Oggi
postaggio anticipato:
stasera il mio pc va dal tecnico per farsi rimuovere il maledetto
malware. E
non potevo lasciarvi senza capitolo, no?
Incrociate
le dita per lui! >_<
@Hel_Selbstmord: il grande
evento sarà… uhm,
vediamo. Intendi per Jamie o il nostro piccino preferito?
Perché si sa, trai
due è più sveglio il primo. :P Lo sviluppo
succoso tra Re/TeddyBear si avrà
presto. Per PulcinoBagnato si dovrà aspettare un
po’, purtroppo, perché lui è
Mister Misantropia (ormai parlo per nomignoli, sono cretina) sono due
tonti
stratosferici. Però non è che non hanno gli
ormoni :P Rose dopotutto è una
Weasley, quindi, diciamocelo, si fa fregare dai Malfoy in modo
vergognoso. XD
Per quanto riguarda il concerto dei Porcupine Tree, sappi che ti
detesto. (T_T
Esaaami). Che ne pensi dei Dream Theather invece? Li conosci? Grazie
per
continuare a seguirmi, ti adoro!
@MissMary: Sei la
prima che apprezza Jamie
(e per favore non farlo troppo spesso che gli monti la testa XD) ed
è vero, non
preoccuparti, tra poco si romperà a passerà AI
FATTI. Ho riferito il messaggio
a Mister Slytherin, ma si è limitato a guardarmi male e
tappare le orecchie ad
Al. U_U E comunque CERTO che Tommy ha un lato hentai. Come tutti i
ragazzi che
sembrano educati e precisini. E chi non lo avrebbe, con Al? :P Voglio
dire, già
la Row
in poche
righe l’ha fatto iper-puccissimo. Io ho solo dato pieno
risaltò alla sua
tenerosità. XD
@Altovoltaggio: Grazie
mille per i complimenti!
Sapere che ho fatto un coming out un minimo sensato mi fa davvero
piacere, specie
se a dirmelo è una non-slash fan. In effetti, tra stare con
un Malfoy e stare
con un maschietto, non so la famiglia quale digerirà prima
XD. Penso che Harry
sarà il classico padre comprensivo. Voglio dire, ha preso a
mazzate Remus per
essere scappato da una Tonks incinta forse di un
‘lupetto’, e non ha mai avuto
pregiudizi, quindi se non li hai per un mannaro… mah, chi
vivrà vedra. ;)
Secondo me, Ron è quello che la prenderà peggio,
tutta la faccenda. Specie ad
avere un genero biondo, pallido e allampanato. XD Il Magico Trio
verrà
riportato ai fasti, con una piccola correzione. ;) Leggi e dimmi poi se
ti
piace.
@Trixina: Non sai
quanto rendi contenta me
con i tuoi commenti! Eh, tra gli ‘innamorati’ di
Rosie e Al, è una bella sfida.
@SammyMalfoy: Il classico
porta al suicidio
tutti, credimi. Io ci sono passata. :P Però poi puoi
bullarti di averlo fatto
ed essere sopravvissuta. XD Sono riuscita a farti amare Rose? Evviva!
XD Forse
perché io l’ho sempre vista come figlia di Ronnie,
più che di Herm. Prendere il
cervello non significa prendere anche il carattere. Almeno, io
l’ho
interpretata così. XD Al è un perfetto uketto da
compagnia (e che nessuno gli
spieghi che vuol dire :P ) James diciamo che è… sessualmente furbo. Per altri versi
è un deficiente completo.
Vedremo se la sua furbizia servirà… ;) Coraggio,
il Classico passa! Faccio il
tifo per te!
@Ombra:
Essì, con Teddy e Jamie sono
stata insolitamente buona. Anche merito vostro, che se era per me
quelli non si
riconciliavano fino ad un certo FATTACCIO. XD Al è vero,
è proprio (ancora)
come un uccellino caduto dal nido. Grazie per i complimenti su
Scorpius. Non
avevo voglia, in effetti, di avere un altro Draco in mezzo, ed ho
interpretato
la frase della Row ‘Sì, ma è diverso da
suo padre’, a modo mio. Fa piacere
sapere che sia stato apprezzata. Continua a seguirmi e grazie! ^^
E
ora,
godetevi il capitolo! ^^
****
Capitolo XIX
I nostri genitori
hanno sempre fatto quello che è giusto per noi.
Ma qua sotto è il
nostro momento.
E finira'
tutto nell'
istante in cui salteremo dentro questo secchio.
(I
Goonies)
Sala Grande.
Ora di cena.
Rose
Weasley
si era sempre ritenuta una fine stratega. Perché sapeva esattamente come passare inosservata alla
tribù Potter-Weasley.
Aspettò
che Hugo e James si fossero seduti al solito posto, ed
aspettò che una delle
tante ammiratrici del cugino le soffiasse il posto, per poi sedersi con
naturalezza accanto a Scorpius.
Il
quale,
vedendola, quasi sobbalzò.
“Oh,
Weasley!” Esclamò esageratamente. “Che
sorpresa!” Sussultò di nuovo, e stavolta
per un pizzicotto ben piazzato.
“Non
fare
lo scemo, e fa’ finta di niente.” Gli
sibilò, per poi cominciare a servirsi.
“Sì, capitano.” Disse, assumendo un
cipiglio militare che la fece quasi
scoppiare a ridere. “A cosa devo la tua vicinanza
rosellina?”
