Oddio, siamo davvero quasi alla fine.
Questa ff per me è stata davvero un viaggio onirico, sapete?
Il fatto che sia piaciuta anche singolarmente a
ciascuno di voi è il dono più grande.
Spero che anche questo…inizio di conclusione possa
continuare a farvi dire: E’ valsa la pena di leggerla.
Ma
soprattutto spero che possa aver avvicinato anche solo una persona in più alla
meravigliosa creatività di Tolkien.
Grazie a tutti: Dama Gilraen,
Lothiriel, Hobbit, Mel, Estel21, Eowyn 2110, Jenny76, Elfa, Sara, Stormy.
Spero di non aver dimenticato nessuno!
Elen si là lumenn
omentielvo, Mellon!
Con il cuore!
Caillie
Anime
attorno al fuoco
“ Voltato l’angolo forse ancor si trova
Un ignoto portale, una strada nuova;
spesso ho tirato
oltre, ma chissà…
Finalmente il giorno giungerà…
E sarò
condotto dalla fortuna
A est del
Sole, a ovest della Luna. ”
Da “ Il Ritorno del Re ”
J.R.R.Tolkien
Capitolo otto
“ Avresti ragione ad essere deluso…o arrabbiato. ”
Frodo si girò verso Gimli
con un’espressione di assoluto stupore. “ Perché…perchè dovrei essere arrabbiato con qualcuno? Certo
non lo sono con voi…”
Il nano e Legolas lo guardavano come se si aspettassero una sfuriata da un
momento all’altro.
“ C’è qualcosa che dovrei sapere? ” chiese allora l’Hobbit.
“ Non abbiamo segreti, Frodo…” rispose Legolas. “ Ma ci siamo resi conto
della tua delusione, quando hai saputo della partenza di Sam.
”
“ Non penso siate stati voi ad impedirgli con la forza
di venire qui. Nessuno glielo ha impedito. ”
Legolas fissava la notte calata sulla stradina, voltando le
spalle alla porta della casa che si erano chiusi dietro. Frodo aveva seguito
lui e Gimli senza riuscire a
immaginare di cosa volessero parlargli. Ora più che mai sospettava che
sapessero molto più di quanto sostenessero, riguardo il
mancato arrivo di Sam a Tol
Eressea.
“ Siamo stati gli ultimi a parlare con Sam, Frodo. E siamo rimasti
sorpresi quanto te di non vederlo al nostro arrivo…Stiamo solo cercando di
immaginare come devi sentirti, e vorremmo aiutarti. ”
“ Non ce n’è alcun bisogno, davvero. Comincio ad avere un’idea del perché lui non sia arrivato nello
stesso luogo. E comunque continuare a fare
supposizioni sarebbe solo più doloroso. ”
Gimli si incupì.
“ Non puoi negare di stare male per questo, Frodo ” si intromise la voce di Gandalf.
Lo stregone uscì come loro nell’aria fresca della
sera, reggendo la sua amata pipa colma di erba di Pianilungone. “ Ti devo le mie scuse, per non averti detto
subito tutta la verità su Fealen. Le sue origini non
sono quelle che credevi di conoscere. ”
“ Immagino il motivo per cui
non hai detto subito tutta la verità, Gandalf…Non
devi preoccuparti per avermi taciuto le origini di Fealen.
Non sono comunque la cosa più importante. ”
“ Già…” Gandalf aspirò
un’ampia boccata di erba-pipa. “ Io continuo ad essere
ottimista ” dichiarò dopo attimi di silenzio.
Riguardo a
cosa? – fu sul punto di chiedergli
Frodo.
Era ancora tremante per le terribili immagini che le
parole di quell’elfo avevano evocato. Era ancora
sconvolto dal significato di quella scoperta: quello che avevano
dovuto subire Fealen e i suoi genitori era ignobile. E il destino del padre…
“ E’ ancora…Risulta tutto
così incredibile! ” commentò a mezza voce Legolas,
facendo concludere a Frodo che l’elfo stesse pensando
le sue stesse cose.
