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Autore: Lila_88    25/01/2010    1 recensioni
Stavolta ben poca azione per i nostri sweeper preferiti, che si ritroveranno con un incarico "familiare". Questa storia l'ho scritta qualche anno fa, ormai!!! Spero vi piaccia!!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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UNA FAMIGLIA RIUNITA




Capitolo 2

Saeko stava ancora dormendo, quando un frastuono assordante la svegliò di colpo. Quasi cadde dal letto, dallo spavento. Ormai del tutto sveglia, si accorse che il frastuono altro non era che musica a tutto volume. Non le ci volle molto a fare due più due e capire da dove provenisse. Si alzò infuriata e si diresse a passo sicuro nella stanza che era diventata di Reika e spalancò la porta con molta poca grazia. Reika stava facendo ginnastica a ritmo di musica e neanche si era accorta che era entrata nella camera. Così Saeko  si avvicinò allo stereo e non si preoccupò neanche di cercare l’interruttore, staccando direttamente la spina. Solo allora Reika smise di muoversi e si accorse della sua presenza.

-    Buongiorno, sorellina!!!
-    Buongiorno un corno!!!!!!!!! Cosa ti è saltato in mente di fare, scusa?!? Si da il caso che oggi sia il mio giorno di riposo, il primo dopo due intere settimane!! Quindi, sempre che a te non dispiaccia, gradirei farmi una lunga dormita! E non essere buttata giù dal letto alle sette del mattino!!!!!!!!!!!!
-    Beh, ma fare della buona ginnastica appena alzati, fa bene!
-    Oh beh, non lo metto in dubbio, questo. Tuttavia preferirei che tu la facessi senza musica!
-    Ma la musica mi è fondamentale!
-    Ascoltami bene: o ti compri un paio di cuffie, o ti arrangi a stare senza, mi sono spiegata??
-    Hey, stai calma, sorellina!!
-    Io adesso torno a dormire. E non voglio sentire muovere una mosca, intesi???? Anzi...

Saeko prese con sé lo stereo e se ne andò, sbattendo con vigore la porta.

-    Accidenti, quanto è irritabile!!


Qualche giorno dopo Kaori era seduta sul divano a leggere. Senza che lei se ne accorgesse, la porta di casa si aprì. Un uomo con un passamontagna entrò e le arrivò alle spalle con un oggetto contundente in mano. La tramortì con un colpo ben assestato alla nuca, e Kaori cadde priva di sensi sul divano.

Quando poco dopo Ryo rientrò a casa, trovò Kaori ancora svenuta sul divano. Corse verso di lei e le mise le dita sul collo, cercando di capire, e sperando con tutto il cuore, se era ancora viva. Dopo essersi accertato che stesse bene e fosse solo momentaneamente priva di sensi, Ryo impugnò la pistola e perlustrò l’intera casa. Trovò l’intruso nella camera degli ospiti, quella occupata da Mamoru, e riuscì a disarmarlo. Tuttavia l’uomo riuscì a fuggire.
Ryo tornò dunque al piano inferiore al capezzale di Kaori. In quel momento, la sua socia aprì con fatica gli occhi, toccandosi subito il punto dolente sulla nuca. Non appena si accorse della presenza di Ryo, si alzò, furiosa, e lo atterrò con un martello da 70kg.

-    E la prossima volta che tenti di colpirmi alla testa, la mia punizione sarà molto peggiore!

Kaori, ancora indignata, si diresse verso la cucina. E Ryo la seguì.

-    Kaori, non puoi avercela con me! Perché non sono stato io a colpirti. C’era un uomo in casa. Ma tu non ti sei accorta di niente?
-    No. Io... Mi ricordo solo che ero seduta a leggere e poi ho sentito un dolore fortissimo alla testa e poi... ho visto tutto buio. Non ricordo altro.
-    Questo perché sei svenuta. A proposito, dov’è il signor Nogami?
-    E’ uscito poco tempo fa. Ryo, mi dispiace per prima...
-    Non è niente. Ti ha detto dove andava?
-    Nogami? Ha detto che doveva fare delle piccole commissioni.
-    Mh. Quindi... Questo significa che siamo soli in casa, in questo momento.
-    Ehm... Si.

