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Autore: Dira_    14/11/2009    13 recensioni
La guerra è ormai finita, Harry è un auror e sta per avere il suo secondo bambino.
Degli strani sogni e la misteriosa comparsa di un neonato decisamente particolare turbano la sua pace, tornando a scuotere la famiglia Potter sedici anni dopo, quando Tom, il bambino-che-è-stato-salvato, scoprirà che Hogwarts non solo nasconde misteri, venduti come leggende, ma anche il suo oscuro passato...
La nuova generazione dovrà affrontare misteri, intrighi, nuove amicizie e infine, l'amore.
“Essere amati ci protegge. È una cosa che ci resta dentro, nella pelle.”
Può davvero l’amore cambiare le carte che il destino ha messo in tavola?
[Next Generation]
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Doppelgaenger's Saga' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Oggi postaggio anticipato: stasera il mio pc va dal tecnico per farsi rimuovere il maledetto malware. E non potevo lasciarvi senza capitolo, no?
Incrociate le dita per lui! >_<
@Hel_Selbstmord: il grande evento sarà… uhm, vediamo. Intendi per Jamie o il nostro piccino preferito? Perché si sa, trai due è più sveglio il primo. :P Lo sviluppo succoso tra Re/TeddyBear si avrà presto. Per PulcinoBagnato si dovrà aspettare un po’, purtroppo, perché lui è Mister Misantropia (ormai parlo per nomignoli, sono cretina) sono due tonti stratosferici. Però non è che non hanno gli ormoni :P Rose dopotutto è una Weasley, quindi, diciamocelo, si fa fregare dai Malfoy in modo vergognoso. XD Per quanto riguarda il concerto dei Porcupine Tree, sappi che ti detesto. (T_T Esaaami). Che ne pensi dei Dream Theather invece? Li conosci? Grazie per continuare a seguirmi, ti adoro!
@MissMary: Sei la prima che apprezza Jamie (e per favore non farlo troppo spesso che gli monti la testa XD) ed è vero, non preoccuparti, tra poco si romperà a passerà AI FATTI. Ho riferito il messaggio a Mister Slytherin, ma si è limitato a guardarmi male e tappare le orecchie ad Al. U_U E comunque CERTO che Tommy ha un lato hentai. Come tutti i ragazzi che sembrano educati e precisini. E chi non lo avrebbe, con Al? :P Voglio dire, già la Row in poche righe l’ha fatto iper-puccissimo. Io ho solo dato pieno risaltò alla sua tenerosità. XD
@Altovoltaggio: Grazie mille per i complimenti! Sapere che ho fatto un coming out un minimo sensato mi fa davvero piacere, specie se a dirmelo è una non-slash fan. In effetti, tra stare con un Malfoy e stare con un maschietto, non so la famiglia quale digerirà prima XD. Penso che Harry sarà il classico padre comprensivo. Voglio dire, ha preso a mazzate Remus per essere scappato da una Tonks incinta forse di un ‘lupetto’, e non ha mai avuto pregiudizi, quindi se non li hai per un mannaro… mah, chi vivrà vedra. ;) Secondo me, Ron è quello che la prenderà peggio, tutta la faccenda. Specie ad avere un genero biondo, pallido e allampanato. XD Il Magico Trio verrà riportato ai fasti, con una piccola correzione. ;) Leggi e dimmi poi se ti piace.
@Trixina: Non sai quanto rendi contenta me con i tuoi commenti! Eh, tra gli ‘innamorati’ di Rosie e Al, è una bella sfida.
@SammyMalfoy: Il classico porta al suicidio tutti, credimi. Io ci sono passata. :P Però poi puoi bullarti di averlo fatto ed essere sopravvissuta. XD Sono riuscita a farti amare Rose? Evviva! XD Forse perché io l’ho sempre vista come figlia di Ronnie, più che di Herm. Prendere il cervello non significa prendere anche il carattere. Almeno, io l’ho interpretata così. XD Al è un perfetto uketto da compagnia (e che nessuno gli spieghi che vuol dire :P ) James diciamo che è… sessualmente furbo. Per altri versi è un deficiente completo. Vedremo se la sua furbizia servirà… ;) Coraggio, il Classico passa! Faccio il tifo per te!
@Ombra: Essì, con Teddy e Jamie sono stata insolitamente buona. Anche merito vostro, che se era per me quelli non si riconciliavano fino ad un certo FATTACCIO. XD Al è vero, è proprio (ancora) come un uccellino caduto dal nido. Grazie per i complimenti su Scorpius. Non avevo voglia, in effetti, di avere un altro Draco in mezzo, ed ho interpretato la frase della Row ‘Sì, ma è diverso da suo padre’, a modo mio. Fa piacere sapere che sia stato apprezzata. Continua a seguirmi e grazie! ^^
E ora, godetevi il capitolo! ^^
 
****
Capitolo XIX
 

 
 

I nostri genitori hanno sempre fatto quello che è giusto per noi.

 Ma qua sotto è il nostro momento.
E finira' tutto nell' istante in cui salteremo dentro questo secchio.
(I Goonies)


 
Sala Grande.
Ora di cena.
 
