I wouldn’t
have imagined my life without you…
Ciao
raga eccomi qui con una nuova fic! Questa volta è ispirata a Holly e Benji e
vorrei precisare che è la prima che scrivo su questo anime quindi non so come
sarà e il titolo non so precisamente cosa c’entri con tutto il resto ma a me
sembrava così carino…
Cmq
protagonista è Benji e la storia è ambientata durante il primo campionato
mondiale, quello in Francia. Volevo anche dirvi che, per motivi di copione, le
età dei nostri beniamini varieranno lievemente da quelli nell’anime (Anche
perché io non ho mai capito molto bene quanti anni hanno…) e che gli spoiler
saranno veramente pochini perché io non ci so fare molto…^__^’’
Poi…ah, si. I personaggi di questa storia sono tutti del loro papi Yoichi
Takahashi e solo Mie è inventata da me.
Penso
che sia tutto, un bacione e buona lettura!
CHAPTER THIRTEEN
DOMENICA MATTINA.
Aprì la finestra inspirando a
pieni polmoni l’aria fresca del mattino; erano le 11 di una splendida domenica;
finalmente, quella scomoda convivenza era cessata senza troppi incidenti. Solo
un piccolo intoppo, una cosa da nulla, infondo, una cosina sciocca, un minuscolo
bacio, un incontro senza conseguenze…se non un disperato desiderio di baciarlo
di nuovo e di stringerlo, di accarezzare il suo corpo. Il dolore tornò sul viso
di Mie che non riusciva a sorridere da un paio di giorni, ormai, troppo
preoccupata dalla possibilità di non avere mai più la possibilità di rincontrare
Benji, dopo la fine di quel campionato. Lo amava, ne era certa ma non sapeva
assolutamente cosa fare. Da un lato avrebbe tanto voluto gettarsi fra le braccia
di Benji, dall’altro avrebbe voluto trattarlo con una tale freddezza da non
farlo più avvicinare a lei e da farlo pentire per quelle poche volte che l’aveva
fatto da quando si erano lasciati. Chissà, magari un giorno si sarebbero
rincontrati e allora nessuno avrebbe avuto più niente da ridire sul loro
rapporto; e magari, con il tempo, tutto quello che era successo non le sarebbe
sembrato più un errore madornale, ma una scelta fatta per il bene di Benji.
Un improvviso, ma insistente
bussare la riportò alla realtà. Non avrebbe voluto vedere nessuno, in realtà, ma
inspirò profondamente e diede una rapida occhiata allo specchio, accertandosi di
avere almeno un aspetto decente; mica tanto! indossava il suo caro pigiama con i
gattini, ai piedi le ciabattine coordinate e i capelli erano leggermente
sconvolgenti, esattamente come possono esserli quelli di una che si è appena
svegliata e, oltre tutto, aveva due occhiaie orribili sotto gli occhi scuri.
Bussarono ancora, questa volta più a lungo. Un po’ scocciata aprì la porta,
desiderando di richiuderla subito dopo a causa delle condizioni sciatte con cui
si era presentata al suo ospite. Due occhi scuri, di un nero intensissimo la
squadrarono da capo a piedi, lievemente shockati…la bocca tendente a spalancarsi
si trattenne per puro rispetto. Mie si lisciò i capelli con le mani,
portandoseli dietro le orecchie, poi sorrise, vagamente evasiva. «Ciao Ed… »
Salutò. «Cosa posso fare per te? » Intanto lo invitò, con un gesto della mano,
ad entrare.
«Volevo parlarti. » Rispose il
ragazzo entrando e shockandosi ancora di più alla vista delle condizioni della
stanza di Mie.
«Scusa il disordine, mi sono
appena alzata. » Si scusò notando lo sguardo di Ed fissato sul letto sfatto e
sui suoi vestiti in disordine. «Non mi sono sentita molto bene ieri… »
«Figurati…Dimmi, Mie » Fece
all’improvviso come se niente fosse. «Sai della festa di stasera, vero? »
Mie annuì. «Non penso che ci
andrò. » Disse.
«Ah…no…perché io, io pensavo di
invitarti… come amico, s’intende…»
Patty percorreva decisa il
corridoio del secondo piano, sotto gli occhi attoniti dei giocatori della
Grunvald che erano usciti sul pianerottolo per chiacchierare. Aveva un groppo
alla gola, paura di quello che stava per fare, ma aveva preso una decisione e ci
aveva meditato per un giorno intero; era ora di porre fine a quel casino! Si
fermò davanti alla porta della stanza numero 57 e bussò dapprima timidamente,
poi sempre più insistentemente. Finché un ragazzo biondo non venne ad aprire.
«Si? » Fece questo alzando un
sopracciglio al vedere una ragazza in quell’ala dell’albergo.
«Ahm…scusa. Devo aver sbagliato
stanza, cercavo Benjamin Price… Ora vado a chiedere in reception… »Fece per
allontanarsi, ma il ragazzo la trattenne per un braccio.
«No…non hai sbagliato, Benji è
dentro…vieni. » Disse.
