Dimensione Parallela15
Prima di uccidermi leggete il capitolo....
Mi scuso infinitamente, in cambio di 7 mesi di attesa vi lascio un capitolo bello lungo, di circa 20 pagine.
P.S. non chiedetemi perchè le dimensioni delle parole sono diverse...non lo so nemmeno io....
Dedicato a tutti i miei lettori e a coloro che leggeranno il capitolo fino alla fine senza chiudere e tirarmi nomi
“Herm, perché siamo qui?” chiese Ginny.
Era
arrivata di corsa con Luna non appena aveva ricevuto la lettera
dell’amica che in realtà non diceva granché, solo di trovarsi
sulla Torre di Astronomia, anche se sembrava piuttosto urgente.
E lo
doveva essere parecchio visto che con Hermione c’erano anche Ron e
Neville. Insomma c’era tutto il loro gruppo.
“Abbiamo
bisogno del vostro aiuto” disse rapida e concisa Hermione.
Ginny
la guardò confusa.
“Il
nostro aiuto?” Luna non ci capiva niente.
Almeno
non era la sola.
Ron
annuì “Harry Potter si è messo in contatto con noi”.
Ginny
sussultò all’udire il nome del fidanzato pronunciato dal fratello.
Cosa poteva volere Harry?
“Harry
Potter? Dicci tutto” Luna si sedette sul tappeto.
“Dobbiamo
trovare una cosa…tu Luna potresti esserci d’aiuto…” iniziò
Hermione.
Luna
la guardò con attenzione.
“Si
tratta del Diadema di Corvonero” completò la riccia.
Luna
sgranò gli occhi “Interessante…e perché Potter lo vuole?”
“Non
lo sappiamo” mentì Neville.
“Ma
dobbiamo aiutarlo” aggiunse Ron.
Ginny
e Luna annuirono vigorosamente.
“Luna
tu sai com’è fatto questo Diadema?” chiese Hermione speranzosa.
Luna
sorrise “Certo, lo vedo tutti i giorni in Sala Comune sulla testa
della statua di Cosetta Corvonero”.
“Perfetto,
potresti fargli una foto per noi?” chiese Neville.
“Certo,
nessun problema…” Luna annuì.
“Bene…a
voi viene in mente un posto dove poter nascondere qualcosa qui a
Hogwarts? Un nascondiglio sicuro…” disse Hermione.
Tutti
rifletterono e poi un lampo attraversò la mente di Ginny…lei lo
sapeva dov’era. Gliel’aveva mostrato Harry stesso due sere fa,
quando era venuto a trovarla per farle una sorpresa…
=Flashback=
Stava dormendo quando sentì qualcuno accarezzarle i capelli.
Poi sentì il suo inconfondibile profumo di menta e sorrise…
Aprì
gli occhi e i suoi sospetti furono confermati.
“Harry…”
Lui
le sorrise “Ciao principessa…”
Ad
un tratto realizzò, lui era lì per lei…non era un sogno…
Si
mise a sedere di scatto e lo abbracciò forte. Sentì le mani di
Harry accarezzarle la schiena provocandole dei brividi.
“Mi
sei mancato…”
“Anche
tu” Harry si staccò leggermente per poterla guardare negli occhi.
“Vieni
con me…” le aveva sussurrato portandole una ciocca di capelli
dietro l’orecchio.
Si
alzò, indossò la vestaglia e lo seguì fidandosi ciecamente anche
se non sapeva dov’erano diretti.
La
portò fuori dalla Sala Comune dopo aver preso una mappa con una
perfetta piantina della scuola. Era strabiliata, ma Hogwarts non era
indisegnabile?
Harry
la portò al settimo piano, nella Stanza delle Riunioni dell’Ordine,
ma rimase stupita nel trovare un divanetto, un paio di poltrone,
tantissimi cuscini, un tappeto enorme e il camino acceso.
“E
questa sarebbe la Sala delle Riunioni?” era confusa.
Harry
la guardò e rise. “Certo che no…”
E
le aveva spiegato il funzionamento di quella stanza e rivelato alcune
cose del suo passato: arrivava da una dimensione parallela dove il 31
ottobre 1981 erano morti i suoi genitori e non lui. Le aveva
raccontato la sua infanzia coi babbani e lei aveva giurato che
avrebbe strozzato volentieri Vernon Dursley se lo avesse visto
facendo ridere Harry. Le disse che il resto glielo avrebbe raccontato
un’altra volta perché era tardi. Si erano poi addormentati insieme
abbracciati e sereni sul divanetto.
=Fine
Flashback=
“Forse
io so dov’è…” sussurrò a bassa voce.
Tutti,
in particolare modo suo fratello, la guardarono curiosi.
*
“Draco,
che succede?”
Blaise
non era scemo, conosceva Draco da una vita, era il suo migliore
amico, e aveva capito che da alcuni giorni era strano, sembrava
nervoso, eccitato e preoccupato insieme.
Lui
era stato il primo a capirlo, poi alla fine avevano notato il
cambiamento anche gli altri.
Ora
erano tutti lì, seduti attorno a lui, decisi a capire qual era il
problema, cos’era successo.
Il
biondo si passò una mano tra i capelli. “Niente Blaise, che vuoi
che succeda in questo castello?”
“Andiamo,
non prendermi in giro, ce ne siamo accorti tutti che ultimamente sei
strano…” insistette Blaise.
Gli
altri annuirono per dare conferma alle sue parole.
“Sei
preoccupato per tua madre?” chiese Daphne.
Draco
fece una smorfia “Sì e no”.
Cercava
di essere vago, quella era la sua tattica per depistare, peccato solo
che Blaise lo conoscesse alla perfezione, quindi non ci cascò.
“Tu
non sei solo preoccupato…c’è qualcos’altro sotto, vero?”
Draco
lo guardò sorpreso con un mezzo sorriso, cavolo lo conosceva proprio
bene…
“Sì,
c’è dell’altro, ma non posso dirvi niente” rispose vago.
Ecco,
odiava quando non gli diceva chiaro e tondo come stavano le cose…
“Sputa
il rospo, altrimenti ti faccio cantare, con le buone o con le
cattive, che preferisci?” Blaise prese la bacchetta tenendola
comunque bassa.