“ Ho detestato quell’essere,
la Bocca di Sauron, con tutto me stesso ” disse Gimli,
“ e non provo vergogna nel dirlo. ” Dopo un’occhiata furtiva a Gandalf – quello che forse avrebbe potuto rimproverarlo per
questo suo sfogo, ma che in realtà era ben lontano dal volerlo fare – il nano
si rivolse a Frodo. “ Davanti ai cancelli di Moria ha giocato con il nostro
dolore…con l’affetto che provavamo per te, e questo…non potrò mai dimenticarlo…
” Trasse un lungo sospiro. “ Dovevi vedere gli occhi di Aragorn, quando ha mostrato i tuoi vestiti…quando ci ha
detto che ti trovavi a Minas Morgul.
Ha combattuto come in preda ad un demonio, fino al crollo del Nero Cancello. ”
Frodo avrebbe voluto dire qualcosa, ma il tono di Gimli lo stava letteralmente
spiazzando. Non aveva mai visto il nano ammettere in quel modo le paure
vissute.
“ Neanche quando abbiamo scoperto che tu e Sam eravate vivi…neanche allora
l’angoscia di quei momenti si è dissolta. Quell’essere
ci aveva fatto troppo male. Ed ora…scopriamo quello che era
stato fatto a lui, quello che l’ha portato ad essere così…Non so cosa
pensare, davvero. ”
Frodo aveva sempre percepito l’affetto
enorme di cui era capace il nano, soprattutto verso lui e gli altri amici hobbit, che Gimli aveva protetto
quasi con fare paterno per tutta la durata del viaggio, fino alla separazione
della compagnia. Davanti alla disarmante sincerità di quelle confidenze, non
riuscì a fare altro che stringere il braccio dell’amico.
“ Credo che Sauron
abbia trovato il modo di dannare le nostre vite anche dopo la sua fine. ”
Gandalf gli batté una mano sulla schiena: “ Hai tenuto tutto
dentro di te per troppo tempo, piccolo amico ” disse, “ e sappiamo perché e
soprattutto per chi lo hai fatto. Adesso è venuto il momento di pensare anche
un po’ a te stesso. ”
“ Ho pensato fin troppo a me stesso, Gandalf…forse è per questo che non
meritavo più l’amicizia di Sam…e che non sono
riuscito ad aiutare Fealen come avrei voluto. ”
Alla fine lo aveva fatto: lo sfogo era uscito dalle
sue labbra con tutta l’intensità che lo aveva fatto crescere dentro di lui.
“ Adesso basta, Frodo ” si fece avanti Legolas. “ Ricordo bene il nostro ultimo
dialogo con Sam, e ti posso assicurare che non c’era
in lui neppure un briciolo di rancore verso di te. Non sono un Valar e non posso dirti perché lui non sia arrivato su
queste sponde, ma…Guardami, Frodo, lui non ti colpevolizzava
di nulla. ”
“ Non ne avrebbe avuto motivo
” aggiunse Gimli. “ La tua scelta di salpare dai
Porti Grigi è stata sicuramente dolorosa, per lui…ma
l’ha capita fin dall’inizio. E certamente è partito
con il desiderio di riunirsi a te. Ha lasciato il Libro Rosso a Cioccadoro e ha visitato per l’ultima volta le tombe di Merry, Pipino e Grampasso. “
“ Ben detto, Mastro nano! ” disse Gandalf.
“ E ha salutato noi…con il
sorriso ” aggiunse Legolas.
“ Ma non è venuto qui. ”
“ Ho una proposta, Frodo ” riprese Gimli,
dopo un istante di riflessione: “ Cammina per un po’ da solo, resta un po’ con
te stesso. Accetta gli errori che hai commesso, ma non condannarti senza
appello. Tu non sai quanti errori – e molto gravi – ho commesso io come nuovo
Signore di Moria. E quanti ho l’impressione che non mi
siano stati fatti notare. ”
“ Non giudicarti, Frodo ” lo rimproverò bonariamente Gandalf, come se gli avesse letto nel pensiero ancora una
volta.
“ Seguirai il mio consiglio? ” indagò Gimli.
Frodo annuì silenziosamente.
“ Bene, staremo noi con Fealen
ed Aniron, per un po’. Torna quando
ti sentirai di farlo, solo così potrai restare accanto a loro e aiutarli
davvero. ”
Frodo si allontanò dagli altri, anche se mantenere la
promessa appena fatta risultò penoso sin dal primo
istante.
All’inizio di quella camminata dovette dominarsi
diverse volte per non mandare tutto all’aria e tornare subito dentro. Non riusciva
a non pensare a Fealen. Se
non avesse ripreso conoscenza, se non avesse potuto salutarlo un’ultima
volta…non se lo sarebbe mai perdonato.