“So che sei estasiato
dall’evolversi
del nostro rapporto, trottolino…”
Replicò, e vide lo sguardo del ragazzo
accendersi di divertimento.
Adora se lo
prendo per il culo di
rimando.
…
è adorabile.
“Lo
sono,
hai ragione.” Convenne con un sorrisetto che la fece
sciogliere tutta. “Ma ho
percepito un però nella
tua frase.”
“Infatti c’è. Luce verde, cratere, mio
padre che ci mette bastoni tra le
ruote.” Snocciolò. “Ti ricorda
qualcosa?”
Scorpius si fece improvvisamente serio. “Uhm.”
Disse soltanto. “Hai più saputo
niente?”
“Non
da
mio padre. Ho tentato di strappargli qualche indiscrezione sul caso, ma
quando
vuole sa essere dannatamente ostinato… Tuo padre invece? Gli
hai chiesto se ci
sono altri modi per viaggiare, a parte la polvere volante e la
materializzazione?”
“Sì.” Annuì, infilandosi un
pezzo di pasticcio in bocca. Masticò, prima di
continuare. “Ha detto che si sarebbe documentato, e che mi
avrebbe mandato un
gufo. Per ora, nessun gufo.”
“Cavolo, tuo padre sì che è
collaborativo…”
“Oh, è una cosa Malfoy viziare i propri figli in
modo vergognoso…” Sogghignò il
ragazzo, incassando con nonchalanche la successiva gomitata.
“Comunque, ho
fatto delle ricerche parallele, in biblioteca. Ed ho scoperto
qualcosina.”
Rose
quasi si strozzò col succo di zucca che stava bevendo. Si
impose di non
mettersi ad urlare: va bene che il chiacchiericcio della tavolata
copriva il
loro, però…
“Perché
non me l’hai detto?” Sbottò, in un
sussurro.
Scorpius
si strinse nelle spalle. “Pensavo che non ti interessasse
più. Insomma, io mi
ero interessato soprattutto per far colpo su di te.”
Rose
fu
per un attimo indecisa se sentirsi lusingata o esasperata.
Alla
fine, optò per entrambi.
“Sei un cretino! Certo che mi interessa! Questa è
la nostra scuola, e se
qualcosa di squamoso, mortale e misterioso vi si aggira vorrei sapere
almeno
come ci è arrivato e perché!”
Scorpius sorrise. “Quello che penso anche io. Non siamo
perfetti assieme?”
“Oh’ sta zitto.” Si morse un labbro: ci
aveva pensato tutto il pomeriggio, ed
era giunta ad una conclusione.
Io e Al non
possiamo farcela da
soli. Né nel scoprire ciò che nasconde Tom,
né tantomeno sul mistero dei Naga.
Che tra l’altro, sono connessi.
“Hai
presente Thomas?”
“Dursley? Tipo studioso e arrivista. Il serpeverde
perfetto.” Ironizzò.
“Perché?”
“Perché è stato attaccato da quel naga,
se ben ricordi. E da allora si comporta
in modo strano, a quanto dice Al…”
“Beh, in che senso? Io trovo che sia strano da sei
anni.”
Rose
scosse la testa. “Albus e lui sono molto legati. E dice che
ultimamente il suo
comportamento è cambiato. E poi hai notato che è
sempre in giro?”
Scorpius ci rifletté brevemente. “L’ho
visto spesso in biblioteca fino a tardi,
ma direi che uno così la considera il suo habitat
naturale…”
Rose sbuffò. “Sì, a parte quello.
È stato l’ultimo a vedere il naga vivo.”
Scorpius le lanciò un’occhiata attenta.
“Pensi che sappia qualcosa che gli
auror non sanno?”
“Thomas…” Esitò. Non gli
piaceva parlar male di lui, anche se non erano
esattamente parenti, e quindi l’omertà
Potter-Weasley non era dovuta. “Thomas
ha sempre avuto la brutta abitudine di non parlare. E non intendo
essere
taciturno. Se ha un problema, non ne parla. A nessuno. Né a
mio zio Harry, che
è il suo padrino, né ad Al, che è il
suo migliore amico. È un tipo…”
“Sfuggente.” Terminò per lei Scorpius.
“Preferisce risolversi i propri problemi
da solo.”
“Già. Il che okay, è lodevole. Ma
secondo me… potrebbe arrivare a mentire,
per poter continuare a
risolverseli da solo. Non nel senso che c’entri qualcosa. Ma
che nasconda qualcosa.”
Spiegò
frettolosamente Rose. Odiava lanciare accuse se non era perfettamente
certa di
poterlo fare. “Non lo so… credo che dovremo
indagare sulla cosa.”
“Indagare?”
Scorpius fece un
sorrisetto. “Intendi dire… scoprire cosa nasconde
Dursley e se i naga sono
ancora nei paraggi?”
“E se le cose sono collegate.” Ammise. Gli
lanciò uno sguardo. “Te l’ho detto
perché…”
“Perché vuoi coinvolgermi.” La
precedette Scorpius. Annuì. “E mi sta
benissimo.”
“… Davvero?”
“Ehy. Sono un grifondoro, no? Adoro
ficcarmi nei guai.” Sogghignò. “Specie
con una ragazza così carina…”
James
serrò le labbra quando vide la cugina ridacchiare, seduta
accanto a Scorpius
Malfoy. Aveva dell’incredibile. Stavano interagendo.