Rose Weasley si era sempre ritenuta una fine stratega. Perché sapeva esattamente come passare inosservata alla tribù Potter-Weasley.
Aspettò che Hugo e James si fossero seduti al solito posto, ed aspettò che una delle tante ammiratrici del cugino le soffiasse il posto, per poi sedersi con naturalezza accanto a Scorpius.
Il quale, vedendola, quasi sobbalzò.
“Oh, Weasley!” Esclamò esageratamente. “Che sorpresa!” Sussultò di nuovo, e stavolta per un pizzicotto ben piazzato.
“Non fare lo scemo, e fa’ finta di niente.” Gli sibilò, per poi cominciare a servirsi.
“Sì, capitano.” Disse, assumendo un cipiglio militare che la fece quasi scoppiare a ridere. “A cosa devo la tua vicinanza rosellina?”
“So che sei estasiato dall’evolversi del nostro rapporto, trottolino…” Replicò, e vide lo sguardo del ragazzo accendersi di divertimento.

Adora se lo prendo per il culo di rimando.
… è adorabile.
“Lo sono, hai ragione.” Convenne con un sorrisetto che la fece sciogliere tutta. “Ma ho percepito un però nella tua frase.”
“Infatti c’è. Luce verde, cratere, mio padre che ci mette bastoni tra le ruote.” Snocciolò. “Ti ricorda qualcosa?”
Scorpius si fece improvvisamente serio. “Uhm.” Disse soltanto. “Hai più saputo niente?”

“Non da mio padre. Ho tentato di strappargli qualche indiscrezione sul caso, ma quando vuole sa essere dannatamente ostinato… Tuo padre invece? Gli hai chiesto se ci sono altri modi per viaggiare, a parte la polvere volante e la materializzazione?”
“Sì.” Annuì, infilandosi un pezzo di pasticcio in bocca. Masticò, prima di continuare. “Ha detto che si sarebbe documentato, e che mi avrebbe mandato un gufo. Per ora, nessun gufo.”
“Cavolo, tuo padre sì che è collaborativo…”
“Oh, è una cosa Malfoy viziare i propri figli in modo vergognoso…” Sogghignò il ragazzo, incassando con nonchalanche la successiva gomitata. “Comunque, ho fatto delle ricerche parallele, in biblioteca. Ed ho scoperto qualcosina.”

Rose quasi si strozzò col succo di zucca che stava bevendo. Si impose di non mettersi ad urlare: va bene che il chiacchiericcio della tavolata copriva il loro, però…
“Perché non me l’hai detto?” Sbottò, in un sussurro.
Scorpius si strinse nelle spalle. “Pensavo che non ti interessasse più. Insomma, io mi ero interessato soprattutto per far colpo su di te.”
Rose fu per un attimo indecisa se sentirsi lusingata o esasperata.
Alla fine, optò per entrambi.
“Sei un cretino! Certo che mi interessa! Questa è la nostra scuola, e se qualcosa di squamoso, mortale e misterioso vi si aggira vorrei sapere almeno come ci è arrivato e perché!”
Scorpius sorrise. “Quello che penso anche io. Non siamo perfetti assieme?”
“Oh’ sta zitto.” Si morse un labbro: ci aveva pensato tutto il pomeriggio, ed era giunta ad una conclusione.

Io e Al non possiamo farcela da soli. Né nel scoprire ciò che nasconde Tom, né tantomeno sul mistero dei Naga. Che tra l’altro, sono connessi.
“Hai presente Thomas?”
“Dursley? Tipo studioso e arrivista. Il serpeverde perfetto.” Ironizzò. “Perché?”
“Perché è stato attaccato da quel naga, se ben ricordi. E da allora si comporta in modo strano, a quanto dice Al…”
“Beh, in che senso? Io trovo che sia strano da sei anni.”

Rose scosse la testa. “Albus e lui sono molto legati. E dice che ultimamente il suo comportamento è cambiato. E poi hai notato che è sempre in giro?”
Scorpius ci rifletté brevemente. “L’ho visto spesso in biblioteca fino a tardi, ma direi che uno così la considera il suo habitat naturale…”
Rose sbuffò. “Sì, a parte quello. È stato l’ultimo a vedere il naga vivo.”
Scorpius le lanciò un’occhiata attenta. “Pensi che sappia qualcosa che gli auror non sanno?”
“Thomas…” Esitò. Non gli piaceva parlar male di lui, anche se non erano esattamente parenti, e quindi l’omertà Potter-Weasley non era dovuta. “Thomas ha sempre avuto la brutta abitudine di non parlare. E non intendo essere taciturno. Se ha un problema, non ne parla. A nessuno. Né a mio zio Harry, che è il suo padrino, né ad Al, che è il suo migliore amico. È un tipo…”
“Sfuggente.” Terminò per lei Scorpius. “Preferisce risolversi i propri problemi da solo.”
“Già. Il che okay, è lodevole. Ma secondo me… potrebbe arrivare a mentire, per poter continuare a risolverseli da solo. Non nel senso che c’entri qualcosa. Ma che nasconda qualcosa.” Spiegò frettolosamente Rose. Odiava lanciare accuse se non era perfettamente certa di poterlo fare. “Non lo so… credo che dovremo indagare sulla cosa.”
Indagare?” Scorpius fece un sorrisetto. “Intendi dire… scoprire cosa nasconde Dursley e se i naga sono ancora nei paraggi?”
“E se le cose sono collegate.” Ammise. Gli lanciò uno sguardo. “Te l’ho detto perché…”
“Perché vuoi coinvolgermi.” La precedette Scorpius. Annuì. “E mi sta benissimo.”
“… Davvero?”
“Ehy. Sono un grifondoro, no? Adoro ficcarmi nei guai.” Sogghignò. “Specie con una ragazza così carina…”

