6. Poor teddy-bear!
Stavo
appeso sul tetto del condominio dove abitava Lil, ormai stava
diventando una brutta abitudine. Era passato quasi un mese dallo
scontro con gli Assassini. A casa Lil e Matthew litigavano. Era per
quello che mi stavo sprecando in una brutta imitazione
dell’uomo ragno, alle nove di domenica mattina, sul tetto di
un condominio, quando invece tutti i poveri cristi avrebbero dovuto
starsene a casa. Dopodiché sarei andato a caccia nel
boschetto vicino.
“Ma mi spieghi che cosa ti dà fastidio
esattamente?” chiese per la centesima volta Lil esasperata.
“Non è adatto a te, tutto qui!” rispose
Matthew.
“Ma cosa vuol dire non essere adatti?! E’ la
più grande stronzata che abbia mai sentito! E poi
perché proprio adesso vieni a fare il fratello preoccupato?
Come ti permetti dopo avermi lasciata qua praticamente da
sola?!”.
“Quello che faccio sono cazzi miei e tu non ti devi
impicciare! Intanto io lavoro!”.
“Ah bel lavoro, questo si. Se avessi finito la scuola non
saremmo già più qua!”
sbraitò Lil. “Comunque io non ho mai detto che
è il mio fidanzato. Siamo soltanto amici. Non posso nemmeno
scegliermi gli amici adesso? Io non ti ho mai detto niente sulla tua
compagnia!”.
“Avresti anche da ridire qualcosa?” chiese allora
Matthew.
“Un sacco di cose avrei da ridire! Ma ora me ne
esco!”. Sentii qualche fruscio e una porta sbattuta. Poco
dopo vidi Lil attraversare la strada a passo svelto con la borsa a
tracolla. Mi spostai e la seguii dall’alto. Lei mise le
cuffie e iniziò ad ascoltare musica. Sforzandomi un
po’ riuscii a distinguere le note della canzone. La
conoscevo: era un brano di Tchaikowski che le avevo consigliato di
ascoltare, anche se la musica classica di questi tempi non è
molto apprezzata.
Sorrisi, al pensiero di Lil che ascoltava musica classica, e saltai
giù dal palazzo avviandomi verso casa. Da lì con
la macchina sarei arrivato al bosco.
Stavo cacciando da quasi un ora. Avevo già catturato un
cerbiatto ma non mi bastava: era da molto che non andavo a caccia,
così dovevo fare rifornimento. In quel momento non ero
assetato come prima, così mi presi il gusto di seguire la
mia preda. Era un orso bruno, molto probabilmente non ancora del tutto
adulto. Lo segui mentre camminava a passi pesanti nella foresta. Si
stava dirigendo verso la parte abitata, dove non era raro trovare
escursionisti o gente che faceva una semplice passeggiata.
Mettiamola così, mi dissi, sto salvando un ignaro essere
umano che potrebbe avventurarsi da queste parti.
Mi appiattii a terra, tanto da risultare invisibile. In un momento
l’orso si voltò verso di me. Fu allora che saltai,
più in alto di quanto fosse realmente necessario, e morsi
l’orso sulla clavicola. L’animale si
agitò, cercò di colpirmi e mordermi, ma ormai gli
stavo succhiando via la vita. Con un gemito orribile si
accasciò piano a terra, mentre succhiavo il suo sangue
caldo, che andava a fiotti giù per la mia gola.
Improvvisamente sentii un odore ancora migliore. Più acuto e
più dolce di un qualsiasi orso bruno. Alzai famelicamente lo
sguardo per sapere che cos’era a mandare quel profumo
così buono. Non mi ci volle molto per scorgere una figura
che mi guardava a bocca aperta, gli occhi spalancati e il corpo
tremante.
