Lina con espressione truce: -Pagate il conto ed andatevene da questa città. Non ci piacciono mercenari ed avventurieri-

   L’espressione indifesa così splendidamente interpretata da Lina scomparve in un istante dal suo viso.

   -State pronti...- Gourry ammonì i compagni.

   -Ma non possiamo farlo!- sussurrò Ameria.

   -Che c’è, non le piacciono i miei compagni?- sorrise ironica la maga. –Oh, so che sono strani, rompiscatole, esaltati e rincitrulliti, ma nessuno può dirci dove possiamo o non possiamo andare!- concluse scattando in avanti, assestando alla guardia un poderoso Inverse-Kick nelle parti basse. L’uomo si piegò in preda al dolore gridando, mentre Lina fuggiva via infilando la porta alla velocità della luce assieme ai compagni. Dietro di loro sentirono la voce della guardia sbraitare l’ordine di catturarli, e l’oste della locanda che strillava di essere stato derubato.

   -Lina! Di questo passo mi farai diventare una criminale! Io, la paladina della Giustizia!- piagnucolò la principessa di Sailoon.

   -Zitta Ameria, e pensa a correre!- Stavano sfrecciando per una delle strade principali di Mahal, e dietro di loro cominciavano a sentirsi i passi di corsa di diversi stivali ferrati: le guardie non intendevano mollarli. –Ma come sono pignoli in questa città!- brontolò Zelgadiss, lanciandosi un’occhiata alle spalle, con un mezzo ghigno sulle labbra.

   -Sulla mia fedina penale mancava solo il furto! Ora posso dire di avere quasi completato la lista!- disse ironicamente Zirna, correndo veloce come il vento, sorpassando tutti.

   -Di qua!- li indirizzò Gourry, svoltando a sinistra in una stradina stretta che si snodava in tortuose curve, fiancheggiata da vecchi edifici cadenti.

   -Gourry, se ci conduci in un vicolo cieco giuro che ti scortico a mani nude!- lo minacciò Lina.

   -Seguitemi, da questa parte!- lo spadaccino infilò un’ulteriore vicolo. Le voci degli inseguitori si facevano sempre più lontane, ormai non si distinguevano più le loro parole.

   -Qua dentro!- li guidò Gourry, aprendo senza problemi una porta che fino a qualche istante prima era stata probabilmente sprangata, dato che conduceva all’interno di un fatiscente e pericolante teatro. Entrato per ultimo, Zelgadiss chiuse la porta mettendovi anche il catenaccio che aveva notato per terra lì vicino. Poi si avvicinò incuriosito a Gourry: -Come sapevi di questo posto?- domandò. Anche Lina si avvicinò allo spadaccino: -Come hai fatto a condurci fino a qui, e come sapevi che la porta era aperta?- chiese osservando l’amico come se lo vedesse per la prima volta.

   Gourry si grattò imbarazzato la nuca, sorridendo e arrossendo allo stesso tempo: -Bè... io ho seguito la mano...-

   I compagni si guardarono interdetti. –QUALE mano Gourry?- domandò Lina respirando a grandi boccate, per mantenere il controllo. Con ogni probabilità Gourry intuì che forse non aveva fatto una cosa poi tanto giusta, e fece qualche passo indietro, allontanandosi dalla maga per evitare qualsiasi colpo troppo ravvicinato. Si preparò a fornire la sua spiegazione: -Ehm... la mano che mi chiamava all’angolo da svoltare... io presumo che si sia trattato di qualcuno che volesse aiutarci... ma... uh... io... non l’ho visto... era troppo veloce, e scorgevo solo la sua indicazione dietro ogni angolo...-

   Lina si puntò un dito in fronte, riflettendo a denti stretti: -Fammi capire... stiamo scappando dalle guardie cittadine ed un emerito sconosciuto dovrebbe aiutarci a fuggire... quanto altruismo, eh Gourry?-

   -Ci sono anche persone buone in giro, Lina...- cercò di giustificarsi l’amico.

   -BUONE un corno! Ma come ti è saltato in mente? Cos’hai in quella testa, segatura? Siamo bersaglio di demoni, e di un altro tizio che si diverte a precederci, e tu... tu testa di rapa! Ti metti a seguire LE MANI???!!!!- la maga saltò addosso al ragazzo, buttandolo a terra, e afferrandolo poi per le gambe, facendolo roteare in aria.

