UNA
FAMIGLIA RIUNITA
Capitolo 2
Saeko stava ancora dormendo, quando un frastuono assordante la
svegliò di colpo. Quasi cadde dal letto, dallo spavento.
Ormai del tutto sveglia, si accorse che il frastuono altro non era che
musica a tutto volume. Non le ci volle molto a fare due più
due e capire da dove provenisse. Si alzò infuriata e si
diresse a passo sicuro nella stanza che era diventata di Reika e
spalancò la porta con molta poca grazia. Reika stava facendo
ginnastica a ritmo di musica e neanche si era accorta che era entrata
nella camera. Così Saeko si avvicinò
allo stereo e non si preoccupò neanche di cercare
l’interruttore, staccando direttamente la spina. Solo allora
Reika smise di muoversi e si accorse della sua presenza.
- Buongiorno, sorellina!!!
- Buongiorno un corno!!!!!!!!! Cosa ti
è saltato in mente di fare, scusa?!? Si da il caso che oggi
sia il mio giorno di riposo, il primo dopo due intere settimane!!
Quindi, sempre che a te non dispiaccia, gradirei farmi una lunga
dormita! E non essere buttata giù dal letto alle sette del
mattino!!!!!!!!!!!!
- Beh, ma fare della buona ginnastica
appena alzati, fa bene!
- Oh beh, non lo metto in dubbio, questo.
Tuttavia preferirei che tu la facessi senza musica!
- Ma la musica mi è
fondamentale!
- Ascoltami bene: o ti compri un paio di
cuffie, o ti arrangi a stare senza, mi sono spiegata??
- Hey, stai calma, sorellina!!
- Io adesso torno a dormire. E non voglio
sentire muovere una mosca, intesi???? Anzi...
Saeko prese con sé lo stereo e se ne andò,
sbattendo con vigore la porta.
- Accidenti, quanto è
irritabile!!
Qualche giorno dopo Kaori era seduta sul divano a leggere. Senza che
lei se ne accorgesse, la porta di casa si aprì. Un uomo con
un passamontagna entrò e le arrivò alle spalle
con un oggetto contundente in mano. La tramortì con un colpo
ben assestato alla nuca, e Kaori cadde priva di sensi sul divano.
Quando poco dopo Ryo rientrò a casa, trovò Kaori
ancora svenuta sul divano. Corse verso di lei e le mise le dita sul
collo, cercando di capire, e sperando con tutto il cuore, se era ancora
viva. Dopo essersi accertato che stesse bene e fosse solo
momentaneamente priva di sensi, Ryo impugnò la pistola e
perlustrò l’intera casa. Trovò
l’intruso nella camera degli ospiti, quella occupata da
Mamoru, e riuscì a disarmarlo. Tuttavia l’uomo
riuscì a fuggire.
Ryo tornò dunque al piano inferiore al capezzale di Kaori.
In quel momento, la sua socia aprì con fatica gli occhi,
toccandosi subito il punto dolente sulla nuca. Non appena si accorse
della presenza di Ryo, si alzò, furiosa, e lo
atterrò con un martello da 70kg.
- E la prossima volta che tenti di
colpirmi alla testa, la mia punizione sarà molto peggiore!
Kaori, ancora indignata, si diresse verso la cucina. E Ryo la
seguì.
- Kaori, non puoi avercela con me!
Perché non sono stato io a colpirti. C’era un uomo
in casa. Ma tu non ti sei accorta di niente?
- No. Io... Mi ricordo solo che ero
seduta a leggere e poi ho sentito un dolore fortissimo alla testa e
poi... ho visto tutto buio. Non ricordo altro.
- Questo perché sei svenuta. A
proposito, dov’è il signor Nogami?
- E’ uscito poco tempo fa. Ryo,
mi dispiace per prima...
- Non è niente. Ti ha detto
dove andava?
- Nogami? Ha detto che doveva fare delle
piccole commissioni.