Ryo si avvicinò a Kaori, che iniziò a non comprendere pienamente le intenzioni del socio. Fu così che si trovarono a girare praticamente intorno al tavolo, perché più lui si avvicinava, più lei continuava ad indietreggiare.

-    Kaori, ma che ti prende? Devo dirti una cosa. Una cosa a proposito del signor Nogami. Ti vuoi fermare?
-    Uh, s-si. Scusami. Che cosa devi dirmi?
-    Secondo me, ci ha mentito.
-    Perché avrebbe dovuto farlo?
-    Perché, in realtà, non c’è nessuno che vuole ucciderlo.
-    Ah no? E allora che mi dici dell’uomo che è entrato in casa e mi ha tramortito?
-    Era un poliziotto, si vedeva a colpo d’occhio. E’ per questo che ho lasciato che scappasse senza neanche provare a fermarlo. Credo che sia stato d’accordo con lo stesso Nogami.
-    Perché ci ha contattati, quindi? Credi forse che il suo obiettivo sia quello di eliminare noi?
-    No, niente del genere. Credo solo che ci stia usando per avvicinarsi a Saeko e a Reika.
-    Cioè, tu credi che ti abbia mentito quando ha negato di essere loro parente? Ma scusa, se è così, perché non è andato direttamente da loro, invece di mettere su tutta questa messinscena? Che motivi avrebbe avuto per comportarsi così? e poi, voglio dire, se veramente è un parente di Saeko, beh... Deve esserci qualcosa di molto strano sotto, non pensi? O, perlomeno, dovrebbe essere un parente... “Speciale”, diciamo.
-    Come un padre, ad esempio.
-    Un padre?? Quindi, secondo te, il signor Nogami, in realtà, è il padre di Saeko e Reika??
-    Esattamente.

I due udirono sbattere la porta d’ingresso e i passi abbastanza concitati del loro ospite. Ryo fece segno a Kaori di tacere e, seguito dalla socia, si recò in salotto.

-    Signor Nogami, bentornato! E’ riuscito a sbrigare le sue faccende?
-    Cosa? Ah si! Certo, certo!! Ma, ditemi... Qui com’è andata? E’ successo qualcosa, durante la mia assenza?

Ryo finse non curanza, sedendosi pigramente sul divano.

-    Signor Nogami, perché non si siede e non si rilassa? Mi sembra un po' ansioso ma, francamente, ne ignoro il motivo. C’è calma piatta, come lei stesso può notare. Io sono tornato già da un po' e le posso assicurare che non è successo niente di rilevante o minimamente allarmante. Vero, socia?
-    Eh già.

Mamoru sembrò molto sorpreso della risposta ricevuta.

