Erano passate due settimane da quando Andrè era andato via
ed Oscar provava un senso di sollievo e tristezza allo stesso tempo...
una parte di lei sentiva una rabbia incontrollata nei confronti di
Andrè mentre un'altra parte si sentiva persa senza di lui,
senza il suo migliore amico, la persona che per lei c'era sempre
stata... e sentiva anche la mancanza di Andrè
uomo, un André più forte, un Andrè che
avrebbe voluto conoscere più a fondo.
Il tempo passava ed Oscar di li a poco avrebbe assunto un nuovo
incarico, comandante dei soldati della guardia, ma quella non era
l'unica novità nella vita di Oscar, il giovane Girodelle
aveva chiesto la sua mano e il generale Bouillé aveva
organizzato una serata danzante in suo onore, avrebbero partecipato gli
uomini più facoltosi di Francia, e tra di loro, Oscar,
avrebbe dovuto scegliere il proprio sposo.
Oscar trovava ridicola tutta questa faccenda, Girodelle, il ballo in
suo onore, l'idea stessa di sposarsi, lei che era intenzionata a
diventare in tutto e per tutto un uomo, l'unica cosa sensata da fare
era riderci sopra, ed Oscar rise, rise tanto quel giorno, come non gli
capitava da tempo, dai tempi in cui era una bambina...
Era una mattina fredda, insolita, quando il generale Jarjayes fece
chiamare sua figlia per chiedere il suo perdono per averla cresciuta
come un maschio ed averla privata della sua vita di donna, e per
informarla che avrebbe dovuto partecipare al ballo in suo onore,
vestita da donna, a tal proposito aveva chiamato una delle sarte
più famose di Francia per confezionarle un abito adatto alla
serata...
"non accetterò un no come risposta Oscar, partecipare al
ballo sarà per me la conferma del tuo perdono, ti prego di
accettare." il generale Jarjayes stava piangendo mentre
pronunciava queste parole
"Si, padre, farò come volete" disse, a fatica, Oscar
Oscar non avrebbe voluto accettare, non voleva, ma... ma gli si
lacerò il cuore vedendo suo padre piangere e decise di
accontentarlo, in fondo sarebbe stata una sera soltanto, e poi avrebbe
cancellato per sempre la sua parte femminile.
Andrè aveva girovagato per giorni senza una meta precisa
perso tra mille pensieri, aveva dormito sull'erba, cavalcato senza
sosta, bevuto fino a non ricordare nulla, tutto per dimenticare quello
che era successo, tutto per soffocare il pensiero di Oscar.
Proprio durante una serata passata a bere Andrè
incontrò Alain, un soldato della guardia...
Era arrivato il momento tanto temuto da Oscar, l'incontro con quella
sarta che le avrebbe confezionato l'abito per il ballo, passarono ore
interminabili ma finalmente l'abito fu pronto, il generale Jarjayes non
stava più nella pelle, così come la vecchia
governante, tutti impazienti di vedere Oscar... Era bellissima in un
abito nero che lasciava le spalle e la schiena nude, il corpetto di
pizzo metteva in evidenza il seno pieno... i capelli raccolti
esaltavano ancora di più i suoi bellissimi occhi azzurri...
"sei stupenda Oscar, non avrei mai dovuto importi di vivere come un
uomo, mai. perdonami." disse tra le lacrime il generale Jarjayes
Oscar non disse nulla, sorrise al padre e cercò soltanto di
farsi forza per sopportare quella serata.
Il generale e la governante andarono via ed Oscar poté
rimanere sola, si avvicinò allo specchio e si
osservò attentamente... un senso di smarrimento le percorse
la schiena, come una scossa...
Andrè decise di tornare a casa Jarjayes proprio quel giorno,
per informare sua nonna che si sarebbe arruolato nei soldati della
guardia.
La nonna accolse Andrè con le lacrime... e rimproverandolo,
come al solito, per averla fatta stare in pensiero... Andrè
fu felice di questa accoglienza, la nonna sapeva sempre farlo sentire a
"casa", amato.
Dopo aver informato la nonna d'essersi arruolato nei soldati della
guardia, e dopo la sua ennesima sfuriata, Andrè
era pronto a lasciare la casa ma...