- Mh. Quindi... Questo significa che
siamo soli in casa, in questo momento.
- Ehm... Si.
Ryo si avvicinò a Kaori, che iniziò a non
comprendere pienamente le intenzioni del socio. Fu così che
si trovarono a girare praticamente intorno al tavolo, perché
più lui si avvicinava, più lei continuava ad
indietreggiare.
- Kaori, ma che ti prende? Devo dirti una
cosa. Una cosa a proposito del signor Nogami. Ti vuoi fermare?
- Uh, s-si. Scusami. Che cosa devi dirmi?
- Secondo me, ci ha mentito.
- Perché avrebbe dovuto farlo?
- Perché, in
realtà, non c’è nessuno che vuole
ucciderlo.
- Ah no? E allora che mi dici
dell’uomo che è entrato in casa e mi ha tramortito?
- Era un poliziotto, si vedeva a colpo
d’occhio. E’ per questo che ho lasciato che
scappasse senza neanche provare a fermarlo. Credo che sia stato
d’accordo con lo stesso Nogami.
- Perché ci ha contattati,
quindi? Credi forse che il suo obiettivo sia quello di eliminare noi?
- No, niente del genere. Credo solo che
ci stia usando per avvicinarsi a Saeko e a Reika.
- Cioè, tu credi che ti abbia
mentito quando ha negato di essere loro parente? Ma scusa, se
è così, perché non è andato
direttamente da loro, invece di mettere su tutta questa messinscena?
Che motivi avrebbe avuto per comportarsi così? e poi, voglio
dire, se veramente è un parente di Saeko, beh... Deve
esserci qualcosa di molto strano sotto, non pensi? O, perlomeno,
dovrebbe essere un parente... “Speciale”, diciamo.
- Come un padre, ad esempio.
- Un padre?? Quindi, secondo te, il
signor Nogami, in realtà, è il padre di Saeko e
Reika??
- Esattamente.
I due udirono sbattere la porta d’ingresso e i passi
abbastanza concitati del loro ospite. Ryo fece segno a Kaori di tacere
e, seguito dalla socia, si recò in salotto.
- Signor Nogami, bentornato! E’
riuscito a sbrigare le sue faccende?
- Cosa? Ah si! Certo, certo!! Ma,
ditemi... Qui com’è andata? E’ successo
qualcosa, durante la mia assenza?
Ryo finse non curanza, sedendosi pigramente sul divano.
- Signor Nogami, perché non si
siede e non si rilassa? Mi sembra un po' ansioso ma, francamente, ne
ignoro il motivo. C’è calma piatta, come lei
stesso può notare. Io sono tornato già da un po'
e le posso assicurare che non è successo niente di rilevante
o minimamente allarmante. Vero, socia?
- Eh già.
Mamoru sembrò molto sorpreso della risposta ricevuta.
- Che cosa? Ne siete sicuri?
- Ma certo. Mi tolga una
curiosità, però. Lei sembra essere preso in
contropiede da tutta questa tranquillità, o mi sbaglio?
Sembra quasi fosse sicuro di trovarci in subbuglio, tornando a casa.
Come se, per fare un esempio, ci fosse stata un’infrazione in
casa. Come se lei fosse certo che qualcosa sarebbe dovuta accadere. E
questo, ripeto, mi suona molto strano. Non è che ha per caso
qualcosa di cui parlarci, signor Nogami?
- Di che cosa sta parlando, Saeba? Vuole
forse insinuare qualcosa?
- Voglio solo sapere come stanno le cose
e credo che questo sia il momento giusto per mettere tutte le carte in
tavola. Anche quelle che, fino ad adesso, ci ha tenute nascoste.
Iniziamo dal principio, le va? Innanzitutto, mi corregga se sbaglio,
non esiste nessun killer. Ne ho avuto la conferma giusto poco fa,
quando quel poliziotto con il passamontagna è entrato in
casa. Le do un consiglio per il futuro: scelga meglio i suoi complici.