L’ha
odiato e demonizzato per sei
anni, come me… e adesso?
Hugo
lanciò un’occhiata nella stessa direzione.
“Ah sì…” Commentò.
“È la novità
dell’anno. Ora mia sorella e Sgorbius vanno
d’accordo.”
“E da quando?”
“Da un po’. Lily mi ha detto che hanno appianato
i reciprochi contrasti.” Sbuffò.
“Non riesco a togliermi dalla testa le
urla di papà. È come una specie di eco
continuo…”
James
vide Rose tirare un pugno al braccio di Malfoy, che incassò
con uno di quei
suoi irritanti sorrisi zen. E seppe che non era solo un appianare,
quello.
E
improvvisamente capì il motivo della presenza di Rose nei
dormitori maschili,
quella mattina.
Sei nei guai
Rosie. Sei davvero
nei guai…
****
Sala Comune
di Serpeverde.
Dopocena.
La
sala
comune di Serpeverde era un ottimo luogo dove appisolarsi.
L’illuminazione
soffusa, di una tenue luce bluastra, le vecchie poltrone di pelle
scura, il
caminetto che mandava riverberi verdastri (il fuoco era incantato).
Albus si era sempre chiesto come Thomas e gli altri riuscissero a
rimanere
svegli, dopocena, per più di dieci minuti.
Sbadigliò
e per pura forza di volontà non chiese a Michel di
sospendere la partita a
scacchi magici.
L’altro gli lanciò uno sguardo divertito.
“Al, ti si stanno chiudendo gli
occhi… perché non vai a dormire prima di franare
sulla scacchiera? Si stanno
addormentando persino i tuoi pedoni.”
“Ah, sto bene…” Borbottò.
“Cavallo in C6.”
Il cavallo rimase fermo. Avvicinandosi, notò che stava
ronfando della grossa.
Michel ridacchiò sottovoce.
“Molto empatici i tuoi pezzi…”
“Ah-ah. Simpatico, davvero.” Replicò
lanciando un’occhiata a Tom, seduto
dall’altro lato della sala, con in mano un tomo che recitava
‘I maghi che hanno
lasciato un segno nella Storia.
Sempre
letture extra-curricolari
ultimamente…
Emise
un
lieve sospiro: prima di accomiatarsi da Rose, la ragazza gli aveva
fatto
promettere di restare sveglio almeno
fino a mezzanotte. Il motivo, lo ignorava. Del resto la cugina era
scappata via
prima che potesse chiedergli alcunché.
Voglio andare
a letto…
Lanciò
uno sguardo, di nuovo, verso Tom: era sdraiato sul divano, quello
più vicino al
fuoco. Lo considerava di sua proprietà dal primo anno.
C’è
da dire che nessuno gliel’ha
mai contestato…
Era
fatto
così Tom. Si era sempre imposto senza bisogno di grandi
sforzi.
Ha un carisma
eccezionale…
Si morse un
labbro. Il gioco di luci della Sala lo immergeva nell’ombra
dandogli un aspetto
quasi onirico. E bello.
Dannazione,
ho sempre pensato che
fosse bello… ma solo adesso mi rendo conto che è
probabilmente il più bel
ragazzo del mondo…
Per me. Ecco.
“Signor
Potter, vuole darmi attenzione? So che non sono bello come mastro
Dursley ma…”
Michel gli toccò il braccio, facendolo irrigidire.
“Ti sei imbambolato?” Gli
chiese con un sorrisetto divertito, ma non troppo crudele.
Al
arrossì ovviamente,
sbuffando. “Sì…
cioè, no. Stavo solo pensando alla prossima mossa.”
Michel inarcò le sopracciglia. “I tuoi pezzi
stanno dormendo, Al. Forse sarebbe
meglio se prima li
svegliassi…”
Al
sbuffò,
tirando un colpetto con un dito al suo cavallo, che saltellò
guardandolo storto
e borbottandogli contro maledizioni. Poi, si riaddormentò.
“Ehm, sembra che stasera non vogliano
collaborare…” Mugugnò, facendo ridere
di
gusto l’amico.
Anche Michel era piuttosto bello. Aveva una bellezza esotica,
particolare. Si
diceva che gli Zabini avessero discendenze italo-francesi. Sicuramente
sua
madre francese lo era, come dimostrava il nome e il bilinguismo fluente
del
ragazzo.
Bello
è bello… -
Pensò lanciandogli un’occhiata
– Però non è
che mi fa sentire strano
come Tom.
Michel
ricambiò lo sguardo, e per un attimo Albus si
sentì in imbarazzo. Merlino solo
sapeva perché, visto che l’amico non stava facendo
proprio un bel niente.
“Cerca di non
pensarci troppo. Intendo dire, a
Tom.” Disse inaspettatamente. “A fine mese abbiamo
la prima partita contro i
grifondoro.”
“Ah, ma a quella ci penso sai…”
“Pensa anche al dopo-partita che faremo.” Lo
incoraggiò con un sorrisetto.
“Weasley Junior non sa reggersi su una scopa. La prima
vittoria della stagione
sarà nostra. Io e Messer Nott stiamo già pensando
all’organizzazione della
festa…”
Albus alzò gli occhi al cielo, fingendosi indignato.
“Ecco perché Messer Nott
ha piazzato in bagno tutte
quelle strane casse ridotte…”
“Ottimo firewhiskey
irlandese, in
realtà.”