“Dai
Draco, siamo tuoi amici, vogliamo solo capire cosa ti sta
succedendo…” Theo gli diede una pacca sulla spalla.
“Parla
con noi” Pansy gli sorrise confortante.
Draco
sospirò. Cavolo, l’avevano incastrato in modo subdolo, come delle
vere Serpi…ghignò nell’immaginarsi le loro facce una volta
saputa la faccenda.
“Ok…l’altro
giorno è venuto a farmi visita Harry Potter…”
I
suoi amici infatti non lo smentirono, erano uno più stupito
dell’altro.
“Harry
Potter?” ripeté Pansy incredula.
“Già…”
*
“Qualcosa sta cambiando là fuori, Jamie…me lo
sento” Sirius guardava fuori dalla finestra del suo salotto.
“Ho
la sensazione che stia per succedere qualcosa…” proruppe James
seduto sul divano.
Sirius
annuì e si voltò per guardare l’amico in faccia. “Qualcosa di
grosso…”
Qualcuno
suonò il campanello di casa Potter.
James
si alzò e andò ad aprire. Stupito vide che il visitatore era
Severus.
“Severus?
Che ci fai qui? È successo qualcosa di grave?”
“No,
devo parlare urgentemente con te e Black”.
James
lo condusse in salotto e Sirius guardò Piton confuso.
“Bene
Black, vedo che ci sei anche tu, così faremo prima…” commentò
Severus sedendosi sulla poltrona.
“Che
succede?” Sirius era veramente curioso e preoccupato.
“Io
e Silente abbiamo bisogno di voi…”
James
alzò un sopracciglio “Che vuoi dire?”
“Sappiamo
dove si trova un Horcrux…io e Silente vogliamo che vuoi due veniate
con noi…” spiegò Severus.
“Ci
saremo” rispose Sirius deciso.
Severus
annuì. “A proposito come sta Lupin? Ieri era la luna piena…”
“Sta
bene…solo un po’ debole come al solito…” rispose James.
Severus
frugò nel mantello e poi diede a James una bottiglietta di vetro
piena di un liquido ambrato. “Dategli questo, si sentirà meglio…”
“Grazie”
James gli sorrise grato.
Sirius
gli fece un cenno.
“Bene,
io vado…nessuno deve sapere della nostra conversazione, chiaro?”
Severus serio si alzò e si diresse verso la porta.
“Questo
ci sembrava ovvio” commentò Sirius.
Severus
annuì. “Beh ci vediamo. Tenetevi pronti per domani sera…”
James
e Sirius annuirono. Severus fece un cenno di saluto e poi uscì.
“Amico,
te l’avevo detto che sarebbe successo qualcosa di grosso…”
commentò Sirius eccitato con un ghigno.
*
Remus
stava andando al Quartier Generale degli Auror. Doveva parlare
urgentemente con Andrea e Dora. I loro turni erano stati spostati.
Le
trovò a metà del corridoio.
“Rem,
che ci fai qui?” chiese Andrea sorpresa di trovarlo lì.
“Dobbiamo
parlare…riguardo al tu-sai-cosa” aggiunse abbassando la voce.
Dora
annuì. “Beh noi stiamo andando a pranzo, vuoi unirti?”
Remus
accettò di buongrado.
Una
volta seduti col loro pasto, Andrea guardò l’amico “Allora?”
“I
nostri turni sono stati spostati. Domani sera qui…al nono livello”
rispose Remus a bassa voce.
“Intendi
l’Ufficio Misteri, vero?” sussurrò Dora.
Remus
annuì. “Sapete cosa c’è là dentro, no?”
Le
due Auror annuirono. Eccome se lo sapevano…
“Noi
tre dobbiamo fare da guardia, in caso…” spiegò Remus.
“In
caso di attacco” completò Dora.
Remus
annuì.
“Fa
schifo questo pasticcio di rognone!” commentò Andrea disgustata.
Remus
e Dora ridacchiarono.
‘Cavolo,
è uguale a Sirius!’
pensò divertito.
Eppure
aveva notato che negli ultimi tempi, da quando James era stato
ferito, qualcosa tra loro era cambiato. Si punzecchiavano per
divertirsi invece prima era solo e unicamente con lo scopo di
infastidire l’altro…
E poi
poteva giurare di aver visto negli occhi di Sirius passare uno strano
lampo a volte…e tutto ciò era strano perché Sirius non si era mai
innamorato, anzi di questo si era vantato specialmente con James che
si era fatto incantare da Lily al primo anno.
“Libero
e rubacuori”
questo era sempre stato il motto di Sirius.
L’avrebbe
mai cambiato? L’avrebbe cambiato per Andrea?
*
Un altro giorno era passato. Ed era arrivata la
notte.
Andrea,
Dora e Remus andarono all’Ufficio Misteri, James, Sirius e Severus
seguirono Silente alla ricerca dell’Horcrux, Ginny, Ron, Hermione,
Neville e Luna erano riuniti nella Sala Comune di Grifondoro deserta
per recuperare il diadema e Harry era andato a Hogwarts da Draco
Malfoy.
Harry,
entrando nell’ufficio di Draco, non si era di certo aspettato di
trovare anche Daphne, Theo, Blaise e Pansy pronti a seguirlo.
“Draco?”
aveva reclamato una spiegazione.
“Mi
hanno estorto tutto e vogliono venire con noi…” rispose Draco
indossando il mantello da viaggio.
“Cosa?!”
Harry era arrabbiato.
“Andiamo
Potter, noi conosciamo tutti quella casa meglio di te…ammetterai
che più siamo meglio è…” rispose Blaise convinto.
“Anche
se vi dico di no verrete lo stesso, vero?” domandò Harry
sospirando.
“Esatto”
rispose Pansy.
Non
aveva scelta “E va bene. Occhio a non commettere guai”.
“Ehi,
per chi ci hai preso? Sappiamo badare a noi stessi…” commentò
Daphne irritata.
“Andiamo”
disse Harry ignorando la sua provocazione.
Indossarono
tutti il mantello da viaggio e poi presero le scope e lasciarono
Hogwarts con nella mente una sola destinazione: Villa Malfoy.
*
“Dove siamo?” chiese Sirius illuminando il
sentiero con la luce della bacchetta.
