04/04/2013: sedicimila anni per revisionare tre capitoli di un cortezza
aberrante *si applica una stellina adesiva*.
6.Punizioni e torte nuziali
Ogni
coppia desidera che il giorno del proprio matrimonio sia indimenticabile.
Peccato
che la parola “indimenticabile” possa assumere un bel numero di
sfumature, a seconda delle occasioni.
Quello
delle nozze di Kotaro Uchiha fu indubbiamente un giorno che rimase
impresso nella memoria di tutti gli invitati: gli
Uchiha continuarono a rivangare l'evento per tutti gli anni a venire,
in occasione di ogni singola celebrazione, religiosa e non, che
coinvolgesse Fugaku (come questi si premurava di ricordare a suon di
insulti a figli e nipote dopo ogni festa).
Eppure,
Fugaku Uchiha, pur senza essere mai stato una persona paziente, tendeva
, di norma, a moderare le sue reazioni in pubblico.
Era
quindi un gran peccato che:
Uno,
non avesse dormito.
Due,
si trovasse da quasi due giorni in uno stato di profonda prostrazione
nervosa.
Tre,
si fosse visto consegnare un'anello lurido e puzzolente dalle mani
luride e puzzolenti dell'entusiasta figlio minore appena emerso dalle
fogne.
Infine,
il dettaglio che quest'ultimo fosse in compagnia del suo primogenito e
di suo nipote, entrambi dall'aspetto (e dall'odore) spaventosamente
simile a quello di un sacco della spazzatura aperto, non aveva giovato
al suo autocontrollo.
Ma,
da qui a convertire in armi da lancio un intero servizio di piatti in
porcellana sottratto ai regali di nozze, si scadeva nel drammatico.
Shisui,
dopo essere stato colpito dai primi due, era riuscito a rifugiarsi tra
le file di sedie per usare gli altri invitati come scudo, Itachi,
impegnato a cercare di salvare la vita di suo fratello, oltre che la
sua, fu colpito in pieno da tre ciotole, sei piatti fondi e due
vassoi.
Per essere onesti, però, bisogna ammettere che, se Sasuke avesse
evitato di stargli tra i piedi continuando a chiedere “perché Tou-san
non sembra molto contento?”, probabilmente Itachi avrebbe evitato la
maggior parte delle stoviglie e ne sarebbe uscito quasi illeso.
Il
resto poi, era stato un incidente, un
fenomeno di pura tempistica.
Sfortuna, insomma.
Mentre
il padre della sposa, Mikoto ed un'altra ventina di invitati bloccavano
Fugaku per impedirgli di scagliarsi su figli e nipote impugnando la
gamba di una sedia, Itachi ne approfittò per arraffare il fratellino e
lanciarsi nella direzione opposta, allo scopo di mettere almeno
duecento metri di distanza tra sé e la furia cieca di suo padre.
Non
era mai stato una persona distratta e probabilmente quello era il
momento peggiore per iniziare la sua carriera in quel senso, eppure,
chissà perché, non vide quell'enorme frammento di porcellana a
pochi centimetri dal suo piede. O
meglio, dalle suole dei suoi sandali viscidi di melma.
Gli
sembrava impossibile di aver potuto fare una cosa tanto stupida; forse
fu per questo che visse quasi con distacco il suo rovinoso scivolone
sul coccio ed il conseguente volo d'angelo di Sasuke, che schizzò via
dalle sue braccia e, dopo aver sorvolato con grazia l'intero tavolo del
buffet, andò a schiantarsi con una fragorosa esplosione di crema e
panna montata direttamente nella torta nuziale.
«Wow, che mira. Tu non ti smentisci
mai, eh cugino?»
Dopo
questo commento di Shisui, pronunciato nel silenzio più assoluto in
tono trionfante, l'unica cosa che ad Itachi parve opportuno fare fu
scagliarsi su di lui col palese desiderio di ucciderlo.
Nonostante
tutto, nell'economia dell'intera vicenda, la cerimonia si era conclusa
piuttosto felicemente.
Gli
sposi, troppo appagati dall'amore per essere scalfiti da inezie come
l'episodio di violenza gratuita svoltosi durante le loro nozze, avevano
liquidato le prolisse scuse di Fugaku (accompagnate da minacce di morte
verso figli e nipote e giuramenti di ammenda tramite seppuku) con un
gioioso “si sa, i ragazzi sono sempre ragazzi".
