Waiting for the Other Half of My Heart

di Mistral
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Ecco

Ecco, questo è quel che fa la Mistral invece di scrivere la sua parte della fic di D.Gray-Man... ma visto che il risultato piace alla mia beta-moyashi (nonché co-autrice della suddetta fic) direi che sono perdonata, no? XD

Fic scritta ieri in mezz'ora d'orologio (mio record) e pubblicata oggi quasi senza correzioni (altro mio record), spero vi piaccia!

 

WARNING: è ambientata in un momento indefinito dopo il cap.182, quindi fin lì spoiler!

 


 

 

Waiting for the Other Half of My Heart

 

 

Benché già da qualche tempo tu sia ormai diventato il padrone del Negozio, non per questo puoi fare a meno di continuare a svolgervi tutte le mansioni di prima, quando eri solo il suo sfruttato dipendente part-time e la guardavi intrecciare i fili del destino dei suoi clienti, per comporre una tela che solo lei era in grado di vedere nella sua interezza.

 

Dietro il riparo forse un po’ ridicolo del tuo grembiule bianco e di un piatto di stuzzichini (uno dei tanti che le servivi durante il giorno, sempre accompagnati da abbondante sakè - proprio come piaceva a lei) la osservavi dispensare quel suo sorriso tranquillo ai disperati che cercavano il suo aiuto per vedere esauditi i propri desideri e la sentivi placare le loro angosce con quella sua voce calda e ipnotica, sebbene ella non desse mai alcuna risposta alle loro domande inquiete, quanto piuttosto ne ponesse soltanto di nuove.

 

Sotto una pioggia fitta, che però non osava nemmeno sfiorarla, l’hai vista più volte nel giardino accogliere strani viaggiatori, comparsi dal nulla con il loro carico di dolore, segreti e paure e  poi svaniti subito nel nulla, forse un poco più sollevati - di certo più consapevoli che, per quanto la loro situazione potesse essere disperata, lei sarebbe stata sempre al loro fianco, con indosso quell’abito nero che la rendeva ancora più bella e solenne.

 

Ma se c’è una cosa che hai imparato standole accanto, è che la parola «sempre» non esiste in alcuna dimensione, nemmeno nel tempo sospeso in cui ti sei fermato ad aspettare il suo ritorno.

 

Lei se n’è andata.

 

Il suo sorriso ora non splende più nella penombra gonfia d’incenso, la sua voce non scivola più tra i tatami e i pannelli di carta per cullare i visitatori preoccupati, il suo corpo bianco e flessuoso non riempie più la stoffa morbida e preziosa dell’abito che stringi tra le braccia.

Lei se n’è andata, lasciandoti solo in quel Negozio dove anche l’aria profuma di lei.

 

Sei stato tu a scegliere di aspettarla, ma ogni tanto l’attesa è gravosa da sopportare e allora ti rifugi nei ricordi: ripensi all’unica volta che hai avuto il coraggio di abbracciarla (ma era solo un sogno, quanto sei vigliacco… - lei però ti ha sempre detto che anche i sogni sono un mondo, sono vita) e ripensi a quando le hai promesso di esaudire il suo desiderio, qualunque esso fosse.

Il ricordo della sorpresa che per un attimo ha illuminato i suoi occhi carmini all’udire le tue parole è capace di scaldarti il cuore e allora la determinazione di aspettarla ritorna più forte che mai.

Perché il suo desiderio è che tu continui a vivere, ma non avrebbe senso se tu lo facessi e lei non fosse lì per vivere con te.

 

Così, prima che la malinconia si impadronisca troppo di te, affondi il viso in quell’abito nero che ancora non ha perso il suo profumo dolce e ti accomodi sulle spalle il kimono bianco nel quale lei si è dissolta, quindi torni alle tue faccende.

Perché in fondo tu non sei il padrone del Negozio ma solo uno sfruttato dipendente part-time, e per quando lei tornerà tutto dovrà essere in ordine come sempre, come se lei non se ne fosse mai andata.

 





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