“Little
Hangleton” rispose Severus tranquillo.
“Il
paese dei genitori di Voldemort” James aumentò la presa sulla
bacchetta.
Severus
annuì.
Continuarono
a proseguire lungo il sentiero fino a trovarsi davanti a una
costruzione seminascosta da un groviglio di tronchi. Sembrava quasi
impossibile che lì avesse vissuto la madre di Voldemort.
“L’Horcrux
è lì dentro” sussurrò Silente.
I quattro maghi avanzarono con cautela e
raggiunsero la porta.
Si guardarono, poi al cenno di Silente, Sirius e
James sfondarono la porta col piede. L'interno era buio, sporco e
pieno di ragnatele.
“E noi dobbiamo cercare in questo schifo?”
commentò Sirius orripilato.
“Vuoi uno straccio per pulire Black?” replicò
Severus irritato.
“Gratta e netta!” esclamò James.
Nel giro di pochi secondi la casa assunse un
aspetto decente.
Sirius starnutì. “Io odio la polvere!”
Silente intanto si stava guardando intorno.
“Cosa dobbiamo cercare di preciso?” chiese
James.
“Un anello, un anello molto antico, risale ai
Peverell” rispose Silente.
Gli altri tre maghi trattennero il fiato.
Sia per i Peverell sia per un altro motivo...
“Serpenti!” esclamò Sirius disgustato.
Due serpenti verdi stavano strisciando verso di
loro sibilando pericolosamente.
“Evanesco!” disse James.
Quelli invece di sparire si moltiplicarono e
diventarono quattro.
“Non dobbiamo farli evanescere, sono delle
illusioni” disse Severus sicuro.
“Illusioni?” proruppe James confuso.
“Noi pensiamo che sono reali, in realtà è un
prodotto della nostra mente, un incantesimo dell'Oscuro Signore
che si è attivato quando siamo entrati” spiegò Piton.
“E quindi che facciamo?” chiese Sirius.
Silente fece uscire un forte getto d'aria che
spazzò via i serpenti.
“Questo bisognava fare Black” rispose Severus
con un ghigno.
Sirius gli regalò una smorfia. Decisamente non si
sopportavano.
Si guardarono ancora un po' intorno poi...
“Questa pietra del pavimento si muove” notò
Sirius.
Era quasi invisibile a occhio umano il movimento,
ma il suo trasformarsi in cane l'aveva aiutato parecchio.
Tutti lo raggiunsero nel centro dalla stanza.
“Deve essere una botola, di solito tutte le
famiglie Purosangue importanti ne hanno una...” disse Silente
pensieroso.
“Sì ma come l'apriamo? Non c'è né una
maniglia né una serratura” replicò James riflettendo.
“Credo che solo Severus possa aprirla” ragionò
Silente.
“Perchè?” chiese Severus confuso.
“Tu sei l'unico col Marchio Nero qui dentro. Fa
in modo che esso si appoggi alla pietra” spiegò Silente.
Severus fece come gli era stato detto. Appoggiò
l'avambraccio sinistro e dopo pochi secondi la pietra si illuminò di
una luce nera con sfumature rosso sangue. Tolse il braccio e la
pietra si alzò rimanendo sospesa a due metri d'altezza.
I quattro guardarono quello che era un buco
quadrato non molto grosso. A un lato c'era una scala di metallo.
“Credo che dovremmo scendere” disse Silente
andando per primo.
Subito Piton lo seguì, poi James e infine Sirius.
Si ritrovarono in una galleria costruita nella
pietra, piena di ragnatele e debolmente illuminata da torce che si
accendevano mano a mano che proseguivano. Alla fine del tunnel c'era
un tronco di colonna su cui c'era qualcosa che brillava.
Era un anello, l'anello di Orvoloson Riddle.
*
“Mamma che noia!” Andrea sbuffò
sonoramente per la millesima volta.
Tonks le rivolse un mezzo sorriso.
Remus semplicemente scosse la testa.
Un rumore metallico catturò la loro
attenzione, l'ascensore si era messo in moto. Chi diavolo era al
Ministero a quell'ora?
Tutti e tre alzarono le bacchette,
pronti in caso di attacco.
Non appena iniziarono a intravedere le
grate dell'ascensore videro che era vuoto.
Remus affinò l'olfatto. Non era vuoto,
c'erano almeno dieci persone e tutte disilluse.
“Stupeficium!” disse Remus.
Si sentì un gemito e poi un tonfo e
comparve un Mangiamorte privo di sensi.
Andrea si chinò evitando per un pelo
un getto di luce rossa. “Cazzo!”
Tonks ne stese un altro.
“Quanti sono?” chiese Tonks rapida
a Remus.
“Una decina” rispose Remus
scansandosi per evitare una maledizione.
“Riveletor!” dalla bacchetta di
Andrea uscì un getto di quella che sembrava acqua, ma Remus notò
stupito che non aveva consistenza.
Era esattamente come l'incantesimo che
c'era alla Gringott per smascherare gli intrusi.
Tutti i Mangiamorte divennero visibili.
“Guarda un po' Tonks, ci si
rivede...” commentò uno con un ghigno.
D'istinto Remus si mise davanti a lei
con la bacchetta alzata.
Dora si irrigidì all'istante
“Mulciber”.
“Sta lontano da lei, chiaro!”
esclamò Andrea furiosa.
“Ancora tu in mezzo alle scatole,
Davis” commentò quello serafico.
“Toccala con un dito e ti faccio a
pezzi” Andrea gli rivolse uno sguardo omicida.
“Dovrai passare sul mio cadavere”
disse Remus con voce spaventosamente calma da far venire i brividi.
Dora sgranò gli occhi sorpresa.
Remus parò lo schiantesimo di Mulciber
con facilità.
Volarono incantesimi da tutte le parti.
“Ehi ci siamo anche noi” Moody uscì
dall'ascensore seguito da Kingsley e si gettarono nella mischia.
Un'aquila argentea, il Patronus di
Andrea, volò a informare Silente di quello che stava accadendo.
*
“Ecco, questa è la foto della statua
di Cosetta Corvonero e questo è il diadema” Luna mostrò loro la
foto che aveva scattato.
“Io ho la Mappa del Malandrino”
Ginny l'aprì sulle ginocchia. “Giuro solennemente di non avere
buone intenzioni”.