“Ecco perché ad Hogsmeade parlava con quello
strano nanetto vestito di verde… ”
Sospirò. “In ogni caso, non voglio saperne
niente.”
“Bravo
cucciolo…”
Lo vezzeggiò Michel dandogli un buffetto. Al
sbuffò, allontanando la mano:
sentì uno sguardo sulla nuca e fece appena in tempo a
voltarsi che Tom abbassò
lo sguardo.
Ma
che…
Non fece in
tempo
a farsi domande che dovette sussultare: Rose finalmente si era fatta
sentire.
“Scusa Mike, mi dai un secondo?”
Borbottò alzandosi in piedi e allontanandosi
dall’amico.
Estrasse
dalla tasca dei pantaloni uno specchio rotondo, piuttosto bollente al
tatto.
Anni
prima suo zio George aveva ottenuto il brevetto per produrre specchi
magici
comunicanti e aveva creato dei prototipi che aveva poi distribuito ai
nipoti.
Non era possibile vedere l’interlocutore, ma visualizzavano
brevi messaggi.
Tom mi ha
detto che assomigliano
ai cellulari babbani…
Lo
aprì,
leggendo il messaggio che galleggiava brumoso sulla superficie di vetro.
‘Tra
dieci minuti davanti all’arazzo di Barnaba il Babbeo.
R.’
Inspirò.
Che le salta
in mente? Il
coprifuoco…
Sospirò:
codice
Potter-Weasley. Non prevedeva un rifiuto.
Intascò
lo specchio, avvicinandosi a Michel.
“Ehm…
Mike? Puoi farmi un favore?”
Michel alzò lo sguardo. Sorrise appena. “Mmh
piccolo Potter, dipende. Ma tu
dimmi.”
“Devo uscire. Puoi coprirmi?”
“Uscire? Adesso?” Sul viso gli si dipinse una
smorfia deliziata.
“No. Devo vedermi con mia
cugina.” Chiarì
subito.
“Se
hai
un tenero appuntamento puoi dirmelo… sarò il tuo
più dolce confidente.”
“Mi dai i brividi…”
“Probabilmente perché penso a qualcosa di
sconcio.” Replicò garrulo. Poi annuì,
dandogli una pacchetta sul fianco. “Vai, vai… se
qualcuno chiede di te, mi
inventerò qualcosa di incredibilmente complicato atto a
sviare la curiosità
altrui.”
“Grazie.” Gli sorrise: la sensazione di imbarazzo
era sempre lì, ma la attribuì
alla sua epifania sessuale. Del resto Michel era bisessuale, e suo
amico.
Dovrei
chiedergli se anche lui ha
avuto l’impulso di gettarsi da una scopa in corsa quando
l’ha scoperto.
No.
Probabilmente
ha subito pensato
chi era il ragazzo più carino con cui provarci.
Passò
di
fronte al divano in cui Tom stava leggendo. Quello, finalmente,
alzò lo
sguardo.
“Dove
vai?” Chiese, come al solito monocorde. Al, che non gli
parlava dalla sera
prima, deglutì, sentendo le guance scottare senza motivo.
“Da
Rose.”
“A quest’ora?”
“Codice Potter-Weasley…”
Spiegò. “Comunque non ci metterò
torno.”
Tom inarcò le sopracciglia. “… torno?”
Per un attimo un guizzo ilare gli illuminò il viso.
“Molto, volevo dire molto.”
Balbettò
sentendosi sudare. “Cioè, intendevo dire, non ci
metterò molto, e poi torno.”
“Lo spero.” Si augurò ironico Tom.
“Non farti scoprire dalla ronda.”
“Ci sono Mills e Dalkins. Sono due babbei.” Fece un
sorrisetto, beandosi del
sorriso complice dell’amico.
Merlino
benedetto, sono davvero fuori di testa…
Era
fuori
di testa perché si rendeva conto, lentamente, che tutto
quello non gli bastava.
Voleva
tutta la complicità del mondo, con Tom. Voleva toccarlo.
Inspirò.
“Beh, a dopo.”
Filò via.
Michel lo seguì con lo sguardo, ma poi intercettò
lo sguardo di Tom.
Per
un
attimo, appena un attimo, sentì un brivido freddo
ghiacciargli la schiena.
E per
un
attimo, solo un attimo, gli sembrò proprio di vedere dei
riflessi rossi, negli
occhi solitamente blu dell’amico.
Solitamente
amico.
Quella
sera avrebbe fatto bene ad andare a letto presto, decisamente.
****
Di fronte
all’arazzo di Barnaba il
babbeo bastonato dai troll.
Mezzanotte.
Al
camminò avanti e indietro tre volte, di fronte al vecchio
arazzo.
Si trovava di fronte alla Stanza delle Necessità, il luogo
più frequentato da
chi voleva avere privacy tra gli studenti di Grifondoro.
Visto l’affollamento di bisogni, all’epoca
del primo anno di Ted, si era creata una sorta di lista di prenotazione
ultra-segreta a cui si poteva accedere dal quinto anno in poi.
Stasera evidentemente l’ha prenotata
Rosie…
La
porta
si rivelò. Albus la aprì entrando in quella che
sembrava la fotocopia in scala
ridotta della Sala Comune dei grifondoro.
