Capitolo
4
Una volta arrivati alla villa, si erano divisi. Mentre Falcon e Miki
facevano strage di guardie in giardino, Saeko e Ryo riuscirono a
intrufolarsi all’interno della villa. Saeko si
occupò di perlustrare il pian terreno, mentre Ryo
andò al piano superiore.
Sentendo passi avvicinarsi, e spari provenire dall’esterno,
Toshida, che si stava pericolosamente avvicinando a Kaori, sempre
più spaventata, si fermò, voltandosi verso la
porta che, dopo qualche secondo, si spalancò. Ryo, con
un’espressione omicida stampata in volto, teneva la sua
pistola puntata su Yamamoto.
- E tu chi saresti? E come hai fatto ad
arrivare fin qua?
Kaori era ugualmente incredula, ma anche particolarmente sollevata nel
vederlo lì.
- Hai finito di spargere terrore, amico.
E’ arrivata la tua ora.
Sentendosi in trappola, Toshida mostrò l’arma che
teneva nascosta, e la puntò su Kaori, intenzionato ad
ucciderla. Tuttavia aveva sottovalutato chi aveva davanti. Ryo non gli
dette il tempo di fare niente, sparandogli a una mano e disarmandolo.
Stupito dalla velocità di Saeba, Yamamoto cadde a terra,
tenendosi la mano sanguinante con l’altra, ancora intera.
- Tu hai fatto del male a Kaori. E, per
questo, devi pagare.
Ryo sparò all’uomo, a sangue freddo, sapendo che
meritava quella punizione. Kaori, sconvolta, scoppiò a
piangere. Non riusciva a credere che quell’incubo fosse
finito una volta per tutte.
Ryo finse di ignorare completamente il fatto che avessero privato Kaori
dei suoi vestiti, facendola rimanere in intimo. Si tolse la giacca e si
avvicinò a lei, slegandola. Poi l’avvolse nella
sua giacca e la prese fra le braccia, cullando il suo pianto.
Falcon
lasciò Ryo, con Kaori addormentata n braccio, davanti a
casa. Ryo riuscì agilmente ad aprire e richiudere la porta.
Mentre la portava al piano superiore, Kaori stropicciò gli
occhi, ma non li aprì. Si sentiva al sicuro fra le braccia
calde del socio. E poi non era sicura di riuscire a sostenere il suo
sguardo. Per essere riuscito a trovarla in così breve tempo,
Ryo doveva aver per forza scoperto qualcosa. E lei non voleva
affrontarlo. Aveva la speranza che Ryo, una volta portata in camera,
l’avrebbe lasciata sola. Cosicché avrebbe avuto
un’intera notte a disposizione per pensare a cosa avrebbe
potuto dire a Ryo il mattino seguente. Ryo, da parte sua, si era
già accorto che la socia era sveglia, ma evitò di
smascherarla. Almeno per il momento.
In camera, l’adagiò con delicatezza sul letto,
togliendole la propria giacca di dosso. Kaori, a quel gesto, non
riuscì a controllare il calore che invase le sue guance.
Sorridendo appena, Ryo decise che non valeva la pena continuare con
quella farsa.
- Kaori, perché non apri gli
occhi? So benissimo che sei sveglia.
Certo! Avrebbe dovuto immaginare che lui se ne fosse già
accorto!
- Come stai?
-
Bene...
Ryo notò come Kaori cercasse di evitare di guardarlo negli
occhi. Lui le passò una mano sulla guancia, in uno dei pochi
gesti gentili che sapeva di rivolgerle.
- Kaori... Va tutto bene, stai calma.
Adesso sei al sicuro.
-
No, non è vero che va tutto bene. Tu sai tutto, non
è vero?
Capendo subito a cosa si riferisse, il volto di Ryo si fece
più scuro. Si pentì di non aver dato una morte
abbastanza dolorosa a quel bastardo che aveva fatto del male a Kaori.
La sua socia, intanto, vedendolo rabbuiarsi a quel modo, fraintese,
pensando che adesso lei lo ripugnasse. Disperata, scoppiò di
nuovo a piangere. Ryo si sentì stringere il cuore, e
l’abbracciò.
- Non fare così, Kaori! Adesso
quel bastardo è morto e non può più
farti del male! Non permetterò più che ti accada
una cosa del genere!!
Confusa, Kaori si staccò da lui quanto bastava per guardarlo
negli occhi.
- Tu... Tu non mi odi, allora?
Ryo non potè credere che lei si sentisse in colpa per quello
che le era accaduto.
- No, certo che no!! come puoi pensare
una cosa del genere?? Tu non hai nessuna colpa in tutto questo! Io sono
disperato all’idea che ti sia accaduta una cosa
così orribile, ma ti prometto che non lascerò che
accada mai più!
Kaori si strinse a lui, continuando a piangere. Stavolta,
però, le lacrime erano di sollievo. Lasciando che si
sfogasse e aspettando che si calmasse, Ryo le accarezzava la schiena,
cercando di tranquillizzarla. Quando, poco dopo, lui cercò
di staccarsi, con l’intenzione di lasciarla riposare, lei si
oppose.
- Kaori...
Solo allora, Kaori si staccò da lui.
- E’ tardi. Hai bisogno di
riposare.
Ryo si stava alzando, ma Kaori lo fermò.
- Ryo...
-
Che cosa c’è?
Kaori era un po' in imbarazzo, per quello che voleva chiedergli.
- Ho paura. Tu... Potresti dormire qui
con me, per favore? ... Dormire e basta, chiaramente!
Ryo sorrise.
- Certo, Sugar-boy! Su, fammi spazio.
Kaori obbedì, ritirandosi in un angolo del letto. Ryo si
sdraiò vicino a lei, sotto le coperte. Allungando un
braccio, se la tirò vicina, permettendole di mettergli la
testa sulla spalla.
- Ryo?
-
Si?
-
Tu non mi abbandonerai mai, vero?
-
No, tranquilla! Sennò chi mi riempirebbe di martellate, ti
pare? E poi, sai che ti dico? Che mi piace vivere con un mezzo uomo!
Fu così che Ryo si trovò schiacciato sotto un
martello da soli 100kg.
- Idiota!
Kaori fece comunque fatica a trattenere un sorriso. Sapeva che Ryo
aveva parlato così solo per sdrammatizzare un po' e farla
stare meglio.
- Buonanotte Ryo.
-
Buonanotte socia.
Ryo si voltò, dandole un bacio sulla fronte.
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