Hogwarts comparve sotto i loro occhi.
“Fred e George sono stati dei geni a
fregarla a Gazza al primo anno” commentò Neville.
“La furbizia dei Weasley non è
acqua” commentò Ron con un ghigno imitato dalla sorella.
“Ti seguiamo Ginny” disse Hermione.
Ginny li precedette con la Mappa in
mano e iniziò a dirigersi verso l'arazzo di Barnaba il Babbeo.
Fu con enorme sorpresa che gli altri la
videro fermarsi esattamente davanti al luogo dove si tenevano le
riunioni dell'Ordine.
“Ma Ginny...” iniziò Ron confuso.
Ginny lo ignorò e prese a camminare
davanti alla parete tre volte e poi, decisa, aprì la porta che era
comparsa. Sorrise, ce l'aveva fatta.
“Il Diadema è qui dentro” Ginny
entrò seguita dagli altri quattro che si guardavano intorno confusi.
“Sparpagliamoci, sarà nascosto qui,
in mezzo a questi oggetti” disse Hermione pratica.
Tutti annuirono e ognuno prese una
direzione diversa incominciando a cercare.
*
“Mamma mia che sporcizia!” commentò Daphne
arricciando il naso.
“Sono secoli che nessuno della mia famiglia
scende qui sotto...credo che mio padre nemmeno sappia dell'esistenza
di questo passaggio...” replicò Draco.
Tutti lo stavano seguendo in quello che era un
tunnel sotterraneo buio e umido. La luce delle bacchette indicava
loro la strada da percorrere.
“Quanto manca?” chiese Harry.
“Poco, dovremmo esserci quasi ormai...”
rispose Draco senza distogliere lo sguardo dal percorso.
“E hai detto che sbucheremo nella cucina...”
ricapitolò Blaise.
Draco annuì.
“Scusa, ma come hai fatto a scoprirlo?” chiese
Theo interessato.
“Beh, sai quando se piccolo e i tuoi ti lasciano
a casa per andare a importanti ricevimenti devi pur trovare il modo
per far passare il tempo...” rispose Draco con un ghigno.
“Ti capisco benissimo” Pansy annuì.
“Abbassate la voce...ci siamo” sussurrò Draco
fermandosi davanti a una piccola porta, grande abbastanza per far
passare una persona magra o al massimo di profilo.
Nessuno fiatò ma tutti strinsero più forte le
bacchette. Non sapevano se al di là ci fossero dei Mangiamorte.
Harry si mise davanti a Draco con la bacchetta alzata e poi fece un
cenno, ricambiato dagli altri. Rapido spalancò la porta. Non c'era
nessuno, a parte degli elfi domestici che stavano cucinando e che li
guardarono per alcuni secondi impauriti fino a quando non riconobbero
Draco.
“Padroncino! Cosa fa qui?” chiese un'elfa
raggiungendoli.
L'ultimo della fila, Theo, chiuse la porta del
passaggio segreto e notò come questa fosse invisibile dalla cucina.
Ci credeva che nessuno era mai riuscito a scoprirla.
“Sono qui per portare via mia madre Tiffy”
rispose Draco. “Voi sapete dove la tengono rinchiusa?”
“Nella sua camera da letto signorino. Qualche
ora fa io ho portato la cena alla padrona” rispose Tiffy.
Poi si avvicinò un altro elfo che Harry riconobbe
subito come Dobby.
“Dovete stare attento padroncino, due di quegli
uomini vestiti di nero sono sempre davanti alla porta della padrona
per controllare”.
“Grazie dell'informazione Dobby. Voi dovete
andarvene subito a Hogwarts...” disse Draco serio.
“Cosa vuole dire padroncino?” chiese Tiffy
spaventata.
“Dovete andare a Hogwarts e restarci. Non dovete
più rimettere piede qui, nemmeno se ve lo ordina qualcuno della mia
famiglia, chiaro?” spiegò Draco.
“Ma signore...” proruppe Tiffy con gli occhi
lucidi.
“Questo è un ordine” disse Draco deciso.
“Va bene, agli ordini” tutti gli elfi
sparirono con un leggero pop.
La cucina divenne silenziosa e deserta.
“Bene, ora ci dobbiamo dividere...io, Draco e
Pansy andiamo nello studio privato di Lucius, Daphne, Theo e Blaise
vanno di sopra a liberare la madre di Draco. Mi raccomando attenti ai
due Mangiamorte” Harry li guardò serio.
I tre Serpeverde annuirono.
Aprirono a porta della cucina e videro due
Mangiamorte. Questi non fecero nemmeno in tempo ad aprire la bocca
che Harry li pietrificò.
Blaise guardò Draco senza parole “Ma tu l'hai
visto?”
Draco scosse il capo sorpreso “È stato troppo
veloce...”
Poi si divisero. Blaise, Theo e Daphne salirono le
scale sempre con la bacchetta in pugno e gli altri due seguirono
Draco in un corridoio stretto e buio.
Harry non potè non notare come quella casa
assomigliasse in modo incredibile a Grimmauld Place, cupa e lugubre.
Si vedeva che i Purosangue Serpeverde avevano gli stessi pessimi
gusti in fatto di arredamento.
“Questa casa mi mette ancora i brividi”
commentò Pansy a bassa voce.
“È questo lo scopo, incutere timore a chiunque
entri” rispose Draco facendo una smorfia disgustata.
Si fermarono davanti a una porta di legno molto
scuro, la maniglia in argento risaltava parecchio.
“Siamo arrivati” sussurrò Draco.
Come se tutto fosse normale strinse forte la
maniglia e aprì la porta.
Harry era confuso, si era aspettato incantesimi
difensivi, invece nulla.
“Solo un Malfoy può aprirla, è come se
riconoscesse il sangue o qualcosa del genere” spiegò Draco vedendo
l'espressione perplessa di Harry.
“E che succede se la apre uno che non è un
Malfoy?” chiese Pansy curiosa.
'Che domanda stupida...' pensò
Harry.
Infatti
Draco non lo smentì. “Muore”.
Pansy deglutì. Decisamente non si poteva
scherzare con i Malfoy, non avevano mai avuto vie di mezzo, o buoni o
cattivi e loro avevano scelto da che parte stare molti secoli prima.
