Capitolo 9
Raf POV
Sento freddo. Non so dove sono, ma è tutto buio. Non sono
sicura di essere sveglia, tutto è così
surreale…per prima cosa intorno a me
c’è il silenzio più totale, ma
è un silenzio strano…come dire…carico,
teso. Mi sento come se non avessi il pieno possesso del mio corpo, e
non sono sicura di essere in grado di aprire gli occhi. Mi gira la
testa. C’è un odore forte qui, ed è un
odore familiare. Solo che…dov’è che
l’ho già sentito? Non è certo quel tipo
di odore che potrei definire gradevole, eppure…mi piace. Non
so perché, ma mi fa sentire bene, come se fossi al sicuro.
Ripasso mentalmente tutti i posti che conosco, cercandone inutilmente
uno che mi riporti alla mente quest’odore. A dire il vero,
più che un posto mi ricorda…Ma certo,
è zolfo! Mi fa venire in mente quella dannatissima stanza
ormai così lontana, mi fa tornare in mente te. Ora il punto
però è un altro: cosa ci fa l’odore di
zolfo qui…ehm, a proposito, dove sono? Allora,
vediamo…sono partita per cercare Zolfanello City, fino a qui
ci sono, e poi i miei ricordi si fanno confusi. Mi sembra di ricordare
un temporale, o qualcosa del genere…poi mi sembra di essere
caduta…ah, già; qualcuno mi ha presa in braccio e
poi…mi sono ritrovata qua. Cerco di scrollarmi questa
sensazione di debolezza addosso, e apro lentamente gli occhi. Un
piccolo raggio di luce fioca filtra dalla minuscola finestrella in
alto, quasi sul soffitto della stanza. Non è un
granché come posto; è abbastanza piccolo e ci
sono crepe un po’ dappertutto, ma non è nemmeno
così male. Dopotutto c’è un letto
– quello dove sono sdraiata sopra -, e non è
nemmeno così scomodo. Ora che ci penso, come ho fatto ad
arrivare qui? Qualcuno mi ci ha sicuramente portato, ma chi? Forse la
stessa persona che mi ha presa in braccio? Chiunque sia stato, devo
ringraziarlo. Appoggio una mano sul materasso, e mi metto seduta.
Cavoli, che mal di testa. Mi metto una mano sulla fronte e mi accorgo
che c’è qualcosa appoggiato sopra. È
una piccola pezza bagnata, probabilmente per far scendere la mia
temperatura…chissà che è stato? Deve
essere qualcuno di veramente gentile, per ospitarmi in casa sua e
prendersi così tanta cura di me. Mi sforzo di alzarmi anche
se mi sento le gambe molli, e appoggiandomi al muro comincio a
camminare verso la piccola porta davanti a me. Sento il mio respiro
ansante, e comincio ad avvertire dei brividi di freddo sulla pelle e
sulla mia fronte sudata. Arrivo con passo incerto fino alla porta, e
cerco di appoggiarmi. Mi lascio scivolare lungo la superficie fredda e
ammaccata, con l’orecchio teso a percepire ogni minimo suono.
Niente, il silenzio più assoluto. Oh, aspetta…ora
sento qualcosa…il suono mi arriva distante, ma sento delle
voci. Qualcuno sta parlando. Quante persone sono?
Hmm…vediamo…direi due, forse tre. Si, devono
essere tre, delle quali una sicuramente è una ragazza. Ha
una voce troppo acuta e stridula per essere un ragazzo. Gli altri
due…non riesco a sentirli bene a dirla tutta. Credo che
stiano alzando i toni, forse stanno litigando. Sento dei passi che si
avvicinano decisi verso la porta, e comincio ad avere un po’
di paura. È vero che tra quelle persone potrebbe esserci
quella che mi ha salvato, ma dopotutto non ho la più pallida
idea di dove sono, e sono debole. I passi si fermano
all’improvviso. Qualcuno urla qualcosa su una bambola o roba
del genere; sembra che ci sia un litigio. Sento che la febbre mi sta
salendo di nuovo, la mia vista torna a farsi sfocata e i suoni intorno
a me diventano ovattati. Cerco di farmi forza sulle braccia e sulle
gambe per tirarmi su, ma non riesco a stare in piedi da sola.
