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Autore: Mea    19/01/2010    8 recensioni
La vita di Draco Malfoy in seguito alle vicende de "I Doni Della Morte", tra paure, incertezze e un mondo che non potrà mai più essere quello di una volta.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Astoria Greengrass, Draco Malfoy, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Serpeverde
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E così siamo alla fine. Ho deciso di chiamare questa parte "epilogo", "capitolo" sembrava davvero troppo pretenzioso per un pezzo così corto. Per sapere un po' di più sulla nascita di questa storia e sui progetti futuri, vi consiglio una visita al Forum (http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=8935859&p=2&#idm100607185).
Un grazie di cuore va a tutte le persone che hanno letto la storia, l'hanno seguita e a chi l'ha inserita tra le preferite! E per i miei recensori, al solito, un ringraziamento particolare.
Per Hayley_Gin91: la scena della proposta di matrimonio è volutamente lasciata all'immaginazione, per due motivi. Uno, più elevato e letterario, riguarda al solito la scelta di lasciare ciò che è più intimo a voi. Il secondo è molto più pratico: come disse Benigni ne "La Tigre e La Neve", bisogna aspettare ottant'anni per scrivere d'amore. Temo di non avere ancora le capacità di descrivere una tale scena in modo sincero e convincente senza sfociare nella soap! Quanto ad Hyperion Greengrass, di nuovo ho preferito lasciare la malattia non specificata. Un nome di malattia magica come quelle che troviamo in HP sarebbe risultato comico, non adatto alla situazione, mentre ho preferito immaginare per il padre di Astoria il solito terribile male che colpisce anche la società "babbana", anche se non ha alcuna specificazione clinica. Possiamo parlare genericamente di tumore.  Un bacio grande!
Per whatsername84: ah, ma io ti batto, sono nata un giorno dopo Draco e ne vado molto fiera=)! Comunque, se la Rowling avesse detto tutto sul finale, che avrebbe più lasciato a noi lettori? Il bello di HP è proprio questo: è, in fondo, pur sempre un libro per bambini o per adulti "Peter Pan" e JK sa bene quanto sia importante la fantasia. La sua frase nel retro copertina dell'edizione italiana dice tutto sulla storia... Fin dal primo momento che l'ho letta sono rimasta incantata! Grazie mille, sei stata uno dei critici più assidui! Un bacio!
Per HeidiDiLajen: punto numero uno. Non rispondo agli sconosciuti.........................................................................Ok, tralasciamo lo spazio "burla" (ha-ha!) e dedichiamoci ai discorsi seri. Sono non-so-quanto-dirti-contenta che tu ti sia iscritta, senza contare che ora puoi scrivere anche tu, mogliettina mia! E io posso leggere! Grazie mille di tutto, anche tu hai sempre commentato a voce! E sono felicissima che ti sia piaciuta la storia (e di averti un po' convertita al malfoyanesimo)... Sii sempre la mia supporter numero uno, soprattutto durante le lezioni di educazione fisica (quando io mi trasformo in John-Maria). Alla prossima (cioè a domani, cioè al giorno in cui mi interrogherà di fisica e io avrò studiato poco). Un bacione!
Per Vera Lynn: grazie mille, come sempre hai mostrato di comprendere appieno il significato e di essere riuscita ad andare anche oltre! Che dire a un'ottima lettrice come te? Grazie ancora, un bacio!
Grazie infinite anche a 979, zamby88, Mimi18, Laban, Tie, katia37, Dully, Scorpiusthebest e Lady Linx!




Epilogo - 11 luglio

 

Non ho la minima voglia di tornare a scuola. Nessuna.
E non ci sarebbe nemmeno da stupirsene. Quale pazzo avrebbe intenzione di tornare nel posto in cui ha rischiato di morire una decina di volte nel giro di due anni? O a che serve prendere il diploma, quando sai benissimo che non avrai la minima possibilità di ottenere un posto di lavoro ai limiti della decenza?
Eppure sono qui, al binario nove e tre quarti. Sono qui, esattamente dov'ero nel settembre di otto anni fa. Otto anni passati tra le mura della scuola, dove, dicono, si trascorrono gli anni più belli della propria esistenza. Se poi li trascorri rischiando di lasciarci la pelle, be', è una questione che passa in secondo piano. Sono qui, aspettando che arrivi il treno, con una madre a cui improvvisamente non importa più che io prenda il diploma e che, anzi, pare visibilmente angosciata dalla partenza, e un padre che mi fissa da circa un'estate come se fossi nato solo ora. Non che mi dia fastidio, tutt'altro. Solo che sto sinceramente cercando di capire perchè mi trovo qui. E il fatto di non comprenderlo mi secca notevolmente. Anche se dovrei averci fatto l'abitudine, a sentirmi confuso.

Sono passati altri sette anni da allora, e la nebbia di confusione, senza nemmeno che io me ne potessi accorgere, si è diradata, lentamente. Avrei forse dovuto rendermene conto quando Astoria, dopo il matrimonio, si svegliava ogni mattino al mio fianco e mi accarezzava il volto pungente di barba non ancora fatta, con le sue dita sottili, l'anello che le avevo regalato per il fidanzamento e la fede. Sull'anello era incastonato un diamante enorme. Ero stato così felice, allora, che non avevo badato a spese, come in effetti un Malfoy dovrebbe fare. Per una regina come Astoria non si dovrebbe mai badare a spese. Gli incubi che facevo se ne erano, anche quelli, andati, complice la vicinanza di mia moglie nel sonno, sostituiti da normalissimi e strani sogni.
Oppure avrei dovuto accorgermene quando Astoria, un anno fa, al ritorno dal noiosissimo matrimonio di sua sorella, mi aveva annunciato di aspettare un bambino. O, ancora, all'annuncio ufficiale della gravidanza, vedendo il volto orgoglioso e felice di mio padre.
E invece non me rendo conto neppure ora, ora che corro trafelato, sotto una pioggia battente di luglio, se non nell'inconscio, incapace di affermarlo ad alta voce.
- Chi è?- E' l'elfo portato in dote da mia moglie. Ancora più stupido di Dobby, se possibile.
- Come chi è, idiota, fammi entrare o sai cosa ti aspetta!-
L'ampio cancello del Malfoy Manor si spalanca davanti a me. Stranamente la casa appare di nuovo quella, accogliente, di una volta. Mentre corro agitato e bagnato fradicio per la pioggia battente lungo il sentiero di ghiaia, non penso più nemmeno all'affare che ho appena fallito. Non è quello la cosa importante.
Mio figlio è nato.
  
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