Tre
poltrone comode, un caminetto in cui ardeva un fuoco allegro, tre paia
di
tazze, una teiera fumigante e…
Al sgranò gli occhi, quando vide che seduto su una poltrona
non c’era altri
che…
“Malfoy…” Mormorò incredulo.
“Potter.” Salutò il ragazzo.
“Un po’ di the?”
Rose, in piedi davanti al fuoco, fece un sorrisetto imbarazzato.
“C’è anche
lui...”
Al
annuì,
guardingo: non considerava Malfoy una cattiva persona, ma avevano
caratteri
così inconciliabili da rendere loro impossibile andare oltre
ai convenevoli.
“Avanti
siediti, mica ti mangio…” Lo canzonò
Scorpius, rimediandosi un’occhiataccia
dalla ragazza. “Latte o limone?”
“Nessuno dei tue. E niente zucchero.”
Recitò Al, riprendendosi dalla sorpresa,
e accomodandosi su una delle poltroncine. Lì era uno scontro
di volontà.
E non mi
faccio fare fesso da un
grifondoro…
Scorpius
gli lanciò un’occhiata, poi sorrise.
“Non ti piacciono le cose dolci?”
“No, solitamente mi piacciono amare.”
Replicò urbanamente. Malfoy lo metteva in
soggezione, ma era abituato ai caratteri forti come il suo.
Dopotutto
sono cresciuto con Mike
e Lo…
E anche Tom
non scherza, quando è
nelle sue giornate no.
Rose
guardò dall’uno all’altro, sbuffando.
“Oh, per Morgana! Finitela di fare i
maschi!”
“I maschi?”
Scorpius aggrottò le
sopracciglia. “Davvero, non so di cosa tu stia
parlando…” “Stiamo solo prendendo
il the.” Replicò infatti Al, con un sorriso che
avrebbe reso il Cappello
Parlante orgoglioso della sua capacità di scelta.
“Tu lo prendi Rosie?”
“No, lascio che ci giochiate voi due…”
Replicò la ragazza sedendosi sul
bracciolo della sedia occupata dal giovane Malfoy. “Allora.
Ho prenotato per
un’oretta, prima che Judith Midgen irrompa con il suo
elefantiaco ragazzo.”
“Yuch, sono contento che la stanza si trasformi ogni
volta…” Commentò Al.
“Posso sapere che ci fa Malfoy qui,
però?” Si corrucciò appena, con arte.
“Mi
sfugge il motivo della sua presenza.”
Rose lo guardò esasperata: di solito Albus era un ragazzo
adorabile. Dolcissimo
e assolutamente privo di pregiudizi.
Però
non appena vede Malfoy o un
noto grifondoro, tira fuori tutto l’arsenale serpeverde. Non
so se l’abbia
sempre avuto, o gli sia venuto a forza di stare a contatto con quelle gran persone che sono Zabini e Nott…
Probabilmente
entrambi.
“Sono
qui
perché sono curioso.” Scrollò le spalle
Scorpius, passando un braccio attorno
alla vita di un’imbarazzatissima Rose. “E
perché adoro Weasley quando usa il
cervello. La trovo piuttosto sexy.”
“Scorpius!” Abbaiò la ragazza, facendolo
ridacchiare.
Al inarcò le sopracciglia. “Ah, beh.”
Disse soltanto. Ma gli occhi erano
attenti, e misuravano Malfoy. Rose si trovò a trattenere il
respiro.
Poi
Albus
sorrise. In quel modo disarmante e allegro.
“Allora,
vogliamo parlare di affari?” Esclamò ironico.
“Bene…”
Iniziò Rose, schiarendosi la voce. “Prima di
tutto, credo che ci serva uno
schema. Non abbiamo molte informazioni in possesso, ma mettendole
assieme e schematizzandole,
potremmo magari
vederle sotto una prospettiva diversa…”
Sul
tavolo apparve per magia un grosso rotolo di pergamena, calamaio e
inchiostro.
Albus batté le palpebre.
“Wow,
è
proprio una stanza…”
“Delle necessità.” Concluse Scorpius,
prendendo carta e penna. “Scrivo io.”
Dopo
mezz’ora
e qualche incongruenza, Scorpius rimirò la lista, con occhio
critico.
“Appare
una strana luce verde in cielo, il giorno prima dei Naga. Questa luce
si perde
nella foresta. Il giorno dopo arrivo dei Naga. Un naga attacca Thomas.
Thomas
viene salvato da Grop, e il naga viene ucciso. Al suo risveglio Thomas
è strano
e sembra nascondere qualcosa. Scorpius e Rose trovano un cratere in
mezzo alla
foresta, che sembra frutto di un atterraggio. Thomas continua nei suoi
comportamenti strani. Dei naga si sono perse le tracce.”
Finì di leggere ad
alta voce.
Al sospirò. “Non è che abbia molto
senso…”
“Non ce l’ha.” Ammise Rose con una
smorfia. “Tom potrebbe comportarsi in modo
strano per il trauma…”
“E i naga potrebbero essere arrivati in un altro
modo…” Mugugnò sconfortato Al.
“Magari è come dicono gli auror. Si sono
persi.”
Scorpius scosse la testa. “Questo lo escludo. Da qui ad
Edimburgo ci sono
centinaia di chilometri. Voglio dire, certo, siamo in Scozia, e la
città più
vicina è Edimburgo. Ma Hogwarts è in mezzo al
nulla, magicamente
irrintracciabile. Proprio qui dovevano perdersi?”