Tuttavia, doveva riconoscere la saggezza di Gimli, che lo aveva colpito moltissimo per la semplicità
con il quale era riuscito a toccare corde intime e
nascoste dei suoi pensieri. Era vero, in quello stato di confusione e
disorientamento in cui si trovava adesso, non sarebbe stato
certo utile a Fealen ed Aniron.
Ora avevano bisogno di sperare.
Le strade gli sembrarono tutte uguali, ottimamente
curate e abitate da persone accoglienti e pacifiche.
Sapeva ormai che era del tutto inutile sforzarsi di calcolare la distanza di
quelle viuzze dalla Casetta del Gioco perduto. Sull’Isola di Tol Eressea il concetto del tempo
e dello spazio era completamente diverso da quello che aveva sempre percepito
nella Contea o nella bellissima Minas Tirith.
Cercò di abbandonarsi al senso di pace che cullava
l’ambiente, ma si accorse di non essere nello stato d’animo giusto.
Apprezzava il consiglio degli amici, ma dubitava di
poter metterlo in pratica.
Non poteva più fuggire. Era salpato dai Porti Grigi
per trovare una pace che non sarebbe potuta mai arrivare, se non fosse stato
capace di fare qualcosa per gli altri. Forse era solo un tentativo di
sopprimere propri sensi di colpa…ma era quello che
sentiva, e voleva almeno tentare di costruire qualcosa di buona, sulla propria
amarezza.
Non avrebbe più potuto ottenere il perdono di Sam, ma avrebbe potuto offrire a Fealen
e ad Aniron il poco di positivo
che sapeva esser rimasto in lui.
Deciso a tornare al più presto accanto ai due ragazzi,
si rese conto di non sapersi orientare per quelle stradine e gli altri. Si
voltò e tentò almeno di percorrere a ritroso gli ultimi passi e le svolte più
recenti.
L’immagine del ragazzino su quel letto gli offuscava
la mente, trasmettendogli l’ansia di arrivare eppure intorpidendo i suoi
ragionamenti.
Gli occorse diverso tempo per ritrovare l’abitazione. Quando
giunse al basso muretto dell’ennesimo giardino, riconobbe la veste di Elrond e il bastone di Gandalf. I due stavano parlando con due
figure esili e assai più basse – perfino più basse di lui – e i cui
tratti erano celati da mantelli argentei.
Frodo attese che i due estranei si allontanassero
e compì gli ultimi passi verso l’ingresso della casa.
“ E’ servito? ” chiese semplicemente Sire Elrond.
L’hobbit annuì: quella
solitudine gli era servita, in fondo, a capire cosa avrebbe dovuto fare.
“ Fealen ha ripreso
conoscenza, Frodo, ” lo avvertì Gandalf, “ anche se
non so quanto potrà durare. L’elfo che lo ha soccorso sta parlando con lui ci
ha chiesto di mandarti da loro, appena saresti arrivato. ”
Frodo annuì ed entrò nuovamente. Salutò con un cenno
caloroso Bilbo – scoprendosi nient’affatto sorpreso
che il vecchio zio fosse lì. Quando
si ritrovò accanto al letto, vide che Fealen era
sofferente, ma finalmente sereno. Aniron gli teneva
una mano scarna, e non cercava più di nascondergli le
proprie lacrime.
L’elfo che doveva essere il padrone di casa voltava le spalle alla porta, intento a versare in un
calice un liquido incolore.
Quando riportò su Fealen i suoi occhi notò la presenza di Frodo e gli
sorrise.
“ Il nostro amico vuole parlarti della sua decisione ”
disse sedendosi e allungando il calice alle labbra esangui del malato.
Frodo guardò Aniron, e
vederla così rassegnata fu per lui una pugnalata nello stomaco.
Presto dovette riprendersi, perché Fealen
si raschiò debolmente la voce e richiese la sua attenzione. “ Avevo paura di
non svegliarmi più…di non potervi salutare. ”
Frodo cercò di rassicurarlo. “ Siamo tutti qui. Vorrei
solo poterti togliere il dolore…”
Gli occhi profondamente infossati recuperarono barlumi
dell’antiva vitalità. “ Ma
non c’è più dolore, Frodo…adesso che ho deciso. ”
“ Cosa, Fealen?
