C’è chi li chiama
≈Pensieri≈
E chi “Scemate dell’Una di Notte”
(319 parole)
Pov Akito
Punto Quinto≈ Gelosia
Ti vedo sorridere.
Gomi sta sfogliando ancora una volta quella rivista con la tua intervista e con quelle foto...
Non serve il trucco, Sana. Tanto, troppo... Ad imbrattarti la faccia.
Sono i tuoi occhi che, anche se coperti da tremila strati di rimmel, rivelano quanto tu stia soffrendo.
Ridi con Aya a proposito del tuo nuovo servizio.
Ma sono sicuro che con l’angolino dell’occhio tu stia guardando qui.
È un po’ egoistica come affermazione: ma sono sicuro che tu mi stia guardando, in questo momento.
Sono sicuro che dentro di te stai lottando per girare la testa verso Fuka, sorriderle e stamparle un bacio sulla guancia del colore del tuo rossetto nuovo.
Perché lo so che non riesci ad odiarmi, dopotutto. Che non riesci ad odiarci.
Pensavo che non ci sarebbe mai stato “un noi”, Sana, per questo non l’ho neanche considerato.
Non servono i bei vestiti, Sana.
-Penso che tu sia meglio senza- sarebbe una frase ipocrita.
Ma non servono le paillettes a nascondere la sofferenza.
Non puoi recitare anche nella vita, Sana.
No, non puoi.
Ma quando te ne renderai conto sarà troppo tardi.
Anche dopotutto quello che tu hai fatto per me... io non... non ci riesco.
Non riesco a fare bene come hai fatto te.
Non riesco a spigarti che non serve che ti faccia fotografare in quella maniera.
Che l’attenzione l’attiri già da te, ma non è questo il modo.
L’attiri con la tua innata spensieratezza, con la simpatia, con la tua smaniosa voglia di vivere... con il tuo sorriso.
Ma non un sorriso qualunque.
Non puoi allungare e accorciare un sorriso su misura catalogandolo per servizio, rivista e persona.
Perché gli occhi ti tradiscono Sana.
E io li so leggere fin troppo bene.
Ma forse, alla fine, sono solo un po’ geloso perché non sarai mai solo mia.
Forse sono solo geloso di quella pagina stampata sulla quale non sarai mai con me.