James serrò le labbra quando vide la cugina ridacchiare, seduta accanto a Scorpius Malfoy. Aveva dell’incredibile. Stavano interagendo.
L’ha odiato e demonizzato per sei anni, come me… e adesso?
Hugo lanciò un’occhiata nella stessa direzione. “Ah sì…” Commentò. “È la novità dell’anno. Ora mia sorella e Sgorbius vanno d’accordo.”
“E da quando?”
“Da un po’. Lily mi ha detto che hanno appianato i reciprochi contrasti.” Sbuffò. “Non riesco a togliermi dalla testa le urla di papà. È come una specie di eco continuo…”

James vide Rose tirare un pugno al braccio di Malfoy, che incassò con uno di quei suoi irritanti sorrisi zen. E seppe che non era solo un appianare, quello.
E improvvisamente capì il motivo della presenza di Rose nei dormitori maschili, quella mattina.
Sei nei guai Rosie. Sei davvero nei guai…
 
****
 
Sala Comune di Serpeverde.
Dopocena.
 
La sala comune di Serpeverde era un ottimo luogo dove appisolarsi.
L’illuminazione soffusa, di una tenue luce bluastra, le vecchie poltrone di pelle scura, il caminetto che mandava riverberi verdastri (il fuoco era incantato).
Albus si era sempre chiesto come Thomas e gli altri riuscissero a rimanere svegli, dopocena, per più di dieci minuti.

Sbadigliò e per pura forza di volontà non chiese a Michel di sospendere la partita a scacchi magici.
L’altro gli lanciò uno sguardo divertito. “Al, ti si stanno chiudendo gli occhi… perché non vai a dormire prima di franare sulla scacchiera? Si stanno addormentando persino i tuoi pedoni.”
“Ah, sto bene…” Borbottò. “Cavallo in C6.”
Il cavallo rimase fermo. Avvicinandosi, notò che stava ronfando della grossa. Michel ridacchiò sottovoce.
“Molto empatici i tuoi pezzi…”
“Ah-ah. Simpatico, davvero.” Replicò lanciando un’occhiata a Tom, seduto dall’altro lato della sala, con in mano un tomo che recitava ‘I maghi che hanno lasciato un segno nella Storia.

Sempre letture extra-curricolari ultimamente…
Emise un lieve sospiro: prima di accomiatarsi da Rose, la ragazza gli aveva fatto promettere di restare sveglio almeno fino a mezzanotte. Il motivo, lo ignorava. Del resto la cugina era scappata via prima che potesse chiedergli alcunché.
Voglio andare a letto…
Lanciò uno sguardo, di nuovo, verso Tom: era sdraiato sul divano, quello più vicino al fuoco. Lo considerava di sua proprietà dal primo anno.
C’è da dire che nessuno gliel’ha mai contestato…
Era fatto così Tom. Si era sempre imposto senza bisogno di grandi sforzi.
Ha un carisma eccezionale…
Si morse un labbro. Il gioco di luci della Sala lo immergeva nell’ombra dandogli un aspetto quasi onirico. E bello.
Dannazione, ho sempre pensato che fosse bello… ma solo adesso mi rendo conto che è probabilmente il più bel ragazzo del mondo…
Per me. Ecco.
“Signor Potter, vuole darmi attenzione? So che non sono bello come mastro Dursley ma…” Michel gli toccò il braccio, facendolo irrigidire. “Ti sei imbambolato?” Gli chiese con un sorrisetto divertito, ma non troppo crudele.
Al arrossì ovviamente, sbuffando. “Sì… cioè, no. Stavo solo pensando alla prossima mossa.”
Michel inarcò le sopracciglia. “I tuoi pezzi stanno dormendo, Al. Forse sarebbe meglio se prima li svegliassi…”

Al sbuffò, tirando un colpetto con un dito al suo cavallo, che saltellò guardandolo storto e borbottandogli contro maledizioni. Poi, si riaddormentò.
“Ehm, sembra che stasera non vogliano collaborare…” Mugugnò, facendo ridere di gusto l’amico.
Anche Michel era piuttosto bello. Aveva una bellezza esotica, particolare. Si diceva che gli Zabini avessero discendenze italo-francesi. Sicuramente sua madre francese lo era, come dimostrava il nome e il bilinguismo fluente del ragazzo.