-    Che cosa? Ne siete sicuri?
-    Ma certo. Mi tolga una curiosità, però. Lei sembra essere preso in contropiede da tutta questa tranquillità, o mi sbaglio? Sembra quasi fosse sicuro di trovarci in subbuglio, tornando a casa. Come se, per fare un esempio, ci fosse stata un’infrazione in casa. Come se lei fosse certo che qualcosa sarebbe dovuta accadere. E questo, ripeto, mi suona molto strano. Non è che ha per caso qualcosa di cui parlarci, signor Nogami?
-    Di che cosa sta parlando, Saeba? Vuole forse insinuare qualcosa?
-    Voglio solo sapere come stanno le cose e credo che questo sia il momento giusto per mettere tutte le carte in tavola. Anche quelle che, fino ad adesso, ci ha tenute nascoste. Iniziamo dal principio, le va? Innanzitutto, mi corregga se sbaglio, non esiste nessun killer. Ne ho avuto la conferma giusto poco fa, quando quel poliziotto con il passamontagna è entrato in casa. Le do un consiglio per il futuro: scelga meglio i suoi complici. Lei ha pagato un poliziotto perché fingesse di essere un killer che la pedinava. Poi è venuto da me, rifilandomi la storia del rivale in affari. Viene da chiedersi perché mettere in atto una simile commedia. Ma arrivo presto alla mia conclusione. Il suo scopo, fin da subito era quello di arrivare alle sorelle Nogami, Saeko e Reika. Come avevo già notato la prima volta che ci siamo visti, lei si era informato bene sul mio conto. Dunque, sapeva benissimo che, in passato,  molte volte, ho collaborato, più o meno legalmente, sia con l’ispettore Saeko Nogami, che con sua sorella Reika. Quindi, io ero il miglior tramite per il suo fine. Infine, l’ultimo tassello del puzzle: lei è il padre delle sorelle Nogami. Ho dimenticato qualcosa?
-    ...No. Ha capito tutto. L’ho sottovalutata, lo ammetto. Era impensabile, ovviamente, che il grande Ryo Saeba non si sarebbe accorto che qualcosa non andava. Ma vede... Per quanto sarei voluto andare da loro... Non ce l’ho fatta. Avevo paura di un loro rifiuto. D’altronde me ne sono andato che entrambe erano ancora molto piccole. Allora, ho deciso di accontentarmi di vederle almeno una volta, di poter parlare con loro, conoscerle, anche se avrei dovuto nascondere la mia vera identità.
-    Beh, a questo punto, direi che la miglior cosa che può fare è quella di presentarsi a loro. Non vale la pena di rischiare anche un rifiuto, pur di dimostrare alle proprie figlie di non averle mai dimenticate?
-    Ha ragione, signor Saeba.
-    Bene. Allora andiamo. Kaori, sei pronta?
-    Per fare cosa?
-    Andiamo a casa di Saeko.


Intanto Saeko aveva rinunciato al suo prezioso sonno e uscì nuovamente infuriata dalla sua camera da letto quando udì il rumore di vetri frantumati. Questa volta Reika non l’avrebbe passata liscia! A passo svelto andò in salotto.

-    Si può sapere cosa c’è adesso?!?
-    Niente. O, almeno, niente di grave... e’ solo caduto quel vaso.

Quando Reika le indicò con noncuranza i frantumi che erano rimasti del suo preziosissimo vaso di porcellana, Saeko si infuriò ancora di più.

-    Reikaaaaaaaaaaaaaa!!!! Adesso mi sono stufata veramente!!!! Riesci a stare cinque minuti senza creare casini, per favore??? Mi basterebbero solo cinque minuti!!!!! Ti avviso che sono al limite della sopportazione, capito?!?!?
-    Saeko, ma lo sai che sto iniziando davvero a preoccuparmi per te? Forse non sei troppo informata a riguardo, ma certi stress possono essere pericolosi per le coronarie? Dovresti imparare a controllare meglio le tue reazioni. Sono così esagerate!!

Reika non sembrava essersi molto scomposta per la ramanzina appena ricevuta, infatti alzò le spalle e se ne andò nella sua stanza. Saeko non sapeva se arrabbiarsi ancora di più o lasciare perdere. Forse era meglio prendere in considerazione la seconda opzione. Non credeva che la sorella avesse realmente capito quello che lei le aveva appena detto e infuriarsi maggiormente avrebbe, veramente, danneggiato la sua salute. Per fortuna il campanello suonò, distraendola dai suoi tormenti. Aprì la porta, mentre cercava ancora di riacquistare la calma.

-    Buuuongiorno, mia dolcissima Saeko!!!!!!!!!!

Ryo si buttò su di lei come un lupo affamato. Per fortuna ci pensò Kaori a frenare la sua iniziativa, prima che raggiungesse la sua meta.

-    Ryo, non ti sembra che ci siano cose più importanti a cui pensare, in questo momento???