Ma Draco aveva cambiato tutte le carte in tavola...
“Quello che cerchi è qui dentro
Potter...muoviamoci prima che ci trovino” disse Draco.
Entrarono velocemente e chiusero la porta. Non si
guardarono nemmeno attorno ma cominciarono a cercare.
“Attenti a non rompere niente, nessuno deve
immaginare che siamo entrati qui” ricordò Harry.
Gli altri due annuirono in sincrono. Draco cercò
di fare mente locale, una volta aveva visto suo padre con quel
quadernino nero apparentemente innocuo...
“È questo?” Pansy mostrò un piccolo diario
nero dall'aria antica che aveva estratto dal cassetto aperto davanti
a lei.
Harry si avvicinò e lo prese in mano. Lo girò,
in basso a lettere d'oro c'era scritto il nome del suo nemico: Tom
Orvoloson Riddle.
Sorrise. “Sì, è questo”.
“Gratta e netta!” Draco cancellò i segni del
loro passaggio.
“Andiamo a recuperare gli altri e tua madre”
disse Harry.
Draco annuì e riaprì la porta. Camminarono a
passo svelto e silenzionso lungo il corridoio, salirono le scale e
raggiunsero il primo piano.
Draco incominciò a correre fino a fermarsi
davanti a una porta aperta, a terra c'erano i due Mangiamorte privi di
sensi. Pansy spinse l'amico dentro la camera.
Lì c'erano Daphne, Blaise e Theo che stavano
parlando con una donna di spalle dai capelli biondi raccolti in uno
chignon, con un vestito nero che sottolineava il suo fisico snello.
Narcissa Malfoy sembrava più giovane della sua età.
“Madre...” mormorò Draco emozionato.
Era da mesi che non la vedeva...voleva vedere se
stava bene di persona.
Narcissa sussultò e si voltò. Subito i suoi
occhi si fecero lucidi, Draco stava bene.
“Draco!” Narcissa abbracciò forte suo figlio.
Draco sospirò di sollievo, quei bastardi non le
avevano fatto del male.
“Dobbiamo andarcene” disse Harry.
Madre e figlio si separarono annuendo. Avrebbero
avuto dopo il tempo per parlare.
“Libby, Seffy...portateci a Hogwarts” alle
parole di Narcissa due piccole elfe sbucarono da sotto il letto e si
avvicinarono.
“Agli ordini padrona”.
I primi a smaterializzarsi furono Narcissa,
Daphne, Pansy e Theo.
Blaise, Draco e Harry aspettarono il prossimo
turno.
“Guarda te se dovevano mettere un incantesimo
che segnala la smaterializzazione di maghi...” si lamentò Blaise.
“Così erano sicuri che mia madre non se ne
sarebbe andata...” spiegò Draco.
“Brutti piccoli bastardi!”
Tutti e tre alzarono la bacchetta. Sulla porta
c'era Bellatrix che li guardava a dir poco furiosa. Harry si coprì
meglio col cappuccio.
“Ti avevo detto che l'avrei salvata, zia”
Draco calcò in modo particolare l'ultima parola. Si poteva cogliere
un evidente disprezzo nelle sue parole.
“Imperio!”
disse Bellatrix puntando la bacchetta verso Draco cogliendolo
decisamente di sopresa.
Harry, che si aspettava
una mossa del genere si piantò davanti a Draco e fu colpito
dall'incantesimo.
“No!” esclamò
Draco.
Harry scoppiò a
ridere. “Tranquillo Draco, l'incantesimo di questa stronza non mi
fa nemmeno il solletico”.
“Come...”
iniziò Bellatrix sorpresa. “Chi diavolo sei?”
“Presto lo
saprai” rispose Harry con un ghigno.
In quel momento
comparvero le due elfe.
Tutti e tre afferrarono
rapide le loro braccia e scomparvero con un crac.
*
Sirius,
James, Severus e Silente si guardarono.
“Come
lo prendiamo?” chiese James confuso.
“C'è
una barriera intorno” disse Silente. Riusciva a percepire la
potenza di quella magia oscura.
“Mi
sembrava troppo facile” commentò Sirius.
“Questa
barriera fa ricordare gli eventi brutti del nostro passato”
aggiunse Silente.
“Vado
io” Sirius infilò la bacchetta nella cintura da Auror e fece un
passo in avanti.
“Sei
sicuro?” chiese James preoccupato.
Sirius
annuì. “Cosa vuoi che veda? Al massimo la faccia di quella megera
di Walburga”.
James annuì.
Sirius fece
un respiro profondo e fece altri tre passi oltrepassando quella
barriera trasparente.
Subito nella
sua mente fecero capolino immagini che aveva dimenticato, sepolte in
un passato lontano. Suo padre che lo puniva con la Cruciatus. Sua
madre che gli urlava addosso che era un figlio indegno. Il giorno
della sua fuga quando suo padre disse che non era più suo figlio e
che non lo era mai stato. L'articolo di giornale che riportava la
morte di suo fratello. Si portò istintivamente le mani alla testa e
si ritrovò all'improvviso con le ginocchia a terra.
“Sirius!”
La voce
terrorizzata di James gli giunse da lontano. Nella sua testa
l'immagine di James e Lily disperati dopo la morte di Harry. Poi il
corpicino senza vita di Harry tra le braccia di una Lily piangente.
La paura di vedere James morire in quell'attentato del 1989 che li
aveva visti entrambi coinvolti.
Poi nella
sua testa fece capolino una voce da donna che diceva il suo nome con
una nota di dolcezza che mai nessuno aveva avuto seguita da un volto,
una giovane donna coi capelli lunghi fino alle spalle biondi e
ondulati, gli occhi azzurri oceano.
“Andrea...”
sussurrò Sirius così piano che nessuno lo sentì.
Andrea
sorrise. “Alzati Sirius, non puoi abbandonarmi proprio adesso”.
Quasi come
se fosse un ordine Sirius si alzò e l'immagine di Andrea scomparve.
Si ritrovò a fissare la parete di pietra di quella galleria.
“Sirius
stai bene?” chiese James pallido e teso.
Sirius si
voltò verso di lui con un sorriso. “Tutto a posto”.
“Prendi
l'anello e andiamocene” disse Silente.
