10.As always
Quando,
dopo circa una settimana, Lil si risvegliò dallo stato di
semi-incoscienza in cui era piombata durante la trasformazione, la
prima cosa che probabilmente vide la traumatizzò.
“Dove sono? Edward?!”.
Infatti avevamo deciso di portare Lil a Denali, tanto per farla
abituare al suo nuovo stile di vita. C’eravamo io, Emmett e
Rosalie assieme a lei. Ci eravamo stabiliti con il clan di Denali, e
Tanya era stata ben felice di ospitarci. Era da quattro giorni che
stavamo lì. Purtroppo non avevamo nemmeno potuto permettere
a Matt di salutare sua sorella, perché avevamo paura che non
sarebbe riuscita a controllarsi.
“Lil?” chiamai, entrando nella stanza dove
l’avevamo lasciata. Lei balzò in piedi e mi
abbracciò forte. Ci baciammo come se non ci vedessimo da
anni.
“Come ti senti?” le chiesi.
“Bene!” esclamò lei saltellando per la
stanza. “Andiamo a fare un giro! A mangiare,
perché ho fame!”.
“Capito” dissi sorridendo.
“Dove siamo?” chiese intanto mentre si cambiava.
“A Denali, in Alaska” risposi.
“In Alaska? Perché?” chiese lei
voltandosi verso di me con la maglietta mezzo infilata.
“Perché abbiamo pensato di portarti qui per un
paio di mesi, per abituarti a cacciare e a non mordere la
gente”. Per me saremmo potuti restare qui anche per un
po’ di anni, ma non credevo che lei sarebbe stata
d’accordo.
“Ah … ok”. Finì di vestirsi.
“A proposito. Non c’è uno specchio
qui?” chiese, guardandosi attorno. Aprii le ante di un
armadio, dentro il quale c’era incorporato uno specchio. Lil
si esaminò il viso con attenzione. “Sono io, ma
è come se fossi una macchina sporca passata
dall’autolavaggio”.
“Scema. Eri bella anche prima” dissi cingendole la
vita da dietro e baciandole il collo. Si analizzò la piccola
mezzaluna che aveva sul collo, vide anche i segni degli altri morsi
lungo le braccia.
“Cavolo sembro una mozzarella” disse poi passandosi
due dita sulla guancia. “Vabè …
andiamo”.
Il clan di Denali, comandato da Tanya, era organizzato come una
comunità di semplici ragazzi che, apparentemente, vivevano
assieme in pace e armonia al limitare del bosco, come tanti hippy
moderni. In realtà erano Vampiri, che avevano scelto il
posto migliore per andare a caccia di animali, spiegai a Lil.
“Qui ci sono solo case. Per comprare qualcosa si deve andare
in città. Dista un po’ di kilometri. Sai
com’è … per non cadere in
tentazione”.
“Capito” disse Lil sghignazzando.
Ci addentrammo nel bosco correndo. Mi piaceva correre affianco a Lil,
era una sensazione strana. Forse perché si era appena
trasformata. Ad un tratto Lei saltò in alto e
cominciò a spostarsi di ramo in ramo, aggrappandosi alla
corteccia con le unghie o tenendosi ad un ramo.
“Sembri Tarzan!” le urlai dietro arrampicandomi a
mia volta.
“E tu Cita!” mi disse di rimando piccata.
Improvvisamente la vidi fermarsi e voltare la testa, annusando
l’aria. Sentii anche io l’odore di sangue, ma io
ero già andato a caccia, quindi non mi attirò
così fortemente. Senza preavviso saltò dal ramo e
atterrò precisamente sulla schiena di un orso
adulto. Dopo pochi minuti di lotta riuscii ad avere la meglio
e bevve con avidità il sangue dell’animale. Quando
scesi dall’albero aveva già finito, e si stava
pulendo le labbra arrossate di sangue con il dorso della mano, per poi
leccare via il sangue in eccesso.
“Ancora” disse quando finì.