Cosa hai deciso? ”
“ Ho deciso di accettare la proposta dei Valar. ”
Confuso, Frodo implorò all’elfo una spiegazione. “
Adesso i Valar hanno a cuore quello che gli sta
succedendo? ”
“ Non lo hanno mai trascurato, Frodo, per quanto possa non sembrarti così…”
Frodo stava per dire qualcosa, ma Fealen
lo interruppe: “ Lui non è un nemico, Frodo…” disse con estrema fatica, ma deciso a placare una tensione crescente. “ Ci ho
messo del tempo, per capirlo, ma ora so chi è, e so
che mi è sempre stato vicino…come lo siete stati tu ed Aniron…e
Dama Celebrian, Gandalf…tutti
voi. ”
L’elfo era ora lo specchio della tristezza e della più
sincera compassione, e quando parlò a Frodo lo fece con una profondità di tono
mai udita. “ Sì, vi sono stato vicino. Vi ho incontrati
nel mio peregrinare sulla Terra di Mezzo, e da allora le vostre anime non mi
hanno mai del tutto ignorato.
“ Non posso aiutare Fealen
come tutti vorremmo. Non posso promettergli che non
dovrà più soffrire…ma sono venuto ad offrirgli un dono
che i Valar non fanno a tutti: la possibilità di
custodire quanto di più bello c’è dentro di lui, e di donarlo agli altri. ”
Frodo spalancò gli occhi, tornando a sperare. “ Quando? Vuoi dire che lui può…? ”
Aniron stava a testa china, le
labbra che sfioravano la mano di Fealen…l’amico che
avrebbe voluto accanto a sé in molti altri giorni sulla spiaggia…e che invece
doveva affrontare ricordi orribili e dolori che lei non poteva nemmeno
immaginare.
“ No…io non voglio più stare male,
Frodo…ti prego. ”
Frodo si sentì lo stomaco annodato.
“ Non voglio più perdere conoscenza…chiedendomi se mi
risveglierò mai. No, non voglio…”
Era il ricordo della prigionia a Barad-Dur,
che Fealen non voleva più dover affrontare. Frodo – che pure l’aveva vissuta sicuramente per meno tempo –
comprendeva perfettamente.
Ma quale libertà dal dolore potevano
offrire i Valar, se non guarirlo, o…
“ Qual è la soluzione che lui ha accettato? ”
“ Un’altra vita, piccolo amico ” gli rispose l’elfo.
E in quegli istanti, i suoi tratti si rivelarono
pienamente. Il padrone di quella casa non era esattamente un elfo. Era un Valar.
“ Ho ascoltato le preghiere che Fealen
ha espresso ai Valar, quando
si è trovato sulla spiaggia insieme alla sua amica…Ho sofferto per la pace che
non gli riusciva più di trovare…così come ho vissuto le pene di molte altre
anime che varcano la mia Aula, l’infinito Oceano…anche se solo con il pensiero,
anche se non lo ricordano. ”
Frodo lo fissò, sconcertato. “ T-Tu…Voi siete un…”
“ Ulmo…” rispose per lui Fealen. Sul suo volto di ragazzino, percorso da gocce di
sudore e segnato dalla sofferenza, spuntò un sorriso birichino. “ Il ricordo
delle tue letture mi ha aiutato a riconoscerlo. ”
“ Se siete un Valar, perché non volete aiutarlo? ” proruppe Aniron, “ Lui non ha colpe, e non ne aveva
neanche suo padre…perché hanno dovuto soffrire così tanto?! ”
Frodo si sentiva dilaniare dall’impossibilità di
trovare una risposta a questa domanda, sempre presente anche in lui.
“ Aniron…” provò a parlarle Fealen.
Ma lei si scansò, ferita. “ Mi dispiace, Fealen…Ho cercato di…Io vorrei, ma
non posso accettarlo! ” Se ne andò in lacrime fuori
dalla stanza, e Frodo capì dai rumori e dai gemiti che seguirono che la corsa
della ragazzina si era fermata contro qualcuno, un altro abitante od ospite di
quella casa a lui ancora così estranea.
“ Vieni, Aniron, ” sentì
dire dalla voce di Bilbo, “ prendi un bicchiere di acqua fresca e portala al tuo amico. ”
Bilbo…Era impagabile il tatto con il quale gli riusciva di trattare i bambini, anche se a volte si dichiarava
irritato dalla loro irruenza. Era sempre stato così anche nella Contea, ricordò pensando ad una ormai lontana festa di compleanno.