“Ti ho detto di fermarti!” mi arriva questa voce,
che suona come una cantilena stanca e ripetuta, seguita da un
esclamazione irritata “Falla finita! Voglio solo vederla, ok?
Non rompere!” Se già prima avevo problemi di
stabilità, ora sento che le mie gambe non reggeranno oltre
il peso del mio corpo. Sono perfettamente conscia che potrebbe essere
solo un’illusione causata dalla febbre, ma la voce che ho
sentito è forte, presente, vera. Bè,
l’odore di zolfo c’è. Quindi
perché non potrebbe esserci anche LUI? Voglio aprire la
porta; se è davvero lui voglio vederlo e abbracciarlo, ne ho
il bisogno assoluto. Sento altri passi superare quelli che
già si erano avvicinati, e fermarsi proprio davanti alla
porta. “Scordatelo, bello. La mia bambolina sta male, quante
altre volte te lo devo ripetere? E poi è mia. Non voglio
assolutamente che tu la tocchi. Nessuno può, è
solo mia” Questa voce è bassa, calda, sicura, ma
soprattutto minacciosa. Minacciosa ed estremamente…come
dire…possessiva. Spingo la porta con tutte le mie forze
– che a dirla tutta non sono un granché
– e cado praticamente addosso alla schiena di un ragazzo che
non avevo mai visto prima. Anzi…non è un ragazzo,
è un diavolo, mi correggo mentalmente guardandolo un
po’ meglio. Si gira stupito verso di me, e mi abbraccia.
È…come dire…caldo. Ehi, aspetta un
momento! Cosa?! Chi diavolo è questo? E perché mi
abbraccia? Scuote leggermente la testa e schiocca la lingua,
rifiutandosi di lasciarmi andare “No, bambolina, lo sai che
dovresti riposare…sei ancora debole…”
Se continua a stringermi così, finirò per
soffocare. Alzo leggermente lo sguardo, quanto basta per vedere un
altro diavolo, praticamente paralizzato, che mi fissa sgomento. Si
avvicina una ragazza, sempre un diavolo, e gli appoggia una mano sulla
spalla. Faccio appena in tempo a capire che quella mano, che tutta
quella confidenza, mi da un fastidio tremendo che focalizzo
l’immagine. Quei capelli, quella stella, quegli
occhi…mi batte il cuore così forte, mi sento
così…così viva che vorrei piangere.
Allungo una mano tremante verso di lui, e se…e se svanisse?
E se non fosse reale? “S –
sul…” mi sento debole, troppo per tenere gli occhi
aperti. Vedo che anche lui si sta avvicinando, e il leggero tocco fra
le nostre mani che si sfiorano è l’ultima cosa che
percepisco prima di perdere il contatto con la realtà.
Sulfus POV
Mi
sento…così…così…non
sono sicuro che esista un nome, né una descrizione precisa
per definire il mio attuale stato d’animo.
Credo…di essere felice. Come potrei non esserlo, dato che
lei è qui a due passi da me?
Però…Però sta ansimando pesantemente.
O meglio, lo stava facendo fino a tre secondi fa, prima di svenirmi
davanti. Probabilmente ha la febbre. Prima di svenire, mi ha visto.
Credo che ci abbia messo un po’ a riconoscermi, ma le ho
letto negli occhi lo stesso desiderio, lo stesso bisogno di sentire il
contatto con la mia mano. E poi è caduta. Così,
all’improvviso. Ha chiuso gli occhi ed è finita in
braccio a quell’altro, il bambolotto. La traduzione di tutto
questo? Non solo ho permesso che stesse male (che lei, il mio angelo,
soffrisse) ma sono stato buono buono – immobile come un pesce
lesso - aspettando che cadesse addosso a quello là
come un sacco di patate. Naturalmente, lui ha colto
l’occasione per abbracciarla. Non è mica tonto
come me; che quando potevo baciarla me la sono svignata come un codardo
con la coda fra le gambe! Ok, ok. Devo calmarmi perché sto
impazzendo. Solo perché le sue braccia sono in contatto con
il petto di quell’individuo da strapazzo, solo
perché è lui a sorreggerla per impedirle di
cadere, solo perché non ci sono io al suo posto, non
significa affatto che io sia infastidito; o meglio, geloso. Il forte
impulso di distruggere quel tipo…com’è
che si chiama? (e pensare che mi aveva pure detto di ricordarmi il suo
nome) Ah, già; Zylaax. Comunque dicevo che la voglia che ho
di strozzarlo e stringere Raf a me non c’entra
niente con la gelosia. Io, geloso? Queste due parole non potrebbero mai
trovarsi all’interno della stessa frase senza stonare. Io
sono il tipo per cui le ragazze combattono, io sono quello che la
gelosia la fa provare (ed è amara, si; amara e pungente), ma
di essere così geloso, non me l’aspettavo proprio.
