Traboccante
Selene si
torturò una mano imprecando
mentre sentiva una forte ansia pervaderle nel petto. Vide sua sorella
con indosso un abito molto attillato rosso con le pailettes e i
capelli piastrati lisci che le ricadevano con dolcezza sulla schiena.
Il vestito era di una stoffa morbida e leggera mentre sulle spalle un
piccolo giacchettino nero di un tessuto fine e trasparente che
rendeva più elegante l’aspetto della ragazza. Hai
piedi calzavano
due sandali con il tacco vertiginoso a spillo neri e le gambe erano
nude da metà coscia in poi. Posata in un angolo vi era una
piccola
borsa nera verniciata che si intonava con gli accessori mentre un
piccolo fiocco bordeaux lucido spiccava tra i capelli lisci e
piastrati richiamando il vestito. La ragazza ramata si voltò
verso
la sorella impalata sulla porta e inarcò un sopracciglio
scrutandola
pensierosa poi rivolse nuovamente la sua attenzione allo specchio
dove era intenta a truccarsi pesantemente nonostante il suo viso
perfetto anche senza bisogno di mascherarlo.
-Selene…cosa
c’è che non va?-
-Mi…mi sento a
disagio con questi
vestiti sorellina…-
Proruppe leggermente
imbarazzata Selene
mentre si passava timidamente una mano sulla gamba coperta da un paio
di jeans a vita bassa stretti. Una maglia nera con delle stampe
brillanti viola con una scollatura prorompente. Su un braccio
braccialetti larghi e lucidi neri e viola spiccavano sul pallore
della carnagione. I capelli erano raccolti in una coda alta eccetto
per alcune ciocche che con dolcezza ricadevano attorno al viso della
giovane.
-Ci vorrà poco e
ci farai l'abitudine,
non c'è da preoccuparsi.-
Selene annuì
mordendosi un labbro e
poi lanciato uno sguardo all'orologio e alla sorella mormorò
con un
mare di preoccupazione in corpo. Aveva una sensazione davvero
incredibile in corpo, come se percepisse l'imminenza di un rischio.
-Melanine... sei, sei
sicura di voler
andare a quella festa... vestita così?-
-Selene per la milionesima
volta,
basta!-
La ragazza annuì
quando percepì il
trillo di un cellulare vibrare e vide Melanine imprecare seduta
davanti allo specchio. Si avvicinò e le carezzò
una guancia
fissandola attraverso lo specchio con occhi spaventati. La gemella si
alzò di scatto scansandola bruscamente e afferrata la sua
borsetta e
fatta un'ultima smorfia per aggiustarsi il rossetto verso lo specchio
spalancò la finestra che dava sul retro lasciando che
un'aria fresca
nella temperatura calda della stagione pervadesse nella camera.
Portò
una gamba oltre essa e rimase immobile prima di scavalcarla del tutto
voltandosi verso Selene e dicendole con uno sguardo intenso.
-Ricorda. Domani io
saprò tutto di
quello che hai detto e fatto. Mi fido Selene, non deludermi.-
La ragazza intimorita
dall'idea di
deludere la sorella si irrigidì per poi annuire prima di
vederla
scomparire nel buio della notte. Corse alla finestra affacciandosi e
quando la vide scavalcare il cancello aiutata da un ragazzo biondo le
si strinse il cuore di risentimento: come poteva sua sorella fare una
cosa simile al suo ragazzo? Chissà dov'era in quel momento
Leonardo...
Accostò la
finestra pensierosa e
terrorizzata all'idea di dover affrontare tutto d'un tratto il mondo
quando avvertì la porta alle sue spalle aprirsi.
-Tesoro... posso?-
La ragazza si
sentì mancare al suono
di quella voce e si voltò meccanicamente sentendosi perduta:
suo
padre l'avrebbe scoperta, riconosciuta, smascherata e l'avrebbe solo
odiata di più. Strinse le braccia attorno al proprio corpo e
con un
mezzo gemito si morse il labbro, ricordandosi però delle
parole
della sorella distese i muscoli tesissimi delle braccia assumendo una
posizione naturale e si posizionò davanti allo specchio
fingendo di
sistemarsi le ultime cose prima di uscire.