Con un sospiro Frodo tornò a rivolgersi all’elfo, e
comprese che non sarebbe mai più stato semplice pensare a lui come aveva
fatto fino a qualche istante prima.
“ Di quale dono stava parlando? ” gli chiese,
intimorito.
“ Il dono che Fealen ha
sempre desiderato di possedere, e che ha trovato in te e in chi adesso gli sta
attorno. ”
“ Io non ho doni che Fealen possa invidiarmi…”
“ Ti sbagli, e lo sai bene. ”
La parte insofferente e ribelle di Frodo trovava
assurdo essere lì, impotente e per di più incapace di
interpretare quelle parole. Avrebbe voluto poter rendere speciali gli ultimi
istanti di vita di quel ragazzino. Guardandolo, però, vide che Fealen aveva chiuso le palpebre, tremendamente affaticato,
forse in procinto di perdere nuovamente conoscenza.
Aniron sarebbe tornata in tempo, prima che…?
Frodo non voleva che i due dovessero separarsi in quel
clima di dolore assoluto, senza speranza.
“ Tutto si compirà, Frodo. Gli ultimi brandelli di oscurità stanno abbandonando le vostre vite. ”
Aniron stava rientrando in quel momento
nella stanza, portando con sé acqua fresca e limpida con la quale bagnò le
labbra di Fealen. La figura che la accompagnava si
era fermata sulla soglia. Con mani tremanti la ragazzina appoggiò il calice e
si liberò il collo sudato dalla lunga coda di capelli corvini. “ Scsami…” sussurrò all’amico.
Fealen non rispose, ma le sorrise.
Le loro mani si riunirono, come erano
state sulla spiaggia…l’una nell’altra.
Improvvisamente Frodo sentì di dover fare qualcosa,
per i due compagni di giochi ma anche per se stesso.
Con le lacrime agli occhi prese a guardarsi intorno,
alla ricerca di un libro da leggere ad alta voce.
L’elfo…no, il Valar se ne era andato.
Frodo si fermò davanti ad una libreria.
Il tempo si era cristallizzato nelle emozioni delle
amate leggende.
Mentre proseguiva la lettura della storia di Beren e Luthien, Frodo si accorse
del respiro sempre più flebile di Fealen…dei
singhiozzi di Aniron…di come
i caratteri del libro risultassero sempre più incomprensibili al di là delle
proprie lacrime…della figura rimasta immobile sulla porta.
Non riuscì a terminare.
Chiuse il libro e lo pose accanto alla mano di Fealen, che si spostò lentamente per arrivare a sfiorarlo.
Si sedette accanto al morente e davvero ogni parola
gli divenne insensata, inutile, nell’attimo in cui affiorava alle labbra.
Alla fine rinunciò a dirgli addio con altre parole, e
si affidò al tocco della mano.
Vinse l’agghiacciante sensazione di tenere strette
pure ossa, sorrise tra le lacrime della gratitudine che gli occhi di Fealen ed Aniron esprimevano.
Nell’istante in cui Fealen
chiudeva per sempre le palpebre, Frodo fu avvolto da un’ombra.
Ancora prima di scrutarne il volto, seppe che la
persona che gli si era avvicinata avrebbe accolto il suo dolore. Pensò
confusamente che doveva trattarsi di Gimli…No, l’altezza non era quella giusto. Forse era di nuovo Bilbo, forse dopo
aver accompagnato Aniron era tornato nella
stanza…Anche lui si era affezionato a Fealen…Nella
Casetta di Lindo tutti avevano imparato a conoscere Fealen…e
le sue insaziabili richieste di racconti e leggende.
Frodo si ritrovò a piangere contro il giustacuore di
quella rassicurante e calorosa presenza, che riusciva a
infondergli la convinzione che le lacrime avrebbero un giorno lasciato il posto
a nuovi sorrisi.
E allora sentì di potere andare oltre a quelle lacrime,
sentì di poterci provare da subito.
Un paio di occhi nocciola,
circondati da rughe di saggezza, rifletterono la sua incredulità.
“ Sam…”
Il calore di quelle mani…l’ondata di sentimenti che
erano sempre stati capaci di esprimere, convinsero Frodo che la Speranza lo aveva sempre
atteso…Aveva sempre atteso che lui trovasse la forza
di perdonare se stesso…di sentirsi degno di correrle incontro.
Continua…