Lei ha pagato un poliziotto perché fingesse di essere un
killer che la pedinava. Poi è venuto da me, rifilandomi la
storia del rivale in affari. Viene da chiedersi perché
mettere in atto una simile commedia. Ma arrivo presto alla mia
conclusione. Il suo scopo, fin da subito era quello di arrivare alle
sorelle Nogami, Saeko e Reika. Come avevo già notato la
prima volta che ci siamo visti, lei si era informato bene sul mio
conto. Dunque, sapeva benissimo che, in passato, molte volte,
ho collaborato, più o meno legalmente, sia con
l’ispettore Saeko Nogami, che con sua sorella Reika. Quindi,
io ero il miglior tramite per il suo fine. Infine, l’ultimo
tassello del puzzle: lei è il padre delle sorelle Nogami. Ho
dimenticato qualcosa?
- ...No. Ha capito tutto. L’ho
sottovalutata, lo ammetto. Era impensabile, ovviamente, che il grande
Ryo Saeba non si sarebbe accorto che qualcosa non andava. Ma vede...
Per quanto sarei voluto andare da loro... Non ce l’ho fatta.
Avevo paura di un loro rifiuto. D’altronde me ne sono andato
che entrambe erano ancora molto piccole. Allora, ho deciso di
accontentarmi di vederle almeno una volta, di poter parlare con loro,
conoscerle, anche se avrei dovuto nascondere la mia vera
identità.
- Beh, a questo punto, direi che la
miglior cosa che può fare è quella di presentarsi
a loro. Non vale la pena di rischiare anche un rifiuto, pur di
dimostrare alle proprie figlie di non averle mai dimenticate?
- Ha ragione, signor Saeba.
- Bene. Allora andiamo. Kaori, sei pronta?
- Per fare cosa?
- Andiamo a casa di Saeko.
Intanto Saeko aveva rinunciato al suo prezioso sonno e uscì
nuovamente infuriata dalla sua camera da letto quando udì il
rumore di vetri frantumati. Questa volta Reika non l’avrebbe
passata liscia! A passo svelto andò in salotto.
- Si può sapere cosa
c’è adesso?!?
- Niente. O, almeno, niente di grave...
e’ solo caduto quel vaso.
Quando Reika le indicò con noncuranza i frantumi che erano
rimasti del suo preziosissimo vaso di porcellana, Saeko si
infuriò ancora di più.
- Reikaaaaaaaaaaaaaa!!!! Adesso mi sono
stufata veramente!!!! Riesci a stare cinque minuti senza creare casini,
per favore??? Mi basterebbero solo cinque minuti!!!!! Ti avviso che
sono al limite della sopportazione, capito?!?!?
- Saeko, ma lo sai che sto iniziando
davvero a preoccuparmi per te? Forse non sei troppo informata a
riguardo, ma certi stress possono essere pericolosi per le coronarie?
Dovresti imparare a controllare meglio le tue reazioni. Sono
così esagerate!!
Reika non sembrava essersi molto scomposta per la ramanzina appena
ricevuta, infatti alzò le spalle e se ne andò
nella sua stanza. Saeko non sapeva se arrabbiarsi ancora di
più o lasciare perdere. Forse era meglio prendere in
considerazione la seconda opzione. Non credeva che la sorella avesse
realmente capito quello che lei le aveva appena detto e infuriarsi
maggiormente avrebbe, veramente, danneggiato la sua salute. Per fortuna
il campanello suonò, distraendola dai suoi tormenti.
Aprì la porta, mentre cercava ancora di riacquistare la
calma.
- Buuuongiorno, mia dolcissima
Saeko!!!!!!!!!!
Ryo si buttò su di lei come un lupo affamato. Per fortuna ci
pensò Kaori a frenare la sua iniziativa, prima che
raggiungesse la sua meta.
- Ryo, non ti sembra che ci siano cose
più importanti a cui pensare, in questo momento???