“Ok” dissi divertito. In effetti i neonati hanno
bisogno di molto più sangue. Lil cacciò ancora
per qualche ora e prese altri due animali. Ogni volta che andavo a
Denali mi stupivo che non vi fossero carcasse in giro per tutto il
bosco.
Senza nemmeno rendercene conto ci eravamo avvicinati alla strada.
Troppo tardi sentii una macchina avanzare, sotto di noi.
L’odore del sangue si sentiva fino al bosco, ma non feci in
tempo a girarmi verso Lil, che lei già era sparita. La
cercai velocemente con lo sguardo. Si stava dirigendo verso la strada,
pronta a saltare addosso alla macchina.
“Ferma!” cercai di richiamarla alla
realtà, ma lei non mi sentiva. Le corsi dietro. La macchina
stava passando sotto di lei in quel momento, perché il bosco
si trovava ad un livello più elevato.
Vidi Lil chinarsi per prendere lo slancio con i piedi al limitare del
dirupo. Appena prima di saltare si tirò indietro e si
portò le mani alla testa, poi si piegò in due e
cominciò a tossire. Prima che potesse fare
qualcos’altro la presi e la riportai nel bosco. La macchina
era tranquillamente passata e ora si dirigeva dalla parte opposta a
dove stavamo andando noi.
“Cosa ti è successo?” chiesi,
preoccupato.
“Ho sentito qualcosa. Quando stavo per saltare, ho sentito
qualcosa. Non so, una specie di voce che mi diceva di smetterla. Poi ho
dovuto lasciar perdere, è stato più forte di me.
Mi faceva male la testa, e mi è venuta la nausea”.
Ci pensai su un po’. “Forse è qualcosa
che hai ereditato dal tuo essere Assassina” tentai.
“Non puoi uccidere gli umani”.
“Non posso?”.
“No, non puoi. Ti lamenti?” chiesi.
“No, no assolutamente no!” esclamò come
se l’idea fosse assurda. In effetti da un certo punto di
vista lo era. “B’è ma allora
… possiamo tornare a casa. Non c’è
bisogno che stiamo qui, in Alaska. Ma come ti è venuto in
mente? Matt sarà preoccupato” disse.
“Hm … potremmo”.
“Possiamo. Non ti piacerebbe tornare dai tuoi?”
chiese.
“Li vedo tutti i giorni da almeno quarant’anni. Non
è che ho tutta questa voglia di vederli. Però
suppongo che tu voglia vedere Matt”.
Lil annuì. “A proposito. Che cos’ha
detto di tutta questa storia?” chiese tormentandosi le mani.
“All’inizio è stato difficile, ti
abbiamo dovuta mordere tutti quanti, perché stavi reagendo
male al veleno. Quindi Matt era arrabbiato. Però poi
sembrava contento che tu stessi bene”.
“Ma se io non mi fossi fatta mordere non sarebbe successo
niente. Sarà arrabbiatissimo” disse Lil guardando
altrove e mordicchiandosi un labbro.
“Sei molto bella” mi uscì detto
improvvisamente.
“Eh?”.
“Anzi, quando fai così direi che la parola giusta
è sexy” dissi avvicinandomi a lei, cingendola per
la vita, e baciandole il collo.
“Così come?” chiese Lil.
“Quando ti mordi le labbra in quel modo, ad esempio. Oppure
quando ti lanci addosso ai greezly” dissi sorridendo.
“Parli del greezly ovviamente. Sono così
sensuali” disse lei.
“Tutti amano i greezly” dissi continuando a
baciarla.
“Quindi torniamo a casa?” chiese lei debolmente
alzando il viso al cielo, permettendomi così di esplorare il
suo collo in lungo e in largo.
“Ok” dissi contro la sua clavicola.
“Però ora possiamo restare qui ancora per un
po’” dissi, facendola stendere a terra.
“Certo” mi disse sorridendo e cominciando a
sbottonarmi la camicia.
“Siamo tornati!” disse Emmett aprendo la porta di
casa.
“Già qui?” chiese Alice apparendo
all’ingresso.
“Perché, non ci volevate?”.