Ryo riemerse dal martello sotto il quale era rimasto sepolto e riassunse un’aria seria.

-    Hai ragione, Kaori. Saeko, potresti farmi un favore? Avrei bisogno che tu telefonassi a Reika e le dicessi che deve venire qui immediatamente. Devo parlare ad entrambe di una cosa seria.
-    Oh, per quello non c’è affatto bisogno di usare il telefono. Purtroppo! Reikaaaaa!!

La ragazza uscì dalla sua stanza.

-    Ragazzi, che stupenda sorpresa!! Io abito da mia sorella, adesso!
-    No, ti sto solo ospitando per qualche giorno, fino a quando i lavori da te non saranno terminati.
-    Ah, a proposito, sorellina... Ho una piccola novità.
-    Ti prego, spero che non si tratti di quello che penso.
-    Hanno chiamato i miei operai... Beh, hanno detto che ci vorrà più tempo del previsto.
-    Quanto di più?
-    Hanno parlato di un mesetto... Almeno.
-    Un mese?????????? Reikaaaaaa!!!

I tre ospiti le guardarono perplessi. Saeko se ne accorse, così fulminò un’ultima volta la sorella, prima di rivolgersi di nuovo a Ryo.

-    Se non sbaglio, prima hai detto che dovevi parlarci di una cosa importante. E poi, non mi presenti l’uomo che vi accompagna?
-    E’ proprio per questo motivo che siamo qui. Anzi, penso che possa dirvi tutto lui, senza bisogno che io mi metta in mezzo. Prego.

Mamoru si schiarì la voce. Era molto emozionato. Aveva, finalmente, davanti le sue figlie. Dopo tutti quegli anni!

-    Buongiorno. Io... Io mi chiamo Mamoru Nogami.
-    Nogami... Pensi, portiamo lo stesso cognome!!! Piacere, io sono Reika, lei è mia sorella Saeko.
-    So chi siete voi.
-    Ah davvero? E come fa a saperlo, signor Mamoru?
-    Beh, so che probabilmente sarà difficile da affrontare come realtà, ma io sono vostro padre. E lo so che non ho il diritto di piombare così nelle vostre vite, però vorrei che voi mi ascoltaste. Come penso che voi sappiate, io sono un investigatore. E venti anni fa ho dovuto lasciare il Giappone, perché mi ero messo nei guai. E non mi era rimasto molto altro da fare. Vi ho lasciate qui, perché speravo che così sareste rimaste al sicuro. Ma eravate troppo piccole allora per capire. E’ per questo che sono andato via senza dirvi niente. Purtroppo finché ricoprivo quel ruolo, nel mio lavoro, non potevo mettermi in contatto per nessuna ragione con questo paese, quindi non mi sono mai fatto vivo per questa ragione. Adesso ho lasciato il mio lavoro e sono qui perché non riuscivo più a vivere senza avere più notizie di voi. Spero che non sia troppo tardi per ricevere il vostro perdono. Però se non ve la sentite, vi capirò.

Reika non ci pensò due volte e andò ad abbracciare il padre appena ritrovato. Saeko ci pensò un po' di più, ma alla fine si aggiunse all’abbraccio fra i due. Vedendo come si erano messe le cose, a Ryo e Kaori non rimase che lasciare la famiglia ritrovata a se stessa, uscendo da quella casa.

-    Tutto è bene quello che finisce bene.
-    Altro che bene! Noi non ci abbiamo guadagnato niente, come sempre, quando c’entrano le sorelle Nogami!
-    E dai, Ryo! In fondo, abbiamo riunito una famiglia. La ricompensa è la soddisfazione!
-    Si, ma con la soddisfazione mica ci mangi, coi soldi si!!!

Kaori lo spinse da parte, ma lui rise e si avvicinò di nuovo, aspettando che lei lo prendesse a braccetto come faceva spesso, a fine incarico. E Kaori non mancò di farlo.





  
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