«Chi è? » Una voce allegra
giunse dall’interno.
«Una ragazzina che ti vuole. »
Rispose il tedesco.
«Dyana? » Chiese Benji ridendo
mentre veniva alla porta.
Patty spalancò la bocca ne
vedere il ragazzo mezzo nudo con solo l’asciugamano avvolto intorno alla vita; i
capelli bagnati appiccicati alla fronte. «No, sono io Benji… » lo corresse «devo
parlarti… » Prese un gran respiro ancora incerta se restare o fare una
megafiguraccia e scappare via. «si tratta di “quella cosa” …»
Benji sgranò gli occhi sentendo
il cuore balzargli in gola. Poi annuì. «Karl, lasciaci soli per favore… » Disse
senza distogliere i suoi occhi da quelli di Patty.
Quando il tedesco se ne fu
andato Benji invitò la ragazza ad entrare e la fece accomodare sul letto, in
mancanza di sedie. «Dammi cinque minuti, sono subito da te. » Le disse
chiudendosi in bagno. Gli tremavano le gambe, di lì a poco avrebbe saputo tutta
la verità. Non sapeva perché Patty lo faceva, ma gliene era grato.
Quando Benji uscì dal bagno,
stavolta completamente vestito, Patty strinse i pugni talmente forte che le
nocche divennero bianche; alzò gli occhi e allora il ragazzo, con i caqpelli
ancora bagnati, fece per parlare ma Patty lo precedette. «Premetto che ti dirò
tutto solo per il bene di Mie, non per altro. » Disse alzandosi in piedi e
guadagnando la finestra. «Sto rischiando molto per raccontartelo…ma lei è la mia
migliore amica, il suo bene viene prima di tutto. »
Benji annuì. «So cosa stai
cercando di dire…ma questa sarà la mia ultima carta. »
Patty esitò, ma comprendeva le
ragioni di Benji; per quanto amasse Mie non poteva continuare a soffrire così
tanto. «Ti ricordi quando sei stato boicottato? Insomma, quando ti hanno
aggredito? » Esordì. Il portiere giapponese annuì, il volto concentratissimo. «
Mie passava dalla terribile depressione di non poterti vedere alla gioia che
seguiva le tue telefonate. Quando poi tu le annunciasti il ritorno in squadra
cominciò a sprizzare gioia da tutti i pori finché non accadde “qualcosa”. »
Benji deglutì più volte a vuoto,
annuendo, «Io gli ho detto della proposta di Marshall, la storia della Germania.
» Disse
Patty lo guardò attonita poi
scoppiò in una fragorosa risata. Il ragazzo la guardò accigliato, chiedendosi
cosa ci fosse da ridere così tanto. «Scusa… » Disse Patty con le lacrime agli
occhi «Ma davvero tu hai pensato che Mie potesse lasciarti per una cosa tanto
stupida ed essere così egoista? »
«Non credo di aver avuto molte
altre alternative…» le fece notare lui un po’ acido.
«Hai ragione, scusa… » Ripeté
asciugandosi gli occhi e tornando seria. « Ma davvero, lei era al settimo cielo
per quello che ti stava succedendo, e piena d’orgoglio, il suo ragazzo stava
realizzando i suoi sogni più importanti…non poteva essere triste…sarebbe stato
stupido…come se tu fossi stato geloso del fatto che tutti potevano vedere le sue
foto… »
“Io ero geloso…e lo sono
ancora.” Pensò senza avere, però il coraggio di confessarlo.
«È stato qualcos’altro…proprio
la paura che tu non potessi realizzare questi sogni…la paura che tu rinunciassi
alla Germania. »
«Ma che idee stupide! » Esclamò
il ragazzo di rimando « Non la facevo così… »
«Così come? » Sbraitò Patty. «
Ci credo che era un’idea stupida! Gliel’ha messa in testa il tuo allenatore! »
«Il signor Marshall… » Ripeté
Benji. «Ma… »
«Si, il signor Marshall. » Disse
di nuovo la ragazza. «E adesso scusami ma ho da fare, se proprio ci tieni a
conoscere il resto della storia fattela raccontare da Mie! » Detto questo
(tralasciamo il fatto che sembrava in preda ad una crisi di nervi ) uscì dalla
stanza sotto gli occhi attoniti di una ventina di giocatori tedeschi, sbraitando
frasi del tipo « Dio! Ma allora e vero che non si può sostenere nemmeno mezza
conversazione con quel cretino! »
…To be continued
Bene…ho suscitato almeno un po’
di curiosità? So che molti già avevano capito chi era il responsabile di tutto
sto casino e spero che non sembri tutto banale, adesso. Cmq…mi dispiace, non c’è
la festa… ma almeno siamo arrivati a domenica…^___^ “
ringrazio Rossy damynex e Driger
per aver commentato
Tanti auguri a Mary-lu che
finalmente a finito la scuola! Ma davvero abiti a Bruxelles? Che bello! Ma
suppongo che tu sia di origini italiane, no?
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