Bello è bello… - Pensò lanciandogli un’occhiata – Però non è che mi fa sentire strano come Tom.
Michel ricambiò lo sguardo, e per un attimo Albus si sentì in imbarazzo. Merlino solo sapeva perché, visto che l’amico non stava facendo proprio un bel niente.
 “Cerca di non pensarci troppo. Intendo dire, a Tom.” Disse inaspettatamente. “A fine mese abbiamo la prima partita contro i grifondoro.”
“Ah, ma a quella ci penso sai…”
“Pensa anche al dopo-partita che faremo.” Lo incoraggiò con un sorrisetto. “Weasley Junior non sa reggersi su una scopa. La prima vittoria della stagione sarà nostra. Io e Messer Nott stiamo già pensando all’organizzazione della festa…”
Albus alzò gli occhi al cielo, fingendosi indignato. “Ecco perché Messer Nott ha piazzato in bagno tutte quelle strane casse ridotte…”
“Ottimo firewhiskey irlandese, in realtà.”
“Ecco perché ad Hogsmeade parlava con quello strano nanetto vestito di verde… ” Sospirò. “In ogni caso, non voglio saperne niente.”

“Bravo cucciolo…” Lo vezzeggiò Michel dandogli un buffetto. Al sbuffò, allontanando la mano: sentì uno sguardo sulla nuca e fece appena in tempo a voltarsi che Tom abbassò lo sguardo.
Ma che…
Non fece in tempo a farsi domande che dovette sussultare: Rose finalmente si era fatta sentire.
“Scusa Mike, mi dai un secondo?” Borbottò alzandosi in piedi e allontanandosi dall’amico.

Estrasse dalla tasca dei pantaloni uno specchio rotondo, piuttosto bollente al tatto.
Anni prima suo zio George aveva ottenuto il brevetto per produrre specchi magici comunicanti e aveva creato dei prototipi che aveva poi distribuito ai nipoti. Non era possibile vedere l’interlocutore, ma visualizzavano brevi messaggi.
Tom mi ha detto che assomigliano ai cellulari babbani…
Lo aprì, leggendo il messaggio che galleggiava brumoso sulla superficie di vetro.
‘Tra dieci minuti davanti all’arazzo di Barnaba il Babbeo. R.’
Inspirò.
Che le salta in mente? Il coprifuoco…
Sospirò: codice Potter-Weasley. Non prevedeva un rifiuto.
Intascò lo specchio, avvicinandosi a Michel.
“Ehm… Mike? Puoi farmi un favore?”
Michel alzò lo sguardo. Sorrise appena. “Mmh piccolo Potter, dipende. Ma tu dimmi.”
“Devo uscire. Puoi coprirmi?”
“Uscire? Adesso?” Sul viso gli si dipinse una smorfia deliziata.

No. Devo vedermi con mia cugina.” Chiarì subito.
“Se hai un tenero appuntamento puoi dirmelo… sarò il tuo più dolce confidente.”
“Mi dai i brividi…”
“Probabilmente perché penso a qualcosa di sconcio.” Replicò garrulo. Poi annuì, dandogli una pacchetta sul fianco. “Vai, vai… se qualcuno chiede di te, mi inventerò qualcosa di incredibilmente complicato atto a sviare la curiosità altrui.”
“Grazie.” Gli sorrise: la sensazione di imbarazzo era sempre lì, ma la attribuì alla sua epifania sessuale. Del resto Michel era bisessuale, e suo amico.

Dovrei chiedergli se anche lui ha avuto l’impulso di gettarsi da una scopa in corsa quando l’ha scoperto.
No.
Probabilmente ha subito pensato chi era il ragazzo più carino con cui provarci.
Passò di fronte al divano in cui Tom stava leggendo. Quello, finalmente, alzò lo sguardo.
“Dove vai?” Chiese, come al solito monocorde. Al, che non gli parlava dalla sera prima, deglutì, sentendo le guance scottare senza motivo.
“Da Rose.”
“A quest’ora?”
“Codice Potter-Weasley…” Spiegò. “Comunque non ci metterò torno.”
Tom inarcò le sopracciglia. “… torno?” Per un attimo un guizzo ilare gli illuminò il viso.
“Molto, volevo dire molto.” Balbettò sentendosi sudare. “Cioè, intendevo dire, non ci metterò molto, e poi torno.”
“Lo spero.” Si augurò ironico Tom. “Non farti scoprire dalla ronda.”
“Ci sono Mills e Dalkins. Sono due babbei.” Fece un sorrisetto, beandosi del sorriso complice dell’amico.

Merlino benedetto, sono davvero fuori di testa…
Era fuori di testa perché si rendeva conto, lentamente, che tutto quello non gli bastava.
Voleva tutta la complicità del mondo, con Tom. Voleva toccarlo.
Inspirò. “Beh, a dopo.”
Filò via.
Michel lo seguì con lo sguardo, ma poi intercettò lo sguardo di Tom.

Per un attimo, appena un attimo, sentì un brivido freddo ghiacciargli la schiena.
E per un attimo, solo un attimo, gli sembrò proprio di vedere dei riflessi rossi, negli occhi solitamente blu dell’amico.
Solitamente amico.
Quella sera avrebbe fatto bene ad andare a letto presto, decisamente.
 
****
 
Di fronte all’arazzo di Barnaba il babbeo bastonato dai troll.
Mezzanotte.
 