“Lil” sussurrai atterrito. Mi accorsi che un
po’ di sangue si era riversato sulla mia maglietta, dato che
avevo ferito l’orso anche al ventre e alla testa. Cercai di
pulirmi alla bell’e meglio, ma fu inutile, anzi,
l’unico risultato che ottenni fu quello di sporcarmi ancora
di più. Nel frattempo Lil si riscosse e cominciò
a correre via.
Cosa dovevo fare? Lasciarla andare? Avrebbe raccontato qualcosa a
qualcuno? Se così fosse stato l’avrebbero presa
per pazza o mi avrebbero fatto domande scomode. Mi affrettai a correrle
dietro e in meno di cinque secondi l’avevo raggiunta. Con
gesti controllati la presi per un braccio e la feci voltare verso di
me. Lil si dimenò emettendo un piccolo singhiozzo di paura
e, con uno spintone, mi allontanò di qualche metro. Stupito,
la guardai correre via di nuovo. Aveva acquistato le caratteristiche di
un Assassino? Era diventata più forte, questo di sicuro. La
seguii ancora e questa volta mi imposi. La presi per le due
braccia e, siccome continuava ad agitarsi, gliele portai dietro la
schiena.
“Lilian ascolta, posso spiegarti tutto” le dissi
all’orecchio con tono supplichevole.
“Tu sei… ma che cosa sei?!”
gridò lei cercando di liberarsi con movimenti frenetici.
A quel punto dissi una cosa davvero stupida. “Sono Edward,
sono io! Per favore, ascolta!”.
“No, mostro! Lasciami!” urlò Lilian.
Fu allora che la lasciai andare. Ero così turbato per quello
che aveva detto che la lasciai. Lei, per il troppo slancio, cadde a
terra. Si voltò e mi osservò. Nel suo volto
riuscivo a vedere la paura e la disperazione. Ero io a causare tutto
questo? Davvero? Indietreggiai di qualche passo, senza staccare gli
occhi da lei, mi lasciai cadere su un tronco e rimasi lì,
con la testa fra le mani. Dopo quasi un minuto sentii Lilian muoversi
al mio fianco e, sorpreso, la sentii sedersi affianco a me. La guardai
di sottecchi.
“Che fai? Non scappi?” le chiesi amaramente. Lei
abbassò lo sguardo. “Ti faccio paura? Ti faccio
orrore?”.
Lilian deglutì. “Un po’ di
paura” ammise. D'altronde era comprensibile. Mi aveva appena
visto uccidere un orso grande il doppio di me e bere il suo sangue. Mi
chiesi come faceva a starmi accanto.
“Tu … hem”, non trovava le parole,
così glielo dissi io.
“Bevo il sangue degli animali, perché è
l’unica cosa che mi mantiene in forze oltre … al
sangue umano” dissi sospirando. “Sono davvero un
mostro” sussurrai poi. Sentii la mano tremante di Lilian che
si posava sulla mia spalla, esitante. “Non mi vuoi nemmeno
toccare”.
“Non è vero” disse stringendomi la
spalla. Prese un gorsso respiro e mi abbracciò. Mi strinse
forte, come se mi volesse schiacciare. Per quando era possibile, rimasi
senza fiato. “Non sei un mostro. Scusa”
bisbigliò Lilian. Siccome non sembrava intenzionata a
mollarmi la osservai.
“Vuoi restare appiccicata qui per sempre?”.
“No, sarebbe noiosissimo. Però per staccarmi ho
bisogno di pensare di non essere stata troppo crudele. O per meglio
dire stronza”.
“Stronza è una parolaccia” osservai
acutamente.
“Caspita ma come lo hai capito?” chiese lei
sciogliendo l’abbraccio stritolatore. “Non
è che … mi spiegheresti questa cosa?”.
Sospirai. “Hai presente i Vampiri?”.
“Certo”.
“Ecco”.
“Oh. Tutto qui?”.
“Forse dovresti parlare a tuo fratello di questa
cosa” dissi dubbioso.
“Perché?”.
“Andiamo, ti porto da lui. Anche lui deve dirti un
po’ di cose”.