Il cuore le rimbombava
nelle orecchie e
sentiva la mente esploderle mentre i passi del padre dopo un suo
distaccato “Umh...? Si.” si avvicinavano a lei.
Colpita dallo sguardo
penetrante e
dolce che stava guardando attraverso lo specchio si bloccò
riprendendosi poi subito e finendo di passarsi il mascara sulle
ciglia. Si voltò con tranquillità posando il suo
sguardo sul viso
del padre, risalendo sul naso perfettamente adatto a quel viso
affascinante e misterioso e infine si perse negli occhi.
-Spero passerai una serata
piacevole
con Eleanor... Io credo che andrò a letto presto. Qualsiasi
cosa
chiamami al cellulare d'accordo?-
Le disse con un sorriso
dolce lui
carezzandole una guancia. Selene avvertì gli occhi
inumidirsi, ma
stranamente riuscì a mantenersi distaccata proprio come sua
sorella
avrebbe fatto. Poggiò la guancia contro la mano del padre
sorridendo
con quel sorriso ammaliante che la sorella rivolgeva a tutti e l'uomo
parve irrigidirsi. Selene troppo contenta di quel calore non lo
avvertì, non avvertì il brivido che aveva
attraversato il corpo
dell'uomo, non notò gli occhi del padre brillare di luce
propria e
l'espressione assorta del viso. Solo quando aprì gli occhi
si
accorse di tutto questo e della tenerezza negli occhi lucidi del
padre, avvertì la mano di lui carezzarla con affetto
infinito e
tremò quando lui le disse con degli occhi che non aveva mai
immaginato di poter scorgere nell'espressione del padre.
-Stasera sei bellissima. Il
tuo
sorriso... mi ha ricordato quello di tua madre, come mai prima
d'ora.-
La ragazza con gli occhi
lucidi afferrò
la mano del padre e la strinse tra le sue tra l'espressione
dolcemente sorpresa di lui e vi posò un bacio.
-Ti voglio bene
papà...-
Sussurrò lei
vedendolo sorridere
emozionato. L'uomo le immerse una mano tra i capelli e le sorrise
facendole l'occhiolino.
-Più affettuosa
del solito stasera...
devo dedurre che con Leonardo vada tutto a gonfie vele.-
Selene sorrise forzatamente
questa
volta ma annuì imitando lo sguardo, falso, imbarazzato che
sua
sorella si dipingeva in viso quando era in presenza del padre con
argomenti riguardanti i fidanzati e tutto ciò che aveva a
che vedere
con la sua sfera sentimentale.
L'uomo poco dopo si
congedò e Selene
toccando il cielo con un dito finì di prepararsi per uscire
non
appena avvertì il campanello suonare. Si sistemò
le ultime cose che
sua sorella le aveva prestato in borsa e scese le scale di fretta
ricevendo saluti dai domestici e uno sguardo affettuoso dal padre.
Caricata, piena di tutti
quei
sentimenti, uscì dalla porta correndo verso il cancello.
“Mi
aveva amata. Mi aveva guardata
con quello sguardo intenso. Mi aveva amata, anche se sapeva che non
ero io ma a me non interessava, mi gustavo i suoi occhi bellissimi su
di me, l'espressione di un sorriso che sapevo mi aveva regalato a me.
Mi accontentavo di quell'amore fittizio e non mi resi conto di essere
così coinvolta, trascinata da quella bellissima sensazione
che era
sentirsi amati, che mi avrebbe presto spinto a desiderarne ancora...
Ogni volta volavo sempre più alto e anche se risvegliandomi
cadevo e
mi facevo sempre più male, era così bello sapere
di morire con i
sorrisi e gli sguardi innamorati di mio padre...”
Continua...
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