   -Lina! Fermati! Rischi di fare crollare l’intero edificio!- l’avvisò Zelgadiss prima che lei potesse lasciare andare lo spadaccino a schiantarsi contro qualche parete non troppo resistente. La ragazza lasciò la presa sullo sventurato amico, che finì a terra ai suoi piedi.

   -Che caratteraccio! Non c’è bisogno di reagire sempre in questo modo!- la rimproverò Gourry rimettendosi in piedi, e mantenendo una certa distanza di sicurezza dall’amica.

   -CHI ha un caratteraccio Gourry?! Ma lo capisci o no che ci hai guidati in una trappola?!- sbraitò la ragazza, con la vena sulla fronte che pulsava così velocemente da dare l’impressione che potesse scoppiare da un momento all’altro.

   -Credete che durerà a lungo?- domandò Will avvilito, osservando i due compagni che litigavano.

   -No. Loro sono sempre così... certo, Lina è un po’ più nervosa del solito...- rispose Ameria, sedendosi accanto al principe e a Zirna.

   La chimera sospirò scrollando le spalle: -Ci conviene rimanere qui finchè le acque non si saranno calmate. Potremmo scappare stanotte...- propose pensieroso. Incrociò le braccia al petto, e si appoggiò con attenzione ad una parete.

   -Io non sento la presenza di un demone...- Zirna sembrava un po’ sorpresa della cosa.

   -Già, nemmeno io. E credo neanche Lina, altrimenti non sprecherebbe energia a litigare a quel modo con lui- Zelgadiss si concesse un mezzo sorriso osservando i due amici. “Possibile che non riescano ad essere seri nemmeno nei momenti peggiori?” si domandò scrollando la testa.

   -Will... che hai?- chiese Ameria al ragazzo, constatando che gli occhioni blu del principe si erano riempiti di lacrime, e tratteneva pittorescamente i singhiozzi mordendosi il labbro inferiore. Il giovane tirò su col naso: -Possibile che la scena mi sia stata rubata per una sciocchezza come una ricevuta da ristorante?!- si lamentò con i lacrimoni che scendevano sulle guance.

   -Eh?- Ameria inarcò un sopracciglio, fissando Will come se fosse uno scemo completo.

   -Sì, insomma... io sono lì afflitto che sto per rivelare una sconcertante verità, e –puff- l’atmosfera sparisce in un secondo! Così non va, come diavolo faccio ad essere un personaggio serio? Me lo spieghi?- il ragazzo fissò con cipiglio e concentrazione Ameria, dando grande peso alle sue parole, facendo risultare il tutto ancora più ridicolo.

   La ragazza si cacciò a ridere: -Tu devi avere bevuto troppo! E’ impossibile ottenere più di 5 minuti di serietà con loro due...-. Tornò a guardare Will: non stava ridendo. –Quello che hai da dire deve essere molto importante, eh? E’ difficile tenersi tutto dentro e lottare da soli, vero? Bè, ora vedo se riesco a farli smettere, così hai la possibilità di continuare da dove sei stato interrotto- si alzò in piedi, ma Will la trattenne prendedole la mano nelle sue. Ameria si voltò ad osservarlo, arrossendo lievemente.

   -Grazie... è terribile affrontarlo da solo- sussurrò Will, sorridendole dolcemente.

   -CERVELLO DI MEDUSA CHE NON SEI ALTRO! SE FINIREMO MALE SARA’ COLPA TUA!- gridò Lina infuriata e paonazza in volto.

   -Non finiremo male Lina! Non siamo dei completi sprovveduti! Io ti proteggerò a qualsiasi costo e...-

   -Ssssshhhhh!-

   Gourry venne interrotto.

   -Che cos’è stato?- chiese Lina subito allertata da quel rumore.

   -Qualcuno ha cercato di azzittirti... finalmente- aggiunse Gourry sottovoce.