“Vorresti dirmi che mio fratello è un
Vampiro?” chiese turbata.
“No, no.” mi affrettai a dire,
“Però dovrebbe davvero spiegarti un paio di cose
su di lui”.
Passammo da casa mia perché volevo cambiarmi. Consigliai a
Lil di restare in macchina, altrimenti si sarebbe attardata a parlare
con i miei. Con loro avremmo discusso dopo. Dopodiché
l’accompagnai a casa per parlare con Matthew.
Entrando scorsi un uomo che dormiva sdraiato sul divano con una
bottiglia di birra affianco.
“Ciao papà” sussurrò Lil con
sguardo a metà fra l’annoiato e
l’arrabbiato. Prese la bottiglia e, soppesandola, decise che
poteva berne un sorso. Andammo in camera, dove trovammo Matthew che
leggeva, steso sul letto.
“E tu che ci fai qui?!” chiese non appena mi vide.
“L’hai portato per darmi fastidio?”.
Lil prese un lungo respiro. “No, è che
… ho scoperto chi è. Mi ha detto la
verità. Però da quel che ne so anche tu devi
dirmi qualcosa, vero?” chiese lanciandomi poi
un’occhiata esitante. L’espressione di Matthew
mutò. Se prima era semplicemente arrabbiato ora era furioso.
“Che cosa?”. Ci guardò come se fossimo
impazziti e mi si avvicinò. “Chi sei tu per
arrivare qui a … a mandare tutto a puttane? Stavamo
benissimo prima che arrivassi tu!”.
“Matt” lo ammonì Lil mettendosi in mezzo
a noi due, che ci stavamo guardando in cagnesco. “Ormai
è fatta. Dimmi quello che mi devi dire” disse
impazientemente.
Matthew sospirò e la guardò risentito.
“Sono un Cacciatore di Vampiri”. La frase rimase in
sospeso per un po’. “Dì qualcosa
…”.
“Io?” chiese Lil.
“Hai ragione” disse Matthew.
“B’è se non avete più nulla
da dire allora posso dire io qualcosa” dissi.
“Un’altra cosa?” chiese Lilian.
“Si, credo che anche tu stia diventando un Assassina, o
Cacciatrice, come si voglia” cominciai.
“Perché?” chiese Lil spaventata.
“B’è io posso leggere nella mente di
tutti, tranne che nella tua, e …”.
“E nella mia?” chiese Matthew.
“Nella tua si” risposi ghignando. Matt
sbuffò.
“E perché la mia no? Ho qualcosa di
strano?”. Ma perché nessuno pensa che sia io
quello strano quando dico di saper leggere nel pensiero?
“No, tu sei a posto. Secondo Carlisle ti stai trasformando
lentamente in Cacciatrice quindi i tuoi sensi si stanno acuendo e,
inoltre, la mia vicinanza durante la trasformazione ti ha fatto
sviluppare delle … una specie di anticorpo al mio
potere”.
“Ok, questa è una grande presa per il culo. Quello
che ho visto prima era un manichino lanciato contro un …
peluche ciccione a forma di orso!” esclamò Lil
sedendosi sul letto e mettendosi il viso fra le mani.
“Lily” la chiamò Matt,
“è vero. Se vuoi una prova
…”. Prese un taglierino e si fece
un’incisione sul pollice. Io trattenni il respiro ma dopo
nemmeno trenta secondi, davanti ai nostri occhi, la ferita si
rimarginò. Lil rimase con gli occhi spalancati e la bocca
semiaperta. “Ascolta, mi dispiace di non avetelo
detto.” disse Matthew mortificato, “E’
stato strano”.
“Non fa niente” bisbigliò Lil.
“Solo che è strano davvero”.
Una nuvola si spostò, e un improbabile raggio di sole
entrò dalla finestra all’improvviso.
D’istinto, mi ritrassi e mi allontanai dalla luce.