Al camminò avanti e indietro tre volte, di fronte al vecchio arazzo.
Si trovava di fronte alla Stanza delle Necessità, il luogo più frequentato da chi voleva avere privacy tra gli studenti di Grifondoro.
Visto l’affollamento di bisogni, all’epoca del primo anno di Ted, si era creata una sorta di lista di prenotazione ultra-segreta a cui si poteva accedere dal quinto anno in poi.
Stasera evidentemente l’ha prenotata Rosie…

La porta si rivelò. Albus la aprì entrando in quella che sembrava la fotocopia in scala ridotta della Sala Comune dei grifondoro.
Tre poltrone comode, un caminetto in cui ardeva un fuoco allegro, tre paia di tazze, una teiera fumigante e…
Al sgranò gli occhi, quando vide che seduto su una poltrona non c’era altri che…
“Malfoy…” Mormorò incredulo.
“Potter.” Salutò il ragazzo. “Un po’ di the?”
Rose, in piedi davanti al fuoco, fece un sorrisetto imbarazzato. “C’è anche lui...” 

Al annuì, guardingo: non considerava Malfoy una cattiva persona, ma avevano caratteri così inconciliabili da rendere loro impossibile andare oltre ai convenevoli.
“Avanti siediti, mica ti mangio…” Lo canzonò Scorpius, rimediandosi un’occhiataccia dalla ragazza. “Latte o limone?”
“Nessuno dei tue. E niente zucchero.” Recitò Al, riprendendosi dalla sorpresa, e accomodandosi su una delle poltroncine. Lì era uno scontro di volontà.

E non mi faccio fare fesso da un grifondoro…
Scorpius gli lanciò un’occhiata, poi sorrise. “Non ti piacciono le cose dolci?”
“No, solitamente mi piacciono amare.” Replicò urbanamente. Malfoy lo metteva in soggezione, ma era abituato ai caratteri forti come il suo.

Dopotutto sono cresciuto con Mike e Lo…
E anche Tom non scherza, quando è nelle sue giornate no.
Rose guardò dall’uno all’altro, sbuffando. “Oh, per Morgana! Finitela di fare i maschi!”
I maschi?” Scorpius aggrottò le sopracciglia. “Davvero, non so di cosa tu stia parlando…” “Stiamo solo prendendo il the.” Replicò infatti Al, con un sorriso che avrebbe reso il Cappello Parlante orgoglioso della sua capacità di scelta. “Tu lo prendi Rosie?”
“No, lascio che ci giochiate voi due…” Replicò la ragazza sedendosi sul bracciolo della sedia occupata dal giovane Malfoy. “Allora. Ho prenotato per un’oretta, prima che Judith Midgen irrompa con il suo elefantiaco ragazzo.”
“Yuch, sono contento che la stanza si trasformi ogni volta…” Commentò Al. “Posso sapere che ci fa Malfoy qui, però?” Si corrucciò appena, con arte. “Mi sfugge il motivo della sua presenza.”
Rose lo guardò esasperata: di solito Albus era un ragazzo adorabile. Dolcissimo e assolutamente privo di pregiudizi.

Però non appena vede Malfoy o un noto grifondoro, tira fuori tutto l’arsenale serpeverde. Non so se l’abbia sempre avuto, o gli sia venuto a forza di stare a contatto con quelle gran persone che sono Zabini e Nott…
Probabilmente entrambi.
“Sono qui perché sono curioso.” Scrollò le spalle Scorpius, passando un braccio attorno alla vita di un’imbarazzatissima Rose. “E perché adoro Weasley quando usa il cervello. La trovo piuttosto sexy.”
“Scorpius!” Abbaiò la ragazza, facendolo ridacchiare.
Al inarcò le sopracciglia. “Ah, beh.” Disse soltanto. Ma gli occhi erano attenti, e misuravano Malfoy. Rose si trovò a trattenere il respiro.

Poi Albus sorrise. In quel modo disarmante e allegro.
“Allora, vogliamo parlare di affari?” Esclamò ironico.
“Bene…” Iniziò Rose, schiarendosi la voce. “Prima di tutto, credo che ci serva uno schema. Non abbiamo molte informazioni in possesso, ma mettendole assieme e schematizzandole, potremmo magari vederle sotto una prospettiva diversa…”
Sul tavolo apparve per magia un grosso rotolo di pergamena, calamaio e inchiostro. Albus batté le palpebre.
“Wow, è proprio una stanza…”
“Delle necessità.” Concluse Scorpius, prendendo carta e penna. “Scrivo io.”

Dopo mezz’ora e qualche incongruenza, Scorpius rimirò la lista, con occhio critico.
“Appare una strana luce verde in cielo, il giorno prima dei Naga. Questa luce si perde nella foresta. Il giorno dopo arrivo dei Naga. Un naga attacca Thomas. Thomas viene salvato da Grop, e il naga viene ucciso. Al suo risveglio Thomas è strano e sembra nascondere qualcosa. Scorpius e Rose trovano un cratere in mezzo alla foresta, che sembra frutto di un atterraggio. Thomas continua nei suoi comportamenti strani. Dei naga si sono perse le tracce.” Finì di leggere ad alta voce.
Al sospirò. “Non è che abbia molto senso…”
“Non ce l’ha.” Ammise Rose con una smorfia. “Tom potrebbe comportarsi in modo strano per il trauma…”
“E i naga potrebbero essere arrivati in un altro modo…” Mugugnò sconfortato Al. “Magari è come dicono gli auror. Si sono persi.”
Scorpius scosse la testa. “Questo lo escludo. Da qui ad Edimburgo ci sono centinaia di chilometri. Voglio dire, certo, siamo in Scozia, e la città più vicina è Edimburgo. Ma Hogwarts è in mezzo al nulla, magicamente irrintracciabile. Proprio qui dovevano perdersi?” Batté un dito sulla pergamena. “Inoltre quel cratere c’entra.”