   -GOURRY! TI HO SENTITO, SAI?-

   -Sssssshhhh!-

   -Ancora?- Lina cominciò a guardarsi attorno sospetta. Zirna era schizzata in piedi, e teneva una mano vicino alla tasca in cui era nascosto l’artiglio. Zelgadiss aveva posto mano all’elsa, mentre Will si era alzato affiancandosi ad Ameria e snudando la spada di Lanthas.

   -Lighting- mormorò la maga, facendo comparire una piccola sfera di luce bianca nelle sue mani. La spostò attorno a loro, per fugare le ombre del decadente teatro pieno di vecchi attrezzi di scena. –Vieni fuori!- tentò Lina senza ottenere nessun rumore in risposta.

   -Lina, non è un demone...- affermò Zelgadiss, concentrato a scrutare gli angoli illuminati dalla sfera magica.

   -No... ma se fosse un demone di un’altra dimensione, forse non saremmo in grado di percepirlo...- annuì seria la ragazza.

   -Tu credi che sia...- cominciò Zirna.

   -Ne ho praticamente la certezza. E QUESTO imbecille ci ha condotti diritti nelle sue mani!- scoccò un’occhiata in tralice a Gourry, che aveva sfoderato la spada, mettendosi in guardia.

   -Ti ho già detto che...-

   -Sssshhhh!-

   -Se continua così me la faccio addosso...- mugugnò Ameria, tenendo pronto nella memoria uno dei suoi incantesimi.

   -Zitti!- disse ad un certo punto Will, drizzando le orecchie e fissando allarmato la porta. -Arrivano!-

   Nel vicolo su cui dava la porta di retro del teatro si udì uno sferragliare di armature e un battere di stivali sulla pavimentazione. –Credete che si siano nascosti da qualche parte in questi edifici?- -E’ una possibilità... - -Frugate ovunque! Sono dei ladri e hanno anche osato offendere il capitano! Dobbiamo catturarli in modo che non arrechino altro danno alla nostra città!- -Separiamoci! Provate ogni porta!-

   -Oh oh Lina... addirittura il capitano!- le strizzò l’occhio lo spadaccino.

   -Sono tenaci queste guardie...- mormorò Zelgadiss.

   -Controllate il vecchio teatro! Potrebbero essere là dentro!- -Si signore!- risposero in coro due uomini.

   -Eccoli!- disse Ameria allarmata.

   -State pronti!- avvertì Lina, richiamando un incantesimo tra le mani e piazzandosi silenziosamente davanti alla porta.

   -Rob, è chiusa dall’esterno con la solita combinazione di lucchetti e catene, è impossibile che siano entrati qui dentro!- Una guardia si avvicinò alla porta e spinse. –Già, hai ragione. E c’è ancora polvere sui lucchetti... è impossibile che siano riusciti ad entrare.- -E l’ingresso principale?- -No Felso. E’ crollato qualche anno fa, ed è praticamente ostruito. Solo un topo riuscirebbe a passare da quella parte. Non ci sono finestre... direi che sarà meglio non perdere tempo e cercare altrove- I passi dei due uomini si allontanarono.

   I sei compagni si scambiarono occhiate interrogative. –Polvere...- cominciò Will, -... sui lucchetti?- terminò Lina.

   -Che cosa sta succedendo?- chiese Zirna, allontanando la mano dall’artiglio.

   -Le risposte sono due: o siamo in trappola, o chiunque abbia condotto Gourry da questa parte ci ha salvato da uno scomodo scontro con le guardie cittadine- rispose Zelgadiss avvicinandosi alla porta e cercando di aprirla senza successo. La fissò pensieroso: -Bè, di sicuro non vuole che ce ne andiamo ora: c’è un incantesimo che trattiene la porta- affermò con sicurezza.

   Lina si rimboccò le maniche e avanzò decisa verso l’unica via d’uscita: -Non sarà certo un insulso incantesimo a fermarmi!-

   -No Lina! Aspetta!- la bloccò Will. Tutti si voltarono ad osservare il principe: il giovane aveva lo sguardo fisso nel vuoto e truce, segni che allarmarono non poco i compagni. Come se fosse una calamita, i loro sguardi furono attirati sulla piccola pietra di Ialis appesa al collo... non brillava. Ameria tirò un sospiro di sollievo.

   -Se ne è andato...- mormorò, -Chiunque –o qualunque cosa- fosse, non è più qui- disse riponendo la spada nel fodero.