Sirius
annuì, allungò la mano e strinse quel piccolo anello d'oro.
Poi si voltò
e raggiunse gli altri consegnando l'Horcrux a Silente. James gli mise
la mano sulla spalla.
“Mi
sono spaventato a morte quando ti ho visto cadere...” confessò.
“Ho
visto Andrea” rivelò Sirius a bassa voce.
James gli
rivolse una strana espressione.
“Come
lo distruggiamo?” chiese Sirius per pensare ad altro.
Perchè
aveva visto proprio Andrea?
Severus tirò
fuori dalla tasca del mantello una piccola boccettina contenente un
liquido giallino sul verde. “Veleno di Basilisco” rispose.
“Non
voglio nemmeno sapere come hai fatto a recuperarlo...” commentò
Sirius.
“Ti
basti sapere Black che potrei sempre metterne qualche goccia nel tuo
bicchiere di succo di zucca...” replicò Severus con un ghigno.
Sirius non
replicò. Aveva altro per la testa al momento.
Severus ne
versò poche gocce sull'anello che si sciolse come sotto l'effetto di
un liquido incandescente.
“Ora
possiamo andare” disse Severus rimettendo a posto la boccetta nella
tasca del mantello.
Risalirono
la scala di metallo e si ritrovarono nel salotto della casa dei
Gaunt.
La stanza fu
all'improvviso illuminata da qualcosa d'argento.
Era
un'aquila.
Poi una voce
concitata di donna “Mangiamorte al Ministero, abbiamo bisogno di
aiuto”.
“Andrea...”
mormorò Sirius.
“Io
e Sirius andiamo al Ministero, voi due portate i resti dell'anello al
sicuro nel mio ufficio” disse Silente rapido.
James e
Severus annuirono sparendo con un crac.
Sirius e
Silente si guardarono. L'ultimo pensiero di Sirius prima di
smaterializzarsi fu rivolto ad Andrea...come stava?
*
Andrea
si chinò per evitare un Avada Kedavra di Selwyn. L'incantesimo la
mancò di un soffio. Ma dove cavolo era finito Silente?
“Stupeficium!”
il Mangiamorte si spostò con rapidità.
“Diffindo!”
Lei
non fu così veloce e fu colpita alla spalla che prese a sanguinare.
Fortuna che quello non era il braccio con cui teneva la bacchetta...
“Incarceramus!”
Selwyn fu colpito in pieno.
Andrea
per sicurezza lo schiantò. Fuori uno.
Fece
appena in tempo a voltarsi alla sua sinistra che ci fu un botto
tremendo. Una parte consistente di muro venne giù proprio dove si
trovava Tonks. Vide Remus gettarsi sopra di lei e poi entrambi
vennero ricoperti dalle macerie.
Nell'aria
c'era polvere bianca ovunque.
Guardò
il Mangiamorte con ferocia “BASTARDO! STUPEFICIUM!”
Il
suo schiantesimo fu così forte che il Mangiamorte si sollevò di un
paio di metri andando poi a sbattere violentemente contro il muro.
Kingsley
e Moody combattevano e non sembravano feriti.
Ingaggiò
un duello con un altro nemico. Incantesimi volavano da tutte le
parti. Un rumore metallico attirò la sua attenzione e si voltò
verso l'ascensore che era sceso.
C'erano
Silente e Sirius con le bacchette alzate. Per un secondo lei e Sirius
si guardarono negli occhi poi...
“Stupeficium!”
Due
schiantesimi la colpirono in pieno petto facendola sollevare e
sbattere violentemente contro il muro alle sue spalle.
“NO!”
urlò Sirius gettandosi nella mischia e schiantando con rabbia uno
dei due Mangiamorte che aveva colpito Andrea.
Vide
con orrore il corpo di Andrea scivolare a terra fino a sembrare che
fosse seduta, il capo chino in avanti gli impediva di vedere il viso.
Doveva essere svenuta.
Combatté
contro un altro Mangiamorte ma l'arrivo di Silente li aveva
spaventati e cercavano tutti di scappare raggiungendo gli ascensori.
Silente e Moody li presero tutti e li legarono.
Sirius
raggiunse Andrea e delicatamente le sollevò il viso con entrambe le
mani. Sì, era svenuta e aveva un taglio su una guancia.
“Innerva”
disse puntando la bacchetta al suo petto.
Andrea
aprì gli occhi di scatto sbattendo un paio di volte le palpebre.
Sembrava confusa di trovarlo lì. Poi invece sembrò ricordarsi
tutto.
“Sirius...”
“Shh!
Non parlare, hai preso una bella botta in testa” disse Sirius a
bassa voce.
Si
alzò con fatica appoggiandosi al muro e poi il suo sguardo si posò
sulle macerie di cemento e muro. Ricordò.
“Oddio!
Remus e Dora sono lì sotto!” disse ad alta voce.
“Cosa?!”
Sirius sembrava sorpreso.
“Dobbiamo
tirarli fuori!” la voce di Andrea era invasa dal panico.
Raggiunse
con passo malfermo le macerie e iniziò a spostarle nel punto in cui
aveva visto i due amici sparire. Kingsley e Moody non li avevano
visti perchè erano dall'altra parte del corridoio.
Le
faceva male il braccio dove aveva la ferita ma non le importava,
doveva tirarli fuori da lì.
Sirius
si mise di fianco a lei e l'aiutò.
“Remus...Dora...ci
sentite?” disse Sirius con voce forte e chiara.
“Paddy...siamo
qui sotto!” Remus...
“State
bene?” chiese ancora Sirius spostando i massi più velocemente.
“Sì...Dora
è svenuta ma sta bene...quanto a me lo sai che ho la pelle dura...”
la voce di Remus era sempre più vicina.
Venne
a dare una mano anche Kingsley e in pochi minuti li tirarono fuori.
Remus copriva completamente il corpo di Dora, lei era svenuta per il
colpo alla testa preso contro il pavimento. Remmie l'aveva sbattuta
sul pavimento non troppo dolcemente.
“Moony...tutto
a posto?” Sirius sembrava preoccupato.
Remus
scosse il capo per far cadere la polvere di cemento che aveva tra i
capelli. “Sir, di cosa ti preoccupi? Lo sai che noi Lupi Mannari
abbiamo il fisico più resistente...”