Rose e Albus si guardarono. Poi la ragazza si morse un labbro, pensosa.
“Quindi hai davvero scoperto come sono arrivati?”
Scorpius tirò fuori un pezzo di pergamena dalla tasca, accuratamente ripiegato. “Rosie, mi deludi. Non ti fidi del mio acume?” Fece un sorrisetto. “Ho passato quasi una settimana a spulciare libri di incantesimo locomotori. Advolo Celeriter¹. È l’incantesimo che hanno usato su quei bestioni.”
“Sarebbe?” Chiese Rose: assurdo, non conosceva nulla del genere.

“Un vecchio incantesimo.” Spiegò, aprendo il foglietto, leggendo. “È una specie di materializzazione. L’unica differenza è che chi compie l’incantesimo lo compie su un soggetto terzo, non su di sé. Si può usare anche per gruppi di persone. Non ti sposti da un luogo all’altro, da punto A fino a punto B. Ma percorri la retta AB.”
“E questo avrebbe eluso le barriere magiche di Hogwarts?” chiese Rose incredula.
“Beh, sono barriere contro certi tipi di incantesimi.” Intervenne Albus pensieroso. “Comunque non ho mai sentito parlare di qualcosa del genere…”
“Perché non funziona con gli esseri umani. A una velocità simile, alla quota a cui abbiamo visto quella luce, un mago ci rimarrebbe secco. Non è sfruttabile. L’unico ad averlo provato, rimettendoci la pelle, è stato l’ideatore. I naga invece hanno quella specie di corazza al posto della pelle.” Spiegò prontamente Scorpius. Pareva piuttosto soddisfatto del suo lavoro. Rose non se la sentì di ironizzare.

È stato bravo sul serio…
“Quindi doveva esserci qualcuno che li ha trasportati qui.” Al serrò le mani sulla tazza. “Per fare qualcosa… Non entri nella Foresta Proibita senza un motivo.”  
“O per cercare qualcuno.” Obbiettò Scorpius.
“Tom?” Mormorò Al. “Credete che l’abbia attaccato di proposito?”
“Lo abbiamo visto anche noi, Al… e a me… ha chiesto dove era lui. Lì per lì non ho capito, ma poi…”

“Papà ha detto che è stato un caso, che avrebbe potuto attaccare chiunque!” Protestò vivacemente. L’idea che Tom potesse essere preso di mira lo atterriva.
Thomas era sempre stato particolare: sia per la sua mancanza, sia per il modo in cui aveva cominciato a far parte dalla loro famiglia.  
Papà l’ha salvato. Era stato rapito da un mangiamorte…
“No, non è vero.” Disse Scorpius, versandosi una tazza di the. “Prima il lucertolone ha incontrato noi. O meglio, Rose…”
Rose inspirò appena. “Ci sono quasi andata a sbattere addosso, Al. Poi Scorpius mi ha tirato via, ma… non ci ha inseguiti.”

Al guardò Scorpius: una parte di sé lo supplicava di lasciare quella stanza, e soprattutto, di lasciare cugina e ragazzo a cuocere nelle loro congetture.
Questa storia non mi piace… è come se si prendesse di mira Tom.
In qualche modo gli sembrava di tradire la sua fiducia.
“Anche se il naga avesse voluto Tom…” Iniziò Al.
“Se avesse voluto Dursley, Dursley lo saprebbe.” Lo seccò Scorpius sorseggiando il the. “Voi lo conoscete meglio di me… ma non è un mistero il fatto che Dursley ami essere sempre al corrente di tutto.” Fece spallucce. “In ogni caso, solo lui sa cosa è successo nella Foresta Proibita.”

Rimasero in silenzio per un po’. Alla fine Rose sospirò.
“Non siamo granché come investigatori, eh?”
Scorpius scrollò le spalle. “È naturale. Non abbiamo niente in mano. Solo congetture, che non promettono nulla di buono, peraltro…”

“Beh…” Al deglutì lentamente: quello che stava per dire non era semplice. Aveva promesso a suo padre di non farne parola con nessuno. E quel nessuno contemplava decisamente anche Malfoy. 
Ma Tom potrebbe essere in pericolo…
“Quel naga… potrebbe aver cercato Tom perché è… particolare.” Borbottò. Rose inarcò le sopracciglia, e persino Scorpius distolse lo sguardo dal fuoco.
“Sarebbe a dire?” Chiese questi, guardingo.
“Sarebbe a dire che… non è davvero nostro parente. Insomma, lo sa anche Rosie… è stato adottato dal cugino di mio padre. È stato rapito da bambino, e la sua vera famiglia non è mai stata trovata.” Non aggiunse altro. Già così si sentiva una carogna.
“Wow.” Commentò Scorpius. “E chi l’ha rapito?”
“Un mangiamorte…” Sussurrò Al. “Il nome non me lo ricordo…”  

Scorpius serrò appena le labbra. Bevve un altro sorso di the, prima di parlare. “Allora significa che il passato di Dursley, o della sua famiglia, non è esattamente comune, né immacolato.”
Rose inspirò appena: era la prima volta che veniva a conoscenza dell’identità del rapitore.
Favoloso, un mangiamorte.          Questo rende ancora tutto più inquietante...
“Quindi qualcuno sta tentando di rapirlo di nuovo?” Chiese a nessuno in particolare.
“Impossibile, il rapitore è morto.” Obbiettò Al ragionevolmente. “Morto sul serio.”
“Sì, ma se fosse stata una commissione? Se chi gli ha commissionato il rapimento fosse ancora vivo?” Incalzò Scorpius.