"Andrè prima di andartene devi vedere come è
bella la nostra madamigella Oscar, il generale Jarjayes ha acquistato
per lei un un magnifico abito per il ballo in suo onore che si
svolgerà stasera... La nostra Oscar sta per sposarsi
Andrè"
Ad Andrè sembrò che il cuore gli si fosse fermato
nel petto, per qualche istante, ritornò in sé
soltanto quando la nonna lo trascinò nella stanza di Oscar...
Andrè rimase senza parole, aveva già visto Oscar
vestita da donna la sera in cui danzò con Fersen, ma quel
giorno era, se possibile, più bella.
Oscar si girò di scatto, vide Andrè ed
istintivamente si diresse verso di lui trasportata dalla rabbia, lo
guardò dritto negli occhi e con voce gelida disse...
"è così che dovrei essere Andrè?
è questo che dovrei essere?"
Andrè non disse nulla, si avvicinò ad Oscar,
portò le mani tra i suoi capelli e li sciolse... i
lunghissimi capelli biondi di Oscar scivolarono sulle spalle e poi
giù lungo la schiena nuda... Oscar non si mosse, non disse
nulla, in quel momento le sembrava difficile anche respirare...
Andrè fece scendere le mani lungo il viso di Oscar
e delicatamente passò il pollice sulle sue labbra, erano
così calde, tolse ogni traccia di belletto... Oscar
sentì il cuore accelerare i battiti...
La mano di Andrè trovò quasi da sola la
strada che dalle labbra giungeva al petto di Oscar e li si
fermò, senza paura, senza imbarazzo, come se fosse naturale
giacere su quella pelle candida, come se gli fosse permesso farlo...
"E' qui che una donna è donna, non in un abito o in un
belletto... e tu lo sei Oscar, proprio qui."
Oscar tentò di dire qualcosa ma non uscì nulla
dalle sue labbra se non un alito di respiro... Andrè le
sorrise e uscì dalla stanza senza proferire parola.
Dopo qualche secondo di stordimento Oscar ritornò lucida e
spinta da chissà quale voce dentro di lei corse fuori dalla
sua stanza e poi giù lungo la scalinata di casa Jarjayes,
corse a piedi nudi e le mani strette attorno all'abito, corse per
raggiungere Andrè ma l'uomo era già scomparso nel
buio della sera.
Oscar rimase immobile, con i pugni che ancora stringevano la stoffa
dell'abito, rimase in quella posizione fino a che una folata di vento
non la risvegliò, e allora si rese conto che doveva muovere
almeno un passo, guardò di fronte a lei,
nell'oscurità che aveva inghiottito Andrè, si
voltò verso le luci accoglienti della propria casa, e una
sorta di panico le montò dentro, le mancava il respiro, non
sapeva che fare, non sapeva cosa voleva, non sapeva chi era... Voleva
solo fuggire da tutto e tutti, fuggire da suo padre, fuggire da
Girodelle, fuggire dalla serata in suo onore, fuggire da
Andrè e dalle sue parole, e così fece,
fuggì... fuggì nell'oscurità della
notte, con i piedi nudi e l'abito ancora stretto tra le mani.
Andrè stava camminando senza fermarsi, non avrebbe potuto
farlo, se si fosse fermato sarebbe tornato indietro, sarebbe tornato
indietro da lei, la sua Oscar, così ordinò alle
gambe di continuare finché avrebbero retto.
Camminò cercando di cancellare dalla propria mente
l'immagine di Oscar che i suoi occhi avevano catturato poco prima, ma
non riusciva, sentiva ancora il profumo dei suoi capelli, il calore
delle sue labbra e la curva del suo seno sotto le dita... fece di tutto
per non pensare, ma quel pensiero era troppo forte, come avrebbe voluto
poterla guardare ancora, studiare ogni singolo dettaglio di quella
nuova Oscar... la pelle delicata, l'abito che metteva in evidenza forme
inaspettate, e la curiosità di scoprire cosa vi era celato
al di sotto di quella raffinata stoffa di seta nera... Andrè
rise, rise di se stesso, lui, un attendente, un servo, non avrebbe
dovuto fare certi pensieri su madamigella Oscar... rise ancora
più forte immaginando la voce della nonna, e proprio il
pensiero di quella vecchina lo riportò indietro, verso casa
Jarjayes, dove avrebbe salutato la nonna, ripreso il suo vecchio sacco
marrone e sarebbe andato via, verso una nuova vita, forse.