   -E tu come lo sai?- domandò Lina incuriosita, portandosi di fronte a lui.

   -Me lo ha detto... il mio bisnonno- rispose il ragazzo preoccupato. Scoccò un’occhiata alla sorella, che si portò al suo fianco, fissandolo senza comprendere.

   -Oh. Il tuo bisnonno?- Lina inarcò un sopracciglio, scettica.

   -Lui... lui parla nella mia testa...- Will scrollò il capo. –Io non so come farlo smettere! Non ne posso più! Vuole uscire, vuole che io mi liberi del sigillo... ma non posso farlo! E’ un pazzo esaltato, un pericolo... un... un mostro!- terminò serrando i pugni con rabbia.

   “William William... non sei molto gentile nei miei confronti...” ghignò Leniars nella sua testa.

   -Will... sei sicuro di sentirti bene?- chiese preoccupata la sorella.

   -Tu stai cercando di dirci... che il tuo bisnonno... è dentro di te Will?- domandò stupita Lina.

   -Com’è possibile una cosa simile?- chiese Ameria angosciata.

   -In effetti... è possibile. Una volta Zeno mi parlò di una particolare razza di elfi in grado di perpetrare la propria esperienza per generazioni liberando il loro spirito nei discendenti. Ovviamente tra elfi non soffrivano di personalità multipla, era una cosa piuttosto naturale... forse non essendo un elfo puro per lui risulta tutto differente...- suppose Zelgadiss fissando Will come se fosse una cavia da laboratorio.

   -Tu sei davvero in grado di parlare con il bisnonno Will? E... e perchè io no?- chiese Zirna con gli occhi illuminati di aspettativa. Il fratello la osservò tristemente, sapendo di darle una terribile delusione... come poteva rivelare che il loro illustre parente altri non era che un pazzo assassino? Un elfo che aveva violato il credo più sacro agli elfi: la vita stessa. Quella degli altri, e la sua...

   -Perchè fai quella faccia Will? C’è qualcosa che non ci hai detto?- la bianca fronte solcata da una ruga di preoccupazione, Zirna perse il sorriso e fissò il ragazzo.

   -Non è una bella persona Zirna... odia gli esseri umani, sopratutto le donne...- sussurrò senza avere il coraggio di guardarla in volto.

   -Come? Come sarebbe a dire che odia gli esseri umani?- chiese Ameria stupita.

   -Bè, gli elfi sono abituati a sentirsi superiori... ma non credevo che anche da defunti e ridotti a mera voce nella testa di un ragazzino potessero continuare a snobbarci! E per di più misogino! Non ci bastava la chimera per questa categoria?- si lamentò Lina, gettando un’occhiata sarcastica a Zelgadiss. Lo sciamano incrociò le braccia al petto, rivolgendo un’occhiataccia alla maga, e riportando poi l’attenzione su Will: -E quale sarebbe il nome di questo gentile antenato?-

   -Leniars...- sussurrò Will, trovando difficile perfino pronunciare il suo nome.

   Il rumore di un oggetto urtato e fatto cadere li fece voltare tutti di scatto, pronti a difendersi.

   -XELLOS?- Zirna era stupita, non aveva percepito la sua presenza. Osservando meglio il demone si accorse con stupore ancora maggiore che Xellos aveva gli occhi sbarrati dalla paura, e aveva fatto cadere un oggetto da scenografia indietreggiando inconsciamente.

   Gli occhi color agata erano fissi su Will, la bocca una linea sottile quasi cinerea... senza il suo solito sorriso Xellos sembrava un’altra persona. –Leniars...- bisbigliò con un terrore reverenziale.

   “Eh eh eh... è bello vedere che anche solo il mio nome fa un certo effetto, e che qualcuno mi ricorda ancora!” ghignò compiaciuto l’elfo nella testa di William. 

   -Se Xellos lo conosce doveva essere qualcuno di famoso...- Gourry guardò in direzione dell’amica, aspettando una spiegazione.

   Lina scrollò le spalle: -Questo nome non mi è del tutto nuovo, ma non ricordo chi sia...- ammise. –Will, tu e Xellos sembrate sapere molte più cose su questo Leniars. Perchè non ce ne parlate?-

   -Io mi sono scontrato con lui molti secoli fa...- disse Xellos glaciale, una volta recuperato il controllo.