Ryo riemerse dal martello sotto il quale era rimasto sepolto e
riassunse un’aria seria.
- Hai ragione, Kaori. Saeko, potresti
farmi un favore? Avrei bisogno che tu telefonassi a Reika e le dicessi
che deve venire qui immediatamente. Devo parlare ad entrambe di una
cosa seria.
- Oh, per quello non
c’è affatto bisogno di usare il telefono.
Purtroppo! Reikaaaaa!!
La ragazza uscì dalla sua stanza.
- Ragazzi, che stupenda sorpresa!! Io
abito da mia sorella, adesso!
- No, ti sto solo ospitando per qualche
giorno, fino a quando i lavori da te non saranno terminati.
- Ah, a proposito, sorellina... Ho una
piccola novità.
- Ti prego, spero che non si tratti di
quello che penso.
- Hanno chiamato i miei operai... Beh,
hanno detto che ci vorrà più tempo del previsto.
- Quanto di più?
- Hanno parlato di un mesetto... Almeno.
- Un mese?????????? Reikaaaaaa!!!
I tre ospiti le guardarono perplessi. Saeko se ne accorse,
così fulminò un’ultima volta la
sorella, prima di rivolgersi di nuovo a Ryo.
- Se non sbaglio, prima hai detto che
dovevi parlarci di una cosa importante. E poi, non mi presenti
l’uomo che vi accompagna?
- E’ proprio per questo motivo
che siamo qui. Anzi, penso che possa dirvi tutto lui, senza bisogno che
io mi metta in mezzo. Prego.
Mamoru si schiarì la voce. Era molto emozionato. Aveva,
finalmente, davanti le sue figlie. Dopo tutti quegli anni!
- Buongiorno. Io... Io mi chiamo Mamoru
Nogami.
- Nogami... Pensi, portiamo lo stesso
cognome!!! Piacere, io sono Reika, lei è mia sorella Saeko.
- So chi siete voi.
- Ah davvero? E come fa a saperlo, signor
Mamoru?
- Beh, so che probabilmente
sarà difficile da affrontare come realtà, ma io
sono vostro padre. E lo so che non ho il diritto di piombare
così nelle vostre vite, però vorrei che voi mi
ascoltaste. Come penso che voi sappiate, io sono un investigatore. E
venti anni fa ho dovuto lasciare il Giappone, perché mi ero
messo nei guai. E non mi era rimasto molto altro da fare. Vi ho
lasciate qui, perché speravo che così sareste
rimaste al sicuro. Ma eravate troppo piccole allora per capire.
E’ per questo che sono andato via senza dirvi niente.
Purtroppo finché ricoprivo quel ruolo, nel mio lavoro, non
potevo mettermi in contatto per nessuna ragione con questo paese,
quindi non mi sono mai fatto vivo per questa ragione. Adesso ho
lasciato il mio lavoro e sono qui perché non riuscivo
più a vivere senza avere più notizie di voi.
Spero che non sia troppo tardi per ricevere il vostro perdono.
Però se non ve la sentite, vi capirò.
Reika non ci pensò due volte e andò ad
abbracciare il padre appena ritrovato. Saeko ci pensò un po'
di più, ma alla fine si aggiunse all’abbraccio fra
i due. Vedendo come si erano messe le cose, a Ryo e Kaori non rimase
che lasciare la famiglia ritrovata a se stessa, uscendo da quella casa.
- Tutto è bene quello che
finisce bene.
- Altro che bene! Noi non ci abbiamo
guadagnato niente, come sempre, quando c’entrano le sorelle
Nogami!
- E dai, Ryo! In fondo, abbiamo riunito
una famiglia. La ricompensa è la soddisfazione!
- Si, ma con la soddisfazione mica ci
mangi, coi soldi si!!!
Kaori lo spinse da parte, ma lui rise e si avvicinò di
nuovo, aspettando che lei lo prendesse a braccetto come faceva spesso,
a fine incarico. E Kaori non mancò di farlo.
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