Nessuna luce ad illuminare casa Jarjayes, Oscar si fece scudo del buio
per rientrare, ma prima o poi, lo sapeva, avrebbe dovuto affrontare suo
padre, ma non in quel momento, non quella notte.
Attraversò il cortile del palazzo ed
entrò in punta di piedi dal retro, sarebbe passata dalle
cucine, senza far rumore, un passo dopo l'altro fino alla propria
stanza.
Arrivò quasi alla soglia della cucina quando
sentì dei passi dietro di lei, chi poteva essere? La
governante? Suo padre? Si voltò per vedere chi fosse ma quel
gesto fu tanto brusco da farle perdere l'equilibrio, già
poco stabile tra tutta la stoffa dell'abito.
Oscar sentì il suo corpo precipitare all'indietro ed era
conscia del fatto che non avrebbe potuto far nulla per arrestare quella
caduta, attendeva soltanto di toccare terra, ma non fu così,
una mano afferrò il suo braccio e si sentì
trascinare verso quel qualcuno che le aveva risparmiato una brutta
caduta.
“chi sei?”
“sono io Oscar, sono sempre io...”
“Andrè... io... grazie”
“non ringraziarmi Oscar, ero qui per caso”
“ora puoi lasciarmi Andrè, credo di riuscire a
stare sulle mie gambe”
Lasciare la presa attorno al corpo di Oscar fu difficile, ma
Andrè la lasciò andare, perchè era
giusto così, perchè non avrebbe potuto fare
altrimenti. La vide girarsi e voltargli la schiena e sentì i
suoi capelli solleticargli il viso, respirò profondamente il
suo profumo e poi accese una candela pronto ad andare nella sua stanza,
raccogliere il sacco e andarsene.
“Andrè! Spegni immediatamente la
candela!” disse Oscar con fare rabbioso
“che ti prende Oscar, sei impazzita?”
“Andrè nessuno deve sapere che sono qui. Non
voglio svegliare tua nonna o peggio mio padre. Non posso affrontarlo
ora”
“Oscar non capisco...”
Un cigolio di porta, dei passi, sempre più vicini, una
voce...
“Oscar, Oscar, sei tu?” la voce del generale
Jarjayes risuonava in tutta la casa
“non voglio vedere mio padre” disse Oscar,
più a se stessa che alla persona che in quel momento era
nella stanza con lei
Andrè non conosceva la natura del turbamento di Oscar ma
sapeva di dover far qualcosa, spense la candela con un soffio,
afferrò il polso di Oscar e la trascinò con lui
fuori dal palazzo, accanto alle scuderie, la fece appoggiare al muro e
si mise davanti a lei, immobile.
Il generale Jarjayes uscì dalla casa, chiamò
Oscar un paio di volte, perlustrò il cortile, e quando si
rese conto che non c'era nessuno rientrò in casa borbottando
contro la servitù che come al solito aveva dimenticato di
chiudere la porta del retro, facendo entrare così, come era
già successo qualche animale in cerca di cibo.
Oscar si sentiva sollevata, respirò profondamente e
ringraziò Andrè
“comincia a far freddo Oscar, è meglio se ci
ripariamo nelle scuderie”
“si” fu tutto quello che disse Oscar
Nelle scuderie c'era sempre un bel tepore, il calore dei cavalli, il
loro respiro, rendevano tutto più caldo, più
accogliente. Andrè accese la piccola lanterna che dondolava
dal soffitto e quando si voltò la vide, la sua Oscar, in
piedi poco distante da lui, con i suoi bellissimi capelli biondi, che
le ricadevano lungo il corpo, in contrasto con quell'abito nero che
ormai stava abituandosi a vederle addosso... stava nuovamente
perdendosi in quei pensieri, ma non era il momento adatto, ora voleva
far luce sul perchè Oscar voleva nascondersi dal generale
Jarjayes.