   “Già... e hai passato un brutto quarto d’ora!” gongolò fiero l’elfo. –Sembra che ti abbia dato del filo da torcere...- sorrise Will rivolto al demone.

   -Già... devo ammettere che in pochi mi fanno quell’effetto. Avrei dovuto capirlo che quello che mi spaventava in te era lui- ammise Xellos senza batter ciglio. –Ma ormai, è solo un vecchio elfo morto e rinchiuso in un guscio umano senza protezione... come ci si sente ad essere impotenti, eh Leniars?- sorrise malignamente.

   “Maledetto bastardo! Aspetta che io mi liberi di questo impiccio di nipote e te la farò vedere chi è l’impotente tra noi due!” sbraitò Leniars. Una grossa goccia di sudore apparve sulla tempia del principe: -Guarda che ti posso sentire solo io... è inutile che ti scaldi tanto! E poi, se permetti, qui l’impiccio sei tu, e non io! Hai avuto la tua vita, e l’hai gettata! Ora ti permetti di rivendicare diritti sul mio corpo?-

   -Ma sentilo! Anche un moccioso è in grado di tenerti testa!- continuò a provocarlo Xellos.

   -Xellos! Finiscila immediatamente! Non riuscirai a far perdere il controllo a lui come fai con me!- intervenne Zirna interponendosi tra i due. Il demone la osservò come se solo in quel momento si fosse ricordato della sua esistenza. –Zirna... ora capisco molte cose...- mormorò mentre i suoi occhi violetti si socchiudevano a fissarla, e un sorriso poco rassicurante si dipingeva sulle sue labbra.

   -Quindi questo Leniars è stato un nemico dei demoni... e anche molto potente a quanto pare- ragionò Zelgadiss.

   -Troppo potente, e troppo impetuoso. Non aveva freni, e l’unica fortuna fu quella di essersi votato alla “giusta causa”- continuò il principe.

   -Giusta causa?- ripetè Ameria accennando un debole sorriso.

   Will annuì senza troppo entusiasmo: -Nella Guerra al Gran Demone fu al fianco dei draghi. Leniars è stato Primo Cavaliere di Oceano- rivelò sospirando.

   -Ecco dove avevo già sentito quel nome! Deve averlo nominato mia sorella mentre studiava la storia della Guerra dalle fonti antiche dei draghi! Ma per quale motivo se è così potente il suo nome non fu tramandato?- chiese Lina pensierosa.

   -Io... io so perchè non è ricordato, e la nostra famiglia ha preferito cambiare nome...- spiegò triste Will. –Un antico testo, nella mia biblioteca, parlava del Primo Cavaliere di Oceano: Leniars l’elfo che ricevette il Dono da Oceano stesso. Un oggetto che moltiplicava le sue energie in combattimento, e l’immortalità... –

   -Oh oh! Si scoprono gli altarini, eh? Leniars lo sbruffone aveva bisogno di un talismano- sghignazzò Xellos, che cominciava a sentirsi sempre più sicuro di sè.

   -Il mio valore in battaglia era superiore a 1000 di voi anche senza talismano!- Will spalancò gli occhi dalla sorpresa: la voce uscita dalla sua bocca non era la sua! Lo fissarono stupiti, mentre Xellos perdeva l’espressione ilare e tornava a farsi serio.

   -Will...- Zirna era allarmata.

   -E’... è stato lui...- disse stupito il ragazzo.

   -Ehm... Lina, non è un buon segno, vero?- chiese Gourry osservando di sottecchi il ragazzo.

   -Io temo proprio di no. Will, ce la fai a tenerlo sotto controllo? Come possiamo aiutarti?- domandò seria.

   -Sì Lina. Posso farcela. In questo momento non può tentare di sfuggirmi... come prima. Però non aveva mai parlato attraverso di me! Credo che sia alquanto alterato con Xellos-

   -E’ morto giovane, vero?- chiese Zirna infelicemente. –La sua voce... è quella di un uomo giovane e fiero...- spiegò.