“Sono passati diciassette anni! Perché metterci così tanto?” Ribatté Al, ma in difficoltà.
E se avesse ragione?
Ormai il tarlo era lì, e stava scavando.
“Diciassette anni, giusto.” Confermò Scorpius. “Ma ha cambiato cognome, no? E Dursley è un cognome babbano.”
Rose gli lanciò un’occhiataccia, aprendo bocca per protestare contro il tipico classismo da purosangue. Poi capì. “Ma certo! Tom è vissuto nel mondo babbano fino ad undici anni!” Esclamò. “È impossibile per un mago rintracciare un neonato con sangue magico, se gli viene cambiato cognome, e stato di nascita. Tom risulta come nato babbano!”

“Poi ha cominciato a frequentare Hogwarts… ma Hogwarts è il luogo magico più sicuro di Inghilterra. Se l’avessero rintracciato, rapirlo sarebbe impossibile qui. Per un mago.”
“Ma i naga non sono maghi…” Continuò Rose.
“Quindi hanno potuto arrivare fin qui usando incantesimi per non-umani, non rilevabili dalle difese della scuola.” Concluse Scorpius soddisfatto. 

Rose fece un sorrisetto. “Ha senso. Non credi che abbia senso, Al?”
Albus si morse un labbro: lo aveva? Forse.

Ma se lo aveva, Tom era nei guai. Fino al collo.
Ma la vera domanda è. Tom sa che qualcuno lo sta cercando?
“Ce l’ha…” Dovette ammettere il serpeverde. “Ma sono solo… supposizioni. Non ci crederebbe mai nessuno.”
Rose sospirò, scornata. “Non hai tutti i torti. Io e Scorpius abbiamo detto a papà del cratere, ma ci ha a malapena ascoltato.” Fece una smorfia. “E pensare che ci sono passati pure loro.”
“Direbbero che è diverso, che non c’è nessuna minaccia e che è tutto sotto controllo.” Replicò Albus con un sorrisetto disilluso. “Se vogliamo scoprire qualcosa dovremmo farlo da soli.”
“Sono d’accordo.” Annuì Scorpius. “Per prima cosa, ci serve sapere chi voleva rapire Dursley-bambino, e per quale motivo.”
“Vecchi articoli della Gazzetta del Profeta?” Suggerì Rose. “Forse lì c’è qualcosa. Potrei farmeli spedire via gufo. Credo rientri nel servizio arretrati.”

Scorpius le rivolse un sorriso sfavillante. “Beh, direi che abbiamo un piano d’azione!”
“Fantastico…” Mugugnò Albus.
“Ehy, non demoralizzare le truppe!” Scherzò l’altro ragazzo. Poi gli sorrise. “Senti Potter, so che Dursley è tuo amico. Ma stiamo lavorando anche per lui, in fondo.”
“Potremmo lasciar fare agli auror…”
“Sinceramente, con tutto il rispetto per tuo padre, credo che stiano seguendo piste totalmente sbagliate.” Sbuffò Scorpius. “Sono tutti presi a ritrovare quei lucertoloni e rimpatriarli. Non hanno collegato Dursley a loro. E se provassimo a far cambiar loro idea, non ci ascolterebbero. Siamo tre minorenni. Abbiamo autorità ad imporci zero.”

“E nel caso ci sbagliassimo, non faremo male a nessuno…” Lo rassicurò la cugina, prendendogli una mano, e stringendogliela. “Facciamo solo delle ricerche, in fondo.”
Al annuì. La sensazione spiacevole di fare qualcosa alle spalle di Tom non lo abbandonava.

Ma ce n’era anche un’altra, più sottile, quasi impercettibile.
Rivalsa.
Se lui avrebbe nascosto qualcosa a Tom… beh, Tom stava nascondendo qualcosa a lui.
E da ben più tempo.
“Va bene. Ci sto.”
Scorpius gli lanciò un’occhiata. “Non fare quella faccia, Potter.” Sogghignò. “Forse gli stai salvando il culo. Il che ti dovrebbe interessare, no?”
“… Come?”
“Scorpius! Avevo detto niente battute!” Ringhiò Rose, alzandosi per dargli uno scappellotto. Capì troppo tardi che il ragazzo l’aveva intenzionalmente fatta avvicinare. Si sentì tirare giù, e si trovò sulle sue ginocchia.

“Stai comoda, trottolina?”
“Malfoy! C’è mio cugino qui!” Sbraitò paonazza, di fronte all’espressione divertita di Al.