Ammetto che quel terreno a cui avrei spaccato volentieri tutti i
denti non mi piaceva per niente, ma dopo la dichiarazione di
Raf mi ero…tranquillizzato un po’ forse. Credevo
che i problemi sulla chiarezza dei nostri sentimenti non ci fossero
più, non mi aspettavo certo che mi piombasse questo qua fra
capo e collo!
Accidenti Raf…cosa cavolo mi hai fatto? Mi rovinerai la
carriera splendente di Guardian Devil che avevo davanti…Non
che me ne importi più molto, ormai. Soprattutto
perché se vorremo stare insieme veramente, dovremo
rinunciare all’immortalità. Ma io…io
potrei mai chiederti un sacrificio tanto grande? …COSA
DIAMINE STO FACENDO? Sto divagando inutilmente. Per ora la
priorità assoluta non è nemmeno abbracciarti, o
strapparti da quel diavolo. L’unica cosa che importa
è che tu guarisca, e se si tratta di te tutto il resto passa
in secondo piano. Sono così irritato,
arrabbiato…dovrò chiedere aiuto al bambolotto
rimbecillito...Ora calmati Sulfus, respira. Mi giro quando sento la
risatina soffocata di Shion, poco dietro di me. Deve proprio divertirsi
da matti, a vedermi ridotto così. Faccio un grande sospiro
per reprimere la rabbia, e mi rivolgo a Zylaax. “Senti, mi
sembra chiaro che io e te non ci piacciamo neanche un
po’.” Mi guarda, curioso di sapere dove voglio
arrivare “Ma ora la salute di Raf è più
importante, non credi?” Sembra non capire bene quello che gli
sto dicendo “Raf? E chi è?” Gli lancio
un’occhiata seccata ed eloquente, sperando che nonostante il
suo basso grado di intelligenza riesca a capire cosa intendo.
“No, aspetta. Si chiama Raf?! Tu conosci la mia
bambolina?” Che voglia…irrefrenabile…di
rispondergli male che ho…primo perché continui a
ripetere che lei è tua, e secondo perché ne parli
come se fosse un pupazzetto da buttare una volta che ci si stufa di
giocarci. A questo punto è Shion che si fa avanti, e si
sporge verso Zylaax per guardare meglio Raf.
“Così…è questa
l’angioletta che stavi cercando? Il tuo grande amore
proibito? Però, è carina per essere uno
zuccherino volante. E se è venuta a cercarti fin qui, ha
anche un caratterino niente male.” Continua a fissarla, e
riprende a ridacchiare fra sé. “Certo che
comunque…non è proprio da te! Voglio dire, sembra
così…così…angelica!”
La situazione è parecchio strana. Lei ride, io la fulmino
con lo sguardo, Raf è svenuta e Zylaax mi fissa.
Più che curioso, come era prima, ora
sembra…arrabbiato. “Ascoltami bene.
Finché la mia bambolina non si riprenderà ti
farò restare, dato che a quanto pare aveva qualcosa da
dirti. Ma appena ti avrà parlato, te ne devi andare. Mettiti
bene in testa che lei è mia.” Non mi sta bene, non
mi sta bene per niente! Ma questo è l’unico posto
a Zolfanello City dove Raf può riposare. Da qualunque altra
parte la prenderebbero di mira. Quindi mi conviene cercare di resistere
e trattenermi.
Quando si sarà svegliata, la porterò via con me.
FINE! Si lo so che questo nn è nnt di che…diciamo
k la febbre nn ispira dei bei capitoli XD farò meglio cn il
prossimo ^^
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