   Will notò che il bisnonno si azzittì dal brontolio di fondo perenne, e rimase attento, come se fosse stato colpito dalle parole della nipote. –Sì... non si sa per quale motivo, aveva richiesto ad Oceano di tornare ad essere un mortale. La sua furia era inestinguibile, e una volta terminata la guerra al Gran Demone, non sopportò di rimanere in eterno ozio, senza combattere. Sembra che anche le piccole scarramuccie vittoriose che lo resero famoso non gli bastassero più. Impazzì... distrusse un villaggio intero, uccidendone tutti gli abitanti. Infine si suicidò- terminò il ragazzo fissando il suolo.

   -Non è certo stato uno stinco di santo!- commentò Zelgadiss con un mezzo sorriso sarcastico.

   -Zel! Ma ti sembrano cose da dirsi?- Ameria gli scoccò un’occhiataccia, avvicinandosi poi a Will afferrandogli il braccio. –Will, non pensarci, ok? Tu sei diverso. Le colpe degli antenati non possono ricadere sui nipoti, tanto più che sono passati parecchi secoli!- cercò di rincuorarlo. La chimera osservò cupo il tentativo della principessa di Sailoon, e con un grugnito si voltò dall’altra parte.

   -Ameria, io credo che il problema stia tutto nell’evitare che questo Leniars assuma il controllo. Se è vero che odia gli umani, e soprattutto le donne -nonostante io non riesca a capire come si può odiare una creatura splendida come me-, GOURRY ti vedo, non fiatare! Dove ero riamsta? Ah, sì, dobbiamo evitare che ciò accada, dal momento che è un elfo un tantino collerico... insomma, non vogliamo che l’umanità venga spazzata via da un elfo già morto, no?-

   -Dobbiamo sbrigarci. Andiamocene subito da questa città- Zirna si diresse senza indecisioni verso la porta, fermandovisi di fronte. Chiuse gli occhi, bisbigliò un incantesimo incomprensibile e una lama di energia azzurra comparve nelle sue mani.

   -Ehi ehi! Che fai! Ferma! Ci stanno ancora cercando là fuori! Pensi di passare inosservata? Hai visto che razza di gente c’è per strada?- la bloccò Lina.

   Zirna si voltò a fissarla, lo sguardo determinato fece rabbrividire la maga. –Zirna, so che vuoi arrivare alle grotte il più velocemente possibile, ma non è gettandosi in pasto alle guardie che risolveremo il problema-

   -Che perla di saggezza! Inusuale tutta questa cautela da parte di una che è riuscita ad attirare l’attenzione del capitano delle guardie cacciandoci in questa situazione- intervenne Zelgadiss.

   -Zel...- Lina si girò nella direzione del ragazzo con sguardo minaccioso. –FLARE ARROW!- l’incantesimo colpì lo sciamano, che impassibile rimase in piedi nella stessa posizione, solo bruciacchiato e fumante. –Che caratteraccio!- commentò con una grossa goccia spuntata sulla nuca.

   -Non ne hai avuto abbastanza Zel?- ghignò la maga.

Un fruscio proveniente dal fondo della stanza li distrasse e li mise in allerta.

   -Maledizione, è lui!- Xellos strinse i denti impugnando il bastone e fissando il punto da cui era giunto il rumore.

   -E’ quello che ci ha salvato?- chiese Gourry avanzando tranquillamnte in quella direzione.

   -Gourry, fai attenzione- Ameria avanzò di un passo, essendo la più vicina allo spadaccino.

   -Ehi...- disse il biondo ragazzo chinandosi a raccogliere qualcosa. –Questi non c’erano prima!-

   Stringendosi a cerchio i compagni esaminarono ciò che era stato depositato sul pavimento dal personaggio che li aveva aiutati. Erano abiti, ma non costumi di scena, bensì abiti che potevano benissimo essere appartenuti a qualcuno degli abitanti di Mahal! Tre vesti femminili semplici semplici, uno dei quali completato con un cappello a tesa larga arrichito di un nastro; due uniformi da guardia cittadina, un abito da sacerdote, e un insieme di stracci da mendicante.

   -Che cosa dobbiamo farcene di queste cose?- chiese Zelgadiss con più di una punta di preoccupazione nella voce.

   -La nostra via di fuga!- sorrise Lina.