Batté un dito sulla
pergamena. “Inoltre quel cratere c’entra.”
Rose
e
Albus si guardarono. Poi la ragazza si morse un labbro, pensosa.
“Quindi
hai davvero scoperto come sono
arrivati?”
Scorpius tirò fuori un pezzo di pergamena dalla tasca,
accuratamente ripiegato.
“Rosie, mi deludi. Non ti fidi del mio acume?” Fece
un sorrisetto. “Ho passato
quasi una settimana a spulciare libri di incantesimo locomotori. Advolo Celeriter¹. È
l’incantesimo che
hanno usato su quei bestioni.”
“Sarebbe?” Chiese Rose: assurdo, non conosceva
nulla del genere.
“Un
vecchio incantesimo.” Spiegò, aprendo il
foglietto, leggendo. “È una specie di
materializzazione. L’unica differenza è che chi
compie l’incantesimo lo compie
su un soggetto terzo, non su di sé. Si può usare
anche per gruppi di persone. Non
ti sposti da un luogo all’altro, da punto A fino a punto B.
Ma percorri la
retta AB.”
“E
questo
avrebbe eluso le barriere magiche di Hogwarts?” chiese Rose
incredula.
“Beh, sono barriere contro certi
tipi
di incantesimi.” Intervenne Albus pensieroso.
“Comunque non ho mai sentito
parlare di qualcosa del genere…”
“Perché non funziona con gli esseri umani. A una
velocità simile, alla quota a
cui abbiamo visto quella luce, un mago ci rimarrebbe secco. Non
è sfruttabile.
L’unico ad averlo provato, rimettendoci la pelle,
è stato l’ideatore. I naga invece
hanno quella specie di corazza al posto della pelle.”
Spiegò prontamente
Scorpius. Pareva piuttosto soddisfatto del suo lavoro. Rose non se la
sentì di
ironizzare.
È
stato bravo sul serio…
“Quindi
doveva esserci qualcuno che li ha trasportati qui.” Al
serrò le mani sulla
tazza. “Per fare qualcosa… Non entri nella Foresta
Proibita senza un motivo.”
“O
per
cercare qualcuno.” Obbiettò Scorpius.
“Tom?” Mormorò Al. “Credete
che l’abbia attaccato di proposito?”
“Lo abbiamo visto anche noi, Al… e a
me… ha chiesto dove era lui.
Lì per lì non ho capito, ma
poi…”
“Papà
ha
detto che è stato un caso, che avrebbe potuto attaccare
chiunque!” Protestò
vivacemente. L’idea che Tom potesse essere preso di mira lo
atterriva.
Thomas
era sempre stato particolare: sia per la sua mancanza,
sia per il modo in cui aveva cominciato a far parte dalla
loro famiglia.
Papà
l’ha salvato. Era stato
rapito da un mangiamorte…
“No,
non
è vero.” Disse Scorpius, versandosi una tazza di
the. “Prima il lucertolone ha
incontrato noi. O meglio, Rose…”
Rose inspirò appena. “Ci sono quasi andata a
sbattere addosso, Al. Poi Scorpius
mi ha tirato via, ma… non ci ha inseguiti.”
Al
guardò
Scorpius: una parte di sé lo supplicava di lasciare quella
stanza, e
soprattutto, di lasciare cugina e ragazzo a cuocere nelle loro
congetture.
Questa storia
non mi piace… è come
se si prendesse di mira Tom.
In
qualche modo gli sembrava di tradire la sua fiducia.
“Anche
se
il naga avesse voluto Tom…” Iniziò Al.
“Se avesse voluto Dursley, Dursley lo saprebbe.” Lo
seccò Scorpius sorseggiando
il the. “Voi lo conoscete meglio di me… ma non
è un mistero il fatto che
Dursley ami essere sempre al corrente di tutto.” Fece
spallucce. “In ogni caso,
solo lui sa cosa è successo nella Foresta
Proibita.”
Rimasero
in silenzio per un po’. Alla fine Rose sospirò.
“Non siamo granché come investigatori,
eh?”
Scorpius scrollò le spalle. “È
naturale. Non abbiamo niente in mano. Solo
congetture, che non promettono nulla di buono,
peraltro…”
“Beh…”
Al
deglutì lentamente: quello che stava per dire non era
semplice. Aveva promesso
a suo padre di non farne parola con nessuno. E quel nessuno contemplava
decisamente anche Malfoy.
Ma Tom
potrebbe essere in
pericolo…
“Quel
naga…
potrebbe aver cercato Tom perché è…
particolare.” Borbottò. Rose inarcò le
sopracciglia, e persino Scorpius distolse lo sguardo dal fuoco.
“Sarebbe
a dire?” Chiese questi, guardingo.
“Sarebbe
a dire che… non è davvero
nostro
parente. Insomma, lo sa anche Rosie… è stato
adottato dal cugino di mio padre.
È stato rapito da bambino, e la sua vera famiglia non
è mai stata trovata.” Non
aggiunse altro. Già così si sentiva una carogna.
“Wow.” Commentò Scorpius. “E
chi l’ha rapito?”
“Un mangiamorte…” Sussurrò
Al. “Il nome non me lo ricordo…”
Scorpius
serrò
appena le labbra. Bevve un altro sorso di the, prima di parlare.
“Allora significa
che il passato di Dursley, o della sua famiglia, non è
esattamente comune, né
immacolato.”