“Le
hai salvato la vita” disse Andrea indicando Dora priva di sensi tra
le braccia di Remus.
“Non
potevo permettere che morisse...” rispose Remus guardando il viso
di Dora appoggiato contro la sua spalla.
“Andrea,
ma tu sanguini...” disse Kingsley, lo sguardo puntato sulla sua
mano sinistra.
Remus
e Sirius seguirono lo sguardo dell'Auror, del sangue colava dalla
mano di Andrea e aveva formato una chiazza scarlatta sul pavimento.
Ora
che Kingsley gliel'aveva ricordato il dolore alla spalla tornò molto
più forte. Trattenne a stento un gemito di dolore.
Le
faceva male la testa, la botta che aveva preso era stata forte...per
di più aveva perso un bel po' di sangue e si sentiva debole.
Si
aggrappò al braccio di Sirius per non cadere a terra. Sirius le
circondò la vita con un braccio per sorreggerla.
“Andrea?”
disse preoccupato.
“È
la spalla, non ti preoccupare, sto bene...” farfugliò Andrea.
Non
sapeva neanche più che stava dicendo. Aveva la nausea per il mal di
testa e sentiva le gambe molli.
Eppure
riusciva solo a pensare che Sirius aveva un buon profumo...
Si
sentiva stanca, voleva dormire un po' e stendersi su un comodo
materasso.
Sirius
resse interamente il suo peso. Aveva perso i sensi.
“Andrea!”
Era
spaventato a morte. Perchè? Si sentiva come quando James era rimasto
ferito.
La
prese in braccio e fece un cenno a Remus.
Entrambi
corsero verso l'ascensore con un'unica destinazione in mente: la casa
di Sirius.
*
“L'ho
trovato!” urlò Luna.
Tutti
la raggiunsero rapidi. Non c'erano dubbi, quello che brillava tra le
mani di Luna era senza dubbio il Diadema di Corvonero.
“Perfetto,
ora dobbiamo distruggerlo” disse Hermione prendendolo con
delicatezza e appoggiandolo sul pavimento.
“Sì
ma come?” chiese Ron.
“Con
il Fuoco Eterno, mi sembra ovvio” rispose Hermione prendendo la
bacchetta.
“Ma
è una magia molto pericolosa” disse Ginny.
“Mi
sono esercitata, state tranquilli” li rassicurò Hermione.
Neville
e Luna annuirono.
Tutti
tranne Hermione fecero un passo indietro. La strega agitò piano la
bacchetta e ne uscì una piccola fiammella rosso fuoco che si
depositò sul diadema iniziando a bruciarlo con una velocità
sorprendete. Tutti rimasero a guardare come affascinati. Quando del
diadema non ne restò che la cenere il fuoco si spense
automaticamente.
“Ce
l'abbiamo fatta!” Hermione abbracciò Ron con slancio dandogli un
bacio sulla bocca.
Luna,
Ginny e Neville si voltarono dall'altra parte.
“Ma
fanno sempre così?” chiese Luna.
“Sono
peggio, pensa che quest'estate a casa me li ritrovavo dappertutto”
rispose Ginny.
Neville
fece un'espressione schifata.
Tutti
e tre scoppiarono a ridere come matti.
*
Harry
era nella sua stanza. Aveva lasciato gli altri a Hogwarts. Aveva
intravisto da lontano anche suo padre e Severus. Erano rimasti sorpresi
nel vedere Narcissa. In mano aveva ancora il diario attraversato da
un buco. La spada aveva fatto ancora una volta il suo dovere. Mise i
resti dell'Horcrux insieme agli altri, si tolse il mantello col
cappuccio e poi riprese l'aspetto di Ted Evans. Sorrise nel pensare
che Ginny lo preferiva con gli occhi verdi e i capelli neri.
In
quel momento entrò un piccolo gufo grigio. Aveva attaccato alla
zampa un biglietto.
Harry
lo prese e il gufo partì subito.
C'erano
scritte poche parole nella calligrafia che lui riconobbe all'istante
come quella di Hermione.
Fatto
tutto. -1.
H.
R. N. G. L.
Sorrise.
Ora c'era due Horcrux in meno.
All'improvviso
sentì dei rumori concitati al piano di sotto. Prese la bacchetta e
scese lentamente le scale. La rimise nella tasca quando vide Sirius e
Remus.
In
braccio avevano Andrea e Tonks prive di sensi.
“Oddio,
che è successo?”
“Scusa
se ti abbiamo svegliato” disse Remus.
“Figurati,
come stanno?” chiese Harry preoccupato.
“Puoi
chiamare Madama Chips via camino? Andrea è ferita...e direi che
anche a Tonks non farebbe male un controllino” rispose Sirius
agitato.
Harry
annuì e prese una manciata di polvere volante. Intanto i due
Malandrini salirono al piano di sopra con le due ragazze tra le
braccia. Entrambi sul viso un'espressione preoccupata.
*
Erano
le sei di mattina e la cucina di Sirius non era mai stata così
affollata. C'erano il padrone di casa, James, Lily, Remus e Teddy.
Al
piano di sopra nella stanza riservata a Remus dormiva Dora e Andrea
dormiva nella sua.
“Come
stanno?” chiese James preoccupato.
“Bene,
Andrea era ferita alla spalla ma Madama Chips l'ha curata in un
attimo. Stanno dormendo...” rispose Remus.
Sirius
era silenzioso e si guardava le mani. Non aveva molta voglia di
parlare.
“Avete
recuperato l'Horcrux?” chiese Remus curioso.
James
annuì. “Era un anello a casa del nonno di Voldemort”.
Harry
rizzò le orecchie. Niente più diario, niente più diadema, niente
più medaglione e niente più anello. Mancavano solo Nagini e la
Coppa...
“Sirius...tu
sai per caso se Mulciber ha fatto qualcosa a Dora?” chiese Remus
esitante.
Sirius
finalmente alzò lo sguardo fissandolo negli occhi ambrati
dell'amico. “No, perchè?”
“Non
so, lui e Andrea hanno fatto un discorso strano e Dora sembrava
terrorizzata...” rispose Remus nervoso.
“Ti
posso spiegare io Rem”.