“Assolutamente no. Senza di voi si stava benissimo”
disse Jasper, che scendeva in quel momento dalle scale.
“Allora, dov’è Lil?” chiese
curioso.
“Stanno arrivando”. Quando entrammo in casa tutti
analizzarono Lil per un quarto d’ora buono.
“Dov’è Matt?” chiese
d’un tratto Lil.
“E’ uscito” disse Esme.
“Oh … ok”.
Lil aspettò in fermento che il fratello tornasse, poi tutti
sentimmo distintamente l’odore di sangue davanti alla porta.
Vidi Lil fare una smorfia e intuii che voleva pazzescamente andare a
mordere suo fratello, ma le venne ancora un senso di nausea pazzesco.
“Non respirare” le dissi.
“Ok. Ma non sarà strano?” chiese.
“Molto”.
“Ok”. Si fiondò alla porta e
l’aprì di scatto, io ero dietro di lei. Quello che
vidi non fu per niente quello che mi aspettavo. Infatti c’era
Matt, assieme alla ragazza Assassina, che si baciavano schiacciati
addosso alla parete. Quando ci videro Lil disse solo:
“Scusate”, poi chiuse la porta di scatto.
“Lil?” sentii Matt dire incredulo. Poi
entrò sbattendosi la porta alle spalle, lasciando Caroline
fuori. Dalla finestra la vidi sgranare gli occhi davanti alla porta
chiusa, fare una smorfia stranita, guardarsi attorno e poi andarsene
incerta.
“Ma l’hai lasciata la fuori …”
dissi indicando con il pollice la porta.
“Che? Cosa?” chiese Matt, che non stava capendo
nulla di quel che dicevo, ma guardava Lil con espressione a
metà fra l’esasperato e l’arrabbiato.
“Tu … tu sei pazza!” disse infine.
“Tutto qui quel che hai da dire?!” chiese lei
stizzita. “Nemmeno un ciao, nemmeno chiedermi come
sto!”.
“Come vuoi stare? Non senti più
niente!”. Le prese la mano e la strinse. “Sembri un
freezer” decretò.
Arrabbiata, Lil lasciò la sala. Matt mi guardò
con severità.
“Me l’ha chiesto lei” mi giustificai
alzando le spalle.
“E tu non ascoltarla” replicò lui.
“Ma …” non feci in tempo a dire nulla,
Matt era uscito di nuovo.
Passarono delle ore prima che tornasse. Lil era furiosa, poi
però si disse che un po’ anche Matt aveva ragione.
Quando Matt tornò era quasi l’una. Prima che Lil
potesse dire qualcosa Matt la prese e la portò in cucina,
dove rimasero per un sacco di tempo. Non ho idea di cosa si dissero, ma
dopo un po’ volli scendere a controllare.
Quando entrai in cucina stavano giocando a carte.
“Ma che fate?!” chiesi sconvolto.
“Non ho sonno” disse Matt in risposta.
“Edward vieni ad aiutarmi” disse Lil guardando le
sue carte corrucciata.
“Cosa? No, non vale. Saprà un sacco di trucchetti
del … degli anni quaranta o giù di
lì” disse Matt. Li guardai sollevando un
sopracciglio. Non che volessi che litigassero, ma non stavano
discutendo? Con uno sbuffo, mi sedetti al tavolo.
“Ok, allora ricominciamo” disse Lil prendendo tutte
le carte.
“No, aspetta! E’ solo perché stai
perdendo!” protestò Matt cercando di riprendersi
le sue.
“Molla!” esclamò Lil tenendo le carte da
un lato, mentre Matt tirava dall’altro. “Edward
vuole giocare!”.
“Ma che centro io?” chiesi.
“Visto? Non vuole giocare!” disse Matt continuando
a tirare.
“Che fate?” la testa di Jasper spuntò
dalla porta della cucina. “Ah, posso giocare
anch’io?” chiese illuminandosi.
“Ah!” disse Lil con espressione di trionfo. Al che
Matt mollò le carte. Jasper si sedette attorno al tavolo, ma
poco dopo arrivarono Emmett e Rosalie.