Rose
inspirò appena: era la prima volta che veniva a conoscenza
dell’identità del
rapitore.
Favoloso, un
mangiamorte.
Questo rende ancora tutto più
inquietante...
“Quindi
qualcuno sta tentando di rapirlo di nuovo?” Chiese a nessuno
in particolare.
“Impossibile, il rapitore è morto.”
Obbiettò Al ragionevolmente. “Morto sul
serio.”
“Sì, ma se fosse stata una commissione? Se chi gli
ha commissionato il
rapimento fosse ancora vivo?” Incalzò Scorpius.
“Sono
passati diciassette anni! Perché metterci così
tanto?” Ribatté Al, ma in
difficoltà.
E se avesse
ragione?
Ormai
il
tarlo era lì, e stava scavando.
“Diciassette
anni, giusto.” Confermò Scorpius. “Ma ha
cambiato cognome, no? E Dursley è un
cognome babbano.”
Rose gli lanciò un’occhiataccia, aprendo bocca per
protestare contro il tipico
classismo da purosangue. Poi capì. “Ma certo! Tom
è vissuto nel mondo babbano
fino ad undici anni!” Esclamò.
“È impossibile per un mago rintracciare un
neonato con sangue magico, se gli viene cambiato cognome, e stato di
nascita.
Tom risulta come nato babbano!”
“Poi
ha
cominciato a frequentare Hogwarts… ma Hogwarts è
il luogo magico più sicuro di
Inghilterra. Se l’avessero rintracciato, rapirlo sarebbe
impossibile qui. Per un mago.”
“Ma i naga non sono maghi…”
Continuò Rose.
“Quindi hanno potuto arrivare fin qui usando incantesimi per
non-umani, non
rilevabili dalle difese della scuola.” Concluse Scorpius
soddisfatto.
Rose
fece
un sorrisetto. “Ha senso. Non credi che abbia senso,
Al?”
Albus si morse un labbro: lo aveva? Forse.
Ma se
lo
aveva, Tom era nei guai. Fino al collo.
Ma la vera
domanda è. Tom sa che
qualcuno lo sta cercando?
“Ce
l’ha…” Dovette ammettere il serpeverde.
“Ma sono solo… supposizioni. Non ci
crederebbe mai nessuno.”
Rose sospirò, scornata. “Non hai tutti i torti. Io
e Scorpius abbiamo detto a papà
del cratere, ma ci ha a malapena ascoltato.” Fece una
smorfia. “E pensare che ci
sono passati pure loro.”
“Direbbero che è diverso, che non
c’è nessuna minaccia e che è tutto
sotto
controllo.” Replicò Albus con un sorrisetto
disilluso. “Se vogliamo scoprire
qualcosa dovremmo farlo da soli.”
“Sono d’accordo.” Annuì
Scorpius. “Per prima cosa, ci serve sapere chi
voleva rapire Dursley-bambino, e per
quale motivo.”
“Vecchi articoli della Gazzetta del Profeta?”
Suggerì Rose. “Forse lì
c’è
qualcosa. Potrei farmeli spedire via gufo. Credo rientri nel servizio
arretrati.”
Scorpius
le rivolse un sorriso sfavillante. “Beh, direi che abbiamo un
piano d’azione!”
“Fantastico…” Mugugnò Albus.
“Ehy, non demoralizzare le truppe!”
Scherzò l’altro ragazzo. Poi gli sorrise.
“Senti Potter, so che Dursley è tuo amico. Ma
stiamo lavorando anche per lui, in
fondo.”
“Potremmo lasciar fare agli auror…”
“Sinceramente, con tutto il rispetto per tuo padre, credo che
stiano seguendo
piste totalmente sbagliate.” Sbuffò Scorpius.
“Sono tutti presi a ritrovare
quei lucertoloni e rimpatriarli. Non hanno collegato Dursley a loro. E
se
provassimo a far cambiar loro idea, non ci ascolterebbero. Siamo tre
minorenni.
Abbiamo autorità ad imporci zero.”
“E
nel
caso ci sbagliassimo, non faremo male a nessuno…”
Lo rassicurò la cugina,
prendendogli una mano, e stringendogliela. “Facciamo solo
delle ricerche, in fondo.”
Al annuì. La sensazione spiacevole di fare qualcosa alle
spalle di Tom non lo
abbandonava.
Ma ce
n’era anche un’altra, più sottile, quasi
impercettibile.
Rivalsa.
Se
lui
avrebbe nascosto qualcosa a Tom… beh, Tom stava nascondendo
qualcosa a lui.
E da
ben
più tempo.
“Va
bene.
Ci sto.”
Scorpius
gli lanciò un’occhiata. “Non fare quella
faccia, Potter.” Sogghignò. “Forse gli
stai salvando il culo. Il che ti dovrebbe interessare, no?”
“… Come?”
“Scorpius! Avevo detto niente battute!”
Ringhiò Rose, alzandosi per dargli uno
scappellotto. Capì troppo tardi che il ragazzo
l’aveva intenzionalmente
fatta avvicinare. Si sentì tirare giù, e si
trovò
sulle sue ginocchia.
“Stai
comoda, trottolina?”
“Malfoy! C’è mio cugino qui!”
Sbraitò paonazza, di fronte all’espressione
divertita
di Al.
“Uhm,
l’ho notato. Potter? Sei un terzo incomodo.”
