She
lives in a fairy tale, somewhere too far for us to find.
Forgotten
the taste and smell of the world that she left behind.
Brick by Boring Brick, Paramore.
Georgia
chiuse la porta con un calcio e lanciò la borsa zeppa di
libri sul divano, poi sospirò. Che pessima giornata.
I suoi voti
scendevano sempre più, così come la sua bravura
nelle relazioni sociali. Le erano rimasti ben pochi amici e lei non
faceva nulla per tenerseli stretti. Era un brutto periodo;
sì, decisamente.
Avrebbe
tanto voluto scappare da tutto, rifugiarsi in un angolino dove potesse
sentirsi al sicuro. Ma, ovviamente, non poteva. Doveva affrontare la
realtà.
A volte si
sentiva come una principessa nel suo castello, con un orco cattivo che
voleva tenerla tutta per sé. Poteva solo aspettare il suo
principe.
Salì
le scale con passo pesante, entrò in camera sua e si
gettò sul letto, sentendosi esausta.
Già,
il principe. L'avrebbe voluto davvero. Qualcuno che si prendesse cura
di lei, al posto di una madre assorta nel suo lavoro e di un fratello
preso dalla sua band. Qualcuno che la capisse forse sarebbe anche
potuto bastare. Che le volesse davvero bene e la rendesse felice, anche
solo per un po'.
Georgia era
stanca e debole, troppo debole per continuare questi pensieri. Chiuse
gli occhi e si addormentò.
Era
solo una ragazzina e non sapeva di essere speciale. Come si sarebbe
potuto intuire, vedendo solo una serva della famiglia reale?
Eppure
era di più, molto di più.
Se
ne sarebbe accorta solo dopo. Quando sarebbe caduta dalle scale, e il
principe sarebbe venuto in suo soccorso.
Accadde
proprio così, sapete? E come nei film, mentre lui l'aiutava
a rialzarsi, i loro occhi si incrociarono... e scattò
l'amore. Ma il principe quasi non se ne accorse. Innamorarsi di una
serva? Non è possibile.
La
giovane invece, da brava ragazza romantica qual era, non smise un
secondo di pensare a lui, da quel momento in poi. Il ballo si stava
avvicinando e lei avrebbe tanto voluto incontrare il principe
lì; non sapeva però in che modo sarebbe riuscita
a realizzare il suo sogno. Una sola danza con lui, una sola.
La
sera del ballo, da qualche lenzuolo regale riuscì a mettere
insieme un bellissimo vestito, e rubò un paio di scarpe alla
sorella del principe. Era pronta.
Quando
entrò nella sala e si diresse verso il suo amato, non si
accorse della reazione ch'egli sentiva. Era come se la vedesse per la
prima volta; i suoi occhi erano d'amore, solo per lei.
Come
in tutte le fiabe che si rispettino, la invitò a ballare e
lei accettò. Potete ben immaginare, quindi, cosa successe.
Un
orologio iniziò a suonare. Un rintocco. Due. Tre.
Dodici.
Georgia
aprì gli occhi, mentre l'ultimo rintocco svaniva nell'aria.
Era tutto buio. Cercò di ricordarsi cos'era successo.
Si era
addormentata, questo era sicuro. Ma cos'aveva sognato?
Il castello.
Il principe. Oooh, beh.
Chiuse di
nuovo gli occhi. Forse sarebbe riuscita a tornare in quel sogno.
E
così fu.
[...]
La
serva Georgia era divenuta finalmente una principessa. Aveva sposato il
principe e sarebbe vissuta con lui felice e contenta per sempre,
nonostante il re e la regina la detestassero.
L'avrebbe
fatto, se non si fosse accorta troppo tardi che era tutto terribilmente
noioso.
Se
ne stava nel piccolo giardino, la principessa Georgia, seduta tra due
salici. Aveva chiesto al marito di trasferirsi in una casetta un po'
più piccina e a contatto con la natura. Pensava che sarebbe
migliorato qualcosa.
Ma
niente è perfetto e lo scoprì solo dopo. Non che
non amasse il principe, no. Era solo... vuoto. Era una vita vuota anche
quella, priva di significato o di cose che la interessassero.
Anche
se aveva ottenuto ciò che voleva, era scontenta.
Beh...
forse dovrei dire che era semplicemente umana. L'essere costantemente
infelice è parte della natura dell'uomo.
Se
ne stava nel giardino, Georgia, quel giardino magico che avrebbe dovuto
infonderle un po' di allegria e riusciva soltanto ad annoiarla di
più. Avrebbe voluto alzarsi, urlare, qualsiasi cosa pur di
rompere la monotonia del "per sempre felici e contenti". Quella
falsità era ormai insopportabile.
Afferrò
la prima farfalla che le capitò davanti, una blu, dalle ali
grandi, e le strappò un'ala. Una scia di brillantini
cosparse i suoi piedi.
La
farfalla gridò. Un grido acuto e straziante, prima di
annerirsi e sparire, come bruciata, lasciando la principessa sola e
triste.
Si
mise a pensare. A come la felicità fosse tutta finzione, e
l'eternità ancora di più.
E
tutto, intorno a lei, prese a svanire. I salici si piegarono come mossi
da una forza invisibile. I fiori parevano di carta bagnata, leggeri e
fragili. I colori sparivano.
La
principessa Georgia, spaventata, corse in casa e chiuse la porta che
sembrava fatta di cartone. Il cielo si stava facendo scuro, il vento si
alzava.
Gli
animali della foresta si svegliavano.
Guardando
fuori dalla finestra, notò l'essere che più la
spaventava. Il lupo cattivo. Quello che nelle fiabe aveva soffiato via
la casa dei tre porcellini e mangiato Cappuccetto Rosso. Si avvicinava
alla casa. Sembrava trapassarla con gli occhi, alla ricerca... della
principessa. La fissò a lungo con i suoi occhi chiari. Mosse
un passo ed un altro.
La
casa non avrebbe retto, stava già crollando intorno a lei.
La
principessa era spacciata.
Georgia si
svegliò improvvisamente. Era già mattina ed un
sole timido sbucava dalle nubi. Doveva aver piovuto tutta la notte.
Si sentiva
improvvisamente meglio sapendo di non essere una principessa costretta a vivere
per sempre felice e contenta.
Si
alzò dal letto, si stirò e osservò il
cielo, assorta.
Forse questa
giornata, con le sue nuove consapevolezze, sarebbe andata meglio.
Preferiva
affrontare la realtà, piuttosto che l'infelicità
di un mondo di fantasia.
Io non so se
preferire la fantasia alla realtà. E voi?
A Gigia,
sognatrice e romantica come Georgia. E stupida uguale. XD
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