   -Perchè qualcosa mi diceva che sarebbe stata questa la risposta?- si lamentò la chimera con sguardo rassegnato e un po’ schifato: odiava doversi travestire!

 

   -Wa! Gourry! Quella divisa da guardia ti sta benissimo! Se un giorno decidessi di arruolarti, a Sailoon saresti il benvenuto!- sorrise Ameria zampettando attorno al ragazzo, sistemandogli la mantellina rossa che aveva il simbolo della città di Mahal (un grande cerbiatto) cucito al centro. Gli schinieri e i paraspalle di acciaio erano lucidi, anche se ammaccati in qualche punto; la cotta di maglia gli andava appena giusta, e la tunica in cuoio che arrivava qualche centimetro sopra le ginocchia lasciava scoperta la muscolatura perfetta del ragazzo.-Peccato che il nostro benefattore non abbia pensato a procurarmi anche una spada migliore...- sorrise lo spadaccino. –Anche tu Ameria stai molto bene-. La principessa aveva indossato una semplice tunica rosa pastello, che andava giù diritta fino ai piedi, stretta in vita da una sottile cintura di perle.

   -No! Ma perchè devo farlo io?- sbottò Zelgadiss.

   -Fermo Zel! Come pretendi che riesca a sporcarti se ti agiti in continuazione? Non fare la chimera capricciosa!- disse Lina divertita strizzandogli l’occhio. –E poi tu sei quello con la faccia meno raccomandabile, è quasi istantaneo che lo faccia tu il mendicante!- concluse spalmando la cenere sul viso roccioso dell’amico, che sospirò rassegnato, incrociando le braccia e rimanendo tranquillo sotto la seduta di “trucco”.

   -Eh eh eh... mi sento strano vestito da sacerdote...- disse Xellos grattandosi imbarazzato la nuca. L’abito lungo e bianco, con una sorta di lungo sutra color oro sulle spalle, Xellos sembrava quasi un vero sacerdote. Si avvicinò a Zelgadiss: -Non preoccuparti figliolo... chi non possiede nulla su questa terra avrà molto di più nel regno dei cieli...- ghignò il demone scuotendo il dito.

   -Sparisci Xellos prima che io perda quel briciolo di pazienza che mi è rimasta!- lo minacciò il ragazzo.

   -Giusto Xellos... perchè semplicemente non ti defili, invece di partecipare a questa pagliacciata?- domandò Zirna uscendo dall’angolo adibito a “spogliatoio donne”. Anche il suo abito era una semplice tunica di un bianco luminoso, uguale a quella di Lina, ma avevano deciso che fosse lei ad indossare il cappello... e l’avevano convinta solo dopo molta insistenza. –Io odio questi abiti!- sbuffò incrociando le braccia al petto. Lina la fissò stupita, poi guardò Zelgadiss, seduto a braccia incrociate, che con il broncio aspettava che lei terminasse il lavoro. -Dì un po’ Zel, siamo sicuri che questa qui è sorella di Will e non tua?- domandò sorridendo.

   La chimera ristette per un momento, e osservò la pallida giovane seduta a terra poco distante. “Puoi sentire... e puoi vedere” : sorrise nella sua direzione.

   -Ehm... qualcuno mi può aiutare?- giunse la voce di Will dall’angolo in cui era stato creato un paravento per consentire anche ai ragazzi di cambiarsi. Zirna si alzò in piedi, pronta ad aiutare il fratello, ma Gourry la sorpassò: -Lascia lascia, faccio io!Se non si è pratici, è un po’ difficile infilare una cotta di maglia- spiegò alla pallida giovane che lo fissava interdetta.

   -Grazie Gourry- Will rimase buono mentre il ragazzo più esperto sollevava la pesante cotta e gliela infilava dalla testa.

   -Ecco fatto!- sorrise lo spadaccino. –Direi che siamo pronti!-

   -Wow Will! Non so a chi dona di più questo tipo di divisa! Davvero!- commentò Ameria osservando il principe, che in quanto a fisico non aveva l’imponenza di Gourry, ma si difendeva molto bene.

   -Ma che domande! A me! Dopotutto io ho il portamento di un nobiluomo, no?- Will si mise a ridere di cuore, mentre il mendicante del gruppo lo osservava stranamente seccato.