Sirius
si voltò di scatto verso la porta. Lì c'era Andrea avvolta nella
sua vestaglia di seta viola.
“Non
dovresti stare a letto?” chiese Sirius.
Andrea
abbozzò un sorriso. “Sto bene, non preoccuparti”.
Si
sedette con lentezza di fianco a Sirius, davanti a Remus.
“Allora...stavate
parlando di Dora...” iniziò Andrea.
“Sì”
Remus era stranamente agitato.
Aveva
uno strano presentimento.
“Io
e Mulciber eravamo dello stesso anno a Hogwarts. Al settimo io ero
Caposcuola dei Corvonero e cercavo di stare lontana il più possibile
dalla cricca di Mulciber composta da elementi non proprio
raccomandabili. Una sera di dicembre stavo facendo la ronda al terzo
piano e ho sentito dei lamenti. Sono andata in quella direzione e ho
trovato Mulciber che schiacciava una ragazzina contro il muro...”
FLASHBACK
“Mulciber!
Che stai facendo? Lasciala subito!” Andrea disgustata puntò la
bacchetta contro il petto del Serpeverde che la guardava con un
ghigno.
“Smamma
Davis, come vedi sono occupato” replicò quello con tranquillità.
La
ragazzina piangeva silenziosamente.
“Lasciala
subito! Mi fai schifo!” Andrea lo guardò irata.
“Che
c'è, sei arrabbiata perchè non ci ho provato con te? Sono sempre
disponibile, fammi sapere dove e quando...” Mulciber la guardò
dall'alto in basso leccandosi le labbra.
Andrea
rabbrividì per il ribrezzo. “Mi fai schifo! Non sei neanche capace
di conquistarla una ragazza, devi aggredirle, non è vero? Non sei un
uomo!”
Mulciber
assottigliò lo sguardo e si allontanò dalla ragazzina che si
raggomitolò a terra completamente terrorizzata.
“Se
non cambi atteggiamento farai una brutta fine Davis.
E io mi godrò lo spettacolo, ti metterò in ginocchio, puoi
scommetterci” soffiò Mulciber incazzato.
“Sparisci!
50 punti in meno a Serpeverde. Vattene altrimenti...”
“Altrimenti
cosa Davis? Sei una puttana come tutte le altre...” replicò
Mulciber con un ghigno.
“Stupeficium!”
Andrea colpì in pieno Mulciber che cadde a terra privo di sensi.
Andrea
raggiunse rapida la ragazza che tremava per la paura.
“Stai
bene? Ti ha...”
“No”
rispose la ragazzina asciugandosi le lacrime. “Grazie”.
Andrea
le sorrise e la prese per un braccio aiutandola ad alzarsi. “Come
ti chiami?”
“Ninfadora
Tonks, tassorosso del terzo anno” rispose Ninfadora cambiando
colore dei capelli, da neri a fucsia.
Sì,
lei era la metamorfomagus...ne aveva sentito parlare...
“Tu
invece sei Andrea Davis, la Caposcuola dei Corvonero, vero?”
Andrea
annuì. “Vieni, ti porto al tuo dormitorio”.
La
prese per mano e si incamminarono verso le cucine.
FINE
FLASHBACK
Se
lo ricordava come ieri. Era così che lei e Dora erano diventate
amiche.
“Mulciber
ha provato a violentarla...credo che se non fossi arrivata io ci
sarebbe riuscito” disse Andrea con lo sguardo basso.
Remus
respirava in modo affannoso, sembrava che stesse cercando di
contenere la rabbia.
“È
così che ci siamo conosciute. Lei era una ingenua tassorosso del
terzo anno e io ero la Caposcuola dei Corvonero. Per tutto l'anno
l'ho protetta assicurandomi che nessun Serpeverde le si avvicinasse.
Nonostante tutto lei è ancora terrorizzata di quel bastardo e la
capisco. Gli unici che fino a questo momento lo sapevano eravamo io e
Malocchio” spiegò Andrea.
Sirius
era sconvolto. Sua cugina era stata in pericolo e lui non ne aveva
mai saputo niente...
“Mulciber
è l'unico che è riuscito a scappare...” disse Sirius stringendo i
pugni.
Andrea
tralasciò le minacce che le erano state rivolte. Era inutile
preoccupare tutti ancora di più.
Trattenne
a stento uno sbadiglio, era stanca morta.
“Andie,
va' a letto, sarai stanca...” disse Lily con un sorriso dolce.
“Vieni,
ti accompagno io” disse Sirius.
Prima
che potesse dire qualcosa Sirius la portò fuori dalla cucina
circondandole con un braccio la vita nel caso svenisse di nuovo.
Andrea
appoggiò la testa sulla sua spalla e stavolta non trattenne lo
sbadiglio. Quando Sirius aprì la porta della sua stanza era già
semi addormentata. Sirius la mise a letto e le sistemò le coperte.
Era già sulla porta quando...
“Sirius...”
Guardò
Andrea con curiosità.
“Hai
un buon profumo” detto questo Andrea si addormentò.
Sirius
la guardò per qualche secondo e poi, mentre chiudeva piano la porta,
sorrise.
ANGOLO AUTRICE:
Bene,
ora potete uccidermi. Sarò sincera, oltre al fatto che
quest'estate mi si è rotto il computer con metà capitolo
scritto, avevo perso anche un po' l'ispirazione. Vi avviso fin da
adesso che non aggiornerò molto spesso per cause di forza
maggiore (adesso tutti cominciano a interrogare e il tempo per scrivere
si ridurrà probabilmente a zero....) comunque voglio ringraziare
tutti quelli che fino ad ora mi hanno seguito e soprattutto quelli che
continueranno a farlo.
Ringrazio tutti quelli che hanno recensito lo scorso capitolo, vale a dire: NemoTheNameless, erikappa, Evans91, sssweety, ariadna93, brando, SkAnNeRiZzAtA, Miss Rainbow, PrincessMarauders, chichetta99, kia88oc, Streghetta86, Deidara, era87, Ali96, Hoshi_ chan, Pecky, MissGiu, Manda, Angels4ever, Kiro_Best, rutix2003, isabella5.
Ringrazio i 205 che l'hanno messa tra i preferiti e i 41 tra le seguite.
Grazie a tutti
Nikki Potter
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