“Allora Oscar, adesso vuoi dirmi perchè nessuno
deve sapere che sei tornata? Non aspettavano il tuo ritorno dalla
serata a palazzo Bouillé?” chiese Andrè
sedendosi su un mucchio di fieno
“Io...” Oscar sentiva la voce uscirle a fatica,
camminava nervosamente tormentando la stoffa dell'abito con le mani
“Io... io non ci sono andata. Non sono andata alla serata
organizzata per me dal generale Buie”
Andrè si sentì sollevato ascoltando quelle parole.
“Io non potevo andarci Andrè, non potevo. Io non
voglio sposarmi. Io voglio vivere come un uomo”
“Oscar tu non potrai mai essere un uomo, ma credo di aver
già affrontato questo discorso con te”
“non ho chiesto il tuo parere Andrè”
“Non mentire a te stessa Oscar, davvero non hai provato nulla
quando ti sei guardata con quell'abito indosso?”
Andrè si alzò dal mucchio di fieno e
camminò fino ad arrivare di fronte ad Oscar
“No Andrè non ho provato nulla” rispose
Oscar mentre le sue mani tormentavano ancora la stoffa dell'abito
“Sei una bugiarda terribile Oscar” disse
Andrè ridendo “adesso però vieni a
sederti, stai tremando per il freddo”
I due giovani si sedettero sulla paglia, accanto ai loro cavalli, in
cerca di un po' di calore. Rimasero in silenzio a lungo fino a quando
la voce di Andrè disse, timidamente
“Oscar, ricordi quando da bambini ci nascondevamo qui dentro
per ore, sotto la paglia, per far impazzire mia nonna?”
“eravamo terribili Andrè” Oscar rideva,
ridevano entrambi, come quando erano bambini... risero per minuti
interminabili, fino alle lacrime, fino al calare di un silenzio
inevitabile.
La candela nella lanterna era arrivata alla fine, il buio avvolse le
scuderie, e in quel momento Oscar poggiò la testa sulla
spalla di Andrè, sicura dietro la maschera della notte, ed
Andrè mise la sua mano tra i capelli di Oscar, accarezzandoli
“Buonanotte Oscar”
“Buonanotte Andrè”
Era giorno, ed era ormai giorno anche nelle scuderie, i raggi di sole
filtravano attraverso le travi di legno, disegnando strane forme sulla
paglia.
Andrè fu il primo a svegliarsi, infastidito da una mosca che
gli ronzava sul viso, aprì gli occhi e si
stiracchiò portando le braccia sopra la testa e sbadigliando
rumorosamente, era ancora tutto confuso dal sonno, cercò di
alzarsi ma non riuscì e si sorprese nel vedere i capelli
biondi di Oscar sul proprio petto, aveva quasi dimenticato che avevano
passato la notte insieme nelle scuderie.
Oscar dormiva ancora, con la testa abbandonata sul petto di
Andrè, stesa su un fianco, aveva avuto una nottata
movimentata a giudicare da quello che gli occhi del giovane, suo
malgrado, stavano guardando... l'abito nero era alzato per
metà lasciando scoperta una gamba... la gamba di Oscar era
avvolta in una leggerissima calza nera che arrivava a metà
coscia e li si fermava bloccata da un nastrino di raso bianco...
Per Andrè fu il panico, quell'immagine aveva fatto montare
dentro di lui una voglia che conosceva fin troppo bene, voglia che in
giovane età aveva soddisfatto prontamente con ragazze del
suo rango, ma ora non avrebbe più potuto. Ed ecco di nuovo
il panico che strisciava sotto la pelle, che fare? Svegliare Oscar
bruscamente e scappare via? Andrè non ebbe il tempo di
agire, Oscar si mosse, si fece ancora più vicina a lui e
finalmente aprì gli occhi guardandosi attorno confusa,
Andrè non disse nulla, non si mosse, a malapena riusciva a
respirare.
Oscar percepì il corpo caldo del suo amico sotto di lei e
non avendo più la maschera della notte a nasconderla si mise
a sedere, il più velocemente possibile.
“Buongiorno Andrè”
“Buongiorno Oscar” fu tutto ciò che
riuscirono a dire.
Dopo qualche secondo Oscar uscì dalle scuderie diretta verso
casa, verso quel padre che avrebbe dovuto finalmente affrontare.
Andrè prese il suo sacco, salì sul cavallo e
cavalcò lontano da casa Jarjayes.
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