Al fece un sorrisetto. “Beh, l’avevo notato,
sì.” Disse gentilmente, cercando
di non ridere dell’imbarazzo supremo
della cugina.
“Scorpius,
metti giù le zampe!” Sbottò la ragazza,
cercando di tirarsi su. Ma la poltrona
era stata progettata per essere comoda, e da quella posizione, era come
essere sepolta.
“Come
se
ti dispiacesse, biscottino…”
“Come
mai non sono stato invitato
a questa bella riunione di famiglia?”
I tre
ragazzi si voltarono di scatto verso la voce.
Al serrò bruscamente le labbra.
James
era
sullo stipite della porta, con uno dei suoi sogghigni peggiori.
****
Sala Comune
Serpeverde.
Una di notte.
Tom
si
passò una mano sugli occhi: era stanco.
Erano tutti a dormire nelle proprie camere, dentro i propri letti.
O in quelli
altrui, come nel caso
di Nott…
…
e Al
non era ancora tornato. Non era quello il motivo per cui era sveglio naturalmente.
Aveva
letto da cima a fondo tutto quel tomo, zeppo di nomi illustri.
Aveva
già
sentito il nome Tom Riddle. Sì, sentiva nettamente di
doverlo ricordare, ma era
come se qualcosa facesse muro tra il suo sé cosciente e la
sua memoria, di
solito eccellente.
Era
frustrante.
E
considerando che qualcuno l’aveva rapito perché lo
credeva la reincarnazione di
quel tipo…
Sempre che
sia vero…
…
era
preoccupante. Ma sensato. Dopotutto, in quanti flashback notturni
sentiva la
voce del suo rapitore apostrofarlo con rispetto e terrore?
Innumerevoli.
Terrore e
rispetto per un neonato?
Ridicolo. Terrore e rispetto se credi che il neonato che hai portato
via potrà
diventare, un giorno, qualcuno da rispettare e temere.
In
ogni
caso, aveva consultato tutto il libro, da cima a fondo. Nessun Tom
Riddle.
Neanche un
Tom… tutti nomi da
maghi.
Poteva
anche non essere un vero nome. Ma
un
giochetto di quel dannato finto-ragazzino biondo.
Serrò
appena la mascella, furioso.
“Chi
diavolo è Tom Riddle?” Sussurrò a se
stesso. Guardò pigramente, con la coda
dell’occhio, passare attraverso un muro il Barone
Sanguinario, e scivolargli
accanto, con i terribili occhi fissi su un’invisibile e
efferato dolore.
Batté
le
palpebre.
Beh,
poteva fare un tentativo.
“Signore…”
Chiamò con tono cortese. “Signor
Barone…”
Il fantasma si voltò, sentendosi chiamare. Lo
guardò incolore. “Posso fare
qualcosa per Voi, Signore?” Formulò manieroso, ma
privo di qualsiasi
intonazione.
“Sì,
signore.” Si alzò in piedi, avvicinandosi.
“Mi chiedevo… Lei è qui da molto
tempo ormai. Ha conosciuto molti studenti di Hogwarts. Voi fantasmi
avete una
memoria eccellente, per quanto mi è dato sapere.”
Lo blandì.
“È
così
infatti.” Confermò: era il fantasma più
inquietante del Castello,
indubbiamente, con la gorgiera sporca di sangue argentato e lo sguardo
vitreo.
Eppure
Tom l’aveva sempre trovato il più affascinante.
Ha ucciso in
preda ad una passione
furibonda.
Il
più romantico, senza dubbio.
Chi dice che i Serpeverde sono dei freddi e meschini egoisti non vede
oltre il
proprio naso. Ambizione, astuzia, certo… ma a ben vedere
siamo preda più di
chiunque altro di passioni… Solo, non esplodiamo come
ridicoli grifondoro.
Il
fantasma attendeva la sua domanda, e Tom si schiarì la voce.
“Mi chiedevo se
per caso non avesse memoria di uno studente, forse appartenente a
questa casa,
di nome Tom Riddle…”
La reazione del fantasma fu quantomeno bizzarra. Gli puntò
gli occhi, globi
inespressivi addosso per un lungo momento. Poi disse.
“È
così.”
Semplicemente.
Tom
sorrise trionfante. “Lo supponevo. Potrebbe forse darmi
qualche informazione in
più? Se non le è di disturbo,
naturalmente.”
Il fantasma continuò a rimanere in silenzio, tanto che Tom
cominciò a
spazientirsi: i fantasmi avevano purtroppo una concezione del tempo
totalmente
stravolta rispetto a quella di un essere vivente.
Dev’essere
orrendo vivere… sopravvivere così. A questo, preferirei la morte.
Indubbiamente.
“C’è
una
sola cosa da sapere su Tom Riddle.” Disse infine.
“Chi è stato poi.”
Tom
deglutì: buffa reazione. Per un attimo aveva quasi pensato
di andarsene, e non
ascoltare la risposta.
Ridicolo.
Sono arrivato fin qui.
Non ho intenzione di tirarmi indietro proprio adesso.
“Chi
era
Tom Riddle?”
Il fantasma fece un sorriso sinistro, che gli gelò il sangue
nelle vene.
“Lord
Voldemort.”
****
Note:
1)Altro
incantesimo
inventato pasticciato da me.
Oh,
lo
so. Sono sadica.
Sto
cominciando a raccogliere materiali per la tesi.
Lo
sono per forza.
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