“Non dirmelo, ti sciogli al sole?” chiese Lil con
sguardo critico.
“Vorrei far sparire questa brutta teoria” dissi
sbuffando, e misi una mano sotto la luce.
E così avevo detto tutto: avevo sviscerato per bene
l’argomento dieta, la lettura del pensiero e avevo accennato
a particolari come il respiro, la mancanza di sonno e la
velocità. Mi avevano pregato di parlare della mia famiglia
così, siccome era improvvisamente uscito il sole e non
potevo tornarmene a casa senza sembrare uno Swarosky gigante, li
accontentai.
Verso le sei il sole era già calato da un po’
grazie alle corte e buie giornate Inglesi, ma io ero ancora
lì. Una donna grassottella e con profonde occhiaie
entrò nella stanza.
“Volete da mangiare?” chiese appoggiata allo
stipite della porta.
“No grazie ma” si affrettò a dire Matt.
“Stiamo uscendo”.
Lil non fece commenti ma, appena fuori dalla porta, si
lamentò: “Però io ho fame”.
“Anche io. Stiamo andando in pizzeria” disse Matt
allegro contando dei soldi.
“Ma dove li hai presi così tanti?”
chiese stupita Lil.
“Dal portafoglio”.
“Il tuo?” chiesi, controllandomi le tasche.
“No quello di mio padre. Tranquillo” mi disse con
un ghigno poco rassicurante.
“Li hai presi da papà? Ma sei scemo? Sono
… quasi duecento sterline!” sbraitò Lil
contandole.
“Lo so è incredibile che papà abbia
tenti soldi addosso” disse Matt dando la metà a
Lil e mettendo il resto in tasca.
“No, è incredibile se non ti staccherà
la testa quando torneremo a casa” disse lei preoccupata
guardando altrove.
“Non preoccuparti. Se li spenderemo tutti non ci saranno
prove a nostro carico” disse Matt.
“Come se servissero delle prove” disse lei
guardandolo preoccupata, ma Matt la ignorò.
Eh... prima o poi doveva
scoprirlo!
Allora, ho deciso che Lil poteva avere un forte impatto con la vera
natura di Edward perchè, essendo così diversa da
Bella (che, se ci fate caso, non ha mai visto Edward comportarsi da
vero Vampiro), avrebbe potuto accettare la cosa. Insomma, Bella ha
scoperto che Edward era un Vampiro perchè l'ha salvata, ma
vedendolo che uccide un orso immagino sia diverso. Più
spaventoso, Lil ha avuto davvero la sensazione che Edward fosse pericoloso.
E qui, veniamo alla seconda cosa che ho da dire: alla fine non ho fatto
allontanare Lil perchè, non essendo lei isterica, ha visto
che Edward non voleva farle del male.
Ed ecco tutto! :D
Ora passiamo alle recensioni, alle mia fantasticose recensitrici! :)
vannagio: eh già, povero Edward, in amore non è
molto fortunato! In questo capitolo Lil ha una parte importante, spero
che la sua reazione non sia sembrata innaturale. Secondo te
com'è? B'è grazie mille per la recensione, ciao!
^^
KissyKikka: non ti preoccupare, anche io diverse volte faccio la figura
della saccente, e ogni volta penso 'Ma quanto sarò rompi
quando faccio così?' XD Comunque, come vedi, Lil ha passato
il momento di preoccupazione e si è messa subito a litigare
con il fratello, non appena quello è guarito.
Però hai ragione, ho voluto fare un fratello protettivo, e
nel prossimo capitolo si capirà il perchè
(prossimo capitolo: molto triste T^T). Grazie per aver, ancora una
volta, recensito! Grazie davvero di cuore, un bacio! <3
Un saluto a tutti i Preferiti
e le Seguite,
un bacio a tutti quanti by
Patty.
P.S.
Avviso Importante:
in questo capitolo nessun orso è stato maltrattato. XD
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