   Ameria si avvicinò alla chimera: -Che peccato che non ci sia una divisa da guardia anche per te Zel!- commentò osservando l’impiastricciamento che Lina aveva creato sul viso del ragazzo. Una goccia di sudore era apparsa sulla sua fronte, mentre Zelgadiss era arrossito lievemente. –Ehm... Lina, non ti pare di avere esagerato? Così sembra uno spazzacamino!- commentò la ragazza. Anche Lina si mise a guardare: -Tu dici?-

   La vena (invisibile ad occhio umano) sulla fronte della chimera prese a pulsare: -Lina, che hai combinato?- chiese il giovane a denti stretti.

   -Su Zel... non arrabbiarti. Pensa che così difficilmente si accorgeranno che hai il viso coperto di rocce- sorrise sorniona la maga.

   -Giusto... perchè con questa camicia a brandelli non si vede che la mia pelle è di pietra, vero Lina?- commentò seccato il ragazzo.

   -Non aggrapparti sempre ai dettagli Zel!- commentò divertita. –Andiamo! E’ ora di fare il nostro ingresso in città!-

 

   Dieci minuti a passo spedito lungo una delle arterie di Mahal, e ancora nessun intoppo. Il problema principale era trovare la via più veloce per uscire dalla città, possibilmente evitando di incrociare anche una sola guardia. Le tre ragazze camminavano sulla sinistra della strada, più avanti rispetto ai tre giovani sull’altro lato. Xellos veniva poco più indietro, guardandosi in giro sorridente, mentre molte anziane signore lo salutavano con l’appellativo di “padre”. Will e Gourry avevano legato Zelgadiss per i polsi, e lo conducevano come se fosse un prigioniero.

   -Ehi voi!- li chiamò una voce. Gourry si accorse che si trattava di una guardia che si dirigeva nella loro direzione, e si fermò attendendola. –Siete quelli nuovi, vero? Avete catturato un mendicante?-

   -Si signore. Stava molestando alcune passanti- inventò Will. Zelgadiss gli lanciò un’occhiataccia.

   -Bene. Portatelo al blocco centrale e poi cacciatelo fuori. Appena avete terminato unitevi agli altri. Stiamo cercando un gruppo di feroci ladri e assassini che hanno quasi ucciso il capitano!- l’uomo fece un segno di saluto e proseguì per la sua strada.

   -Accidenti! Addirittura in fin di vita! Hanno ingigantito un po’ la storia!- sorrise Gourry riprendendo a camminare.

   -Non vedo l’ora di togliere questo orribile cappello!- si lamentò Zirna.

   -Preferivi forse far notare a tutti che sei bianca come un cadavere?- la rimproverò Lina senza osservarla. Ad un tratto le si parò davanti un vecchietto ingobbito e completamente incapucciato e coperto da un vecchio mantello maleodorante. La ragazza si fermò, e tentò di aggirarlo, ma il vecchietto non lo permise: dal cesto che portava in mano prese una pagnotta di pane. –Bella signorina, vuole del buon pane fatto a mano?- Lina sgranò gli occhi: la voce era quella di un giovane! E anche la mano che le porgeva il pane! Guardò nelle pieghe del cappuccio, e le riuscì di distinguere solo due luminosi e limpidi occhi verdi. –Girate a destra alla prossima, è una scorciatoia per uscire dalla città- sussurrò.

   -Chi sei?- domandò Lina. Purtroppo però un passante la urtò, e in quel brevissimo istante di distrazione, in meno di una frazione di secondo, il personaggio misterioso era scomparso... e con lui quelle succulente pagnotte di pane! –No maledizione! Torna qui!- disse cercandolo in mezzo alle persone per strada. Sbuffò, e si rivolse a Zirna: -Comunica a tuo fratello di girare a destra alla prossima- . La pallida ragazza annuì, e mandò il messaggio a Will, che dall’altra parte della strada la guardò e fece un cenno d’assenso.

   Lina fissò seria le due ragazze che l’affiancavano e tirò un profondo respiro: -Se si tratta di un’altra trappola, almeno forse avremo l’onore di conoscere questo burlone...-. Le principesse annuirono, e seguirono la maga nella strada di destra.

  
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