“Volete giocare?” chiesi.
Emmett scrollò le spalle e Rosalie, sorridendo leggermente,
disse: “Ok”. E così si sedettero anche
loro. Arrivarono anche Alice, Esme e Carlisle e ci ritrovammo tutti
seduti assieme.
“Allora distribuisco” dissi prendendo le
carte dalle mani di Lil.
“Scusate ma a cosa stiamo giocando?” chiese
improvvisamente Alice.
“A scala quaranta, ovvio” dissi io.
“Pensavo che giocassimo a rubamazzetto”
disse Rosalie.
“Non stiamo giocando a nessuno dei due.” intervenne
Emmett, “Stiamo giocando a scopa”.
“Ma fare un bel castello con le carte no, eh?”
chiese Jasper.
Di nuovo, usò la famosa tecnica del rilassamento, anche se
sono sicuro che quella volta non sarebbe servita: non potevo essere
più felice. Scuotendo la testa sorrisi leggermente,
osservandoli uno ad uno mentre cominciavano a bisticciare, Carlisle si
passava una mano sugli occhi, ed Esme cercava di fare da paciere.
Appoggiai il viso alla mano sinistra e cominciai a giocherellare con le
carte, mentre il mio sorriso si faceva sempre più largo.
Non sarebbero cambiati mai, ne ero certo.
Fine
I personaggi di questa
Fan Fiction non sono reali e quasi tutti appartengono a Stephenie
Mayer, che ne detiene i diritti. La presente storia non è
stata scritta a fini di lucro.
Ed eccomi arrivata alla fine.
Parto subito con le recensioni!
Bimba sognatrice: caspita! Mi dispiace di averti fatta piangere! Spero
che questo capitolo ti abbia fatta sorridere almno un po'! :) Sono
molto felice che tu abbia seguito la storia fino a questo punto, mi ha
davvero fatto piacere sapere la tua opinione. Un sentito grazie, spero
che la fine non ti abbia delusa. Un bacio.
vannagio: con questo capitolo spero di aver esaudito i tuoi desideri!
^^ Sono felice che tu abbia notato quanto Lil sia impacciata
nell'esprimere le sue emozioni, è una cosa che mi sono da
sempre immaginata in un personaggio come lei, perchè mostra
sempre il suo lato più forte di solito, quindi non deve
sentirsi a suo agio a mostrare quello un po' più tenero.
Comunque, grazie infinite per tutte le recensioni, e le acute
osservazioni sulla storia! :) Non posso più dirti al
prossimo capitolo! T.T XD
KissyKikka: ahah! La catena spetteguless dei Cullen è stata
frutto di un'idea improvvisa! E hai ragione, Emmett è un
grande! Anche io lo adoro, fa troppo ridere (soprattutto nell'ultimo
libro)! XD Il fatto che tu definisca addirittura geniale lo stacco fra
i due momenti dello scorso capitolo, devo ammetterlo, mi fa molto
piacere (della serie: largo al narcisisimo). Spero che il finale ti sia
piaciuto, anche se è così improvviso e un po'
spiazza. B'è, grazie per le recensioni, le osservazioni che
fai su ogni capitolo e anche i suggerimenti, sei davvero la miglior
lettrice che chiunque possa avere! ^^ Un bacio! <3
Come vi avrò già ripetuto molte volte (infatti
scommetto che non ne potete più) questa storia non mi
entusiasma più di tanto, ci sono storie nella sezione Twilight molto
migliori di questa, e io sono conscia di aver scritto roba
migliore (alla faccia della falsa modestia!). Comunque sia questo non
toglie il fatto che vi ringrazi tantissimo, ad ognuno di voi lettori,
per aver seguito la storia. Mi siete stati davvero di grandissimo
aiuto, se fra di voi ci sono degli scrittori sanno bene quanto faccia
piacre ricevere critiche (belle o brutte che siano). Quindi:
un gazie di cuore a tutti voi.
Patty
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