Frase
assolutamente innocente per menti poco allenate alle contorte
elucubrazioni di Fugaku; ma
Itachi sapeva bene che, quelle innocue sette parole, erano risuonate
alle orecchie di suo padre come il peggiore degli insulti: sapevano di
commiserazione e indulgenza, e
lui non era disposto a tollerare nessuna delle due.
Chiaramente
lo scotto di queste sue fissazioni personali era ricaduto su Itachi e
Shisui, che si erano dovuti scusare con ogni singolo parente recitando
la nenia “sono terribilmente
spiacente di essere un disonore per il mio clan e spero che prima o poi
possiate perdonarmi per essermi comportato come un babbuino mentecatto”, composta da Fugaku per
l'occasione.
Poi
avevano passato le successive quarantotto ore a riordinare, pulire,
rimontare e lustrare ogni singolo centimetro cubo del cortile dove si
era tenuto il matrimonio.
Come
se non bastasse, Fugaku aveva inoltre deciso che le spese per i danni,
comprese quelle per la ristrutturazione del bagno della residenza
principale, sarebbero stati detratti fino all'ultimo centesimo di ryo
dai compensi delle missioni svolte da Itachi e Shisui fino al completo
risarcimento. Il che, secondo i calcoli di Itachi, significava che
avrebbero dovuto lavorare gratuitamente almeno fino alla maggiore età.
E si trattava di una previsione ottimistica.
Era
di questo che Shisui si stava lamentando mentre, in compagnia del
cugino, si dedicava al noioso compito di imbiancare le pareti e il
soffitto del bagno.
«Voglio
dire...» brontolò, gesticolando col pennello e schizzando vernice sul
naso di Itachi, che però rimase impassibile. « Almeno del servizio di
piatti dovrebbe occuparsene Fugaku san. Dopotutto è stato lui a
convertirlo in arsenale da guerra».
Itachi
fece finta di non sentire, continuando a colpire con violente
pennellate il suo quarto di muro, come fosse una missione di vitale
importanza.
Erano
già sei volte che reprimeva il crescente desiderio di violenza,
ripetendosi che uccidere Shisui non era la soluzione ai suoi problemi.
Cercò
di mantenere la calma, anche se era un compito davvero difficile,
considerato che il cugino, a quanto pareva, riteneva sprecato ogni
istante in cui non faceva funzionare le corde vocali.
«E
poi che bisogno c'era di arrabbiarsi tanto? Dopotutto abbiamo fatto
esattamente quello che ci aveva chiesto».
«Shisui,
di preciso, quand'è che mio padre ci avrebbe chiesto di creare un
baratro del diametro di tre metri nel suo bagno?» il tono era calmo, ma
il modo di agitare il pennello tradiva il profondo desiderio che Itachi
aveva di ficcare il suddetto oggetto su per il naso del cugino.
Come
di consueto, Shisui ignorò il segnale di pericolo e continuò,
imperterrito.
«Dettagli.
E poi è il solito esagerato! Certo, non è bello presentarsi coperti di
sudiciume ad un matrimonio, ma non c'era bisogno di reagire così. La
verità è che lo zio Fugaku è un po' fissato. Un po' tanto!»
«Su
questo non ci piove...» borbottò Itachi, intingendo nuovamente il
pennello. Shisui rise.
«E
poi, se vuoi sapere la mia opinione, alla fine è stato divertente, no?»
ridacchiò di nuovo. «I
ratti poi... Dovevi vedere la tua faccia!»
Silenzio.
«Mi
sono proprio scompisciato! Molto meglio delle solite missioni... Non
sei d'accordo, Itachi? I-Itachi...? Tutto bene?»
«Inizia
a correre».
A
Shisui si gelò il sorriso sulla faccia.
«Corri»
scandì Itachi, con voce sepolcrale. «Corri, Shisui, perché se stavolta
ti prendo io ti ammazzo. Non sto scherzando, ti ammazzo sul serio».
«Andiamo,
Itachi, non dirai sul se... Itachi, posa quel kunai, parliamone...
Itachi...!»
Sì:
forse uccidere suo cugino non era la soluzione ai problemi di Itachi
Uchiha. Ma
una cosa era certa: di sicuro lo avrebbe fatto sentire meglio.
FINE
Grazie
a chiunque sia giunto fin qui ^^
|