“Uhm, l’ho notato. Potter? Sei un terzo incomodo.”
Al fece un sorrisetto. “Beh, l’avevo notato, sì.” Disse gentilmente, cercando di non ridere dell’imbarazzo supremo della cugina.

“Scorpius, metti giù le zampe!” Sbottò la ragazza, cercando di tirarsi su. Ma la poltrona era stata progettata per essere comoda, e da quella posizione, era come essere sepolta.
“Come se ti dispiacesse, biscottino…”

 
“Come mai non sono stato invitato a questa bella riunione di famiglia?”

I tre ragazzi si voltarono di scatto verso la voce.
Al serrò bruscamente le labbra.

James era sullo stipite della porta, con uno dei suoi sogghigni peggiori.
 
****
 
Sala Comune Serpeverde.
Una di notte.
 
Tom si passò una mano sugli occhi: era stanco.
Erano tutti a dormire nelle proprie camere, dentro i propri letti.

O in quelli altrui, come nel caso di Nott…
… e Al non era ancora tornato. Non era quello il motivo per cui era sveglio naturalmente.
Aveva letto da cima a fondo tutto quel tomo, zeppo di nomi illustri.
Aveva già sentito il nome Tom Riddle. Sì, sentiva nettamente di doverlo ricordare, ma era come se qualcosa facesse muro tra il suo sé cosciente e la sua memoria, di solito eccellente.
Era frustrante.
E considerando che qualcuno l’aveva rapito perché lo credeva la reincarnazione di quel tipo…
Sempre che sia vero…
… era preoccupante. Ma sensato. Dopotutto, in quanti flashback notturni sentiva la voce del suo rapitore apostrofarlo con rispetto e terrore? Innumerevoli.
Terrore e rispetto per un neonato? Ridicolo. Terrore e rispetto se credi che il neonato che hai portato via potrà diventare, un giorno, qualcuno da rispettare e temere.
In ogni caso, aveva consultato tutto il libro, da cima a fondo. Nessun Tom Riddle.
Neanche un Tom… tutti nomi da maghi.
Poteva anche non essere un vero nome. Ma un giochetto di quel dannato finto-ragazzino biondo.
Serrò appena la mascella, furioso.
“Chi diavolo è Tom Riddle?” Sussurrò a se stesso. Guardò pigramente, con la coda dell’occhio, passare attraverso un muro il Barone Sanguinario, e scivolargli accanto, con i terribili occhi fissi su un’invisibile e efferato dolore.
Batté le palpebre.
Beh, poteva fare un tentativo.
“Signore…” Chiamò con tono cortese. “Signor Barone…”
Il fantasma si voltò, sentendosi chiamare. Lo guardò incolore. “Posso fare qualcosa per Voi, Signore?” Formulò manieroso, ma privo di qualsiasi intonazione.

“Sì, signore.” Si alzò in piedi, avvicinandosi. “Mi chiedevo… Lei è qui da molto tempo ormai. Ha conosciuto molti studenti di Hogwarts. Voi fantasmi avete una memoria eccellente, per quanto mi è dato sapere.” Lo blandì. 
“È così infatti.” Confermò: era il fantasma più inquietante del Castello, indubbiamente, con la gorgiera sporca di sangue argentato e lo sguardo vitreo.
Eppure Tom l’aveva sempre trovato il più affascinante.
Ha ucciso in preda ad una passione furibonda.
Il più romantico, senza dubbio. Chi dice che i Serpeverde sono dei freddi e meschini egoisti non vede oltre il proprio naso. Ambizione, astuzia, certo… ma a ben vedere siamo preda più di chiunque altro di passioni… Solo, non esplodiamo come ridicoli grifondoro.
Il fantasma attendeva la sua domanda, e Tom si schiarì la voce. “Mi chiedevo se per caso non avesse memoria di uno studente, forse appartenente a questa casa, di nome Tom Riddle…”
La reazione del fantasma fu quantomeno bizzarra. Gli puntò gli occhi, globi inespressivi addosso per un lungo momento. Poi disse.

“È così.” Semplicemente.
Tom sorrise trionfante. “Lo supponevo. Potrebbe forse darmi qualche informazione in più? Se non le è di disturbo, naturalmente.”
Il fantasma continuò a rimanere in silenzio, tanto che Tom cominciò a spazientirsi: i fantasmi avevano purtroppo una concezione del tempo totalmente stravolta rispetto a quella di un essere vivente.

Dev’essere orrendo vivere… sopravvivere così. A questo, preferirei la morte. Indubbiamente.
“C’è una sola cosa da sapere su Tom Riddle.” Disse infine. “Chi è stato poi.”
Tom deglutì: buffa reazione. Per un attimo aveva quasi pensato di andarsene, e non ascoltare la risposta.
Ridicolo. Sono arrivato fin qui. Non ho intenzione di tirarmi indietro proprio adesso.
“Chi era Tom Riddle?”
Il fantasma fece un sorriso sinistro, che gli gelò il sangue nelle vene.

“Lord Voldemort.”
 
****
 
Note:
1)Altro incantesimo inventato pasticciato da me.
Oh, lo so. Sono sadica.
Sto cominciando a raccogliere materiali per la tesi.
Lo sono per forza. 
  
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