E
così siamo alla fine. Ho deciso di chiamare questa parte
"epilogo", "capitolo" sembrava davvero troppo pretenzioso per un pezzo
così corto. Per sapere un po' di più sulla
nascita di questa storia e sui progetti futuri, vi consiglio una visita
al Forum
(http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=8935859&p=2idm100607185).
Un
grazie di cuore va a tutte le persone che hanno letto la storia,
l'hanno seguita e a chi l'ha inserita tra le preferite! E per i miei
recensori, al solito, un ringraziamento particolare.
Per
Hayley_Gin91: la scena della proposta di matrimonio è
volutamente lasciata all'immaginazione, per due motivi. Uno,
più elevato e letterario, riguarda al solito la scelta di
lasciare ciò che è più intimo a voi.
Il secondo è molto più pratico: come disse
Benigni ne "La Tigre e La Neve", bisogna aspettare ottant'anni per
scrivere d'amore. Temo di non avere ancora le capacità di
descrivere una tale scena in modo sincero e convincente senza sfociare
nella soap! Quanto ad Hyperion Greengrass, di nuovo ho preferito
lasciare la malattia non specificata. Un nome di malattia magica come
quelle che troviamo in HP sarebbe risultato comico, non adatto alla
situazione, mentre ho preferito immaginare per il padre di Astoria il
solito terribile male che colpisce anche la società
"babbana", anche se non ha alcuna specificazione clinica. Possiamo
parlare genericamente di tumore. Un bacio grande!
Per
whatsername84: ah, ma io ti batto, sono nata un giorno dopo Draco e ne
vado molto fiera=)! Comunque, se la Rowling avesse detto tutto sul
finale, che avrebbe più lasciato a noi lettori? Il bello di
HP è proprio questo: è, in fondo, pur sempre un
libro per bambini o per adulti "Peter Pan" e JK sa bene quanto sia
importante la fantasia. La sua frase nel retro copertina dell'edizione
italiana dice tutto sulla storia... Fin dal primo momento che l'ho
letta sono rimasta incantata! Grazie mille, sei stata uno dei critici
più assidui! Un bacio!
Per
HeidiDiLajen: punto numero uno. Non rispondo agli
sconosciuti.........................................................................Ok,
tralasciamo lo spazio "burla" (ha-ha!) e dedichiamoci ai discorsi seri.
Sono non-so-quanto-dirti-contenta che tu ti sia iscritta, senza contare
che ora puoi scrivere anche tu, mogliettina mia! E io posso leggere!
Grazie mille di tutto, anche tu hai sempre commentato a voce! E sono
felicissima che ti sia piaciuta la storia (e di averti un po'
convertita al malfoyanesimo)... Sii sempre la mia supporter numero uno,
soprattutto durante le lezioni di educazione fisica (quando io mi
trasformo in John-Maria). Alla prossima (cioè a domani,
cioè al giorno in cui mi interrogherà di fisica e
io avrò studiato poco). Un bacione!
Per
Vera Lynn: grazie mille, come sempre hai mostrato di comprendere
appieno il significato e di essere riuscita ad andare anche oltre! Che
dire a un'ottima lettrice come te? Grazie ancora, un bacio!
Grazie
infinite anche a 979, zamby88, Mimi18, Laban, Tie, katia37, Dully,
Scorpiusthebest e Lady Linx!
Epilogo - 11 luglio
Non ho la minima voglia di tornare a scuola. Nessuna.
E non ci sarebbe nemmeno da stupirsene. Quale pazzo avrebbe
intenzione di tornare nel posto in cui ha rischiato di morire una
decina di volte nel giro di due anni? O a che serve prendere il
diploma, quando sai benissimo che non avrai la minima
possibilità di ottenere un posto di lavoro ai
limiti della decenza?
Eppure sono qui, al binario nove e tre quarti. Sono qui,
esattamente dov'ero nel settembre di otto anni fa. Otto anni passati
tra le mura della scuola, dove, dicono,
si trascorrono gli anni più belli della
propria esistenza. Se poi li trascorri rischiando di lasciarci
la pelle, be', è una questione che passa in secondo piano.
Sono qui, aspettando che arrivi il treno, con una madre a cui
improvvisamente non importa più che io prenda il
diploma e che, anzi, pare visibilmente angosciata dalla partenza, e un
padre che mi fissa da circa un'estate come se fossi
nato solo ora. Non che mi dia fastidio, tutt'altro. Solo che sto
sinceramente cercando di capire perchè mi trovo qui. E il
fatto di non comprenderlo mi secca notevolmente. Anche se dovrei averci
fatto l'abitudine, a sentirmi confuso.
Sono passati altri sette anni da allora, e la nebbia di confusione,
senza nemmeno che io me ne potessi accorgere, si è
diradata, lentamente. Avrei forse dovuto rendermene conto quando
Astoria, dopo il matrimonio, si svegliava ogni mattino al mio fianco e
mi accarezzava il volto pungente di barba non ancora fatta, con le sue
dita sottili, l'anello che le avevo regalato per il fidanzamento e la
fede. Sull'anello era incastonato un diamante enorme. Ero stato
così felice, allora, che non avevo badato a spese, come in
effetti un Malfoy dovrebbe fare. Per una regina come Astoria non si
dovrebbe mai badare a spese. Gli incubi che
facevo se ne erano, anche quelli, andati, complice la vicinanza di mia
moglie nel sonno, sostituiti da normalissimi e strani sogni.
Oppure avrei dovuto accorgermene quando Astoria, un anno fa,
al ritorno dal noiosissimo matrimonio di sua sorella, mi aveva
annunciato di aspettare un bambino. O, ancora, all'annuncio
ufficiale della gravidanza, vedendo il volto orgoglioso e felice di mio
padre.
E invece non me rendo conto neppure ora, ora
che corro trafelato, sotto una pioggia battente di luglio, se
non nell'inconscio, incapace di affermarlo ad alta voce.
- Chi è?- E' l'elfo portato in dote da mia moglie. Ancora
più stupido di Dobby, se possibile.
- Come chi è, idiota, fammi entrare o sai cosa ti aspetta!-
L'ampio cancello del Malfoy Manor si spalanca davanti a me.
Stranamente la casa appare di nuovo quella,
accogliente, di una volta. Mentre corro agitato e bagnato
fradicio per la pioggia battente lungo il sentiero di ghiaia, non penso
più nemmeno all'affare che ho appena fallito. Non
è quello la cosa importante.
Mio figlio è nato.
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